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Nota Bene: Capoterra Durante il periodo dell’Impero Romano, il territorio di Capoterra, vive momenti di grande splendore e di importanza strategico- militare e commerciale. Lo dimostrano tracce di antiche ville romane, di fabbriche di vetro e terra cotta, che sicuramente primi sfruttamenti delle miniere sulle montagne. Dopo la caduta dell’Impero Romano e le prime invasioni barbariche, soprattutto ad opera dei Vandali la zona di Capoterra, come tutta la costa sarda, si spopola e il territorio di Capoterra perde l’antica importanza.



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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 03/07/2010 : 08:38:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A proposito di "pinna"...
Noi usiamo il termine anche per indicare il muro di una casa: cussa pinna esti arruendindi... Custa pinna depid'essi imbracchinada...







Modificato da - Tzinnigas in data 03/07/2010 08:38:55

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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)


"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)

 Regione Trentino - Alto Adige  ~ Prov.: Trento  ~ Città: Predazzo /Villa S. Antonio  ~  Messaggi: 4940  ~  Membro dal: 27/08/2008  ~  Ultima visita: 04/06/2020 Torna all'inizio della Pagina

Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 03/07/2010 : 19:22:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Turritano ha scritto:
La parola “pinna” come “rifugio naturale sottoroccia”, da non confondersi (con la parola “grotta”), è appunto una parola antica e peculiare di cui però si è perso l’uso, perché ormai la lingua sarda si sta italianizzando e globalizzando a ritmo esponenziale, e questo mi dispiace, al punto da sembrarmi un po’ fini a se stesse, questo tipo di discussione, che però hanno sempre qualcosa di interessante.


Si Turri, questa discussione può essere utile a riscoprire parole o frasi che non si usano più e sono passate nel dimenticatoio, o scoprire parole già sentite ma che in altre zone della Sardegna hanno un diverso significato come appunto "pinna" riferito a "rifugio naturale sottoroccia". E di questo ne sono contenta mi allargo, diciamo pure, soddisfatta!


Turri ha scritto:
Lasciatemi aggiungere che, a mio personale parere, i cognomi che derivano da parole sarde, non sono da considerarsi né fra i sinonimi, né fra le “parole con diversi significati” : sono semplicemente “cognomi”. Gli esempi sono moltissimi, come Pinna (da “rifugio sottoroccia”), Puddu, Porcheddu, Dejana, Deidda, Demontis, Mura, Loriga, Spanu e gai sighende
Un caro saluto
Turritano


Certo hai ragione i cognomi sono cognomi e basta, però sai pensando a Mura mi è venuto come associazione "mura mura" (more), è naturale che i cognomi hanno un solo significato, sono cognomi.
un caro saluto







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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 03/07/2010 : 23:01:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie per il saluto, Tizi, che ricambio con affetto
Turritano






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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 03/07/2010 : 23:03:50  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tzinnigas ha scritto:

A proposito di "pinna"...
Noi usiamo il termine anche per indicare il muro di una casa: cussa pinna esti arruendindi... Custa pinna depid'essi imbracchinada...

Questa mi sembra una conferma che “pinna” (come “rifugio naturale sottoroccia”) deve essere un termine molto antico, tanto da essere diventato sinonimo di “muro di una casa”, quindi “rifugio artificiale”.
Turritano
Non bisogna dimenticare che, alcune parole sarde che avevano un preciso significato, sono poi state sostituite da altre, chiaramente di origine italiana, per indicare qualche oggetto od opera “moderna”, mentre la parola sarda originale, viene o abbandonata o utilizzata solo per indicare lo stesso oggetto, ma vecchio e cadente. Me ne viene in mente una in particolare: “jaga” che, sino a un tempo non troppo lontano, voleva dire “cancello”, ora diventata un relitto linguistico o, tuttalpiù, è romasto a significare un “vecchio cancello di legno”, sbilenco e malandato. Ora per dire “cancello”, nuovo e magari di ferro, in sardo si dice “cancellu”, “cancedhu” o “cantzedhu” … Sconcertante !
Turritano






