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Discussione |
.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 08/04/2011 : 16:48:30
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Le analisi di laboratorio aiutano molto a capire se si tratta di un pezzo autentico. La provenienza, invece, non viene svelata da quel tipo di indagine. Per quanto riguarda l'incapacità di studiosi illustri di capire se si tratta di un falso...errare humanum est. Più è esperto l'esaminatore, più si riduce il margine di errore. Zucca è esperto in bronzistica? Lo chiedo perché sapevo che si tratta di un archeologo preparatissimo che preferisce cimentarsi in reperti più recenti. Come mai hanno chiesto proprio a lui?
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 08/04/2011 : 17:06:27
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machiavelli: ti quoto... lo studioso quando valuta un pezzo deve essere onesto e "serio", tener conto di ogni dato e arrivare, con umiltà, a dire anche " non lo so" " ho qualche dubbio" acc ecc, poi le analisi danno altri elementi di giudizio... sulla provenienza: assai difficile, per quanto ne so, hai ragione..
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 08/04/2011 : 21:58:51
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| babborcu ha scritto:
che il pezzo stia in un museo ( straniero per giunta.. queto il discorso di mirko) non depone a favore della sua autenticità .se non e' stato trovato in scavi regolari e per giunta si ignora tutto della sua provenienza.. esistono casi clamorosi di falsi esposti in musei stranieri ( ed italiani) credo che molti qui conoscano il catalogo della famigerata mostra si KarlsRoe.. ho scritto bene questo nome teutonico? credo di no , ma mi capite... e quanti falsi ci sono pibblicati ( tutti intieri eh!) .. 300 miliardi?? ho capito bene? ahibo'!! mi pare tantino ( mi rifiuto di pensare ad un valore venale di questi reperti)
tholoi.. oltre alla valutazione ( a volte errata,come dimostra l'episodio citato appena sopra) di chi ha visto e stravisto questi pezzi, ci sono analisi fisico- chimiche che dano risposte più certe..
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no 300 milioni delle vecchie lire!
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 08/04/2011 : 23:22:36
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Oggi il prezzo medio di una navicella sarda battuta alle aste più importanti si aggira intorno ai 100.000 Euro, ma è un periodo di magra. Qualche anno fa i prezzi erano decisamente più alti.
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/04/2011 : 07:41:19
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300 milioni per me sono una cifra talmente inimmaginabile che tra quella e 300 miliardi non c'è differenza! hahahaha! scusate l'abbaglio....
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 09/04/2011 : 10:03:31
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| babborcu ha scritto:
300 milioni per me sono una cifra talmente inimmaginabile che tra quella e 300 miliardi non c'è differenza! hahahaha! scusate l'abbaglio....
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Sarebbero - oggi - circa 150.000 euro... ma alcuni riferiscono di bronzetti che hanno cambiato mano per molto meno, stando al "si dice" (le cassette di birra cui avevo accennato). In ogni caso, si tratta di atti di egoismo, stupidità e rapina.
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 09/04/2011 : 15:45:33
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maurizio.. secondo il sentire "normale 2 di alcune persone , invece, sono "scherzi" "goliardate" furbate ( in questo mondo di furbetti ch occupano posti importanti) persino "balentie", ahinoi !! quando ci toglieremo la benda che ci strizza il cervello e ci copre gli occhi???
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 10/04/2011 : 01:18:34
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Il fatto che Babborcu contrariamente al suo solito sia intervenuto in questa discussione mi dice una montagna di cose. Quindi, non è una mera questione di lana caprina........ T.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 11/04/2011 : 19:58:16
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Vi prego tutti di non offendervi per quanto segue: si tratta di una favola per bambini e niente di più, che questo post mi ha in qualche modo ispirato. Non c'è alcunché di scientifico e quindi nulla è vero, in queste righe. Spero che tutti possiate trovare almeno un motivo per sorriderne. Se poi non dovesse piacere, pazienza: è un innocuo "conto de foghile" e non avrà conseguenze, spero.
