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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 26/11/2010 : 10:53:19
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E' molto piacevole leggere il tuo reportage Tharros che, oltretutto, è molto ben illustrato.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/11/2010 : 10:56:30
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Grazie Neva...
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/11/2010 : 10:58:44
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Maria...visto che io non sono un "poligrotta"..traduci, purtroppo il mio francese zoppica anzi è paralizzato. Se era un complimento grazie mille. !!!!
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 26/11/2010 : 14:31:06
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| Tharros ha scritto:
Maria...visto che io non sono un "poligrotta"..traduci, purtroppo il mio francese zoppica anzi è paralizzato. Se era un complimento grazie mille. !!!!
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Aaahhahah Tharros certo ch'era un complimento dicevo pressa poco le stesse parole di Neva
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/11/2010 : 17:47:13
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Wow!!!
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 10:00:50
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Da Capo Pecora a Sant' Antioco Km percorsi 161 1 ora di traghetto (circa)
La sveglia è arrivata inattesa e fragorosa. Ancor prima che le prime luci facessero l’ingresso in questo prossimo nuovo giorno sono stato svegliato di soprassalto da uno scoppio. Indosso qualcosa di veloce ed esco dal van per vedere cosa è successo. Qualcuno sta camminando con una pila in mano e illumina un gruppo di persone di fianco ad un camper. Prendo la pila anch’io e vado verso di loro. E’ scoppiata una piccola bomboletta del gas, quella per le lampade, non ci sono ne danni né feriti ma solo un po’ di spavento. Qualche commento sull’accaduto con le persone che si erano avvicinate, poi ritorno sui miei passi. Mi preparo il caffè, tornare a dormire sarebbe inutile. E’ una bella mattinata. Vedo ancora qualche stella qua e là nel cielo e le prime luci soffuse si fanno avanti spingendo in là la notte. Con il caffè in mano una breve passeggiata fin sulle basse rocce che contornano il mare leggermente increspato dalla brezza. Niente alba sul mare oggi ma lo spettacolo resta sempre bellissimo. Torno verso il van accendo la lampada prendo la cartina e vedo di decidere dove andare a queste ore antelucane, in fin dei conti sono le 5 e 30. Credo che andrò sull’isola di S. Pietro, non si trova molto distante ed una giornata è più che sufficiente per visitarla. Faccio ordine nel van aspettando che arrivi l’alba e parto. Debbo rifare tutta la strada che ho fatto ieri. Una prima sosta sopra la spiaggia di Portixxeddu e una seconda presso cala Domestica, che è di strada. Per arrivare alla cala devo svoltare a sinistra su una stradina che ritorna indietro per qualche centinaio di metri. La spiaggia della cala è quasi deserta, solo i due ragazzi che gestiscono il piccolo bar sono impegnati nella pulizia. Non mi è facile giustificare le persone che lasciano i loro rifiuti sulla spiaggia. C’è un’inciviltà diffusa in questo senso soprattutto perché ci sono gli appositi cestini e comunque penso che la fatica di portarseli a casa sia veramente di poco conto. Nel parcheggio dei camper c’è qualche movimento. Subito prima della cala, in uno spiazzo c’è un albero solitario: credo sia di fico, uno solo ed è caratteristico. Diversi anni fa, quando venni non aveva una foglia, stavolta n’è pieno. Ancora il sole non illumina la scogliera che fa assomigliare la Cala ad un piccolo fiordo. Riparto e prima di andare a Portovesme per prendere il traghetto allungo di qualche chilometro fino a Portoscuso. Portoscuso non è un grande borgo. C’è una piazza, un lungomare con il porticciolo e una bellissima passeggiata che rasenta la torre Spagnola. In un vicolo che ho percorso per arrivare fino a qui, prospiciente un noto ristorante locale, vi è una grossa pietra dove è scritta una poesia che rievoca le fatiche dei pescatori durante la pesca del tonno. Scritta da M. Valery cosi recita la prima strofa: “ Orde di eroi guerrieri, nudi di salsedine, sciamano affusolati di armature nere, piè del mare…” Intitolata “ Mattanza”, da una descrizione piuttosto eroica ed incensata di quello che, ai miei e forse agli occhi di molti, definiremmo oggi un feroce massacro. Però, a quei tempi, dovevano pur vivere. La passeggiata, a destra ed a sinistra rocce di ogni dimensione scavate dalle intemperie, percorre la costa adiacente al paese in tutta la sua lunghezza con bellissimi scorci sul mare. Mi siedo ad un tavolino e sorseggio un caffè guardandomi intorno. Non sono ancora le 8 e la gente in giro è ancora poca. A circa 500 metri dal porto, quasi di fronte, c’è una spiaggia dove ci sono gia molte persone che si apprestano a passare una giornata di sole. Quello che mi fa un po’ specie è vedere dietro la spiaggia l’alta sagoma della ciminiera di una fabbrica e delle gru e, considerata l’ora, vedere anche che così tanta gente ha gia preso possesso del suo pezzetto d’arenile.
