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Nota Bene: Is Fassõis - ossia "I fascioni (di giunchi)", è il nome sardo di origine latina che si assegna alle straordinarie imbarcazioni degli stagni di Santa Giusta.
Il "Fassõis", lungo quattro metri e largo, al massimo, un metro, è composto, come dice il nome, da "fascioni" di giunchi che crescono sulle rive lacustri, detti "su fenu" e "sa spadua", legati in modo da rendere appuntita la prua e tronca la poppa.



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Morpheus

Nuovo Utente


Inserito il - 28/06/2010 : 09:03:23  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Morpheus Invia a Morpheus un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Un interessante articolo su ansa.it

http://ansa.it/web/notizie/rubriche...6619343.html






 Regione Veneto  ~ Prov.: Vicenza  ~ Città: Vicenza  ~  Messaggi: 31  ~  Membro dal: 07/08/2008  ~  Ultima visita: 04/10/2010

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tholoi
Salottino
Moderatore



Inserito il - 28/06/2010 : 10:03:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tholoi Invia a tholoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ecco l'articolo:

Sisara, terrore degli israeliti, era eroe sardo
Nuovi studi gettano luce sul mistero degli antichi Shardana

di Aldo Baquis

ROVINE DI AL-AHWAT (ISRAELE) - Tremiladuecento anni dopo la sue gesta, il ruvido e possente condottiero Sisara desta ancora brividi di inquietudine fra i bambini ebrei che leggono la Bibbia. Se quel giorno a Meghiddo (Galilea), con le sue 900 bighe, avesse sopraffatto l'esercito di Barak, per gli israeliti sarebbe stato il tracollo. Invece - come narra il 'Cantico di Debora' - al termine dell'epica giornata Sisara avrebbe trovato la morte a tradimento, trafitto alla tempia con un picchetto da una donna, Giaele (Yael), che credeva amica. Chi fosse Sisara (in ebraico Sisra') , con esattezza non si e' mai saputo.

L'alone di mistero che ne circonda il ricordo comincia forse a diradarsi adesso con la pubblicazione di un libro del professor Adam Zartal dell'Universita' di Haifa ('Il segreto di Sisara'), frutto di vent'anni di scavi e ricerche in uno dei siti archeologici piu' enigmatici di Israele: le rovine di al-Ahwat, su una collina che dominava la Via Maris, l'arteria che gia' all'epoca dei Faraoni conduceva dalla costa mediterranea verso la spianata di Meghiddo (l' 'Armageddon' delle profezie apocalittiche) e verso la Galilea. Dallo studio integrato di reperti archeologici, di geroglifici egizi, di documenti accadici e del testo biblico, Zartal suggerisce che al-Ahwat fosse una cittadella fortificata nuragica - la piu' imponente della zona, al suo tempo - eretta dagli Shardana: un popolo di navigatori e guerrieri giunti dalla Sardegna. Erano stati fieri nemici degli egizi, che li rappresentavano con un elmetto su cui svettavano due corna. Ma una volta sbaragliati, accettarono di farsene vassalli e di presidiare per loro conto localita' strategiche. Per esempio al-Ahwat: dove il comandante Sisara - secondo Zartal - avrebbe stabilito il proprio quartier generale. Il suo nome non e' semitico ed evoca radici Shardana, dice lo studioso. A riprova, cita reperti nuragici di Creta che menzionano una figura religiosa chiamata Saisara. ''Chi costrui' al-Ahwat doveva essere un megalomane'', aggiunge Zartal all'ANSA, rifendosi alle peculiarita' di questo sito inesplicabile. Le sue mura - cosa inaudita all'epoca - erano spesse cinque-sette metri. La loro forma esterna era 'ondulare', sconosciuta nella Regione. All'interno c'erano zone rigidamente suddivise da muri secondo criteri funzionali, e corridoi bassi, ciechi e lunghi, forse utilizzati come magazzini per le armi.

''Un'architettura del genere - afferma l'archeologo - esisteva allora solo in Sardegna e in Corsica. Ne deduco che fu 'importata' da combattenti Shardana'', che si sarebbero schierati al fianco dei canaanei di re Yabin contro gli israeliti per la partita finale: in palio c'era il controllo della vallata di Jezreel, d'importanza vitale per tutti. Assisteva a quegli eventi la donna-giudice Debora, un personaggio circondato da un'aura mistica. Tramandato di generazione in generazione, il biblico Cantico di Debora descrive l'inaspettata piega presa dalla battaglia quando un torrente in piena disperse le forze di Sisara per trascinarle via. E la fuga a perdifiato, tallonato da Barak, fino alla tenda della scaltra Giaele: luogo del suo destino, secondo la preveggenza dell'Altissimo.

