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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 06/06/2010 : 17:10:35
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| Turritano ha scritto:
| Su foristeri ha scritto:
Sono fuori tema, ma volevo aggiungere che l'articolo unico esiste anche a LURAS e a BULZI.
Come Sennori, i due paesi hanno "una particolarità geografica".
Questa volta l'articolo unico è l'articolo femminile SAS.
Esempi : sas cumandos, sas tempos, sas mascios, ecc... Essendo molto più giovane, i miei genitori avevano dischi del famoso umorista TAMPONEDDU e dunque a quell'epoca mi sono accorto di questa particolarità. Unu saludu mannu.
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Scusa il ritardo, Su Foristè (e na': inue ti ses cuadu ?) ma devo contraddirti radicalmente (OT a parte ) senza tema di smentite, è evidente che sei male informato. Specificando la zona geografica dei tre paesi da te citati, chiarisco l'errore, anzi gli errori che ingenuamente tu hai commesso
LURAS: enclave logudorese in piena Gallura (cioè è un paese di "lingua" logudorese tutto circondato da paesi di "lingua" gallurese. Non è vero che l'articolo plurale sia unico per il maschile e il femminile (tipico, come già detto, del sassarese/gallurese), ma i due articoli normali del Logudorese: "SOS" per il plurale maschile e "SAS" per il plurale femminile.
BULZI: paese logudorese (Anglona) confinante a Sud, a Ovest ed a Est con altri paesi anglonesi di lingua logudorese e a Nord con un paese, sempre anglonese ma di variante sassarese (Sedini). Anche a Bulzi, l'articolo determinativo plurale non è unico ma, come in tutto il "Logudoro", "SOS" per il maschile e "SAS" per il femminile. Normale
SENNORI: è l’unico (dico l’unico) paese “logudorese” che fa eccezione. Come già spiegato in un post precedente, il motivo di questa eccezione è che Sedini è a pochissima distanza da Sassari (forse 6 km) e praticamente in continuità con Sorso, dove non si parla Logudorese ma Sassarese, che ha la caratteristica di avere (come del resto il Campidanese) un unico articolo determinativo per il plurale (cioè il maschile “lì”). Per questo motivo a Sennori pur parlando Logudorese, tutti i sostantivi e aggettivi plurali si declinano al maschile, con l’articolo logudorese “SOS” Saludos a tie Turritano
(Su Furistè, a torrare siet! )
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Turritanu bongiorno,
Custhu manzanu fit troppu taldhu pro finide su chi cheria ippiegare.
Ecco un signore ancora in gamba per i suoi 101 anni : il signor PINNA di LURAS (luresincu este). Oggi ne ha 102 e ben avanzati...
E la persona più anziana che sia stata intervistata per la DIGITAL LIBRARY.
http://www.sardegnadigitallibrary.i...60&id=186687
Ed ecco cosa ho notato per l'articolo femminile unico :
Sas boes 3 mn Sas babbos 6 mn Sas caddos 9 mn Sas cussizos 11 mn Sas fruttos 12.5 mn Sas carrellos 17.5 mn Duas turnos 18.5 mn Sas fizos 25 mn Sas ballos 26.5 mn
Io mi ricordo di TAMPONEDDU quando diceva :
eh, so andadu a faghere sas cumandos...
Unu saludu mannu.
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Su foristeri
Utente Medio
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Inserito il - 20/06/2010 : 18:56:42
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Come diceva Tore Matzau (unu famosu Senneresu) qualche tempo fà :
http://www.gentedisardegna.it/topic...&whichpage=2
A Bulzi, Luras e Olbia (non sapevo per Olbia), l'articolo plurale femminile SAS è unico !
Conclusione : A Sennori si utilizza il plurale unico SOS mentre a Bulzi, Luras e Olbia, il plurale unico è femminile.
E da notare che Bulzi, piccolo paese di 600 abitanti ha dato i natali a Leonardo CABIZZA (1924), Francesco CUBEDDU (1924) e Giovannino CASU (1941) ; Luras aveva dato i natali a Mario SCANU e al fratello "chiterreri" Giovanni e a Berchiddeddu (Olbia) è nato nel 1939 Mario FIRINAIU, un altro cantadore...