I Sardi navigavano eccome! È certamente dimostrato che navigassero dal fatto che esistono numerosissime navicelle di bronzo a testimoniarlo. Come dite? Che non dimostrano che i Sardi sapessero costruire le vere navi grandi? E perché mai avrebbero dovuto costruirle, scusate? I sardi le loro navi le fondevano, le facevano in bronzo: ci sono i reperti archeologici! I Sardi, infatti, erano alti 6-7 centimetri e navigavano proprio in quelle piccole navicelle di bronzo… Non erano modellini votivi, o simbolici, o tutte le altre sciocchezze che sono state dette! E - no! - che non andavano a fondo, perché stavano a galla con il sughero! E di sughero ne avevano quanto volevano! Quindi: ci sono le prove materiali archeologiche e ci sono i materiali naturali sul terreno isolano: il rame, lo stagno (hai voglia di stagni, in Sardegna!), il sughero. Il fuoco, poi, quello bastava prenderlo da uno degli abituali incendi che scoppiano in Sardegna: praticamente è sempre disponibile, quindi. Pare che alcuni comuni nuragici facessero addirittura pagare una tassa sulla fornitura del fuoco per i barbecue: sembra che la famosa scritta sul portale del Nuraghe Rampinu di Orosei fosse una bolletta recapitata con la mora (ma allora le postine erano tutte more, mi sembra!).
All’inizio, i Sardi facevano delle furiose battute di pesca negli stagni, per prendere le sardine con l’arpione, o con arco e frecce. Non c’è niente da ridere, sapete! Se sei alto meno di quanto è lunga una sardina, allora la sardina si difende eccome, prima di farsi infilzare. È un affare molto serio e può essere pericoloso… Adesso, non intendo dire, con questo, che proprio in questa pericolosa attività violenta – nella quale i sardi eccellevano – possa riconoscersi una delle cause della loro estinzione: ma vedremo a quali conclusioni arriveranno gli archeologi che stanno studiando la cosa…
E non ce n’erano di sardi grandi, allora? I Sardi grandi c’erano, c’erano – quelli che chiamiamo i giganti – ma prima o poi li ammazzavano e li mettevano nelle loro tombe: le tombe dei giganti. È probabile che prima li usassero per i lavori pesanti: costruire nuraghi, coltivare, pascolare il bestiame, estrarre i minerali dalle miniere e cose noiose di questo genere. Perché i sardi grandi erano buoni e generosi, non rifiutavano mai niente a nessuno e – se potevano rendersi utili in qualche modo – lo facevano immancabilmente… Il loro motto era: “Acqua e fuoco non si negano mai a nessuno”. Non stavano mai farmi: erano laboriosi e pacifici e gli piaceva, alla fine della giornata, riunirsi a fare gare di canto all’impronta e ballare in tondo… Ma com’è che i sardi giganti ubbidivano ai sardi piccoli? Ma perché erano piccoli, ma cattivi, mì! Ne abbiamo le prove sicure. Intanto, erano proprio quelli grandi che erano costretti da quelli piccoli a costruire i gigantinos: ditemi voi se non è una cattiveria essere costretti a scavarsi la tomba! Ma non è finita qui: i sardi grandi erano costretti a scolpire dei modelli in pietra, che dovevano servire per realizzare i bronzetti sardi, fusi negli stampi da quelli piccoli. Quando il bronzetto era finito, i sardi piccoli – a dimostrazione della loro grande cattiveria – rompevano regolarmente i modelli grandi: e s’accanivano così tanto che li polverizzavano, addirittura! Si dice che così siano nate tutte le numerose e bellissime spiagge sarde: dalla polverizzazione delle antiche statue di granito… Un giorno che i sardi piccoli erano particolarmente "mandroni", lasciarono il lavoro a metà: si era nella zona di quella collina che oggi si chiama Monte Prama e le statue erano in arenaria, perché lì vicino è particolarmente abbondante. Ma i sardi piccoli – sempre per la solita cattiveria – costrinsero quelli grandi a portare le statue sulla collina, per fargli fare più fatica... Gli appassionati dell’archeologia misteriosa ancora ringraziano il cielo per quell’inusitato atto di poltroneria, che gli ha permesso di scrivere tanti libri e mantenere la famiglia con i fantastici diritti di fantautore…
