Nota Bene: Le prove di fabbriche di laterizi appartenute ad ATTE, una donna sarda concubina dell'imperatore Nerone, sono date da numerosi frammenti di embrici che recano il marchio " Atte Liberta Caesaris" , che si rinvengono in una vasta area , da Olbia all'Anglona.
Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò
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Patriotico, indubbiamente un po' trucculento, certamente molto retorico, da alcuni (italiani) criticato, forse bello (?) ... ma non è il "nostro" inno Fra gli altri questo pezzo, è fantastico: "Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò"
Ma che strano: sembrerebbe voler dire: "fai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!" Turritano
Modificato da - Turritano in data 14/04/2011 20:32:23
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Una cosa è quello che si sente, un'altra quella che si è. La differenza è enorme Turritano
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 15/04/2011 : 09:29:56
L'argomento di questo post - lo ripeto, visto che è necessario farlo ancora - è il 150° dell'Unità d'Italia.
Non altro: chi si "sente " italiano ha pieno titolo ad esprimersi qui.
Chi non si sente italiano, non dovrebbe intervenire, a rigore. (Può eventualmente aprire un post apposito sulla sardità e le sue varie, bellissime forme per presentarla eper sentirla: interverrò volentieri anche io, naturalmente, con il dovuto rispetto dei sentimenti e della dignità di ogni singolo umano pensiero individuale).
Se lo fa egualmente, i motivi che lo spingono a farlo dovrebbero essere di due uno: o desidera genuinamente aggiungere qualche cosa che fin qui ci siamo scordati sull'argomento preciso della ricorrenza del 150° anno dell'Unità d'Italia, oppure desidera fare un appunto di disturbo, di dichiarata dissociazione, di più o meno velata polemica...
Ognuno possiede i propri più profondi moventi e la propria personale eleganza: ambedue qualità ineffabili, positive o negative, talvolta anche inconfessabili. Ma insisto che la seconda motivazione appare più inutile, infantile e fuori posto, piuttosto che metodicamente irritante, come forse sarebbe intesa essere.
Infine, per una fine esegesi dei significati dell'inno di Mameli (per coloro che eventualmente non averssero compreso appieno né il significato del testo, né il reale contesto storico nel quale esso fu composto), rimando ad altre persone più adatte di me, coloro che fossero eventualmente genuinamente interessati...
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Una cosa è quello che si sente, un'altra quella che si è. La differenza è enorme Turritano
.....
Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente dovete convenire che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire. Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo e abbiamo anche un passato che non dimentichiamo. Mi scusi Presidente ma forse noi italiani per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini. Allora qui mi incxxxx son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante c'è un'altra osservazione che credo sia importante. Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno ma forse abbiam capito che il mondo è un teatrino. Mi scusi Presidente lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite. Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono.
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Abbassiamo per un attimo le luci sugli schieramenti pro-Unità Italia o meno e lasciamo la scena a chi visse da protagonista quel periodo, dedicandosi interamente al raggiungimento dell' ideale di un'Italia unita e indipendente. E chissà quanti di quei protagonisti sono rimasti e rimarranno nell'ombra. Tra loro c'è chi oggi - grazie a studi accademici in archivi sudamericani - può essere ricordato e annoverato fra i più tenaci e coraggiosi che combatterono per la causa risorgimentale: Angelo Portoghese, nato a Cagliari nel 1812 da Pietro e Margherita Strazzera. Giovanissimo entrò a far parte della Marina Sarda e conobbe Garibaldi nel 1834. Coinvolto in un piano insurrezionale mazziniano che avrebbe voluto tentare una sollevazione popolare a Genova, dopo il fallimento del piano fu incarcerato solo per tre mesi , data la giovane età e poco dopo si imbarcò per Montevideo in Uruguay.
Era destino che là si incontrasse di nuovo con Garibaldi, sfuggito alla condanna a morte e arrivato in America Latina per organizzare le fila tra gli esiliati italiani che anelavano libertà. Angelo Portoghese, chiamato da Garibaldi Pigurina per via dei ricci simili al vello di una pecora, ebbe ruoli importanti in quella Legione italiana di Montevideo , di cui Garibaldi assunse il comando.
Pur avendo raggiunto una posizione di ragguardo in Uruguay, fu ufficiale della Legione italiana e della Esquadrilla nacional di Montevideo, non esitò a seguire il suo eroe Garibaldi allorchè il Generale decise di partire nel 1848 alla volta dell'Italia. Portoghese si imbarcò con moglie e figlio, il piccolo Efisio, e con 65 patrioti.
