Forum Sardegna - presentazione Libro: I Giganti di Pietra
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 Evento: presentazione Libro: I Giganti di Pietra
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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 02/12/2012 : 20:24:36  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://www.uniss.it/php/proiettoreT...heca9479.xml

"Giganti di pietra", presentazione del libro sulle statue di Mont'e Prama all'Università di Sassari
Mercoledì 5 dicembre alle 18.00 in aula magna




SASSARI. Sarà presentato mercoledì 5 dicembre alle 18.00 nell'aula magna dell'Università di Sassari il volume "Giganti di pietra - L'Heroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo", a cura di Alessandro Bedini, Carlo Tronchetti, Giovanni Ugas e Raimondo Zucca (Fabula editore, Cagliari 2012). L'evento sarà introdotto dal Rettore dell'Università di Sassari professor Attilio Mastino e vedrà la partecipazione di Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i Beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro.

Il libro sulle statue di Mont'e Prama, scritto dagli autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi durante la stesura del volume. Gli autori hanno fatto emergere una datazione attendibile dell'Heroon, collocata negli ultimi decenni dell'VIII secolo a.C. Nel volume inoltre è pubblicata la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta dall'unione delle piante degli scavi Bedini e Tronchetti; un'operazione che ha consentito agli archeologi di approfondire l'analisi dei dati e raggiungere maggiori certezze.

I guerrieri di pietra sono stati scoperti casualmente nel 1974 nella zona del Sinis, a Cabras; oggetto di varie campagne di scavo entrate nel vivo nel '79, i frammenti delle statue sono stati conservati nei magazzini del museo archeologico di Cagliari, fino al restauro che si è concluso l'anno scorso. I giganti si trovano ora a Sassari nel Centro di restauro di Li Punti, in attesa di trovare un'altra collocazione.

Alla presentazione del volume interverranno Alberto Moravetti, Alessandro Bedini e Carlo Tronchetti.




http://www.fabulaeditore.com/archeo...-pietra.html

L’Heroon di Monte Prama rappresenta la novità archeologica più interessante degli ultimi decenni nelle vicende della Sardegna e del Mediterraneo occidentale nei primi secoli del I millennio a.C. Infatti non si conosceva, fino ad oggi, nell’area compresa tra la Grecia e l’Atlantico, un complesso così imponente e organicamente pensato; i manufatti del periodo che conosciamo ad oggi sono o contemporanei in Grecia, o posteriori in Italia, e non sono aggregati in strutture così monumentali. Dal momento della scoperta, nei primi anni ’70 del secolo scorso, sono state formulate ipotesi diverse sulla forma e sul significato del monumento.

Questo libro, scritto dagli archeologi autori dello scavo, fornisce per la prima volta un quadro complessivo e filologicamente rigoroso, basato sui risultati acquisiti sul campo e sui confronti e dibattiti sviluppatisi tra gli autori stessi durante la stesura del volume. Il restauro condotto dal Laboratorio di Li Punti della Soprintendenza di Sassari, da poco completato con estrema cura, ha consentito un più approfondito studio e comprensione delle sculture.

Gli autori, basandosi sulla loro esperienza di scavo, hanno proposto per la prima volta due dati importanti: una datazione attendibile dell’Heroon, collocata negli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C. e una sua ricostruzione, rappresentata nel libro in modo virtuale con un disegno. È pubblicata inoltre la pianta completa dello scavo, ad oggi inedita, ottenuta con l’unione delle piante dello scavo Bedini e dello scavo Tronchetti; un’operazione che ha consentito agli archeologi di approfondire l’analisi dei dati e raggiungere maggiori certezze.

Allo stato attuale degli scavi, che dovranno essere completati, l’Heroon misura circa 50 metri, con le statue collocate sulle lastre tombali, e con numerosi betili e modelli di nuraghe a fianco e dietro. Questo complesso rappresenta la monumentalizzazione, avvenuta nell’ultima fase di utilizzo, di un sepolcreto il cui inizio risale al IX secolo. Un così imponente complesso pone il problema del suo significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti politici e culturali con i popoli del Mediterraneo.