Sono stato ancora una volta OT ma volevo assolutamente chiarire "sas cosas"...
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 20/06/2010 : 20:48:46
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Salude, Su Foristè però io ribadisco che mi sembra strano che l'articolo determinativo plurale (ma non la parola che segue) a Luras, Bulzi e Olbia sia soltanto femminile, infatti non ci sarebbe nessuna spiegazione (che io sappia). Forse sarà solo per qualche "eccezione" ... proverò ad informarmi Per quanto riguarda il dialetto di Sennori invece (come già detto precedentemente), il fatto che l'articolo detterminattivo plurale (e la relativa parola annessa) sia soltanto maschile ("sos femminos", "sos domos", "sos funtanos", ecc.), la bizzarria è soltanto apparente o, perlomeno, ha una chiara motivazione logica: Il logudorese di Sennori è influenzato dal sassarese:il paese è vicinissimo a Sassari e praticamente contiguo a Sorso (dove si parla il "sassarese") e come si sa, il sassarese/gallurese ha il plurale solo maschile ("li femmini", "li casi", "li funtani" ecc. Turritano
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Modificato da - Turritano in data 20/06/2010 20:55:55 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 17/09/2010 : 08:35:18
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Turritano mi ha invitato a riaprire il discorso sulla LSC; abbiamo espresso opinioni differenti su questo modello linguistico e ne potremmo ulteriormente discutere sia da un punto di vista tecnico-linguistico, sia da un punto di vista schiettamente politico. Io inizierei da questo punto di vista, visto che l'invito è venuto all'interno di una discussione complessiva, su vari tread, sull'idea del "verosardo" e della sua versione linguistica. Storicamente la LSC è nata a seguito della bocciatura della sua grande madre, la LSU. Secondo me la discussione, e la comprensione delle resistenze alla LSC, non può fare a meno di partire dalla LSU. Perchè la prima commissione linguistica scelse per la LSU un modello schiettamente settentrionale? C'entra qualcosa la (famigerata) idea del "verosardo"?
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Modificato da - robur.q in data 17/09/2010 08:36:20 |
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robur.q
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Inserito il - 20/09/2010 : 17:31:52
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BEH non dovevamo discutere?
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gallosu
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Inserito il - 20/09/2010 : 17:49:15
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Personalmente sia LSU che LSC non mi attraggono in quanto, checchè se ne dica, non appartengono al mio parlare quotidiano e le sento distanti percui dovrei fare uno sforzo mentale per leggere e parlarle. Se poi si aggiunge che si è tentato di "imporla" per me è ancora peggio!!
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 20/09/2010 : 19:27:18
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| gallosu ha scritto:
Personalmente sia LSU che LSC non mi attraggono in quanto, checchè se ne dica, non appartengono al mio parlare quotidiano e le sento distanti percui dovrei fare uno sforzo mentale per leggere e parlarle. Se poi si aggiunge che si è tentato di "imporla" per me è ancora peggio!!
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Credo, Gallosu, che la questione non sia tanto la vicinanza col nostro parlare quotidiano: un modello linguistico ufficiale è distante ed asettico per definizione, e un sacrificio va richiesto a tutti. Ma la società sarda vuole "una" lingua sarda? o si accontenta di far morire lentamente i dialetti popolari? E se vuole una lingua sarda unica, quanto si è disposti ad allontanarsi dal proprio parlare quotidiano? Ed è una questione di "lontananza dal proprio" o di troppa "vicinanza all'altrui"? C'entra in questa polemica il mito del "vero sardo", per antonomasia il sardo settentrionale, anzi il Nuorese?
