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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 15/04/2010 : 15:38:30
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| exdedalus ha scritto:
Architrave 1 Prendiamola da un altro punto di vista: voglio costruire una porta, ............
[si può andare avanti anche per questa strada per capire, se interessa]
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Ricordo un bel passo de "Il Pendolo..." di Eco, in cui la moglie della voce parlante (Casaubon) argomenta in merito ai pretesi “simbolismi” dei numeri ed altro. A un certo punto, rispondendo al marito, gli dice: “Sì, e il pene è un simbolo fallico”. (Battuta molto famosa e molto citata).
Giusto per dire che una porta è prima di tutto una porta (nomasi tautologia). Ora, che un edificio possa anche essere visto sotto altra veste che non la semplice utilità, credo sia condivisibile (sebbene anche il termine ‘utilità’ sia poi da definire), ma la scelta di utilizzare l’architrave (comunque gestito dall’aggetto) al posto di un ingresso tecnicamente assai più semplice e di una sezione costante per l’accesso alla camera, dovrebbe essere visto prima di tutto come risposta a una precisa scelta funzionale. Ma soprattutto dovrebbe essere messa in relazione ai dati oggettivi di cui siamo in possesso (stratigrafie). Con il che (ovviamente) ciascuno resta della propria opinione.
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desi desi.satta@alice.it |
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exdedalus
Nuovo Utente
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Inserito il - 15/04/2010 : 17:52:02
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Io NON resto della mia opinione .
L’opinione è un meccanismo di potere che comporta abitudini, organizzazione, relazione, e non ultima una questione.
Riguardo la funzione,invec, si pone come ragione fra due parti e si sceglie una strada da percorrere. La funzione, appunto, che determina in mio essere ordinato e omologo a un sistema, ma, anche, avere un ruolo, un possesso. Dunque, se ragionassi in termini di funzione rischiere inutilmente fino da trovarmi ancora troppo avanti , e di un bel pezzo , nella sovrapposizione dei passaggi che compongono il paesaggio che sto analizzando: la civiltà nuragica. Io non resto della mia opinione, non voglio averne una, non posso averne una, in questo caso, solo per immaginare la storia come un processo dove si può esistere solo se si può dimostrare, con prove, l’esistenza della realtà.
2 La porta, non è dunque per me un simbolo, quello lo lascio a Umberto Eco, infatti, sono partito dall’uomo per arrivare alle ragioni dell’Uomo: Isaac Newton ci provo partendo dalla bibbia, io, vorrei partire da un Nuraghe, La porta non è una partenza simbolica e neanche ideale e meno ancora può essere funzionale all’inizio di questo racconto. Non posso sapere cosa passò nella testa del soggetto protagonista, l’antenato costruttore, nel 2500 ac [o prima o dopo non importa] ,nel momento in cui decise che era ora di dire basta alle caverne, alla austera e ferma immanenza delle Domus e ha incominciato con il tracciare una linea per terra. Lo hanno fatto tutti, tracciare un solco per terra, per affermare: qui è il dentro, oltre è fuori. Non c’è nulla di magico e non c’e nulla di fondativo in questo , semplicemente è definire il prima, distinguendolo, da tutto ciò che verrà dopo. Solo così è possibile allineare ad uno ad uno tutti i passaggi. Solo così è possibile capire la differenza, fra le azioni compiute e quelle che si compiranno, solo cosi potrò evidenziare la differenza fra me e la natura. Quindi traccio una linea, poi: oggi mi faccio una torre. Naturalmente il primo pensiero potrei figurarmelo come un tentativo di costruire un punto di osservazione più alto: la linea , il prima, il presente e dunque ora mi serve: - il mio vedere-. Cosa c’è di più utile che allontanarsi dalla terra? [Non tirate in ballo i miti, ancora non esiste nulla, quelli, i miti, li inventeranno i nostri vicini di casa, quando persi più di noi cercavano un dio unico prima di avere inventato un Dio Unico]
Basterebbe arrampicarsi sugli alberi? No, io uomo, ora altro da ciò che ero, devo avere un mio albero. Ancora nulla simboli, niente funzione, ma affermazione del sé, esposizione : l’albero costruito da me per me stesso. Può essere tondeggiante la più probabile forma per l’albero artificiale, costruito dall’uomo per il nuovo uomo? L’albero è tondeggiante.
Questa potrebbe essere un inizio per la storia della prima costruzione. Ma, credo che l’uomo prima ancora di progettare come allontanarsi dalla terra abbia posto prioritario lo stabilire un punto di contatto, una posizione dell’essere li: ancora una linea da tracciare. Questo punto potrebbe essere allineato con il rapporto fra l’ombra dell’uomo e la cadenza solare(il calendario). Solo attraverso questa conoscenza è possibile rendere fertile ogni differenza di conquista. Un’alta pietra conficcata nella terra e altre più piccole a distanza regolare a determinare le lunghezze delle ombre, a determinare il ventre fertile della terra.