Il Cantico di Debora e' un testo difficile, con riferimenti non sempre chiari. Secondo Zartal, anche alla luce delle informazioni recuperate ad al-Ahwat, e' tuttavia lecito interpretarlo ora come una conferma del fatto che Sisara fosse appunto un guerriero Shardana. Cosa che consentirebbe di comprendere meglio la storia di quell'antico popolo, tanto misterioso quanto evoluto, sviluppatosi in Sardegna fra migliaia di nuraghi. Ma senza lasciare ai posteri testimonianza scritta di se'.

Fonte: http://ansa.it/web/notizie/rubriche...6619343.html







  Firma di tholoi 
tholoi - neroargento.com

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 1108  ~  Membro dal: 15/10/2007  ~  Ultima visita: 26/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

tholoi
Salottino
Moderatore



Inserito il - 28/06/2010 : 10:12:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tholoi Invia a tholoi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' difficile dare un giudizio senza avere letto il libro. Se mi rifaccio alle notizie su El Hawat, che ormai circolano da diverso tempo, ribadisco che vorrei vedere almeno delle foto in cui possa scorgere elementi base del costruire nuragico, scale, tholos, corridoi, architravi, nicchie, ripostigli ecc.
Poi la cosa curiosa sta nel fatto che per El Hawat non abbiamo nessun problema a parlare di "cittadella fortificata", con una chiara e netta definizione militarista. Di contro se usiamo questi termini in "domo nostra" per i nuraghes non ci va più bene, vai e spiegalo ai sostenitori della sola funzionalità cultuale.







  Firma di tholoi 
tholoi - neroargento.com

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Sassari  ~ Città: Sassari  ~  Messaggi: 1108  ~  Membro dal: 15/10/2007  ~  Ultima visita: 26/03/2012 Torna all'inizio della Pagina

.machiavelli.

Utente Senior


Inserito il - 28/06/2010 : 11:20:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciò che non mi convince è come si possa scrivere che il Cantico di Debora abbia riferimenti poco chiari.
E' un passo che aiuta a capire che i dominatori del tempo erano i filistei, che le armi erano in ferro e che le armate più potenti si servivano di carri. Si narra dell'aiuto di Dio che consentì a Israele di salvarsi grazie al fiume in piena. Gli Shardana non sono nominati!
Ne ho parlato qualche settimana fa sul mio blog nella sezione dedicata ai filistei.

http://pierluigimontalbano.blogspot...ax-results=7

Inoltre la vicenda di Sisara è raccontata anche da Melis nel 2005, ma nessuno lo menziona. Spero che intervenga.






 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 1141  ~  Membro dal: 20/03/2008  ~  Ultima visita: 11/11/2013 Torna all'inizio della Pagina

Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/06/2010 : 16:31:20  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sensazionale, i “miei” SHRD, ancora una volta alla ribalta.

Dopo anni di studi e ricerche storiografiche e bibliografiche, di conseguenza la pubblicazione del mio libro intitolato: Atlantide – Dopo la catastrofe nuove ipotesi scientifiche. Il sottoscritto Pier Paolo Saba è lieto di pubblicare una panoramica del prologo dello stesso libro, dalla quale si evince che gli SHRD primigenei sono gli stessi riportati oggi, Domenica 27 Giugno 2010, dal quotidiano La Nuova Sardegna, a pagina 39, che pubblica un articolo a tutta pagina sulla scoperta effettuata da un archeologo Israeliano, al secolo Adam Zertal, Professore all’Università di Haifa, che getta nuova luce sul condottiero citato nella Bibbia.
Alla scoperta del prof. Zertal, si unisce anche un archeologo italiano, il prof. Giovanni Ugas, il quale ha partecipato agli scavi di El –Ahwat. Intervistato, risponde alla domanda che chiede, se, come fa l’archeologo israeliano, ad affermare che ci troviamo in presenza di una fortezza nuragica a migliaia di miglia di distanza dalla Sardegna, testualmente dice: << La questione è abbastanza complessa. Ritengo ci siano delle analogie ma è abbastanza comune, in quell’area orientale del Mediterraneo, trovare influenze in campo architettonico provenienti dal settore occidentale, e mi riferisco in modo particolare alla Sardegna ed alla Corsica. E queste influenze sono avvenute in seguito ai movimenti dei popoli del mar, tra i quali troviamo appunto gli antichi Shardana. Quanto all’origine di questo popolo esistono diverse scuole di pensiero, io per quanto mi riguarda sostengo che provenissero dalla Sardegna. E Sisara (Il Capo degli Shardana, era il terrore degli Israeliti.) era davvero sardo- Shardana? Su questo tra studiosi siamo d’accordo. Lo era sicuramente.>>

Dopo tali affermazioni, oltre ad invitarvi alla lettura del quotidiano citato, vi rimando alla lettura del mio scritto.
Buona lettura.