Si spese nelle battaglie contro gli austriaci sempre al fianco di Garibaldi. Pigurina fu accanto al Generale anche nella dura difesa della Repubblica Romana: Garibaldi non perse mai occasione per descriverne i meriti, il coraggio e decantarne elogi. Combattè a Palestrina e a Porta San Pancrazio fu gravemente ferito si che si ritirò nella sua Cagliari per ristabilirsi. Nuovamente esiliato si trasferì con la famiglia a Montevideo per la seconda volta e là intraprese una fulgida carriera militare . Il rapporto con Garibaldi non si spense mai e il nostro Pigurina a malincuore dovette rinunciare allo sbaro dei Mille , nel 1860, per la sua invalidità. Morì diciotto anni più tardi mai dimentico della sua patria e della sua isola.
Da Con l'eroe dei due mondi sempre e comunque di Giuseppina Usai --------------------------------------------------------------------------------
Modificato da - Marialuisa in data 21/04/2011 10:28:03
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Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.
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Un pò contradditorio, per la verità ma è chiara la distinzione che fa fra sentirsi e credersi, che è chiaramente enorme Se io fossi convinto di essere italiano, direi esattamente le stesse cose ma per fortuna (senza "purtroppo") non lo sono Turritano
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Maria Luisa, tu (per me) sei una inesauribile fonte di ispirazioni I sardi fra i Mille: "Sardi, fra i garibaldini che sbarcarono per primi in Sicilia, ce ne erano solo tre e quasi tutti di estrazione continentale (notare il "quasi", ndT), sardi, quando andava bene, solo da qualche generazione: il cagliaritano Pigurina, il maddalenino Tarantini, il tempiese Grandi, (qualcuno aggiunge uno Stefano Efisio Grumignano, cagliaritano, fuochista del "Lombardo" ... che, trovandosi a bordo, finì per essere garibaldino per caso). Altri sardi raggiunsero Garibaldi con una seconda spedizione o furono con lui in altre imprese .... Dieci di loro abitavano a Sassari ... si chiamavano Carlo Barni, un certo Brunati, Pietro Cadolini, Angelo Cuneo, Guglielmo da Pra, Giovanni De Gasperi, Luigi Kurner, Luigi Canepa, Pietro Ferrucci, Bruto Valerio Giannini. Di pochi di loro resta memoria. Di Bruto Giannini - col suo bel nome rivoluzionario - sappiamo che venne in Sardegna come capo della banda musicale di Bosa ... trasferitosi a Sassari verso il 1880 ... qualche anno dopo emigrò a New York. Il più famoso di tutti è Luigi Canepa, che studente nel conservatorio di Napoli, fuggi ancora ragazzo per combattere con Garibaldi a Monterotondo ..." Parole di Turritano? ma neanche per sogno. E' un pezzo tratto dalla Nuova Sardegna di ieri (21.04.11), scritto da Manlio Brigaglia, già esimio Professore di Storia all'Università di Sassari e noto italianista Io di mio commento: 3 su 1.000, obiettivamente, non è una grande percentuale, anche non considerando la loro chiara estrazione italiana. Anche gli altri dieci, che non facevano parte dei "Mille", non erano certo un numero significativo e, guarda caso, tutti continentali o, se preferite, italiani Turritano
Modificato da - Turritano in data 22/04/2011 23:48:58
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Ciao, sempre molto caro Turritano:)) Sempre presente quella sottile linea d'ombra che però non ci divide nè ci dividerà mai. Vediamo se almeno con questo brano ti regalo un piacevole intermezzo, dài dimmi che ti è piaciuto:)) Buona Pasqua!
