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Nugoresu

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Inserito il - 04/06/2008 : 21:15:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Nugoresu Invia a Nugoresu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
[quote]Messaggio di Ammutadori

Chissà quanti di voi hanno preso parte almeno una volta da ragazzi a questi antichi giochi....




SA BÀTTIDA = da noi si dice A sa Riga
Uno dei tanti giochi che si praticavano in passato era "sa bàttida". Questo gioco consisteva nel prendere una monetina e lanciarla contro il muro, con tutta la forza. Poi la stessa persona rilanciava un' altra monetina cercando di farla cadere a un palmo di distanza dall'altra; chi riusciva a toccare le due monetine con le dita vinceva la partita, e tutte le altre monetine che c'erano in terra, e chi non ci riusciva perdeva le proprie monetine.

SA BALDOFULA = Bardofula ( a Poppo)
Un gioco divertente era la trottola detta "sa Baldofula". Questo gioco si svolgeva così: si faceva un cerchio sul terreno "su parottu" e dopo vi si metteva una trottola dentro. Questa trottola era facile da costruire, infatti ogni ragazzo se la costruiva da se, con il legno più resistente, cioè quello d'ulivo.
Si prendeva un pezzo di legno lungo più o meno 6-7 cm e di larghezza 4-5 cm; con un coltello gli si faceva la punta, ùdove si infilava una vite. Sulla trottola così ottenuta si arrotolava un laccio in pelle (corria). L'estremità di questo filo veniva passato tra l'anulare e il mignolo, si lanciava così la trottola capovolta, il laccio in pelle si slegava e la trottola girava. Gli esperti del gioco riuscivano a "piscare", cioè a farla girare sulla mano e a farla salire sul braccio e girare sull'unghia. Il gioco cui ho accennato prima consisteva nel colpire "binzicorrare" la trottola per farla uscire dal cerchio; chi ci riusciva vinceva e quindi faceva mettere a un altro partecipante la propria trottola nel cerchio. Se invece non riusciva, perdeva e doveva mettere la sua trottola. Certe volte quello che doveva tirare se non se la sentiva diceva al più bravo giocatore così: "Dami manu mia franchèo" cioè chiedeva se poteva tirare al suo posto.
Durante il gioco la trottola che era dentro il cerchio, a seconda delle posizioni che prendeva, aveva un nome: se la trottola si inclinava da una parte si chiamava "pila".
Uno dei tanti giochi che si facevano con la trottola era "Parottu": per terra si tracciava un cerchio e al centro vi si metteva un sasso. I concorrenti dovevano cercare di colpirlo; il primo giocatore che fosse riuscito a colpire la pietra avrebbe dovuto scegliere chi degli avversari dovesse mettere la proprio trottola al posto del sasso. Una volta fatto ciò, i concorrenti colpivano la trottola fino a che qualcuno non la spaccava o la tirava fuori.

ISPROPRIARE = Punzotto
Il gioco di solito si svolgeva in un terreno morbido, i giocatori facevano un cerchio sul terreno e Io dividevano in parti uguali. Si doveva essere muniti di un coltello o di qualcosa di simile e si lanciava nel campo avversario Se questo rimaneva infilzato nel terreno, l'avversario dovevo cedere un pezzo del suo terreno al vincitore,che aveva diritto a un altro tiro.

SERATTU, SERATTU = Barriera
"Serattu, serattu in domo de su attu, in domo de su mere serattu mi chere". Si giocava nei pilastri della piazza di San Nicolò, il gioco consisteva nel rubare il posto l'uno all'altro. Si giocava in cinque con uno che rimaneva fuori e doveva riuscire a prendere il posto agli avversari mentre questi ultimi se li scambiavano a vicenda.



SEDDA MURRA = CADDICA LONGU un'altra variante: S'ARBORE DE SA PRUNA
Questo gioco, come del resto tutti gli altri, si svolgeva durante le feste popolari, in campagna. Si giocava in otto ragazzi divisi in due squadre di quattro ognuna. Dopo il sorteggio una delle due squadre si metteva a "Sedda", cioè gli uni abbracciati agli altri con le teste unite insieme, il più possibile con la schiena inclinata verso avanti. L'altra squadra mandava un suo giocatore a saltare in groppa a un avversario; prima di saltare però pronunciava questa frase, "Sedda murra..." e aggiungeva il nome dell'avversario sopra il quale doveva saltare. Dopo che tutti i compagni saltavano senza sbagliare, si rincominciava allo stesso modo e sempre con la stessa squadra. Ma attenzione! perche una volta che il giocatore saltava a sedda, doveva riscenderne aggrappandosi alle gambe degli avversari, facendo una semi-capriola, senza però mollare le mani dalle gambe avversarie.

LUNA MONTA= LUNA MONTA
Questo gioco consisteva nel saltare il compagno che stava piegato a terra: se quello che saltava toccava il compagno che stava a terra, allora c'era un cambio. Quello che saltava andava sotto e quello che era sotto andava sopra e così via.
Chi stava sotto aveva la facoltà di abbassarsi o sollevarsi, stando attento a fare in modo che chi saltava cadesse dall'altra parte in determinate posizioni prestabilite (a gambe incrociate, a braccia incrociate, ecc.). Il primo saltatore contava e gli altri ripetevano la stessa sua frase "Luna monta, due monta il bue, tre la figlia del re, quattro particolare, cinque incrociatore, sei in crocetto, sette speronette, otto gigiotto; nove il bue, dieci un piatto di ceci, undici per mezz'ora, dodici tutta l'ora, tredici fazzoletto".

SOS CADDOS DE CANNA = CABADDU DE CANNA
Prima nell'antichità i bambini non avendo giochi a disposizione si divertivano a costruirseli da se, come ad es. "sos caddos de canna" che erano canne di un metro circa. Queste venivano messe tra le gambe (come dei cavalli) e si facevano le gare; un altro esempio è il carro costruito con "ferula" a cui venivano attaccati dei buoi fatti con lo stesso materiale.





TIRONE = pARADISU???
Questo era un gioco di società praticato all'aperto, si tracciava una scacchiera e si tirava con un piede (l'altro era sollevato) un coccio. Se questo si fermavo sul rigo che delimitava una casella, Ia casella successiva diventava proprietà dell'avversario. Il gioco così diventava più difficile poichè al gioco successivo bisognava saltare quella casella.

CUA CUA = CUBA CUBA
Cua cua era un gioco femminile, comune anche fra i ragazzi.Un giocatore si doveva mettere contro il muro con Ia faccia coperta per non vedere e contava mentre gli altri si nascondevano. Quando finiva di contare diceva "Tres trese chie non este cuadu chi si cuede" e doveva cercare dove gli altri si erano nascosti e, se trovava qualcuno, doveva correre prima dell'avversario per toccare il muro dove prima avevo contato, dicendo "tres trese". Se egli arrivava prima dell'avversario doveva contare questo, se invece arrivava primo l'avversario doveva ricontare il primo.









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