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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 01/12/2010 : 10:07:53
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Questa è una camicia festiva, dagli Anni Venti in poi. Punto pieno, trapaduras e spranghettas (le barrette). Si chiama camicia a petus, per distinguerla da quella a mosta
Questa è un'altra camicia festiva, anno 1937, apparteneva a mia nonna. Punto pieno su sfilato (camisa cun pettus a fundu trapau).
Questa è una camisa a pitzu, così chiamata per la forma triangolare. Risale agli Anni Cinquanta o Sessanta, usata per le nozze. Punto pieno, sfilature (trapaduras), barrette e applicatzionis tridimensionali.
Spero che così la faccenda sia ancora più chiara!
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 01/12/2010 : 12:51:34
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Scusa Santobevitore ma aspettavo la risposta dello staff sulla lunghezza dei messaggi (ma non arriva ). Le camicie che vedo sono tutte belle (grazie perché così le posso guardare da vicino). L’ultima è quella ti dicevo (ora capisco cosa sono le applicazioni tridimensionali), anche la prima compare spesso nelle foto, mentre quella di tua nonna è molto bella. Il disegno è molto delicato e fine. Per me è la prima volta che ho occasione di vederle (dopo quelle che tu hai mostrato da uomo). Complimenti alla tua nonna non solo per i ricamo ma anche per averle preservate nel tempo e a te per averle riprese e proposte. Circa la chiarezza della faccenda (la tua affermazione un po’ m’ inquieta) io sono ancora in alto mare devo apprendere e metabolizzare tante informazioni, non mi scoraggio, ci vuole tempo. Parlavo seriamente quando ho detto che sei stato chiaro nel descrivermi l’evoluzione delle camicie (mi rendo conto di fare tante domande, scusate, però sono fiduciosa per le risposte). Ti ringrazio Sartinocchja.
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 01/12/2010 : 13:24:21
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Sartinocchja, solo ora mi rendo conto che la mia ultima affermazione sembra un pò scortese! Scusami davvero, mi sono espresso male, volevo dire che speravo che le foto ti aiutassero a capire ancora meglio! Però non ho mai postato camicie maschili, quelle due camicie a mosta sono da donna. Le camicie maschili hanno un taglio diverso, sono in lino tessuto a mano e hanno delle decorazioni semplicissime. Sa mosta è in prevalenza femminile, anche se ho sentito parlare di qualche camicia da uomo con mosta sottilissima, ma non ne ho mai vista una. Sono contento che ti piacciano e cspero he possano esserti utili, ti assicuro che viste dal vivo sono anche più belle, almeno per me, che ho con questi oggetti un forte legame affettivo. Quanto alla tua domanda sui disegni, io credo che ci sia stata una sedimentazione di motivi avvenuta nel tempo. Alcuni disegni sembrano più antichi (penso all'uva, alle croci, alle decorazioni geometriche) altri sembrano di tipo ottocentesco (le rose). Si è trattato di un'evoluzione lenta, secondo me. Un pò come accade per alcuni tessuti al telaio, bettuas o coberri bancus, che presentano motivi antichissimi e motivi di matrice ottocentesca. Negli Anni Venti sono arrivati i disegni Liberty che si sono ben amalgamati con quelli più tradizionali: ad esempio ci sono tantissime camicie con pettus a mosta, magari con motivi antichi (uva, rombi, etc...) e tzrughera a motivi Liberty, con punto pieno e trapaduras. Alla fine anche questi motivi sono diventati tradizionali, visto che spesso le ricamatrici inventavano, reinterpretavano e variavano a seconda del gusto, della manualità e del tempo di cui disponevano. Grazie a te che sei così gentile da starmi a sentire: tutti abbiamo sempre da imparare e tu farai anche presto, visto che mi sembri davvero appassionata! Perciò, chiedi tutto quello che ti passa per la testa: se saprò rispondere ne sarò lieto, altrimenti giriamo tutto al grande Babbo, lui lo saprà di sicuro! Saluti
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musthayoni
Utente Attivo
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Inserito il - 01/12/2010 : 15:35:32
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.. belle foto Santo .. e lo stesso dicasi per le camicie ... io cmq vi sto seguendo con interesse .. pertanto non sentirti solo .. e poi Babbai è sempre li ... a dire con maestria la sua
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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 01/12/2010 : 17:58:50
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| santobevitore ha scritto:
Questa è una camicia festiva, dagli Anni Venti in poi. Punto pieno, trapaduras e spranghettas (le barrette). Si chiama camicia a petus, per distinguerla da quella a mosta
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Definire questi capi uno splendore è far loro torto...
