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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 11/06/2008 : 18:11:49
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Meurreddu, sei un bulimico dei costumi!
Però in effetti ho notato che una mia zia, quando indossava per forza maggiore il grembiule, teneva per qualche tempo il braccio sotto il gremiule,lasciandolo un po' sollevato, per poi fare tutta la manfrina già descritta... Quanti "spagnoleggiamenti"!
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Lollove
Nuoro
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laier
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/06/2008 : 20:20:32
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ah ma inzandusu meurreddu... in pvt spero di essere stato spiegato! il cappello aveva sostituito sa berrita,ma non era su sombreri ma il borsalino e poi non era una cosa generale,non tutti l'hanno sostituito
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Tramonto a Porto Cauli - Masua
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 12/06/2008 : 09:00:57
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dott folk: anch'io sono bulimico.. ( non solo di costumi ..povero me!!) .. ma anche tu, in fatto di costumi, non sei proprio a dieta::.
laier: fai bene a distinguere... il cappello tipo sombrero spagnolo è ben presente nel meridione dell'isola e in altri luoghi gia a cavallo del 1700/ 1800 (( basta guardare la collezioneLuzietti) ed era altenativo alle berritte ( a sassari, a volte , si indossava sopra la barretta a cecciu..) a teulada, dove persisteva era alternativo alla berritta( anche se è poco conosciuto per quella località , in quanto il costume- standardizzato -simbolo èil piu' "popolare")
cappeddos tipo borsalino... acquisiti da chi vestiva alla civile o aveva sostituito i calzoni alle ragas... nell'ambito della moda borghese cominciano a diffondersi attorno al 1850... accanto ai cappelli " romantici" alla brigante... cari saluti
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 12/06/2008 : 09:18:47
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grembiule: oh!!! adesso che ci penso: i DNA è potente... faccio quella manfrina anch'io con il grembiale da cucina... quando sto cucinando e gli ospiti arrivano prima!!! ma io sono moderno e ) gli uomini antichi rifuggivano dal grembiale... tranne che per alcuni mestieri( macellai, calzolai, fabbri... ecc)
mi sovviene che esistono modi "cerimoniali" di tenere il grembiale ( a parte il nascondervi sotto le mani , di trande diffusione: per pudore e per celare le imperfezioni dovute ai lavori domestici) ad atzara nelle grandi cerimonie e nel lutto era uso, sovrapporre al notissimo grembiale d'orbace ( probabilemente esito della parte anteriore di un'antica gonna a doppio pannello) un altro di stoffa nera leggera ornato agli angoli con nappe policrome... cerimonilmente veniva ripiegato sul gomito.... analoga cosa di faceva ad ozieri e pattada con un lembo del manto ( una specie di grembiale posteriore) nell'abito di gala delle dame e nel lutto... cari saluti
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drFolk
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 12/06/2008 : 09:26:55
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Io invece tengo il telo da cucina sulla spalla, come un pappagallo...
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Lollove
Nuoro
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 12/06/2008 : 10:14:26
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non divaghiamo!!! e tornimo a bomba:
mani e costume : la vergogna per le mani sciupate alla fine del novecento ( ma anche per imitare le signore) ha portato qualche donna in costume a portare guanti ( osilo, Ittiri, meilogu)!!! la deledda dice che le signore di nuoro, assieme ad un costume particolare, che prevedeva gonna di panno con balza ricamata, giunchiglu d'oro con orologio e filugrana al giubbetto spesso d'oro, si poortavano i guanti... lei stessa tuttavia segnala lo spaventoso e ridicolo ibrido!!!
a Tissi, con l'antico costume di gala e da chiesa delle ricche ( velo bianco, bustino steccato in broccato, bolero di scarlatto o velluto a rabeschi e ricami, gonna scarlatta ecc .. ) si usava avvolgere le mani, in un fazzoletto di seta ricamata -come un manicotto -(che si chimava ischinciamanu.)... l'ostentazione di un fine fazzoletto, tenuto in bella mostra in una mano era tipico della moda signorile del 16oo( vedi , ad es. qualche principessa di velasquez) in sardegna è usata nei costumi femminili ogliastrini ed altri...
