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Ela
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Inserito il - 10/12/2007 : 22:56:48
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Il Truogolo di San Leo...
Quando la chiesa di San Leo, ad Oliena, era già diroccata, una donna che abitava là vicino,portò via la pila dell'acqua santa. La pila era di granito, ben lavorata, abbastanza spaziosa ed andava bene per farci mangiare il maiale che, col suo muso, rovesciava spesso i recipienti leggeri. Facendola ruzzolare adagio adagio,non senza fatica, la pila fu collocata nel cortile di zia Caterina, che si apprestò a riempirla d'acqua, perchè il maiale potesse bere. Poi ci mise anche il brodo delle fave e la bestia potè saziarsi. La vecchia era soddisfatta.L'animale divorava con avidità tutto ciò che trovava nel nuovo truogolo e fra qualche mese sarebbe stato abbastanza grasso per poter fare la provvista delle salsicce. Ma una settimana dopo, quando la vecchia si alzò, trovò il maiale morto, disteso davanti alla pila. Cominciò a disperarsi: Chi le voleva tanto male da avvelenarle il maiale?Non si aspettava da nessuno una cattiveria simile.Lei andava d'accordo con tutte le vicine. Si recò da Deìna, la vecchia indovina del paese, per sapere chi le avesse giocato quel tiro mancino Ma nonostante le orazioni ed i riti magici di questa, non si venne a capo di niente. Zia Caterina dovette rassegnarsi a comperare un nuovo maiale, dopo aver rovesciato una sequela di improperi e maledizioni sul suo fantomatico nemico. Intanto, nella casa vicina, zia Mintonia si era fatta costruire un forno per cuocere il pane, giacchè la sua povera casa fino ad allora non aveva forno.Per fare la base del forno ci voleva l'argilla rossa e, mentre si recava in campagna con una corbula in testa, vide zia Caterina che ancora piangeva , seduta sulla soglia della sua casa, la morte del maiale. Zia Caterina, appena saputo dove la donna era diretta, le disse" Perchè fai tanta fatica?Vai entro la chiesa di san Leo.Il pavimento è pieno di argilla rossa" "Giusto!" fece la vecchia "non ci avevo pensato.Anzi quella è terra benedetta ed i pane verrà più buono" Detto fatto riempì la corbula, se la mise in testa e con pochi passi raggiunse la sua casetta, ove il figlio potè terminare il lavoro. Ora il forno era pronto e zia Mintonia non vedeva l'ora di provarlo. Impastò la farina, attese che lievitasse e si accinse a stendere le sfoglie. Quando tutto fu pronto mise due pani entro il forno, ma questo, d'improvviso crollò. La vecchia cominciò a recriminare e a prendersela col figlio che aveva eseguito male il lavoro.Fu costretta a terminare la cottura del pane nel forno della comare. Il figlio, pazientemente, si rimise al lavoro e zia Mintonia tornò entro la vecchia chiesa a prendere dell'altra argilla. Intanto si sparse la notizia che anche il secondo maiale di zia Caterina era morto. "Ocru malu l'an postu" (Gli hanno messo il malocchio)gridava questa in preda alla disperazione "Ocru malu..!" E meditava chissà quale vendetta se fosse riuscita a sapere chi le voleva tanto male. La sera fu terminato il forno di zia Mintonia: Il figlio lo aveva fatto con maggiore impegno. La madre aveva assistito a tutte le fasi del lavoro e non c'era nulla da eccepire. Addiruttura era riuscito più bello e spazioso del primo. L'indomani la donna si mise a setacciare la farina. Fra qualche giorno lo avrebbe inaugurato. Ma non appena infornato il pane, il forno crollò di nuovo ed i mattoni che ruzzolavano sul pavimento, quasi azzopparono la vecchia. "Hustu est ocru malu! Ocru 'e litterau est!" (Questo è malocchio! Occhio di letterato è!) (Si credeva che il malocchio provocato da persona istruita, fosse più efficace), diceva imprecando, tanto la sciagura le sembrava grande. Zia Caterina, saputa la disgrazia della comare, cominciò a riflettere. Il truogolo accanto al quale si accasciavano i maiali, proveniva dall'antica chiesa di san Leo. Anche l'argilla per il forno della comare proveniva dalla stessa chiesa. Non c'era dubbio, era stao San Leo a provocare quei disastri! Evidentemente, anche se la chiesa era diroccata, non voleva che si toccasse niente di ciò che era di sua proprietà.Da allora nessuno osò più prendere nulla, nemmeno una pietra... Hin mahos e hin santos non b'ada itte brullare (Con matti e con santi non s'ha da scherzare)
( da "Leggende e racconti popolari della sardegna" Di Dolores Turchi)
------------------------------------------------------------------------------------------------ Ela
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 11/12/2007 : 09:02:37
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Interessante questo racconto. Ce ne sono diversi in cui i santi o direttametne Gesù, lancia maledizioni a destra e sinistra. Quale può essere l'origine di tali racconti? Forse sono stati messi in giro dalla cuira stessa per spaventare il popolino e così facendo, assogetarlo sempre di più?