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DedaloNur
Salottino
Utente Master



Inserito il - 28/06/2010 : 16:31:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tholoi ha scritto:


Poi la cosa curiosa sta nel fatto che per El Hawat non abbiamo nessun problema a parlare di "cittadella fortificata", con una chiara e netta definizione militarista. Di contro se usiamo questi termini in "domo nostra" per i nuraghes non ci va più bene, vai e spiegalo ai sostenitori della sola funzionalità cultuale.

- Zertal parla di un sito specifico costruito in tecnica nuragica. chiaramente gli assegna la funzione che in generale l'ortodossia pregressa ma pure attuale (Ugas...) riconosce ai "nuraghi": fortezze.
- el ahwat è cinta per l'intero perimetro da un muro perimetrale. ci stà pure che si possa considerarlo un muro difensivo più che un temenos. lo stesso problema io me lo pongo quando un nuraghe è interamente circondato da un muro del genere (temenos o opera difensiva?). Il fatto è che queste ipoteitche barriere difensive, riguardano una esigua percentuale di nuraghi. la stragrande maggioranza ne è del tutto priva.
- per me rimane la certezza che dal punto di vista militare il nuraghe (cioè la Torre) non abbia alcuna utilità e funzionalità militare









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http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri

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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/06/2010 : 16:32:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Prologo.
E' successo allora, quando l'immane catastrofe che aveva inghiottito Atlantide, che i superstiti che si trovavano disseminati per le terre da loro colonizzate non avendo più una patria, una terra verso la quale far rientro, se pur a malincuore, dovettero adattarsi alla convivenza con i popoli con i quali erano in contatto, per continuare ad imporre, con il loro fiero aspetto, la loro presenza ed egemonia.
E’successo a loro, detentori di una civiltà millenaria che vantava una cultura talmente avanzata da c poter sostenere di aver permesso la nascita di altrettante civiltà, che ancor oggi sbalordiscono dato i reperti archeologici che si rinvengono disseminati in tutta l' Europa, in Africa, in Medio Oriente e nelle Americhe.
La scomparsa della terra natia, un dramma così inusitato tuttavia, non aveva scalfito troppo la dura scorza che ammantava queste Genti, anzi, rafforzò ed indurì il loro stato trasformandoli in invincibili guerrieri e la prova del loro valore in battaglia era decantato nel mondo di allora.
Sono trascorsi circa 12000 anni dalla catastrofe che aveva investito Atlantide, e da come illustrato nella cartina geografica (in copertina), seguendo le rotte commerciali e migratorie di questo popolo, li vediamo passare attraverso lo Stretto di Gibilterra ed entrare nel Mediterraneo dove nel bel mezzo, una terra, un isola immensa completamente ricoperta di verde, che mai avrebbero creduto di dovere ribattezzare col nome della loro terra natia -ATLANTIDE - la stessa di cui parla Platone nel “Crizia e nel Timeo” dove racconta della grave sciagura che aveva investito questa terra 9500 anni prima di lui.
Questo è quanto ci ha tramandato: infatti, sommando gli anni trascorsi da quel tragico evento fino ad oggi, notiamo che, complessivamente sono trascorsi 12000 anni.
Gli Atlantidi scampati alla catastrofe, già ebbero a conoscere la Sardegna, l'immensa “Terra Verde”dove erano approdati per i loro commerci secoli addietro, ignari che un giorno l'avrebbero ribattezzata col nome della loro patria, questa grandissima Isola che secondo Platone si trovava al di là delle Colonne d'Ercole, non era altro che la Sardegna; infatti i Greci, che muovendo con le loro navi alla ricerca dei metalli oltre il Mar Egeo, si trovarono di fronte a quelle che loro chiamarono le “Colonne d'Ercole” poste tra la Sicilia Nord Occidentale e l'odierna Tunisi...scoprirono, oltre, l'ignoto, nel bel mezzo dell’ “oceano” la Sardegna – ATLANTIDE.
Considerando le dimensioni che Platone attribuisce ad Atlantide, rivediamo le stesse nella Sardegna di allora: essa era molto più grande rispetto ad oggi, e l'attuale conformazione odierna è frutto di attività sismiche e telluriche oltre all'innalzamento del livello delle acque conseguente ad un maremoto che aveva investito la Sardegna circa 5000 anni fa, mentre altri terremoti si sono succeduti sino ad un assestamento definitivo dell'isola.

