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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 19/10/2010 : 15:36:33  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un paio di foto e poi ritorno indietro ed entro nel borgo del Monte acuto. Come il solito parcheggio il van e giro per qualche minuto per il borgo. Nei paesi è facile trovare delle piazze dove sostano gli anziani chiacchierando fra loro. Mentre passeggio passo davanti ad un negozio con una vetrina piena di coltelli di tutte le fogge e dimensioni. Non ho intenzione di comperarne uno, però entro lo stesso. Il negozio è vuoto, non molto grande ma pieno di mensole e tavolini da esposizione. Sulle mensole ci sono coltelli di fogge simili ma di dimensioni diverse. Alcune lame sono lucide altre lavorate con disegni di colori e fattura diversi. Qualche cartellino dei prezzi, nonostante la notevole fattura dei pezzi esposti, mi fa desistere dall’acquisto al quale avevo pensato. Non ho mai avuto un coltello, nemmeno dei tanto rinomati “svizzeri”. Girando fra gli scaffali, noto una porta socchiusa dalla quale provengono dei rumori. Devo socchiuderla un po’ di più per vedere cosa c’è all’interno e riesco a distinguere una persona che sta lavorando ad una mola. Scintille infuocate partono dall’attrezzo e sembrano una cascata. Entro, non invitato, e mi avvicino all’uomo che sta lavorando e mi permetto di dargli un colpetto sulla spalla per annunciargli la mia presenza. Si gira, colto di sorpresa e mi dice qualcosa in lingua sarda di cui capisco a malapena il senso. Gli spiego che ero entrato nel negozio per curiosità ma non avevo trovato nessuno e poi ho visto lui così mi sono avvicinato. Mi ha chiesto, stavolta in italiano, se volevo comperare un coltello gli ho risposto che non era mia intenzione ma che ero interessato a vedere come si creavano quei bellissimi oggetti. Così mi ha permesso di rimanere per qualche minuto nel sul laboratorio a guardarlo lavorare e chiedendomi qualche informazione su di me, cosa facevo, da dove venivo e dove andavo…solite cose. Siamo rimasti a parlare per quasi un’ora del più e del meno mentre, col suo permesso giravo nel piccolo laboratorio guardando i coltelli ancora da finire. Parlare, considerato tutto, la situazione era anche comica. Stava lavorando una lama con una mazza, quando si fermava mi poneva delle domande e io tentavo di rispondergli mentre lui riprendeva a martellare con foga per cui, di quello che dicevo, probabilmente non sentiva nulla. Bellissimi i coltelli, alcuni avevano le lame finemente lavorate e mi spiegò, fra una mazzata e l’altra, che per ottenere quella lavorazione che lui chiamò “ Damascata” il materiale della lama deve essere più volte ribattuto su se stesso, usando anche lo stesso materiale ma con gradazione di colore diversa. Poi, ad un certo punto, entrò una signora che, mi disse, essere la moglie. Allora salutai entrambi e ringraziai l’artigiano, più che altro un artista, della sua pazienza e ospitalità. Esco dal negozio respirando a pieni polmoni, l’aria nel laboratorio era quanto meno pesante e non troppo odorosa di buono. Il tempo è passato in fretta ma mi fermo per avere informazioni, chiedendo di posti particolari da visitare Qualche volta capita che vado a vedere una chiesa o qualche monumento e cerco sempre qualcosa che non sia scritto