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 02/12/2010 : 07:54:22
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Grazie Santobevitore, pure io sarò lieta di ascoltare tutte le tue spiegazioni (e quelle di chiunque aggiunga tasselli al mio sapere).
Come vedi non mi smentisco quando dico che sono ancora in alto mare, che devo apprendere e metabolizzare tante informazioni (non sto qui a spiegarti che giro contorto o fatto mentalmente per arrivare a una simile conclusione ma c’è un motivo). Forse a scusarmi devo essere io, non solo con te (effettivamente le tue ultime parole erano un pò ambigue ma il mezzo con cui comunichiamo non aiuta) ma anche con il resto dei partecipanti a questa interesante discussione. Rileggendo i messaggi mi sono resa conto di aver un po’ invaso questo spazio con le mie domande e lunghezza dei messaggi. Non era mia intenzione ma come dici te sono molto appassionata in particolare per il costume (sono quasi 10 anni che sto cercando di creare mentalmente … prendo a prestito le parole di Babborcu che sintetizza bene ciò che ora voglio dire “(…) il possesso di un sistema vestimentario tipico non si improvvisa e non si ottiene rapidamente e' difficile riannodare tradizioni scomparse... occorre che esse siano calate sull'humus giusto”. Ma visto la gaffe di prima devo dire con scarsi risultati). In generale ricordo che da piccola rimproveravo la cicogna di un suo errore circa l’abbandono posticipato della mia persona, mi rivedo mentre dico a mia madre che la cicogna doveva lasciarmi nei pressi del Gennargentu, per me allora massima espressione di appartenenza a questa terra. Cercherò di essere molto sintetica (mi scuso con te e con il resto dei partecipanti se chiedo o formulo interrogativi che sono già stati trattati, precedentemete). Le informazioni che mi dai sull’evoluzione dei disegni sono molto importanti, le integro con tutto il resto. Adesso sospendo il mio bisogno di voler precisare date e nomi vari e mi soffermo sul ricamo della camicia di tua nonna. Non faccio fatica a immaginare i passaggi per l’esecuzione della rete (2x2), e della successiva creazione del disegno quando si tratta, de “sa mosta” poiché ho già ricamato qualcosa di simile. Quello che non capisco e come si possa eseguire il punto pieno sopra? O almeno a me i passaggi sembrano questi. Rivolgo l’interrogativo a tutti naturalmente, spero di essere rimasta in tema con la discussione. Vi ringrazio Sartinocchja.
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 02/12/2010 : 12:43:06
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Mustha e Neva, grazie per l'apprezzamento, solo ora certe persone cominciano a capire l'importanza di questi manufatti e la necessità di tramandare alle generazioni che verranno queste forme di artigianato capaci di esprimere la creatività dei singoli. Ma la strada è ancora lunga e le cose fatte maldestramente a macchina bloccano il passaggio...
