Forum Sardegna - Poesie di Karlovac
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Nota Bene: In località "S'Acqua Cotta" a dieci chilometri da Villasor vi è una sorgente tra le più antiche del Campidano. Già migliaia di anni fa, le popolazioni nomadi beneficiavano degli effetti di quest'acqua durante la transumanza.
Essa è un'acqua termale che sgorga a una temperatura di circa 46° c. perché a poco più di mille metri sotto il livello del mare alcuni serbatoi vulcanici emettono gas e vapori che la mineralizzano.



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carusoandfriends
Salottino
Utente Master



Inserito il - 31/01/2008 : 21:18:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di carusoandfriends Invia a carusoandfriends un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
karlovac ha scritto:

Un'altra poesia del dolore.

Qualche mese dopo "Maistu Alzheimer", mamma peggiorava ancora.
Cresceva la sua immobilità e ormai non lasciava più il letto.
Quando potevo cercavo di catturare la sua attenzione e la sua reattività con la mia chitarra,
e capivo che capiva...
"S'orchi mau", "Il mostro cattivo" è sempre lui, Maistu Alzheimer...

S'ORCHI MAU

E menti no m'as postu, o orchi mau,
ca de si movi mamma non est prus meri,
e a lettu, frima, bìsat su passau
ca in su presenti non tenit podèri.

E cust'orta su cantu sardu miu
infundit sa cara'e mamma in lagrimas,
lagrimas chen'e lamentu chi apu biu…
e tremia m'est sa boxi che is cordas.

Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...

28.01.2003


TRADUZIONE in ITALIANO

IL MOSTRO CATTIVO


E non mi hai dato retta, brutto mostro,
chè mamma non si muove più,
e a letto, immobile, sogna il passato,
perché sul presente non ha potere.

E questa volta il mio canto sardo
bagna il volto di mamma in lacrime,
lacrime silenziose che ho intravisto…
e la mia voce ha tremato come le corde...

Continua a suonare, chitarra, non ti fermare.
Piano piano accompagna quel pianto,
sii in quel sogno, come nei films,
l'anima della storia, in un canto.


...Oh Carlo ...quanto dolore sai esprimere..........in momenti cosi forti....indimenticabili........quanta emozione.........





  Firma di carusoandfriends 
carusoandfriends

Città: pouilly sous charlieu  ~  Messaggi: 2378  ~  Membro dal: 09/01/2007  ~  Ultima visita: 20/02/2011 Torna all'inizio della Pagina

Albertina
Salottino
Utente Mentor


Poetessa Paradisolana


Inserito il - 31/01/2008 : 21:29:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Albertina Invia a Albertina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' vero, nei momenti bui della nostra storia, il passato è la nostra risorsa, perché di esso possiamo scegliere fatti ed eventi, mentre il futuro non ci dà udienza e sceglie lui cosa farci passare.
In pratica anch'io ho vissuto le stesse esprerienze nella sofferenza dei miei cari, perciò comprendo quel rivivere nel ricordo, rivedo quegli occhi che improvvisamente si illuminano, quelle lacrime di commozione e di presenza, l'amore e l'affetto che si sprigiona in quei momenti.
Bravissimo, Carlo. Sono certa che la tua mamma dal cielo continua a ispirarti, la penserò insieme alla mia nella preghiera.





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Villamar  ~  Messaggi: 3638  ~  Membro dal: 29/06/2006  ~  Ultima visita: 31/07/2012 Torna all'inizio della Pagina

John tutor
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 31/01/2008 : 23:20:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di John tutor Invia a John tutor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
carusoandfriends ha scritto:

karlovac ha scritto:

Un'altra poesia del dolore.

Qualche mese dopo "Maistu Alzheimer", mamma peggiorava ancora.
Cresceva la sua immobilità e ormai non lasciava più il letto.
Quando potevo cercavo di catturare la sua attenzione e la sua reattività con la mia chitarra,
e capivo che capiva...
"S'orchi mau", "Il mostro cattivo" è sempre lui, Maistu Alzheimer...

