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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 27/01/2010 : 16:25:06
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| robur.q ha scritto:
Già, gli egizi hanno costruito piramidi per centinaia d'anni: che barbari conservatori!!!!
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Vorrei sentire desi su questo punto.
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 27/01/2010 : 16:33:07
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| DedaloNur ha scritto: 1) per gli altri che leggono senza intervenire... 2) Con la polifunzionalità creiamo sullo sfondo l'immagine di società non in grado di articolarsi, e organizzarsi neppure nel prevedere ambienti particolari per attività particolari. 3) fatte le debite proporzioni e riconosciuto che dopo le piramidi di giza, l'edificio più rappresentativo dell'egitto viene sempre replicato all'infinito ma in modo piuttosto scadente, si può accettare un parallelo con l'attività edificatori dei nuraghi. 4) tutto questo per sottolineare quanto molte delle asserzioni di desi satta siano infondate, poichè partono da un problema non risolto: la funzione.
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1) Io leggo sempre...e sono intervenuto proprio a tuo favore. 2) Non sono d'accordo in quanto la polifunzionalità non è applicabile a pioggia. Bisogna prendere caso per caso e verificare quali tipi di funzione possono essere attribuiti ai vari nuraghe. 3) E' quello che ho detto prima a desi, sono d'accordo. 4) A mio parere sono infondate per altri motivi e glielo ho scritto nel post delle 09.47
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tholoi
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 27/01/2010 : 16:56:42
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| .machiavelli. ha scritto:
| tholoi ha scritto: Io propendo per la funzione di aggregazione sociale, ci vedo la massima espressione di dominio e controllo della pietra.
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In che senso dominio e controllo della pietra?
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Fino alle domus la possono scolpire, adesso la possono cavare, modellare, posare e ricomporla in una struttura. Ovviamente non intendo i nuraghes come luoghi di sepoltura e neanche i nuraghes a corridoio
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 27/01/2010 : 17:11:04
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A henge is a prehistoric architectural structure. In form, it is a nearly circular or oval-shaped flat area over 20 metres (65 feet) in diameter that is enclosed and delimited by a boundary earthwork that usually comprises a ditch with an external bank. The earthwork permits access to the interior by one, two, or four entrances. Internal components may include portal settings, timber circles, post rings, stone circles, four-stone settings, monoliths, standing posts, pits, coves, post alignments, stone alignments, burials, central mounds, and stakeholes.
Forse è questo che intendevi, Dedalo, quando hai scritto "gli edge" (scrivi troppo in fretta: in Italiano si riesce a risalire al termine che intendevi, ma in Inglese si fa più fatica).
Guarda che io non credo che Desi abbia intenzione di sminuire alcunché. Anzi io credo (ce lo confermerà) che lei abbia le stessa grande considerazione che tu ed io possiamo avere per la costruzione nuraghe e per la società che l'ha costruito. Quello che dici circa la costruzione che "deve" restare simile a sé stessa nel tempo per motivi di tradizione cultuale è una tesi piuttosto condivisibile. Ma non mi sento - per questo - di escludere totalmente la "stagnazione", che è invece una tesi sostenibile ed ammissibile, trattandosi di una Società isolana ed isolata. L'isolamento comporta indiscutibilmente vantaggi e svantaggi. Non è giusto ignorare né gli uni, né gli altri, come non è corretto considerare solo ciò che va a favore della propria tesi più cara. Se si "vuole bene" all'argomento, si desidera vederlo crescere, anche quando cresce contro le nostre aspettative iniziali. Dico questo, perché non credo che si possa essere troppo schematici con gli aut-aut. L'arco di possibilità è ancora un poco troppo vasto e permette di scegliere tra ipotesi ancora discretamente differenti tra loro. Spesso, poi, non riusciamo a fare bene comprendere che cosa intendiamo, con qualcuno dei nostri termini (vedi quello che segue su "polifunzionalità").
Le date, forse non sono esattamente quelle che tu adombri: mi sembra che la Civiltà Megalitica Europea sia un po' precedente a quella Sarda (almeno, ufficialmente, finora: domani, chissà?).
