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campidano
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 26/01/2007 : 23:10:40
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| cedro del Libano ha scritto:
Che memoria campidano a ricordarti anche le regole del gioco.
Is pettiasa e caricciasa non mi sembra di averlo mai sentito.
Racconta.
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Dal sito di GESICO:
Gesico risorgono gli antichi giochi 31/10/2006 E' rinato un antico gioco della nostra amata Sardegna, rinascono con esso i vecchi ricordi dei compaesani del piccolo paese di Gesico. Ci hanno parlato a lungo di questo gioco persone di una certa età, che ancora ricordano regole e trucchetti di allora. Spronati a rivalutarlo, dopo accurate ricerche scopriamo tracce riguardo abitudini e giochi di ragazzi del tempo da un documento spagnolo datato 1774 . Tradotto dalla sua lingua originale, queste le righe del parroco di allora: "Poca la frequenza alla dottrina domenicale (probabilmente l'attuale catechismo). Dato che molti ragazzini si recano nelle aie (o terreni incolti) per giocare con i bastoni." All'inizio era solo una felice intuizione: ma il gioco è molto antico, e le sue origini risalgono addirittura alla notte dei tempi. Alcuni bronzetti nuragici (perlopiù appartenenti a "private" collezioni!) ci aiutano a capire i giochi praticati nella età nuragica, mostrandoci uomini intenti nel gioco de "Is strumpas", nel tirare calci e pugni (una sorta di pugilato), nel tiro con l'arco ed appunto in "Pettiasa e Caricciasa": l'antenato del Baseball e del Softball odierni. Non è tutto! Nel nostro paese esistono, o meglio esistevano fino a pochi anni fa, delle persone anziane, lucidissime nella mente, che oralmente di padre in figlio, si sono tramandate storie di famiglie, "brebusu" (formule magico-religiose), progetti "ingenieristici" per costruire il carro dei buoi (usando il "P" greco senza però conoscere la matematica!), e soprattutto un gioco a metà tra lo sport ed il rito: Pettiasa e Caricciasa, appunto. Conosciuto e praticato in tutta la Sardegna fino al secolo scorso, riscritto, studiato e riproposto a Gesico grazie a queste formidabili memorie storiche. Siamo ormai giunti alla terza edizione del Campionato Regionale, ed l'interesse cresce sempre più
Ogni sera, prima di andare a letto, mi domando se nella giornata ho fatto qualcosa di veramente divertente. Datomi la giusta risposta, mi addormento tranquillamente per andare fieramente incontro al nuovo dì.
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 26/01/2007 : 23:18:21
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Ma scusa cosa vuol dire carriciasa?
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Modificato da - cedro del Libano in data 26/01/2007 23:18:55 |
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campidano
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 26/01/2007 : 23:34:30
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| cedro del Libano ha scritto:
Ma scusa cosa vuol dire carriciasa?
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Is pettiasa erano de bastoni lunghi piu o meno 120 cm. Mentre is caricciasa erano dei legnetti ricavati dalle stesse pettiasa lunghi piu o meno 20 cm.
http://www.gesico.com/gioco03.gif
Ogni sera, prima di andare a letto, mi domando se nella giornata ho fatto qualcosa di veramente divertente. Datomi la giusta risposta, mi addormento tranquillamente per andare fieramente incontro al nuovo dì.
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Nixy
Nuovo Utente
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Inserito il - 29/01/2007 : 15:23:37
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noi su barrallicu lo chiamavamo su "pippiri-ponni" ne ho ankora uno ke mi aveva fatto mio nonno
Alessia )O(
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Mirko
Salottino
Utente Normale
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Inserito il - 10/05/2008 : 09:04:51
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cadducaddone----caddigalongu e altri varianti nomi di questo gioco sono in in base alla zona.