S'ORCHI MAU

E menti no m'as postu, o orchi mau,
ca de si movi mamma non est prus meri,
e a lettu, frima, bìsat su passau
ca in su presenti non tenit podèri.

E cust'orta su cantu sardu miu
infundit sa cara'e mamma in lagrimas,
lagrimas chen'e lamentu chi apu biu…
e tremia m'est sa boxi che is cordas.

Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...

28.01.2003


TRADUZIONE in ITALIANO

IL MOSTRO CATTIVO


E non mi hai dato retta, brutto mostro,
chè mamma non si muove più,
e a letto, immobile, sogna il passato,
perché sul presente non ha potere.

E questa volta il mio canto sardo
bagna il volto di mamma in lacrime,
lacrime silenziose che ho intravisto…
e la mia voce ha tremato come le corde...

Continua a suonare, chitarra, non ti fermare.
Piano piano accompagna quel pianto,
sii in quel sogno, come nei films,
l'anima della storia, in un canto.


...Oh Carlo ...quanto dolore sai esprimere..........in momenti cosi forti....indimenticabili........quanta emozione.........


Grazie Carlo, ne farò tesoro!!! mi stai dando un grande aiuto. grazie amico!!





  Firma di John tutor 

Ascolta...è silenzio, svela la tua essenza, la tua luce nell'ombra, la tua ombra nella luce, l'eternità in un istante.

http://blog.libero.it/HUGOPOET/view.php



 Regione Sardegna  ~ Città: macopsissa  ~  Messaggi: 1126  ~  Membro dal: 19/11/2007  ~  Ultima visita: 04/03/2009 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/02/2008 : 09:45:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
carusoandfriends ha scritto:

karlovac ha scritto:

Un'altra poesia del dolore.

Qualche mese dopo "Maistu Alzheimer", mamma peggiorava ancora.
Cresceva la sua immobilità e ormai non lasciava più il letto.
Quando potevo cercavo di catturare la sua attenzione e la sua reattività con la mia chitarra,
e capivo che capiva...
"S'orchi mau", "Il mostro cattivo" è sempre lui, Maistu Alzheimer...

S'ORCHI MAU

E menti no m'as postu, o orchi mau,
ca de si movi mamma non est prus meri,
e a lettu, frima, bìsat su passau
ca in su presenti non tenit podèri.

E cust'orta su cantu sardu miu
infundit sa cara'e mamma in lagrimas,
lagrimas chen'e lamentu chi apu biu…
e tremia m'est sa boxi che is cordas.

Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...

28.01.2003


TRADUZIONE in ITALIANO

IL MOSTRO CATTIVO


E non mi hai dato retta, brutto mostro,
chè mamma non si muove più,
e a letto, immobile, sogna il passato,
perché sul presente non ha potere.

E questa volta il mio canto sardo
bagna il volto di mamma in lacrime,
lacrime silenziose che ho intravisto…
e la mia voce ha tremato come le corde...

Continua a suonare, chitarra, non ti fermare.
Piano piano accompagna quel pianto,
sii in quel sogno, come nei films,
l'anima della storia, in un canto.


...Oh Carlo ...quanto dolore sai esprimere..........in momenti cosi forti....indimenticabili........quanta emozione.........

Dolore ed emozione che si stampano indelebili nella memoria.
Ma rileggere i miei versi di allora è come rivivere quegli eventi...





  Firma di karlovac 
Carlo

 Regione Sardegna  ~ Città: Carbonia  ~  Messaggi: 458  ~  Membro dal: 24/12/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2022 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/02/2008 : 14:03:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Albertina ha scritto:

E' vero, nei momenti bui della nostra storia, il passato è la nostra risorsa, perché di esso possiamo scegliere fatti ed eventi, mentre il futuro non ci dà udienza e sceglie lui cosa farci passare.
In pratica anch'io ho vissuto le stesse esprerienze nella sofferenza dei miei cari, perciò comprendo quel rivivere nel ricordo, rivedo quegli occhi che improvvisamente si illuminano, quelle lacrime di commozione e di presenza, l'amore e l'affetto che si sprigiona in quei momenti.
Bravissimo, Carlo. Sono certa che la tua mamma dal cielo continua a ispirarti, la penserò insieme alla mia nella preghiera.