sulle guide, che tra parentesi, non ho. A volte ho fortuna a volte meno ma val sempre la pena di tentare. Come dice quel vecchio proverbio cinese: “Anche un gatto cieco prima o poi incappa in un topo morto”!! Il Limbara mi aspetta, riparto alla volta di Berchidda, paese diventato famoso per gli spettacoli di musica jazz che si svolgono in luoghi caratteristici dei dintorni. Time Jazz è il nome dello spazio culturale jazzistico, voluto da Paolo Fresu, nativo del posto. Mi fermo in paese per chiedere dove parte la strada per il monte ed in un primo momento mi indicarono la direzione per recarmi a vedere i resti di un castello, il castello del Monte Acuto, che appartenne ad Adelasia di Torres ma del quale resta ben poco se non qualche pietra e i resti di una torre. Quando chiarii che la mia richiesta riguarda il M. Limbara me la indicano con facilità ma mi fanno anche delle raccomandazioni di stare attento ed il gestore del bar, dove mi sono fermato, mi da anche il numero di telefono nel caso avessi bisogno di aiuto, facendo i debiti scongiuri. A parte le buche che sono facili da schivare, il problema sono le improvvise erte, non molto lunghe, che si trovano dopo certe curve, se non le prendo con un pochino di brio rischio di fermarmi. Le ruote slittano. Ho dovuto fare un pò di retro e prendere la rincorsa, in qualche punto. Ma alla fine arrivo vista lago. Per me che abito in una zona dove i laghi montani si sprecano non è straordinario però, considerato dove sono è sicuramente apprezzabile. L’acqua è limpida, la cima del Limbara vi si specchia dentro, con la percettibile quiete che si trova sempre in questi posti. Dopo aver fatto pausa vicino al laghetto, riparto verso la cima dove arrivo con altri 20 minuti di percorso. Cima Ballistreri è la più alta del Gruppo del Limbara, anzi, lo era. Mi hanno raccontato, al bar di Berchidda, che per posizionare le antenne, ci sono sotto in questo momento, hanno usato la dinamite per spianare. Il risultato è stato che adesso la cima più alta è quella di fianco vale a dire P. Bandiera. Non dico siano inutili ma ci starebbe meglio un bel bosco di pini, oppure nulla, come era prima. Il panorama è grandioso e spazia a 360° intorno; riesco a scorgere il lago del Coghinas, il lago Liscia. In serate come questa posso vedere lontano i monti della Corsica e gran parte della Sardegna settentrionale, il Logudoro, il mare e l’isola di Tavolara, l’Anglona., Il sole sta calando sull’orizzonte producendo giochi di luci ed ombre, si sta formando una debole foschia. Preparo la cena in silenzio, non ho nemmeno acceso la radio che mi fa compagnia in questi momenti serali, per non turbare la pace che qui regna. Una leggera brezza, che mi consiglia ad indossare un maglione leggero di cotone, porta con sé il profumo dei pini, il lento dondolare dei rami e qualche altro rumore, animaletti notturni, forse, presi dalle loro attività. In basso tutto pare un gran presepio, i paesi sono squarci di luce che punteggiano le valli sottostanti immerse nel buio, i fari delle macchine percorrono strade invisibili. Una palla di luna bianca sta sorgendo ad est coprendo un po’ alla volta il chiarore delle stelle, costruendo ombre indefinite e tremolanti intorno a me. Sono momenti straordinari che fanno degna corona finale a questo giorno di viaggio. Buona notte.











