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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/10/2015 : 10:10:05
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Buongiorno Gonario Per la questione del campanilismo fra Sassari e Cagliari, non hai bisogno di scusarti: non hai detto nulla! Io dico solo una cosa: sarebbe un argomento molto interessante, a tempo e a luogo, ma solo se fatto in maniera obiettiva. Cioè si dovrebbe parlare di questa rivalità, quando e come è nata e perché, senza sfociare nel campanilismo, che io ritengo infantile, sterile e inconcludente.
Conosco Antonio Lepori. L’ho conosciuto in uno dei primi dibattiti sulla Lingua Sarda, a Cagliari, all’inizio degli anni ‘80, quando ero ancora abbastanza giovane. Che sia esperto del Campidanese non lo metto in dubbio, tutt’altro. Però mi colpì la parzialità, la sua visione ristretta della Lingua Sarda, perché il suo intervento era concentrato ossessivamente sul Campidanese, e se accennava al Logudorese era solo per dire che non era assolutamente vero che fosse più antico e più elegante del Campidanese. Insomma, non ne ho avuto un’ottima impressione e avrei avuto anche delle osservazioni e delle critiche da fare, solo che per motivi indipendenti dalla mia volontà, che non sto a dire, non ho potuto intervenire. In conclusione, a me piace l’unione e la collaborazione fra sardi e non la divisione e le polemiche, che lasciano il tempo che trovano. Io non conosco molto bene il Campidanese, ma abbastanza, avendo molti amici ogliastrini, sulcitani, oristanesi e anche quartesi, cagliaritani e dintorni. Abbastanza da poter dire che l’affermazione da te fatta il campidanese, a differenza del logudorese, é piú uniforme in quanto ha avuto Cagliari come centro di irradiazione ” non corrisponde alla realtà. A meno che non si consideri come variante logudorese il sassarese/gallurese. Non è vero in quanto, per esperienza personale, ho sempre trovato, nell’insieme del campidanese, delle differenze che corrispondono a quelle esistenti nel logudorese, anzi addirittura, a volte, ho l’impressione che nel campidanese ce ne siano anche di più. Forse quella frase si avvicina di più alla realtà se ci riferiamo alla pronuncia, ma non al lessico o ad altre componenti linguistiche. Che Cagliari sia stato il “centro di irradiazione” del campidanese, mi lascia alquanto perplesso. Conosci l’erudito cinquecentesco Francesco Fara? Era un sacerdte sassarese, vissuto per un lungo periodo a Cagliari, poi anche Vescovo di Bosa. E’ l’autore di un’opera sulla Sardegna, scritta in latino, che va dalla geografia alla storia (della Sardegna). Molto interessante: è una vera enciclopedia sarda. Tratta un po’ di tutto e, naturalmente, anche di linguistica. E’ un autorevole testimone di quello che era allora la Sardegna e di quale lingua parlavano i Sardi (anni ’90 del ‘500) in Sardegna. Dice in sintesi che “In Sardegna si parla una sola lingua, il Sardo. Con due sole eccezioni: Alghero e Cagliari, dove il popolino tenta di imitare la lingua dei padroni: il catalano”. Questo alla fine del 1500, è in evidente contrasto con l’affermazione che Cagliari sia stato il “centro di irradiazione del campidanese”. Come è possibile? Sappiamo che di parlanti una specie di catalano pasticciato ci sono ancora ad Alghero, ma non a Cagliari, dove effettivamente il dialetto è campidanese. Ma allora, come faceva ad essere il “centro di irradiazione” se ancora almeno all’inizio del 1600 si parlava il catalano? Vengono spontanee alcune domande. Se ancora, almeno negli ultimissimi anni del ‘500 / inizio ‘600 a Cagliari si parlava una specie di catalano, quando questa parlata è stata sostituita dal campidanese? Nel corso del ‘600? nel ‘700? Un po’ tardino per esserne stata il centro di irradiazione, in quanto la variante campidanese della lingua sarda era certamente molto preesistente a quel periodo. Secondo me siamo nell’assurdo. Tutt’al più bisognerebbe come minimo cambiare i termini: non si tratterebbe più di “centro di irradiazione”, ma semmai di un tardivo centro di “aggregazione”, ma dubito che in quel