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Torecasula
Nuovo Utente
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Inserito il - 17/10/2007 : 13:36:12
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Una volta, un pò di tempo fa' ho sentito una trasmissione di Umberto Broccoli (con parole mie - Radio1 ore 14:05 in poi) che raccontava (in quanto archeologo) che nel corso della sua professione a Cagliari e precisamente nell'attuale Via Roma scoprì i resti dell'antico mercato dcve gli antichi abitanti di "Karalis" commerciavano con i Fenici. Con la fantasia sono tornato indietro nel tempo ed ho provato ad immaginare come poteva essere la "ICHNUSA" di allora ed i suoi abitanti, nonchè come poteva essere la vita sociale di quei tempi e chissà che concezioni avessero in quel periodo in materia di commercio, di famiglia e di giustizia sociale. Qualcuno ha letto qualcosa in proposito? Un saluto. Tore Casula
Tore
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 17/10/2007 : 14:23:54
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Io sono sempre stato affascinato dalla storia dei Fenici, abilissimi navigatori e mercanti, le loro navi andavano ovunque, avevano circumnavigato l'Africa quasi 2000 anni prima degli esploratori europei, avevano scoperto le isole Azzorre, navigavano fino alle isole Britanniche per comprare lo stagno dalle miniere della Cornovaglia alcuni sostengono che arrivarono persino in America. La loro città più importante, Cartagine (Qart Hadasht - Città Nuova), era una grande metropoli, paragonabile alla nostra New York; a Cartagine convivevano in pace tantissime culture, popoli e religioni diverse, Fenici, Libici, Numidi, Greci, Ebrei, tutto era tenuto in equilibrio dalla ricchezza immensa che dava lavoro a tutti. Quando Roma era ancora un modesto villaggio di capanne che commerciava con i vicini tramite baratto o con rozze monete di scarso valore, Cartagine era già una grande metropoli di 700.000 abitanti, con palazzi che arrivavano anche a dieci piani, e circondata da mura immense alte anche 30 metri, nello stesso periodo in cui Roma commerciava tramite baratto a Cartagine esistevano già le banche, circolavano già gli assegni e i titoli al portatore, e le monete di Cartagine erano accettate in ogni parte del mondo conosciuto. Quando i romani ancora non erano ancora in grado di mettere una zattera in mare, nelle rimesse del porto militare di Cartagine erano ospitate 300 navi da guerra, dalle agili biremi, alle triremi, alle mostruose quinqueremi. Tutto questo poi finì quando il governo di Cartagine entrò in contrasto con Roma, non rendendosi conto che i romani non erano nemici come gli altri, in quanto il governo di Cartagine era troppo interessato al commercio e al profitto per rendersi conto di quale minaccia fossero i romani, e cosi in due guerre persero la Sicilia, la Sardegna e la Corsica che furono occupate dai romani, ma non se ne preoccuparono più di tanto e ripresero i loro commerci. Gli unici a rendersi conto del pericolo rappresentato dai romani furono gli esponenti della famiglia Barca (Barak in fenicio, che significa Fulmine, soprannome dato al grande Amilcare per la rapidità con cui riusciva a domare le ribellioni o a raggiungere i nemici pur trovandosi a grande distanza). La famiglia Barca, composta da ricchi proprietari terrieri e mercanti, ottenne il govero delle provincie Iberiche, sviluppo l'Iberia rendendola una terra ricchissima, e armando un formidabile esercito personale da usare come difesa in caso di attacco dei romani. I romani non impiegarono molto a violare i trattati di pace, allora il figlio di Amilcare, Annibale affiancato dai fratelli Asdrubale e Magone face la prima mossa, attaccò i romani nella loro terra, attraversò l'Iberia, il sud della Gallia, le Alpi, e per 15 anni inflisse ai romani una sconfitta dopo