Forum Sardegna - Statue nuragiche di Monti Pramma: nessuno le ha ma
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Nota Bene: Il tesoretto di manufatti bronzei da località Camposanto di Olmedo recuperato nel 1934, ha restituito un modellino di nuraghe complesso quadrilobato che fornisce l'immagine ideale di come dovevano essere le torri nuragiche nel momento del loro massimo splendore. E' conservato presso il museo Sanna di Sassari.



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alfonso

Utente Medio


Inserito il - 04/10/2007 : 18:22:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alfonso Invia a alfonso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In realtà nessuno ha mai definito quelle statue fenicie, ma sono sempre e concordemente state attribuite ai nuragici (e non agli sherdana) da tutti gli studiosi. La discussione, a livello scientifico, è semmai sulla effettiva datazione che vede per ora due proposte motivate, quella che le data alla prima età del Ferro, tra IX-VIII sec. a.C. (Lilliu e altri, me compreso) in contemporanea con i bronzetti di riferimento, e quella che le data alla seconda metà del VII sec. a.C. (Bernardini e Tronchetti). La terza posizione, quella proposta da Santoni (e dalla Lo Schiavo) che le rialza al Bronzo finale (in un momento tra l’XI e il IX sec. a.C.), non è stata ancora motivata, ma è inserita in una tendenza rialzista (nel senso cronologico) di alcuni studiosi di età nuragica, non condivisa da altri. Aspettiamo di vedere le loro motivazioni, per valutare. Intendiamoci parliamo di nuragici di un momento in cui i nuraghi non sono più l’elemento cardine, hanno perso la loro funzione, spesso sono stati abbandonati o ristrutturati (e su questo l’accordo è generale); è anche il momento di massima apertura e sviluppo di questa società e di ampio contatto con le altre società del Mediterraneo.
Il problema della datazione deriva dal fatto che non sono state trovate in una situazione stratigrafica chiusa, che ci avrebbe permesso di avere almeno certezze sul momento della loro distruzione e dalla loro unicità anche in Sardegna, nel senso che oltre a queste di M. Pramma e a quella di Narbolia, per ora non si hanno altri esemplari. La datazione quindi viene proposta su basi storico-artistiche, quindi sul legame con quanto vediamo nei bronzetti e nelle produzioni artistiche mediterranee contemporanee. Questo non per trovare sempre altrove la civiltà, ma perché nel Mediterraneo le società sono in continua azione di contaminazione reciproca.
Questo ovviamente rende più difficoltosa la datazione. A questo metodo si affianca quello archeologico che si basa sui dati dei materiali della necropoli (ma non conosciamo ancora il reale collegamento tra le statue e le tombe), soprattutto lo scarabeo egiziano (non shardana) che trova un preciso riferimento nello strato di metà VIII sec. di Tiro e, quindi, rientra in quel flusso di beni vicino orientali che ritroviamo con una certa frequenza nella Sardegna nuragica, anche prima della fondazione delle città fenicie. L’altro elemento cronologico è dato dalla situazione territoriale: ancora fino alla prima metà del VII sec. a.C. nell’Oristanese troviamo insediamenti nuragici autonomi e dotati di una chiara identità culturale. A partire dall’VIII sec. iniziamo a vedere l’insediamento stabile di fenici; un insediamento, in questo momento, pienamente pacifico e, anzi, con notevoli commistioni tra le due società. Questo lo vediamo non solo nelle campagne ma anche nelle città che sono sorte già nella metà-fine dell’VIII sec. a.C. (e Tharros tra queste). Anzi, personalmente credo che il santuario di M. Pramma sia in quel punto proprio per stabilire il controllo di un gruppo (clan, gens o chi sa che cosa) nuragico sull’unica via di comunicazione che connette l’area di Tharros con le risorse dell’entroterra. Quelle statue, a mio parere, non hanno più senso dopo la metà del VII sec. a.C. quando la città vuole il controllo totale del territorio (ma è un discorso lungo e non voglio annoiarvi).
Questa è la problematica, non le polemiche sterili, problematica discussa continuamente e pubblicamente.
Aggiungo due cose: nella ricerca storica non esiste la corsa a chi è arrivato prima, c’è sempre qualcosa che è venuto prima, anche nella statuaria: nel Mediterraneo ben prima delle statue nuragiche e di quelle greche c’erano quelle egiziane e quelle vicino-orientali. Mi sembra più interessante cercare di capire perché le statue di Monte Pramma nascono proprio in quel momento e perché lì e, soprattutto sapere qualcosa degli uomini e delle donne che le hanno espresse. E capire perché quell’episodio è rimasto tale e non ha avuto futuro né in Sardegna né altrove (questa è la reale differenza con la statuaria greca).
La seconda cosa è che i nuragici sono i nostri (dei sardi attuali) antenati così come i fenici, i romani ecc. Il bello e l’originalità della nostra cultura sta proprio in questa mescolanza.
alfonso
alfonsostiglitz@libero.it