I sardi piccoli, un giorno, partirono alla conquista del Mondo allora conosciuto, nelle loro navi di bronzo, ed arrivarono a conquistare proprio dappertutto: in Egitto, in Libano, in Turchia , in Nord Africa ed in Spagna. Si dice che una finì addirittura nelle Americhe, molto prima della scoperta di Cristoforo Colombo (del quale non desidero parlare perché ogni volta si finisce per litigare molto con gli spagnoli, che insistono fosse spagnolo e si chiamasse Cristobal Colòn). Alcuni credono che il tenente Sheri-Dan sia un erede di quegli antichi colonizzatori, ma chissà dov’è la verità… Purtroppo i sardi piccoli erano così piccoli che, di loro, non se n’accorse proprio nessuno, nei paesi conquistati... E tutt’oggi, apparentemente, non ne esiste traccia alcuna… Per cui, alla fine tornarono indietro, piuttosto seccati con tutto il mondo: svilupparono insomma quel carattere chiuso, tetragono, un po’ permaloso e diffidente, che li contraddistingue ancora…
Ma avevano imparato una lezione importante e preziosa: se volevano essere notati, dovevano crescere! E – secondo me – lo fecero con la decisione e la sagacia che aveva sempre contraddistinto le loro azioni coraggiose. Ricorsero all’ibridazione con i sardi grandi! Una manovra di Genetica di Popolazione veramente perfetta! E adesso – chiedetelo pure a chiunque vogliate – sono un misto perfettamente bilanciato di quei pregi generosi e di quei difetti ombrosi, ma sono grandi abbastanza per essere presi sul serio e farsi notare per quello che valgono davvero, ovunque vadano ed in qualsiasi occasione. Sono i Sardi, semplicemente.
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Modificato da - maurizio feo in data 11/04/2011 20:04:30 |
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 11/04/2011 : 20:55:34
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maurizio!! e' bella i significati che si leggono fra le righe sono veri..
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 11/04/2011 : 22:46:57
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Dichiaratamente favola. Tra le righe invece... Grazie. T.
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jomaru
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 12/04/2011 : 00:29:15
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| maurizio feo ha scritto:
Vi prego tutti di non offendervi per quanto segue: si tratta di una favola per bambini e niente di più, che questo post mi ha in qualche modo ispirato. Non c'è alcunché di scientifico e quindi nulla è vero, in queste righe. Spero che tutti possiate trovare almeno un motivo per sorriderne. Se poi non dovesse piacere, pazienza: è un innocuo "conto de foghile" e non avrà conseguenze, spero.
I Sardi navigavano eccome! È certamente dimostrato che navigassero dal fatto che esistono numerosissime navicelle di bronzo a testimoniarlo. Come dite? Che non dimostrano che i Sardi sapessero costruire le vere navi grandi? E perché mai avrebbero dovuto costruirle, scusate? I sardi le loro navi le fondevano, le facevano in bronzo: ci sono i reperti archeologici! I Sardi, infatti, erano alti 6-7 centimetri e navigavano proprio in quelle piccole navicelle di bronzo… Non erano modellini votivi, o simbolici, o tutte le altre sciocchezze che sono state dette! E - no! - che non andavano a fondo, perché stavano a galla con il sughero! E di sughero ne avevano quanto volevano! Quindi: ci sono le prove materiali archeologiche e ci sono i materiali naturali sul terreno isolano: il rame, lo stagno (hai voglia di stagni, in Sardegna!), il sughero. Il fuoco, poi, quello bastava prenderlo da uno degli abituali incendi che scoppiano in Sardegna: praticamente è sempre disponibile, quindi. Pare che alcuni comuni nuragici facessero addirittura pagare una tassa sulla fornitura del fuoco per i barbecue: sembra che la famosa scritta sul portale del Nuraghe Rampinu di Orosei fosse una bolletta recapitata con la mora (ma allora le postine erano tutte more, mi sembra!).