Il saggio di Raimondo Zucca analizza la situazione della penisola del Sinis, mettendo in luce la straordinaria densità di nuraghi e villaggi, una consistente continuità pur nei processi di trasformazione tra secondo e primo millennio a.C., il popolamento e i molteplici contatti favoriti dall’area portuale di Tharros fin dall’età protostorica. Ciò consente di affermare che vi erano le condizioni materiali e le conoscenze per la costruzione di un monumento di questa importanza.

Carlo Tronchetti analizza la società dell’età del Ferro, e individua nell’emergere di “aristocrazie” il contesto nel quale l’Heroon è stato costruito. La società aristocratica viveva in case a corte centrale dotate di più ambienti, in villaggi che venivano trasformandosi in centri protourbani, e avevano raggiunto condizioni economiche di relativa ricchezza. La costruzione del santuario si deve a un gruppo familiare allargato, emergente nella società aristocratica, che disponeva delle risorse umane e materiali necessarie. I tipi rappresentati nelle sculture (arcieri, guerrieri, pugilatori, attorniati dai modelli di nuraghe e dai betili) mostrano i valori politici e religiosi elaborati da una famiglia che si descriveva come un’élite. Il complesso era volto a celebrare gli antenati, protettori del gruppo, un elemento essenziale per definire l’appartenenza aristocratica.

Giovanni Ugas analizza la stagione delle aristocrazie, con particolare attenzione alla società, alle relazioni con gli altri popoli del Mediterraneo e alla cultura materiale.

Partendo dall’analisi stilistica Alessandro Bedini individua in modelli orientali l’origine di un flusso culturale che venendo dal Vicino Oriente si diffonde in Grecia, nell’Italia peninsulare fino alla Sardegna e, di qui, arriva nell’Europa che si affaccia sul Mediterraneo. Senza trascurare, tuttavia, la forte impronta locale che ha reinterpretato i modelli. Le campagne di scavo sono documentate da Bedini e Tronchetti con la cronaca dell’attività del gruppo che ha condotto gli scavi, le relazioni di scavo, l’analisi dei materiali e una ricca documentazione iconografica, comprendente fotografie, piante e disegni.

L’iconografia del volume comprende le foto di tutte le sculture ricostruite nel Laboratorio di Li Punti e di molti significativi particolari, e inoltre una ricostruzione virtuale dei tre tipi di personaggi, disegnata espressamente per Fabula editore, come la ricostruzione dell’Heroon, secondo le indicazioni degli autori del volume.

Allo stato attuale della documentazione molti problemi sul valore e sul significato storico di Monte Prama rimangono aperti; gli autori hanno presentano le proprie ipotesi che, in particolare sulla cronologia della costruzione e della distruzione dell’Heroon, presentano soluzione diverse. Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla cronologia di costruzione dell’Heroon, in base ai loro dati di scavo, mentre per la data di distruzione evidenziano la mancanza di dati che permettano di proporre un’ipotesi certa. Ugas, al contrario, dissentendo dagli autori degli scavi, retrodata la cronologia della costruzione dell’Heroon e indica una data precisa per la sua distruzione, non oltre un paio di decenni dopo la costruzione, basandosi su una problematica lettura dei dati di scavo, qui editi.

Questo volume rappresenta una base di partenza. Gli scavi ulteriori, che ci si augura siano intrapresi a breve, e la discussione della comunità scientifica potranno gettare nuova luce su Monte Prama e, di riflesso, sulla storia della Sardegna protostorica e su quella del Mediterraneo occidentale.








Modificato da - DedaloNur in Data 02/12/2012 20:26:05

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Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 02/12/2012 : 21:32:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Evento rimarchevole: per tema, relatori e interventi.
Grazie per la segnalazione!








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Castello di Burgos

Burgos (Ss)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 03/12/2012 : 09:11:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ci voleva un libro del genere: ma leggendone la sintesi di fabula ...chissà qaunte polemiche ne scaturiranno...


Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla cronologia di costruzione dell’Heroon, in base ai loro dati di scavo, mentre per la data di distruzione evidenziano la mancanza di dati che permettano di proporre un’ipotesi certa.

in particolare gli chiedere conto di qesta frase se potessi andare:

ma come??? se proprio tronchetti e rendeli hanno trovato un coccio punico al di sotto di un torso di statua? se la discarica fu creata in epoca punica come sin qui ha detto sempre Tronchetti come si fa a sostenere che furono i fenici o che addirittura non ci siano dati?

e non sarà che l'antipasto...









Modificato da - DedaloNur in data 03/12/2012 09:20:53

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 03/12/2012 : 09:37:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Come già consigliai qualche giorno fa...compratelo e leggetelo, ne vale la pena. Immagini suggestive e descrizioni puntuali La parte redatta da Zucca è...fantastica. Le altre, esclusa una che trovo poco credibile (ma non voglio svelare l'autore), sono illuminanti su vari aspetti dello scavo.







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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 07/12/2012 : 08:46:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
bhe com'è andata la presentazione? Qualcuno c'era?

io al solito non ho potuto recarmici....









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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 07/12/2012 : 09:57:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Compra il libro...la presentazione non è un convegno. Vale la pena, vale proprio la pena. Tantissimi dati che mancavano sono stati inseriti. Lo scritto di Zucca e Tronchetti è realizzato con molta cura, e lo condivido al 100%.








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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 07/12/2012 : 12:17:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non avevo dubbi che condividevi...chissà perchè l'mmaginavo....


quanto a comprarlo, aspetterò che esca in Biblioteca...

devo aprofittarne quando le biblio sarde comprano dei libri: sta diventando una rarità visti i budget

così coi soldi risparmiati, io posso comprare quei libri che qui in Sardegna non arriveranno mai...

P.s.
cos'è sta storia che la resentazione non è un convegno? non si possono fare domande agli autori? e gli autori non espongono nulla?....se è così allora son contento di non esserci stato...









Modificato da - DedaloNur in data 07/12/2012 12:19:36

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Forrighesos

Utente Attivo



Inserito il - 08/12/2012 : 19:29:01  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Forrighesos Invia a Forrighesos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E si.....proprio così caro Dedalo ho assistito alla presentazioni di diverse pubblicazioni, il contraddittorio non era mai previsto.. i programmi, per sommi capi, erano sempre gli stessi......presentazione del testo da parte dei vari sponsor (istituzioni politiche e non), moderatore che presenta gli autori.........gli autori che descrivono " L'opera "........la mission........bla...bla...bla......
In qualche occasione avrei voluto porgere delle domande, ma sarebbei stato inopportuno, che ho sucessivamente sollevato nelle sedi adeguate, convegni simposi etc......
Saluti








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Forrighesos

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.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 09/12/2012 : 08:34:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Forrighesos...visto che gli autori non rispondono (salvo rare eccezioni), è una buona opportunità per discutere quì delle conclusioni alle quali arrivano gli autori. Mi interessa, in particolare, sapere cosa ne pensate della "visione" di Ugas. Io la trovo obsoleta, poco aderente ai manufatti trovati e, soprattutto, troppo legata alla letteratura greca e ad una visione militarista forzata.







Modificato da - .machiavelli. in data 09/12/2012 08:35:24

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 09/12/2012 : 09:13:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Forrighesos ha scritto:
descrivono " L'opera "........la mission........bla...bla...bla......


ho risparmiato dei soldi..non ha senso andare per assaggiare la "pappetta pronta", qella la conosco a menadito o quasi...

io vado dove posso fare domande a mitraglia... come d'altronde mi piace fare nei Fora....

la sintesi proposta dalla casa editrice d'altronde mi stimola parecchie domande. a me pare che Tronchetti-Zucca con quella affermzione sul "non esistono le prove di chi sia stato" contraddica il dato fondamentale ch Tronchetti ha più volte sottolineato: formazione della discarica nell'ultima parte del IV secolo a.C.

con quela datazione dela discarica non c0'è molto spazio per fantasie: la distruzione è avvenuta in epoca punica...mi chiedo perdhè gli archeologi, sempre precisi quando vogliono datare la presenza fenicia tramite i cocci e altri reperti, non usino questi cocci Punici per segnalare la presenza de Punici nel sito.