alfonso




 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: cagliari  ~  Messaggi: 291  ~  Membro dal: 07/01/2007  ~  Ultima visita: 20/07/2013 Torna all'inizio della Pagina

EdoSardo

Utente Medio


Inserito il - 04/10/2007 : 20:44:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di EdoSardo Invia a EdoSardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nessunissimo intento polemico quando uso il termine "indigeni" oppure "protosardi", veramente Leo. Uso questi termini conoscendo il significato di essi, e non sono di certo offensivi. Anche io sono un indigeno, e anche tu...ed il termine "protosardi" lo uso per indicare dei "tipi umani" di età nuragica-protonuragica, distinti dai più antichi "paleosardi" di cultura e di discendenza Ozieri. E' soltanto un termine usato nei testi di paleoantropologia, se poi chi non ha dimestichezza con certe scienze usa i termini in modo offensivo è un altro discorso, non mi riferisco a te in particolare ma all' uso improprio e talvolta comunissimo che si fa di certe parole che in realtà significano tutt' altro. Su un altro piano anche io quando scherzo uso dire, per una cosa vecchia, che è prenuragica, ma naturalmente senza voler offendere i miei antenati prenuragici, ai quali sono affettivamente legato!



 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~  Messaggi: 371  ~  Membro dal: 28/12/2006  ~  Ultima visita: 02/03/2011 Torna all'inizio della Pagina

shardanaleo

Utente Attivo



Inserito il - 05/10/2007 : 08:47:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di shardanaleo Invia a shardanaleo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tranquillo Edo... sai bene che le mie catilinarie non sono dirette a te e hai capito che mi riferivo ad altri quando si parlava di trogloditi e prenuragici...... detto questo, amici cari devo dire che mi sento un poco confuso, o meglio ritengo CONFUSIONARI i nostri studiosi chiarofamati. Che mi pare siano ormai in piena paranoia e confusione mentale. allora:
LE STATUE sarebbero
- NURAGICHE
- DEL VIII-VII sec. (mediamente) Periodo considerato FENICIO
trovate a Tharros (vicinanze)
- THARROS è FENICIA...
-----
se io provo a far coincidere questo mucchio di confusionari dati cosa ottengo?
1^ soluzione: THARROS ERA NURAGICA (visto che vi erano decine di statue NURAGICHE.)

2^ soluzione: THARROS "rimane" FENICIA quindi le statue rappresentano i FENICI.

3^ soluzione: le statue NON sono FENICIE e THARROS non è NURAGICA... a questo punto lascio a voi la soluzione... io ci RINUNCIO!
SHAR

"SOS SHARDANA RIBELLES KI NEMOS PODET BINKERE" (RAMESSU II)
www.shardana.org




 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: SETZU  ~  Messaggi: 602  ~  Membro dal: 23/04/2006  ~  Ultima visita: 11/04/2009 Torna all'inizio della Pagina

