Forum Sardegna - Abbandono dei nuraghi nel BF
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Nota Bene: Il Museo Nazionale Giovanni Antonio Sanna di Sassari , riallestito dal prof. Ercole Contu nel 1974, e' il primo museo didattico creato in Italia.
Il "museo per tutti" conserva un'importantissima collezione di reperti archeologici ordinata con criterio cronologico.
Il visitatore,percorrendo le sale, compie un viaggio dal Paleolitico sino al Medioevo, accompagnato da chiarissimi pannelli esplicativi.



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 Abbandono dei nuraghi nel BF
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Autore Discussione
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pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 10:13:49  Link diretto a questa discussione  Rispondi Quotando
Se la seconda fase del BR e gli inizi del BF si caratterizzano per un evidente boom demografico, capanne sempre più ampie e i villaggi sempre più vasti, nell’ultima delle fasi del Bronzo finale moltissimi nuraghi sono abbandonati, in quasi tutto il territorio isolano, probabilmente a causa di cedimenti strutturali delle parti sommitali.

(F. Campus, V. Leonelli, F. Lo Schiavo: La transizione culturale dall'età del bronzo all'età del ferro nella Sardegna nuragica in relazione con l'Italia tirrenica - Bollettino di Archeologia on line I 2010/ Volume speciale F / F2 / 6, pagg 62-76)

Ecco qua. Adesso sappiamo perché le torri nuragiche vennero abbandonate: i mensoloni si erano stancati di stare abbarbicati alla cima delle torri e pensarono che era arrivato il momento di finirla. Presto o tardi, la pensione arriva per tutti! Però erano stati su tranquilli per qualche secolo…
Ci sarebbe da domandarsi su quali basi Lo Schiavo pervenga a queste conclusioni.
In ogni caso (pag 67):

Resta da chiedersi quali furono le ragioni di un abbandono così sistematico non solo dei nuraghi, sui quali i dati a disposizione ci consentono di affermare che i crolli delle parti sommitali - anche di molti dei villaggi che li circondano - sono ascrivibili a questo periodo, se non al precedente. Probabilmente hanno giocato un ruolo degli ecofatti - dei quali tuttavia ci sfuggono la reale portata e l’impatto - come un eccessivo disboscamento con conseguente erosione dei suoli, un progressivo impoverimento dei terreni agricoli, che possono aver portato ad una maggiore domanda di nuove terre, o a un loro maggior frazionamento - forse legati all’aumento demografico, che noi vediamo riflesso nell’ampliarsi dei villaggi.
Sicuramente determinanti, in Sardegna come in tutto il Mediterraneo, sono stati i cambiamenti nell’indirizzo della ricerca delle risorse, nella strutturazione economica e nell’organizzazione sociale, conseguenti all’uso sempre più esteso e generalizzato del ferro.
Non abbiamo alcun elemento invece che evidenzi uno stato di conflittualità all’interno delle comunità nuragiche o fra i diversi sistemi territoriali, e neppure indicazioni di un’eventuale aggressione proveniente dall’esterno. Nella gran parte dei siti indagati non sono visibili tracce di incendi. Tutto ciò induce a pensare che l’abbandono sia avvenuto non in maniera traumatica, ma in modo progressivo fino agli inizi dell’età del Ferro.
D’altra parte anche i ripostigli di bronzi, probabilmente patrimonio dell’intera comunità, occultati al di sotto dei lastricati delle capanne e nelle murature dei nuraghi, documentano la pratica della tesaurizzazione, che potrebbe contraddire una realtà in crisi.


A parte il chiaro esempio di prosa confusa (la prima frase qui sopra è un piccolo capolavoro) abbiamo:
• un aumento della dimensione dei villaggi;
• uno stato di crisi da addebitarsi a un qualche “ecofatto” di origine ignota;
• uno stato di crisi che però non influisce (a quanto pare) sulla consistenza numerica della popolazione (che razza di crisi sarebbe? Quando mai si è visto che una società preurbana in crisi sopporta un aumento della popolazione?);
• la tesaurizzazione che contraddice la crisi;

Bello!