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com http://www.flickr.com/photos/amuttau/
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 11/12/2007 : 09:08:33
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| Ammutadori ha scritto:
Interessante questo racconto. Ce ne sono diversi in cui i santi o direttametne Gesù, lancia maledizioni a destra e sinistra. Quale può essere l'origine di tali racconti? Forse sono stati messi in giro dalla cuira stessa per spaventare il popolino e così facendo, assogetarlo sempre di più?
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com http://www.flickr.com/photos/amuttau/
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Questo non lo so...ma ne ho diversi altri ed appena ho un pò di tempo ne scrivo ancora!!!!!!
------------------------------------------------------------------------------------------------ Ela
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stradafacendo
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 14/12/2007 : 14:50:54
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Ciao Ela
Il racconto postato è bellissimo, ma gli altri che ci hai promesso... dove sono?
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 14/12/2007 : 16:30:12
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intanto sto scrivendo delle storie sull'origine dei paesi sardi(sempre della stessa autrice) poi ritorno a questi di magia.... per non annoiarvi troppo cambio un pò...(anzi pensavo che non li leggeva nessuno!!!!)
------------------------------------------------------------------------------------------------ ELA
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 17/12/2007 : 19:09:21
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La leggenda di Medusa( da leggende e racconti popolari della sardegna di Dolores Turchi)
Quando Noè si stancò di piantare vigne un pò dovunque, seppe che esisteva un villaggio costruito in cima ad un monte:Orune. Andò a vederlo e gli piacque. Vagò sulle terre intorno, guardò dappertutto, vide che c'era molto sole, che il terreno era asciutto e sabbioso e pensò "Quì potrei piantare una vigna". Si accorse poi che il vento soffiava impetuoso in quella plaga e distruggeva tutto ciò che incontrava al suo passaggio, flettendo gli alberi e facendoli crescere contorti, quando addirittura non gli sradicava. "Le genti di questo luogo cercheranno in qualche modo di porvi riparo, io la vigna la pianto lo stesso" Terminato il lavoro,Noè se ne tornò nelle sue terre ed inviò ad Orune un suo nipote: Urcheddu. Costui chiamò tutti gli abitanti del villaggio e fece loro assaggiare del vino che aveva portato dal Campidano e dall'Ogliastra: Gli uomini si ubriacarono e, felici di avere nelle loro terre un liquido così dolce, diedero mano alle zappe, ripulirono le terre circostanti ed impiantarono vigne, vigne dovunque fosse possibile. Ben presto il territorio di Ispidinai e la valle di Marreri furono interamente coperti di viti.Le campagne erano diventate una meraviglia ed ovunque si vedevano orunesi zappare. Quando la terra produsse i suoi frutti, la gioia fu grande.I vignaioli non sapevano più dove contenere tanto vino e bevevano, bevevano....poi felici ed estasiati dal dolce liquido, incoronarono Urcheddu, re del vino. Gli fecero una bella dimora e lo adorarono come un dio. Urcheddu aveva una figlia, Medusa, la quale, quando il padre morì, diventò regina del vino Anche lei seguì le orme paterne; faceva sempre piantare nuove vigne, tanto che ad Orune il vino correva come l'acqua e la gente era sempre ubriaca. Urcheddu era re di tutta la sardegna. Toh! che arriva un altro re che si chiama Lardeddu Ben presto Lardeddu diede ordine di non piantare più vigne e di smetterla di ubriacarsi Fece portare tanti sacchi di grano e di orzo, fece arare il terreno e seminare dappertutto cereali. Il primo anno non c'era posto nelle case per contenere il grano,tanto se ne produsse, e così per tanti anni di seguito. Lardeddu, insegnò agli abitanti come costruire le macine e tutti impararono a macinare il frumento e fare il pane. Però sotto sotto, i vignaioli non erano contenti: odiavano il loro re che aveva distrutto le loro vigne. Nelle montagne vi erano molte grotte e Lardeddu le assegnò agli abitanti e diede loro anche un pezzo di terreno per seminare il frumento e per coltivare gli orti.Insegnò persino come allevare le api. Tale lavoro era però molto impegnativo e tanto Orunesi cominciarono a brontolare. Ben presto la zona di Marreri fu piena di arnie: le api erano generose e davano miele in quantità. La gente stava bene e mangiava pane e miele a sazietà, ma il lavoro non a tutti piaceva e gli scontenti non mancavano. I vignaioli cominciarono a litigare con gli agricoltori che, seminando il grano, avevano occupato tutte le terre. Medusa,istigata dai vignaioli, dichiarò guerra a Lardeddu ed ai suoi seguaci. La guerra fu breve e non ci fu bisogno di armi, di archi e di catene e neppure di uomini per combattere: bastò che gli apicultori lasciassero andare tutte le api perchè Medusa con i suoi seguaci fosse sconfitta. La battaglia si svolse sulla vecchia strada di Marreri, che ancora oggi si chiama "su caminu ' esas ghespesse", la strada delle vespe. Quando Medusa morì, i vignaioli costruirono, in suo ricordo, una tomba proprio lungo quella strada. Quando andavano per adorarla ciascuno le portava una zucchetta piena di vino. Gli agricoltori di oggi sono i nipoti di Lardeddu e gli ubriaconi sono i nipoti di Medusa.....