alfonso

Utente Medio


Inserito il - 05/10/2007 : 10:31:38  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alfonso Invia a alfonso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Molto semplicemente tra la seconda metà del IX e il VII sec. la Sardegna ha una situazione culturale, sociale, economica ed etnica (se si vuole utilizzare questo nome) molto complessa e dinamica. Esiste una società nuragica dell’Età del Ferro caratterizzata da una capillare presenza nel territorio, diversa però nelle forme da quella dell’epoca dei nuraghi. Una società attiva nel mondo mediterraneo. Contemporaneamente a partire almeno dalla fine del IX sec. a.C. (vedi il caso di S. Imbenia di Alghero o più tardi, VIII sec., di s’Urachi di San Vero Milis, per citarne alcuni dei più noti) iniziano a comparire insediamenti stabili di Fenici inizialmente all’interno di villaggi pienamente nuragici e in piena sintonia e contaminazione.
Dalla metà dell’VIII sec. a.C. all’interno di questo fenomeno ne compare un altro, la fondazione vera e propria di strutture urbane fenicie, Sulci per prima (metà VIII a.C.) e Tharros un po’ più tardi (fine VIII sec. a.C. – inizi VII sec. a.C.) e tutte le altre Cagliari, Nora, Bithia ecc.). Questi fenomeni, in questa fase, non sostituiscono l’insediamento nuragico ma ci convivono. È attestata la presenza di fenici in insediamenti nuragici (vedi sopra) e di nuragici nelle città fenicie.
Quindi, nell’VIII-VII sec. esiste la città fenicia di Tharros ed esiste l’insediamento nuragico di Monti Pramma, di s’Urachi di San Vero Milis, di Su cungiau ‘e funtà di Nuraxinieddu e decine di altri e, quindi le statue di M. Pramma sono nuragiche, anzi sono proprio il segno di questa presenza molteplice nel territorio, in cui le varie comunità attestano con i propri segni la loro presenza. Con quelle statue, quel gruppo nuragico dice: qui ci siamo noi, questo e territorio nostro. E in quest’ambito c’è il fiorire di scambi di merci e persone, di influenze reciproche, contaminazioni ecc.
Tutto cambia nell’ambito della prima metà del VII sec. a.C., quantomeno nell’Oristanese, mentre nel cagliaritano la situazione sembra parzialmente diversa. A partire dalla prima metà del VII sec. muore l’insediamento nuragico di Nuraxinieddu e scompare ogni traccia nuragica a s’Urachi che continua a vivere come principale insediamento fenicio dell’entroterra. Tutto questo si spiega con i cambiamenti in atto nel mondo fenicio, la cosiddetta seconda colonizzazione, che porta all’ingrandimento delle città e alla necessità di un controllo diretto delle risorse. Cambia in sostanza il rapporto tra il mondo fenicio e quello nuragico. L’abbattimento (o l’abbandono) delle statue ne è l’indicatore più preciso. Ovviamente la spiegazione non così semplice, nel senso che a questi cambiamenti nel mondo fenicio vanno affiancati quelli della società nuragica, che a differenza delle coeve società con le quali aveva rapporti, penso soprattutto ai villanoviani e agli iberici, non riesce a giungere alla fase urbana e, quindi, a stare al passo con la rapida evoluzione dei tempi. Le ragioni di questo sono ancora poco chiare, certamente un grosso ruolo ha avuto la fondazione delle città fenicie a controllo degli snodi commerciali più importanti, ma da solo non basta.
A proposito di questo vi segnalo che a dicembre ci sarà un convegno archeologico a Villanovaforru dove gli archeologi che si occupano del problema discuteranno, dai diversi punti di vista, sui rapporti tra fenici e nuragici
alfonso
alfonsostiglitz@libero.it


alfonso




 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: cagliari  ~  Messaggi: 291  ~  Membro dal: 07/01/2007  ~  Ultima visita: 20/07/2013 Torna all'inizio della Pagina

vinx

Nuovo Utente


Inserito il - 07/10/2007 : 00:32:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di vinx Invia a vinx un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao a tutti ,ho letto con molto piacere questo forum, volevo esporre alcune idee che riguardano i nuragici e vedere cosa ne pensavate. Partiamo : la Sardegna da un punto di vista geologico è molto antica, nel Sulcis-Iglesiente si arriva a circa 500 milioni di anni ( periodo Cambriano) .Questo serve come premessa per dire che la Sardegna è una terra antichissima dal punto di vista geologico quindi è plausibile supporre che sia stata abitata dall'essere umano fin dall'antichità. Passiamo alle genti che hanno abitato questa terra e iniziamo a citare alcuni articoli su studi genetici : http://www.didac.ehu.es/antropo/12/12-4/Sanna.pdf , http://it.wikipedia.org/wiki/Aplogruppo_I_(Y-DNA) e infine http://www.unica.it/pub/print.jsp?i...iso=111&is=7 cito dall'ultimo link
"Allo stato attuale delle conoscenze, come ampiamente dimostrato da studi di Biologia delle popolazioni umane, da tempo sappiamo che i Sardi appartengono al gruppo degli Europoidi, che presentano un quadro genetico peculiare differente dalle altre popolazioni europee e circum-mediterranee, che hanno un'origine tra le più antiche, così come i Baschi ed i Lapponi, tra le popolazioni europee attuali" e infine
"Studiando il cromosoma Y stimiamo che il popolamento di gruppi umani nel Paleolitico superiore e nel Mesoltico abbia contribuito alla struttura genetica dei Sardi attuali per oltre il 60%, mentre il successivo apporto genico da parte di popolazioni neolitiche non supererebbe il 36%. Dunque larghissima parte del pool genico dei Sardi attuali discende da gruppi umani immigrati nell'Isola tra 20 mila e 5 mila anni fa"
Cosa fà pensare tutto questo, che l'apporto genetico esterno in Sardegna nel corso dei secoli e millenni è stato limitato. Che forse i nuragici e quindi i sardi non vengono chissà da dove ma semplicemente discendono da popolazioni paleolitiche emigrate dall'europa in sardegna. Vorrei sentire il vostro parere ciaaauz