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 23/09/2010 : 09:06:37
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Mi permetto di pubblicare una nota di critica alla LSC, che inviai all'allora Presidente della Regione, ovviamente senza risposta alcuna; credo che il disequilibrio "qualitativi", di caratteristiche "bandiera", sia lampante; poi provatemi a parlare di campanilismo: Cicero pro domo sua. Al Signor presidente della Regione Dott. Renato Soru Alla gentile Assessore Regionale alla Cultura Dott.ssa Elisabetta Pilia
UN OPINIONE SULLA LSC di Mauro Podda
Egregio Presidente, gentile Assessore, chiedo garbatamente di entrare sul dibattito sulla proposta LSC. Ho letto alcune note sulla stampa e sul web, sulle caratteristiche di tale modello linguistico che vedrebbero un maggior numero di caratteristiche "meridionali" anzichè "settentrionali". Siccome io ho avuto la impressione contraria, ho pensato di mettere a confronto la LSC con il Cagliaritano, quale varietà simbolo del Sardo meridionale, con il Nuorese e il Logudese "illustre" quali varietà simbolo del sardo settentrionale, ed infine, secondariamente, con la mia proposta di compromesso che qualcuno di voi forse ricorderà, che avevo chiamato "Sa limba de Elianora" (semplicemente LE) perchè empiricamente ispirata alla lingua arborense della Carta de Logu. Verificherò quali scelte abbia fatto la LSC sulle caratteristiche fondamentali (le isoglosse territoriali) che differenziano le due macrovarietà del Sardo. Mi sono avvalso principalmente dell'elenco di tali isoglosse tratto da un articolo intitolato: "Sardo: aree territoriali" del Prof. Maurizio Virdis pubblicato nel 1988 sulla rivista Lexicon der Romanistischen Linguistik (Max Niemeyer Verlag ¨C Tubingen), e naturalmente sulla "Fonetica storica del Sardo" di Max Leopold Wagner. Vediamo i risultati di tipo calcistico: 1. Conservazione delle velari latine: es. settentrionale "chentu", meridionale "centu"; la LSC (e la LE) sceglie la variante settentrionale: NORD 1 - SUD 0 2. Sillabe finali E ed O etimologiche: il settentrionale le conserva, il meridionale le innova a "i" e "u"; la LSC sceglie la variante settentrionale (la LE quella meridionale): NORD 2 - SUD 0 (per la LE nord 1- sud 1) 3. Articolo determinativo plurale: come abbiamo visto la LSC accetta ambedue le varianti, anche senza delle regole, per me indispensabili, per il loro utilizzo congiunto; parità comunque: sempre NORD 2 - SUD 0 (per la LE nord 1- sud 1) 4. Prostesi vocalica "i" davanti a S+CONS: la LSC opta per la presenza della prostesi secondo l'uso settentrionale (anche la LE) NORD 3 - SUD 0 (per la LE nord 2 - sud 1) 5. Prostesi vocalica davanti a "r", caratteristica dei dialetti meridionali: La LSC la respinge "per escludere fenomeni che non siano comuni a tutte le varianti" ma non lo sono nemmeno le caratteristiche di cui ai punti 1, 2, e 4, ma queste vanno bene perchè sarebbero più identitarie ( a senso unico). La LE accetta tale caratteristica, anche se oggi io sono più propenso ad accettare la proposta di Bolognesi che eliminerebbe ambedue le prostesi e torna alla forma più vicina all'etimologia. NORD 4 - SUD 0 (per la LE nord 2 - sud 2) 6. Nessi latini QU, GU + voc che a nord evolvono in "p" o "b" mentre al sud si conservano: es. abba/acqua. Il nord qui innova e modifica la tradizione etimologica latina. La LSC, ne dubitavate, sceglie la variante settentrionale (la LE pure): NORD 5 - SUD 0 (per la LE nord 3- sud 2) 7. Digradazione delle consonanti occlusive P, T, K sorde nelle corrispondenti sonore: è un fenomeno esteso a tutta l'area meridionale e a gran parte della settentrionale. Fa eccezione il Bittese, il Baroniese, e solo in parte il dialetto di Nuoro città, che conserva P