l'altra, tutto questo senza che il governo di Cartagine gli desse una sola moneta; se Annibale avesse potuto usufruire delle immense ricchezze di Cartagine la storia avrebbe avuto un altro corso, avrebbe potuto assoldare eserciti enormi a avrebbe distrutto Roma, invece fu lasciato solo, costretto a una guerra lunga e logorante, e infine richiamato d'urgenza a Cartagine quando i romani sbarcarono un esercito nei pressi della città, nella battaglia che seguì nella pianura di Zama fu sconfitto solamente perchè all'ultimo momento fu tradito dalla cavalleria Numidica che intendeva allearsi con i romani, altrimenti avrebbe vinto anche li grazie alla sua superiorità di statega; costretto all'esilio fuggì da una nazione all'altra, durante la sua fuga trovò anche rifugio a Tiro, madrepatria di Cartagine, dove la popolazione gli fece un'accoglienza degna di un re, sembre braccato dai sicari dei romani per 20 anni, alla fine vedendosi circondato pur di non consegnarsi in mano loro preferì togliersi la vita. Alcuni anni dopo fu anche la fine di Cartagine, rasa al suolo dai romani dopo 3 anni d'assedio, gli abitanti superstiti furono venduti come schiavi e fu sparso il sale sulle rovine affinchè non vi crescesse più nulla, solo dopo più di 50 anni la città fu ricostruita ma come colonia romana abitata da romani, ma ormai la grandezza e le ricchezze di Qart Hadasht erano scomparse per sempre, ma non la sua cultura, infatti nelle campagne e in quelle che erano state le provincie cartaginesi la gente continuava a parlare la lingua fenicia, ne abbiamo testimonianza tramite gli scritti di Sant'Agostino da Ippona (la fenicia Hypu), il quale racconta che gli abitanti del luogo parlavano ancora l'antica lingua dei fenici, e chiamavano se stessi Chanaani, cioè Cananei, infatti Canaan era la terra d'origine dei fenici, le stesse cose ce le raccontano anche i cronisti Arabi alcuni secoli dopo, quando conquistarono il nord'Africa, quando conquistarono le città della costa si resero conto che gli abitanti non parlavano ne latino, ne greco e ne berbero, ma una lingua che era abbastanza simile all'ebraico e all'arabo. Col passare del tempo gli abitanti del luogo furono poi assimilati dalla cultura araba che come quella fenicia è di ceppo semitico, tutt'oggi rimangono tracce della lingua fenicia solo nella lingua Maltese, una lingua semitica molto particolare, e alcuni termini nella lingua e nella scrittura Berbera, scrittura derivata dall'alfabeto fenicio.
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Modificato da - Grodde in data 17/10/2007 14:31:53 |
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 17/10/2007 : 20:38:44
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Argomento intrigante. Come vi capisco!!!! E credo di capire perfettamente Torecasula trascinato da prof. Broccoli, che riesce a raccontare di Sardegna con quelle "parole colorate" sempre perfette e giuste, che finiscono per farti "sentire" anche i suoni e i profumi che circondano quello che racconta e a farti viaggiare nel tempo... Non sapevo che avesse partecipato a campagne di scavi a Cagliari, l'avevo sentito raccontare con grande passione di quella di Cornus, e conosco il suo dispiacere per l'abbandono nel quale versa il sito...
L'argomento è inoltre ovviamento vasto: proviamo a partire dal suggerimento del titolo del post. Quali e dove sono le tracce del commercio fenicio nella nostra isola?
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Modificato da - Adelasia in data 17/10/2007 21:05:33 |
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 17/10/2007 : 21:24:31
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Ade... mi modifichi il post proprio sul piu' bello'?' Volevo aggiungere ai tuoi gia' citati Nora.. Tharros, karalis.. anche Sulki e Bithia. Credo fossero tutti centri molto importanti per i mercanti fenici.