periodo il campidanese avesse bisogno di un centro di aggregazione, in quanto che era già bell’e aggregato. “Sos contos de foghile”: ne ho una copia anch’io. Sono storie in vari dialetti Logudoresi, di aree anche molto distanti tra loro: ce n’è di Martis, un paesino dell’Anglona (di cui parlavo nel precedente post), ce n’è di Bessude (Meilogu), molto più ad ovest, ce n’è di Macomer (Marghine) di Silanos ecc, e ce ne sono anche in sassarese e in tempiese (gallurese). Sì, ti puoi fare una idea delle differenze e delle similitudini, ma non senti la pronunzia, che è molto importante e, spesso fa la differenza. Aggiungo solo una nota personale: io parlo e scrivo Il Sassarese e il Logudorese, come l'italiano.Ma ho una grafia un po' particolare, che si rifà in parte al latino, come nella Limba Sarda Comuna, un po' ad antichi testi medioevali, come il Condaghe di San Pietro di Silki e un pochino anche alla pronuncia. Aia kefidu fintzas iskhrier innoghe in Sardu, ma ... Saluti Turritano
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Modificato da - Turritano in data 11/10/2015 10:11:16 |
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 11/10/2015 : 17:18:13
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Buonasera Turritano,
leggendo ieri la tua ultima risposta ho pensato di averti involontariamente offeso e ho quindi sentito il bisogno di chiare cosa effettivamente volevo dire e di scusarmi; leggendo adesso che é tutto a posto mi fa sentire piú sereno. Sono d'accordo con te che questo argomento vada affrontato con obbiettivitá e nel rispetto reciproco, anche per me i campanilismi sono sterili, inutili e non portano a nulla. Su Lepori hai ragione, é verissimo che é un grande esperto di campidanese ma ne é anche un grande ultras da cui ne seguono certe sue affermazioni, come quella che non é vero che il logudorese sia piú antico del campidanese e anche io ho sentito da lui qualche affermazione di questo tipo; inoltre trovo il suo sistema ortografico molto complicato e il grosso limite del suo corso che io ho seguito nel '99 era il suo insistervi troppo come l'unico modo di scrivere "canonico" in sardo, per scrivere secondo le sue regole é meglio continuare a usare quelle dell'italiano ! Riguardo alla mia affermazione che il campidanese sia piú uniforme del logudorese e abbia avuto Cagliari come centro di irradiazione devo dire che sono cose che ho letto, le forme di campidanese con cui sono venuto a contatto sono quelle parlate a Cagliari (molto poco, perché i cagliaritani DOC sono i classici 4 gatti), a Quartu (poco in quanto la mia famiglia vi si é trasferita nel 1999, sento sopratutto gli anziani, poi dal 2003 sto 10 mesi all'anno a Orotelli perché insegno nel nuorese) e a Sanluri (moltissimo perché quando ero bambino ero sempre dai miei nonni per le vacanze al punto che la forma di campidanese da me parlata é quella di Sanluri e per niente quella di Cagliari o Quartu). Trovo che il campidanese di Sanluri sia piú irregolare di quello di Cagliari e Quartu per la presenza di metatesi e vocali nasali. Leggendo i primi documenti dei giudici cagliaritani in campidanese del 1060-1070 l'impressione che ne ho avuto é che la lingua stesse giá da allora iniziando a cambiare (la desinenza -e che si alterna a -i e il plurale dei nomi in -u che oscilla fra -us e -os), leggendo qualcosa della Carta de logu ho avuto l'impressione di una lingua intermedia fra campidanese e logudorese. Forse chi sostiene che il campidanese sia piú uniforme del logudorese si basa sul fatto che buona parte dell'area campidanofona appartenesse al giudicato di Cagliari (fino al 1258) e essendo Cagliari la capitale giudicale potrebbe averla imposta come lingua ufficiale, ma questa é una mia pura ipotesi. Non ho mai avuto modo di leggere il Fara che ho solo sentito nominare, forse c'é l'opera che tu mi hai citato nelle edizioni Ilisso, la prossima volta che entro in una libreria guarderó attentamente; comunque la sua affermazione da te riportata mi ha ricordato di aver letto che il campidanese ha piú parole catalane del logudorese (che ne avrebbe di