Grazie Albertina per il senso di fraternità che trasmettono le tue parole. Anche il passato, purtroppo, ha scelto lui cosa farci passare, ma siamo riusciti a sopravvivergli diventando più forti. Per questo ci è concesso di tornarvi, negli eventi vissuti, forse alla ricerca di noi stessi.
La tua preghiera è anche la mia...





  Firma di karlovac 
Carlo

 Regione Sardegna  ~ Città: Carbonia  ~  Messaggi: 458  ~  Membro dal: 24/12/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2022 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/02/2008 : 14:14:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
john tutor ha scritto:

carusoandfriends ha scritto:

karlovac ha scritto:

Un'altra poesia del dolore.

Qualche mese dopo "Maistu Alzheimer", mamma peggiorava ancora.
Cresceva la sua immobilità e ormai non lasciava più il letto.
Quando potevo cercavo di catturare la sua attenzione e la sua reattività con la mia chitarra,
e capivo che capiva...
"S'orchi mau", "Il mostro cattivo" è sempre lui, Maistu Alzheimer...

S'ORCHI MAU

E menti no m'as postu, o orchi mau,
ca de si movi mamma non est prus meri,
e a lettu, frima, bìsat su passau
ca in su presenti non tenit podèri.

E cust'orta su cantu sardu miu
infundit sa cara'e mamma in lagrimas,
lagrimas chen'e lamentu chi apu biu…
e tremia m'est sa boxi che is cordas.

Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...

28.01.2003


TRADUZIONE in ITALIANO

IL MOSTRO CATTIVO


E non mi hai dato retta, brutto mostro,
chè mamma non si muove più,
e a letto, immobile, sogna il passato,
perché sul presente non ha potere.

E questa volta il mio canto sardo
bagna il volto di mamma in lacrime,
lacrime silenziose che ho intravisto…
e la mia voce ha tremato come le corde...

Continua a suonare, chitarra, non ti fermare.
Piano piano accompagna quel pianto,
sii in quel sogno, come nei films,
l'anima della storia, in un canto.


...Oh Carlo ...quanto dolore sai esprimere..........in momenti cosi forti....indimenticabili........quanta emozione.........


Grazie Carlo, ne farò tesoro!!! mi stai dando un grande aiuto. grazie amico!!

Saper raccogliere dalle esperienze degli amici, anche così lontani, non è da tutti, e tu amico Hugo, mostri grande sensibilità ed apertura. Coraggio!





  Firma di karlovac 
Carlo

 Regione Sardegna  ~ Città: Carbonia  ~  Messaggi: 458  ~  Membro dal: 24/12/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2022 Torna all'inizio della Pagina

asia
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 01/02/2008 : 19:06:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di asia Invia a asia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...


Dolcissimo e struggente questo passaggio, dove il dolore si fa musica, canto languido, disperata allegria.





  Firma di asia 

 Regione Sardegna  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1634  ~  Membro dal: 29/12/2007  ~  Ultima visita: 14/10/2012 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/02/2008 : 21:43:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
asia ha scritto:

Sighi a sonai, ghitarra, no ti firmis.
Abellu abellu accumpàngia cussu prantu,
siast in cussu bisu coment'e is filmis
s'anima de sa storia, in d'unu cantu...


Dolcissimo e struggente questo passaggio, dove il dolore si fa musica, canto languido, disperata allegria.


E chiedo alla chitarra di continuare lei, discretamente, ad essere la colonna sonora della storia...
Grazie Asia.





  Firma di karlovac 
Carlo

 Regione Sardegna  ~ Città: Carbonia  ~  Messaggi: 458  ~  Membro dal: 24/12/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2022 Torna all'inizio della Pagina

veronzica
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/02/2008 : 23:12:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di veronzica Invia a veronzica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi chiedo solo..che effetto può fare postare poesie così "personali".......che raccontano un dolore grande...
C'è sempre il rischio di soffrire ancora???
di rileggerle come se raccontassero cose appena accadute...
oppure..la poesia.....
.......scrivere aiuta ad esorcizzarlo, quel dolore,..aiuta a leggerlo in maniera diversa?????