Gioco maschile, si gioca in due squadre con un numero di componenti da tre a dieci e più. ogni concorrente di una delle due squadre a sorte si dispone con la schiena curva e con la testa sotto l'ascella del compagno che lo precede, tranne il primo della fila.di più non ne so. Io ne ho sentito parlare però non ricordo di averci mai giocato ce qualcuno che lo sa?
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M@Mi
Nuovo Utente
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Inserito il - 30/05/2008 : 12:40:02
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Sono decisamente interessata a questo argomento, ossia a come giocavano le giovani generazioni del dopoguerra. Soprattutto i giochi con gli oggetti (sa bardunfula, su barralliccu... etc).
Non riesco a reperire alcuni nomi e descrizioni adeguate (tengo conto che cambiano molto da zona a zona, ma meglio che stare nel vago totale) e avrei bisogno del vostro aiuto.
Qualsiasi informazione sarà più che apprezzata, ed in particolare però avrei bisogno delle seguenti nome/descrizione/immagine(mi scuso in anticipo per le descrizioni "arrancanti"):
- del sonaglio dei lattanti (il campanellino attaccato ad un bastoncino, che scosso davanti al bimbo lo distrae e attira la sua attenzione)
-del gioco, soprattutto femminile, fatto con dei cerchi (piccoli) che venivano lanciati e presi tramite due bastoni (uno per mano). Il cerchio veniva tenuto dai bastoni, prima incrociati e poi allontanati all'improvviso, così da farlo saltare in aria per essere ripreso, sempre coi bastoni, dall'avversario.
- del gioco e delle "figure" che facevano le bambine con un filo di lana annodato che, passando di mano in mano (e preso in punti ben precisi e diversi) , assume forme sempre più complicate, sino a tornare al punto di partenza.
-la raganella, composta da due pezzi di legno che, sfregati o fatti roteare, producono il caratteristico suono.
-descrizione del "ciri e mela"
Grazie in anticipo, davverissimo!!!
M@
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luna
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 30/05/2008 : 18:00:14
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quando ero bambina, non avendo avuto gioccatoli con le mie amiche giocavamo con la fune a campana e con 5 sassolini, uno veniva lanciato in aria e contemporaneamente recuperare gli altri, prima ad uno ad uno, a due a due e così via. Non ho foto per poter documentare il gioco. si giocava così negli anni 60. a presto
luna
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pace a tutti |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 30/05/2008 : 18:12:09
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[quote]luna ha scritto:
quando ero bambina, non avendo avuto gioccatoli con le mie amiche giocavamo con la fune a campana e con 5 sassolini, uno veniva lanciato in aria e contemporaneamente recuperare gli altri, prima ad uno ad uno, a due a due e così via. Non ho foto per poter documentare il gioco. si giocava così negli anni 60. a presto
Anch'io non avevo molto gioccatoli quand'ero bambina in genere giocavo con dei gioccatoli che il mio babbo mi facceva di legno ho di sughero e me ne accontentavo non essendo ricchi e essendo la dodicesima delle famiglia ma almeno ero felice di quel che avevo ma mi ricordo bene il gioco delle Bruschinasa come lo chiamiamo a Nuoro heheeh a volte se mio fratello rischiava e be le tiravo la pietrina in sa conca
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Redentore - Monte Ortobene
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Asinella80
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 30/05/2008 : 18:20:18
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Ancora oggi ne viene fatto ampio uso tra i ragazzi, parlo del gioco della murrocola. Quel gioco in legno che si lancia con la corda e, poi si porta sempre girando sulla mano.. io non ho mai imparato ma a casa la mia mamma figlia del dopoguerra... è una grande campionessa!!!
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M@Mi
Nuovo Utente
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Inserito il - 31/05/2008 : 12:16:50
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Grazie per le risposte e per aver messo la discussione nel posto giusto! Non avevo visto questa, mi scuso per l'errore!
ora la leggerò senza perdere una riga! GRAZIE!!!