 Regione Estero  ~ Città: Atlantide  ~  Messaggi: 450  ~  Membro dal: 25/12/2010  ~  Ultima visita: 23/03/2012

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 27/10/2011 : 11:09:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I popoli progrediscono imparano e sviluppano nuove idee e conoscenze. Cambiare e modificare è una peculiarità dell'essere umano che cerca sempre di migliorare la propria vita.
Anche la necessità di unirsi in gruppi sempre più numerosi e quindi abbandonando vecchi insediamenti una concezione più "moderna" della socialità ma anche della difesa verso popoli incombenti dall'esterno. Forse non è necessario cercare motivazioni particolari ma guardare al normale corso della vita.







  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Lessa
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 27/10/2011 : 12:04:32  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
http://151.12.58.75/archeologia/bao...OSCHIAVO.pdf

E se i mensoloni e le parti sommitali fossero crollate per l'abbandono, anziché viceversa?







  Firma di Lessa 
"La storia scritta dai vincitori non può dire cose giuste"

Il mio Blog sulla rievocazione storica, il combattimento, e la ricostruzione Nuragica: http://sardinianwarrior.blogspot.com

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/10/2011 : 12:10:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Messaggio di pollo mannaro
. Presto o tardi, la pensione arriva per tutti! Però erano stati su tranquilli per qualche secolo…

Faccio sommessamente notare che i restauri fatti dai nuragici, attestino che i nuraghi, ogni tanto cedevano, oppure se non cedevano venivano ampliati e quindi modficati.
Ese a un certo punto, le risorse per restaurarli o ampliarli furono dirottate altrove?


Resta da chiedersi quali furono le ragioni di un abbandono così sistematico non solo dei nuraghi, sui quali i dati a disposizione ci consentono di affermare che i crolli delle parti sommitali - anche di molti dei villaggi che li circondano -

anche i pozzi sacri: Ballao, docet, fu abbandonato per cause imprecisate nel bronzo finale.

meglio distinguere entro quanto dcono gli archeologi è chiaro infatti come propongano varie spiegazioni plausibili ma speculative a causa della carenza di indagini e di dati. Le spiegazioni plausibili ma speculative sono queste:
sono ascrivibili a questo periodo, se non al precedente. Probabilmente hanno giocato un ruolo degli ecofatti - dei quali tuttavia ci sfuggono la reale portata e l’impatto - ferro.


dall'altro lato escludono [b]in modo pressochè totale, con i dati oggettivi alcune ipotesi:
Non abbiamo alcun elemento invece che evidenzi uno stato di conflittualità all’interno delle comunità nuragiche o fra i diversi sistemi territoriali, e neppure indicazioni di un’eventuale aggressione proveniente dall’esterno. Nella gran parte dei siti indagati non sono visibili tracce di incendi. Tutto ciò induce a pensare che l’abbandono sia avvenuto non in maniera traumatica, ma in modo progressivo fino agli inizi dell’età del Ferro.



D’altra parte anche i ripostigli di bronzi, probabilmente patrimonio dell’intera comunità, occultati al di sotto dei lastricati delle capanne e nelle murature dei nuraghi, documentano la pratica della tesaurizzazione, che potrebbe contraddire una realtà in crisi.

tesaurizza sia chi è in crisi sia chi non lo è: non è un buon argomento, anche se è certo che, talvolta, dai nuraghi ai pozzi sacri, bronzetti, oxhide, spade, si trovino in gran quantità negli strati precedenti all'abbandono, come se fossero dimenticati o abbadonati intenzionalmente.