[imghttp://img169.imageshack.us/img169/...4tappa24.jpg]




















Modificato da - Tharros in data 19/10/2010 15:47:29

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Trento  ~  Messaggi: 4702  ~  Membro dal: 02/12/2006  ~  Ultima visita: 22/03/2020 Torna all'inizio della Pagina

lorson
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 19/10/2010 : 22:35:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lorson Invia a lorson un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao: eccomi di nuovo!
In che periodo sei stato in Gallura, magari c'ero anch'io.
Peccato che hai fatto strada in più per andare sul Limbara, visto che eri a Tempio, proseguivi per Vallicciola e poi scendevi verso Berchidda, Avresti risparmiato un sacco di km e tempo.
Una volta che eri ad Oschiri potevi fare un salto all'altere rupestre di Santo Stefano, molto vicino al paese:
Un'altra cosa: nei dintorni di Arzachena ci sono parecchie cosette (nuraghi, tombe di giganti) da vedere., come pure a Baia Santa Reparata (villaggio prenuragico e tomba dei giganti).
Per il resto, ne hai saltate di cose!!!
CMQ: BRAVO
l.







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maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 20/10/2010 : 06:35:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Wauuuuuuuuuuuuuuuu che bellezza
superbe le tue foto Tharros







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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 20/10/2010 : 09:29:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La strada per Vallicciola l'avevo gia fatto l'anno prima Lorson. Volevo cambiare percorso e fare una strada diversa. Sono salito da Bechidda e sceso da Vallicciola...Ovvio che di cose ne ho saltate. Tre settimane avrei dovuto impegnarle solo per il nord dell' Isola se avessi voluto andare ovunque... e non sarebbero bastate. Bisogna fare quello che si può col tempo che si ha...Grazie Lorson.. rimani sempre desto






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maria
Salottino
Utente Maestro




Inserito il - 20/10/2010 : 09:31:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di maria Invia a maria un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Tharros
Tutte quelle antenne che si vedono su una foto del Monte Limbara? Sono quelle vicino alla statua del Redentore







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Redentore - Monte Ortobene

Nuoro

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 20/10/2010 : 09:33:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Errata Corrige. Mella seconda riga della prima parte ho scritto " Ombre indistinte disegnano..." In realta deveva essre. " le prima luci...." Pardon !!






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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 20/10/2010 : 11:34:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...Ecco, questo è amore per la Sardegna! Complimenti Giorgio, per il diario e per le splendide fotografie! Grazie!






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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)


"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)

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lorson
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/10/2010 : 13:51:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lorson Invia a lorson un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
maria ha scritto:

Ciao Tharros
Tutte quelle antenne che si vedono su una foto del Monte Limbara? Sono quelle vicino alla statua del Redentore

No, maria, sono quelle sulla cima del Limbara che, secondo quanto hanno raccontato a Tharros, hanno installato dove hanno tagliata la cima più alta.
Ci sono ripetitori di ogni tipo ed ente!
l.







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lorson
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 20/10/2010 : 13:56:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lorson Invia a lorson un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tharros ha scritto:
[.Grazie Lorson.. rimani sempre desto

...finchè parli e mostri di Gallura, si!
Dopo....... mi riposerò guardando il tuo reportage.
(non mi hai detto quando ci sei stato, nè se l'anno prox ci tornerai)
Ciao,
l.







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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 20/10/2010 : 14:48:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La mia previsione è di venire quest'anno in Sardegna verso Febbraio per vedere la sartiglia che non ho mai visto. Ho degli amici a Oristano che mi hanno invitato più volte e aprofitterò della loro ospitalità. Questo è nei programmi. Ma è sempre tutto in forse...vedremo. Quanto alla Gallura ci sono stato diverse volte in anni diversi. Il tragitto è l'ultimo che ho fatto.
Vorrei venire sull'Isola in momenti diversi dai soliti. Ci sono stato da Luglio ad Ottobre, ma questo solo al Sud per motivi di lavoro, due volte nei periodi Pasquali per il resto sempre a fine Agosto primi di Settembre...Nella prossima tappa allora ti riposerai e spero di trovare qualcuno di altrettanto preciso come te, così posso correggere eventuali "magagne" e/o imprecisioni. Grazie del tuo aiuto. G







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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 03/11/2010 : 15:03:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal
M. Limbara
a
Torre dei
Corsari