e K ma non T. La LSC (e la LE) sceglie la caratteristica innovativa, ma essendo comune anche a quasi tutto il nord. Io darei il pari: NORD 5 - SUD 0 (per la LE nord 3- sud 2) 8. Nessi latini CJ e TJ: il sud ha generalizzato "tz", il nord generalmente "t" e il Nuorese in particolare "th". La LSC sceglie la variante meridionale (anche la LE): NORD 5 - SUD 1 (per la LE nord 3- sud 3) 9. Nesso latino LJ: il nord ha "dz", il sud "ll", l'area centrale "gg" (fidzu, fillu, figgiu): la LSC sceglie l'ipotesi centrale, che in fonetica storica ha preceduto nel nord la forma "dz". La variante meridionale è totalmente esclusa. Io proposi a suo tempo la variante ogliastrina "lg", che mi sembra una mediazione più efficace. Comunque non essendo quella scelta la variante attuale settentrionale, la darò pari e patta: NORD 5 - SUD 1 (per la LE nord 3- sud 3) 10. Nessi latini RJ e NJ: il sardo antico aveva sviluppato ovunque "rg" e "ng", che poi si è evoluto nel nord in "rz" e "nz". Il campidanese ha conservato la fase più arcaica. E tale caratteristica sceglie la LSC (e la LE): NORD 5 - SUD 2 (per la LE nord 3- sud 4) 11. Nessi latini PL, FL, CL: sono trasformati in tutto il sud ma anche in tutto il Nuorese, Bittese, Baroniese, mentre come è noto il logudorese illustre ha innovato in "pi","fi","ci". La LSC opta per la scelta centro-meridionale ma onestamente non potrei definirla una caratteristica schiettamente meridionale. Darei il pari: NORD 5 - SUD 2 (per la LE nord 3- sud 4) 12. Il participio passato dei verbi conserva nel nord la T etimologica che, come abbiamo visto, digrada quasi sempre a "d", mentre al sud dilegua. La LSC (e la LE) sceglie la variante settentrionale: NORD 6 - SUD 2 (per la LE nord 4- sud 4) 13. L'infinito dei verbi e vocaboli col nesso CONS+CONS+L: il Nuorese mantiene l'infinito con la "r"(così anche in tutto il nord) e nei vocaboli indicati trasforma la L in "r". Nel sud la "r" dilegua sempre; es.: andare/andai - ungra/unga. La LSC (e la LE) sceglie la variante Nuorese: NORD 7 - SUD 2 (per la LE nord 5- sud 4) 14. Pronomi personali, in particolare la 1° e 2° plurale: come è noto il sud conserva il pronome tonico soggetto latino (NOS ¨C VOS = nosu - bosu/bosattrusu) mentre il nord estende il pronome obliquo anche al soggetto (NOBIS - VOBIS = nois - bois). La LSC sceglie la variante settentrionale (la LE quella meridionale): NORD 8 - SUD 2 (per la LE nord 5- sud 5) 15. Per la serie atona la LSC ammette ambedue le varianti (lu/ddu). Per la prima e la seconda plurale propone la variante settentrionale (nos - bos). Qualcuno sostiene che questa fosse la forma originaria anche del meridionale "si", ma la vocale paragogica in "i" a me fa pensare che le forme meridionali provengano piuttosto da NOBIS- VOBIS. Comunque la diamo pari, tanto ci fanno cappotto. NORD 8 - SUD 2 (per la LE nord 5- sud 5) 16. Congiuntivi imperfetto: la LSC (e la LE) sceglie la variante settentrionale (essere, esseres ecc.) e non quella meridionale (fessi, fessis ecc.) NORD 9 - SUD 2 (per la LE nord 6- sud 5) 17. Condizionale: la LSC sceglie la variante settentrionale con l'ausiliare "dovere" anzichè con l'ausiliare "avere", caratteristica del sud (la LE opta per il sud): NORD 10 - SUD 2 (per la LE nord 6- sud 6) Dopo questa breve cavalcata fra le principali isoglosse che differenziano nord e sud, il risultato mi pare senza discussione. Signori, forse ci sono delle ragioni di opportunità politica che ci spingono ad accettare la LSC: almeno si parte, dopo secoli, con l'utilizzo del sardo come lingua ufficiale nella nostra terra. Ma siamo onesti: le varietà meridionali anche in questo modello sono totalmente ai margini; sarà necessario quindi in corso d¡¯opera riequilibrare il modello linguistico affinchè tutti i sardi si riconoscano in qualche nella lingua ufficiale della Regione: non è accettabile che a metà Sardegna sia imposto un modello linguistico-culturale altrui; non è accettabile che Cagliari, la capitale storica, politica, economica ed anche culturale (della cultura non popolare forse ma dotta ed internazionale) della Sardegna sia messa ai margini di un progetto politico-culturale così importante per l'intero popolo sardo quale il recupero della sua lingua tradizionale. Con rispetto e simpatia Mauro Podda - Caralitanus