piú spagnole). Verificare poi se sia giusta la mia affermazione o la tua non so se sia possibile, perché, avendo perso la Sardegna l'indipenza nel 1409 colla sciagurata battaglia di ....... Sanluri e definitivamente nel 1478 (Macomer stavolta !), il sardo é diventata da allora una lingua subalterna e non so se ci siano documenti scritti da allora su cui basarsi per dire definitivamente "é cosí". Piú o meno é come per le teorie sull'origine del gallurese, c'é chi dice che sia stato portato da Corsi emigrati in Gallura che allora sarebbe stata mezzo spopolata ma c'é chi non la condivide, chi ha ragione ? Difficile dirlo. Per "Sos contos de foghile" d'accordo con te che leggere non basta ma bisogna anche sentire la pronuncia; ti diró che parlando con un bravissimo sacerdote che sta a Quartu ma originario del Logudoro della zona di Coros, ho visto che ha la c aspirata nel suo sardo, per dire "iskire" dice "ikhire", e chi lo pensava che certi paesi del logudoro avessero tale suono ? Devo dire che le mie letture in logudorese hanno anche lo scopo di ampliare il mio vocabolario, quindi quando leggo in sardo ho sempre il vocabolario affianco (ottimo quello di Mario Puddu che avevano regalato a tutti i corsisti nel corso leporiano di campidanese che ho fatto, l'ho rivisto a Nuoro nella libreria 900 in seconda ristampa e costa 99 euro, io ci trovo praticamente tutto). A me qualche volta é venuta qualche idea per una norma ortografica del sardo ma tale é rimasta anche perché, essendo un laureato in fisica, non ho un titolo di studio apposito (anche se ho fatto il liceo classico é troppo poco) e sarei facilmente criticabile, hai mai pensato a scrivere almeno un opuscolo e a pubblicarlo ?
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Agostino Zoroddu |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 12/10/2015 : 08:12:30
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Ho letto solo ieri notte il tuo scritto, che mi trova d’accordo praticamente su tutto, ad esclusione di qualcosina molto marginale. Il fatto è che in questo periodo, sono molto occupato, quindi ho pochissimo tempo per fare altro. L’ultima parte offre spunti molto interessanti di discussione. Risponderò con calma appena possibile A presto, Turritano
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 14/10/2015 : 22:19:30
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per turritano: mi puoi togliere una curiosità? Io la variante sassarese la conosco piuttosto poco, a parte quelle parole che in un certo senso si possono tradurre in italiano a intuito: su Wikipedia ho letto che c'è una sottovariante castellanese... sai se per caso ha le stesse caratteristiche fonetiche del sassarese vero e proprio (ad es. il suono "lsht = chilshtu, chilshta, ecc.)? Ciao dalla "folkettara" P.s.: anch'io ultimamente, pur rileggendo le discussioni che mi interessano, intervengo raramente perché ho sempre paura di dire qualche stupidaggine o di ripetermi, con il rischio di infastidire gli utenti di questo sito.
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 14/10/2015 : 22:42:49
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Folkettara, non devi paura di sbagliare intervenendo, se sbagli gli altri avranno pazienza (e poi, chi è che non sbaglia ?)
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Agostino Zoroddu |
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 14/10/2015 : 23:05:49
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| Gonariu ha scritto:
Folkettara, non devi paura di sbagliare intervenendo, se sbagli gli altri avranno pazienza (e poi, chi è che non sbaglia ?)
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grazie, Gonariu per l'incoraggiamento! Già che ci sono volevo chiederti come va con la lingua rumena? In Sardegna conosci qualcuno che ti aiuta a fare conversazione? Volevo poi sapere se oltre ai documenti che mi hai mandato sulla grammatica campidanese si riesce a trovare onine qualcosa sulla "limba de mesania" di cu mi avevi parlato in uno dei primi post? Torru gratzias ancora a tie pro sos cunsiddos chi tue mi donas.
