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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 01/10/2009 : 20:28:49
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Il sardo canta dappertutto… Canta perché si sente bene forse? Non so. So che canta le cose più noiose e tristi… Nel canto le note sono tenutissime, esteticamente cattive, ma filtrano tanto in chi sente come in chi canta melanconia e tristezza. Nel ballo ha le stesse fissità. Ad Oliena li ho potuti osservare con calma, a lungo. Stretti tutti così in cerchio, donne e uomini, formanti un vero muro vivente, legati, si abbandonano a se stessi e godono, godono infinitivamente. Le mosse vanno uguali uguali con un andare come d’onde flottanti. Quando balla come quando canta, si sente felice il sardo. Egli vuol essere condotto: la politica lo insegni. Che poi egli sogni nei suoi cullamenti, non credo assolutamente. Anche il sogno è pensiero ed ho detto che non pensa.
Questo è solo uno stralcio tratto dall’opera edita a Roma nel 1896 “Psicologia in Sardegna” di Paolo Orano, romano di nascita, ma particolarmente interessato alla Sardegna. Della sua biografia si sa che politicamente fece parte del Partito sardo d’Azione, fu redattore dell’”Avanti!” e poi aderì al fascismo. L’opera dell’Orano, che tenta di studiare ed analizzare il popolo sardo attraverso quei tratti d’identità come il ballo e il canto, contiene altre considerazioni sui sardi molto negative e nasce in pieno periodo Positivista (movimento filosofico e culturale ispirato ad alcune idee guida fondamentali riferite in genere alla esaltazione del progresso e del metodo scientifico). Altri pseudo-studiosi quali Lumbroso, Sergi e Niceforo, che seguirono le nuove scuole di pensiero a cura di tanti altri studiosi internazionali della stessa stregua, contribuirono in maniera massiccia a diffondere le prime “teorie” sulla superiorità della “razza bianca”. Questi stessi “sistemi dottrinali sulle razze”, che gli intellettuali e i ceti dominanti italiani avevano accolto e fatte loro, furono quelli che crearono anche in Italia i grandi preconcetti verso il mezzogiorno ivi compresa la Sardegna. Io, nel leggere queto testo, rimasi scioccato...poi mi ripresi eh!
Mi piacerebbe leggere le vostre considerazioni! Andrea
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Modificato da - Andros in Data 01/10/2009 20:29:49
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Andrea L. |
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mekieddu
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 02/10/2009 : 11:18:19
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se non ricordo male, la prima edizione de "la via del male" di grazia deledda conteneva una dedica d'ammirazione verso paolo orano...il quale fù accompagnato proprio dalla deledda in giro per la sardegna a misurare i crani dei nostri antenati..dalla seconda edizione la dedica per fortuna sparì!
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 02/10/2009 : 11:52:32
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| mekieddu ha scritto:
se non ricordo male, la prima edizione de "la via del male" di grazia deledda conteneva una dedica d'ammirazione verso paolo orano...il quale fù accompagnato proprio dalla deledda in giro per la sardegna a misurare i crani dei nostri antenati....dalla seconda edizione la dedica per fortuna sparì! |
Ha fatto bene Andros (e lo ringrazio) ad aprire il discorso su Paolo Orano. Il personaggio è complesso e importante. Spero che se ne parli ancora per chiarirne (o farne conoscere) il ruolo nella Sardegna della prima metà del XX secolo. Ho capito che Mekieddu lo conosce bene. Perciò gli chiedo cortesemente di dire per quale motivo: ..dalla seconda edizione la dedica per fortuna sparì! Aggiungo: molta parte e molti personaggi di quel periodo devono (dovrebbero) essere conosciuti meglio, anche nelle nostre scuole. Giuseppe
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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 02/10/2009 : 14:52:19
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| mekieddu ha scritto:
se non ricordo male, la prima edizione de "la via del male" di grazia deledda conteneva una dedica d'ammirazione verso paolo orano...il quale fù accompagnato proprio dalla deledda in giro per la sardegna a misurare i crani dei nostri antenati..dalla seconda edizione la dedica per fortuna sparì!
