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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 11/10/2010 : 14:03:29
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| agip ha scritto:
Bellissime foto tharros. Per me questo anno non sono venuto in Sardegna, ma con il tuo"reportage" ho potuto fare un piccolo viaggio. grazie
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La stessa cosa vale anche per me anche se virtualmente
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Redentore - Monte Ortobene
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Flore
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 14/10/2010 : 10:43:45
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Ho ripetuto cpon le tue foto il viaggio di qualche anno fa. Grazie
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Grazia Orsù, dunque.....
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 14/10/2010 : 16:38:50
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Prego Flore..
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 15/10/2010 : 15:03:59
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Dall’ Argentiera a Santa Teresa di Gallura
Km percorsi 231
Svegliarsi col profumo del mare; un profumo intenso portato dalla brezza mattutina insieme al leggero sciabordio delle piccole onde che increspano questa tavola color cobalto. Molte volte dormo vicino al mare ma ognuno dei posti che frequento ha una sua caratteristica. E’ mattina presto, si vede ancora qualche stella in cielo, quelle più luminose che mi hanno fatto da tetto in questa notte. Con la tazza fumante del caffè in mano ho delle sensazioni difficili da raccontare: il mare, l’aurora sta appena diffondendo una leggera luce; comincio a distinguere l’orizzonte e una linea di nubi grigia, a contatto del mare, dalla quale fra poco il sole farà capolino regalandomi un’altra giornata. Penso a dove potrei andare oggi. E’ ancora troppo presto per scendere al sud. Dopo averci riflettuto, decido per Castelsardo, per ora. Rimesse in ordine le masserizie riprendo il mio viaggio. Percorro strade interne poco trafficate, attraversando paesini come Monteforte, Bancali, poi su verso Platamona dove imbocco la costiera e faccio una prima sosta alla Torre di Abbacurrente. Questa torre sta dando alcune preoccupazioni perché sembra che il terreno stia cedendo sotto e che il suo destino sia di tuffarsi, pure lei, nel mare della Sardegna, ma mi hanno detto che è in partenza un prossimo restauro. Mi siedo qualche minuto per guardare questa distesa blu e, in lontananza, anche se non molta, distinguo il basso profilo dell’Asinara. Riprendo poi il mio andare verso l’antica cittadina fondata dai Doria, posta su un promontorio al centro del golfo dell’Asinara, Castelsardo. Parcheggio prima del paese in una rientranza della strada e proseguo a piedi. Se una cosa mi infastidisce molto è entrare nei paesi, cercare parcheggio e non trovarlo. Nelle cittadine della costa, come in questo caso, è la normalità considerata la gente presente in questo periodo. Le ferie vanno godute al massimo del relax e della calma quindi cerco di non fare nulla che possa turbare questo stato d’animo che qui desidero sia perenne. Prima sosta al bar a fare la nostra colazione e qui accade una cosa simpatica. Mi ero tolto la maglietta e mentre stavo passando fra i tavolini diretto all’entrata del bar casualmente scorgo, seduta ad un tavolino, una signora che mi fissa un po’ perplessa. Di primo acchito non capisco; poi mi ricordai di un fatto accaduto un paio d’anni fa a Dorgali. Allora, fui redarguito, con molta cortesia ma con altrettanta fermezza, da una gentile donzella per essere entrato nel bar solo coi pantaloncini e senza maglietta. Gli avventori, che seguirono lo scambio di battute, ne restarono anche divertiti e, con fare molto spiritoso mi fecero notare che le donne in Sardegna tendono ad…eccitarsi con poco e quindi era molto meglio non svegliare istinti assopiti. Ovviamente lo disse in altro modo, più pittoresco; la risposta della gentile barista mi sorprese un po’ perché se ne usci dicendo che considerata l’età di chi aveva espresso quell’opinione, parlare di istinti assopiti era essere ottimisti, nel suo caso si poteva parlare di istinti morti e sepolti. Altre risate da parte di tutti. Mi fermai, indossai la maglietta e strizzai l’occhio alla signora che mi sorrise. Fatta colazione percorro le stradine del paese che salgono verso la Rocca che domina la cittadina. Il tempo passava e il nome cambiava, si chiamò Castelgenovese, fondata dai Doria, poi lo cambiò nuovamente quando la conquistarono gli Aragonesi in Castelaragonese. Vi dimorò, per un certo periodo Eleonora d’Arborea e il marito Brancaleone Doria. Sulla sommità ci sono i resti del castello e tutto intorno, subito sotto stradine scalette e vicoli percorrono il borgo vecchio dove, ogni tanto, si possono trovare delle signore che intrecciano canestri. Il panorama va dal Golfo dell’Asinara a gran parte della costa Gallurese. Qualche volta si possono vedere anche le coste della Corsica, in giornate particolarmente terse. Il campanile della cattedrale domina subito sotto il borgo vecchio. Dedicata a S. Antonio, la cattedrale è un classico esempio d’architettura modesta.