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laier
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Inserito il - 12/06/2008 : 10:47:31
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| babborcu ha scritto:
( a sassari, a volte , si indossava sopra la barretta a cecciu..) |
sei sicuro che sotto il sombrero portassero la berritta? perchè ho notato in molte litografie e in qualche libro, che sia sotto il cappello che sotto la berritta, a volte gli uomini indossavano una retina per i capelli, che potrebbe sembrare una berritta
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 12/06/2008 : 11:53:07
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laier... sono un osservatore nato!!( ma non esente da abbagli) e in genere non predo berritte per reticelle (scherzo naturalmente) nel campidano reticella (come ben si vede nella luzeitti ,nel verani ecc ) a sassari barretta a cecciu ( è la berritta sassarese ripiegata in tre "piani "concentrici , come ben si vede in fisionomie sassaresi del cominotti e nel " baroncello" guardia civica di sassari delle stampe pittaluga e in altre ....
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laier
Salottino
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Inserito il - 12/06/2008 : 12:04:27
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interessante, io conosco un pò il costume della mia zona ma è bello conoscere elementi degli altri costumi
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babborcu
Salottino
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Inserito il - 12/06/2008 : 12:09:57
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laier: hai ragione.. l'argomento deve essere affrontato in generale.... dalle analisi locali... ad un'"immagine "generale.. . ed in generale :è una costante del costume sardo sovrapporre indumenti: diverse gonne, cappotto sopra la giacca, vari elementi di copricapo..... ecc. saluti..
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laier
Salottino
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Inserito il - 12/06/2008 : 12:21:06
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bisogna pure tener conto della storia di ciascun territorio e dei modi di vestire che col tempo passano è importante pure la stratificazione sociale e il relativo abigliamento di ogni comunità per es. a cagliari ho notato che c'era una distinzione per attività lavorativa, ad Iglesias c'era la distinzione in base alle classi sociali
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meurreddu
Salottino
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Inserito il - 16/06/2008 : 11:53:12
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mentre stavo leggendo il libro di Santadi, Nuxis, Villaperuccio Tre paesi, un territorio Storia documentata di maria paola pinna sono rimasto colpito da questo pezzo che riporto quì di seguito e se volete possiamo discutere
"Il ritmo frenetico della vita moderna ha necessariamente reso obsoleto l'Abito del passato: jeans e maglietta, sicuramente costituiscono l'abbigliamento più pratico per i giovani (e non); il costume tradizionale va scomparendo, è ancora oggi indossato solo dalle anziane . Alcuni gruppi folkloristici hanno cercato di recuperare vari aspetti del costume tradizionale ma non si tratta del costume nella sua diversità relativa all'uso per cui era destinato, non il vero costume che indossavano le donne rurali "is nostraras"durante i lavori domestici o quello semplice ma elegante che erano solite indossare nei giorni di festa o la domenica quando si recavano a sentir messa o l'abito nuziale, ma un misto di qualcosa di vero e qualcosa di aggiunto che non rispecchia l'essenza dell'abito rurale e che fa storcere il naso a quelle signore che ancora oggi vestono a "sa nostrara"e ricordano molto bene gli abiti delle loro mamme e delle loro nonne e i ricordi spaziano sulla tradizione passata più antica che non rispecchia gli abiti rifatti da mani moderne: sicuramente dovrà essere rivisto qualcosa attingendo alla saggezza dei vecchi e ai loro ricordi, finchè il tempo lo consentirà. La realtà della tradizione vera, pura e semplice la si può riscontrare negli abiti originali gelosamente conservati nelle casse e negli armadi delle donne sulcitane e iglesienti: Donne Sulcitane ed Iglesienti, non di Santadi, nè di Nuxis, nè di Villaperuccio o di Giba o di Narcao o d?iglesias ecc. ma del Sulcis Ilgesiente in quanto la tradizione nel vestire era simile: il costume della gente delle Ville Sulcitane, e del circondario d'Iglesias era unico, stessa gonna, stesso giubbetto, stesso grembiule, stessa scofia, stesso copricapo, stessa usanza per i fidanzamenti e i matrimoni, stessa mantillia, sciallinu 'è sera, pannicciu 'è coroi o