M@
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M@Mi
Nuovo Utente
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Inserito il - 31/05/2008 : 12:44:34
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| campidano ha scritto:
Is pettiasa erano de bastoni lunghi piu o meno 120 cm. Mentre is caricciasa erano dei legnetti ricavati dalle stesse pettiasa lunghi piu o meno 20 cm.
http://www.gesico.com/gioco03.gif
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questo somiglia parecchio a "Ciri e Mela" ad esempio.
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Antoi
Salottino
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Inserito il - 04/06/2008 : 11:58:38
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Altri giochi che si facevano da ragazzi, erano:
Prontus cuaddos prontus (pronti cavalli pronti) o Cuaddus fortis (cavalli forti) Questo è un gioco di resistenza e agilità. Il numero di giocatori è variabile, ma con un minimo di otto persone. Non occorre alcun materiale, ma solo uno spazio ampio e un muro. Due giocatori che fanno da capisquadra scelgono, a turno, i compagni che formeranno le rispettive due squadre. Si sorteggia quella che formerà la groppa di un lungo cavallo i cui componenti si disporanno uno dietro l'altro, chi e tenendosi la vita (è importante proteggere la testa affiancandola al bacino del compagno che sta davanti e cingendola con il proprio braccio). Ogni componente dell'altra squadra, a turno, effettuando un salto della "cavallina" preceduto dal grido "prontus cuaddos prontus", monterà a cavalcioni sulla groppa. Se più saltatori si "concentrano" sulla schiena di uno solo degli avversari, aumentando così il carico che gli grava sopra, avranno forti possibilità di far crollare il cavallo, acquisendo, in tal modo, il diritto di saltare ancora al turno successivo. La finalità del gioco è, infatti, quella di sfiancare il "cavallo". Attenzione Il mancato grido di "prontus cuaddos prontus" da parte del saltatore di turno, costerà alla propria squadra la pena di diventare "cavallo".
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Antoi
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 04/06/2008 : 16:18:30
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| M@Mi ha scritto:
Sono decisamente interessata a questo argomento, ossia a come giocavano le giovani generazioni del dopoguerra. Soprattutto i giochi con gli oggetti (sa bardunfula, su barralliccu... etc).
Non riesco a reperire alcuni nomi e descrizioni adeguate (tengo conto che cambiano molto da zona a zona, ma meglio che stare nel vago totale) e avrei bisogno del vostro aiuto.
Qualsiasi informazione sarà più che apprezzata, ed in particolare però avrei bisogno delle seguenti nome/descrizione/immagine(mi scuso in anticipo per le descrizioni "arrancanti"):
- del sonaglio dei lattanti (il campanellino attaccato ad un bastoncino, che scosso davanti al bimbo lo distrae e attira la sua attenzione)
-del gioco, soprattutto femminile, fatto con dei cerchi (piccoli) che venivano lanciati e presi tramite due bastoni (uno per mano). Il cerchio veniva tenuto dai bastoni, prima incrociati e poi allontanati all'improvviso, così da farlo saltare in aria per essere ripreso, sempre coi bastoni, dall'avversario.
- del gioco e delle "figure" che facevano le bambine con un filo di lana annodato che, passando di mano in mano (e preso in punti ben precisi e diversi) , assume forme sempre più complicate, sino a tornare al punto di partenza.
-la raganella, composta da due pezzi di legno che, sfregati o fatti roteare, producono il caratteristico suono.
-descrizione del "ciri e mela"
Grazie in anticipo, davverissimo!!!