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Modificato da - Tharros in data 15/10/2010 15:10:57 |
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 15/10/2010 : 15:12:23
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Dopo aver girovagato un po’ ritorno al van e vado alla Roccia dell’Elefante, chiamata così per la caratteristica forma. In tempi antichi fu una delle tante Domus de Janas. Intorno alla roccia ci sono alcune bancarelle che vendono prodotti tipici e anche un asinello pronto per farsi salire in groppa, della cui contentezza non sono tanto sicuro, da chi eventualmente volesse avere una foto ricordo. Ora non mi resta che decidere la direzione di viaggio. Farò tutta la costa nord e arriverò a S.Teresa di Gallura. Ci sono diverse località che posso visitare durante il tragitto. Prima fermata ad Isola Rossa. Non ho problemi per parcheggiare, trovo una posizione vista mare. Isola Rossa di nome e di fatto; le rocce hanno più o meno quel colore. Un po’ di ginnastica per arrivare sul limite della scogliera prospiciente la Torre. Mi ero portato il fabbisogno per un tuffo e non sto tanto a guardare dove appoggiarlo tanto non c’è quasi nessuno; mi sposto lungo la scogliera e l’acqua è molto invitante, meno invitanti sono i molti ricci che scorgo facilmente nell’acqua trasparente. Non posso andarmene senza un aver fatto un bagno. Ritorno verso il van per prendere le scarpette di gomma anti riccio. Con queste mi sento più sicuro. L’anno scorso ne ho calpestato uno e mi sono portato appresso le spine per quasi un mese. Resto in ammollo per una mezz’ora in quest’acqua con vista sul fondale, una meraviglia. Ritorno al van bello fresco e mi rimetto in marcia. Il cielo sta diventando nero ma in lontananza si vede di nuovo il blu. Vedremo che farà sto’ tempo. Poco dopo S. Pietro intravedo sulla sinistra una strada sterrata che indica un centro per sub. All’inizio questa quasi mulattiera non sembrava tanto male poi ho cominciato a trovare quelle scanalature orizzontali che si formano sulle strade bianche, una giostra. Sono stato in procinto di rinunciare ma poi la strada è ritornata quasi normale e ho proseguito. Le stradine m’attirano come calamite. Se Dio vuole arrivo dove termina. Sulla cima, si fa per dire, c’è una specie di rifugio circolare di circa 3 metri di diametro, in cemento, con delle finestre lungo la circonferenza, delle scale fatte di sassi tutto lasciato in uno stato d’ abbandono. Però, la vista di quassù.. Isola Rossa con la Torre, baia Trinità, Punta li Canneddi e per chiudere Costa Paradiso…. Uno spettacolo mozzafiato di colori, blu rosso mattone, bianco azzurro…. Credo di aver fatto una trentina di foto, splendido panorama. Rimango quassù a prepararmi il pranzo e per festeggiare, anche se festeggio più o meno ogni giorno, culurgiones con ripieno di patate e menta, al pomodoro. Arriva qualche nuvola, speriamo bene. Dopo il pranzo riparto: meta Costa Paradiso. Da alcuni anni non ci vado più; potrei andare alla spiaggia di Li Cossi per un bagno. Appena arrivo mi accorgo subito del cambiamento. Adesso capisco perché in un bar di Trinità dove mi fermai, parlando con una persona che era lì me la descrisse come costa cemento!! Piange il cuore vedere quella bellissima scogliera cosparsa di case, le rocce con delle passerelle che conducono ovunque fra gli scogli. Uno scempio. E tutto per quattro soldi. a volte penso che i primi a non amare la propria terra siano i sardi, qui tutti possono fare tutto, quest’ Isola è in svendita perpetua. Sembra che anche il cielo abbia qualcosa da dire, si sta rannuvolando. Riparto senza andare alla spiaggia. Sono più o meno le 15’ e vorrei arrivare fino a Capo Testa per il