Inoltre io non vedo in modo così schematicamente ed obbligatoriamente riduttivo - come fai tu - la polifunzionalità del nuraghe. Anzi, a me sembra che la polifunzionalità non sia mortificazione, bensì sia liberatoria ed accrescitiva. E mi sembra anche antropologicamente ammissibile e ben riconoscibile per sincretismo, dato che tutt'oggi i sardi rinnovano proprio la polifunzione - come la intendo io - nelle chiese campestri e nelle feste tipiche presso i propri santuari più rinomati... Ammetto senz'altro che potrei sbagliare: ma mi sembra che i Sardi ripetano ancora oggi intorno alle chiese e durante le feste, molte delle azioni sociali e comunitarie che anticamente si svolgevano intorno ai nuraghi: frequentarsi, rivedersi dopo tanto tempo, mangiare e bere insieme, cantare e ballare; seppellire disamistades e rinnovare le amicizie; forse oggi non ci scambiano più le promesse di matrimonio (anche perché ci sono molte altre occasioni d'incontro); ma c'è sempre una funzione religiosa, c'è sempre un motivo di riunione, comunione, asserzione d'appartenenza ad una medesima comunità, riaffermazione della volontà ineluttabile di stare insieme e di essere comunque legati ad un medesimo destino. Si tratta di valori che la società Sarda possedeva sicuramente allora, forti come e probabilmente (mia interpretazione) più di adesso. C'è anche qualche motivo d'interesse commerciale e politico (lo dico in senso lato); ci sono spesso anche oggi le bancarelle dei dolciumi, del piccolo artigianato locale (oggi - purtroppo - anche di quello globalizzato), dei souvenirs e degli oggetti d'uso comune, oltre che di quelli di significato religioso e puramente turistico.
Molto è cambiato, certo: il significato liberatorio e potentemente riaggregante di alcuni rituali antichi (pensa un poco, solo ad esempio, al rituale dell'Argia, per quanto quello che ci arrivato di esso non sia antichissimo), non è stato raccolto, anzi è stato misconosciuto dalla Chiesa, per cui alla fine il rito stesso è stato trascurato e cancellato per via della disapprovazione ecclesiastica cristiana (che vi riconosceva il peccato orgiastico pagano). Oggi è sostituito da una più efficace , seppur meno spettacolare corsa al Pronto Soccorso più vicino: cortisone ed antistaminico, antidolorifico e ghiaccio. Una magia moderna, molto più breve e molto più efficace: ma anche il rituale dell'Argia funzionava!. Anche altrove esiste qualche rimasuglio del rito dell'Argia: è stato trasformato nella Tarantella, nella Taranta, con funzione di pura exploitation turistica, con relativa vendita di costosi tamburelli artigianali fatti a mano e biglietti per lo spettacolo tradizionale, forte, intenso ed interssante. Ma - originariamente - la riappropriazione dell'individuo singolo, operata volenterosamente e laboriosamente dalla comunità stessa attraverso la sua guarigione ottenuta con la partecipazione di tutta la comunità intera (musici, ballerini, cantanti, sacerdoti e singoli individui, maschi e femmine, ognuno consapevole di potere avere un giorno bisogno dello stesso aiuto, da parte di tutti) è proprio - seppure in parte - il mio concetto di polifunzione. In una Scienza Antica che era superstizione mista a qualche nozione di medicina naturale, astronomia, astrologia, affetto, paura, geometria, altruismo, matematica, dedizione, sesso, promiscuità ed amicizia. I tre giorni del rituale dell'Argia ed i nove giorni della Novena sono alcuni dei resti di quel modo d'intendere la Comunità. All'ombra della polifunzionalità. Io non credo sia una visione riduttiva, niente affatto: io credo che sia potente e grandiosa.
Sono molto volentieri d'accordo con Dedalo, sul fatto che la teoria militare svilisca e semplifichi troppo tutto il grande e complesso fenomeno culturale che abbiamo di fronte: anche se non è vero che la tholos sia sempre e soltanto interpretata come religiosa (ma questa è una difficoltà di poco conto, comunque). Accolgo il pensiero di Tholoi e di robur di cui molto condivido: ma non vedo grandi difficoltà nella presenza stessa dei nuraghi a corridoio. Così come non vedo problemi (ma neanche troppe analogie proponibili) tra la ripetizione di un modulo piramide e di un modulo nuraghe... Si tratta di fenomeni un pochino troppo distanti, perché io riesca a giustificare caratteri e motivazioni dell'uno utilizzando quelli dell'altro... Ma non è da escludersi che vi sia del vero.
Insomma, come spesso capita siamo d'accordo su alcune cose ed in disaccordo per altre, contemporaneamente. Come purtoppo spesso capita, parlando della Società Nuragica, bisogna notare, dato il troppo poco che vi è di certo.