Sartinocchja, non scusarti per la lunghezza, ci mancherebbe! Tu chiedi pure tutto quello che vuoi e sarà come una chiacchierata tra amici! Ti capisco bene, anche a me piace saperne sempre di più e trovare questo forum è stata una vera fortuna. Per quanto riguarda il ricamo di cui tu parli, premetto che io non so attaccare neanche un bottone ma ho la fortuna di conoscere una persona che ricama e confeziona camicie, quindi gliene ho visto fare una molto simile. Prima di sfilare la rete, occorre ricamare il disegno a punto pieno, anche i dettagli più minuti. Solo dopo si procede alla sfilatura della trama di fondo: é un lavoro che richiede pazienza, specialmente se il disegno è complicato. In ogni caso, questo tecnica è ritenuta più semplice rispetto a su pettus a spranghettas e trapaduras, per il quale occorrono ulteriore perizia e attenzione nel ritagliare. Saluti
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 03/12/2010 : 08:40:12
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Ok, allora i passaggi sono quelli soliti che avevo escluso, visto che nella camicia di tua nonna il ricamo è così esile che sembra sopra, (se provo a ingrandire la foto, sfuma l’immagine). Per i ricami a spranghettas e trapaduras della camicia “su pettus”, per mia esperienza e per come dici te sono molto più complicati. Volevo ritornare ai disegni, quelli impiegati nella camicia di Cabras hai detto sono: sa mosta ‘e s'aidi (figura dell’uva) diffuso attraverso i parati ecclesiastici (rappresenta credo un po’ ovunque la fertilità ed il sangue salvifico del cristo, questo in ambito Cristiano ... sarebbe interassante indare anche fra simboli sacri e quelli profani). sa mosta 'e is arrosas (delle rose), is cugutzuas (cima del carciofo selvatico) sa mosta 'e is corus (disegno con i cuori) e de is rughis(disegno con croci) Naturalmente dietro ogni disegno c’è tutta una storia del perché è usato (tralascio altrimenti in messaggio diventa chilometrico e vado fuori tema) mi chiedevo se ne esistono altri oltre a questi impiegati per la realizzazione delle camice (sicuramente è così ma volevo avere notizia se è possibile). Un esempio può essere la realtà di Teulada dove i disegni sono numerosi, dove alcuni di questi si prestano meglio per la realizzazione del “punt’e nù (figure geometriche), altripper il “punt’a brodu”(realizza motivi di ornato finissimo). I due tipi di ricamo sono impiegati anche come distinzione fra il maschile (“punt’e nù) e il femminile (“punt’a brodu”), “sprigitta acrobada” per la camicia maschile, “sprighitta a tres ogus” per quella femminile, e “sa perr’e sa rosa” della “peturina” maschile. Questa regola è ancora oggi rispettata da chi confeziona i capi. E mi sembra di capire che non vi siano stati degli stravolgimenti nel corso dei secoli. La realtà di Teulada può dare risposta alla domanda che avevo posto in precedenza se per tanto tempo (anche secoli e fino ai giorni nostri) i ricami/disegni sono rimasti sempre gli stessi. Mi chiedo se quello di Teulada sia un caso unico o se esistono altri casi nel resto della Sardegna? Grazie Santobevitore per questa chiacchierata fra amici pure io considero una fortuna aver trovato questo forum (vedi presentazione). A si intendi prestu.
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“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry “Osare è la forza più grande …” Selene
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 03/12/2010 : 09:59:49
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@santobevitore stupende le camice
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Redentore - Monte Ortobene
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..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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milly73
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 03/12/2010 : 20:01:41
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@ Santobevitore
sono bellissime, la mia preferita è la prima, che mani d'oro chi le ha ricamate
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Pro tue fortuna chi onzi notte t'isplenda sa luna, chi no appa mai dolore, onzi die t'illumine su sole...