• uno stato di crisi che però non influisce (a quanto pare) sulla consistenza numerica della popolazione (che razza di crisi sarebbe? Quando mai si è visto che una società preurbana in crisi sopporta un aumento della popolazione?);

una crisi sociale, non dovuta ad una guerra generalizzata, ne ad aggressione esterna, perchè mai dovrebbe arrecare un tracollo demografico?

certo che nelle crisi, ci sono sempre delle perdite, ma poichè non conosciamo il fattore scatenante (sempre che ce ne sia uno soltanto...) è inutile specularci troppo,
fatto è che se il crollo fosse stato traumatico con gravissime perdite umane e in risorse, dubito che la civiltà nuragica si sarbbe proptratta di vari altri secoli durante l'età del ferro.

[b]Per completezza d'informazione dobbiamo infatti precisare che, gli autori dell'articolo, sostengono che i sardi dell'età del ferro fossero nuragici.[/b]

Ora un paio di critiche all'articolo dela Lo Schiavo le faccio anche io:
1) ragiona in termine di alternatività delle cause della crisi. Mentre il discorso dovrebbe essre incentrato in una prospettiva multifattoriale, tenendo presente che le tensioni ambientali, politiche ecc.. hanno sempre un riverbero militare.

2) si specula sulla guerra ancora in modo sommario; essa non trasforma le società solo quando c'è un aggressione esterna o quando c'è una lotta intestina;

a causa di questa lacuna, i l'Autrice, che non può avvalersi visti i dati di scavo, di invasioni esterne/lotte intestine, finisce col rifugiarsi negli "ecofatti imprecisati e imprecisabili, perchè mollto difficili ed economicamente impegnativi da indagare. Talvlta poi il tempo cancella completamente le tracce di tali ecofatti.










  Firma di DedaloNur 
Freddie Mercury - In My Defence
http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/10/2011 : 12:13:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:
Anche la necessità di unirsi in gruppi sempre più numerosi e quindi abbandonando vecchi insediamenti una concezione più "moderna" della socialità ma anche della difesa verso popoli incombenti dall'esterno. Forse non è necessario cercare motivazioni particolari ma guardare al normale corso della vita.

è la spiegazione in sottotraccia di vari archeologi, tra cui Rendeli (archeologo che stimo molto), per S.Imbenia; i nuragici cambiarono assetto sociale senza snaturarsi, avendo ancora nel nuraghe il loro baricentro culturale (vedi anche i modelllini di cui sono pieni pozzi sacri, santuari, Heeron gigante di monte prama) , mentre il baricentro economico sociale si era invece spostato

quindi ti quoto in pieno caro Tharros!







  Firma di DedaloNur 
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http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

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Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 27/10/2011 : 12:31:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Buongiorno

Ho letto l' intero articolo , postato a stralci da Pollo Mannaro, e in effetti alcuni assunti presenti lasciano un pò perplessi. E' chiaro che si tratta di un ipotesi ricostruttiva confortata (parzialmente) da dati e stratigrafie di scavo, ma alcune forzature significative nella lettura dei dati stessi portano a conclusioni meramente congetturali.
La parte dedicata all' abbandono dei nuraghi sulla scorta della vetustà e del decadimento progressivo delle strutture è fumosa e artatamente superficiale nella descrizione del fenomeno ipotizzato.
Quella dedicata all' analisi della progressiva evoluzione delle forme tombali per trovare conforto alle conclusioni sul tema in discorso, è parziale sia per il novero delle realtà di scavo riportate (poche e troppo peculiari per esser prese a campione indicante generalità) sia per le conclusioni.
Il passaggio dedicato alla bronzistica nuragica ha tanto di ipotetico e pochi dati tutt' altro che incontrovertibili.
Più convincente appare essere la ricostruzione dei flussi e dei rapporti dei nuragici nel contesto del Meditarraneo dal Bronzo Finale alla prima età del Ferro.

Certe inedite novità concernenti nuovi dati di campagne di scavo sono in realtà gli elementi più interessanti dell' articolo in discussione...