Veronzica


(mi piace troppo questa faccina per non usarla..in fondo..è l'unico modo di sorridervi che ho quà!!)





 Regione Sardegna  ~ Città: carbonia  ~  Messaggi: 372  ~  Membro dal: 14/01/2008  ~  Ultima visita: 18/01/2011 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 02/02/2008 : 00:46:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
veronzica ha scritto:

Mi chiedo solo..che effetto può fare postare poesie così "personali".......che raccontano un dolore grande...
C'è sempre il rischio di soffrire ancora???
di rileggerle come se raccontassero cose appena accadute...
oppure..la poesia.....
.......scrivere aiuta ad esorcizzarlo, quel dolore,..aiuta a leggerlo in maniera diversa?????

Veronzica


(mi piace troppo questa faccina per non usarla..in fondo..è l'unico modo di sorridervi che ho quà!!)

Si dice, con una frase abusata, che il tempo lenisce le ferite, ma se ti dicessi che nel rivivere questi eventi non ho sanguinato neanche un po' non ti direi la verità.
Il tempo però purifica il ricordo, ed io lo rivivo nel calore dell'affetto, avendo già imparato che anche i grandi dolori, quelli che si pensava di non riuscire a sopportare, ci scoprono più forti di quanto non ci aspettassimo.
D'altra parte, non è che scegliamo di fare sempre e soltanto le cose che ci fanno sorridere e ci tengono allegri. Il 2 novembre andiamo a trovare i nostri cari che ci hanno lasciato, e lo troviamo normale, nel solco dell'amore e dei ricordi che ci appartengono e sono parte di noi come le radici lo sono dell'albero.
Ecco perchè le poesie che ho scritto non avevano la funzione di esorcizzare.
Io le considero una fotografia scattata col cuore.





  Firma di karlovac 
Carlo

 Regione Sardegna  ~ Città: Carbonia  ~  Messaggi: 458  ~  Membro dal: 24/12/2007  ~  Ultima visita: 07/11/2022 Torna all'inizio della Pagina

karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 05/02/2008 : 21:31:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vedere quanti dei nostri emigrati siano così fortemente "GentediSardegna" nonostante la lontananza e le difficoltà, questo mi commuove e mi inorgoglisce.

Ho un figlio che, dopo gli studi, si è trasferito al nord, dove ha messo su famiglia.
Al suo matrimonio ho provato gioia ma anche una velata malinconia, alla quale non riuscivo a dare un nome. Poi ho capito, si chiamava: "non tornano i nostri ragazzi che se ne vanno…"

Al ritorno in terra sarda gli ho dedicato questi versi.


AL FIGLIO CHE SI SPOSA

Un matrimonio non è mai banale,
se poi lo sposo è il tuo primo figlio,
è festa grande, un evento speciale...
"Non sembra vero", penso appena sveglio,
"ha messo radici, in continente…"
È festa, sì, ma al cuore non si mente…

…e scorrono i ricordi via nel tempo,
io e te, racchette in mano, in campo,
e dopo qualche anno già perdevo.
"Ma se tu vinci io non son sconfitto",
ridendo a bordo campo ti dicevo,
"il giocatore ha perso, il padre ha vinto!"…

E via con le altre immagini in replay,
altre stazioni di quel treno strano,
sempre in corsa come i pensieri miei:
i nonni, gli studi a tutto spiano
scolpiti in quel centodieci e lode,
vittoria tua, e ancora mia, di padre.

Lavoro al nord, è poi passo obbligato,
se vuoi un raccolto dal tuo seminato.
Lo sapevamo già da tempo ormai,
e quando hai deciso ti ho detto "vai,
il lavoro è una cosa importante,
sei un ragazzo, sarai un gigante".