Nessuno poteva supporre che, la, nel grande mare che si estendeva oltre le Colonne d'Ercole, lì dove l'ignoto alimentava il terrore che impediva ai naviganti “Egei” di oltrepassare Le Colonne, esistesse una terra così estesa e rigogliosa quasi da sembrare quasi un continente; questa era la “patria” di un popolo che già allora era in contatto con le grandi civiltà che si estendevano dal meridione all'occidente, sino all'estremo settentrione europeo, essi erano gli SHRD =*SHARDANA, tra l'altro menzionati proprio dagli Egizi, ed immortalati sul basamento dell'obelisco fatto erigere dal Faraone per commemorare la disfatta degli Ittiti ad opera dei “mercenari (?)” Shardana che insieme agli Egiziani, cacciarono, decimandoli (o perlomeno fronteggiando alla pari), questo “invincibile” popolo invasore.


Gli SHRD, popolo di indomiti guerrieri, erano chiamati anche il “popolo del mare”, abili navigatori che estendevano i loro confini commerciali dall'Egitto alla Libia, Algeria, Marocco, Spagna e Francia e Irlanda, e presso tutte le terre sull'estremo Mar Baltico, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, approdando finanche in Inghilterra e Germania, da dove si spinsero via terra, alla conquista pacifica (non sempre) delle terre nordiche, dalle quali calarono gradualmente sino in Grecia, poi, al Mar Nero ed al Caspio, da dove scesero sino in Iran penetrando in area Mesopotamica e in Turchia, per continuare il loro percorso di conquista commerciale sino alle coste del Libano, rientrando poi in Egitto, ed infine alla loro Sardegna, “LA NUOVA ATLANTIDE”.
Tutti questi popoli, queste genti, già le conoscevano ma non sapevano assolutamente nulla delle loro origini... erano il popolo del mare, gli SHRD; essi comparivano e sparivano quasi senza lasciare tracce, ed era possibile trovarli da nord a sud e contemporaneamente ad est e ad ovest, come se avessero il dono dell'ubiquità. Essi erano da per tutto, ma: Come mai non avevano ancora varcato le Colonne d'Ercole? Come mai non avevano ancora “visitato” le terre sull'Egeo?
Ecco la semplice risposta:
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, in esso, la ragione è ovvia, gli SHRD percorrevano a ritroso la rotta che li aveva portati nel Grande Mare Interno come avevano già fatto dalla prima volta che scoprirono questa meravigliosa Isola: seguivano dunque, un itinerario costiero che li avrebbe portati lì, dove i fratelli, conterranei ATANTIDEI, avevano già posto radice; terre queste dove apportare nuovi materiali e manufatti, insomma tutto ciò che potesse essere una “novità”, ad esempio: l' Ossidiana (l'oro nero), Rame, Stagno e Bronzo, Piombo e Argento, oltre alle preziose stoffe tinte di porpora.
L'Argento e l'Ossidiana erano tenuti in particolare considerazione dagli Egizi, e l'Argento era usato dai Sacerdoti dei Templi per lo splendore simile alla Luna, da porre in contrapposizione all'oro cui disponevano in grande quantità, di ossidiana erano fatti gli occhi degli Dei; era chiaro quindi, che tutto ciò che era “nuovo”era possibile esportarlo ovunque, laddove tali materiali preziosi non fossero conosciuti.
Durante i loro viaggi commerciali rincontravano di volta in volta i “loro fratelli”, i conterranei di Atlantide, quella stessa dove tutti vivevano e da dove partivano prima dell'immane catastrofe: ritrovarsi facilitava i rapporti di scambio e permetteva di raccogliere informazioni sui popoli confinanti nell'ipotesi di ulteriori scambi.
Con questi fratelli intrattenevano ottimi rapporti, considerando i ritrovamenti di manufatti Sardi un po' ovunque si recassero, tuttavia da scaltri mercanti non ebbero mai a raccontare della loro provenienza ed ubicazione, nel certo timore di possibili invasioni di genti che bramavano i raffinati prodotti ed i materiali da loro esportati.