Saludos






 Regione Sardegna  ~ Città: iglesias  ~  Messaggi: 39  ~  Membro dal: 22/11/2009  ~  Ultima visita: 07/08/2013 Torna all'inizio della Pagina

pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 12:37:19  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
@Tharros
Guarda, che l’abbandono delle torri sia dovuto ad un mutamento della società e quindi ad una sostanziale scomparsa dei motivi che ne suggerirono la costruzione è opinione di molti (per non dire tutti, anche perché a parte le ipotesi più o meno fantasiose, non ci sono tracce – per ora – di eventi traumatici. Questo lo sottolinea anche Lo Schiavo che indica in almeno 150 anni la durata del processo). Che però l’abbandono delle torri sia dovuto al crollo della sommità è una spiegazione davvero bizzarra. Da quello che capisco, c’è una qualche evidenza del deterioramento delle sommità in corrispondenza del periodo dell’abbandono, così come del riutilizzo del materiale da costruzione, ma mi domando quale indizio possa suggerire una relazione di causalità tra i due fatti! Così, a lume di naso, mi verrebbe da pensare all’esatto contrario (come dice anche Lessa) e cioè che successivamente all’abbandono, le strutture superiori non più manutenute (e non necessarie) si deteriorarono. Oppure vennero cannibalizzate per altri usi. Siccome il ragionamento mi appare debole, mi domando su cosa basi la sua conclusione, se ci siano altri buoni motivi che possano giustificarla (interpretazione di stratigrafie?). Tieni anche conto che le torri continuano ad essere frequentate, sebbene con altri scopi, per lunghissimo tempo (dal culto in poi).






 Regione Estero  ~ Città: Atlantide  ~  Messaggi: 450  ~  Membro dal: 25/12/2010  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 12:45:33  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Faulas ha scritto:

Buongiorno

Ho letto l' intero articolo , postato a stralci da Pollo Mannaro, e in effetti alcuni assunti presenti lasciano un pò perplessi. E' chiaro che si tratta di un ipotesi ricostruttiva confortata (parzialmente) da dati e stratigrafie di scavo, ma alcune forzature significative nella lettura dei dati stessi portano a conclusioni meramente congetturali.
La parte dedicata all' abbandono dei nuraghi sulla scorta della vetustà e del decadimento progressivo delle strutture è fumosa e artatamente superficiale nella descrizione del fenomeno ipotizzato.
Quella dedicata all' analisi della progressiva evoluzione delle forme tombali per trovare conforto alle conclusioni sul tema in discorso, è parziale sia per il novero delle realtà di scavo riportate (poche e troppo peculiari per esser prese a campione indicante generalità) sia per le conclusioni.
Il passaggio dedicato alla bronzistica nuragica ha tanto di ipotetico e pochi dati tutt' altro che incontrovertibili.
Più convincente appare essere la ricostruzione dei flussi e dei rapporti dei nuragici nel contesto del Meditarraneo dal Bronzo Finale alla prima età del Ferro.

Certe inedite novità concernenti nuovi dati di campagne di scavo sono in realtà gli elementi più interessanti dell' articolo in discussione...

Saludos

Concordo su molto di questo intervento. Direi che però anche le conclusioni sul rapporto sardi/Mediterraneo Occ. mi paiono molto roboanti in confronto ai dati disponibili (sebbene meno bizzarre dell'ipotesi sull'abbandono delle torri). Sono del tutto d'accordo sull'interesse dei nuovi dati, la cosa più apprezzabile dell'articolo (in alcuni passi al limite dell'omicidio sintattico).