All’inizio, i Sardi facevano delle furiose battute di pesca negli stagni, per prendere le sardine con l’arpione, o con arco e frecce. Non c’è niente da ridere, sapete! Se sei alto meno di quanto è lunga una sardina, allora la sardina si difende eccome, prima di farsi infilzare. È un affare molto serio e può essere pericoloso… Adesso, non intendo dire, con questo, che proprio in questa pericolosa attività violenta – nella quale i sardi eccellevano – possa riconoscersi una delle cause della loro estinzione: ma vedremo a quali conclusioni arriveranno gli archeologi che stanno studiando la cosa…
E non ce n’erano di sardi grandi, allora? I Sardi grandi c’erano, c’erano – quelli che chiamiamo i giganti – ma prima o poi li ammazzavano e li mettevano nelle loro tombe: le tombe dei giganti. È probabile che prima li usassero per i lavori pesanti: costruire nuraghi, coltivare, pascolare il bestiame, estrarre i minerali dalle miniere e cose noiose di questo genere. Perché i sardi grandi erano buoni e generosi, non rifiutavano mai niente a nessuno e – se potevano rendersi utili in qualche modo – lo facevano immancabilmente… Il loro motto era: “Acqua e fuoco non si negano mai a nessuno”. Non stavano mai farmi: erano laboriosi e pacifici e gli piaceva, alla fine della giornata, riunirsi a fare gare di canto all’impronta e ballare in tondo… Ma com’è che i sardi giganti ubbidivano ai sardi piccoli? Ma perché erano piccoli, ma cattivi, mì! Ne abbiamo le prove sicure. Intanto, erano proprio quelli grandi che erano costretti da quelli piccoli a costruire i gigantinos: ditemi voi se non è una cattiveria essere costretti a scavarsi la tomba! Ma non è finita qui: i sardi grandi erano costretti a scolpire dei modelli in pietra, che dovevano servire per realizzare i bronzetti sardi, fusi negli stampi da quelli piccoli. Quando il bronzetto era finito, i sardi piccoli – a dimostrazione della loro grande cattiveria – rompevano regolarmente i modelli grandi: e s’accanivano così tanto che li polverizzavano, addirittura! Si dice che così siano nate tutte le numerose e bellissime spiagge sarde: dalla polverizzazione delle antiche statue di granito… Un giorno che i sardi piccoli erano particolarmente "mandroni", lasciarono il lavoro a metà: si era nella zona di quella collina che oggi si chiama Monte Prama e le statue erano in arenaria, perché lì vicino è particolarmente abbondante. Ma i sardi piccoli – sempre per la solita cattiveria – costrinsero quelli grandi a portare le statue sulla collina, per fargli fare più fatica... Gli appassionati dell’archeologia misteriosa ancora ringraziano il cielo per quell’inusitato atto di poltroneria, che gli ha permesso di scrivere tanti libri e mantenere la famiglia con i fantastici diritti di fantautore…
I sardi piccoli, un giorno, partirono alla conquista del Mondo allora conosciuto, nelle loro navi di bronzo, ed arrivarono a conquistare proprio dappertutto: in Egitto, in Libano, in Turchia , in Nord Africa ed in Spagna. Si dice che una finì addirittura nelle Americhe, molto prima della scoperta di Cristoforo Colombo (del quale non desidero parlare perché ogni volta si finisce per litigare molto con gli spagnoli, che insistono fosse spagnolo e si chiamasse Cristobal Colòn). Alcuni credono che il tenente Sheri-Dan sia un erede di quegli antichi colonizzatori, ma chissà dov’è la verità… Purtroppo i sardi piccoli erano così piccoli che, di loro, non se n’accorse proprio nessuno, nei paesi conquistati... E tutt’oggi, apparentemente, non ne esiste traccia alcuna… Per cui, alla fine tornarono indietro, piuttosto seccati con tutto il mondo: svilupparono insomma quel carattere chiuso, tetragono, un po’ permaloso e diffidente, che li contraddistingue ancora…
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Maurizio, di tutte le favole scritte finora su questa discussione, la tua è senzaltro la più originale e risponde ai canoni del genere (è breve e ha una morale). Le altre non le racconterei ai miei figli, si annoierebbero quanto me, mentre questa...
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Il mare l'abbraccia divina impronta del regale sandalo... |
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DedaloNur
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Utente Master
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Inserito il - 12/04/2011 : 00:30:54
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Mah! io chiedo il perchè di questi tentativi così forsennati e sempre volti ad instillare nelle menti un giudizio di fatto offensivo, per il quale, quelli che pensano a quei bronzetti come modellini di imbarcazioni - e quindi rappresentativi di una antica marineria nuragica - sarebbero sostanzialemte come i bambinetti disposti a credere nelle favole sui giganti.