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 15/10/2015 : 13:45:59
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Bonadie Gonario, eccomi qua Rispondo punto su punto. Non conosco il sistema ortografico di Lepori, ma potrebbe essere interessante. Sicuramente sono rimasto perplesso, leggendo la tua frase “per scrivere secondo le sue regole é meglio continuare a usare quelle dell'italiano!” anche perché, quando c’erano gli spagnoli si usava la grafia spagnola: per es. Il cognome “Porcheddu” secondo le regole italiane, al tempo degli spagnoli era scritto col loro sistema: “Porqueddu” ma si pronunciava alla spagnola sempre "Porcheddu) e io scrivo “Porkeddu”, seguendo la grafia di antichi documenti sardi “ch” = “k”). Allora, se tutti quelli che vengono impongono la loro grafia, io penso che sia meglio usarne una tutta nostra, che abbia come base il latino da cui deriva, ma anche i primi documenti scritti in volgare sardo. Prima regola: non basarci sull’italiano.
Ritornando sul concetto che “il campidanese sia piú uniforme del logudorese e abbia avuto Cagliari come centro di irradiazione”, ripropongo le mie perplessità espresse in altra occasione e che non sto a ripetere. La tua ipotesi che Cagliari come capitale del Giudicato (ante 1258) l‘abbia imposta come lingua ufficiale mi sembra, in bas alle mie conoscenze attuali, la più valida, ma … c’è un “ma”: allora la lingua ufficiale serviva solo per scrivere documenti ufficiali. A quei tempi non c’erano scuole pubbliche, per tutti; non ‘erano giornali, riviste e libri, non c’erano radio e televisione e tutti, tranne qualche privilegiato, erano analfabeta. In quel contesto, hai voglia di imporre: ognuno continuerebbe a parlare tranquillamente il suo linguaggio. E’ vero invece che essendo Cagliari situata ad una estremità di un territorio pianeggiante, il Campidano, poteva influire facilmente sulla lingua parlata in questo territorio, appunto perché i contatti fra la capitale e questo territorio erano senza ostacoli geologici, e quindi più facili. Ma questo può essere valido per quanto riguarda il Campidano di Caglieri e, al massimo, le sue pendici laterali. Ma come la mettiamo con altri territori, pure influenzati dal campidanese di Cagliari ma con contti meno facili? Per esempio Ogliastra e Sulcis, tanto per fare gli esempi maggiori, ma potrei aggiungerne anche altri, come diverse zone del Medio Campidano. Ma il “Campidano” non finisce lì: c’è sempre stato anche quello di Oristano, che faceva parte di un altro giudicato, e infatti anche il dialetto di Oristano città e zone limitrofe, mi sembra che abbia differenze notevoli con quello più a sud. Insomma, parlando dell’insieme della Variante del Sardo-Campidanese, e conoscendo personalmente molto bene tutte le sub-varianti del Sardo-Logudorese (meno bene quelle più a sud), mi sento di affermare quanto già detto sopra: non mi sembra che le varianti del Logudorese, siano formalmente granché maggiori e più marcate, di quelle del Campidanese. Se invece consideriamo la pronuncia, allora forse, è più probabile che nel Logudorese ci siano più differenze. Il luogo comune che il Logudorese avrebbe di piú termini spagnoli del Campidanese e il contrario per quanto riguarda il catalano, può essere accettabile: io non conosco abbastanza il campidanese e, ancora meno, il catalano per poterlo affermare, ma tenendo conto della storia sarda, e molto verosimile. Devo dire però che, nel Campidanese in genere, e specialmente in quello del Sulcis, ci sono diverse parole di chiara origine pisana, cioè italiana antica, che spesso corrispondono all’italiano moderno. Cosa che non si ha nel Logudorese. In quest’ultima variante poi, molte parole che si credono derivate dallo spagnolo, sono sicuramente di origine autoctona e comunque latina o bizantina. Un esempio? Il verbo “volere”: lo spagnolo ha lo