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Modificato da - Tharros in data 06/12/2010 10:11:42 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 10:13:08
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Quasi sembra che debbano firmare un cartellino di presenza! E’ ora che mi avvii a prendere il traghetto. Il porto dei traghetti non è molto distante da qui e non credo che ci possa essere un particolare affollamento. Basta una mezz’ora per arrivare fino all’isola di S. Pietro in questo momento avvolta in un manto di nebbia Arrivo a Carloforte che quasi non me n’avvedo perché ho intravisto il porto all’ultimo momento. Scendo dal traghetto e mi metto in marcia verso Punta Colonne. Parcheggio il van in uno spiazzo dove sosta anche un camper. Percorro a piedi un sentiero che costeggia il mare, sotto di noi scogli e roccia. Il paesaggio è irreale, attraverso la foschia sul mare, una specie di muro bianco con il sole, una bellissima palla opale, ottima passeggiata da fare al mattino presto. Non è lunga ma molto suggestiva, panoramicamente notevole nonostante la nebbia. Un’ ora di camminata poi torno al van; sono spettatore di un piccolo incidente: il camper sta partendo ma nel fare manovra abbatte un palo della segnaletica sfasciando un finestrino e uno specchietto; ben alzati. Però sarebbe anche bene che si svegliassero, prima di partire! Non mi sono molto simpatici i camperisti, sarà un’idea mia ma li trovo un po’ arroganti e prepotenti. Non voglio generalizzare, ma quelli che ho incontrato, mi hanno dato l’impressione che si sentissero padroni ovunque fossero. - Una volta ad una fontana trovai dei camper fermi i cui padroni li stavano lavando e, non contenti, appena finito hanno collegato una doccia alla fontana. Non riesco a stare zitto e ho chiesto loro se era il caso di farsi la doccia con il bagnoschiuma visto che l’acqua finiva nel torrente sottostante. La risposta è stata: uno, che non erano affari miei e due con le tasse che pagano per avere il camper avevano pur qualche diritto. Non ho fatto commenti ulteriori, non sarebbero serviti a nulla dato il grado d’intelligenza; qualsiasi altra cosa che avessi potuto dire non sarebbe stata capita da quella gente ignorante.- Lascio Punta Colonne alla volta di Carloforte. Aleggiano molte leggende su questa città, una delle quali cita l’apostolo San Pietro che vi fece sosta in un suo viaggio, da qui nome. Non ha rivestito grande importanza storica, poche sono le tracce lasciate. I fenici chiamavano quest’isola “Enosim” che significa isola degli sparvieri. Verso la metà del 1700 fu data da Carlo Emanuele II° ad un gruppo di liguri prigionieri in Tunisia ma provenienti da Pegli, che furono riscattati. Fecero la loro comparsa anche i Francesi e poi gli Spagnoli. Il dialetto parlato è ligure e soprannominato “ tabarkino” derivato da Tabarqua città ove erano prigionieri in Tunisia. Il porto di Carloforte fu, nei tempi passati, molto importante essendo collegato alle estrazioni minerarie dell’Iglesiente, poi decaduto per la crisi del settore. Ora è solo un porto di pescatori. Passeggiando per il borgo non si può non notare la toponomastica delle vie (chiamate qui carruggi) in genovese antico. Mi siedo ad un tavolino, fuori di un bar per la mia solita operazione di “ intelligence “ ma stavolta non ne ricavo molto. Fatta colazione e una passeggiata per la cittadina, riparto dopo circa un’ora e dirigendomi verso Cala Lunga dove posso ammirare in un mare verde smeraldo le colonne piccole. Per vederle, ho percorso un tratto di sentiero, a piedi, lungo la cala. Riparto in direzione della località “La Punta” dove ci sono ancora i vecchi stabilimenti per la lavorazione del tonno. L’isola di San Pietro ha quattro strade principali ed altre secondarie prevalentemente sterrate e non sempre percorribili in auto. Una qualsiasi di queste stradine porta al mare e quelle che non portano al mare s’interrompono improvvisamente costringendomi ad abbandonare l’auto e proseguire a piedi. Naturalmente non mi dispiace fare delle passeggiate. L’ambiente è, nonostante tutto, ancora abbastanza selvaggio ed è un piacere immergervisi. Ho sperato che la nebbia si diradasse, almeno per il momento, sono stato deluso. A La Punta c’ era poco da vedere, non riuscivo nemmeno a scorgere l’Isola Piana che si trova a qualche centinaio di metri.