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si mekieddu, hai ragione... ricordo anche io questo fatto! Orano è stato un personaggio alquanto ambiguo...lo dimostra la sua biografia! Probabilmente la Deledda, a quell'epoca giovanissima, fu inizialmente affascinata dagli "interessi per la Sardegna" che l'Orano mostrava e poi cambiò idea... Andrea
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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 02/10/2009 : 15:16:41
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| Giuseppe ha scritto:
Ha fatto bene Andros (e lo ringrazio) ad aprire il discorso su Paolo Orano. Il personaggio è complesso e importante. Spero che se ne parli ancora per chiarirne (o farne conoscere) il ruolo nella Sardegna della prima metà del XX secolo. Ho capito che Mekieddu lo conosce bene. Perciò gli chiedo cortesemente di dire per quale motivo: ..dalla seconda edizione la dedica per fortuna sparì! Aggiungo: molta parte e molti personaggi di quel periodo devono (dovrebbero) essere conosciuti meglio, anche nelle nostre scuole. Giuseppe
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Di niente Giuseppe anzi...grazie a voi! In effetti prima di postare questo argomento delicato, ho dovuto rifletterci parecchio...avevo chiesto anche un parere ad una forumista (che ringrazio comunque)...ma la sua analisi non è arrivata per problemi vari... Sono d'accordo pure io che la scuola dovrebbe prendere in forte considerazione temi e autori di questo periodo...ma anche(per maggiore consapevolezza), studiare la storia della Sardegna che per ovvie ragioni é molto diversa da quella "generale" italiana.
Un saluto, Andrea
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Andrea L. |
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mekieddu
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 02/10/2009 : 20:08:50
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| Andros ha scritto: si mekieddu, hai ragione... ricordo anche io questo fatto! Orano è stato un personaggio alquanto ambiguo...lo dimostra la sua biografia! Probabilmente la Deledda, a quell'epoca giovanissima, fu inizialmente affascinata dagli "interessi per la Sardegna" che l'Orano mostrava e poi cambiò idea... Andrea
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da quello che ho letto quà e là in qualche pubblicazione la deledda fù, come dice andros, affascinata dall'interesse del forestiero di turno che tanto studio dedicava ai suoi corregionali, forse (io spero sia così!) fraintendendo le sue reali intenzioni.nel frattempo apparve la famosa dedica, poi prontamente ritirata dalle edizioni successive. probabilmente la deleddda non si aspettava "certi riguardi" per i sardi.. devo ammettere che purtroppo di paolo orano ho letto solo qualche stralcio di articolo e non lo conosco quanto dovrei, mentre di niceforo ho "la delinquenza in sardegna" sulla mia libreria
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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 02/10/2009 : 22:55:32
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Mekieddu, se puoi posta qualche stralcio del libro di niceforo, potrebbe essere interessante al fine di allargare gli orizzonti di conoscenza circa questo periodo e arricchire la discussione
Intanto scrivo un'altra "perla di saggezza" dell'autore in oggetto...