tramonto. Di tempo ne ho ma mi piacerebbe fare un giro attraverso le rocce di cui il capo è famoso. Arrivato però a Vignola mi viene lo schizzo di fare una visita alla Valle della Luna, una volta abitata da comunità di hippyes. E’ una distesa di rocce di varie forme, ne ho vista una uguale all’ex presidente Scalfaro, un pappagallo, un arco di roccia e molte altre con forme bizzarre. Proseguendo lungo la strada arrivo fino a Luogosanto e, parcheggiato il mezzo, chiedo ad un passante qualche notizia sul paese e, a parte le numerose chiese presenti (da qui il toponimo) m’ indica il modo per andare a vedere il paese dall’alto. Non è cosa facile. Il primo ostacolo che trovo consiste in un recinto con una rete di ferro assai alta, un paio di metri. Poi altri ostacoli per arrivare in cima alla collinetta; per riuscire a trovare un passaggio in mezzo ad un intrico d’alberi, cespugli e quant’altro si trova in boschetti simili a questo. Ci vuole un po’ di pazienza e anche agilità nello schivare rami che improvvisamente mi si parano davanti. Arrivo su e il paese si stende proprio sotto…anche se non posso vedere tutto, da quella posizione. Scatto qualche foto e scendo percorrendo il tragitto fatto in salita non senza qualche ulteriore difficoltà.
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Modificato da - Tharros in data 15/10/2010 15:22:02 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 15/10/2010 : 15:22:40
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Ripresa la strada verso la meta passo vicino a piccoli borghi, Bassacutena, poi a sinistra verso Campovaglio e Rena Majore, riprendendo poi la strada che avevo lasciato a Vignola e arrivando a Capo Testa, con una piccola fermata per vedere la costa di S. Reparata, in tempo per il tramonto. Luogo straordinario! Cammino sotto rocce enormi, alcune di colore giallo, lisce; altre di colore grigio un paesaggio singolare per le forme di queste rocce lavorate dal tempo. Su tutto domina il faro. C’è moltissima gente appostata più o meno in alto per godersi questo momento della giornata. Mi sembra di essere arrivato in una palestra di roccia. Si sentono tutti dei piccoli Messner e tentano di scalare qualche masso. In effetti le frasi che più si sentono sono grida preoccupate di genitori che cercano di far desistere i loro pargoli da qualche scalata su pareti non esageratamente alte ma, come dicevo, lisce. Ma al momento del tramonto tutto si placa, e scende il silenzio, è quasi irreale. Digitali e telecamere alla mano ognuno tenta di portare a casa un ricordo di questo momento e poi, a spettacolo finito, se ne vanno in fila verso le auto parcheggiate. Ritorno al van e dirigo alla volta di S. Teresa dove trovo facilmente parcheggio sul piazzale sovrastante la spiaggia di Rena Bianca. Qualcosa per cena, poi in centro per un gelato. Ci sono le bancarelle. Ormai si trovano dappertutto nei paesi rivieraschi dove i turisti abbondano. C’è di tutto come in ogni mercatino che si rispetti, dalle copie dei bronzetti al formaggio pecorino, collane braccialetti di varie fogge e metalli di produzione locale e non; gioielli in filigrana, tappeti, ricami e gli immancabili mandarini. Mi fermo in un bar in piazza, quasi faccio fatica a trovare posto ai tavolini. E’ una ressa continua di gente in movimento che sembra non avere una meta precisa. Passo qualche minuto bevendo qualcosa ma quest’andirivieni di gente, di discorsi che s’intrecciano sovrapponendosi, non entra nella consuetudine delle mie ferie. E’ ora di ritirarsi nei miei alloggi. Lascio la piazza e scendo verso il parcheggio dove ho il van. Incontro ancora gruppetti di persone che vanno nella direzione opposta. Nel parcheggio ci sono