La vita ha chiamato e tu hai risposto,
lavoro e famiglia, hai fatto presto.
Con orgoglio t'ho visto spiccare il volo,
ed anche se ora sarò un po' più solo,
seguirò in te a vincere da lontano…
e invecchia questo sardo, piano piano…








  Firma di karlovac 
Carlo

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Albertina
Salottino
Utente Mentor


Poetessa Paradisolana


Inserito il - 05/02/2008 : 21:40:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Albertina Invia a Albertina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
karlovac ha scritto:

Vedere quanti dei nostri emigrati siano così fortemente "GentediSardegna" nonostante la lontananza e le difficoltà, questo mi commuove e mi inorgoglisce.

Ho un figlio che, dopo gli studi, si è trasferito al nord, dove ha messo su famiglia.
Al suo matrimonio ho provato gioia ma anche una velata malinconia, alla quale non riuscivo a dare un nome. Poi ho capito, si chiamava: "non tornano i nostri ragazzi che se ne vanno…"

Al ritorno in terra sarda gli ho dedicato questi versi.


AL FIGLIO CHE SI SPOSA

Un matrimonio non è mai banale,
se poi lo sposo è il tuo primo figlio,
è festa grande, un evento speciale...
"Non sembra vero", penso appena sveglio,
"ha messo radici, in continente…"
È festa, sì, ma al cuore non si mente…

…e scorrono i ricordi via nel tempo,
io e te, racchette in mano, in campo,
e dopo qualche anno già perdevo.
"Ma se tu vinci io non son sconfitto",
ridendo a bordo campo ti dicevo,
"il giocatore ha perso, il padre ha vinto!"…

E via con le altre immagini in replay,
altre stazioni di quel treno strano,
sempre in corsa come i pensieri miei:
i nonni, gli studi a tutto spiano
scolpiti in quel centodieci e lode,
vittoria tua, e ancora mia, di padre.

Lavoro al nord, è poi passo obbligato,
se vuoi un raccolto dal tuo seminato.
Lo sapevamo già da tempo ormai,
e quando hai deciso ti ho detto "vai,
il lavoro è una cosa importante,
sei un ragazzo, sarai un gigante".

La vita ha chiamato e tu hai risposto,
lavoro e famiglia, hai fatto presto.
Con orgoglio t'ho visto spiccare il volo,
ed anche se ora sarò un po' più solo,
seguirò in te a vincere da lontano…
e invecchia questo sardo, piano piano…






I figli sono come uccelli: volano dove la vita chiama. Ed è giusto che sia così. Però, per quanto liberi siano nell'immenso azzurro del cielo non potranno non sentire la voce dell'amore che ha dato loro la vita e li ha resi grandi e forti.





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carusoandfriends
Salottino
Utente Master



Inserito il - 05/02/2008 : 21:48:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di carusoandfriends Invia a carusoandfriends un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
karlovac ha scritto:

Vedere quanti dei nostri emigrati siano così fortemente "GentediSardegna" nonostante la lontananza e le difficoltà, questo mi commuove e mi inorgoglisce.

Ho un figlio che, dopo gli studi, si è trasferito al nord, dove ha messo su famiglia.
Al suo matrimonio ho provato gioia ma anche una velata malinconia, alla quale non riuscivo a dare un nome. Poi ho capito, si chiamava: "non tornano i nostri ragazzi che se ne vanno…"

Al ritorno in terra sarda gli ho dedicato questi versi.


AL FIGLIO CHE SI SPOSA

Un matrimonio non è mai banale,
se poi lo sposo è il tuo primo figlio,
è festa grande, un evento speciale...
"Non sembra vero", penso appena sveglio,
"ha messo radici, in continente…"
È festa, sì, ma al cuore non si mente…

…e scorrono i ricordi via nel tempo,
io e te, racchette in mano, in campo,
e dopo qualche anno già perdevo.
"Ma se tu vinci io non son sconfitto",
ridendo a bordo campo ti dicevo,
"il giocatore ha perso, il padre ha vinto!"…

E via con le altre immagini in replay,
altre stazioni di quel treno strano,
sempre in corsa come i pensieri miei:
i nonni, gli studi a tutto spiano
scolpiti in quel centodieci e lode,
vittoria tua, e ancora mia, di padre.