SHRD : GRANDI COSTRUTTORI E MARINAI

Intanto li abbiamo già visti peregrinare per tutto il mondo allora conosciuto dove incontravano continuamente genti provenienti da Atlantide, stabilitisi secoli addietro in quelle regioni già citate.
Gli Atlantidi, in origine, già detentori di un elevato grado di cultura, dettero origine a grandiose civiltà come quella Assiro-Babilonese aiutando gli autoctoni in un processo straordinario nell'evoluzione; la loro maestria per esempio, quali costruttori, è tuttora visibile nei Nuraghi in Sardegna in Corsica ed in Sicilia come nelle isole Lipari, queste costruzioni uniche nel loro genere le ritroviamo pressoché identiche a Tirinto e a Gerico comparativamente all'arte architettonica nuragica così come nelle Tolos, esempi emblematici di un arte costruttiva che ha sfidato sismi, terremoti e l'inesorabile trascorrere dei millenni lasciandole pressoché inalterate.
Degli oltre 11000 Nuraghi disseminati in Sardegna, dei quali si conservano le tracce delle fondamenta, non va dimenticato, a scanso di equivoci, che questi sono stati smontati (nella maggior parte dei casi) quando venne promulgata la legge sulle chiudende, e le pietre vennero utilizzate per racchiudere le proprietà private.
Un altra parte dei nuraghi erano stati abbattuti dai Romani nel tentativo di “stanare” coloro che vi si erano rifugiati durante l'occupazione nel 236/231 a.C.
Non va dimenticato inoltre, che centinaia di nuraghi, oltre ai7000 evidenti, sono ancora da scavare e da questi siti emergeranno altre mirabili regge oltre a quella di Barumini ed Orroli.


L'alta competenza costruttiva degli SHRD, che li vede mirabili ingegneri in grado di calcolare la staticità di queste possenti costruzioni, è attestata dall'Architetto Francesco Giarrizzu, Accademico de Lincei che, testualmente dice:

< Propriamente dicasi Nuraghe, tale costruzione architettonica che rispetti dei parametri essenziali in rapporto alla costruzione stessa, dove la base è di precise dimensioni rispetto all'altezza che si vuole erigere. (Accademia dei Lincei – 1919/1923) >

Vedasi inoltre, del dott. Ercole Contu, -”NUR – Architettura dei Nuraghi”- Ed - Cariplo.



Questa parte introduttiva, estremamente necessaria allo sviluppo del presente saggio, che ricalca per capitoli specifici le argomentazioni in prologo, ci aiuterà a meglio comprendere quanto segue sull'affascinante storia di Atlantide e del suo popolo di naviganti e guerrieri.



Dalle origini, raccontate da Platone, seguiremo le vicende che hanno interessato questo popolo, del quale, gradualmente, riaffiorano le antiche radici. Seguendone le tracce li troveremo sia in Medio Oriente che nelle Americhe, sfatando così, il mito Europeo Centrico, che vuole Atlantide dislocata in luoghi diversi volta per volta.



1)L'opera di Platone e' un insieme di dialoghi costruiti su persone del suo tempo, personaggi di
estrazione sociale varia, con i quali il pensatore greco cerca idealmente di visualizzare il suo
stato perfetto, abitato e vissuto dai suoi cittadini perfetti. Dopo aver passato in rassegna Dei e
idee, leggi, usi e costumi, ricordi e leggende, tradizioni e miti, al filosofo greco si presentano
ancora varie necessità prima di completare l'idea letteraria. In particolare i personaggi del
"Timeo" e del "Critia", i dialoghi che ci interessano, si accingono a idealizzare e creare
verbalmente uomini e donne che vivano e, se necessario, difendano in guerra lo stato
platonico costruito nelle opere precedenti. Ma questi due testi nascondono in se un segreto
impossibile, il ricordo di un'isola, di un tempo e di una civiltà oltre ogni aspettativa.
Rimandando al testo originale per una completa lettura noi riportiamo gli scritti in questione
nella poche frasi che riguardano la struttura dell'isola di Atlantide, ponendo la nostra
maggiore attenzione alle sue sole caratteristiche geografiche di dimensione e posizione.

Cosi Platone racconta nel Timeo dell’ l'antico regno di Atlantide:
“...volendo invadere queste terre muovendo da fuori dell'Oceano Atlantico. Questo mare era
allora navigabile, ed aveva un'isola davanti a quella bocca, che si chiama come voi dite,
Colonne d'Ercole. L'isola era più grande della Libia e dell'Asia riunite e i naviganti di allora
potevano passare da quella alle altre isole e dalle isole a tutto il continente opposto, che
costeggiava quel vero mare. Perché tutto questo mare, che sta di qua della bocca che ho
detto, sembra un porto con l'ingresso stretto, ma l'altro potresti giustamente chiamarlo un
vero mare, e la terra, che per intero l'abbraccia, un vero continente....”
E nel Critia Platone aggiunge:

“... dell'isola di Atlantide che, come dicemmo, un tempo era maggiore della Libia e dell'Asia,
mentre ora, sommersa dai terremoti, e' fango impraticabile ...”,
e ancora si segnala fino a dove giungeva l'influenza del regno atlantico:
“... imperando sulle genti di qua, come anche prima fu detto, fino all'Egitto e alla Tirrenia ...”**
(Estratto da Internet)



La ritroviamo nell'Egeo a SANTORINI o in SICILIA, altri la pongono al largo della Cornovaglia... ma, sempre solo ed esclusivamente nel Mondo Orientale Europeo, rispetto alle Americhe.


