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shadow
Nuovo Utente
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Inserito il - 16/07/2007 : 19:51:50
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Ehilà!!...mi sono or ora iscritta a questo fichissimo forum perché cercavo informazioni per la mia tesi su s'accabadora e cosa scopro?..un'altra ragazza sta facendo una tesi sullo stesso argomento!! ..ma pensa te!..nzomma annixedda come procede il tuo lavoro?..io andrò tra un 15 giorni in sardegna e ho già preso contatti con un pò di gente da intervistare(parenti compresi!)...speriamo che sian ben disposti a parlarmi dell'accoppatrice!!..il mio relatore( a proposito,tu con chi la fai?) ha detto di prendere informazioni sull'olivastro...perché il mazzolu é fatto proprio con quel legno, dove si trova...se ha una storia particolare ecc....avete qualche dritta?
denghiù!! ciauuu sara!
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 17/07/2007 : 09:29:09
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Sara, ti consiglio di scrivere un'email ad Annixedda, potrebbe non leggere subito questo messaggio e credo che lei possa esserti di grande aiuto..
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shadow
Nuovo Utente
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Inserito il - 17/07/2007 : 10:17:26
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| Agresti ha scritto:
Sara, ti consiglio di scrivere un'email ad Annixedda, potrebbe non leggere subito questo messaggio e credo che lei possa esserti di grande aiuto..
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ehigrazie del consiglio!!,,le scrivo subito!
"..bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi...e con la faccia verso il cielo..viaggi avventurosi.."
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 17/07/2007 : 12:05:52
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Niente!! Informaci sugli sviluppi della tesi
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 17/07/2007 : 15:06:25
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A quanto pare custa Accabadora va alla grande.. Mi par di capire che in un modo o nell'altro continua a colpire!!
_________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 25/07/2007 : 09:54:27
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| Nuragica ha scritto:
A quanto pare custa Accabadora va alla grande.. Mi par di capire che in un modo o nell'altro continua a colpire!!
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Oh Nurà... spereuu de no
Comunque se la cosa può far piacere oppure no... é stato pubblicato un nuovo libro riguardo quest'argomento.. l'articolo è di oggi, tratto da l'Unione Sarda
La agabbadora e il romanzo di Sorella Morte
Di certo non poteva immaginarselo, la fémina aggabadori della Gallura (o s'accabadora dell'interno della Sardegna) che dopo molti anni di augurata dimenticanza, oggi un bel po' di gente avvrebbe scritto di lei. E che non solo gli scrittori di professione, ma anche gli onorevoli sarebbero scesi in campo per celebrarne le gesta.
E' il caso del senatore tempiese Giovanni Murineddu del quale è appena uscito il romanzo “L'aggabadora, la morte invocata”, edito dal'editrice romana il Filo e già bell'e pronto per essere ridotto in film.
Ma chi era questa agabbadora, questa donna forte (un omu d'almi, dicevano in Gallura) con licenza di uccidere e con il compito, ritenuto meritorio dalla comunità del tempo, di strappare una persona alla morsa della sofferenza per consegnarla al sereno statuto della morte? Un vendicatore? Un sicario che spediva all'altro mondo una persona scomoda? Per l'autore e per la credenza popolare è valida la prima ipotesi: di fronte ad acute sofferenze, l'ammalato chiedeva ai famigliari di poter morire. Il rimedio era uno: la signora della morte, la parca che ha il potere di acabar, finire. Chiamata in gran segreto, arrivava in ore notturne, salutando con la solita forma rituale: “Deu ci sia”, che Dio che sia qui. Veniva accompagnata nella stanza della persona e lasciata sola con lei. Dopo averle richiesto il consenso al suo intervento, espresso e ottenuto anche con il linguaggio mimico, l'aggabadora la finiva, con un solo colpo alla tempia di un pesante mazzuolo di olivastro. Finito il suo impegno, andava via, senza avere accettato niente in cambio, pronunciando la seconda formula di rito: “Lu ch'éra di fa é fattu”, ciò che doveva essere fatto é stato fatto.
