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Nota Bene: L'isola Serpentara-Villasimius è una piccola isola situata 4 km a sud-est della Sardegna. La superficie è di 134 ettari ed è disabitata. Le rocce dell'isola sono granitiche ed il nome deriva dalla forma della costa orientale, che ricorda un serpente. Sul punto più alto dell'isola (54 m s.l.m.) si trova la Torre di San Luigi, usata durante la dominazione spagnola per l'avvistamento delle navi saracene che infestavano le coste del Sarrabus.



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Tharros
Salottino
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Inserito il - 24/11/2010 : 16:04:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Da
Torre dei Corsari
a
Capo Pecora
Km Percorsi 197





L’alba arriva e verso ovest il cielo sta modificando lentamente di colore man mano che il sole si alza ed è il momento, fra altri pensieri, che coincide con la fase “ decisionale”. Dove andrò oggi? Sinceramente non me ne importa molto. Senza orologio, il tempo è scandito da qualche giornale radio che mi capita di ascoltare. Il profumo del caffè che si sparge nell’aria è abituale tutte le mattine. Cambia il paesaggio, la posizione del sole. Oggi, ad esempio, c’è un tizio che sta portando a spasso il cane; sotto la scogliera due piccole barche con gente che pesca, dall’altra parte alcune persone stanno arrivando sulla spiaggia di Is Arenas, tutto uguale, tutto diverso. Un po’ d’ordine dentro il van, poi partenza verso la meta, quale che sia. Passo Porto Palma dirigendomi verso Marina di Arbus. E’ una località che ancora non ha un grande sviluppo turistico anche se per il futuro, temo che le cose possano cambiare. Sono nella provincia del Medio Campidano ed esiste la concreta possibilità che questa costa, per il momento poco popolata in estate, amplierà l’offerta turistica. Questa provincia non ha sicuramente molte possibilità di crescita se non col turismo. L’agricoltura, si è specializzata, negli ultimi anni nella coltura dello zafferano, la più estesa in Italia. Il primo bar nel quale entro è deserto; nessuno all’interno, nemmeno il barista. Do una scorsa al giornale che sta su di un tavolino, ma è di ieri, aspettando che qualcuno si faccia vivo. Provo anche a chiamare, nessun risultato. Forse è un bar self-service. Con questo dubbio esco all’esterno, pazienza. Rimonto sul van. Potrei da qui arrivare a Piscinas ma preferisco fare il giro largo per Guspini e Arbus. La strada prosegue in salita, attraversando il parco geominerario. Sulla sinistra le falde del monte Arcuentu e del Monte Majori costeggiandoli raggiungo Montevecchio, dove esistono ancora le miniere, adesso meta di visitatori e turisti; la più interessante è quella omonima ma l’ ho gia visitata l’anno scorso. Attraverso il paese di Guspini e continuando verso Arbus, la strada è piuttosto tortuosa e all’intorno numerose piante di olivo. Sosta in un altro bar sperando di trovare qualcuno!! Non rimango deluso il bar è pieno di gente, stavolta anche troppa. Sembra che qui le vie di mezzo siano da escludere. Cerco di sapere se ci sono cose particolari in giro ma le risposte sono simili: Ingurtosu e Piscinas. Riparto e dopo una decina di chilometri deviazione a destra verso Ingurtosu.



















Modificato da - Tharros in data 24/11/2010 16:17:36

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 24/11/2010 : 16:18:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando













Modificato da - Tharros in data 24/11/2010 16:22:51

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 24/11/2010 : 16:23:52  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In questa piccolissima località, ex centro metallifero dove si estraevano piombo e zinco, ci sono ancora le vecchie e semplici casette, ora in parte diroccate, che furono abitate dai minatori e quelle, quasi dei palazzi, abitate dalla direzione della Miniera. La strada, stretta corre in discesa; per la prima parte asfaltata e poi bianca. Passo vicino ai ruderi della fabbrica dove veniva lavorato il materiale grezzo, vera dimostrazione di archeologia industriale. Adesso la strada si è fatta pianeggiante. Comincio a vedere le tracce della sabbia portata fin qui dal vento e che aumenta la sua presenza man mano che procedo. Ad un certo punto sembra di essere nel deserto. La strada sterrata è scomparsa sotto la sabbia che si vede tutt’intorno; sono entrato in un altro mondo. Sui pendii delle colline, in mezzo agli arbusti, nel greto secco di un torrente la sabbia è ovunque. Sono i segnali che sto arrivando a Piscinas località famosa per le dune. In verità non sono proprio delle dune ma delle colline ricoperte nel tempo da un alto strato di sabbia. Mi fermo in un parcheggio. Qui fu costruito un albergo recuperando le vecchie costruzioni minerarie. Secondo me è stato costruito con molta intelligenza e ben si adatta all’ambiente circostante. Ci sono, posizionati su un pezzo di rotaia vicini all’albergo, dei vecchi carrelli che servivano per il trasporto del materiale in miniera. Un panorama insolito: la sabbia, macchie di verde, il mare a due passi e le colline all’intorno di un color crema, quasi giallo. Resto una mezz’ora e poi riparto rifacendo la strada al contrario. Incontro diverse automobili e dei camper che hanno complicato non poco la mia, e la loro, marcia. La strada è stretta e uscire dai cigli significa restare insabbiati o finire nel greto di un ex torrente. Passo sotto l’arco che segna l’inizio del paese di Ingurtosu. Fluminimaggiore, un altro dei tanti paesi del Sulcis che portano le tracce del duro lavoro dei Minatori. Pur essendo sempre stato un borgo prevalentemente agricolo, nella meta dell’800’ entrò a far parte del settore minerario ma non appena vi furono segnali di crisi tornò alla vecchia economia agricola con grande successo. Procedendo verso Iglesias sulla destra si possono vedere i ruderi del Tempio di Anthas. Arrivo al passo Genna Bogai, e mi fermo per pranzo, in una piazzola, dove si arriva con una brevissima discesa di fianco alla strada e ci trovo anche una fontana. Occasionalmente il pranzo può consistere anche di panini. In questo caso mi fermo nelle panetterie per comperare il pane locale e anche l’imbottitura. Se trovo quello che mi aggrada bene altrimenti, il pane lo compero comunque, ma mi faccio una pasta, tipo le trofie, i gnocchetti oppure i culurgiones. Capita sovente di trovare del pane molto lavorato con il quale fare dei panini è un rompicapo!! Consumato il pasto e bevuto caffè, vista la presenza della fontana, approfitto per lavare due cose lavare due robette che ne hanno bisogno e poi stenderle su dei rami ad asciugare. La piazzola è in ombra, e nell’ attesa che si asciughi il “bucato” mi metto a leggere un libro che mi sono comperato il primo giorno. Fatto tutto proseguo verso Iglesias entrando nel Sulcis-Iglesiente. Come Alghero, Sassari, Bosa, Iglesias era una delle sette città Regie della Sardegna. Le altre tre sono Cagliari, Castelsardo e Oristano. Un regalo, si fa per dire, da parte del Re che le assoggettò a se stesso impedendone l’infeudazione. Erano città privilegiate e assunsero, anche per questo, un particolare sviluppo. Tutte, erano e sono, rivolte ad Occidente. Iglesias è famosa per le sue chiese ma anche per le miniere, dalle quali si estraevano il piombo e l’argento, ora quasi tutte chiuse ma rimangono a testimoniare il durissimo lavoro degli uomini. Un giro per le stradine del centro, una visita alla chiesa di S. Chiara. La caratteristica sede della pasticceria Lamarmora con i suoi murales reclamizzanti vecchi prodotti dolciari; le stradine lastricate, i vicoli con ancora i festoni della festa passata.




