Nell'America Centrale (Golfo del Mexico) ed in quella del Sud, dalle vestigia degli Aztechi, Maya, Inca, etc. Leggeremo le leggende che ci riportano ad Atlantide, ma le stesse le ritroviamo nei racconti delle popolazioni sulla Cordigliera delle Ande, (vedi) Machu Picchu, Nazca, etc.


Altre testimonianze sbalorditive ed altrettanto straordinarie, ci portano indietro alle grotte di Burrows, dove sono state rinvenute testimonianze scioccanti a conferma della presenza in terra Americana dei Cananei = Fenici = SHRD = SHARDANA.
pareti troviamo rappresentati esseri non propriamente terrestri; mille altre intriganti ed affascinanti storie le vivremo in Egitto in Mesopotamia ed in Anatolia (Turchia), oltre che nel mondo Egeo e Mediterraneo- Tirrenico (Celtico Etrusco), ed in SARDEGNA.


A questo punto non mi rimane che augurare a tutti gli appassionati lettori,...
Buon viaggio con gli SHRD!







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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 28/06/2010 : 16:36:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Infine, riporto anche la risposta apportata ad un amico frequentatore di Facebook, dove riassumo per grandi linee quanto nel prologo... Andate a leggere.

Andrea Rizzo ha commentato il tuo stato:

Andrea.
E’ con vero piacere che vengo a rispondere alle tue sensibili, lecite ed appassionate domande. Dunque: Per primo, doverosamente confermo come già detto, di non aver la verità in tasca, pertanto anche se non per “oro colato”, il mio intento è quello di riportare alla luce una serie di eventi che, seppur risalenti ai primordi dell’umanità, abbiano un senso compiuto e/o perlomeno, lascino intravedere spiragli aperti verso un possibilismo che echeggia tra i meandri dell’oscurantismo in cui siamo stati precipitati.
Non credo si abbia bisogno di avere un cervello come quello di Einstein per comprendere le cose, basta quello modestamente, seppur piccolo, ma vivo e sempre all’erta per ovviare alla ricezione delle menzogne che ci vengono instillate quotidianamente.. ora dopo ora, nella certezza di alienarci sempre più ed averci finalmente schiavi del pensiero e delle opere oscure di certuni….
Premesso questo passiamo in rivista la nostra grande storia senza prenderci a martellate sui piedi, come sottolinei giustamente. Fossero in tanti ad osservarla in questo modo, sicuramente non vivremo in codeste condizioni. Prima di citare Frau ed eventuali altri, rivalutando la nostra storia, quella tracciata da coloro che chiamo “ I miei Shrd.”, dobbiamo percorrere un lungo camino a ritroso nel tempo.. sino a circa 50.000/ 45.000 anni fa, nel Wurmiano, periodo iniziato circa 700.000 anni addietro. Approssimativamente verso la parte intermedia .. scivolando poi verso la fine della grande glaciazione avvenuta intorno ai 15/ 12,000 anni fa… Proprio quando gli Atlantidi primigenei, coloro che vivevano in una delle famosissime Esperidi o Hedin =Eden, disseminate nell’intero pianeta terra, luoghi dove si effettuavano esperimenti di microbiologia genetica nell’intento di creare delle nuove razze .. le stesse che osserviamo ancor oggi.. cioè, l’umanità attuale. (Questa parte ovviamente, non è dettata dalla mera fantasia…. Altri autori ne hanno accennato ed alcuni parlato più ampiamente… in tema ne paleremo ancora quando si toccherà il capitolo sui Giganti… e non solo..) questi, essendo anche dei provetti naviganti, solcavano mari ed oceani approdando in ogni dove. Gli SHRD di cui parlo, quindi, erano le stesse genti che provenivano da Atlantide ed ancor prima dell’immane sciagura che li investì, circa 45.00 anni addietro, avevano già creato degli empori di scambio in molte parti del mondo di allora. Infine, un bel giorno giunsero in una terra inusitata, passando attraverso la Spagna ed il Marocco, luogo dove idealmente risiedono le famose Colonne d’Ercole poste da Alessandro Magno fondatore dell’impero Tolemaico successivo alla creazione dell’Impero da lui creato. Li, nel bel mezzo dell’attuale Mediterraneo, una terra immensa, quasi un continente, la Tirrenide, così chiamata dai greci successivamente. In quella terra incontrarono solo dei trogloditi.. questi, infatti, vivevano in tafoni, caverne e palafitte ed erano pressoché nudi e scalzi.
Era Una terra lussureggiante e ricchissima di ogni bene.. Flora e fauna facevano da contorno alle immense ricchezze del sottosuolo dove si reperivano minerali di ogni genere. Materie che lavorate ad arte contribuivano alla creazione di manufatti essenziali che poi venivano ridistribuiti nei vari empori e commercializzati nel resto del mondo di allora. Tra le altre materie, una importantissima, l’Ossidiana. Vetro purissimo prodotto dall’attività vulcanica che nella Tirrenide si rinveniva abbondantissima, come ancor oggi d'altronde.
Stanziarono a lungo in questo paradiso. Un bel giorno però, anzi, in una triste notte, Atlantide, la patria primigenia di questi nuovi abitanti della Tirrenide, scomparve repentinamente sott’acqua inghiottita dal Oceano. In pochi scamparono alla sciagura, soprattutto quelli che erano lontani dalla patria ed un esigua parte dei suoi abitanti che si rifugiarono nelle coste dell’America del Sud.
A seguito della catastrofe i sopravissuti della Tirrenide, idealmente chiamarono questa terra Poseidonia…. Era l’anno 12.000 a.C.
Solo apparentemente i fenomeni tellurici ed il vulcanismo generato dalla spinta tettonica della deriva dei continenti, gli stessi che avevano provocato l’inabissamento di Atlantide, e non solo, sembravano oramai scomparsi, invece un triste giorno, il lento ma inesorabile fenomeno si ripeté ancora una volta investendo la Tirrenide (9.500anni fa) fracassandola e facendola sparire sott’acqua. Il fenomeno aveva assunto una forza immane, e si ripeté ancora una volta dopo aver separato questo quasi continente, che era legato alla penisola attraverso l’Isola d’Elba.
Fu allora, in questa fase, che comparve Icknussa, la Sandalyon dei greci. Nella seconda fase anche l’alluce del piede sinistro, la forma che suggerì il nome greco, si separò anch’esso lasciando una curiosa coreografia dipinta sul pelo del Mar Mediterraneo. La Sardegna.. La misteriosa e plurimillenaria isola che, nel suo contesto generale è unica nel mondo e, tra l’altro, la terra più antica tra le altre.