solo due furgoni, oltre al mio e ci sono quattro persone sedute sul muro che guardano la spiaggia. Sono in giro come me, più o meno. Due coppie, mi hanno poi raccontato, che per la prima volta, si sono organizzate le ferie con la sola differenza che loro sanno dove saranno domani, ma io no. Parlando ho raccontato di questi primi giorni, che ormai sono diversi anni che lo faccio e che mai ho avuto problemi. Le signore sono un po’ titubanti su quello che stanno affrontando. Quando chiedo le loro tappe scopro che non hanno intenzione di andare all’interno, tutto l’itinerario è sul mare, praticamente il giro dell’Isola. Sono arrivati stamani a Porto Torres e fino a qui hanno fatto una sola tappa, a Castelsardo. Un po’ pochino se si vuole visitare la Sardegna. Allora mi chiedono cosa possono vedere d’interessante l’indomani che hanno come meta Palau. A parer mio, dico loro avrebbero potuto prendere una barca e fare il giro delle Isole dell’arcipelago, poi ad Arzachena che ha diversi siti archeologici, un giretto a S. Pantaleo visto che è di strada, volendo la Roccia dell’Orso a Palau, e altro ancora. Non possono fare un giro, a Palau hanno prenotato un B&B, però avevano come meta Porto Cervo. Non sapevo più che dire, Porto Cervo, io l’ ho sempre evitato, sbagliando forse, ma a me interessa di più l’altra Sardegna. Si, a volte sono antipatico. Quando trovo qualcuno che ha l’occasione di vivere delle ferie fuori dall’ordinario ma che fa cose ordinarie mi passa qualsiasi interesse. Così lasciai cadere il discorso. Ho fatto un’ultima passeggiata lungo la spiaggia finendo quasi addosso ad una coppietta che…Non importa, se avessi l’occasione molto probabilmente, farei la stessa cosa.. Buona notte!!
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Modificato da - Tharros in data 15/10/2010 15:29:59 |
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maria
Salottino
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Inserito il - 15/10/2010 : 21:02:20
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Tharros La prossima volta mi prendi con te Wauuuuuuuuuuu Che posti incantevoli
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Redentore - Monte Ortobene
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lorson
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Inserito il - 15/10/2010 : 22:46:42
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" Arrivato però a Vignola mi viene lo schizzo di fare una visita alla Valle della Luna, una volta abitata da comunità di hippyes. E’ una distesa di rocce di varie forme, ne ho vista una uguale all’ex presidente Scalfaro, un pappagallo, un arco di roccia e molte altre con forme bizzarre."
Ciao, guarda che confondi le valli della luna: ce ne sono due: quella che hai visto, in territorio di Aggius, caratterizzata da grandi massi, che potevi raggiungere anche passando da Trinità (dove potevi dare un saluto a Petru2007) e quella degli hippies che si trova a Capo Testa, Santa Teresa di Gallura. Ciao e scusa la precisazione. lorson
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Tharros
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Inserito il - 16/10/2010 : 11:05:34
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Forse hai ragione tu. Forse ho confuso la piana dei grandi sassi con la valle della Luna. Sta di fatto che negli anni 60' da quello che sò anche qui esisteva una comunita di Hippyes. Mi hanno anche detto che girando nella valle si possono ancora trovare resti di baracche. Io non li ho viste anche perchè non ho girato molto all'interno. Probabilmente mi hanno raccontato qualcosa di fantasioso. Ma appurerò nella prossima visita. Grazie Lorson della precisazione.