Km percorsi 349


Che alba stamattina!! Il paesaggio alle prime luci, una leggera foschia che copre il fondo-valle, è magico. Preparo il caffè, un po’ d’ordine nel van e quindi partenza. Mentre facevo le solite cose del mattino pensavo a cosa potrei fare oggi e considerato tutto è quella di cominciare ad avviarmi verso sud. Consultata la cartina e fatto alcuni conti vado dove non sono andato ieri e poi si vedrà. Scendo dal Limbara passando per Vallicciola, strada asfaltata. Transito per Tempio poi verso Perfugas, lascia la provincia di Olbia-Tempio ed entro in quella di Sassari. Attraversati Perfugas e Laerru faccio tappa a Martis, nel sito dove si trovano i resti della foresta pietrificata Carrucana. I tronchi pietrificati sono stati disposti su un campo in leggera pendenza proprio sotto il paese. S’impone poi una visita anche alla vecchia chiesa di S. Pantaleo, molto vicina, e poi una passeggiata in paese per vedere com’è. Non incontro nessuno, sembra deserto. Fra Martis e Chiaramonti, qualche anno fa mi fermai per pranzo in una chiesetta campestre intitolata a S. Giusta. Ricordo i dintorni verdeggianti, le piante da sughero, ma ora solo una macchia verde, intorno alla chiesetta. tutto il resto bruciato da un incendio. Questo è il secondo posto fra qui e Chiaramonti che ho visto così ridotto. L’altro è recente, sentivo ancora l’odore di bruciato, e qualche spira di fumo partiva dai tronchi anneriti. Proseguo verso Chiaramonti, dove mi fermo. (spendo più soldi nei bar che per il resto, ma serve) Un grande murales nella piazza e i soliti vecchietti seduti subito sotto. Scatto qualche foto. Ho chiesto il permesso, non era possibile escluderli, e non volevo creare qualche disagio. Vado alla ricerca di un panificio. Un giro fin sopra il paese per vedere le rovine del Castello e poi riparto. La prossima tappa sarà Osìlo. Dalla strada non difficile è vedere il paese posto su una collina. Oltre al bel panorama sul territorio circostante una delle cose evidenti appena entrati percorrendo le strette stradine in salita è l’alta torre del castello. In centro ci sono tre chiese una attaccata all’altra. Una curiosità è la scritta ”Cinema” in pietra, cosa assai rara da vedersi. Lascio Osilo, direzione Sassari. Per strade esterne sfioro la città prendendo la direzione verso Ittiri, con destinazione Monteleone Rocca Doria. Allungando di qualche chilometro il percorso arrivo fino a Romana. Lungo la strada principale ci sono dei murales ma la caratteristica principale è data dalla piazza della chiesa trasformata, con un grande gnomone in pietra e le ore del giorno segnate sul lastricato, in meridiana solare. Situato in cima ad un colle “ Su Monte” in posizione molto panoramica, è circondato in parte dal lago del Temo, Monteleone Roccadoria vanta origini antichissime. Ne sono testimonianza l'elevato numero di nuraghe ubicati nella zona e il ritrovamento di monete, di stoviglie e le cisterne scavate nella roccia calcarea testimoniano l'insediamento di diverse civiltà (romana, cartaginese ecc) Oggi, su questo piccolo colle, raccolto intorno alla sopravvissuta cappella dei Doria, sorge il paese in una cornice di vie che riportano ad antiche memorie (Via Doria, Via Castello, Via Orti) dove vive una comunità dedita prevalentemente alla pastorizia e all'agricoltura. La vista si allarga sul territorio tutt’intorno con un’ampia visuale. Sotto, le acque luccicanti del lago Temo. Una breve visita al paese poi nuovamente in marcia dirigendomi, verso Villanova Monteleone per una