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Modificato da - Tharros in data 06/12/2010 10:18:02 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 10:19:25
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Dietro front, qui non è possibile fare il giro dell’Isola, e via per Capo Sandalo. Lungo il tragitto posso vedere i resti di vecchie cave ormai in disuso ma che in tempi passati, con il manganese, l’ ocra e altri minerali completavano l’ economia dell’isola. Stessa canzone, a malapena si vede il faro e pensare di fare due passi fino a Cala Fico è improponibile anche se ci sto pensando. E’ quasi mezzogiorno e il dubbio è se restare qui o cambiare aria. Il tempo cambierà; lasciato Capo Sandalo torno a La Punta. Durante il breve tragitto ho l’ impressione che stia schiarendo. Raggiunta “La Punta” la nebbia si sta dissolvendo velocemente. Aspettando che esca il sole mi preparo il pranzo; il caffè mentre scambio qualche parola con due persone che si trovavano lì vicino. Il sole, quello deciso, è arrivato, comincia a fare caldo, c’è una leggera brezza dal mare e vedo che in giro ci sono delle rocce piatte sulle quali posso fermarmi per qualche ora. C’è anche una spiaggia ma a me piace di più lo scoglio. Ho scovato un posto fra due scogli che sembra una vasca per l’idromassaggio. Le onde vanno e vengono creando nella fenditura un ribollio d’acqua e schiuma. Fa proprio al caso mio. Troppo bello per andare via. Me ne sto sdraiato a farmi massaggiare dalle onde per diverso tempo. Vorrei restare qui ma ho pensato di finire la giornata a S. Antico ed è preferibile che mi avvii verso il porto e prendere il traghetto per ritornare a Portovesme. La traversata dura circa 20 minuti, poi il tragitto fino a S. Antioco, fa arrivare l’ora di cena. Stasera batto fiacca, non ho nessuna voglia di spadellare e mi metto alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa. Dopo aver parcheggiato vado verso il centro. E’ stato un colpo di fortuna riuscire a parcheggiare, ci sono automobili messe ovunque a causa del fatto che la sera, il centro, lo chiudono al traffico. In pratica un’intera strada è adibita a ristorante, pizzeria, gelateria e quant’altro offrono gli operatori di qui. Una serie di tavolini posti lungo tutta la strada con alberi sia a destra sia a sinistra. Sulla destra ci sono le immancabili bancarelle che espongono sia roba di pregio sia pacchianeria varia. Questa sera ceno a gelato, mi siedo ad un tavolino e ordino un maxi doppio. Poco lontano c’è un gruppo che suona musica alternando brani rock a brani di musica sarda. Due ore per finire un gelato mi sembra un tempo congruo. Mi alzo, e dopo aver fatto due passi per smaltire un po’, vado alla ricerca del van che non ho ben chiaro dove posso averlo parcheggiato. Poi mi viene in mente che vicina c’era una chiesa. Altri 20 minuti di strada verso la spiaggia Canisoni. Prendo la prima stradina laterale che trovo e, alla fine, arrivo in una piazzola ampia dove posso parcheggiare per la notte. Il mare è molto vicino. Sulla sinistra vedo i fari delle auto che percorrono la strada che confina il Golfo di Palmas mentre dall’altra parte quasi di fronte le timide luci di Porto Botte e più lontano, verso sud quelle che potrebbero essere di S. Anna Arresi.
Il resto è silenzio del mare.
Buona notte.
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Modificato da - Tharros in data 06/12/2010 10:24:15 |
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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maria
Salottino
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Inserito il - 06/12/2010 : 14:40:06
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Che splendore
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 15:05:47
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Maria...meglio dal vivo...assolutamente!!