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Tharros
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Inserito il - 16/10/2010 : 11:07:08
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Il posto c'è Maria...
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lorson
Salottino
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Inserito il - 16/10/2010 : 14:26:00
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Ciao, intervengo di nuovo per alcuni chiarimenti. Ho abitato a Tempio dal '73 all'80, mia moglie è di Tempio, dove ci passiamo quasi ogni anno un paio di mesi. La Valle della Luna di Aggius è quella con dei grandi massi che la fanno ( meno di prima, a dire la verità, causa crescita piante) assomigliare ad un paesaggio lunare e non ho mai sentito della presenza di hippyes. La Valle della Luna (una spiaggettina) di Capo Testa, invece, è detta così per la presenza, questa si degli anni '60, di hippyes che l'avevano eletta a loro dimora in quanto tra loronon erano rari i nudisti. Ho notato una dissonanza tra il percorso segnato sulla cartina e quanto dici. Fino a Isola Rossa Ok, ma poi la cartina porta direttamente ad Aggius e tu dici essere arrivato a Vignola: per arrivare ad Aggius o saresti dovuto tornare indietro e passare di nuovo dal bivio Isola Rossa, andare verso Trinità, attraversarla e quindi arrivare all valle della luna; oppure tornare indietro, arrivati alla frazione Lu Colbu, inoltrarti all'interno, passare vicino alla chiesa di San Pietro di Ruda e quindi alla valle della luna. Altra strada: senza tornare indietro, da Vignola andare ad Aglientu e proseguire per Aggius, Non so quale hia fatto. Se ti dovesse capitare di tornarci l'anno prox avvisami; ci potremmo incontrare e girare insieme: ho una discreta conoscenza della Gallura. Tutto questo nulla toglie alle tue bellllllissssime foto! Ciao, l.
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 16/10/2010 : 15:05:55
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| Tharros ha scritto:
Il posto c'è Maria...
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Redentore - Monte Ortobene
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 16/10/2010 : 15:23:04
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In effetti mi sono reso conto poi che la cartina non è esattamente come il percorso descritto, chiedo scusa per l'imprecisione vedrò di porvi rimedio.
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 19/10/2010 : 15:12:10
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Da S.Teresa di Gallura al M.Limbara KM percorsi 225
Un filo rosso sul mare annuncia l’alba in arrivo. Mi addentro per le stradine ed i vicoli di S. Teresa che ancora dorme. La grande piazza silenziosa; solo la fontana attira l’attenzione con il ritmico rumore dell’acqua, quasi in udibile ieri sera causa la folla. Ombre indistinte disegnano sul piazzale lastricato le prime ombre. Ritorno alla macchina. Rena bianca è solitaria. Solo alcune persone si aggirano sulla spiaggia, simili a fantasmi, per ripulirla dalle cartacce che l’Homo Turisticus deposita a piene mani dove capita. In lontananza si vede a malapena la scogliera della Corsica che fa capolino attraverso la leggera foschia del mattino. Un nuovo giorno che confido sia uguale a quello passato. Mentre sono intento alla preparazione del caffè, arriva un furgone. Scendono alcune persone che scaricano scatole e bauli, un gruppetto di tecnici che si danno da fare per approntare microfoni, casse acustiche e quant’altro. “Musica sulle Bocche”, la