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Bella melodia, Maria Luisa, e il personaggio sembra veramente ispirato. Io non sono molto appassionato di musica, ma la tromba è forse lo strumento che preferisco (dopo le launeddas, naturalmente). Chissà perché questo brano me ne ricorda un'altro, famosissimo, di Ninni il Rosso: "Ballata triste di una tromba" Buon 150enario, ma in quanto a me ... Insomma, non cambia di una virgola quanto già detto
Buona Pasqua anche a te, Maria Luisa e anche a tutti gli altri amici del Forum, senza distinzione: italiani, italianisti o soltanto sardi Turritano
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Sentirsi Italiani, non sentirsi Italiani. Che differenza fa?? Siamo tutti nati in Italia e bene o male ne facciamo parte. Il fatto di non sentirsi parte di una nazione potrebbe essere scomodo soprattutto per quelli che asseriscono di non esserlo ma poi pretendono magari di essere trattati come se lo fossero. E' la solita storia del culo su due sedie...Si prende quello che fa comodo si lascia quello che non serve. E' una filosofia che tutti quelli che hanno una doppia visone applicano. Se qualcuno non si sente italiano dovrebbe secondo me restituire la carta d'identità, non andare a votare e non fare alcuna manifestazione pro o contro qualsiasi cosa..O si è Italiani e si accetta quello che tutti accettano, magari forzatamente, la democrazia questo chiede, o non lo si è ed allora si rinuncia a tutto cio che esserlo comporta, nel bene e nel male. C'è un' altrenativa...cambiare nazione!!
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!
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Sentirsi Italiani, non sentirsi Italiani. Che differenza fa?? Siamo tutti nati in Italia e bene o male ne facciamo parte. Il fatto di non sentirsi parte di una nazione potrebbe essere scomodo soprattutto per quelli che asseriscono di non esserlo ma poi pretendono magari di essere trattati come se lo fossero. .......
Il tuo mi sembra un ragionamento forzato. Intanto non credo che basti essere nati in uno Stato per essere automaticamente all’anagrafe un cittadino italiano. Questo è il caso degli immigrati che, se non stanno bene in Italia possono benissimo tornare nei loro paesi d’origine. Ma essere cittadino dello Stato Italiano non significa far parte della Nazione Italiana. Non è automatico. A meno di non confondere il significato di Stato con Nazione: non sono sinonimi. Allora, commentando la tua raffinata ed elegantissima espressione del “culo su due sedie”, non posso fare a meno di precisare alcune cosette I Sardi, anche quelli che (bene o male) sono coscienti di appartenere alla Nazione Sarda e non a quella Italiana, sono (bene o male) a tutti gli effetti “cittadini italiani”, perché la Sardegna è (bene o male), attualmente, parte dello Stato Italiano. Quindi, è chiaro che i suddetti cittadini debbano avere i diritti e i doveri di tutti gli altri cittadini italiani. Dobbiamo prendere non quello che ci fa comodo, ma quello che le leggi di questo stato democratico ci consentono. Perciò io ho: il Diritto, se lo ritengo opportuno, di andare a votare per chi voglio; il Diritto di manifestare pro o contro qualsiasi cosa mi sembri opportuno e, addirittura, il Diritto alla libertà di pensiero e di espressione: i tempi degli Asburgo, dei Savoia e del Fascismo sono finiti. Io (come tanti altri Sardi) so di appartenere allo Stato Italiano ma non alla Nazione Italiana, e non posso restituire la carta di identità semplicemente perché non ho scelta, altrimenti l’avrei già fatto. L’alternativa di cambiare Nazione, invece, semplicemente non esiste, al massimo si può cambiare Stato, ma non sarebbe una soluzione, perché allora dovrei emigrare anch’io e lasciare la Sardegna, cosa che non farò mai di mia volontà. Non sono un emigrato e non ho scelto io di essere cittadino italiano. Turritano
Modificato da - Turritano in data 25/04/2011 23:56:56
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Hai ragione...chiedo scusa fra la confusione che ho fatto fra Nazione e Stato. Il fatto che tu sia un rappresentante della Nazione Sarda non cambia l'aspetto delle cose. Però sono convinto che a moltissimi anche non sardi cioè "continentali" non piaccia assolutamente questa " Nazione". Sono anche tra quelli che pensano, con riserva, che andare a votare non serve a nulla tanto appena occupate le sedie cambia il riferimento ma la sostanza resta. Se però il fatto di non sentirsi appartenenti alla Stato è dettato dalla convinzione che niente cambierà mai è avvilente. Però pur non condividerlo lo capisco.. ( se ti ha dato fastidio mi spiace per il francesismo che tu hai così cortesemente sottolineato)
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Fastidio? si sa, questi francesi hanno un humor particolare, a volte sono pure simpatici Comunque non è il mio caso: di sedia me ne basta una Per il resto, le differenze di opinione non mi turbano. E' normale. Quello che importa è un minimo di informazione e il rispetto Turritano
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