stesso termine del logudorese “kerrer”: questo ed altri termini che possono prestarsi ad equivochi, sono documentati in antichi testi sardi, come il Condaghe di Silki, molto antecedenti all’arrivo degli spagnoli. In quanto alla pronuncia, posso dire che al tempo dei giudicati, il Logudorese era certamente più uniforme e assomigliava molto all’odierna sub-sub- variante del nuorese. Come lo so? sempre dalla scrittura del condaghe di San Pietro di Silki (Silki al tempo era un villaggio, come tanti altri, molto vicino a Thathari e, come tutti gli altri, presto annesso a Thathari) e ormai da quasi un millennio, fa parte integrante della città. Ma ancora è rimasta una diversità di pronuncia, nelle zone del Logudoro, citate nel post precedente, che non si possono immaginare se non si sentono. Nella zona dove insiste questa pronuncia dal suono esotico, anzi quasi al centro, è compresa Sassari, dove questa pronucia è ancora più marcata (mentre in Gallurese non esiste, nemmeno nei paesi sardofoni (logudoresi). Come si spiegano tutte queste variabilità di pronuncia nel Logudorese e, magari, credo in qualche modo anche nel Campidanese: io ho motivo di credere che siano un antico retaggio delle popolazioni che in tempi molto antichi, abitavano in origine le diverse lande della Sardegna. Variabili di pronuncia che, disgraziatamente, stanno oggi estinguendosi rapidamente. La lingua sarda, con la triste scomparsa dei giudicati e la dominazione rovinosa della Sardegna da parte di popoli estranei (spagnolo ed italiano), ha smesso di essere lingua ufficiale, e quindi si è frantumata ancora di più. Non mi risulta che ci siano scritti privati in sardo, e di scritti ufficiali nemmeno a parlarne! Anche le ipotesi sull’origine del Gallurese (e del Sassarese) a me sembra che siano abbastanza chiare: testimonianze del Fara e (per quanto riguarda il Sassarese) anche di altri autori immediatamente successivi, per non parlare di altri fattori storici e logici che lo comprovano. Nonostante i molti, anche sassaresi e galluresi che confondono le acque, ignorando testimonianze, avvenimenti concatenati logicamente e documenti. Ma ne parleremo, nel caso, un’altra volta. Riprendiamo, brevemente, il discorso della strana pronuncia di una buona parte del Logudoro, sentita dal sacerdote originario di Coros (Coros è una sub-regione storica, subito a Sud-Ovest di Sassari, e con questa praticamente confinante) perché è una cosa interessante. Dove si ha questa pronuncia l’ho detto la volta scorsa: parte più o meno dalla sponda occidentale della parte Ovest del fiume Coghinas, senza mai superarla, attraversa l’Anglona (altra sub-regione storica del Logudoro), la a parte occidentale del Monte Acuto, arriva a Sassari, va a Coros a finisce più o meno nel Meilogu. Questa è, in grandi linee, la zona interessata. Però questa pronuncia, diciamo così, “aspirata” non si limita alla “C” preceduta dalla “S”, ma risuona anche in altri casi. Ne parleremo un’altra volta, se ne avremo la pazienza e l’occasione Saludos Turritanu
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Modificato da - Turritano in data 15/10/2015 13:52:31 |
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 15/10/2015 : 14:15:51
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| Folkettara Dilettante ha scritto:
per turritano: mi puoi togliere una curiosità? Io la variante sassarese la conosco piuttosto poco,.... su Wikipedia ho letto che c'è una sottovariante castellanese... sai se per caso ha le stesse caratteristiche fonetiche del sassarese vero e proprio (ad es. il suono "lsht = chilshtu, chilshta, ecc.)? Ciao dalla "folkettara" P.s.: anch'io ultimamente, pur rileggendo le discussioni che mi interessano, intervengo raramente perché ho sempre paura di dire qualche stupidaggine o di ripetermi, con il rischio di infastidire gli utenti di questo sito.
