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Albertina
Salottino
Utente Mentor
Poetessa Paradisolana
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Inserito il - 24/10/2007 : 19:29:37
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Aggiungo anche che con il ricavato della vendita di un quintale di grano che si aggira, con l'aumento attuale, intorno ai 18 €, non si riesce a comprare il pranzo per una famiglia poco numerosa. Il grano è pagato al produtore come nel 1985 e non c'è nessun rapporto con l'aumento del pane e degli altri alimenti. Per produrre il grano ci vogliono le sementi selezionate che è obbligatorio comprare per disposizioni CEE ( che di certo non sono a 18€ al quintale), mezzi agricoli, manutenzione, gasolio, concimi, arature, mietitura. Da mettere in conto le calamità naturali, incendi e via dicendo. E' qui il problema: mentre tutto aumenta, il prezzo del grano è sempre lo stesso.
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 24/10/2007 : 20:33:31
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| Gio ha scritto:
Chi ha un'azienda sa che ha dei privilegi che un lavoratore dipendente non ha ma deve anche sapere che viene confrontato con le leggi di mercato. Se non ce la fa chiude e stop. Non trovo giusto che lo stato debba sussidiare e aiutare aziende in difficoltà di qualunque settore esse siano. Siamo in una società a libero mercato. Massima comprensione per quegli imprenditori agricoli ma al povero operaio di fabbrica che viene licenziato senza clamore nessuno pensa?
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E tu un mercato che e' ad uso e consumo delle multinazionali lo chiami libero.?
ma dai Gio' il concetto di societa' include anche gli aiuti istituzionale per evitare il tracollo di una classe sociale.
Non confonderti Gio',qui si parla di aziende messe su con sacrificio da povera gente e non di aziende milionarie.
Tanti che hanno speso i loro risparmi del lavoro all'estero per trovarsi sul lastrico.E 'stata una fregatura bella e buona.
L'aiuto alle aziende non esclude la tutela degli operai ,qualora qualcuno si decidesse a capire che uno stato va avanti se vengono tutelati tutti i suoi componenti.Che stato e' quello che rovina il suo popolo?
Smettaimola con la gelosia
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virdis
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 24/10/2007 : 20:50:25
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questo è un argomento molto delicato con i pro e con i contro,l'operaio quando non c'è lavoro viene messo in cassaintegrazione,ma e anche vero che chi è onesto lavora e non fa bella vita ma e anche vero che alcuni ,molti ,hanno terreni in affitto e pagano una fesseria(3 ettari di terreno 58 € annui ),hanno dei macchinoni e delle case...............non tutti. mio suocero aveva una azienda ma non aveva macchinoni,non aveva case e per i terreni che aveva in affitto pagava il canone equo. viveva dignitosamente e quanti sacrifici lui e la famiglia. ripeto non tutti sono cosi e cmq non è una bella situazione quella che stiamo vivendo tutti,non si puo piu vivere in questo modo noi poveri lavoratori paghiamo sempre ,fino a che la class politica continua a sperperare e a farsi gli stipendi e le pensioni da favola saremmo sempre noi a pagarne le spese,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,vergogna
ornella
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Sardusò
Nuovo Utente
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Inserito il - 24/10/2007 : 22:07:39
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L' agricoltura e la pastorizia bisogna aiutarle, non si può vivere di solo turismo come qualcuno crede. Se in Sardegna mancano l' agricoltura e la pastorizia (soprattutto nelle zone interne) dopo il fallimento delle industrie di Ottana, non rimarrà più niente. Non sono pastore nè agricoltore, ma mi sento vicino a questa categoria che rappresenta in buona parte l' attività principale della nostra regione. Saludos
giorgetto
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 25/10/2007 : 10:15:20
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é una vergogna che ci siano persone coscienti del disastro che sta apparendo all'orizzonte e che nessuno faccia niente.
Spero soltando che non scoppi la stessa cosa per i mutui concessi dalla regione a basso intereresse alle giovani coppie.
La cosa piu' deludente e che esistano delle persone che si sentono felici delle disgrazie altrui.