Ma è bello parlarne, comunque: meglio sarebbe - invece che qui - farlo alla Festa di Santu Lussurgiu, o Santu Frantziscu de Luvula o al Redentore o a Su Remediu. Oh, sia ben chiaro: resteremmo in disaccordo, alla fine, ma ci divertiremmo molto, molto di più! MF
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robur.q
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Inserito il - 27/01/2010 : 17:47:09
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Bravo Maurì, è lo spirito giusto!!!! Discutere e ascoltare le opinioni degli altri significa arrichirsi: ognuno di noi ha una sensibilità e un bagaglio culturale da mettere a dispozione; li si confronta con quelli degli altri, si valuta ciò che ha solide basi e ciò che non le ha; io sto imparando moltissimo, sono contento di frequentare questo forum, mi sta sollecitando a riprendere alcuni argomenti e interessi, a rispolverare vecchi studi, in qualche modo mi da la soddisfazione di utilizzare capacità che avevo messo in soffitta da tempo; forse questa è solo una discussione tra amici, ma chissà che non vi nascano idee nuove per affrontare argomenti che hanno ancora tante questione irrisolte. Anche certe asprezze di ciascuno di noi, se non eccessive, possono essere funzionali alla discussione. Spero che tutti noi si condivida questo spirito
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 27/01/2010 : 17:55:23
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| maurizio feo ha scritto: la "stagnazione", è una tesi sostenibile ed ammissibile, trattandosi di una Società isolana ed isolata. L'isolamento comporta indiscutibilmente vantaggi e svantaggi. Non è giusto ignorare né gli uni, né gli altri, come non è corretto considerare solo ciò che va a favore della propria tesi più cara. Se si "vuole bene" all'argomento, si desidera vederlo crescere, anche quando cresce contro le nostre aspettative iniziali. Insomma, come spesso capita siamo d'accordo su alcune cose ed in disaccordo per altre, contemporaneamente. Come purtoppo spesso capita, parlando della Società Nuragica, bisogna notare, dato il troppo poco che vi è di certo.
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Se l'isolamento è così certo...come spieghiamo i lingotti ox-hide trovati in Sardegna, risalenti al XV a.C. con segni in lineare A e B? Eravamo isolati o qualcuno navigava? Se non c'era marineria sarda poteva esserci quella cipriota, e se i lingotti sono arrivati siamo costretti a pensare che qualcuno sia sbarcato per commerciare con noi!
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 27/01/2010 : 18:51:51
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Ma lo fate apposta o vi viene spontaneo trattare mille temi contemporaneamente? Ma quanti erano questi Nuragici? Abbiamo esaurito il tema base o tutti questi giri sono davvero necessari al fine della risposta alla domanda? Se abbiamo già esaurito il discorso sul numero dei Nuragici possiamo parlare delle altre cose in altre discussioni (aprite un thread generico sulla società nuragica se volete) invece di rendere questa sempre meno leggibile. Se invece c'è ancora da dire su quanti fossero i Nuragici allora chiudete le lunghissime parentesi e torniamo a bomba. Saluti a tutti!
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 27/01/2010 : 19:10:19
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Mack: L'isolamento c'è stato nella realtà. Ce ne sono i segni: forti, assolutamente innegabili, scientifici. Negarlo è, insieme, anti storico ed anti scientifico: quindi non devi dire "se". Ma tale isolamento non era - né fu mai - assoluto: anche questa è una verità altrettanto innegabile. La presenza dei bronzi di cui tu parli non è affatto un argomento contrario, né costituisce un impedimento all'isolamento di cui io parlo. Questa presenza è un dettaglio prezioso ed importante, ma pur sempre un dettaglio, in questo particolare caso.
Anzi, dirò di più: è una mia personale teoria (forse sbagliata, non so) che se la Sardegna non fosse stata un'isola, avrebbe avuto una storia tutta differente. Perché il va- e- vieni di contatti (che è avvenuto, nei due sensi e per merito di tutte le parti interessate: non vedo i sardi come recipienti passivi e non sopporto che me lo si faccia dire, perché non corrisponde affatto alla mia posizione: per questo talvolta reagisco male) sarebbe stato di volume assolutamente molto maggiore.
Gli apporti dall'esterno, sappiamo, sono quelli che possiedono l'effetto di fare più rapidamente cambiare una società - qualunque essa sia stata, qualunque essa fosse in origine: infatti, oggi i cambiamenti sono infinitamente più rapidi, perché questi contatti sono infinitamente più frequenti, più numerosi e multimediali.