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 06/12/2010 : 10:11:24
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Grazie Maria, grazie Milly: è vero, chi le ha ricamate aveva le mani d'oro ma anche la volontà d'imparare e di creare qualcosa di bello. Forse è questo che manca oggi, chissà... Sartinocchja, torniamo a noi! Credo che il ricamo della camicia sia così delicato per due ragioni: la prima è che, a quanto mi dicono, oggi il filo da ricamo è più spesso di quello antico (infatti c'è chi usa filo da cucito per le sfilature, in modo che il risultato sia simile al lavoro antico), la seconda è che, dal 1937 ad oggi, quella camicia ha subito talmente tanti lavaggi ed è stata indossata così spesso che credo che si sia assotigliato parecchio sia il tessuto che il ricamo! Per quanto riguardai disegni, is mostas che ti ho indicato sono solo una piccola parte: penso ne esistano almeno un centinaio, per non parlare di quelle simile ma non identiche tra loro. Questi disegni circolavano in un modo consueto nel passato. Se piaceva un certo motivo, si chiedeva in prestito, e questo veniva copiato su un rettangolo di tessuto rado, spesso usando un filo colorato. Col tempo, questo rettangolo di tessuto si riempiva di motivi e costituiva un vero e proprio campionario di punti e disegni, noto col nome di canovacciu. Su canovacciu veniva prestato e chiesto in prestito, così i disegni venivano tramandati e fatti circolare. Questo spiega l'enorme varietà ma anche il motivo per cui disegni così antichi sono arrivati fino ai giorni nostri! Cari Saluti
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 06/12/2010 : 17:36:20
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sartinocchija, innanzitutto non chiamarmi professore,, perchè non lo sono e perchè mi fai sentire vecchio.. tu oscilli fra una necessità di sintesi e una di analisi.... il tuo desiderio di chiarezza chiede risposte certe e "comuni".. impossibile! benchè prima ti abbia dato una sorta di regola.. ci sono realtà singole che la negano .. ogni centro credo abbia una storia diversa... ti faccio l'esempio di Oliena... parlo delle camicie di gala femminili... sino a fine ottocento c'era una relativa semplicità, ugualmente il coro, ma piccolo e fine e polsi e collo erano ricamati a punto pineo erva ecc senza troppi effetti di traforo... se osserviamo le camicie anni 50 vediamo un restyling... le maniche si fanno amplissime, il coro si allarga, lo sparato anteriore e' chiuso da una striscetta ricamata e coprattutto collo e polsi si ornano di apli ricami traforati, con retino e punto in aria che formava archetti.. ( e' ovvio che le camcie quotidiane e dei ceti poveti fossero semplici)
esempio di ittiri... sino al 1920 circa camicie di tela sostenuta.. aperte avanti e dietro, con asole in entrambe le parti per "girarle" ,, alcune hanno sia un lato festivo ( con asole per bottoni grandi) sia un lato feriale,con asole piccole... l'unico vezzo e' la trinetta allo scollo.. larga circa 1/ 1,5 cm. ricamata a punto nodo piccolissimo ... ci aspetteremmo che ,come tutto l'abbiagliamento ittirese, questa si arricchisca, invece no.. perchè la sciarpetta che la copre frena l'arricchimento.. dagli anni 50 in poi di introducono tele finissime e vengono eseguiti ricami banali a macchina e si applicano pizzi sangallo...
pendo che le camicie ottocentesche fossero, comunque, quasi tutte relativamente semplici... le trasformazioni avvenivano lentamente ,per gradi... quel che ha trasformato mascospoicamente le camicie, sono le influenze esterne che via via arrivavano ed erano "scelte" ed adattate e assimilate,, ma l'emulazione data dalle parate del folklore, dove si ha un imput alla spettacolarizzazione..
santo: bellissime anche queste ultime ( e intravvedo dei fazzoletti che ummm!!!) ma, e' inutile.. l'ultimo modello non riesce a conquistarmi!!
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 06/12/2010 : 19:53:32
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Santobevitore questo del filato è un po’ un problema (nel senso che io utilizzo per gli sfilati come quelli della camicia di tua nonna il filo mulinè o il cotone da ricamo (vi prego Sabry, Babborcu e altri che so essere molto bravi, non mi assalite se non è quello giusto), al posto del filo da cucito che io non avevo mai sentito. Ma se tu mi dici che conosci una persona che confeziona le camicie con questo tipo di filato allora ok. Sai Santo, mentre descrivi la storia delle camicie, hai precisato due aspetti molto importanti, quella de “is maistas de così (maestre di cucito)” e Su canovacciu o dell’imparaticcio (imparare). Mia madre mi dice che da lei c’era questa “nobildonna” che insegnava l’arte del ricamo, ma lei non ricorda una cosa di questo tipo. Mentre io ne avevo già sentito parlare e spulciando su internet mi sono rinfrescata la memoria è di origine rinascimentale. Magari Babborcu (lascio da parte il prof., che mi sembra tropo formale, oramai sento di essere di casa) ci sa dire altre cose. Trovo molto interesante ricordare anche questo, magari farne testimonianza quando organizzate le manifestazioni per far conoscere i costumi della Sardegna. Posso dire una cosa (sin da piccola sono stata attorniata da mamma, zie, nonne che ricamavano, lavori al telaio, cestini, merletti e cose varie) ma io non ho mai fatto nulla se non una tovaglietta a punto croce. Poi la mia passione per il costume mi ha fatto decidere a imparare a ricamare. Credo non sia mai tropo tardi, la passione c’è quindi si può, mi sembra anche che non manchi in questo forum. Un caro saluto anche a te Saluto Maria, Milly, Nevathrad e Musthayoni, io aspetto altri tasselli per costruire il mosaico.