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 06/12/2010 : 15:07:30
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| Tharros ha scritto:
Maria...meglio dal vivo...assolutamente!!
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Ciao Tharros Questo ne son piu che sicura
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Redentore - Monte Ortobene
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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 06/12/2010 : 17:27:51
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| Tharros ha scritto:
Dietro front, qui non è possibile fare il giro dell’Isola, e via per Capo Sandalo. Lungo il tragitto posso vedere i resti di vecchie cave ormai in disuso ma che in tempi passati, con il manganese, l’ ocra e altri minerali completavano l’ economia dell’isola. Stessa canzone, a malapena si vede il faro e pensare di fare due passi fino a Cala Fico è improponibile anche se ci sto pensando. E’ quasi mezzogiorno e il dubbio è se restare qui o cambiare aria. Il tempo cambierà; lasciato Capo Sandalo torno a La Punta. Durante il breve tragitto ho l’ impressione che stia schiarendo. Raggiunta “La Punta” la nebbia si sta dissolvendo velocemente. Aspettando che esca il sole mi preparo il pranzo; il caffè mentre scambio qualche parola con due persone che si trovavano lì vicino. Il sole, quello deciso, è arrivato, comincia a fare caldo, c’è una leggera brezza dal mare e vedo che in giro ci sono delle rocce piatte sulle quali posso fermarmi per qualche ora. C’è anche una spiaggia ma a me piace di più lo scoglio. Ho scovato un posto fra due scogli che sembra una vasca per l’idromassaggio. Le onde vanno e vengono creando nella fenditura un ribollio d’acqua e schiuma. Fa proprio al caso mio. Troppo bello per andare via. Me ne sto sdraiato a farmi massaggiare dalle onde per diverso tempo. Vorrei restare qui ma ho pensato di finire la giornata a S. Antico ed è preferibile che mi avvii verso il porto e prendere il traghetto per ritornare a Portovesme. La traversata dura circa 20 minuti, poi il tragitto fino a S. Antioco, fa arrivare l’ora di cena. Stasera batto fiacca, non ho nessuna voglia di spadellare e mi metto alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa. Dopo aver parcheggiato vado verso il centro. E’ stato un colpo di fortuna riuscire a parcheggiare, ci sono automobili messe ovunque a causa del fatto che la sera, il centro, lo chiudono al traffico. In pratica un’intera strada è adibita a ristorante, pizzeria, gelateria e quant’altro offrono gli operatori di qui. Una serie di tavolini posti lungo tutta la strada con alberi sia a destra sia a sinistra. Sulla destra ci sono le immancabili bancarelle che espongono sia roba di pregio sia pacchianeria varia. Questa sera ceno a gelato, mi siedo ad un tavolino e ordino un maxi doppio. Poco lontano c’è un gruppo che suona musica alternando brani rock a brani di musica sarda. Due ore per finire un gelato mi sembra un tempo congruo. Mi alzo, e dopo aver fatto due passi per smaltire un po’, vado alla ricerca del van che non ho ben chiaro dove posso averlo parcheggiato. Poi mi viene in mente che vicina c’era una chiesa. Altri 20 minuti di strada verso la spiaggia Canisoni. Prendo la prima stradina laterale che trovo e, alla fine, arrivo in una piazzola ampia dove posso parcheggiare per la notte. Il mare è molto vicino. Sulla sinistra vedo i fari delle auto che percorrono la strada che confina il Golfo di Palmas mentre dall’altra parte quasi di fronte le timide luci di Porto Botte e più lontano, verso sud quelle che potrebbero essere di S. Anna Arresi.
Il resto è silenzio del mare.
Buona notte.
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Viene voglia di ricambiare!!!
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 17:53:49
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Non l'ho capita Neva...scusa la tardezza.. Ricambiare cosa??
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 08/12/2010 : 10:10:48
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Aggiungo qualche foto...
Il sole e la nebbia a Punta Spalmatore
questa fatta più tardi
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Modificato da - Tharros in data 08/12/2010 10:12:53 |
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 08/12/2010 : 10:14:17
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Il parcheggio per il pranzo. Strada sterrata fra Porto Paglia e Porto Scuso..non segnata sulle carte
La strada come si presenta...
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Modificato da - Tharros in data 08/12/2010 10:15:37 |
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