Il mio sospetto malandrino è che lo facciano per tenere in piedi la teoria delle Colonie Fenice: che anche molti autori stranieri hanno ridimensionato. i giganti sono il simbolo di dominio teritoriale e poitico. sinchè c'erano loro, non c'erano le colonie fenice...c'erano slo frequentazioni e al limite joint venture coi fenici come a S. mbenia..

io la vedo come una gravissima auto-contraddizione. o i dati valgono sempre o non valgono mai, o si fornisce una plausibile motivazione per suffragare una eccezione alla regola: motivazione plausibile che non c'è.

su questo avrei fatto molte domande..ma pazienza...: rimandate sine die









Modificato da - DedaloNur in data 09/12/2012 09:17:16

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 09/12/2012 : 09:23:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ARCHEOLIFE: I GIGANTI DI MONTI PRAMA

In questa puntata di Archeolife il Prof. Carlo Tronchetti ci mostra in anteprima lo stato del restauro dei Giganti di Monti Prama.


http://tg24.infochanneltv.com/index...13&Itemid=29

come al solito non riesco a far comparire la preview.









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alfonso

Utente Medio


Inserito il - 10/12/2012 : 18:14:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alfonso Invia a alfonso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
DedaloNur ha scritto:



la sintesi proposta dalla casa editrice d'altronde mi stimola parecchie domande. a me pare che Tronchetti-Zucca con quella affermzione sul "non esistono le prove di chi sia stato" contraddica il dato fondamentale ch Tronchetti ha più volte sottolineato: formazione della discarica nell'ultima parte del IV secolo a.C.

con quela datazione dela discarica non c0'è molto spazio per fantasie: la distruzione è avvenuta in epoca punica...mi chiedo perdhè gli archeologi, sempre precisi quando vogliono datare la presenza fenicia tramite i cocci e altri reperti, non usino questi cocci Punici per segnalare la presenza de Punici nel sito.

Il mio sospetto malandrino è che lo facciano per tenere in piedi la teoria delle Colonie Fenice: che anche molti autori stranieri hanno ridimensionato. i giganti sono il simbolo di dominio teritoriale e poitico. sinchè c'erano loro, non c'erano le colonie fenice...c'erano slo frequentazioni e al limite joint venture coi fenici come a S. mbenia..

[/quote]

Caro Dedalo
nessuno nasconde niente, non abbassarti al livello dei teorici della cospirazione; tutti siamo d'accordo che la discarica si è formata tra la fine del IV e gli inizi del III a.C., ma questo è un terminus ante quem: ciò significa che la distruzione delle statue può essere o contemporanea alla discarica o precedente. In altre parole il coccio data la formazione della discarica e non necessariamente la distruzione delle statue, di questo si discute, proprio per rispetto dei dati.
La presenza punica a M. Prama e dintorni è, ovviamente, attestata e nessuno l'occulta, ma quando mai: tra l'altro dall'area proviene anche una stele con il segno di Tanit, edita da tempo (vedrai quanto ci ricameranno sopra gli "iconologi" che non sono gli studiosi delle icone come qualche supponente ha cercato di propinarti), segno che il sito ebbe una profonda ristrutturazione in quest'epoca. Non per autocitarmi, ma se vai su academia.edu e scarichi l'ultimo lavoro che ho inserito, quello negli atti del Convegno sulla Storia della Provincia di Oristano, vedrai quanto punico c'è (con l'avvertenza che il testo è di qualche anno fa nonostante sia stato edito di recente e, quindi, non tiene conto degli ultiomi sviluppi delle mie ricerche)
Alfonso








  Firma di alfonso 
alfonso
alfonsostiglitz@libero.it

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 10/12/2012 : 23:12:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