Come se loro poi rimangano immuni dalle disgrazie.
il crollo di una societa' e di uno stato incomincia proprio cosi'
povera Sardegna,se scompaiono gli agricoltori e i pastori cosa restera' di te?
Le tuebelle rocce? Hai ragione,ma quelle non producono grano ed erba.
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
Poetessa Paradisolana
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Inserito il - 08/11/2007 : 18:20:34
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Beppe Grillo venerdì 9 sbarcherà in Sardegna, e non per uno dei suoi spettacoli: vuole sostenere in prima persona la battaglia dei pastori e degli agricoltori schiacciati dai debiti.
Cosa ne pensate?
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 09/11/2007 : 17:45:57
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Parte di una lettera da Decimoputzu. “La vendita all’asta delle aziende sarde a causa della illegalità della legge regionale 44/88 è la più grave emergenza italiana dopo la Parmalat. In Sardegna più di cinquemila aziende agricole e pastorali sono al secondo o terzo incanto all’asta. Un disastro che coinvolge la vita di decine di migliaia di persone. Agricoltori, pastori, braccianti sono ridotti alla disperazione. Un disastro di programmazione, gestione, governo dell’agricoltura regionale prodotto nei decenni scorsi. Il sistema creditizio chiede a chi lavora la terra in Sardegna circa 700 milioni di euro ma noi, non abbiamo nemmeno le risorse per mandare a scuola i nostri figli, per la spesa delle nostre famiglie o per mettere in produzione i nostri campi. Produrre, poi, per cosa? Sono molti anni che i nostri prodotti vengono venduti (quando possiamo venderli e non li distruggiamo sui campi) sotto costo. Le banche pretendono l’equivalente di quasi l’intera produzione agricola di un anno di lavoro di tutte le aziende sarde. Chi si avvantaggerà della vendita all’asta delle nostre terre e per farne cosa? Non certo i creditori; allora, chi? Gli speculatori che compreranno a prezzi stracciati terre agricole straordinarie per speculare sulle nostre coste? I parenti o gli amici di quanti, seduti alle scrivanie di qualche ufficio pubblico o privato, conoscono le date delle vendite all’asta e si fanno trovare pronti con qualche offerta dell’ultima ora? Siamo stati indotti ad investire e ad indebitarci con le banche da una legge regionale dichiarata illegale dalla Commissione Europea. Ci viene chiesto di restituire le somme garantite da quella legge con tutti gli interessi (che sono lievitati in maniera abnorme e su cui siamo convinti ci siano ampi profili di illegittimità nei calcoli) mentre le banche, per la stessa legge illegale, si guardano bene da restituire gli interessi (anche pubblici) incassati. Siamo, forse, gente semplice ma abituati a pensare che se una cosa è illegale, lo è per tutti ed, allora, se è illegale per noi lo è anche per le banche e per la Regione che ha fatto la legge e, dunque, ognuno se ne dovrà assumere la responsabilità. Se continua così corriamo il rischio che, nel silenzio generale, passi la svendita di un intero patrimonio di lavoro, di saperi, di economia, garanzia di futuro non solo per noi ma per tutti i cittadini sardi. Per questo diciamo basta e siamo pronti, se dovesse servire, all’ultima delle battaglie possibili: quelle per la dignità e il diritto al futuro.” Bruno Cabitza. – Comitato di Lotta degli Esecutati, Riccardo Piras – Altragricoltura Sardegna, Giorgio Matta – Soccorso Contadino Sardegna
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
Poetessa Paradisolana
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Inserito il - 10/11/2007 : 18:11:28
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Cari Amici, ho letto con molto interesse il post che ha aperto Ziama e il contributo che avete offerto alla conversazione. Io sono figlia di un agricoltore e anche noi avevamo usufruito dei famosi prestiti per apportare migliorie alla nostra azienda. Se noi siamo riusciti a pagare non è né perché abbiamo amministrato meglio degli altri, né perché siamo più seri o più furbi degli altri, ma perchè abbiamo riversato nell'azienda risparmi che non appartevano all'azienda e investito energie senza chiedere il contraccambio. Posso dire che, pur godendo di uno stipendio mio dall'età di diciannove anni, non ho esitato ad andare in campagna a raccogliere le olive e a vendemmiare e a fare altri lavori manuali. Nei giorni di festa o nelle giornate libere, ci sono rimasta anche tutto il giorno. Spesso con le mie sorelle abbiamo organizzato anche dei pranzi e abbiamo invitato amici e amiche per unire l'utile al dilettevole. Perché abbiamo fatto tutto questo? Perché abbiamo creduto nel valore della terra indipendentemente da quello che il commercio le dava e l'abbiamo amata non per il tornaconto economico, ma per una questione affettiva e con il nostro agire abbiamo voluto tutelare un bene che è stato la ragione di vita dei nostri genitori. Ora io non so se tutto questo possa avere un seguito o un senso. Una cosa però posso dirla: abbiamo fatto la nostra parte. Abbiamo considerato l'azienda come un'estensione di noi stessi e di conseguenza abbiamo agito. