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teak
Utente Medio
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Inserito il - 12/08/2008 : 17:40:53
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The same thing thing happens in America. There are almost no family farms left. The subsidies should have never stopped. The Conservative elements have really hurt farmers world wide. I think the EU should compensate.
teak
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Two Bikes
Nuovo Utente
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Inserito il - 06/11/2008 : 01:08:53
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Alziamo il tiro L'attenta Ziama ha riportato in avvio di discussione un articolo dal quotidiano The Independent. Mi sono permesso di tradurre gli ultimi tre paragrafi.
| The Independent ha scritto: (...) La crisi Sarda è un sintomo del più vasto malessere dell'Agricoltura italiana. Gianni Fabris, uno dei leader di Altra Agricoltura, un gruppo di pressione che sostiene le famiglie Sarde, ha affermato: "Per tagliare gli stanziamenti destinati all' agricoltura, l'Unione Europea vuole ridurre drasticamente il numero di aziende produttrici che significa, in particolare, sopprimere proprio quelle con la maggiore concentrazione di dipendenti. Tipicamente quelle dell'Italia meridionale".
Questa politica genera un garbuglio. Vari tipi di pasta, prosciutti, formaggi, olii d'oliva e altri prodotti "made in Italy" sono largamente apprezzati tutto il mondo, per quanto la produzione in Italia - con sussidi pubblici sempre più striminziti e mercati di importazione aperti a tutto il mondo - abbia raggiunto costi proibitivi. Famosi produttori Italiani di prosciutto allevano suini in Romania a costi molto più bassi (gli stipendi sono circa un quarto di quelli Italiani. n.d.t.), e poi li fanno soggiornare in Italia per gli ultimi tre mesi di vita, in modo da poterli definire Italiani. Il grano duro impiegato per produrre la famosa pasta Italiana, può essere cresciuto in Ucraina o in qualche altro paese a basso costo.
Nel frattempo le aziende agricole Italiane sono alle corde. Il Sig. Fabris prevede che intorno al 2013, quando la gran parte dei sussidi dell'Unione Europea saranno cessati, il 40% degli imprenditori del settore - ad oggi circa un milione - potrebbe essere costretto a chiudere.
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In sintesi, il giornalista afferma che la situazione disperata degli agricoltori e allevatori Sardi sia il sintomo acuto di un problema più generale, che coinvolge tutta l'Europa. Secondo me quel giornalista ha ragione.
Voi cosa ne pensate?
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"A fire-eater must eat fire even if he has to kindle it himself." (Salvor Hardin) Un mangiatore di fuoco non può far altro che mangiare fuoco, anche se deve accenderselo da sè. |
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dany
Salottino
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Inserito il - 06/11/2008 : 06:24:01
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Penso che questo sintomo non sia acuto , ma cronico . Cronicizzato da tanto tempo e nessuno ha fatto nulla o quasi per cambiarlo . Per quanto riguarda la Sardegna i pochi blandi tentativi di cambiamento sono stati drasticamente bloccati . Ora come diceva il buon Troisi ... non ci resta che piangere . Oppure ... darsi una mossa ma non a livello di chiacchere , quanto piuttosto a livello di nero su bianco ( senza riferimenti d 'oltreoceano) a livello di potere decisionale che andrebbe radicalmente cambiato . Se continuiamo a farci guidare da nanerottoli senza arte nè parte che sono la caricatura di loro stessi , che pensano solo ai propri interessi la crisi dell 'agricoltura rappresenterà solo la punta del famoso icerberg ...
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Two Bikes
Nuovo Utente
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Inserito il - 06/11/2008 : 19:07:50
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| dany ha scritto:
Penso che questo sintomo non sia acuto , ma cronico . Cronicizzato da tanto tempo e nessuno ha fatto nulla o quasi per cambiarlo. (...)
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Hai ragione da vendere, giovane amica, ma il passo successivo rispetto alla tua analisi è, secondo me, una domanda che ciascuno di noi si è già fatto in più di una occasione: "Ma io che cosa posso fare per cambiare questo stato di cose?".
Il grande Arthur Bloch ha scritto che per ogni problema complesso esiste una soluzione semplice, rapida da attuarsi, e sbagliata. Come al solito ha ragione. La scala temporale per la soluzione ad un problema che si trascina da decenni non può essere espressa in mesi. Ovviamente questo non è un buon motivo per desistere. Io credo che sia possibile trovare una via d'uscita, e di questo vorrei discutere con voi, se ne avete voglia.
Hasta la vista
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dany
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 07/11/2008 : 06:28:05
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Sicuramente per quanto mi riguarda ho voglia ... anche se sulle considerazioni del Bloch non è che sono proprio d 'accordo . Dico questo perchè per appurare che una soluzione sia sbagliata è necessario tempo per dimostrarlo . Non si può dire a priori che lo sia . Non trovi ? Io credo nel mio piccolo di aver fatto qualcosa in passato e sono pronta a ripetermi . Anche sbagliando se necessario . Un vecchio detto sardo dice che " su carrigu s 'acconciara in sa strara " . Spero che tu capisca la variante sarda sulcitana un po' di più di quanto io stessa capisca quella di Alghero .
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Two Bikes
Nuovo Utente
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Inserito il - 07/11/2008 : 23:37:37
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| dany ha scritto:
Sicuramente per quanto mi riguarda ho voglia ... anche se sulle considerazioni del Bloch non è che sono proprio d 'accordo . Dico questo perchè per appurare che una soluzione sia sbagliata è necessario tempo per dimostrarlo . Non si può dire a priori che lo sia . Non trovi ? Io credo nel mio piccolo di aver fatto qualcosa in passato e sono pronta a ripetermi . Anche sbagliando se necessario . Un vecchio detto sardo dice che " su carrigu s 'acconciara in sa strara " . Spero che tu capisca la variante sarda sulcitana un po' di più di quanto io stessa capisca quella di Alghero .
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Vero. L'affermazione di Arthur Bloch è volutamente paradossale. Uno dei problemi della nostra politica è che quando si cerca di mettere mano a problemi vasti e annosi (a volte è l'agricoltura, a volte è la scuola, la sanità etc.) si cerca di agire in una scala di tempo compatibile con la durata del mandato, per dare all'elettore la sensazione di aver affrontato il problema.
Questa modalità non è necessariamente sempre sbagliata, ma è inadatta, secondo me, a risolvere problemi macroscopici come quello che da il titolo a questo thread.
In pratica: la Regione vuol dare prova di efficienza (se ben ricordo era accaduto proprio alla vigilia delle elezioni) e decide di stanziare ingenti somme per sostenere l'agricoltura Sarda. E' una decisione "di impatto" ma non affronta il vero problema. La verità, nota ormai a tutti, è che in un contesto globalizzato la nostra agricoltura, senza le sovvenzioni pubbliche sarebbe destinata a soccombere. Se non si affronta questo problema, distribuire denaro pubblico alle aziende agricole non serve praticamente a nulla.
Senti , adesso mi hai incuriosito. Hai detto di aver dato un tuo contributo in passato. Di che si tratta? Te lo chiedo perchè secondo me una soluzione definitiva potrebbe nascere proprio dal contributo personale di ciascuno.
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Modificato da - Two Bikes in data 07/11/2008 23:43:32 |
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