P.S. Notare come il campidanese "conservi" abbastanza spesso, con buona pace di coloro, anche autorevoli, che hanno sempre sostenuto che il Nord ha conservato meglio le caratteristiche più antiche e tipiche della lingua sarda e la sua maggior vicinanza col latino (ammesso e non concesso che ciò sia un valore di per sè).
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Modificato da - robur.q in data 23/09/2010 09:27:32 |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 14/12/2010 : 22:25:23
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Nei giorni scorsi si è tenuta la conferenza regionale sulla lingua sarda. Purtroppo non ho potuto partecipare e non ho ben chiari quali ne siano gli esiti. Mi sembra che sia stata messa la pietra tombale sulla LSC ma, purtroppo, anche sull'idea di un modello unitario della lingua, la cosiddetta lingua tetto, senza la quale ogni progetto di "lingua normale", e di insegnamento è velleitario. Spero di sbagliarmi. Perchè quest'esito? e un riconoscimento della complessità della situazione linguistica dell'isola? temo di no, credo sia solo una posizione politica debole per prendere tempo in attesa che il malato dipartisca per cause naturali. Ho accennato alla complessità linguistica dell'isola perchè, è bene essere coscienti che in Sardegna non si parla solo sardo. Esodo: da alcuni secoli buona parte della popolazione si è trasferita dalle zone interne, sardofone, alle zone costiere che, nel nord-Sardegna non sono sardofone. Infatti, che piaccia o no, i dialetti Sassarese e Gallurese non sono lingua sarda: tramite i contatti secolari con i sardofoni sono pieni di prestiti lessicali, fonetici e sintattici dal sardo ma, nelle loro caratteristiche di base, sono varietà del sistema corso (a questo punto meglio chiamarlo sardo-corso visto che è numericamente equamente diviso tra le due isole) e quindi, del macrosistema italiano!! La faccio sporca ma.... gallurese e sassarese sono dialetti italiani, piaccia o no! Nel 1688 il 91,7% dei sardi abitava in comuni tradizionalmente sardofoni, oggi (1° gennaio 2010) sono il 81,5%. In questo dato è compresa soprattutto la crescita di centri come Sassari, Alghero, Porto Torres. Numeri: tra i sardofoni però ben il 68,74% abita in comuni tradizionalmente di varietà meridionale, o campidanese che dir si voglia (identificati, molto grossolanamente, con la linea che divide l'isola in due parti per l'uso dell'articolo plurale, linea che lascia a nord Baunei e Seneghe). Solo il 28,3% vive in comuni "logudoresofoni". Rispettivamente sono il 58,43% e il 23,04% di tutti i sardi; il 10,91 parla sassarese, il 4,58 gallurese, il 2,44 il catalano-algherese, il 0,56 il ligure-sulcitano, cittadini sardi che hanno il diritto costituzionale alla tutela della propria lingua madre. Genesi: con questi dati, che sono demografici ma anche politici, di rappresentanza politica, a chi è potuto venire in mente di generare la LSU prima e la LSC dopo in cui le varietà meridionali erano totalmente emarginate? Perchè a nessuno è venuto in mente di mediare e costruire senza pregiudizi di purezza etnico-linguistica invece di imporre un modello che era, in tutta evidenza, assolutamente minoritario??