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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 04/07/2010 : 17:31:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Turritano, Purtroppo hai ragione, è vero molte parole ormai vengono italianizzate e anche da noi cancello si dice cancellu, "jaga" non l'ho mai sentito forse è il corrispondente di "jecca" o "ecca" che da noi mi sembra voglia dire cancelletto in legno....Graziano correggimi se sbaglio






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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 04/07/2010 : 17:45:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No, Tiziana, niente da correggere "ecca " = cancello.






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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 04/07/2010 : 18:12:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tzinnigas ha scritto:

No, Tiziana, niente da correggere "ecca " = cancello.

il punto è che il lessico tende a specializzarsi e ecca o iaga sono rimasti ad indicare i piccoli cancelletti in legno delle strutture rurali, nemmeno della abitazioni, per i quali in Campidano si usa portali; nessun sardofono madrelingua si immaginerebbe di chiamare ecca il cancello monumentale in ferro
dal punto di vista linguistico, questo vocabolo ripropone una bipartizione nord-sud, in cui il sud usa una varietà latina più recente, comunque attestata, come quella JANUA-JENUA, sa (g)ianna o sa (g)enna e varianti






Modificato da - robur.q in data 04/07/2010 18:23:23

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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 04/07/2010 : 22:02:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' vero robur, molto probabilmente perchè un tempo non esisteva il cancello in ferro ma solo is pottabisi, o i jeccasa e jecchixeddasa, cancello è più recente forse è per questo che lo chiamiamo cancellu, credo non ci sia una parola originaria che lo possa definire, giusto?

(G)enna ossia porta.







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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 04/07/2010 : 23:11:00  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tizi ha scritto:

..... molto probabilmente perchè un tempo non esisteva il cancello in ferro ma solo is pottabisi, o i jeccasa e jecchixeddasa, cancello è più recente forse è per questo che lo chiamiamo cancellu, .....
(G)enna ossia porta.

Tizi complimenti : hai colpito nel segno, tranne nel finale: " credo non ci sia una parola originaria che lo possa definire, giusto?" No, non è giusto. In italianu comente si narat una jaga de linna, noa o 'ezza chi siet? si narat "cancello", e cussu de ferru? non c'è da sbagliarsi: sempre "cancello" ... e tando, proite nois in sardu devimus fagher su seberu cun "jaga" e "cancellu"?
Turritanu






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Tizi
Salottino
Utente Virtuoso



Inserito il - 05/07/2010 : 09:03:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Turri quindi anzichè nai serra o aberri su cancellu, narausu serra o aberi s'ecca o su pottabi, sicuramente mi piace di più dire così






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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 05/07/2010 : 17:09:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tizi ha scritto:

@ Turri quindi anzichè nai serra o aberri su cancellu, narausu serra o aberi s'ecca o su pottabi, sicuramente mi piace di più dire così

questo sarebbe opportuno se avessimo una lingua sarda standardizzata e con valore ufficiale, con un'accademia che elabori un dizionario adeguato, altrimenti se ti rivolgi ad una vecchierella del tuo paese dicendogli di chiudere s'ecca intendendo il cancello, quella, giustamente, non ti capisce
perchè s'ecca, per lei, è s'ecca de sa domu de is puddas






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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 05/07/2010 : 17:25:39  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
robur.q ha scritto:

Tizi ha scritto:

@ Turri quindi anzichè nai serra o aberri su cancellu, narausu serra o aberi s'ecca o su pottabi, sicuramente mi piace di più dire così

questo sarebbe opportuno se avessimo una lingua sarda standardizzata e con valore ufficiale, con un'accademia che elabori un dizionario adeguato, altrimenti se ti rivolgi ad una vecchierella del tuo paese dicendogli di chiudere s'ecca intendendo il cancello, quella, giustamente, non ti capisce
perchè s'ecca, per lei, è s'ecca de sa domu de is puddas


No, mia mamma (88 anni) prima di andare a dormire mi dice: Serrada dd'asi s'ecca? ...E a casa mia c'è un cancello di ferro da oltre 40 anni. E diciamo ecca anche quando la struttura è di legno...
Pottabi sono i portoni e la porta è genna.