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che il problema della terra non tocca solamente la figlia di un agricoltore, ma ci coinvolge tutti, perché noi tutti siamo uniti come in una catena e se un anello funziona male noi tutti ne risentiamo. Se poi è l'anello che ci lega alla terra che ha problemi, allora tutti quanti ce ne dobbiamo preoccupare perché è da lì che parte la vita. Quindi io vorrei inviare un messaggio a tutti coloro che avranno avuto la pazienza di leggere queste righe che è quello di non considerare il problema degli agricoltori staccato dalla loro esistenza, ma di valutarlo nell' ottica del benessere di una società che fonda la sua ragione d'essere nell'equilibrio di tutte le sue componenti. Anche in vista di investimenti e di rinnovate scelte di vita. Vi ringrazio.
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Gio
Salottino
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Inserito il - 10/11/2007 : 18:40:54
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Io so che non tutti hanno fatto come voi ma hanno usato parte dei sussidi per l'acquisto della casa a mare, per macchinoni, ecc....quindi?
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Albertina
Salottino
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Inserito il - 10/11/2007 : 18:49:02
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Ascolta, Gio, tu pensi che chi ha l'azienda all'asta abbia la casa al mare e i macchinoni? Prova a dare uno sguardo a questo filmato. E comunque, Gio, sai che ti ringrazio per questi tuoi interventi, perché se tutto va così male è perché ci sono questi pregiudizi di fondo che impediscono di affrontare il problema con serenità.
http://it.youtube.com/watch?v=UyGAjF50ZJE
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Gio
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 10/11/2007 : 19:12:36
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Guarda che io non sono sardo e non vivo in Sardegna ho solo riferito ciò che ho sentito da sardi di Sardegna e letto da varie parti e anche in questo forum. Comunque l'agricoltura sussidiata e assistita non è una problematica solo della Sardegna ma di tutte quelle aree agricole frammentate in tante piccole aziende.
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 10/11/2007 : 19:28:25
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| Gio ha scritto:
Guarda che io non sono sardo e non vivo in Sardegna ho solo riferito ciò che ho sentito da sardi di Sardegna e letto da varie parti e anche in questo forum. Comunque l'agricoltura sussidiata e assistita non è una problematica solo della Sardegna ma di tutte quelle aree agricole frammentate in tante piccole aziende.
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Guarda che i sussidi non vengono dati per agevolare l'agricoltore, ma per dare la possibilità alla gente di acquistare i prodotti della terra a basso costo. Dunque l'agevolazione è più per te che per me. Quando l'agricoltura non riceveva gli aiuti comunitari si reggeva meglio, perché un quintale di grano ( parlo di 40 anni fa ) veniva pagato 50.000 lire. Oggi viene pagato € 18 ( cioé 34.000 lire circa ). Cerca di fare un po' i calcoli. Lo stato, secondo te, ha aiutato gli agricoltori?
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Albertina
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 11/11/2007 : 21:11:52
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Grillo di campagna
www.pierpaolovargiu.it/notizia1.php?id=520
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teak
Utente Medio
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Inserito il - 24/07/2008 : 18:33:16
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It seems I am told a lot of Wheat for Pasta in Italy comes from the Ukraine.
teak
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