Murineddu tratta la materia con sapienza letteraria e con puntuali riferimenti che danno per vera quest'usanza, di anno in anno meno lontana, anche se in forme diverse, dai nostri giorni. Cita anche, con acuto garbo, fatti documentati anche dell'ultimo Ottocento. Leggerlo, questo romanzo “particolare”, significa entrare nei segreti di una civiltà che sembra annulare il concetto di se stessa rappresentandosi come generatrice di fatti estremi. Ma esiste al giorno d'oggi qualcosa che non abbia a che fare almeno con una delle tante estremità che ci circondano? Franco Fresi
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shadow
Nuovo Utente
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Inserito il - 25/07/2007 : 10:57:05
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Ohilà!!..grazie mille agresti!!..pensavo che ci fossero pochi testi sull'accabbadora invece ogni giorno spunta qualcosa in più!! ..appena arrivo in sardegna(uff...mi manca ancora un mese..) lo compro!!
grazie ancora!!
ps:ho pure scoperto che sa femina accabbadora ha avuto l'onore di essere protagonista di un episodio del fumetto dampyr (n. 59)!!
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Agresti
Moderatore
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Inserito il - 25/07/2007 : 11:36:13
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Niente!! E' un piacere!!
Ho inviato un email all'editore, speriamo ci dia al più presto qualche informazione in più
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 25/07/2007 : 12:29:06
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Nel paese dei miei genitori (Buddusò) esiste un modo di dire legato alla figura di una accabadora di cui rimane anche il nome. Quando uno si lamenta troppo per dolori di non grave entità, per esempio i bambini, si dice che ci vorrebbe "sa mattola 'e colza Jacobba" (la "mattola" della morta Giacobba). Quando chiesi spiegazioni a mia nonna su cosa fosse "sa mattola" mi disse che era una sorta di martello di legno con cui tale Jacobba, morta chissà quando, finiva i malati terminali con un colpo preciso sulla testa. Si trattava quindi di un'accabadora del paese, vissuta in un periodo imprecisato, di cui è rimasta la memoria nel detto. "Sa mattola 'e colza Jacobba" è rimasto come il simbolo del rimedio assoluto a tutti i dolori, la morte. Sarebbe bello indagare se questa signora è esistita davvero e quando.
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 25/07/2007 : 13:19:12
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Nella strasmissione le Feste di videolina, hanno parlato di un compito tristissmo che avevano le levadoras sino agli inizi del '900. Praticamente un'antropologa di cui non ricordo il nome ha affermato che... quando nasceva il bambino, veniva poprtato in un'altra stanza per essere pulito.. e controllato... se sa levadora si accorgeva che era malformato, in accordo con le donne presenti, per lo più del vicinato della puerpera, lo sopprimevano. Quando si verificava la nascita, venivano spalancate tutte le porte e finestre, e addirittura i cassetti ma nel caso in cui il piccolo fosse nato malformato e quindi soppresso, si sbarrava nuovamente tutto. In questo modo la gente capiva che qualcosa non era andato per il verso giusto e sa levadora diceva a tutti, compresa la mamma, che il bambino era nato morto. inquietante....
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 13/08/2007 : 22:29:19
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Ciao a tutti, come state? Perdonatemi ancora una volta la luga assenza, ma sono sempre più impegnata e sono sempre più indietro con la tesi... Ma per novembre credo comunque di farcela (speriamo!!). Non mi sono assolutamente dimenticta di voi, anzi!! Come potrei dopo tutto l'aiuto che mi è stato dato in questo forum??!?! Cara Shadow, che bello sentire di altre persone che si interessano dell'accabbadora!! A Bologna, nella mia facoltà si è laureata da pochissimo anche un'altra ragazza sull'argomento in questione! Ho tante info, e puoi chiedermi tutto quello che vuoi.. Sono a tua completa disposizione, ma se lo fai via mail è meglio: è più probabile che legga!
La notizia che riporta Ammuttadori l'avevo sentita anche io, ma qualcuno l'ha smentita.. Mah.. Secondo la mia irrilevante opinione però è vera: le donne che si occupavano delle nascite spesso, se non sempre, si occupavano anche della morte: chi dà la vita la toglie anche...