E' propriamente il motivo per cui oggi, negli Stati Uniti, esistono tanti modi di condire l'insalata, quanti sono i paesi di provenienza dei suoi cittadini. (va bene, questa è una frase "terra-terra", ma rende l'idea).
Possiamo dire che gli Europei trovarono un Paese che era ancora all'età della pietra, non conosceva il cavallo e le armi da fuoco, non usava la ruota (perché non esistevano a nord delle Ande [a sud c'era il Lama, ammesso che si possa addomesticare abbastanza] animali che potessero trainare un carro). Non significa dire che gli Indiani nordamericani fossero stupidi: erano, semplicemente e veramente isolati, molto di più dei Sardi. Dire questo non significa affatto sminuirli: significa descrivere con realismo la situazione locale, prima che si realizzasse il cosiddetto "crogiolo di culture" (Melting pot), che ha fatto del Nord America quello che è poi diventato.
Nella Storia dell'Umanità tale situazione si è venuta a creare diverse volte ed in diverse sedi. Ogni volta assistiamo agli stessi fenomeni: le differenti idee, le differenti usanze e tradizioni, i diversi modi di risolvere problemi, quotidiani ed esistenziali, ma anche materiali e semplici, oltre a quelli a più lunga scadenza e d'impostazione filosofica, ottengono un effetto sinergico, che moltiplica le singole potenzialità primitivamente espresse dai singoli partecipanti, oltre misura, producendo risultati spesso impensabili prima, per ciascuna singola componente.
A Creta è successo. Prima era successo altrove: ogni volta si è espressa una Grande Civiltà, come fu in seguito per Roma.
Un fenomeno genetico, di cui non ho parlato fin qui, che si verifica ogni volta che si produce un "melting pot" è il cosiddetto "lussureggiamento degli ibridi".
Non si può escludere che tale fenomeno genetico si sia verificato effettivamente in Sardegna: anzi, alcuni ne identificano alcune tracce suggestive. Ma non è attribuibile all'epoca alla quale - mi sembra di capire, da quello che tu scrivi - lo fai risalire tu. Non apparterrebbe cioé all'epoca "Nuragica", bensì sarebbe precedente e di minore entità: quindi non sarebbe un vero "Melting pot" come siamo abituati ad immaginarlo noi al giorno d'oggi, considerando un fitto viavai continuo di numerosissimi vascelli "di linea" per mare... Conosciamo bene le rigide limitazioni stagionali imposte alla navigazione antica. Conosciamo fin troppo i rischi mortali che ne falcidiavano esponenti e partecipanti e che hanno permesso anche all'isola sarda di esprimere insigni e motivati esperti in archeologia subacquea. Anche se - è vero - la Navigazione Antica possiede tradizioni di indubbiamente grandi capacità marinare, che gli attuali skipper più abili non annoverano più nel proprio bagaglio, molto confidando nel GPS, senza il quale sanno fare poco, e in navigli nettamente meno artigianali di quelli.
E' anche per questo - credimi - che ho tanto insistito per focalizzare l'attenzione sui numeri assolutamente più bassi (di quelli del nostro immaginario) che appartengono alla Realtà della Storia Passata.
Insomma - e senza proprio volere offendere nessuno - credo che certe idee, prima di essere credute ed abbracciate con entusiasmo, debbano essere vagliate con cura ed attenzione, da tutti i punti di vista. MF
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 27/01/2010 : 19:12:18
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Troppi post, ma soprattutto troppi argomenti fuori tema, come spesso accade. Si tratta di capire (credo di averlo già detto) di che si parla. MF ha posto una domanda, io ho dato la mia opinione. Per quello che mi riguarda (al di là delle suggestioni) sto ancora aspettando che qualcuno mi dia indicazioni (cioè dati, non impressioni o ragionamenti privi di basi) in merito alla insostenibilità dell’economia di sussistenza nel 1800 a.C.. Le obiezioni sono: le strutture in ladiri scomparse (ho risposto); … e basta; aspetto i riferimenti bibliografici (e non frasi generiche estratte dal contesto di un libro, che rappresentano le opinioni di un archeologo, peraltro riferite ad un periodo differente da quello di cui si parla).