manifestazione musicale che da alcuni anni vivacizza il paese. Arriva un’auto dalla quale esce un tale e tira fuori un contrabbasso che era sui sedili posteriori. Scende le scale che portano alla spiaggia e si siede su una sedia preparata anzitempo. Concerto all’alba. Sarebbe il caso che me ne andassi, non per il concerto, ma per la colonna di gente che sta arrivando. Si sono svegliati anche i vicini che ho conosciuto ieri sera, la faccia un po’ stralunata, i capelli al vento e uno con la camicia a rovescio. Il caffè che avevo in mano ha attirato l’attenzione della gente, annusa l’aria perché vi aleggia il profumo, ma i bar sono chiusi ed il mio è a tempo determinato!! Dopo il caffè saluto i vicini e quando mi chiedono dove vado e rispondo Capo Testa. Chiedono se è lontano - 10 minuti più o meno – vorrebbero venire anche loro ma poi si accorgono che il loro furgone è bloccato da una macchina che si è messa lì davanti. Pazienza, sarà per la prossima volta. Capo Testa è uno spettacolo, il sole è gia sopra l’orizzonte nascosto dalla possente mole del faro; le rocce si stanno colorando e le nuvole sono di un rosso mattone, fantastico!. Percorro i pochi metri fin sulla scogliera sopra il mare, le poche persone che ho visto, passeggiano di qua e di là senza saper bene cosa guardare giacché lo spettacolo è a 360°. Il sole si sta sollevando e la magia di questo momento lentamente si dissolve lasciando uno spettacolo sempre notevole. Mentre sto uscendo da S. Teresa non mi sarebbe sgradito fare un giro fino ad Arzachena e S. Pantaleo. Sono due località nelle quali non mi sono mai fermato e da S. Pantaleo nemmeno passato. Gia che sono nella direzione giusta, una puntata anche alla Roccia dell’Orso, ieri ne parlavo con quei tipi che ho trovato al parcheggio. Non sono mai andato nemmeno lì perché durante il giorno sarebbe poco godibile. Adesso è ancora presto e spero di non trovare traffico. Passo per Palau senza fermarmi, ma trovo un po’ in coda subito prima il bivio che porta all’imbarco dei traghetti, poi proseguo alla volta di Capo d’Orso. Parcheggio facile, poi passeggiata verso la cima, dove si trova la roccia. In effetti assomiglia ad un quadrupede che potrebbe essere un orso. Anche se sono solo le 8 ci sono diverse persone che si aggirano fra le rocce e si fanno fotografare. Un bellissimo panorama su gran parte delle coste e dell’arcipelago della Maddalena. Farò. Più avanti, la classica gita turistica. Salire su una barca insieme ad altre persone, stipate come sardine, tanto sarà affollata non mi attira molto ma, non avendone una mia, non ho alternative. Ho cercato, l’anno scorso di affittarla ma qui pelano alla grande. Scendo dalla roccia, riprendo il van, facendo rotta verso il borgo di Arzachena passando dall’interno e non percorrendo la strada che costeggia il golfo omonimo. Almeno qui non c’è molto traffico. Entro in paese per fare due passi e bere un caffè. Dentro non trovo nessuno che mi possa dare qualche dritta tranne le solite cose. Esco dal locale e vado a vedere il Fungo. E’ probabilmente l’unica attrattiva turistica nel paese mancando sia rilevanze architettoniche e storiche. La forma antropomorfa di questo “ tafone” è dovuta al vento e alla pioggia che ne hanno modellato la forma. E’ una roccia che sta su una collinetta quasi al centro del paese che ha la forma di un boleto, se vista dal lato giusto. Si gode un discreto panorama sulle case del paese. Mi siedo qualche minuto per decidere cosa fare. La mia intenzione sarebbe di andare sul Limbara e fermarmi lassù per la notte.