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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/10/2011 : 12:45:33  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Sì: è indubbiamente un esempio d'umorismo archeocabarettistico del tutto involontario.
In realtà, ho spesso notato che - quando si addiviene al tentativo di descrivere le società paleo sarde - spesso gli autori diventano discretamente vaghi e reticenti, dando chiaramente a vedere che, davvero, non vorrebbero farlo, per una serie di motivi.
Ne riporti uno splendido esempio.
In realtà l'aumento di numero della popolazione e contemporaneamente del suo benessere fisico è attestato dai dati (pochi, per la verità, ma ci sono) biologici, biochimici e genetici: e questi - che sono dati scientifici - non possono correlarsi con una crisi.
"Ecofatto" non si può sentire, ma è un dettaglio...
I cedimenti strutturali delle parti sommitali (di nuraghi e capanne!) in quasi tutto il territorio isolano e la concomitanza del disboscamento (che credo sia iniziato nel Neolitico finale e continuato con crescente aggressività nell'Eneolitico a giudicare dai reperimenti archeologici di asce per l'abbattimento di alberi), con conseguenza di dilavamento e lotta per terre migliori, sono indice di precisa volontà di non contraddire altre precedenti tesi, buttando un po' di fumo negli occhi.
Più facile e diretto (e coraggioso) sarebbe stato indirizzarsi sulla parola epocale "Ferro", ma avrebbe anche richiesto la formulazione di un'ipotesi che invece viene decisamente negata: "Non abbiamo alcun elemento invece che evidenzi uno stato di conflittualità all’interno delle comunità nuragiche o fra i diversi sistemi territoriali, e neppure indicazioni di un’eventuale aggressione proveniente dall’esterno. Nella gran parte dei siti indagati non sono visibili tracce di incendi. Tutto ciò induce a pensare che l’abbandono sia avvenuto non in maniera traumatica, ma in modo progressivo fino agli inizi dell’età del Ferro". Quindi, "andati volontariamente in pensione i mensoloni", come dici tu, i nuragici hanno pensato di cambiare e dare un taglio diverso al loro modo di vivere...

Credo che sia proprio questa colpevole mancanza di coraggio descrittivo e ricostruttivo (da parte dell'Accademia) a creare la ben nota situazione di "vuoto" (esigenza sentita di costruzione di un modello credibile di società Sardo antica) nel quale s'insinuano volentieri altri e più coraggiosi e fantasiosi descrittori non accreditati...







  Firma di maurizio feo 
Beni: ti naru unu contu...

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pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 12:53:52  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:

Sì: è indubbiamente un esempio d'umorismo archeocabarettistico del tutto involontario.
...
Credo che sia proprio questa colpevole mancanza di coraggio descrittivo e ricostruttivo (da parte dell'Accademia) a creare la ben nota situazione di "vuoto" (esigenza sentita di costruzione di un modello credibile di società Sardo antica) nel quale s'insinuano volentieri altri e più coraggiosi e fantasiosi descrittori non accreditati...


Bisognerebbe parlarne senza accapigliarsi troppo... però mi è parso un buon esempio per dimostrare come il mondo accademico sia variegato e tutt'altro che monolitico. Su questa storia dei mensoloni crollati che hanno causato l'abbandono delle torri, ci hanno riso un sacco di colleghi di Lo Schiavo...
Come anche per l'infelice frase di Ugas sulla demolizione dei nuraghi (ma ci pensi che razza di coincidenza?).






 Regione Estero  ~ Città: Atlantide  ~  Messaggi: 450  ~  Membro dal: 25/12/2010  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 27/10/2011 : 13:06:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:
Quindi, "andati volontariamente in pensione i mensoloni", come dici tu, i nuragici hanno pensato di cambiare e dare un taglio diverso al loro modo di vivere...

Credo che sia proprio questa colpevole mancanza di coraggio descrittivo e ricostruttivo (da parte dell'Accademia) a creare la ben nota situazione di "vuoto" (esigenza sentita di costruzione di un modello credibile di società Sardo antica) nel quale s'insinuano volentieri altri e più coraggiosi e fantasiosi descrittori non accreditati...