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Sì, confermo, la pronuncia del Castellanese (= di Castelsardo) è praticamente molto simile a quella del Sassarese, di cui fa parte. I castellanesi cantilenano un po', parlando, cioè l'accento è diverso, ma la pronuncia e simile. Anche Castelsardo, fa parte dell'Anglona di cui parlavo nei post precedenti, e confina con Sorso, che a sua volta confina con Sassari e dove si parla il Sassarese, continelando anche lì "un pochino" (quel "pochino" oggi forse è vero, ma riguardo ad un passato molto recente, è un eufemismo ) Come Gonario, anch'io ti dico di non aver paura di sbagliare, nel caso noi ti faremo osservare dov'è l'errore, in modo che tu abbia modo di migliorare. Ripeti pure la stessa cosa, quando lo ritieni opportuno e non avere paura di dire stupidaggini: se uno vuole imparare qualcosa per forza deve sentire e chiedere anche più volte, per imparare. Non devi farti scrupoli di infastidire qualcuno: questo è un forum pubblico, non c'è problema. Qualcuno, me compreso si potrebbe infastidire invece per polemiche fini a se stesse, e/o in malafede, non per dialoghi costruttivi Saludos Turritanu
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Modificato da - Turritano in data 15/10/2015 14:19:48 |
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 19/10/2015 : 23:07:29
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Buonasera Turritano,
rispondo solo stasera perché gli altri giorni mi sono fatto prendere da altre cose. Pienamente d'accordo con quanto dici sull'ortografia del sardo; ho trovato le regole ortografiche del Lepori nel suo dizionario Italiano-Sardo Campidanese che ho comprato a Cagliari alla fiera nell'ormai lontano Dicembre 1996 (sarà stato per la fiera Natale vista la data, ma a quanto pare non c'era solo "cosa da mangiare") , ne ho fatto un PDF che, se sei interessato, ti posso inviare per posta elettronica; penso che una volta letto sarai d'accordo con me. Per quanto riguarda la mia affermazione che "il campidanese è più uniforme del logudorese" devo dire che mi è capitato alcune volte di parlare in campidanese con ogliastrini capendoli senza problemi (io parlo il campidanese di Sanluri che fa parte della subvarietà occidentale), lo stesso non posso sempre dire per il logudorese, mentre capisco abbastanza bene quelli dei paesi nei dintorni di Orotelli (di cui parlo il dialetto) ma anche Orgosolo ed Oliena, qualche difficoltà ho avuto nel capire la parlata di Bosa e ancora di più quella di Gavoi ed Ollollai, mentre capisco bene quelli di Berchidda e Sindia. E' sensata anche la tua osservazione su Cagliari come centro di irradiazione del campidanese, ma io non sono un "addetto ai lavori", come ti ho detto, certe affermazioni le ho lette ma verificarle esula dalle mie competenze specifiche (ho studiato al liceo classico ma forse è troppo poco. Per il Campidano di Oristano ho letto che un tempo c'era anche la varietà detta "arborense" di cui restano solo alcune isole linguistiche (quali ? Dove ho letto ciò non lo diceva) in quanto il campidanese si sarebbe espanso verso Nord. L'arborense sarebbe il sardo della "Carta de Logu ? Non saprei. E' vero ciò che dici sul condaghe di San Pietro di Silki e sul logudorese antico, io l'ho regalato a mio padre e gli ho dato una sbirciata e si capiva abbastanza. Lo stesso non posso dire per il condaghe di Santa Maria di Bonarcado (dialetto arborense ?) che mi è capitato fra le mani nell'adolescenza ma ci avevo capito veramente poco. Per la storia della lingua sarda dopo la perdita dell'indipendenza mi vado a vedere il libro in due volumi "Sardegna lingua comunicazione letteratura" che non ho finito di leggere, adesso sono le 23 e fra poco mi corico, ma sicuramente è come dici tu; ho sentito che i sacerdoti allora predicavano i sardo durante la Messa e almeno una parte di queste prediche ci sarebbero arrivate (altro argomento che dovrei vedermi meglio). Saludos e ìstami 'ene.
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Folkettara Dilettante
Utente Medio
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Inserito il - 20/10/2015 : 22:20:43
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per Gonariu: nell'ultimo post hai detto a Turritanu che gli avresti inviato un pdf, se ho letto bene: è per caso quello che non riuscivo ad aprire (quello sull'ortografia del Lepori, per intenderci) o è un altro documento? Per tutti: ultimamente non mi faccio sentire molto spesso perché ho anche avuto dei problemi con i miei due pc (quello personale e quello che mi è stato appena installato in ufficio), ma cerco sempre di stare attenta agli interventi che leggo, anche se non sono una studiosa di linguistica o di etnomusicologia, come mi aveva chiesto Petru nei primi interventi. Nos intindimus!
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 21/10/2015 : 22:16:20
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Sì Folkettara. Mi avevi detto alcuni mesi fa che non eri riuscita ad aprirlo col tuo computer ed allora avevo fatto fare da un mio amico un file in un altro formato, ma tu allora mi avevi detto di averlo perso.