Quella della marineria sarda è un ipotesi realistica (è anche sostenuta da studiosi stranieri) che coi giganti e con i viaggi in america non c'entra nulla: mischiare questioni così diverse mettendole sullo stesso piano di giudizio (questa è la tecnica..), è tanto scorretto da rasentare la disonestà intellettuale.
io credo che i sardi sappiano giudicare (senza il bisogno d'essere aiutati da chi si è autoeletto maestro di rettitudine) ciò che è verosimile e ciò che non lo è.
Infatti le divisioni consistenti si verificano non tra quelli che sostengono i viaggi in america e l'esistenza dei giganti da un lato e i tutori della Ragione dall'altro, ma semplicimente tra sostenitori di più e diverse ipotesi più o meno verosimili. Le favole si raccontano in ogni parte del mondo, e in ogni parte del mondo, qualcuno ci casca. la maggioranza invece no, ed è così anche in Sardegna.
dunque, perchè gettare sempre e solo benzina sul fuoco con queste lezioni ammantante da paternalismo? Qualcuno in effetti si potrebbe offendere. per esempio, chi pensa di saper ragionare con la sua testa senza il bisogno d'attendere chi gli mostra la Via...o semplicmente quei sardi che non vogliono esser presi per bambinetti se ritengono che i loro Avi di un tempo furono grandi e finanche dei giganti...in senso figurato, ovviamente.
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Modificato da - DedaloNur in data 12/04/2011 00:42:35 |
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri |
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jomaru
Salottino
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Inserito il - 12/04/2011 : 00:40:03
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| DedaloNur ha scritto:
Mah! io chiedo il perchè di questi tentativi così forsennati e sempre volti ad instillare nelle menti un giudizio di fatto offensivo, per il quale, quelli che pensano a quei bronzetti come modellini di imbarcazioni - e quindi rappresentativi di una antica marineria nuragica - sarebbero sostanzialemte come i bambinetti disposti a credere nelle favole sui giganti.
Quella della marineria sarda è un ipotesi realistica (è anche sostenuta da studiosi stranieri) che coi giganti e con i viaggi in america non c'entra nulla: mischiare questioni così diverse mettendole sullo stesso piano di giudizio (questa è la tecnica..), è tanto scorretto da rasentare la disonestà intellettuale.
io credo che i sardi sappiano giudicare (senza il bisogno d'essere aiutati da chi si è autoeletto maestro di rettitudine) ciò che è verosimile e ciò che non lo è.
Infatti le divisioni consistenti si verificano non tra quelli che sostengono i viaggi in america e l'esistenza dei giganti da un lato e i tutori della Ragione dall'altro, ma semplicimente tra sostenitori di più e diverse ipotesi più o meno verosimili. Le favole si raccontano in ogni parte del mondo, e in ogni parte del mondo, qualcuno ci casca. la maggioranza invece no, ed è così anche in Sardegna.
dunque, perchè gettare sempre e solo benzina sul fuoco con queste lezioni paternalistiche?
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Solo tre domande:
1) Chi si è autoeletto maestro di rettitudine?
2) Quali sono le lezioni paternalistiche?
3) Perché parli dei Sardi come di un monolite?
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DedaloNur
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Inserito il - 12/04/2011 : 00:50:39
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Jomaru...di tutto parlo tranne che dei sardi come di un monolite: ho appena detto che si dividono.
quanto alle lezioni paternalistiche e dei maestri di rettitudine, per me, ne hai un esempio sopra. Ogni volta pare che qualcuno, tra le righe o esplicitamente, voglia imporre dei dettami sulla base dei quali giudicare i resti archeologici del passato sardo. e di fatto, espriemendo le mie opinioni lo faccio anche io. intanto però non definiscono favole le ipotesialtrui, o non le mischio alle favole per farle apparire come tali. semplicemente mi limito a criticarle.
Altrimenti, mi sai dire, che c'entra la "favola" di sopra coi discorsi fin qui fatti intorno ad un possibile reperto archeologico e all'intera questione sulle navicelle, con i ziganthes mitologici e i viaggi in america, tutti messi sullo stesso piano, me lo spieghi?
se non condividi, pazienza, questo è il mio giudizio ed è nel conto che qualcuno non condividda proprio perchè non siamo un monolite.
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Modificato da - DedaloNur in data 12/04/2011 00:55:42 |
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