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 13/08/2007 : 23:20:40
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| kigula ha scritto:
Nel paese dei miei genitori (Buddusò) esiste un modo di dire legato alla figura di una accabadora di cui rimane anche il nome. Quando uno si lamenta troppo per dolori di non grave entità, per esempio i bambini, si dice che ci vorrebbe "sa mattola 'e colza Jacobba" (la "mattola" della morta Giacobba). Quando chiesi spiegazioni a mia nonna su cosa fosse "sa mattola" mi disse che era una sorta di martello di legno con cui tale Jacobba, morta chissà quando, finiva i malati terminali con un colpo preciso sulla testa. Si trattava quindi di un'accabadora del paese, vissuta in un periodo imprecisato, di cui è rimasta la memoria nel detto. "Sa mattola 'e colza Jacobba" è rimasto come il simbolo del rimedio assoluto a tutti i dolori, la morte. Sarebbe bello indagare se questa signora è esistita davvero e quando.
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potresti indagare magari nell'archivio della parrocchia, ci saranno i registri della nascite, battesimi e decessi anche dei secoli passati, almeno fino al 700' o 600'
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Modificato da - Grodde in data 13/08/2007 23:23:23 |
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Grodde
Utente Attivo
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Inserito il - 13/08/2007 : 23:27:05
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| Annixedda ha scritto:
Ciao a tutti, come state? Perdonatemi ancora una volta la luga assenza, ma sono sempre più impegnata e sono sempre più indietro con la tesi... Ma per novembre credo comunque di farcela (speriamo!!). Non mi sono assolutamente dimenticta di voi, anzi!! Come potrei dopo tutto l'aiuto che mi è stato dato in questo forum??!?! Cara Shadow, che bello sentire di altre persone che si interessano dell'accabbadora!! A Bologna, nella mia facoltà si è laureata da pochissimo anche un'altra ragazza sull'argomento in questione! Ho tante info, e puoi chiedermi tutto quello che vuoi.. Sono a tua completa disposizione, ma se lo fai via mail è meglio: è più probabile che legga!
La notizia che riporta Ammuttadori l'avevo sentita anche io, ma qualcuno l'ha smentita.. Mah.. Secondo la mia irrilevante opinione però è vera: le donne che si occupavano delle nascite spesso, se non sempre, si occupavano anche della morte: chi dà la vita la toglie anche...
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non sono molto convinto che chi si occupava delle nascite si occupasse anche della morte; tieni conto che un tempo la gente era abbastanza superstiziosa, e quindi secondo me se una donna si occupava della morte, forse sarebbe stata vista come un segno di cattivo augurio per un eventuale bambino che avrebbe fatto nascere; per questo penso che fossero due ruoli completamente separati
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janaruja
Utente Medio
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Inserito il - 14/08/2007 : 07:40:49
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A me esperienza insegna che i sardi più anziani non parlano volentieri di certe cose, soprattutto con sos istranzos. Cmq per notizie su accabadora conoscerai già "Eutanasia ante litteram in Sardegna. Sa femmina accabadòra" di A. Bucarelli L. Carlo. Puoi leggere pure di M.Pitzalis Acciaro, In nome della madre. Ipotesi sul matriarcato barbaricino, Milano, 1978.
Ti può essere utile visitare il museo etnografico gallurese dove potrai vedere su mazzolu, arnese usaro da s'accabadora.
A titolo di crinaca, gli ultimi episodi noti di accabadura avvennero a Luras nel 1929 e a Orgosolo nel 1952.
Saludos
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shadow
Nuovo Utente
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Inserito il - 17/08/2007 : 22:20:49
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ehilà grazie a tutti per le dritte!!...la prox settimana finalmente vado nella "mia" adorata sardegna e proprio a santa teresa gallura c'é una conferenza di murineddu!!...magari alla fine lo impezzo un pò!! ..in più parenti e amici sardi hanno trovato qualcuno disposto a farsi intervistare!!! ..speriamo bene!!
ps:maaa...sapete se in questo periodo é aperto il museo galluras?
"..bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi...e con la faccia verso il cielo..viaggi avventurosi.."
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Modificato da - shadow in data 17/08/2007 22:27:28 |
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