3 Noi , anche in presenza di dati oggettivi non potremo mai raccontare la realtà che portò all’edificazione del nuraghe, ma possiamo attraversi i dati e attraverso la comprensione della nostra posizione oggi, arrivare a individuare le differenze che possono portare a una ragionevole comprensione delle ragioni che maturarono la forma nuraghe. Certo dovremmo passare attraverso , i simboli , i miti, gli assoluti, e tutto quelli che volete voi, ma il prima é Natura, l’inizio è il bisogno di staccarsene.
Adesso possiamo anche parlare di stattica.(senza voler far cambiare opinione a nessuno)
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Modificato da - exdedalus in data 15/04/2010 17:56:20 |
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 15/04/2010 : 18:58:07
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@exdedalus Intrigante....... @Desi Proporrei di lasciar stare, almeno per il momento, le stratigrafie del terreno. Che a mio parere( e non solo mio), per quanto letto finora, non sono granchè "nuragiche". Continuerei con la "stattica" e poi passerei alle straigrafie murarie. Da confrontare con quelle del terreno........Sarà dura, molto dura. T.
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum. |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 15/04/2010 : 21:51:40
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Ahi ahi ahi ahi ahi! L'atmosfera si sta rarefacendo. Capisco sempre meno. Ho bisogno di argomenti più solidi per poterli capire. Exdedalus potrebbe avere qualche ragione psicologica e antropologica, ma per il momento mi sfugge. Non sono affatto sicuro che si possa continuare per quella strada. Mi interesserebbe molto il tema proposto da Desi dei motivi delle scelte architettoniche. Non sono in grado di dare contributi, qui: ma resto in attesa.
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exdedalus
Nuovo Utente
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Inserito il - 15/04/2010 : 23:18:24
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1 Niente psicologia, in questa fase ci porta fuori strada. Antropologia si, tenendo conto che può aiutare, con le sue ipotesi, a mettere ordine nei passaggi, come, per esempio,siamo passati dal cacciatore/raccoglitore all’allevatore/coltivatore e ancora, nel costruire, dagli utensili alle armi fino ai linguaggi, agli alfabeti, ecc ….. 2 Una riflessione sulle scelte architettoniche. Le grandi rivoluzioni in architettura e nel costruire, sono passate attraverso innovazioni tecniche. Qualche esempio: l’arco, che consente di superare il limite dell’architrave; l’arco rampante che svuota le murature e aumenta l’altezza degli edifici … questo per rimanere in ambito empirico. E’ dunque la comprensione degli aspetti costruttivi e del costruire che consente la riduzione della dissociazione fra la capacità di immaginare una Forma e il costruire la Forma di un Popolo. E quando mi riferisco al costruire, alludo alle grandi invenzioni di macchine e della tecnologia. La cupola del Brunelleschi non esisterebbe senza la costruzione delle gru, degli argani, dei ponteggi mobili.
Tornando al Nuraghe l’operazione è più complessa, non abbiamo un prima se non nelle stratificazioni che ci disegnano clima, scenari, e eventi naturali necessari per precisare proprio quelle differenze a cui facevo cenno in un intervento precedente.
I motivi spesso sono da ricercarsi nelle condizioni a posteriori di emergenza che sembra essere l’unica condizione che spinge l’immaginazione verso l’utilizzo nuovo di una invenzione . …
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Modificato da - exdedalus in data 15/04/2010 23:21:23 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 16/04/2010 : 08:05:42
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Cercare di ricostruire il contesto nel quale si è avuta una determinata espressione architettonica è sicuramente utile. sono pienamente d'accordo.
Il passaggio tra cacciatori/ raccoglitori e allevatori/ coltivatori è avvenuto molto prima che si iniziassero a costruire i nuraghi, quando probabilmente i locali non parlavano ancora una lingua di derivazione indoeuropea.
Su quali siano le date , per ambedue i passaggi, c'è disaccordo: e questo è l'unico motivo per cui non mi azzardo a citarle qui. Tra l'altro, secondo Pittau, la lingua dei Nuragici sarebbe indoeuropea (ed imparentata con l'Etrusco), mentre per altri ciò non corrisponderebbe a realtà.
Determinare un contesto, nelle condizioni attuali, può rappresentare una sfida imponente.
Il che non significa che molti non abbiano tentato l'impresa, ciascuno con le proprie conoscenze, capacità immaginativa e propositi di vendita dei propri lavori.
Per metodo acquisito, tendo a fidarmi di chi non è orientato verso il marketing, anche se questo dettaglio non è un'assoluta garanzia di per sé.