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 17/10/2007 : 21:39:22
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altri centri importanti erano :
Sirai (nei pressi di Carbonia, una cittadella fortificata sopra un colle, di cui si possono ammirare dei bellissimi resti)
Othoca (l'attuale Santa Giusta)
Maqompsisa (Macomer)
Maqom Hadasht (Luogo Nuovo, l'attuale Magomadas)
Corra (la romana Cornus, nei pressi di Cuglieri)
Neapolis (nella zona di Terralba, della città conosciamo solo il nome di epoca romana, Neapolis, in greco Città Nuova, quindi è probabile che il nome fenicio fosse Qart Hadasht, esattamente come Cartagine, era un nome di città molto diffuso, anche in Iberia vi era un'altra Qart Hadasth, quella che poi in latino divenne Carthago Nova)
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Modificato da - Grodde in data 17/10/2007 21:45:37 |
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 17/10/2007 : 23:31:00
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Tra gli altri siti già citati. secondo me, dovrebbero essere acclusi anche gli altri centri commerciali (numerosissimi) in tutta l'isola, tra questi, vicino a Cagliari, un centro abitato fin dalla preistoria. Un centro che ha restituito frammenti ceramici della civiltà fenicia, poi cartaginese, romana e, via via da una serie di tracce visibili ancora oggi testimonia un arco di tempo immemorabile. Solo il trascorrere del tempo, l'incuria e la speculazione edilizia favorita da certi Amministratori hanno permesso che scivolasse nell'oblio più totale. Non credo abbiate mai sentito parlare di MONSERRATO... Già, per quanto incredibile questa cittadina alle porte di Cagliari conserva un patrimonio archeologico invidiabile.... e se non mi credete potete chiedere ad Ammutadori che almeno in parte conosce la storia della scoperta effettuata dal sottoscritto circa cinquanta anni fa, quando ero ragazzino.....
I grandi centri di allora, quelli costieri indagati e cavati in buona perte(??), sono quelli da voi citati.. ma quanti altri sono stati dimenticati ..... magari volutamente?
Pier Paolo
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 17/10/2007 : 23:39:02
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| Pier Paolo Saba ha scritto:
Non credo abbiate mai sentito parlare di MONSERRATO... Già, per quanto incredibile questa cittadina alle porte di Cagliari conserva un patrimonio archeologico invidiabile.... e se non mi credete potete chiedere ad Ammutadori che almeno in parte conosce la storia della scoperta effettuata dal sottoscritto circa cinquanta anni fa, quando ero ragazzino.....
Pier Paolo
SHRD.
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Ma che bello Pierpaolo!! Quante cose hai scoperto nella nostra isola?? Ammutadori ci ha parlato in passato di un sito archeologico nei pressi di Monastir.. ma la discussione era incentrata soprattutto sul castello..
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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tholoi
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 18/10/2007 : 11:08:44
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Volevo segnalare il complesso nuragico di Sant'Imbenia presso Alghero. Il sito ha restituito parecchi reperti ceramici fenici, anfore e brocche e vasi d'uso quotidiano ad attestare una frequentazione molto marcata del sito sopratutto per i commerci. Qui è stato trovato inoltre il famoso vaso/coppa "skyphos" greco tra i più antichi di importazione nel mediterraneo.
tholoi - neroargento.com
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Torecasula
Nuovo Utente
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Inserito il - 18/10/2007 : 13:02:55
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Queste frasi le ho lette da qualche parte molto tempo fa' (non ricondo ne' quanto, ne dove). A me, personalmente, hanno fatto venire i brividi. Provate a persare all'alone di mistero che lascia un popolo che costruisce i Nuraghi e non lascia nulla di iscritto di se'... L'enigma continua. Ciao a tutti da Tore Casula.
Su segretu de su Nuraghe
Cal’è s’artista chi t’ha costruiu poita a forma conica t’hanti fattu si domandada ognunu chi t’ha biu po cali scopu sesi stettiu adattau?
Se nasciu antigamenti in logu attusu rudementi formau in modu stranu ita fiasa: tumba, arrocca o palazzu?
Forzi fiasta calancunu tempiu paganu o fortezza po combattimentu o residenzia de calancunu sovranu o innalzau t’hanti po monumentu?
E mudu asi assistiu a grandusu eventusu e non t’ha moviu nè acqua nè bentu e mancu cun su passai de’is annusu no t’hanti is tempestasa pudriau sempri bistiu asi ugualis pannusu
chini adi cussus calculus pigau depid’essiri stetiu unu giganti o a forza de levasa t’hanti issau?
De cali stirpe fianta is abitantisi fianta de razza nosta o differentisi de statura media o bastantisi? De positivu no si scidi nienti senza progettu de ingegneri anti fattu cust’opera potenti
E candu beninti isi stranierusu pregontanta su Nuraghe ita presentada no di podeusu nudda spiegai
E’ tottu vanu su chi si cummentada tui lassa sa genti immagginai tottu su chi di poidi attribuiri ma is annusu beninti poi torrant’a passai e nosu su segretu senz’e isciri ...