muncaroi mannu, usati dalle massaie da Iglesias a Santadi, a Nuxis, a Giba, a Villaperuccio, a Serbariu, a Tratalias, a Narcao; così l'abito femminile, così l'abito maschile più o meno ricco, secondo le possibilità personali, ma nell'essenza simile in tutto il Sulcis Iglesiente. I pescatori e le donne di Sant'Antioco calzavano zoccoli o camminavano a piedi nudi, i montanari calzavano scarponi fatti su misura dal calzolaio, ma l'abito è lo stesso di cotone, lino ed orbace nero per gli uomini, di stoffe varie pregiate e non, secondo la condizione sociale, e l'esigenza del momento: giornaliero, da lavoro o da cerimonia - cotone o seta, gonna a pieghe sciolte con "sa tavella maista" posteriore,, "gipponi e muncaori de ciugu", scialle di grossa lana o di fine tibet,panneddu per l'inverno, senza distinzione da un paese all'altro "per tutte le ville del circondario di iglesias", per tutto il Sulcis Iglesiente. A Piscinas si ricamavano fazzoletti di tulle bianco e si confezionavano mantillie di seta bianca e azzurra, così come a Santadi, Giba, Sant'Antioco o Iglesias. Le donne "bistias a nostrara" acquistavano i tessuti di seta per gli abiti da cerimonia, gli scialli di lana e tibet, i grandi fazzoletti di cotone, i fazzoletti bianchi e le mantillie migliori e le scofie a Sant'Antioco e Iglesias. Se si evita il campanilismo ogni iglesiente-sulcitano/a non troverà difficoltà alcuna nel reperire il costume tradizionale dei propri bisnonni e nonni e forse anche qualche vecchio genitore, indossavano quotidianamente o nei giorni di festa (le donne anziane di tutto il Sulcis Iglesiente lo indossano ancora) ad Iglesias, a Sant'Antioco, a Santadi, a Villaperuccio, a Barbusi, a Serbariu ecc. Possone esserci variazione di tonalità dei tessuti negli abiti femminili, o qualche centimetro in più o in meno nei "cracionis" del costume maschile, (non dimentichiamoci che in tempi particolarmente difficili ognuno metteva ciò che aveva, la povertà e la miseria erano realtà da non sottovalutare: non esiste campanilismo che tenga), ma stilisticamente erano identici: "is bistiris de is messaius e is bistiris de is nostraras". A Teulada gli uomini hanno sotituito "sa berritta" col cappello ma questo è retaggio della dominazione spagnola così come la "mantillia" e il fazzoletto di tulle bianco ricamato, usanza importata nelle nostre Ville, nei nostri paesi, dai ricchi massai che lavoravano per gli hidalgos."
che ne dite ?
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drFolk
Salottino
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Inserito il - 16/06/2008 : 12:32:14
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L'autrice propone considerazioni di buonsenso. D'altronde lo stesso Angius parla di Abbigliamenti identici per L'area del Mandrolisai (Sorgono e Atzara, ma volendo si arriva fino a Tonara e Aritzo, con qualche correzione), del Goceano e del Bittese... Ogni area aveva icentri di riferimento che dettavano legge per la moda, ma questo processo imitativo (e non di filiazione come spesso si sostiene, in maniera campanilistica) corrisponde a quelle che poi sono le logiche commerciali e interpersonali dello scambio tra comunità. Personalmente ho notato la sovrapposizione piuttosto precisa fra aree "etnografiche" e aree "endogamiche".
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Lollove
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meurreddu
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Gonnesino Doc
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Inserito il - 16/06/2008 : 13:57:06
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babborcu , bizio ,laier .. e voi che ne pensate ? ?
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Modificato da - meurreddu in data 16/06/2008 13:57:49 |
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Torre spagnola a Porto Paglia
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laier
Salottino
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Inserito il - 16/06/2008 : 15:18:27
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conosco l'autrice, ti posso dire che sbaglia in quasi tutto a partire da is nostradas, che non erano massaie ma borghesi se avesse riportato il testo dell'angius casalis avrebbe scritto il contrario di quello che dice in questo stralcio del suo libro l'autrice è di parte,basti pensare che sostiene che a santadi c'era il matrimonio mauritano...vorrei che mi fosse spiegato cos'ha il matrimonio di santadi di origine mauritana meurreddu,se vuoi migliorare le tue conoscenze ti consiglio di dare più spessore alle tue letture
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Modificato da - laier in data 16/06/2008 15:22:05 |
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