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Agostino Zoroddu |
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Folkettara Dilettante
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Inserito il - 21/10/2015 : 23:26:10
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beh, forse avevo troppa posta e non mi era arrivata la mdifica, probabilmente... ho dovuto fare un po' di pulizia nella posta elettronica perché il mio programma non mi avverte quando la cassetta postale è piena e può succedere che qualche messaggio non mi arriva dopo due o tre giorni... anch'io ogni tanto sono imbranata con la posta. A proposito di ortografia sard non ho ancora capito bene a cosa corrisponde il segno "ç"(a intuito sembra una C dolce, quella di "ciao", per intenderci), ma mi potrei sbagliare. Saludos!
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Turritano
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Inserito il - 22/10/2015 : 14:19:29
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Salve Gonario Anch’io capisco tutte le varietà del logudorese meglio del campidanese, di qualunque varietà di campidanese (che pure capisco abbastanza bene), anche se devo mettere più attenzione ad alcuni dialetti a sud di Nuoro (il dialetto di Nuoro città invece è praticamente logudorese classsico), sempre soprattutto per via della pronuncia. Mi sembra normale che tu, essendo cresciuto in una zona campidanese, hai più familiarità con quel dialetto piuttosto che col dialetto di Orotelli, parlato da tuo padre. Strana la tua difficoltà di capire il dialetto di Bosa (e quindi in genere, della Planargia) mentre dici di capire bene quelo di Sindia e quello di Berchidda. Strano perché Sindia è a pochi km da Bosa e, quindi, non ci dovrebbero essere grandi differenze, anche se io non conosco il dialetto di Sindia, ma molto bene quello di Bosa. Mentre Berchidda è molto lontana: è piuttosto a Sud Est, nella zona di logudorese della Gallura, qundi ci dovrebbero essere sì delle differnze lessicali, ma la pronuncia è molto simile alla bosana: non ha, per esempio, quella particolarità di pronuncia della “skhi”, “scho”, “isth”, “esth”, “usth” ecc, che si riscontra nelle zone del Sassarese. Non solo, ma Bosa, e la Planargia, risente un pochino del campidanese, per esempio dicono “po” e “poite” (alla campidanese) invece di “pro” e proite alla logudorese; dicono “piccioccu”, sempre alla campidanese, anche se usano pure il termino pitzinnu (alla logudorese). Pure le finali di qualche tempo dei verbi, credo che sia alla campidanese;”beninde” anziché benende o benzende (come nel Logudorese che parlo io). Però uno che capisce bene una qualunque sub variante del Logudorese, non ha nessuna particolare problema a capire le altre sub o micro varianti. Più difficoltà si hanno a capire i dialetti dei Paesi a Sud di Nuoro, sempre per la particolarità della pronunzia. Anche il sassarese, e il logudorese dei paesi delle zone circostanti, peraltro abbastanza estese, potrebbe essere di difficile comprensione, anche per altri logudoresi, sempre per la particolarità della pronunzia già menzionate. Oristano, è vero che una volta, ai beati tempi dell’indipendenza, si parlava e scriveva la variante “Arborense”, e questo è inequivocabilmente ben documentato nella Carta de Logu e altri documenti. Io personalmente ho motivo di credere che fosse una specie di “Limba de Mesanìa”, comunque corrisponde abbastanza a quella ancora parlata per esempio nella zona dell’Alto Oristanese (Montiferro: Santu Lussurgiu”), Ghilarza, Abbasanta e paesi piu a sud, come Busachi e Samugheo, ma non solo . Certo che i sacerdoti predicavano in sardo, anzi in sardo scrivevano anche delle preghiere e altre opere sacre. Il fratello di mio nonno era parroco, di un paese del Logudoro ai confini con la Gallura attuale. Era un letterato e ha scritto diverse opere sacre in logudorese. Io ho una copia della novena alla santa patrona del paese, anche se ora come ora, sarebbe un problema trovarla, essendo ovviamente molto striminzita, fra i tanti libri che ho. Il condaghe di S. Maria di Bonarcado, mi sembra più latineggiante di quello di S. Pietro di Silki ma assomiglia parecchio, a mio parere, a quello di S: Pietro di Silki, amnche se ci son tracce di campidanese. Di sicuro la lingua della Carta de Logu è più evoluta, più recente e popolare e quindi, più comprensibile. Sicuramente il sardo della Carta de Logu, è assimilabile al logudorese, ma ha qualcosa di campoidanese. Saludos e a nos intender luego
PS, sono curioso: sì, grazie, mandami pure in PDF le regole ortografiche del Lepori. In mp ti invio la mia EM
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Modificato da - Turritano in data 22/10/2015 14:20:29 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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Gonariu
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Inserito il - 22/10/2015 : 22:58:28
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Folkettara, se vuoi posso riprovare a mandarti il file in PDF dell'ortografia di Lepori; per quella che ti ho mandato nell'altro formato dovrei richiedere a quel mio amico la cortesia di rifarmi il file in quel formato in quanto non l'avevo salvato, dimmi tu. La "ç" è la "c" dell'italiano "cera", la combinazione "sç" da il suono di "sc" nella parola italiana "scena".