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Modificato da - Tharros in data 19/10/2010 15:20:38 |
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Tharros
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Riparto da Arzachena verso S. Pantaleo, pochi chilometri verso sud-est direzione Olbia. Simpatico paesello, formato di casette basse, parte in pietra a vista e parte a muro ma di colore uguale, una piazza quasi più grande del paese sovrastato da un ammasso granitico di notevole spettacolarità. Una volta, verso i primi anni dell’800’ in questo posto c’era un piccolo stazzo che poi si è trasformato lentamente in paese. Un giretto poi di nuovo in marcia. Per ritornare indietro prendo strade diverse e raggiungo quella che da Arzachena va verso S. Antonio di Gallura, Colangianus, Luras e quindi Tempio Pausania, il paese di pietra. Ho fatto una breve sosta in tutti i paesini che ho nominato e fra una cosa e l’altra arrivo a Tempio che è quasi ora di pranzo. Mi trovo un posto tranquillo e preparo quanto qualcosa per pranzo. Dopo aver mangiato alla ricerca di un bar per il caffè. Il centro del paese è molto bello. Le case sono di pietra scura, le strade lastricate e poche macchine che circolano. Nel ritornare al van incontro un uomo in divisa, chiaramente appartenente al corpo forestale. Lo fermo e gli chiedo la strada per andare sul Limbara. La conosco la strada per salire solo che volevo attaccare discorso per vedere se aveva qualcosa di nuovo, e infatti. Mi dice che ce ne sono due percorribili. Una asfaltata che arriva a Vallicciola, quella che conosco, un'altra invece che parte però da Berchidda, sterrata ma molto più interessante anche perché verso la cima costeggia un laghetto. Mi dice di fare attenzione perché ci sono parecchie buche e la strada è assai sconnessa. Lo ringrazio delle informazioni e allora che Berchidda sia. Quando sono in auto faccio due conti sul tempo. Con in mano in mano la cartina cerco il modo, essendo ancora presto di vedere qualcosa d’altro prima di andare sul Limbara. Non vorrei fare quella strada che mi ha suggerito il forestale con il buio perché mi perderei il panorama, che sarà sicuramente notevole. Seguendo la cartina trovo dei paesi che mi piacerebbe visitare: Perfugas, Martis, Chiaramonti Ozieri, Oschiri, Pattada poi Berchidda e su ma mi rendo anche conto che sarebbe troppo lungo da fare. Sono circa 130 km e alla velocità di crociera che solitamente tengo, farei troppo tardi. Scelgo un tracciato più breve Oschiri, Ozieri e Pattada per poi andare a Berchidda e quindi sul monte. Ripongo la cartina metto in moto e parto ma fra un pensiero e l’altro sbaglio strada e me ne accorgo quando arrivo nei pressi di Aggius. Poco male, dietro front e, dopo 45 minuti, arrivo ad Oschiri. Ho attraversato tutta la vallata con un paesaggio di campi seccati dal sole, qualche macchia di verde qui e là e sughere. C’è una bella chiesa nella piazza di Oschiri, la Parrocchiale risalente al XVIII° secolo, ma da un signore che incontro sulla via vengo a sapere che ne esiste un’altra, più antica, e si trova al cimitero. Vado a vederla;, risalente al XI° secolo, quindi molto antica, adesso funge da cappella ed è dedicata a S. Demetrio. Poi verso Ozieri. Mi piacerebbe visitare il museo, del quale avevo sentito parlare, che si trova in un ex convento di suore ristrutturato. Ozieri è una delle capitali della zootecnia sarda ed è anche diventata famosa per dei ritrovamenti risalenti alla civiltà pre-nuragica. I ritrovamenti, che vennero alla luce in una grotta, detta di S. Michele, danno il nome al periodo, Cultura di S. Michele ma anche cultura di Ozieri. All’interno del museo ci sono tre ragazze molto cortesi che mi spiegano come funziona. In pratica si gira e si guardano le vetrine e gli oggetti esposti, nessuna novità allora. M’intrattengo con loro a parlare e faccio presente che trovare il museo è un’avventura. Si arriva fino ad un certo punto e poi i cartelli svaniscono e non si sa più che fare. Mi rispondono che lo sanno, hanno fatto presente il problema ma, come accade spesso, più o meno ovunque, ci vuole tempo per risolverlo. La visita al museo si conclude in poco più di mezz’ora, non è molto grande. Sono le 16, riparto da Ozieri verso Pattada, la patria del coltello sardo. Prima di andare in paese proseguo per qualche chilometro per vedere il lago Lerno.
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Modificato da - Tharros in data 19/10/2010 15:35:33 |
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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