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da casa mia Ela
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Modificato da - Ela in data 17/12/2007 19:26:58 |
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 17/12/2007 : 19:18:16
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Ela!! Meraviglioso il libro che hai acquistato (aspetto una piccola recensione)
mi auguro solo che i racconti non li trascrivi parola per parola
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Casteddaia
Salottino
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Inserito il - 17/12/2007 : 21:36:05
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grazie Ela bellissimi questi racconti. lella
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 02/01/2008 : 18:26:48
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Io li leggo volentieri Ela...scrivi pure questi raccontini sono molto simpatici
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Incantos
Salottino
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Inserito il - 02/01/2008 : 18:42:28
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Belli Ela!!
Anch'io li leggo volentieri!!
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Ela
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Inserito il - 02/01/2008 : 19:13:14
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Allora ne voglio raccontare ancora qualcuno. Questi sono dei racconti intitolati "Il ballo dei morti"
1) lo scialle tagliato
Un uomo di Orosei che si era recato in campagna nottetempo,vide della gente che ballava in uno spiazzo, al chiaro di luna.Si accostò per vedere chi si divertiva a quell'ora notturna e notò che si trattava di gente sconosciuta, però in mezzo a loro c'era sua moglie. L'uomo si meravigliò alquanto e pensò "Com'è possibile? l'ho lasciata a letto addormentata e la trovo quì a ballare!" Quando i ballerini stanchi di danzare, si fermarono per riposarsi, egli si accostò nascostamente alla moglie e, mentre questa gli volgeva le spalle, estrasse "sa lepa"(coltello) e le tagliò un lembo dello scialle. tra sè pensava "Voglio vedere se è morta o viva.Se è viva se ne accorge di sicuro" poi tornò a casa e trovò la moglie che ancora dormiva. L'uomo si convinse che le donne che aveva visto ballare erano tutte morte. La mattina seguente quando la moglie si alzò, le chiese: "Dove hai messo lo scialle?". " E' nel cassetto" "Da quanto tempo non lo vedo, non ricordo più nemmeno il ricamo, tiralo fuori!" "Ora te lo mostro" La donna tirò fuori lo scialle dal cassetto e lo distese sul letto per mostrarlo al marito. "Ih! " esclamò con meraviglia ed indignazione, " Chissà chi lo avrà tagliato! L'ho indossato pochi giorni fa ed era intero!" Allora l'uomo si rese conto che la moglie sarebbe morta di lì a poco perchè, senza che lei lo sapesse, già ballava con i morti. Infatti pochi giorni dopo la moglie morì....
Su Vizzatorju (veglia notturna che si faceva nelle chiese campestri in onore del santo. Queste chiese restavano aperte tutta la notte)
Anche a Bitti, entro la chiesa di Santa Maria, ove un tempo si faceva "su vizzatorju" e si ballava durante la notte, un uomo mentre rientrava dalla campagna, vide la chiesa illuminata e della gente che ballava. Tra i ballerini riconobbe sua figlia. Poichè tutte le altre persone erano sconosciute, l'uomo pensò che quello fosse il ballo dei morti e per accertarsene tagliò un lembo alla gonna della figlia che continuò a ballare senza neppure voltarsi. Tornato a casa l'uomo chiese alla moglie che gli mostrasse l'abito da festa della figlia.Questa lo tirò fuori da un cassetto e l'uomo vide che alla gonna mancava un pezzo di stoffa: quello che egli aveva tagliato. "Izza tua morit"disse alla moglie...(tua figlia morirà) E porgendole il pezzo di stoffa che aveva conservato,le raccontò come l'aveva vista ballare insieme ai morti a S.Maria.