Caro Dedalo
nessuno nasconde niente, non abbassarti al livello dei teorici della cospirazione; tutti siamo d'accordo che la discarica si è formata tra la fine del IV e gli inizi del III a.C., ma questo è un terminus ante quem: ciò significa che la distruzione delle statue può essere o contemporanea alla discarica o precedente. In altre parole il coccio data la formazione della discarica e non necessariamente la distruzione delle statue, di questo si discute, proprio per rispetto dei dati.
La presenza punica a M. Prama e dintorni è, ovviamente, attestata e nessuno l'occulta, ma quando mai: tra l'altro dall'area proviene anche una stele con il segno di Tanit, edita da tempo (vedrai quanto ci ricameranno sopra gli "iconologi" che non sono gli studiosi delle icone come qualche supponente ha cercato di propinarti), segno che il sito ebbe una profonda ristrutturazione in quest'epoca. Non per autocitarmi, ma se vai su academia.edu e scarichi l'ultimo lavoro che ho inserito, quello negli atti del Convegno sulla Storia della Provincia di Oristano, vedrai quanto punico c'è (con l'avvertenza che il testo è di qualche anno fa nonostante sia stato edito di recente e, quindi, non tiene conto degli ultiomi sviluppi delle mie ricerche)
Alfonso



Ciao Alfonso e grazie dell'intervento. Però non ho usato la parola occultare. ne voglio insinuare che si voglia nascondere alcunchè anche perchè il coccio punico è pubblicato.

Nondimeno a me straniscono certe prese di posizione ed il fatto che (a mio modo di vedere s'intende)non si portino certi dati e certe ipotesi alle loro ultime conseguenze.

Mi riferisco a Tronchetti. Lui soprattutto parla del coccio punico (quindi ripeto non l'ha occultato, ). Lui è fermo sostenitore del fatto che Statue e necropoli fossero un tutt'uno.

ora, tu dici che il coccio data la discarica, non la distruzione.

ma nella ricostruzione di tronchetti la conseguenza ultima a cui mi riferisco è che in reltà la discarica data anche la distruzione, ovvero: la discarica si crea pochi istanti dopo la distruzione. Perchè per Tronchetti statue e necrolpoli erano un tutt'uno. furono create e collocate nella necropoli. Dunque, dobbiamo semplicemente immaginare che quando le statue furono abbattute caddero semplicemente rovinosamente sopra le tombe e/o che i loro distruttori le gettarono in frammenti sopra le necropoli stessa. lasciandole lì e fine della storia...

E' l'immagine più consequenziale alla ricostruzione di Tronchetti.

Qualsiasi altra ricostruzione fa acqua da tutte le parti.

per esempio, si suppone che a distruggerle fossero i fenici, ma:
1) prove che i giganti fossero distrutti nel VII sec. non ce ne sono. almeno da quanto pubblicato.
2) dovremmo pensare che i giganti distrutti in epoca fenicia nel VII secol e abbandonati chissà dove, siano poi stati "riesumati" non si sa bene da chi, e collocati per non si qual bene motivo prorpio sopra la necropoli...
3) quindi bisognerebbe spiegare dove si trovavano dal VII sec. a.C. alla fine del IV-III (circa 3 secoli di differenza...)
4) se cmq si volesse sostenere la tesi della distruzione ad opera dei fenici nel VII rimarrebbe da spiegare com'è che alla base di discarica troviamo ceramica del IV secolo e non ceramica fenicia del VII

Sempre a mio modesto parere se i giganti furono ancora in piedi nel IV sec. a.c. decade l'idea della colonia fenicia (inteso come centro dominante del Sinis). chi ha per anni sostenuto questa teoria, può giustamente (dal su punto di vista) nutrire delle resistenze

non c'è niente di scandaloso. io trovo che sia molto normale

ovviamente questo non intacca minimamente la questione della presenza fenicia nel Golfo, ma ripeto, solo la questione della esistenza di una colonia così come la si era ricostruita fino ad ora.

sarà sbagliato ma è il mio modo di vedere le cose...