 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 2  ~  Membro dal: 05/10/2007  ~  Ultima visita: 05/10/2007 Torna all'inizio della Pagina

Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 07/10/2007 : 01:04:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao vinx! Ci fa davvero piacere che il forum sia di tuo gradimento e che tu sia qui.
Non so se tu abbia avuto di notare che il forum è strutturato in sezioni che a loro volta sono composte da argomenti diversi: proprio perchè ci sia ordine e facile fruibilità, considerato che in questo post si discute sulle statue di monte Pramma, ti chiederei di inserire il tuo interessante quesito dove già si discute dell'argomento che ti interessa, e cioè qui: http://www.gentedisardegna.it/topic...OPIC_ID=3865
Mille grazie!




 Regione Sardegna  ~ Città: nuoro  ~  Messaggi: 2881  ~  Membro dal: 23/05/2006  ~  Ultima visita: 07/09/2024 Torna all'inizio della Pagina

Ithokor

Utente Medio



Inserito il - 30/03/2008 : 12:10:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ithokor Invia a Ithokor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La Nuova Sardegna, venerdì 28 marzo 2008
www.lanuovasardegna.it

Da ieri è visitabile il laboratorio che ospita le sculture monumentali di Mont ‘e Prama
I GIGANTI SOTTOI RIFLETTORI
Si è scoperto che le statue erano dipinte di rosso e nero.