Modificato da - Tharros in data 24/11/2010 16:31:32

  Firma di Tharros 
E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 24/11/2010 : 16:32:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Riparto da Iglesias, sono quasi le 16 e mi sembra un’ottima idea andare a Capo Pecora per la notte. Proseguo verso Carbonia e dopo 4, 5 chilometri giro a destra direzione Fontanamare. Lungo la costa, dopo la spiaggia di Fontanamare ci sono alcune costruzioni che servivano per il carico delle navi che trasportavano il minerale estratto dalle miniera. A parte la grande spiaggia la costa, fino a Masua è quasi a perpendicolo sul mare. Dalle piazzole ricavate lungo la strada posso avere un’ampia panoramica sia sulla spiaggia sia sulla costa verso nord, segnata da grossi scogli, quasi dei faraglioni. In fondo, di colore bianco si erge dal mare lo scoglio più famoso, il Pan di Zucchero. Proseguendo, attraverso il paese di Nebida, dove ci sono le case a picco sul mare e con una deviazione a sinistra, scendo verso la spiaggia di Masua e le vecchie miniere. Il parcheggio, in fondo alla strada, che finisce, è strapieno; ma sono fortunato: mentre arrivo una macchina parte e posso parcheggiare. Sono ormai le 18 fra un paio d’ore ci sarà il tramonto e lo aspetterà sulla spiaggia. Ce ne sono due, una molto piccola e una più grande. Mi ricordo che nei pressi c’è anche una miniera che si può visitare, quella di Porto Paglia. Così rinuncio alla spiaggia, per ora, e vado a vedere se sono ancora aperti alle visite. Anche qui la fortuna mi sorride. Pago più che volentieri il biglietto, mi consegnano un casco da mettere in testa e con altre persone inizio la visita. La galleria è di circa 800 metri lungo la quale sono state ricavate delle nicchie. In questi anfratti hanno esposto le macchine che venivano usate nel lavoro, manichini che illustrano come si svolgevano le varie operazioni in miniera. Ho anche visto la roccia, mentre avanzavamo per il tunnel cambiare di frequente colore: rossa, nera, gialla. Tutti i macchinari erano stati rimessi in sesto, le rotaie con il ponte scorrevole per lo sversamento del materiale direttamente nelle navi, cosa unica in Europa, ed infine si arriva su una terrazza con vista sul grande Pan di Zucchero. Molto, molto interessante. Chi ci accompagna è un ex minatore che qui ha lavorato per molti anni e conosce molto bene la vita che si faceva a quei tempi, non lontani. Ritorniamo indietro, sempre nella galleria, non ci sono altre possibilità. Appena fuori quasi mi dimentico del casco che avevo in testa, tanto ero colpito da quest’esperienza, che l’accompagnatore ha dovuto ricordarmelo per la ovvia riconsegna. Mi sono fermato a parlare con quest’uomo facendomi raccontare brevemente com’era la vita della miniera. Essendo l’ultimo gruppo di turisti che accompagnava si prese qualche minuto, il tempo di una sigaretta. Molte cose aveva raccontato durante la visita ma me ne disse altre. Ad esempio che i manichini erano si vestiti ma, in miniera, col caldo che faceva, si tendeva a coprirsi il meno possibile. La società mineraria forniva anche, dietro pagamento, tutto quello di cui che avevano bisogno, cibo, vestiario scarpe. Le scarpe bisognava averle, non si era assunti se non si avevano e molti, non avendo i soldi per comperarsele se le facevano prestare al cambio di turno da quelli che salivano e, con la prima paga le comperavano, anche a rate. I soldi guadagnati in miniera erano spesi nei negozi di proprietà della miniera, un giro vizioso considerando che pagavano quanto comperato durante il mese a credito. Visitando questo posto ho solo una vaga idea di quanto poteva essere la fatica. Molte donne, mi disse, facevano anche otto, dieci chilometri a piedi per venire la mattina e tornare a casa la sera. Gli uomini scavavano, le donne e i bambini, anche di dieci, undici anni, restavano in superficie a lavorare il materiale estratto. Lascio questo posto con un po’ di serenità in meno e qualche pensiero in più. Scendo alla spiaggia tramite un sentierino, di fianco una cascatella, che poi compresi serviva per fare la doccia. L’arenile è disseminato di scogli più o meno grandi; a parte il suo minimalismo è molto bello, cosi contornato dalla scogliera. Resterò qui aspettando il tramonto, ormai manca poco. Il sole arancione sta prendendo la rincorsa per tuffarsi nel mare. Il profilo del Pan di Zucchero si staglia, nero, contro il cielo; un evento sempre uguale e sempre meraviglioso nella sua semplicità. Quando il sole finalmente sfiora il confine fra cielo e mare siamo rimasti in pochi; tutti sembrano in raccoglimento e, come sempre accade in questi momenti, nessuno parla, in questo meraviglioso teatro della natura. Arriva anche il momento di ripartire, risalgo la strada percorsa in precedenza, poi svolto a sinistra verso Buggerru, la grande spiaggia di Portixxeddu e poi Capo Pecora, dove potei assistere l’anno scorso ad un altro straordinario tramonto. Finito di cenare ed è gia notte. Oggi è stata un’altra giornata perfetta sotto ogni punto di vista. Ho tentato anche qualche stradina ma con risultato nullo. Non sempre entrare in una strada in Sardegna significa arrivare in qualche posto. Ci sono delle strade nell’Isola che hanno una caratteristica, ad un tratto terminano e non vado nessuna parte. Ovviamente non parlo delle strade più importanti. Mi succede sovente di trovare un bivio, una strada asfaltata che per esempio va verso destra, fatto un tratto diventa sterrata e dopo qualche chilometro finisce, senza un apparente motivo. Allora dietrofront. Sono piccoli fatti che non mi turbano minimamente e spero nei santi protettori dei fuori di testa, ma funziona a fasi alterne, comunque insisto. In molti casi adesso cerco informazioni, soprattutto nei bar ma le prime volte che venivo sull’Isola mi piaceva arrangiarmi e arrivai in posti come Cala Domestica, l’Argentiera, Capo Comino, Punta Molentis, Pedra Longa, Piscinas ed altri. Un paio di volte arrivai sulla riva di un lago, altre volte fui costretto a qualche chilometro in retromarcia non avendo posto per girarmi. Forse nessuno ha mai fatto caso che se in mezzo ad altre auto se ne trova una di un pastore si nota subito: è piena di strisciate orizzontali. Il mio van non è ancora così, ma sono sulla buona strada. Non ho motivo di dire che le strade dell’Isola sono particolarmente malridotte anche se, per quanto riguarda il percorso all’interno di paesi o città è in parte vero. Forse lasciano buche e avvallamenti e altri ostacoli per far sì che si vada piano. Ho fatto moltissime strade nell’isola e non ho trovato niente di meglio o di peggio che in altre regioni. Ma alcune cose sono diverse, i profumi e la varietà del paesaggio che si attraversa percorrendole. Stesa una coperta per terra e sono rimasto a guardare il cielo stellato sopra di me. Ci sono dei momenti nei quali mi sento più vicino del solito a questo mondo che sembra diventare sempre più lontano e imperscrutabile. Il mare tutt’intorno ricorda la sua presenza con lieve rumore, anche l’aria è ferma e tutto è pace. Sono completamente solo nonostante alcuni camper parcheggiati e, se non ci fossero le luci di Buggerru a ricordami che esiste una vita diversa da questa, potrei anche scordarmene. Buonanotte.





