Modificato da - DedaloNur in data 10/12/2012 23:32:11

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 11/12/2012 : 00:05:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
alfonso ha scritto:

La presenza punica a M. Prama e dintorni è, ovviamente, attestata e nessuno l'occulta, ma quando mai: tra l'altro dall'area proviene anche una stele con il segno di Tanit,

Più della Tanit, che peraltro può essere significativa -non lo nego mica - a me da questo punto di vista interessano di più la stele dedicatoria dei Suffeti di cartagine (?) trovata a murru mannu se ricordo bene, cmq non lontano da Tharros.

potrebbe esserci una relazione secondo te? è interessante tra l'altro che la testadi narbolia fosse associata a statuine votive puniche









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alfonso

Utente Medio


Inserito il - 11/12/2012 : 08:38:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di alfonso Invia a alfonso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Dedalo
le risposte, ovviamente, le avremo con la ripresa dello scavo e con l'analisi di quello che c'è attorno alla necropoli. In realtà le statue non sono abbattute siul posto, i frammenti di statue, di modelli di nuraghe, di betili sono accumulati a colmare un avvallamento, e parzialmente le tombe, quindi c'è un movimento di pezzi e un loro accumulo; il fatto che tra i pezzi ci fosse anche una fibula ci fa pensare che la discarica denoti una forte ristrutturazione dell'area; anche la stele di Tanit ci porta a pensare alla ristrutturazione in funzione di un luogo di culto punico, come è avvenuto nel pozzo sacro di Cuccuru is Arrius o a s'Urachi. La ristrutturazione porta a radicali modifiche dei luoghi. Per cui le due ipotesi abbattimento-discarica, abbattimento-abbandono-discarica hanno entrambe validità; il fatto che manchino elementi che coprano il lasso di tempo tra VII e IV vale per entrambe le ipotesi; per ora fa propendere per un periodo di abbandono. Ma attendiamo gli scavi.
La stele con i sufeti viene proprio da Tharros, probabilmente Murru Mannu (che è parte integrante di Tharros), ma non è chiaro se si trati di sufeti di Catagine d'africa o di una Cartagine di Sardegna: il nome Cartagine (= città nuova) è diffuso in molte parti del Mediterraneo, da Cipro alla Spagna. Non capisco, però, cosa c'entri.
Quanto a Narbolia la testa e le statuine hanno in comune solo il luogo di discarica, assieme ad altro materiale punico e romano. Nessun rapporto. Si tratta di un normale pozzo probabilmente riempito in età tarda, quando non serviva più.
Alfonso








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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 11/12/2012 : 10:40:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
alfonso ha scritto:

Caro Dedalo
le risposte, ovviamente, le avremo con la ripresa dello scavo e con l'analisi di quello che c'è attorno alla necropoli. In realtà le statue non sono abbattute siul posto, i frammenti di statue, di modelli di nuraghe, di betili sono accumulati a colmare un avvallamento, e parzialmente le tombe, quindi c'è un movimento di pezzi e un loro accumulo;

Scusami Alfonso ma non capisco... secondo te le statue e i modelli di nuraghe furono concepite per adornare e monumentalizzare la necropoli, oppure un altro luogo?

Tronchetti le ricollega alla terza fase della necropoli.
Se statue e necropoli sono così strettamente connesse (ed adiacenti) allora dobbiamo pensare che le statue fossero almeno in vista della necropoli e viceversa: altrmenti non avrebbe senso dire che le statue sorsero nella 3a fase della necropoli per monumentalizzarla. insomma le statue sono monumenti funerari oppure no?

in questo quadroi può benissimo esserci stato un piccolo tragitto per trasportare le statue da un luogo ad un altro (di certo se le statue erano monumenti funerari non possiamo parlare di centinaia di metri...), ma questo "movimento" è minimo, e sembra esser stato fatto apposta per occultare, necropoli e statue: evidentemente chi le distrusse conosceva il nesso statue-necropoli (è una domanda che si pone anche Rendeli) se si è preso la briga di occultare le une con le altre.

conosceva il nesso semplicemente perchè potè vedee coi suoi occhi, come le statue monumentalizzavano l'area funeraria.a rigor di logica mi pare il ragionamento migliore...

quindi sorge un altra domanda dalla tua osservazione, se così non fosse e tra distruzione e "ristrutturazione ci fosse stato un lungo periodo di abbandono: che senso avrebbe occultare/ristrutturare un luogo già abbandonato da secoli? i secoli stessi avranno prvveduto ad occultarlo. e ancor meno mi convince la parola "ristrutturazione". in che senso la utilizzi? se il luogo era abbandonato (come dici tu..)che senso aveva "ristrutturarlo"?