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 18/10/2007 : 13:20:58
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Torecasula.. Incantata!!
per essere uno che non ricorda ne dove ne quando ha letto questi versi.. mi vien da dire... in che modo l'hai memorizzata e in quale angolo remoto del tuo cervello l'avevi collocata ?? L'unica frase della poesia che non mi convince è
senza progettu de ingegneri anti fattu cust’opera potenti
Credo che fossero proprio opere ingegnieristiche.. troppo perfette per non esserlo.
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 18/10/2007 : 16:38:44
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Nora, Karalis, Bithia, solki, nabui, antas, tharros, kornus, nure, turris bisleoni, olbia (ooops! questa è greca!), feronia, solki orientale... TUTTE CITTA FENICIE... CHE BELLO! A occhio e croce circa un milione e mezzo di abitanti!... Ma c'erano anche Sardi incircolazione? NOOOO, vi prego, lasciatemi con qiuesta goduria di una Sardinia abitata da GRECI, FENICI, ROMANI...PAPUASICI... i sardi che c. ci stavano a fare nella loro isola? NAIN! NOn esistevano... FENICI A UFFAAAA!11 CHE BELLO! Come siamo felici! SHAR (unico sardo sopravissuto?)
"SOS SHARDANA RIBELLES KI NEMOS PODET BINKERE" (RAMESSU II) www.shardana.org
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alfonso
Utente Medio
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Inserito il - 18/10/2007 : 16:41:26
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Su Cagliari posso dare qualche notizia di prima mano. Francamente temo che la memoria non abbia aiutato Broccoli. In via Roma non sono stati scoperti “i resti dell'antico mercato dove gli antichi abitanti di "Karalis" commerciavano con i Fenici”. In via Roma, infatti, non sono, per ora, state trovate tracce nuragiche né fenicie. Probabilmente si riferisce alla supposta identificazione di Piazza del Carmine con il foro della città romana, su cui si affacciava dapprima il teatro-tempio di via Malta (dietro il Palazzo delle Poste), sostituito poi dal Capitolium (dove oggi c’è un edificio rosso all’angolo con via Mameli). Più di quarant’anni fa Barreca aveva ipotizzato qui la presenza della piazza del mercato, di fronte al porto. In realtà oggi sappiamo che Krly (questo è il nome originario noto dalle iscrizioni puniche) fenicia era situata in un’area compresa tra il promontorio dove ci sono la centrale elettrica e la città mercato Santa Gilla e le vie circostanti (Brenta, Po, Simeto ecc.). Qui sono stati trovati frammenti ceramici fenici di metà VIII sec. a.C. e qualche frammento nuragico; un altro insediamento nuragico di quest’epoca era, di fronte, a sa Illetta. In questa prima fase doveva esserci qualcosa come a S. Imbenia, un insediamento nuragico nel quale si installano dei Fenici. A non molti chilometri, a Cuccuru Nuraxi di Settimo San Pietro, stiamo scavando proprio una capanna del villaggio, dove convivono materiali nuragici e fenici di VIII sec. a.C. A partire dal VII sec. l’insediamento fenicio si fa stabile e da quel momento non si hanno più tracce nuragiche, ma solo un centro fenicio che va pian piano diventando città, intorno al suo porto che, all’epoca, era nei pressi della centrale elettrica; qui doveva esserci la piazza del mercato e il tempio di Melqart di cui ci resta una iscrizione di dedica, vari elementi architettonici a “gola egizia”, tipici dei templi fenici e una statua di Bes, arredo pertinente al tempio. Dal VI sec. nasce e si amplia l’enorme necropoli con tombe a camera dipinte di Tuvixeddu-Tuvumannu, che segna il confine della città. A partire almeno dal IV sec. a.C. si formano due quartieri periferici dotati entrambi di porto. Il primo era nell’area di Bonaria dove sono state trovate tombe a camera puniche identiche a quelle di Tuvixeddu; non conosciamo ancora l’abitato ma doveva essere nei pressi del porto, situato nel golfo di San Bartolomeo, oggi completamente interrato e urbanizzato (per intenderci ci hanno costruito sopra lo stadio di S.Elia e l’intero quartiere); l’insediamento era connesso con lo sfruttamento delle saline. Del secondo quartiere conosciamo la necropoli in viale Regina Margherita e un’iscrizione che indica la presenza di un tempio