------------------------------------------------------------------------------------------------ Ela .
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Modificato da - Ela in data 02/01/2008 19:38:58 |
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 02/01/2008 : 21:41:42
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Le Panas Quando la biancheria si doveva lavare in campagna, molte persone avevano paura di recarsi presso i corsi d'acqua prima che il sole sorgesse, per paura di incontrare le panas, le anime delle donne morte di parto, che si credeva andassero ogni notte lungo le rive dei fiumi e dei ruscelli a lavare i panni dei loro bimbi. Questa era la loro penitenza:lavare ogni notte per 7 anni consecutivi. Nessuno doveva interrompere il loro lavoro, altrimenti dovevano ricominciare da capo e la pena durava per altri 7 anni.In tal caso, da innocue, le panas diventavano pericolose! Apparivano dopo la mezzanotte e dovevano ritirarsi prima che il sole sorgesse. Perchè fossero facilitate nella loro pena, si costumava mettere dentro le bare delle donne morte di parto qualche pezzo di sapone, aghi, filo e ditale, altrimenti quando sarebbero diventate panas, sarebbero state costrette a chiedere in prestito tali oggetti, indispensabili per tenere in ordine i panni dei loro bambini.Di tali lavandaie notturne si raccontano diverse storie.
La vendetta della pana
Una notte un uomo tornava dalla campagna:Era preoccupato perchè la moglie doveva partorire. Mentre passava lungo la sponda di un ruscello vide l'ombra d'una donna che lavava e fu colpito sul viso da alcuni schizzi d'acqua. L'uomo si asciugò con la mano il viso bagnato ed esclamò "no aias atter'ora de bennere a isciuccare?" (Non hai trovato un'ora migliore per venire a lavare?) La donna che era una pana, restò un istante in silenzio poi rispose :" "Giudichende mi sese.. chena ch'essire oe, sa pena mia proese....!!! Mi stai giudicando?/senza che termini questo giorno/possa tu trovare la mia stessa pena. L'uomo tornò a casa e trovò la moglie con i dolori del parto. Qualche ora dopo era già morta insieme al bimbo. La pana si era vendicata, perchè l'uomo aveva interrotto la sua penitenza.
La pana innocua
Una fanciulla andò una mattina a sciacquare i panni al ruscello. Vi si recò molto presto, quando era ancora buio, temendo di trovare il posto occupato da altre donne che, come lei, si sarebbero recate a lavare. Nel ruscello c'era già una donna che sciacquava i panni del suo neonato. Non le rivolse la parola, ma lavarono fianco a fianco al debole chiarore antelucanoPoi la donna se ne andò in silenzio. Quando tornò a casa la madre le chiese "C'era qualcuno al ruscello?" "Certo" rispose la ragazza e fece il nome di una donna che abitava alla parte opposta del paese. " Ma se è morta di parto il giorno di sant'Anastasia!" esclamò la madre . "Eppure lavava con me al fiume".
------------------------------------------------------------------------------------------------ Ela .
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agip
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Inserito il - 02/02/2008 : 16:01:58
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Ciao Ela
Da ragazzo mi ricordo che mia mamma parlava di un personaggio che chiamavano " lu zidadu " in sassarese non so se si scrive cosi.
sarebbe un piccolo personaggio brutto che viene la notte per indicare a la persona dove trovare un tesoro. La persona diventa ricca è nella famiglia una altra persona cade automaticamente malata in cambio del tesoro trovato.
Cosi si diceva per giustificare la gente povera che si trovava subitamente Ricca.
Avete conoscenza di questa fiaba?
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Salvatore le Sarde
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Celui qui aime et connait profondément ses racines pourra suivre sa route en toute sérénité. s.p. |
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Ela
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Inserito il - 02/02/2008 : 16:43:16
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Mi dispiace, ma non ho mai sentito di quest o racconto...può darsi che qualcuno della zona lo conosca!!!! Aspettiamo!!!!!!
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Lago Flumendosa
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..un'altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Incantos
Salottino
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Inserito il - 02/02/2008 : 18:10:04
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Ela... che paura le Panas...
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La Giara
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..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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