Di Federico Spano

L’archeologia diventa spettacolo. Le sculture di Monte 'e Prama rinascono sotto i riflettori. I giganti di pietra di Cabras, «dimenticati» per 30 anni negli scantinati del museo archeologico di Cagliari, non avranno più segreti. Ogni passaggio del loro restauro potrà essere seguito
giorno per giorno da chiunque. Gli attori del grande «teatro archeologico» sono gli esperti che da quattro mesi lavorano al centro di restauro di Li Punti. Da ieri, i dodici professionisti m divisa rossa si danno il cambio nel grande spazio espositivo aperto al pubblico. Sullo sfondo, una gigantografia del sito di Monte'e Prama. Sul lato opposto della galleria, invece, a tre metri di altezza, c'è una lunga passerella, che consente ai visitatori di seguire il restauro da una posizione privilegiata. Sui banchi di lavoro: teste, archi, busti, scudi, gambe, piedi, modellini di nuraghe. I frammenti da ricomporre sono 4880, per un totale di dieci tonnellate di pietra. Un puzzle colossale che
consentirà, forse, di rimettere in piedi una o due sculture.
Troppo poche, forse, per soddisfare le «esigenze» dei musei, ma più elle sufficienti per riscrivere pagine intere della preistoria sarda. Il dato più atteso però. al di là del numero del numero delle statue, che oscilla di giorno in giorno, è la datazione. A che epoca risalgono i giganti di
Monte 'e Prama? Un quesito non da poco. Sopratutto perché in base alla collocazione temporale delle sculture, si capirà il livello di sviluppo della civiltà nuragica. anche in rapporto agli altri popoli del Mediterraneo. Fino a oggi gli archeologi hanno mantenuto ima certa prudenza. C'è chi colloca i guerrieri di pietra al settimo secolo avanti Cristo, altri invece, si spingono più indietro nel tempo e parlano addirittura dell'undicesimo secolo.
Se questa seconda ipotesi venisse confermata, la statuaria sarda precederebbe quella dell’antica Grecia. Ai nuragici potrebbe essere riconosciuta la paternità delle prime sculture a tutto tondo mai realizzate nel mediterraneo occidentale.
Un elemento, che potrebbe consentire agli archeologi di stabilire la data di nascita dei giganti, è emerso nei gironi scorsi. Sulla superficie di un frammento è stata trovata una traccia di colore. Le sculture di Monte 'e Prama non erano bianche come la gente è ormai abituata a immaginarle. La «pelle» dei giganti era colorata di rosso e di nero. E se l'aspetto estetico potrà avere un ruolo importante, soprattutto per il lato «spettacolare» dei guerrieri di pietra, alti fino a due metri e mezzo, è proprio dai colori che potrebbe venir fuori il dato più atteso. La pigmentazione nera scoperta alcuni giorni fa, infatti, è stata analizzata nei laboratori del centro di restauro di Li Punti. Si tratta di
un colore di origine animale. Il materiale biologico, come è noto, è databile con la tecnica del Carbonio 14. «La quantità di colore trovata fino a ora, però, non è sufficiente per fare una datazione — spiega Roberto Nardi direttore del Centro di conservazione archeologica di
Roma, a cui sono stati affidati i lavori —. Si può però affermare che le sculture sono state dipinte. Una colorazione di quel genere non è casuale. Cosa che, invece, si può dire per le altre macchie scure trovate su diversi pezzi e che hanno avuto origine da un incendio».
Proprio intorno a questo incendio, durato a lungo e che ha raggiunto temperature molto elevate, è stata fatta una ipotesi sulla storia delle sculture.
L'archeologa Antonietta Boninu, responsabile del progetto, esclude la tesi più suggestiva.
Quella, cioè, di una sommossa popolare, culminata con la distruzione delle statue, simbolo del potere. Sul fatto, però, che le sculture siano state distrutte volontariamente, ci sarebbero alcune prove. La più evidente è la quantità enorme di frammenti. «Potremmo trovarci di fronte a ciò che resta di una distruzione sistematica — aggiunge Roberto Nardi —. I giganti, inoltre, sono stati ritrovati su una necropoli, ma è quasi certo che non ne facessero parte: sono stati quindi buttati lì di proposito».
Allora, dove si trovavano queste sculture e che funzione avevano? Una risposta la da ancora una volta l'archeologa Boninu. «Dalla dimensione dei basamenti, piccoli e sottili, che non potevano garantire una grande stabilità, possiamo ipotizzare che i giganti fossero incastonati nella pietra. Probabilmente facevano parte di un tempio, che doveva trovarsi a breve distanza dalla necropoli.
Inoltre, dalle analisi sul materiale utilizzato, un biocalcare ricco di fossili, siamo riusciti a stabilire che la pietra è stata prelevata dal banco di calcare che circonda Monte 'e Prama».
Le attività di restauro, che vanno avanti da quattro mesi e che proseguiranno per altri otto, sono state presentate ieri mattina, in occasione della X Settimana della cultura, anche
dal soprintendente Giovanni Azzena e dalla responsabile del procedimento, Luisanna Usai. Pino a ieri, i visitatori sono stati 1.300 e le prenotazioni arrivano fino a giugno. La settimana prossima, da Cabras arriveranno 500 studenti. «Siamo convinti che nelle case di Cabras siano "custoditi" tanti altri frammenti — conclude Roberto Nardi —. Sensibilizzare i giovani è fondamentale per ritrovare il più alto numero di reperti e restituire ai sardi un patrimonio inestimabile».

Il Sardegna
www.ilsardegna.it

DI ROSSO E DI NERO VESTITI
Dopo trent’anni di abbandono, il restauro dei giganti regala ogni girono segreti: uno di questi è il colore che decorava le statue, una tinta animale rintracciata sulla pelle di pietra.