Mia nonna la porticina del pollaio la chiamava trappa però in verità questo termine l'ho sentito solo da lei e 25 anni fa lei aveva 97 anni!







Modificato da - Tzinnigas in data 05/07/2010 17:29:35

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robur.q

Utente Senior



Inserito il - 05/07/2010 : 19:05:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di robur.q Invia a robur.q un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tzinnigas ha scritto:

robur.q ha scritto:

Tizi ha scritto:

@ Turri quindi anzichè nai serra o aberri su cancellu, narausu serra o aberi s'ecca o su pottabi, sicuramente mi piace di più dire così

questo sarebbe opportuno se avessimo una lingua sarda standardizzata e con valore ufficiale, con un'accademia che elabori un dizionario adeguato, altrimenti se ti rivolgi ad una vecchierella del tuo paese dicendogli di chiudere s'ecca intendendo il cancello, quella, giustamente, non ti capisce
perchè s'ecca, per lei, è s'ecca de sa domu de is puddas


No, mia mamma (88 anni) prima di andare a dormire mi dice: Serrada dd'asi s'ecca? ...E a casa mia c'è un cancello di ferro da oltre 40 anni. E diciamo ecca anche quando la struttura è di legno...
Pottabi sono i portoni e la porta è genna.

Mia nonna la porticina del pollaio la chiamava trappa però in verità questo termine l'ho sentito solo da lei e 25 anni fa lei aveva 97 anni!

probabilmente il tuo paese è una felicissima eccezione






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Tzinnigas
Salottino
Moderatore




Inserito il - 05/07/2010 : 19:59:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tzinnigas Invia a Tzinnigas un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Fattu = fatto (verbo)
fattu = avvenimento
fattu (a) = dietro
fattu - fattu = spesso, sovente
fattu 'e pari = insieme
fattu e lassau = incapace, inetto







Modificato da - Tzinnigas in data 05/07/2010 20:00:13

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Turritano

Utente Virtuoso




Inserito il - 06/07/2010 : 22:40:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Turritano Invia a Turritano un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
robur.q ha scritto:

questo sarebbe opportuno se avessimo una lingua sarda standardizzata e con valore ufficiale, con un'accademia che elabori un dizionario adeguato, altrimenti se ti rivolgi ad una vecchierella del tuo paese dicendogli di chiudere s'ecca intendendo il cancello, quella, giustamente, non ti capisce

.......................
.......................

probabilmente il tuo paese è una felicissima eccezione

Non direi: è una eccezione un pò comune , anche in altri paesi e città è vero proprio il contrario. Per esempio a Bosa, proprio le persone anziane dicono sempre "jaga" anche se il "cancello" è di ferro nuovo fiammante. Se mai è vero il contrario: sono i giovani che hanno perso l'uso di molti termini originali della Nostra Lingua (non solo sostantivi), sostituendoli con altri presi di bruto dall'italiano. In sassarese ci sono molti di questi casi: l'avverbio "tandu" sostituito da "allora", il verbo "anda" (seconda persona indicativo presente o imperativo) sostituito da "vai". Questo passaggio avviene per gradi: prima si usano entrambi i termini, poi pian piano, il termine sardo cade in disuso e i giovani non lo utilizzano più e ne perdono il significato ...
L' "Accademia della Crusca" per standardizzare la lingua sarda? sarebbe a dire "S'Accademia de su fulfure"
Ma no, non c'è bisogno: la LSC (tuttora in uno stadio di sperimentazione) c'è proprio per questo
Turritano






Modificato da - Turritano in data 06/07/2010 22:42:50

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