Ebbene, dopo una presentazione così dettagliata, spero davvero di averti creato un quadro abbastanza veritiero e chiaro. Sugli eventi e sul popolo SHRD che amo tanto e, sicuramente, otre misura.
A loro, noi ed una buona parte del mondo, dobbiamo tanta riconoscenza e rispetto, perché capostipiti di una cultura che si perde nella notte dei tempi, cultura della quale deteniamo le radici più remote.
Spero di aver soddisfatto i tuoi dubbi.
Con simpatia e stima.
Pier Paolo Saba









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Morpheus

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scusami Paolo ma gli egizi che riferiscono della catastrofe, non contavano in cicli lunari?





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Lessa
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DedaloNur ha scritto:

tholoi ha scritto:


Poi la cosa curiosa sta nel fatto che per El Hawat non abbiamo nessun problema a parlare di "cittadella fortificata", con una chiara e netta definizione militarista. Di contro se usiamo questi termini in "domo nostra" per i nuraghes non ci va più bene, vai e spiegalo ai sostenitori della sola funzionalità cultuale.

- Zertal parla di un sito specifico costruito in tecnica nuragica. chiaramente gli assegna la funzione che in generale l'ortodossia pregressa ma pure attuale (Ugas...) riconosce ai "nuraghi": fortezze.
- el ahwat è cinta per l'intero perimetro da un muro perimetrale. ci stà pure che si possa considerarlo un muro difensivo più che un temenos. lo stesso problema io me lo pongo quando un nuraghe è interamente circondato da un muro del genere (temenos o opera difensiva?). Il fatto è che queste ipoteitche barriere difensive, riguardano una esigua percentuale di nuraghi. la stragrande maggioranza ne è del tutto priva.
- per me rimane la certezza che dal punto di vista militare il nuraghe (cioè la Torre) non abbia alcuna utilità e funzionalità militare





Ma infatti per l'area studiata da Zerthal si può ben parlare di cittadella fortificata.
Ci sono ampissimi spazi. Le opere murarie hanno un senso difensivo.
Per i nuraghi non è lo stesso. (a mio giudizio).
Ma Ugas calca pesantemente sulla funzione difensiva del nuraghe....a torto! eppure di nuraghi ne avrà visti qualche centinaio, se non migliaia. Cosa c'è che non gli torna?