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Cili mele o ciri mele
Si sega un manico di scopa in due pezzi: uno di circa cm. 50 (il ciri o cili)e l'altro di circa cm. 15 (il mele) e a quest'ultimo vengono affusolate le due estremità. chi per sorteggio ha diritto alla battuta, dopo essersi collocato di fianco ad un albero o ad un palo, batte il cili contro di esso gridando: "cili!" e attende la risposta dell'avversario che, dispostosi di fronte, ad una certa distanza, di rimando deve urlare "mele!". solo dopo il rispetto di questa regola, che è fondamentale, pena la caduta del diritto di battuta, lancia in aria il mele e cerca di mandarlo il più lontano possibile battendolo con il cili. L'avversario tenterà di acchiappare il mele al volo e , in questo caso rivendicherà il diritto di acquisire la battuta oppure 100 punti. nel caso contrario, dopo aver raccolto il mele, lo lancerà verso il palocercando di colpirlo, mentre il battitore cercherà di impedire che ciò avvenga intercettandolo con il cili. la fase successiva prevede l'ulteriore allontanamento del mele dal palo da parte del battitore: sono concesse tre battute da terra se non è stato intercettato, due battute se invece è stato intercettato. le battute da terra si eseguono colpendo con il cili una punta del mele che, saltando in aria, consentirà di essere colpito al volo e scaraventato lontano (è chiara quindi l'importanza della conformazione del mele). Nel caso in cui il battitore sbaglia e, invece di colpire il mele, batte la terra, perde il diritto di battuta. Lo scopo dell'allontanamento del mele è quello di incamerare maggior punteggio. la procedura di assegnazione di quest'ultimo avviene attraverso un vero e proprio rituale di trattativa fra i due giocatori: chi è in possesso del cili chiede all'altro: "quanti me ne dai?" (di punti) e questi a sua volta: " te ne do tot" (tot equivale ad un numero di punti multiplo di cinque). Il battitore sarà libero di accettare l'offerta o di rifiutarla se ritenuta troppo esigua, in questo caso aumenterà la sua richiesta ed egli stesso procederà al conteggio dei punti, che saranno tanti quante sono le lunghezze del cili contenute all'interno della distanza tra il mele e il palo. se la richiesta del battitore risulterà superiore alla effettiva distanza, lo stesso perderà il diritto di battuta e si procederà all'inversione delle parti. Vince chi per primo arriva al punteggio prestabilito.
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Ela
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Inserito il - 04/06/2008 : 17:15:22
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Su giogu de su Pimpirimponi Bibbirrimboi
Questo gioco veniva fatto quasi esclusivamente dalle bambine. Si giocava a gruppi, ed era una specie di gara a chi arrivava per prima in un punto designato.Le giocatrici si mettevano tutte in linea ed a saltelli di rana, a piè pari, con le mani e gli avanbracci piegati sotto le gambe, dovevanio giungere al punto stabilito che distava circa 15 m. da luogo di partenza.Durante il saltellamento da ranocchie, dovevano anche cantare alcune strofe .Da noi mi ricordo che si cantava questa canzoncina:
Nosu giogausu a su pimpirimponi, Maria Luisa arros'e caboni, Maria Luisa, Maria Luisa, pinigadì s'ala e sa camisa, pinigadì s'ala e su gippoi, Maria luisa arros'e caboi. E nosu giogheusu a su pimpirimpoi, e nosu giogheusu a su pimpirimpoi. Maria Luisa arros'e caboi Tottu sa notti gioghend'a camisa, tottu sa notti gioghend'a gippoi, Maria Luisa arros'e caboi, e nosu giogausu a su pimpirimpoi....eccc ... ecc....
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Lago Flumendosa
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M@Mi
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Inserito il - 04/06/2008 : 17:54:01
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grazie...
quindi con L Cili, non CiRi... ed è MelA non MelE, allora... è sbagliato o saranno varianti dello stesso nome?
un libro che raccoglie queste cose è : "Ajò a giogai" di Violante e ZArbo.
ci sono imprecisioni e potevano farlo meglio, ma almeno è un inizio...
Il nome del sonaglino dei lattanti, potrebbe essere "scira'n chizzi" ? (l'ho scitto come mi SEMBRA sia la pronuncia, purtroppo non sonon in grado di scrivere in dialetto)
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Modificato da - M@Mi in data 04/06/2008 17:55:06 |
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