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 16/04/2010 : 10:14:55
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...... Exdedalus "Noi , anche in presenza di dati oggettivi non potremo mai raccontare la realtà che portò all’edificazione del nuraghe, ma possiamo attraversi i dati e attraverso la comprensione della nostra posizione oggi, arrivare a individuare le differenze che possono portare a una ragionevole comprensione delle ragioni che maturarono la forma nuraghe. Certo dovremmo passare attraverso , i simboli , i miti, gli assoluti, e tutto quelli che volete voi, ma il prima é Natura, l’inizio è il bisogno di staccarsene."
Forse non è tutto così complicato...la forma nuragica è quanto di meno complicato si potesse costruire a quei tempi. Edificare con altre forme avrebbe comportato una conoscenza più ampia. Non ho visto, o forse mi è sfuggito, alcun riferimento ai protonuraghe dai quali poi si sono evoluti i Nuraghe " Moderni". Quanto ai simboli, ai miti e quant'altro, sono stati creati per dare coesione ai popoli, importanza al proprio status o per rispondere alla comune domanda " da dove veniamo..." Un punto di partenza è una comune necessità per la comprensione, qualunque essa sia.
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Modificato da - Tharros in data 16/04/2010 10:16:01 |
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 16/04/2010 : 16:56:45
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| maurizio feo ha scritto: ........ Mi interesserebbe molto il tema proposto da Desi dei motivi delle scelte architettoniche. ........
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Sarò felicissima di discuterne quando il tema verrà proposto, così come di qualunque altro argomento mi potesse sembrare interessante.
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exdedalus
Nuovo Utente
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Inserito il - 17/04/2010 : 10:00:18
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Tharros hai ragione non è complicato , è semplicemente complesso(e non solo per amore del termine oggi, a volte, troppo abusato) Complesso in quanto agiscono condizioni che non conosciamo e quindi , non solo non possiamo rappresentarle, ma prevederne l’influenza. Ciò nonostante, queste condizioni in-conosciute, agiscono e si mostrano attraverso il loro agito, che spesso definiamo ‘caso’. La complessità sembra, allora, consigliarci di raccogliere più elementi possibili , anche i più lontani, e cercare di rappresentarli in ‘passaggi’ differenziati. Sicuramente da quando l’uomo è salito su un albero a quando ha costruito una torre è passato molto tempo. Molti elementi (sconosciuti in questo caso) avranno influito su questa decisione. E prima avrà sicuramente dovuto posizionarsi nei confronti del tempo, lo dicevo nei precedenti intervenenti, riconoscendo a se stesso il trovarsi dentro uno schema che si ripete cadenzato e regolare [quello che noi oggi chiamiamo anno /calendario]. Questa conquista potrebbe essere nella stessa spinta che lo ha portato a migrare, riconoscendo nello spazio non solo il caso della ricerca, ma la certezza della conquista della propria posizione nella certezza della diversità a per effetto dello spostamento. Noi ci stupiamo delle abilità dell’uomo,soprattutto ai suoi esordi, ma solo pochi si chiedono delle ragioni minime che lo hanno messo sulla strada del movimento [per esempio quale è la vera invenzione, la ruota o il mozzo?] Certo quell'uomo ha dovuto aspettare molti anni prima che il capire evidenziasse le interazione fra gli elementi dentro e fuori l'orizzonte conoscibile, e altrettanto tempo noi stessi dovremo aspettare ancora altro tempo prima ci dare completezza a questi ragionamenti. Ma come nel piccolo gene sono presenti tutte le informazioni sulla vita oltre le competenze di un ruolo preciso, personalmente ritengo che sia possibile anche dalle nostre azioni individuare le ragioni che hanno mosso i nostri antenati fino a renderli complessi costruttori.
Il mio è un approccio* forse atipico che accede all’immaginazione come condizione speculativa, possibile, ma nulla vuole togliare a altri metodi,anzi. Sarebbe ingeneroso considerarlo fantascientifico solo perché allinea i fatti in modo diverso. ex
*alcuni dati sono già parte di ricerche che sto conducendo
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Modificato da - exdedalus in data 17/04/2010 10:21:23 |
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exdedalus
Nuovo Utente
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Inserito il - 17/04/2010 : 16:22:57
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desi, é uno stabilizzatore. Trattandosi di pietra dovrebbe lavorare a compressione , dunque essere un puntone, ma potrebbe anche lavorare come una catena, mi mancano alcuni elementi. Comunque, riprendendo il ragionamento sulla 'continuità', mi sembra un forte elemento di elaborazione della conoscenza.
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19,41 KB
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Modificato da - exdedalus in data 17/04/2010 16:31:30 |
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Tharros
Salottino
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Inserito il - 18/04/2010 : 11:45:15
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Potrebbe anche servire come puntello e forse posizionato in tempi posteriori forse per evitare lo "spanciamento" causato da una pressione superiore toppo elevata. Come catena, essendo rigido, la vedo dura!!