Di Giuseppe Marongiu

La pietra apre bocca.
Mostra colori e canta vittoria. Perché il tempo del silenzio e dell'abbandono è finito, si spera in maniera definitiva. Ora l'esempio vergognoso di come una bellezza unica nel Mediterraneo possa essere seppellita fra topi e libri senza più editore è diventato l'esempio sardo di come un tesoro di tutti va studiato, coccolato, mostrato, passo passo, secondo dopo secondo. Fino al 2004 i giganti di Monti Prama erano migliaia di pezzi accatastati, 2 o 3 busti lucidati con una resina orribile e qualche pagina di parole, in poche riviste specialistiche e qualche saggio archeologico. Ora la pietra arenaria riprende forma e viene trattata per quello che è: «Un esempio unico in tutto il Mediterraneo», sottolinea Francesco Nardi, direttore del Cca -Centro di conservazione archeologica di Roma, la struttura che ha vinto l'appalto di restauro. I lavori, pagati un milione e 200mila euro dal ministero ai Beni culturali, procedono da 4 mesi. La sorpresa o che da due settimane sono riusciti i primi 80 "attacchi", la ricomposizione dei frammenti importanti di diverse statue. Così pugnatori e arcieri iniziano a sentirsi di nuovo la testa sulle spalle e il busto al proprio posto. Se c'è un tempo per ridere e uno per piangere, ora stiamo attraversando le onde buone, quelle che cullano: “dopo trent’anni di abbandono ho la fortuna di trovarmi a essere qui”, ha voluto sottolineare il sovrintendente regionale, Giovanni Azzera. Perché diversi prima di lui non hanno avuto questa possibilità. Monte ’e Prama il nome del progetto di restauro: il nome, traslato dal campidanese al logudorese, forse a indicare che i laboratori sono a Li Punti, strutture che per dimensioni e attrezzature si contano sulle dita di una mano nello stivale.
Non solo restauro ma anche fruibilità continua: l'avanzamento dei lavori è pubblicato in diretta sul sito www.monteprama.it. I 4mila 880 pezzi, quelle dieci tonnellate di arenaria ora sono di tutti. Sul sito sono già documentati la metà dei reperti, in un database molto ben fatto.
E FRA I PEZZI fotografati eccone uno con una macchia nera: non è un segno di fuoco, è colore, vernice. Le statue erano dipinte con tinte di origine animale. Finora solo il rosso e il nero a movimentare l'ocra tenue dell'arenaria. A completare l'idea che le statue sono di tutti c'è un laboratorio in mezzo alla sala espositiva, creato apposta per permettere a chi visita il Centro di restauro di osservare da vicino gli studiosi al lavoro. Non male per pietre belle quando mute, congelate per decenni negli scantinati del museo di Cagliari. «Vogliamo che questo modo
di lavorare, aperto, sempre fruibile, possa essere l'esempio per il futuro», spiega Antonietta Boninu, responsabile del progetto di restauro, «perché questo sia possibile servono fondi e la Regione, raddoppiando gli investimenti sul restauro dal 2007 al 2008, sembra voler appoggiare questa via». Bene tutto o quasi : nei laboratori ci sono 15 busti in cerca di teste e 8 faccioni in cerca di un corpo. Non sarebbe male far ritrovare la pietra mancante a ciascun gigante, prima o poi. •

IL DATO
A caccia di nuovi resti.
L’appello degli archeologi e dei restauratori che in un anno cercheranno di ‘rimettere in piedi’ le statue di Monti Prama è chiaro: “Restituite i resti delle statue che conservate in casa, aiutateci a ritrovare più pezzi possibile”. La richiesta è rivolta prima di tutto alla popolazione di Cabras, luogo del ritrovamento dei giganti negli anni settanta. Perciò nei prossimi giorni diverse scolaresche partiranno dal campidanese alla volta di Li Punti: perché poi , una volta tornati a casa, avranno il nobile compito di convincere i genitori a restituire i reperti.




  Firma di Ithokor 
«Se non sai dove stai andando, girati per vedere da dove vieni»

 Regione Sardegna  ~ Città: Tatari - Carzeghe  ~  Messaggi: 194  ~  Membro dal: 02/11/2007  ~  Ultima visita: 17/06/2021 Torna all'inizio della Pagina

Tranquillo
Salottino
Utente Senior

Ironic Man



Inserito il - 30/03/2008 : 12:16:28  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tranquillo Invia a Tranquillo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


Mò pure i giganti di rosso e nero...... non bastava il NANO????







  Firma di Tranquillo 
http://tranquillando.blogspot.com



 Regione Toscana  ~ Città: .  ~  Messaggi: 1886  ~  Membro dal: 17/03/2007  ~  Ultima visita: 20/02/2011 Torna all'inizio della Pagina

.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 31/03/2008 : 10:48:23  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...condivido...



Modificato da - .machiavelli. in data 31/03/2008 10:48:58

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1141  ~  Membro dal: 20/03/2008  ~  Ultima visita: 11/11/2013 Torna all'inizio della Pagina

SuEntu
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 31/03/2008 : 11:03:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di SuEntu Invia a SuEntu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
il vero tifoso milanista esiste dalla notte dei tempi ....