Lavoro al nord, è poi passo obbligato,
se vuoi un raccolto dal tuo seminato.
Lo sapevamo già da tempo ormai,
e quando hai deciso ti ho detto "vai,
il lavoro è una cosa importante,
sei un ragazzo, sarai un gigante".

La vita ha chiamato e tu hai risposto,
lavoro e famiglia, hai fatto presto.
Con orgoglio t'ho visto spiccare il volo,
ed anche se ora sarò un po' più solo,
seguirò in te a vincere da lontano…
e invecchia questo sardo, piano piano…




.....Sarà banale dirlo......ma é bellissima...Carlo........sai cogliere l'emozione di tutti noi...padri e madri.........ammirando il volo....verso la vita....dei propri figli...........é una specie di flash back....quante emozioni ........quanti ricordi..........é la vita che va........accettiamola.........Merci....Carlo.......tu es Grand....!!!





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carusoandfriends

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veronzica
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 05/02/2008 : 23:09:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di veronzica Invia a veronzica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


E che caspita.......possibile che mi fa sempre piangere!!?????

Vorrei avere la sua ispirazione!
Veronica





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karlovac
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 07/02/2008 : 21:23:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di karlovac Invia a karlovac un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Albertina ha scritto:

karlovac ha scritto:

Vedere quanti dei nostri emigrati siano così fortemente "GentediSardegna" nonostante la lontananza e le difficoltà, questo mi commuove e mi inorgoglisce.

Ho un figlio che, dopo gli studi, si è trasferito al nord, dove ha messo su famiglia.
Al suo matrimonio ho provato gioia ma anche una velata malinconia, alla quale non riuscivo a dare un nome. Poi ho capito, si chiamava: "non tornano i nostri ragazzi che se ne vanno…"

Al ritorno in terra sarda gli ho dedicato questi versi.


AL FIGLIO CHE SI SPOSA

Un matrimonio non è mai banale,
se poi lo sposo è il tuo primo figlio,
è festa grande, un evento speciale...
"Non sembra vero", penso appena sveglio,
"ha messo radici, in continente…"
È festa, sì, ma al cuore non si mente…

…e scorrono i ricordi via nel tempo,
io e te, racchette in mano, in campo,
e dopo qualche anno già perdevo.
"Ma se tu vinci io non son sconfitto",
ridendo a bordo campo ti dicevo,
"il giocatore ha perso, il padre ha vinto!"…

E via con le altre immagini in replay,
altre stazioni di quel treno strano,
sempre in corsa come i pensieri miei:
i nonni, gli studi a tutto spiano
scolpiti in quel centodieci e lode,
vittoria tua, e ancora mia, di padre.

Lavoro al nord, è poi passo obbligato,
se vuoi un raccolto dal tuo seminato.
Lo sapevamo già da tempo ormai,
e quando hai deciso ti ho detto "vai,
il lavoro è una cosa importante,
sei un ragazzo, sarai un gigante".

La vita ha chiamato e tu hai risposto,
lavoro e famiglia, hai fatto presto.
Con orgoglio t'ho visto spiccare il volo,
ed anche se ora sarò un po' più solo,
seguirò in te a vincere da lontano…
e invecchia questo sardo, piano piano…




I figli sono come uccelli: volano dove la vita chiama. Ed è giusto che sia così. Però, per quanto liberi siano nell'immenso azzurro del cielo non potranno non sentire la voce dell'amore che ha dato loro la vita e li ha resi grandi e forti.

Vero. Quando mio figlio partì, un amico mi inviò uno stralcio tratto da Kahlil Gibran:
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere, poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.


Vero, ancora una volta, ma un figlio che mette radici in continente non è come quello che mette su famiglia nel tuo stesso paese o città, e di cui potrai seguire, per il tempo che ti sarà concesso, i figli che crescono, i tuoi nipoti...






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Carlo

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