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Modificato da - Tharros in data 18/04/2010 11:46:08 |
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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exdedalus
Nuovo Utente
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Inserito il - 18/04/2010 : 13:38:23
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puntello lo escludo, ma solo per un fatto pratico: un elemento così pesante è complicato metterlo in posizione a costruzione ultimato. No, puntello lo escluderei, anche in ragione di un’altra foto che ho trovato e allego.
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Ragionerei piuttosto sull’intuizione che sottende la soluzione. I costruttori avevano capito, secondo me, che la parte interna di un grosso muro non ha utilità pratica diretta, le porzioni che realmente lavorano sono quella interna nel reggere la copertura, e quella esterna per contenere le spinte orizzontali L’unico muro risolve questi problemi essenzialmente con il peso, chiamando in causa la gravità.
Con questa soluzione costruttiva hanno ottenuto come risultato un uso più razionale dei materiali a disposizione, utilizzandone meno e con maggiore efficacia. Solo dopo, secondo me, hanno pensato di poter utilizzare lo spazio resosi disponibile: nicchie, la scala con il la possibilità, anche, di un secondo piano, e comunque maggiore sicurezza. Le grandi pietre orizzontali hanno finalità di tenere in posizione i due muri: l’appoggio intermedio elimina il carico di punta che si manifesta inversamente proporzionale all’altezza [più alto è il muro maggiore è l’instabilità e quindi il pericolo di spanciamenti e rovesciamenti]. Quindi vedo, per questo concio, proprio una funzione di stabilizzazione[riduce l’altezza e evita che il muro spanci]. Ma la funzione potrebbe anche sollecitare il concio a trazione, cioè configurarlo come una catena se il muro esterno, per effetto del carico di punta, si movesse verso l’esterno. Il fatto che il concio sia bel ancorato, fino a essere considerato semincastro,rende il tutto complesso e quindi complesse sono le risposte alle sollecitazioni interne determinate dal costruire. [mi verrebbe da dire che è il primo passo verso l’arco rampante, ma questo forse e solo innuce]
PS le fito si riferiscono al Nuraghe Ruiu di Chiaramonti
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Modificato da - exdedalus in data 18/04/2010 13:40:35 |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 18/04/2010 : 15:11:35
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| exdedalus ha scritto:
puntello lo escludo, ma solo per un fatto pratico: un elemento così pesante è complicato metterlo in posizione a costruzione ultimato. No, puntello lo escluderei, anche in ragione di un’altra foto che ho trovato e allego.
Immagine:
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Ragionerei piuttosto sull’intuizione che sottende la soluzione. I costruttori avevano capito, secondo me, che la parte interna di un grosso muro non ha utilità pratica diretta, le porzioni che realmente lavorano sono quella interna nel reggere la copertura, e quella esterna per contenere le spinte orizzontali L’unico muro risolve questi problemi essenzialmente con il peso, chiamando in causa la gravità.
Con questa soluzione costruttiva hanno ottenuto come risultato un uso più razionale dei materiali a disposizione, utilizzandone meno e con maggiore efficacia. Solo dopo, secondo me, hanno pensato di poter utilizzare lo spazio resosi disponibile: nicchie, la scala con il la possibilità, anche, di un secondo piano, e comunque maggiore sicurezza. Le grandi pietre orizzontali hanno finalità di tenere in posizione i due muri: l’appoggio intermedio elimina il carico di punta che si manifesta inversamente proporzionale all’altezza [più alto è il muro maggiore è l’instabilità e quindi il pericolo di spanciamenti e rovesciamenti]. Quindi vedo, per questo concio, proprio una funzione di stabilizzazione[riduce l’altezza e evita che il muro spanci]. Ma la funzione potrebbe anche sollecitare il concio a trazione, cioè configurarlo come una catena se il muro esterno, per effetto del carico di punta, si movesse verso l’esterno. Il fatto che il concio sia bel ancorato, fino a essere considerato semincastro,rende il tutto complesso e quindi complesse sono le risposte alle sollecitazioni interne determinate dal costruire. [mi verrebbe da dire che è il primo passo verso l’arco rampante, ma questo forse e solo innuce]
PS le fito si riferiscono al Nuraghe Ruiu di Chiaramonti
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fà paura arrampicarsi in quelle pareti, ma secondo hanno proprio una ragione per esistere... quella ragione l'ha mangiata il tempo!
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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maurizio feo
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Inserito il - 18/04/2010 : 15:34:04
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Che cosa intendi dire, Mirko? Che c'erano alcune altre strutture in materiale deperibile che adesso non ci sono più? Oppure...?
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Beni: ti naru unu contu... |
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Trambuccone
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 18/04/2010 : 16:43:23
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Sì Maurizio, è la soluzione più semplice...:
Vedere la terza foto:
http://www.walkshetland.com/49.php
T.
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