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 15/12/2010 : 15:41:30
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.. robur .. io aggiungo anche che in seno al processo di spopolamento delle zone interne sempre più preoccupante dal punto di vista demografico e culturale .. bisogna ricordare che molte persone dei paesi interni vengono a vivere nel sud dell'isola .. e l'hinterland cagliaritano ne è un esempio palese .. e quindi sono cmq a stretto contatto col campidanese ...
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Modificato da - musthayoni in data 15/12/2010 15:43:56 |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 15/12/2010 : 19:36:58
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| musthayoni ha scritto:
.. robur .. io aggiungo anche che in seno al processo di spopolamento delle zone interne sempre più preoccupante dal punto di vista demografico e culturale .. bisogna ricordare che molte persone dei paesi interni vengono a vivere nel sud dell'isola .. e l'hinterland cagliaritano ne è un esempio palese .. e quindi sono cmq a stretto contatto col campidanese ...
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Certamente Musta: la prevalenza demografica del sardo meridionale è legata anche all'inurbamento dell'area cagliaritana, che ha ormai, da sola, circa mezzo milione di residenti; ed è solo parzialmente bilanciata dalla crescita della città di Olbia. Preciso ulteriormente, a scanso di equivoci, che sto parlando della varietà tradizionale delle singole aree e non del numero di coloro che hanno competenza almeno minima della lingua: in tutte le aree urbane è largamente prevalente l'italiano, magari scorretto e sardizzato, ma sempre italiano.
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Sardoc
Utente Medio
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Inserito il - 10/01/2011 : 00:02:26
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Salve, come si evince da ciò che ho letto qui( e altrove è lo stesso) non si esce dal detto "chentu concas, chentu berrittas). La mia opinione è che non può esistere nessuna L.S.C. perchè non è possibile unificare i dialetti di tutta la Sardegna. Come si và a scegliere quali vocaboli o quali desinenze prendere in considerazione parte la questione dei campanili, come robur.q l'ha messa giù sembra una partita di calcio, e ha pure quasi ragione dato che "tra i sardofoni però ben il 68,74% abita in comuni tradizionalmente di varietà meridionale" peccato che poi e come per il famoso pollo, chi ne mangia 2 e chi non lo mangia per niente, in quel 68,74 c'ero anche io di lingua logudorese ma per 23 anni in campidano, quindi quando si và sui dati è già finita tutta la poesia del volere una lingua comune che di comune non ha e non può avere niente. Anche il latino è morto per consunzione, speriamo che il sardo sia più (corriatu) duro a morire. Questa è la mia modesta opinione, per quel che può valere, paghe e bene.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 16/01/2011 : 13:41:02
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Caro amico, forse non te ne rendi conto, ma il tuo modo di pensare è proprio quello che porterà la lingua sarda (in tutte le sue varietà) ad una morte veloce e forse, sotto sotto, indolore. Se la LSC ti fa ridere (a me fa piangere invece) saprai che risate quando ti rivolgerai in sardo ad un ragazzino del tuo paese e lui ti risponderà: "eeeeehhhh??", se già non succede!! "unificare" e mediare tra molti dialetti è un'operazione fatta da decine di gruppi linguistici nel mondo per poter salvare il grosso della propria cultura linguistica; è un'operazione INDISPENSABILE!!!! p.s.: io non facevo nessuna operazione calcistica ma volevo timidamente ricordare che l'operazione di cui sopra deve tenere conto anche dei numeri
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Sardoc
Utente Medio
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Inserito il - 17/01/2011 : 11:43:31