Riguardo il resto, aspetto (ad esempio) che Robur mi confuti l’analisi che ho condotto in termini di numeri (che sono altro rispetto alle suggestioni) per dimostrare questa ‘eccezionalità’ edilizia. Se puoi si vuole pensare che edificare una città sia meno che edificare Su Nuraxi, si tratta di un’opinione. Noto comunque che non si confuta il fatto che il Robur nuragico non si sarebbe accorto (o quasi) dell’incremento del numero dei nuraghi nel corso di una vita spesa nell’età aurea della costruzione delle torri, ma si ribadisce che sarebbe accaduto anche nel medio evo, il che è verissimo, e infatti sostiene la mia tesi: nessuno ha mai parlato di ‘furia edilizia’ nel medioevo (eppure sono nati e morti città e paesi) nonostante il numero e la qualità degli edifici e delle infrastrutture sia stata decisamente superiore (a meno che si decida di trascurare le strade, i ponti, le chiese, le cattedrali i magazzini i porti e le abitazioni, i castelli, le fortificazioni, cosette da nulla, appunto… ah e le torri costiere). Riguardo l’osservazione sul campaniforme (di .Machiavelli.) vorrei far notare che esso arriva dall’esterno, e si ritrova in pochi contesti, spesso in giacitura secondaria. Le facies sarde sono differenti e talvolta lo inglobano (come si pensa per Monte Claro) ma restano ben caratterizzate. Di queste, nel Mediterraneo non si trova nulla (naturalmente sono pronta a cambiare opinione quando mi verranno forniti i dati sperimentali). Per trovare le ceramiche sarde nel mediterraneo dobbiamo andare in altri periodi. Riguardo il lingotti a pelle di bue. Non capisco la materia del contendere. Chi ha mai negato i contatti dell’isola con l’esterno? Per chi ha voglia di visitarlo, c’è un bel sito a Torre Foghe dove è stato rinvenuto un accampamento stagionale di commercianti di ossidiana del neolitico. Del resto l’ossidiana sarda si ritrova in molte località del mediterraneo e del sud della Francia (ed oltre). Cosa c’entra col regime di sussistenza? Regime di sussistenza significa mancanza di meccanismi compensativi sul medio termine, con l’effetto di brusche variazioni di popolazione in caso di eventi infausti. Tutto qua. Riguardo l’osservazione di MF, mi permetto di non rispondere. Come ho avuto modo di dire (ma non che sia importante) non amo particolarmente le dispute a sfondo ideologico, le lascio volentieri agli altri: preferisco i dati e i numeri (forse per deformazione professionale). E’ un limite tutto mio. Dovevo una risposta in merito alle piramidi. Ci sono poche cose che si sono evolute come loro e sono cambiate così tanto nel periodo in cui sono state edificate, ed anche piuttosto in fretta: nascono come mastaba sovrapposte, diventano immense ed utilizzate nei modi più svariati. Cessano di essere costruite dagli egiziani e restano talmente impresse nell’immaginario dei popoli vicini che si ritrovano ovunque, dalla Nubia fino a Roma. Gli egiziani smettono di farle e scelgono di farsi seppellire nella valle dei re, continuando a vantarsene mentre trovano canoni espressivi ed architettonici completamente diversi, fino agli ultimi (greco)-egiziani che si evolvono ulteriormente e cambiano di nuovo. Quando si visita l’Egitto (e non si resta ancorati ai tours all-inclusive, tipo l’Egitto in sette giorni) la varietà architettonica della civiltà egizia seppellisce le piramidi (per chi riesce ad apprezzarlo). Robur non ha scelto un esempio calzante. Ne propongo uno io: l’isola di Pasqua.
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desi desi.satta@alice.it |
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desi satta
Utente Medio
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Inserito il - 27/01/2010 : 19:14:11
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| kigula ha scritto:
Ma lo fate apposta o vi viene spontaneo trattare mille temi contemporaneamente?
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Sii comprensiva.
| Ma quanti erano questi Nuragici? Abbiamo esaurito il tema base o tutti questi giri sono davvero necessari al fine della risposta alla domanda? Se abbiamo già esaurito il discorso sul numero dei Nuragici possiamo parlare delle altre cose in altre discussioni (aprite un thread generico sulla società nuragica se volete) invece di rendere questa sempre meno leggibile. Se invece c'è ancora da dire su quanti fossero i Nuragici allora chiudete le lunghissime parentesi e torniamo a bomba. Saluti a tutti!