Concordo pienamente.
Anche perchè tentare di trovare spiegazioni a certi cambiamenti, quali sono quelli che denotano il periodo di "transizione" dal bronzo al ferro, implicherebbe quantomeno delle certezze fondanti un idea precisa delle peculiarità e caratteristiche della società nuragica (del periodo "aureo")...non pervenute. Ci si muove a tentoni su ragioni e finalità dell' incipit costruttivo delle diverse facies di nuraghi e con speditezza quanto con (dubbia) sicumera si pùò arrivare a formulare conclusioni sull' abbandono di impiego e impegno nel mantenimento in opera delle strutture collegato direttamente a un cambiamento di dinamiche socio/economiche.Peccato che l"anello" di relazione tra le due cose sia il fumoso "ecoevento" che nulla dice ma tutto dovrebbe spiegare...






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maurizio feo
Salottino
Utente Master



Inserito il - 27/10/2011 : 13:11:20  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
pollo mannaro ha scritto:

maurizio feo ha scritto:

Sì: è indubbiamente un esempio d'umorismo archeocabarettistico del tutto involontario.
...
Credo che sia proprio questa colpevole mancanza di coraggio descrittivo e ricostruttivo (da parte dell'Accademia) a creare la ben nota situazione di "vuoto" (esigenza sentita di costruzione di un modello credibile di società Sardo antica) nel quale s'insinuano volentieri altri e più coraggiosi e fantasiosi descrittori non accreditati...


Bisognerebbe parlarne senza accapigliarsi troppo... però mi è parso un buon esempio per dimostrare come il mondo accademico sia variegato e tutt'altro che monolitico. Su questa storia dei mensoloni crollati che hanno causato l'abbandono delle torri, ci hanno riso un sacco di colleghi di Lo Schiavo...
Come anche per l'infelice frase di Ugas sulla demolizione dei nuraghi (ma ci pensi che razza di coincidenza?).

A mio vedere la frase di Ugas è molto meno criticabile: lascia che ti spieghi perché.
Non conosco l'ambiente accademico dell'archeologia sarda - premetto - per cui le mie sono solo sensazioni ed impressioni.
Ma credo che non si tratti di un ambiente sereno, per via degli assalti e critiche interessate da parte dei "non accreditati", della posizione non favorevole presso l'opinione pubblica ("una manica di accozzati") e della competitività e contemporanemante pavidità tra colleghi di vari livelli e posizioni, sardi e no...
Conseguentemente, alcuni finiscono (magari) per parlare "in codice", con espressioni che vorrebbero risultassero quanto possibile neutre all'esterno, ma conferissero egualmente il messaggio all'interno della cerchia consortile. Il risultato di queste contorsioni linguistiche può essere comico, oppure peggiore di una frase in lingua piana e semplice.
Posso sbagliarmi. lo so.
Ma ricordo su tutti gli episodi del genere quello del padre dell'Archeolgia Etrusca, Pallottino, quando - era in voga l'autarchia - dichiarò che "non hanno importanza tanto le reali origini geografiche territoriali di un popolo, quanto la realtà della terra nella quale finalmente questo ha acquisito e formato la propria identità di popolo", salvando capra (il proprio lavoro) e cavoli (il rispetto per l'autarchia)...
Ma Pallottino era convinto che gli Etruschi provenissero da Est.
Che ne dici?







Modificato da - maurizio feo in data 27/10/2011 13:15:23

  Firma di maurizio feo 
Beni: ti naru unu contu...

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Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 27/10/2011 : 13:14:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
P.S. Anche se in realtà c'è un passaggio un cui si tenta di riparare all' evidente carenza con un piccolo inciso sulla complementarità degli aspetti civili/religiosi ab origine che diventa supremazia della religiosità nel Bf- IF portando a una rivoluzione sostanziale degli equilibri socio/economici.