visita al Nuraghe Appiu dove mi accompagna, come guida, un simpatico architetto. Pazientemente e rispondendo con molta pazienza alle domande che gli rivolgo mi spiega la storia del sito in modo approfondito. A tal proposito ho visitato molti siti, e mi sono persuaso che diverse volte le guide con le quali sono entrato in contatto non siano sempre preparate. Abitualmente faccio domande, se qualcosa non mi è chiaro, in diverse occasioni le risposte non sono state adeguate. Però senza nulla togliere alla cortesia alla disponibilità ed alla volontà di fare il meglio che tutti dimostrano. Sono ragazzi che hanno trovato il modo di lavorare e vanno sicuramente capiti e giustificati se qualcosa manca. Salutai l’architetto e proseguii in discesa su una stradina stretta e tutta curve che mi porta direttamente sull’Occidentale sarda. Ritorno indietro per qualche chilometro fino al punto in cui posso vedere Alghero, la costa fino a Capo Caccia verso nord e Capo Marargiu verso sud. Mi fermo per fare delle foto al panorama: La strada che continua è chiamata “ Strada picada” e mi è stato detto che questo appellativo le venne dato in quanto fu costruita interamente a mano, pala e piccone insomma, senza l’ausilio di macchinari. Ritorno indietro percorrendo questa bellissima strada puntando verso Bosa. Il tracciato percorre la costa. Mare a destra, montagne a sinistra; le molte curve che interrompono un panorama per mostrarne un altro, notevolmente panoramica sulla quale posso viaggiare bene. Mi fermo spesso in qualche piazzola per scattare delle foto e dare uno sguardo ai dintorni. Pochi chilometri prima di Bosa, in direzione sud, ci sono sulla sinistra delle montagne con la roccia di colore rosso scuro. In qualche occasione ho avuto la fortuna di osservare i grifoni disegnare cerchi nel cielo; sperando di vederli nuovamente faccio una sosta per il pranzo e sono fortunato. I grifoni appaiono nel cielo sopra le rocce. Ce ne sono diversi, ne ho contati otto. Bevuto anche il caffè riprendo il viaggio e sulla destra pochi chilometri dopo, una vista di Bosa Marina e della Torre Argentina. Bosa (o Calmedia, anticamente, e anche città regia) è una simpatica cittadina attraversata dal fiume Temo, unico fiume in parte navigabile dell’ Isola. Sembra che la sua storia risalga al periodo fenicio-punico e che sorgesse alla foce del Temo. Più a monte invece la parte Romana che non fu mai abbandonata. Nel 1112 fu eretto dai Malaspina, sulla sommità del colle di Serravalle, il castello omonimo. Una passeggiata lungo il fiume percorrendo le banchine con le reti da pesca stese ad asciugare e anche un giro per il paese sul trenino gommato che lo percorre nei posti più caratteristici, come le vecchie Concerie, ancora presenti lungo il fiume. Riparto da Bosa sempre diretto verso Sud. Attraverso il paese di Tresnuraghes, faccio una piccola deviazione alla Torre di Foghe. Nei dintorni si trova anche un santuario dedicato a S. Marco; quindi Sennariolo per arrivare a Cuglieri con la sua grande chiesa. Oggi è giorno di mercato e mi prendo il tempo di andarlo a vedere. Un giro tra le bancarelle senza trovare nulla che possa interessarmi. Non mi resta che riprendere la strada verso S. Caterina di Pittinuri. Arrivato all’auto mi trovo in difficoltà per girarmi e cosi proseguo con l’intento di cercare una piazzola ma più vado avanti più mi viene voglia di proseguire. Continuo quindi in quella direzione. Lungo la strada, sulla destra le rovine del castello Ezzu e un bel panorama sul Montiferru.