Oltretutto di nuragico io ci ho visto ben poco, l'unica cosa è un architrave e una sorta di torre inglobata nelle mura, che qualcuno ha accostato a una di Villanovaforru.


Per me son totalmente fuori strada, non saran certo particolari così da poco a convincermi.
voglio vedre strutture nuragiche nel vero senso del termine...non muretti e un singolo architrave!!

La fine del tragitto è ancora lunga.







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Pier Paolo Saba
Salottino
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Inserito il - 30/06/2010 : 15:21:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Morpheus ha scritto:

scusami Paolo ma gli egizi che riferiscono della catastrofe, non contavano in cicli lunari?



Non in tutti i casi il conteggio era stabilito sulle fasi lunari.
Queste erano solo quelle legate alle fasi di semina e raccolta...a loro volta legate all'elevazione delle acque del Nilo durante le varie fasi lunari. il resto, come si può ben vedere, erano calcoli effettuati rispetto al moto solare.







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Pier Paolo Saba
Salottino
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Inserito il - 30/06/2010 : 16:12:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pier Paolo Saba Invia a Pier Paolo Saba un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Lessa,
...ti sei mai soffermato a domandarti come vivessero le genti in quei territori perpetuamente in guerra, Ancor oggi, d'altronde, a migliaia di anni di distanza.
Allora, certamente, erano costretti a vivere in città fortificate. Le maggiori citazioni provengono dalla stessa Bibbia. Inoltre un testo molto interessante dove si parla anche di Sisara, lo stesso personaggio citato dal prof. Adam Erzatal, é riportato dagli scrittori di: <<Le grandi battaglie della Bibbia>>, Chaim Herzog e Mordechai Gichon, nella collana editoriale: I volti della storia. - Newtton & Compton -
Era un esigenza in quei tempi. Non se ne poteva fare a meno.
La conferma che le città erano fortificate, è dimostrata anche dal fatto che si impiegò 40 anni a conquistare la detta terra promessa. Se non si fossero incontrate tali costruzioni fortificate, il tempo di conquista si sarebbe ristretto ad un periodo estremamente corto… non ti pare?
Il problema ed i dubbi che fossero SHRD, Shardana, Sardiani, ecc.. come si usa chiamare quest’antico popolo del mare che, a loro volta insediatisi nell’area palestinese, avessero costruito buona parte delle città fortificate, non deve suonare come una strana ed assurda constatazione, bensì, come una formula possibile. D'altronde, come ho già detto, Gerico ad esempio, é la più antica città costruita col sistema classico nuragico…. E non è la sola.
Non sgomentarti quindi, e continua a studiare per raccogliere certezze inequivocabili.

Un codiale saluto
Pier Paolo Saba







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DedaloNur
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Inserito il - 01/07/2010 : 00:01:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Pier Paolo Saba ha scritto:

Caro Lessa,
...ti sei mai soffermato a domandarti come vivessero le genti in quei territori perpetuamente in guerra, Ancor oggi, d'altronde, a migliaia di anni di distanza.
Allora, certamente, erano costretti a vivere in città fortificate. Le maggiori citazioni

secondo alcuni archeologi dell'area, alcuni popoli non vivenano affatto in città fortificate. per es, i Pheleset ai loro esordi nelle terre di canaan par non ne avessero.

Pier Paolo Saba ha scritto: Non se ne poteva fare a meno

invece sì. dipendeva da vari fattori in primis dall'intensità del warfare regionale in un dato torno di tempo. I pheleset dotarono (sempre secondo alcuni archeologi ...Filkenstein per es.)di fortificazioni solo contro gli Assiri.
ciao







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http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related

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Lessa
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Inserito il - 01/07/2010 : 02:14:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Lessa Invia a Lessa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Gerico ad esempio, é la più antica città costruita col sistema classico nuragico…. E non è la sola.

Scusa Pier Paolo. Non ho capito dove vuoi finire con il discorso.
Sarò stupido, forse ottuso, ma è sempre meglio chiedere due volte prima di rispondere.







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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 01/07/2010 : 09:34:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di DedaloNur Invia a DedaloNur un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Lessa ha scritto:

Gerico ad esempio, é la più antica città costruita col sistema classico nuragico…. E non è la sola.

Scusa Pier Paolo. Non ho capito dove vuoi finire con il discorso.
Sarò stupido, forse ottuso, ma è sempre meglio chiedere due volte prima di rispondere.

anche io non ho capito. Gerico con fortificazioni nuragiche? uhmm...







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.machiavelli.

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Inserito il - 02/07/2010 : 13:20:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di .machiavelli. Invia a .machiavelli. un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi segnalo questo interessante link postato dal Prof. Ugas

http://gianfrancopintore.blogspot.c...-vicino.html






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