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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 06/12/2010 : 19:57:13
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Salve Babborcu, il mio chiamarla Prof. non era per mancarle di rispetto o farla sentire vecchio (l’immagine di lei spiega ai ragazzi il costume di Ittiri dimostra l’esatto contrario), non mi permetterei con nessuno. Capisco che era formale lei mi ha anticipato e stavo scrivendo a Santobevitore che ormai mi sento di casa e posso chiamarla Babborcu, anche se il suo nick name (ricordo d’infanzia) a me incute un po’ paura. Scusi se mi dilungo su questo, ma credo che la precisazione fosse doverosa. Ora fatta questa precisazione passo al tu. Mi sono rivolta a questo forum perché molte delle ricerche che sto facendo le ho fatte da sola e mi sembrava interessante e utile potermi confrontare con altre persone. Ti ringrazio per questo. Posso essere sincera, le informazioni che possiedo sono veramente poche, ma vorrei capire e forse ci metto un po’ troppa passione (come ho detto piano piano, sto leggendo quanto è già stato scritto nel forum sezione abbigliamento tradizionale (ho calcolato che risultano solo per l’abbigliamento popolare della Sardegna sono occhio e croce quasi 1000 pagine (tutte molto interessanti). Non era mia intenzione farti ripetere quanto già detto. Ma se ti fa piacere io sono felice di ascoltare (non solo questo), ma anche altre informazioni sull’abbigliamento tradizionale della nostra isola. Non ho capito se a te fa piacere sentire quanto ho da dire io (anche se poco e/o sono per lo più domande). Grazie per il tuo intervento, ti saluto Sartinocchja.
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babborcu
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Inserito il - 06/12/2010 : 20:55:11
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tranquilla: santo mi conosce bene ( si forse ho sbagliato nichname e forse sono troppo tecnico e drastico nei miei interventi) e tipotrà confermare sono l'essere più comune di questa terra: percio'.. leggo con attenzione le cose che scrivi ( come posoo spiegare ai bambini se non tengo conto dei diversi livelli di "preparazione"???) che testimoniano,passione, curiosità voglia di conoscere e mi fanno piacere le tue domande,,, sono convinto che sarà la conoscenza, diffusa e capillare , a salvare le nostre arti popolari e tutto quello che ad esse si connette..... e vedi? un consiglio te lo ho dato..anche se non lo ho espresso chiaramente: e' meglio non eccedere all'inizio,, occorre andare per gradi...
filo da cucire: si e' sempre usato... come si e' usato stramare le tele e usare i fili per ricamare ( se erano consistenti).... la tramissione dei mouli di ricamo nella nostra isola era "orale " e da manufatto a manufatto ,,nel senso che si copiava da un manufatto più vecchio...cosi' in antico.. gia nel rinascimento si produssero libri di modelli per ricamo ( utilzzati per tessuti e altri oggetti) con disegni fatti da specialisti,,, che circolavano in tutta europa, appannaggio prima, ovvio,delle classi alte e dei "laboratori" ... e usavano gli imparaticci.. anche da noi si usavano, ma prevalentemente per la tessitura ( ritenuta più importante del ricamo.. considerato una frivolezza delle classi elevate,, ma poi man mano acquisito) si chiamava mustra de imparare... chi lo possedeva ne era in genere molto gelosa e lo prestava solo alle parenti ed alle amiche e a volte nemmeno... ciao
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