Modificato da - Tharros in data 24/11/2010 16:40:46

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 24/11/2010 : 16:41:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando















Modificato da - Tharros in data 24/11/2010 16:46:36

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maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 24/11/2010 : 20:56:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Wauuuuuuuuuuuuuuuuuuuu Tharros
stupende magnifiche mozza fiato







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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Flore
Salottino
Utente Master



Inserito il - 25/11/2010 : 08:49:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Uè, ma la finisci di fare gli stessi giro che faccio io?

Bellissime Tharros, senza contare che mi risvegli sempre dei gran bei ricordi







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Grazia
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 25/11/2010 : 10:21:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Flore, la sardegna è abbastanza piccola da fare le stesse strade e abbastanza grande per farne di nuove. Cambia strada!!!! Mi fa piacere che tu l'abbia girata tanto quanto l'ho girata io. Quelli che vanno sull'Isola e se ne stanno fermi per giorni non sanno cosa si perdono!






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Flore
Salottino
Utente Master



Inserito il - 25/11/2010 : 12:59:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Flore, la sardegna è abbastanza piccola da fare le stesse strade e abbastanza grande per farne di nuove. Cambia strada!!!! Mi fa piacere che tu l'abbia girata tanto quanto l'ho girata io. Quelli che vanno sull'Isola e se ne stanno fermi per giorni non sanno cosa si perdono!


ahahahaha, ma no che non la cambio Piace anche anche a me infilarmi nelle strade e vedere dove vado a finire, sai i chilometri che faccio?
A volte però arrivo prima che seguire i cartelli e questo soprattutto nell'Isola, un giorno o l'altro capirò il perchè.....







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Tharros
Salottino
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Inserito il - 25/11/2010 : 14:47:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Svariati motivi fanno si che la cartellonistica in sardegna sia poco conforme: nascosta da alberi e cespugli cresciuti a dismisura e mai tagliati, impallinamento da parte di buontemponi che girano con le doppiette cariche, scolorimento dovuto alle intemperie edal passaggio del tempo sui medesimi.







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Flore
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Inserito il - 25/11/2010 : 15:01:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Svariati motivi fanno si che la cartellonistica in sardegna sia poco conforme: nascosta da alberi e cespugli cresciuti a dismisura e mai tagliati, impallinamento da parte di buontemponi che girano con le doppiette cariche, scolorimento dovuto alle intemperie edal passaggio del tempo sui medesimi.



....posizionamenti al contrario, sia come senso che come distanze








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Tharros
Salottino
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Inserito il - 25/11/2010 : 20:32:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vabbè, anche questo..ma sono inezie...e comunque, a chi come me e forse anche te vanno a naso...che ci frega dei cartelli si va, se si arriva bene sennò...ciccia!!






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Tharros
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Inserito il - 26/11/2010 : 08:15:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Qualche altra foto...



















Modificato da - Tharros in data 26/11/2010 08:20:14

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maria
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Inserito il - 26/11/2010 : 09:26:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Toujours tres beau ton reportage






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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

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Flore
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Inserito il - 26/11/2010 : 09:27:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Flore Invia a Flore un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:

Vabbè, anche questo..ma sono inezie...e comunque, a chi come me e forse anche te vanno a naso...che ci frega dei cartelli si va, se si arriva bene sennò...ciccia!!


parole sante







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