"Un ruolo determinante è stato svolto da aspetti legati ad un tentativo di riorganizzazione delle comunità
nuragiche sotto il profilo politico ed economico in tempi non troppo avanzati del Bronzo finale. Per
alcuni secoli, la sfera politico-amministrativa e quella religiosa convivono in simbiosi o in rapporti di reciproca
collaborazione ed influenza, permettendo di mantenere gli equilibri interni alle comunità e di assicurarne
l’unità. Con le fasi terminali dell’età del Bronzo la congestione del sistema socio-economico dei nuraghi
potrebbe aver causato l’indebolimento della sfera politica a vantaggio di quella religiosa, provocando
una crisi di vasta portata. Coloro che gestiscono i templi e le loro risorse sembrano avocare per sé spazi
sempre più ampi all’interno della società. La creazione di sacelli in alcuni nuraghi potrebbe essere connessa
con il controllo economico-amministrativo assunto dalla sfera religiosa."






Modificato da - Faulas in data 27/10/2011 13:23:04

 Regione Sardegna  ~ Città: iglesias  ~  Messaggi: 39  ~  Membro dal: 22/11/2009  ~  Ultima visita: 07/08/2013 Torna all'inizio della Pagina

pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 15:49:00  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
@Faulas
Guarda, mi sbaglierò, però la tua citazione mi rafforza nella convinzione che stiamo parlando di concetti molto fumosi (oppure espressi con una logica urfida). Il recupero di attenzione alla sfera del sacro la si nota dalla comparsa di templi prima sconosciuti (dai pozzi ai tempietti a megaron) e questa, come per i mensoloni in caduta libera, pare più la conseguenza di un cambiamento sociale piuttosto che la fonte. Su questo aspetto ho anche aperto un topic perché la cosa mi ha sempre intrigato e non me la so spiegare (non il ritorno all’interesse per il sacro quanto la sua apparente mancanza nel periodo aureo delle torri). Che poi possa rappresentare l’emergere di un potere in cui la distribuzione delle risorse passa attraverso il tempio (come la frase di Lo Schiavo farebbe supporre) è privo di riscontro (senza contare l’evidente inconsistenza dello stato di crisi che crisi non è… forse sì, ma forse anche no…).
Ad essere del tutto sincero, il lavoro mi pare scritto in fretta, con poca cura e ancor meno convinzione.






Modificato da - pollo mannaro in data 27/10/2011 15:51:50

 Regione Estero  ~ Città: Atlantide  ~  Messaggi: 450  ~  Membro dal: 25/12/2010  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

pollo mannaro

Utente Medio


Inserito il - 27/10/2011 : 15:50:25  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
maurizio feo ha scritto:
Conseguentemente, alcuni finiscono (magari) per parlare "in codice",

Che ne dici?

Sinceramente?
No, credo proprio di no. Senza polemica e voglia di offendere chicchessia, non vedo Ugas impegnato in sottigliezze di questo tipo. Semplicemente credo che scriva male (prova a leggere l’Alba dei nuraghi) concetti poco sostenuti dai dati che trova. E comunque, quando si tratta di relazioni di scavo, secondo me non è male per nulla. Te lo dico in altro modo: quando ha scritto “demolire” pensava a tutt’altro.






 Regione Estero  ~ Città: Atlantide  ~  Messaggi: 450  ~  Membro dal: 25/12/2010  ~  Ultima visita: 23/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

Faulas

Nuovo Utente


Inserito il - 27/10/2011 : 16:01:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Faulas Invia a Faulas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Pollo Mannaro

Ho riportato quello stralcio riguardante sacro/civile giusto per nn tralasciare aspetti dell' analisi fatta dalla Lo Schiavo.Infatti sono pienamente in sintonia con quanto affermi,in special modo sulla circostanza che il lavoro di collazione dei dati e la conseguente interpretazione degli stessi appare frettoloso e con nessi logici quantomeno sfasati,per non dire solo ipoteticamente circostanziati. Questo mi fà pensare che la maggior cura nn è stata rivolta alla redazione propriamente scientifica dell' argomento ma all' attenzione nel nn contraddire/smentire/smontare/rivoluzionare tesi e lavori di altri consorziati accademici. Da profano totale quale sono si intenda.






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