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Caro robur.q, permettimi cortesemente di dissentire da ciò che tu e altri, legitimamente affermate, se la lingua sarda và a morire non è per "il mio modo di pensare" perchè altrimenti avrebbe un ottima salute dato che io lo parlo e lo scrivo penso correttamente. Il problema viene fuori quando si vuole trovare, in ogni modo, la soluzione al fatto che se i giovani e anche non giovani non vogliono parlare il loro dialetto sardo, allora bisogna imporgli la cosidetta L.S.C. o L.S.U che dir si voglia, imponendogli (perchè alla fine andrebbe cosi') di studiare una lingua che certo sua non è, dato la lontananza, come facevi notare anche tu, dal proprio modello di dialetto locale. Si obietterà che bisogna trovare una cosidetta via di mezzo per poter formare degli insegnanti o tutor che parlino tutti con le stesse regole, ma come ho già scritto, parleranno in un modo che non sarà mai "popolare", mi dirai che si userà solo se si vuole e solo sugli atti dell'amministrazione, ma con il tempo e se và avanti, alla moda dei romani, ai sardi toccherà per forza usarlo. Chi ama la propria lingua non la lascerà morire se non con lui, e gli altri se non la amano e non sentono il bisogno di usarla, beh vuol dire che non se meritano!. Questa è la modesta idea di un Sardo che ama la sua Lingua, e anche quella degli altri. Paghe e bene. P.S. Circa il farmi ridere della L.S.C. bada bene che mi fà ridere si' ma di un "riso sardonico"
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 17/01/2011 : 21:28:58
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| Sardoc ha scritto:
Caro robur.q, permettimi cortesemente di dissentire da ciò che tu e altri, legitimamente affermate, se la lingua sarda và a morire non è per "il mio modo di pensare" perchè altrimenti avrebbe un ottima salute dato che io lo parlo e lo scrivo penso correttamente. Il problema viene fuori quando si vuole trovare, in ogni modo, la soluzione al fatto che se i giovani e anche non giovani non vogliono parlare il loro dialetto sardo, allora bisogna imporgli la cosidetta L.S.C. o L.S.U che dir si voglia, imponendogli (perchè alla fine andrebbe cosi') di studiare una lingua che certo sua non è, dato la lontananza, come facevi notare anche tu, dal proprio modello di dialetto locale. Si obietterà che bisogna trovare una cosidetta via di mezzo per poter formare degli insegnanti o tutor che parlino tutti con le stesse regole, ma come ho già scritto, parleranno in un modo che non sarà mai "popolare", mi dirai che si userà solo se si vuole e solo sugli atti dell'amministrazione, ma con il tempo e se và avanti, alla moda dei romani, ai sardi toccherà per forza usarlo. Chi ama la propria lingua non la lascerà morire se non con lui, e gli altri se non la amano e non sentono il bisogno di usarla, beh vuol dire che non se meritano!. Questa è la modesta idea di un Sardo che ama la sua Lingua, e anche quella degli altri. Paghe e bene. P.S. Circa il farmi ridere della L.S.C. bada bene che mi fà ridere si' ma di un "riso sardonico"
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non sarà mai popolare ma toccherà per forza usarlo cioè alla fine diventerà popolare ma scusa, quando mai le grandi lingue del mondo, nella loro forma "standard" sono "popolari"? le lingue non sono dialetti: i dialetti sono espressioni di cultura "popolare", le lingue sono forme di cultura "culta" questo è, da sempre, la funzione delle lingue, ed ancor di più lo è oggi nella modernità: i dialetti, ovunque nel mondo, si stanno estinguendo a favore delle "lingue": colpa dell'alfabetizzazione di massa perdonami se talvolta scherzo, comunque mi sembri persona che non scrive solo per puro spirito di polemica; perciò ti chiedo: 1) secondo te è un valore politico tutelare il sardo? o è semplicemente un valore culturale ed affettivo individuale? 2) se si (alla prima), come dovrebbe organizzarsi una politica linguistica indirizzata a tal scopo? 3) cioè, alla fine, delle proposte finora fatte (modello unico, doppio standard, atomizzazione scolastica) quale sarebbe la più adatta? 4) la più adatta non è stata ancora fatta? 5) che destino per le minoranze nella minoranza (sardo-corso, sardo-catalano, sardo-ligure)? sarei felice se volessi gentilmente rispondermi
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