Io uso la parola occultamento, perchè ad Antas, dove sorgono come ben sai delle tombe a pozzetto del tutto smili a quelle di Prama della prima fase, il tempio di Sid sorse sopra la necropoli stessa. tanto che lo stesso Ugas, afferma che la maggior parte delle tombe i trova ancora sotto il basamento del tempio prima punico e poi romano. la logica sembra la stessa: occultare. sarebbe/è una strategia militare e politica coerente da parte punica.

la fibula viceversa cosa ci indicherebbe di certo o almeno di plausibile, della distruzione?

il fatto che tra i pezzi ci fosse anche una fibula ci fa pensare che la discarica denoti una forte ristrutturazione dell'area; anche la stele di Tanit ci porta a pensare alla ristrutturazione in funzione di un luogo di culto punico, come è avvenuto nel pozzo sacro di Cuccuru is Arrius o a s'Urachi.

ecco,, appunto...altri simboli punici in luoghi sacri ai nuragici.

il fatto che manchino elementi che coprano il lasso di tempo tra VII e IV vale per entrambe le ipotesi; per ora fa propendere per un periodo di abbandono. Ma attendiamo gli scavi.

non voglio sembrarti insistente in modo gratuito, o refrattario in modo pregiudizievole alle tue posizioni ma pure qui faccio fatica a comprendere:

per usare le tue parole: se diciamo sì al'ipotesi distruzione-discarica non c'è alcun lasso di tempo da coprire e spiegare. tutto avviene in uno strettissimo torno di tempo

se viceversa diciamo sì all'ipotesi distruzione-abbandono-discarica si crea uno iato di tempo piuttostoo importante (qausi 3 secoli) che va spiegato e sostanziato da prove.

mi sembra che allo stato attuale non si posa dire alcunchè. poi si rivedrà dalla ripresa degli scavi, come dici tu.


La stele con i sufeti viene proprio da Tharros, probabilmente Murru Mannu (che è parte integrante di Tharros), ma non è chiaro se si trati di sufeti di Catagine d'africa o di una Cartagine di Sardegna: il nome Cartagine (= città nuova) è diffuso in molte parti del Mediterraneo, da Cipro alla Spagna. Non capisco, però, cosa c'entri.

Purtroppo adesso non ricordo chi fu a dirlo, ma rammento che in un abbastanza recente articolo, si diceva, a prosito della comparsa di quella stele, che era un riflesso della maggiore importanza assunta dalla Tharros Punica a discapito di Bithia (che invece da quel periodo se non prima è in netta fase di decandenza) contemporaneamente, cioè sempre nel III secolo, (se ricordo bene il contnuto di qell'articolo) avviene un importante ristrutturazione e rafforzamento di Cornus sempre da parte Punica: insomma Cornus diventa suna sorta di caposaldo punico proteso verso il monteferru

il fatto che questi fenomeni a Tharros e Cornus (e all'opposto a Bithia) siano contemporanei e che no si discostino troppo dalla daazione data del coccio punico a Prama, mi ha fatto pensare che la disruzione di Monte prama databile da quel coccio, sia prodromica ai sucitati fenomeni. Tutto avviene cioè nel quadro della conquista o riconquista punica del Sinis.

cmq mi pare abastanza oggettivo dire che questa discussione vale mille presentazioni dei libri nei quali non si pò o vien male, porre domande...quindi grazie della tua presenza.

i Fora conservano tuttora la loro funzione e ..........meno male...












Modificato da - DedaloNur in data 11/12/2012 11:01:11

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