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Agostino Zoroddu |
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Gonariu
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Inserito il - 22/10/2015 : 23:24:09
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Salve Turritano,
sicuramente i miei limiti in sardo derivano dal fatto che l'ho imparato in un secondo tempo in quanto in casa si è sempre parlato italiano in quanto mio padre parla il nuorese di Orotelli e mia madre il campidanese di Sanluri, poi a Cagliari, dove sono nato, cresciuto e vissuto, già da quando ero piccolo sentivo pochissimi parlare in sardo. Ho imparato andando a casa dei miei nonni a Sanluri durante le vacanze (di Pasqua, di Natale e una buona parte dell'estate) ed a Orotelli ad Agosto, quando mio padre prendeva le ferie (tutto il mese). Mi sono deciso a parlare correntemente in sardo a 30 anni (per il campidanese con mia madre) ed a 33 per il nuorese (con mio padre), poi siccome da 12 anni insegno nella provincia di Nuoro (attualmente sono nelle magistrali di Nuoro) e vivo quei 10 mesi all'anno ad Orotelli, escluso quando sono a scuola parlo prevalentemente nel nuorese di Orotelli (e ne sento di tutti i colori, da chi mi dice che parlo il sardo antico a chi mi dice che non lo so parlare o faccio miscugli col campidanese, qui penso che la verità stia nel mezzo in quanto conosco almeno le parole per parlare tranquillamente con gli altri, ma sicuramente non sento il sapore delle parole e certe volte proferirò espressioni che, pur corrette da un punto grammaticale e sintattico forse ....... non esistono !). Se però mi metto a leggere in sardo, allora ho bisogno di avere affianco il vocabolario perché trovo parole che non ho mai sentito (sia perché la gente ad Orotelli non le usa più da tempo, avendole sostituite colle corrispondenti parole italiane o forse perché ad Orotelli non ci sono mai state), però queste letture mi sono utili per ampliare il mio vocabolario sia per per migliorare la mia padronanza sintattica del sardo e farmi meno influenzare da quella dell'italiano. Mi ha anche giovato aver fatto latino al classico in quanto mi ha fatto capire come formare il congiuntivo e l'uso delle preposizioni (che quando ero bambino erano tutte cose che mi sfuggivano), chiaramente questi giochetti mi riescono quasi sempre col nuorese, col campidanese molto meno, essendosi ulteriormente distanziatosi dal latino rispetto al logudorese/nuorese. A causa di ciò per quanto riguarda la comprensione del dialetto dei diversi paesi ne deriva per me una cosa a "macchie di leopardo" trovandomi a capire bene un amico di Sindia ma con un po' di difficoltà col bosano, a capir bene una persona di Tonara che non vedo da molto o quelli di Austis una volta che ci sono andato nell'estate del 2013 ma in difficoltà a capire un collega desulese. Col sassarese e col gallurese vado decisamente male, nella forma scritta non è così difficile, ma essendo stato poche volte a Sassari (senza sentir parlare in sassarese) e mai in Gallura, sentendo parlare tali varianti la mia comprensione tende allo zero !
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Agostino Zoroddu |
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