  Firma di SuEntu 
Alberto
Monte Arci

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Oristano  ~  Messaggi: 104  ~  Membro dal: 03/07/2007  ~  Ultima visita: 21/04/2024 Torna all'inizio della Pagina

MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 31/03/2008 : 13:26:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io ricordo di avere delle foto dei giganti dove si vede chiaramente una pigmentazione celeste... che fossero colorate non era una novità!



  Firma di MirkoZaru 
Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire.

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Oristano  ~ Città: Oristano  ~  Messaggi: 1349  ~  Membro dal: 31/12/2007  ~  Ultima visita: 21/06/2013 Torna all'inizio della Pagina

Ithokor

Utente Medio



Inserito il - 31/03/2008 : 14:57:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ithokor Invia a Ithokor un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adesso c'è l'ufficialità!
Peccato che non basti per il C14! Risolveremmo l'annosa datazione...


ps. il nero e il rosso non solo solo i colori del milan...




Modificato da - Ithokor in data 31/03/2008 15:02:20

  Firma di Ithokor 
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 31/03/2008 : 16:44:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Buonasera a tutti.

Non è passato troppo tempo da che in un mio post in questa sezione sull’archeologia, o forse meglio, in una delle mie Leggende.....citai, a proposito degli arcani sacrifici umani, il fatto che il sangue misto ad una sorta di ocra rossa, oppure al minio, altra sostanza largamente presente nell’Iglesiente, venisse mescolato in una sorta di crema per dipingere. Questa sorta di pasta era usata sin dalla preistoria, vedi le figure dipinte nelle grotte di Lascaux ad esempio. Dipingersi il volto, le mani, addirittura tutto il corpo, non era poi tanto strano se si pensa ad eventi rituali.

Che le statue di Monte Prama raffiguranti i nostri antichi progenitori fossero dipinte di rosso, non deve quindi scandalizzarci, così come avvenne allora... in risposta ai miei post.

Dov’è la stranezza, dal momento che le operazioni di restauro dei “giganti” di Monte Prama lo ha confermato?

Il piacere di riproporre la personale versione possibilista, in questa occasione, ha confermato e rafforzato la mia convinzione che non si può e deve scartare niente a priori: Non siete d’accordo?

L’avvio dei lavori di restauro effettuato presso il laboratori di Li Punti promettono bene e, finalmente, quel Putzle di 4,880 pezzi, quella montagna di dieci tonnellate di pietra riprendono forma, soprattutto con l’apporto dei pezzi mancanti per i quali si sono mobilitate le scuole del Campidano nell’ intento che, i cittadini di Cabras sensibilizzati poi dai propri ragazzi che si recheranno in visita ai laboratori, vogliano essere tanto sensibili da restituire i pezzi che nel caso sono stati “ingenuamente” asportati, magari, durante le passeggiate e nelle scampagnate nel sito del rinvenimento di questi straordinari reperti.

Mi unisco all’appello sollecitando un quantomeno civile comportamento al fine di ricostruire e conservare queste opere uniche nel Mediterraneo, anzi, addirittura nel mondo.
Opere che richiamano alla memoria di una remota civiltà, già culla di altre, che hanno beneficiato di una cultura senza fine, della quale, orgogliosamente andiamo fieri.





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tholoi
Salottino
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Inserito il - 01/04/2008 : 01:28:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tholoi Invia a tholoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Eccovi intanto un'immagine del centro di restauro "Mont'e Pramma" a Li Punti. Fatta dalla piazzetta antistante uno dei tre laboratori. Le persone più in alto stanno sulla balconata che percorre l'area espositiva dei pezzi con i primi "attacchi", sullo sfondo una gigantografia panoramica di Mont'e Pramma. Accontentavi è uno dei primi test da nikonista...





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MirkoZaru

Utente Senior


Inserito il - 01/04/2008 : 13:06:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di MirkoZaru Invia a MirkoZaru un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tholoi ha scritto:

Eccovi intanto un'immagine del centro di restauro "Mont'e Pramma" a Li Punti. Fatta dalla piazzetta antistante uno dei tre laboratori. Le persone più in alto stanno sulla balconata che percorre l'area espositiva dei pezzi con i primi "attacchi", sullo sfondo una gigantografia panoramica di Mont'e Pramma. Accontentavi è uno dei primi test da nikonista...



Allora tholoi?
Finalmente sei passato alla reflex!
Quando ci andiamo a fare un escursione fotografica assieme?
Fammi sapere.




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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire.

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