[http://img837.imageshack.us/img837/...ppa2.jpg/img]






















Modificato da - Tharros in data 03/11/2010 15:13:18

  Firma di Tharros 
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 03/11/2010 : 15:16:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando






































Modificato da - Tharros in data 03/11/2010 15:31:34

  Firma di Tharros 
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Anna Agostini

Utente Medio


Inserito il - 03/11/2010 : 15:22:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Anna Agostini Invia a Anna Agostini un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'immagine della foresta pietrificata si vede solo in parte. E' il mio computer o c'è stato qualche problema nel caricamento?





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Bosa

Torre Argentina

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 03/11/2010 : 15:32:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La foresta pietrificata non è esattamente una foresta. I tronchi che tu vedi sono stati portati in un posto diverso. Ho messo in evidenza come sono i trochi..






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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso




Inserito il - 03/11/2010 : 15:33:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tharros Invia a Tharros un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Continuando la strada prosegue entrando in un bosco di rovelle e sughere fino ad arrivare in un punto dove smette di salire e scende verso un’ampia vallata. Ad un bivio un cartello indica S.Leonardo de siete Fuentes mentre un altro S. Lussurgiu. Proseguo in questa direzione passando all’interno del paese ma passando oltre senza soste verso quella che è la mia meta. Parcheggio in uno spiazzo a nord del paese, in località S’ Archittu e parto per una passeggiata sulle rocce bianche che formano la costa sotto la Torre. E’ un paesaggio che ha un forte contrasto tra il mare verde-blu e il cielo. Nella spiaggia sottostante, di fronte al grande arco di roccia, faccio un bagno e noleggio anche una canoa andando fino sotto “S’ Archittu” dal quale ci sono dei ragazzi che si divertono, tuffandosi con abilità nel mare sottostante, sollevando grandi spruzzi. Costeggio la scogliera facendo un largo giro intorno alle isolette per poi ritornare al punto di partenza. Riparto e, sempre seguendo la strada, dopo qualche chilometro una deviazione verso Marina di Narbolia. Da qui si vedono le rocce bianche di S’Archittu sulla destra e la costa della Penisola Mandriola sulla sinistra, di quest’ultima si distingue la torre Scala e Sale. Di nuovo sull’occidentale verso sud, entrando poi nelle vicinanze di Riola Sardo, sulla strada in direzione di Porto Mandriola e Putzu Idu. Sulla sinistra, prima di arrivare alla penisola, si può vedere lo stagno di Sale Porcus mentre quello sulla destra è lo stagno de Is Benas. Sa Mandriola è un istmo con delle coste molto variegate, si va dalla spiaggia di Su Pallosu alle scogliere di Mari Elmi. Alcune isolette fanno da contorno e, dalla costa vicino a Capo Mannu sovrastato dall’omonima Torre, posso vedere in lontananza l’Isola di Mal di Ventre. Il toponimo è dovuto all’ ignoranza di chi lo ha riportato sulla carte. I latini la chiamavano Meleventum mentre i sardi nella loro lingua Malu Entu, ma il significato resta lo stesso. Poi Is Aruttas, spiaggia bellissima formata da granellini di quarzo. La sosta per un bagno in quest’acqua cristallina si impone. Da diverso tempo è stato istituito il divieto di prelevare questa sabbia particolare come in altre spiagge della Sardegna. Dopo un paio d’ore riprendo il van per andare a S. Salvatore. Questo è un paesello che si rianima solo in occasione di feste e in particolare la “Corsa degli scalzi” dove i giovani del villaggio percorrono la distanza da qui arriva a Cabras, una decina di chilometri circa, portando la statua del Santo. Il borgo è formato da piccole case chiamate Cumbessias che servivano in passato ad ospitare i pellegrini che venivano in visita alla chiesa del Santo. Mi sono aggirato per le stradine silenziose, le casette quasi tutte bianche, alcune col tetto inclinato con le tegole altre con dei motivi tipo merli arrotondati, intonacati a calce. Le porte sono di vari colori, certe azzurre altre rosse più o meno rinnovate. Davanti ad ogni casetta una panca in pietra, alcune molto vecchie, composte solo da due sassi come supporto e una lastra appoggiata sopra come sedile. Il pozzo in centro alla piazzetta e la piccola chiesa con il tetto in legno e un porticato. Alcuni gatti sdraiati davanti alle porte dormivano beatamente; a malapena hanno alzato la testa al mio passaggio. Pur essendo disabitato non da assolutamente la sensazione d’abbandono. Forse sarà solo suggestione ma qui ho l’impressione di essere attorniato da un’aria mistica. Una signora, se ne sta seduta su una sedia a sdraio, e a lei mi rivolsi chiedendole qualche notizia del borgo, mi dice che non ci abita ma che qualche volta viene a vedere che tutto sia a posto e passa la giornata a leggere o a lavorare a maglia perché è tutto molto tranquillo. Mi dice, ma gia lo sapevo, che il borgo non è perennemente abitato e che farei bene a visitarlo durante la Corsa perché è un momento di particolare raccoglimento per tutti coloro che sono presenti. Mi racconta che lei ha due figli di diverse età ed entrambi corrono per il Santo e, se ho capito bene, il più giovane ha preso il posto del padre morto recentemente. E’ molto affabile, mi offre anche il caffè, in alternativa ad un “bicchierino” che ho gentilmente rifiutato spiegandole che avevo ancora strada da fare e non volevo rischiare qualche guaio per via dell’ alcool. C’ è molta serenità in questa persona, tutto quello che mi racconta è come se lo stesse raccontando ad un amico di vecchia data, sarà anche per il fatto che avremmo più o meno la stessa età. Poi arriva anche il momento del commiato; sia alza dalla sedia e mi dice che è ora che vada verso casa per preparare la cena. Alle quattro del pomeriggio? Le faccio notare l’ora ma mi dice che ci vuole un po’ per arrivare fino a casa sua, a Cabras. Convinto di fare una battuta le chiedo se ci va a piedi e lei mi risponde di sì. Più o meno dieci chilometri, almeno tre ore a passo deciso. Mi offro di accompagnarla con il van ma lei rifiuta dicendomi che non può fare la Corsa e allora, qualche volta, viene a piedi fin qui. Non mi pare il caso di insistere aspetto che chiuda la casa e poi ci salutiamo e lei mi ripete l’invito a venire quando ci sarà la Corsa. Mi stringe la mano augurandomi che le mie ferie proseguano al meglio e si avvia con passo deciso verso casa.




















Modificato da - Tharros in data 03/11/2010 15:40:27

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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!!

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