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 27/01/2010 : 19:26:00
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Dicci la tua opinione, Kigula! Il motivo per cui ho messo il post ormai lo sai... Lo ho detto anche nel mio ultimo intervento. Hai la bozza del mio articolo, che uscirà in forma un poco più completa e complessa. Ma tu, che cosa credi? O meglio: come valuti la popolazione della Sardegna - numericamente - nel Neolitico, nel Nuragico iniziale e tardo? MF
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DedaloNur
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Inserito il - 27/01/2010 : 20:39:00
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ciao Tholoi, ho parlato genericamente di Nuraghi, senza specificare. Francamente i nuraghi a corridoio non li ho ancora capiti, sopratutto bisognerebbe sciogliere il problema cronologico ed altri relativi ai rinvenimenti. per di più secondo me fanno parte di un più generale rproblema sardo-corso, come per es. pure le allé quindi ogni volta glisso. ma non credo ostino ala teroria cultuale. in alcuni di essi tanto per dirne una, sono presenti anche camere a Tholos. li devo studiare ancora.lo ammetto.
X robur, forse c'è un fraintendimento.i nuraghi hanno sempre un certo valore dal punto di vista ingegneristico, qualsiasi sia la funzione. Se intendevi questo sono d'accordo.
Se però ne fai fortilizi chiaramente mostrano tutti i loro limiti di fronte alle grandi opere difensive orientali, pensa solo alle fortificazioni di cui godevano Hattusa, ad alcuni modellini di forte egiziani, o alle cinte di Micene, Tirinto. da questo punto di vista i nuraghi, anche quelli più grandi hanno poco o nessun valore.
cmq credo che se i nuragici avessero voluto costruire fortificazioni, vista la loro capacità, le avrebbero create almeno per tecnica, uguali a quelle micenee.
non voglio però andare troppo O.t. quindi non replicate...a queste frasi...
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Modificato da - DedaloNur in data 27/01/2010 20:47:28 |
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri |
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DedaloNur
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Inserito il - 27/01/2010 : 20:59:02
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X Maurizio feo si erano gli henge, chiedo scusa per la fretta. | Se si "vuole bene" all'argomento, si desidera vederlo crescere, anche quando cresce contro le nostre aspettative iniziali. Dico questo, perché non credo che si possa essere troppo schematici con gli aut-aut. L'arco di possibilità è ancora un poco troppo vasto e permette di scegliere tra ipotesi ancora discretamente differenti tra loro. |
questa frase non l'ho capita. quali sarebbero le mie aspettative deluse? Vorrei precisare che certo non è solo da oggi che tiro in ballo la funzione cultuale dei nuraghi. Non appoggio e abbraccio questa teoria solo per controbattere all'ipotesi della "stagnazione". la abbraccio perchè ne sono convinto.
| Sono molto volentieri d'accordo con Dedalo, sul fatto che la teoria militare svilisca e semplifichi troppo tutto il grande e complesso fenomeno culturale che abbiamo di fronte |
gisto per precisare: la teoria militare, e quella sulla pirateria non svilisce affatto la civiltà nuragico-sarda. solo la struttura nuraghe ne esce svilita.
le tue considerazioni sulla polifunzionalità infine, mi trovano d'accordo. Infatti hai fatto l'esemipo di una chiesa polifunzionale. ma sempre chiesa è. la teoria della polifunzionalità è un cortocircuito mentale nulla di più. Del resto abbiamo nuraghi dal nome muristene, ma le muristene si trovano nei santuari anche se durante il culto poteva avveniva di tutto un po. il problema è saper leggere e interpretare i ritrovamenti.
sulla seriazione d'altronde la risposta di Desy satta continua a non essere convincente. anzitutto non ho proposto solo le pirimadi come es.; inoltre come noto non hai mosso alcuna obiezione al fatto che le abbiano replicato per alcuni secoli. Infine che le abbiano migliorate da quelle a gradoni a quelle di giza lo avevo gia osservato io. manca l'ultima parte: quando le replicano ancora per qualche secolo ma di qualità infima. Ebbene sì Desi satta, chi ti ha mosso l'esempio sulle piramidi non è Robur ma io
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Modificato da - DedaloNur in data 27/01/2010 21:04:51 |
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.machiavelli.
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Inserito il - 27/01/2010 : 21:02:21
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i nuragici erano 687.984, me lo ha detto Serramanna in un mio sogno con tecnica "incubante".
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DedaloNur
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Inserito il - 27/01/2010 : 21:08:08
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X Mack. non ce l'avevo con te. ho letto e almeno sui traffici sono d'accordo. neppure io vedo tutte queste difficoltà alla navigazione, poste da chi vede una sardegna isolata. che non vi sia stato un apporto consistente dal punto di vista genetico, vorrà dire che non ci furono invasioni, o forti immigrazioni.
ma questo significa essere isolati?
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
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Prov.: Sassari ~
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