dedicato a Baalshamem nel quartiere di Marina; l’abitato doveva essere nell’area tra il viale Regina Margherita e via Sonnino, a ridosso del porto, che doveva essere in una insenatura oggi interrata e occupata dal Banco di Sardegna e dal CIS. Questo quartiere nasce e si espande quando l’area di S. Gilla va impaludandosi e le navi non riescono più a giungere nel vecchio porto. Con l’età romana, a partire dagli inizi del II sec. a.C. la città si sposta definitivamente, abbandonando l’area di S. Gilla, che diventa necropoli, e il nuovo centro gravita intorno a piazza del Carmine. La cosa interessante e che la comunità punica è ancora vitale durante i primi tempi dell’età romana, tanto da mantenere ancora i propri magistrati. Non voglio rubare altro spazio ma segnalo solo che per quanto riguarda gli altri centri, situazioni di convivenza iniziale tra nuragici e fenici ci sono a Solky, a Portoscuso, a San Vero Milis per citarne alcuni. Per quanto riguarda Neapolis, sono in corso gli scavi che hanno portato a individuare meglio i contorni dell’insediamento nuragico e hanno portato alla scoperta della presenza fenicia già in VIII sec. a.C. Per le maqom hadasht, oltre a Magomadas ve ne sono altre due. Infine per Cornus, sono stati trovati ancora pochi, ma significativi reperti fenici tra VIII e VII sec. a.C. (una notazione: il nome antico era Cornus, Campu ‘e Corra è il nome moderno). alfonso alfonsostiglitz@libero.it
alfonso
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Adelasia
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Inserito il - 18/10/2007 : 20:19:10
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Prezioso come sempre, l'intervento di Alfonso...ma quale era il criterio di scelta fenicio degli scali mercantili ? Noto che prediligevano piccole isole, penisole e lagune. Per questo motivo sono state ritrovati loro tracce prevalentemente nella costa occidentale sarda anzichè in quella orientale?
Nelle elencazioni precedenti mi pare manchi Bosa, dove se non ricordo male sono state rinvenute epigrafi fenicie: considerata la felice posizione anche la città sul Temo dovrebbe essere stata scalo commerciale...
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Modificato da - Adelasia in data 18/10/2007 20:21:08 |
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Adelasia
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Inserito il - 18/10/2007 : 20:26:48
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| alfonso ha scritto:
Su Cagliari posso dare qualche notizia di prima mano. Francamente temo che la memoria non abbia aiutato Broccoli....
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Vorrà dire che la prossima volta che verrà in Sardegna chiederemo lumi...speriamo presto!!!
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dogs
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Inserito il - 18/10/2007 : 20:45:39
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C'è anche l'acropoli di Pani Loriga a Santadi. Si trova su un'altura (dalla quale si vede Monte Sirai...) dove è presente un nuraghe (ad ovest) e alcune domus de janas (sul fianco est), ed è composta da un'acropoli fortificata, alcuni quartieri residenziali e una necropoli, diciamo che è simile a Monte Sirai, ma un pochino più piccola. Un altro nuraghe, molto più grande, si trova alla base del colle L'area è accessibile tranquillamente, bisogna solo ricordarsi di tenere chiuso il cancello (anche dopo che si entra) alle pendici della collina.
Alcune immagini di una mia visita, qualche anno fa:
Il pannello descittivo a fianco del cancello, ai piedi del colle.
Alcuni tratti murari dell'acropoli
Una delle poche tombe della necropoli punica (la maggior parte è stata ricoperta dopo gli scavi, per preservarle)
Indicazione di una tomba ricoperta dopo l'indagine archeologica
Le immagini non rendono giustizia al sito, che è molto più bello dal vivo, soprattutto in primavera o autunno (quando non ci sono i cardi spinosi secchi alti più di un metro....)
Il nuraghe Diana, sopra il colle
L'altro nuraghe alle falde del colle, all'interno di un antico "Medau", in fase di scavo archeologico (chissà se ora è visitabile...)
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