Nel ballo sardo in generale né una impressione morale come la gioia, ne una impressione puramente fisica come l’audizione di una musica vigorosamente ritmica determinano quella agitazione che si traduce con dei gesti, con dei movimenti, con delle attitudini. Eccitazione morale non ve n’ha: collera, dolore, gioia, amore, disperazione, ammirazione, entusiasmo non sembra vi abbiano parte… Il ballo sardo nei paesi dove è ballato come ad Oliena, per esempio, con tutto quello sfarzo di tradizione nel quale nulla è perduto di ciò che lo individualizza e lo differenzia da quello di ogni altro paese, è un’operazione eseguita con tutta la massima cura possibile, immaginabile e necessaria nelle operazioni più solite della vita dell’uomo come il preparare il pranzo, il coltivare e così via. E’ un’operazione seria, accurata, diligente, sostanziale… Fin dal principio dobbiamo affermare che in Sardegna il ballo è una di quelle interessantissime manifestazioni d’impressioni collettive. Tutti, uomini, donne, giovinetti, uomini maturi, fino ai sessant’anni, vi hanno la stessa parte… C’è dappertutto nelle centocinquanta, duecento persone che vi prendono parte un’equilibrio di lavoro meraviglioso: il rumore dei piedi è un rumore solo, il ritmo si conserva sempre, a perfezione, se se ne toglie quando su sonetto lascia di suonare, momento dal quale si parte come un’onda dal ritmo unico e dura per quindici, venti, trenta secondi, il massimo circa, con un largo sibilo che si va perdendo dal punto in cui si spezza il cerchio, cioè dall’uno dei capi di quella catena vivente fino all’altro, silenziosamente. Insomma vi è una grande continenza nel ballo… Quel ballo lì è certo uno degli avanzi più meravigliosi è più pieni di epoche barbariche e selvagge antichissime, quel ballo è uno dei tanti punti di contatto pei quali alcune popolazioni sarde si ravvicinano ai popoli selvaggi d’oggidì, come quelli dell’Africa nera, della nuova Caledonia, della Tasmania, dell’Australia, dei Kambichadoli, delle Pelli-rosse…afermo che nei popoli sardi dove quel meraviglioso ballo esiste ancora, si sente la bassezza tanto nella scala fisiologica quanto nella morale dei popoli stessi, si sente il selvaggio, cioè si sente il popolo non incivilito, ecco tutto.
Un saluto, Andrea
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Andrea L. |
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beriberis
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Inserito il - 04/10/2009 : 13:12:53
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La dedica deleddiana, se non ricordo male, era per Orano e anche un altro campione della famigerata scuola positiva di diritto penale, peggio che lombrosiana. Oano poi, sempre che non mi sbagli, fu anche un estensore del testo delle leggi sulla difesa della razza. E poi finì male, nel dopoguerra. E il peggio è che, sempre che non sbaglio, Orano era ebreo. La Deledda si riscatta bene dal suo abbaglio mettendo in scena (in Cenere, se non sbaglio) l'antropologo Ferri che a Roma fa lezioni di criminologia che la deledda giustamente mette in ridicolo. La Grazietta non era poi così ingenua.
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inorabona |
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Andros
Salottino
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Inserito il - 04/10/2009 : 18:34:04
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Una certezza che ho trovato: Grazia Deledda dedicò uno dei suoi romanzi, "La via del male", «ad Alfredo Niceforo ed a Paolo Orano che amorosamente visitarono la Sardegna». Beriberis, che intendi con questa tua frase: La Deledda si riscatta bene dal suo abbaglio mettendo in scena (in Cenere, se non sbaglio) l'antropologo Ferri che a Roma fa lezioni di criminologia che la deledda giustamente mette in ridicolo. La Grazietta non era poi così ingenua.
Andrea
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beriberis
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Inserito il - 04/10/2009 : 18:58:27
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Intendo dire che la Deledda si ricrede sull'amore per la Sardegna da parte degli Orano e dei Niceforo ( e dei Ferri e Sergi e così via), e appunto in Cenere mette alla berlina il professor Ferri antropologo dell'università di Roma ed esponente di quella scuola. Lo fa anche in un altro racconto di cui adesso non ricordo il titolo: ci sono molti nuoresi in cella (durante la caccia grossa raccontata anche da Giulio Becchi) che si prendono gioco degli studiosi che misurano il cranio e stupidaggini del genere.
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inorabona |
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Andros
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Inserito il - 04/10/2009 : 19:08:56
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Bene... grazie della risposta, beriberis...!
Andrea
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Andrea L. |
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sardina
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Inserito il - 05/10/2009 : 20:39:40
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beh, le misurazioni craniali sono utili all'antropologia fisica per capire tante cose, anche quali malattie sono tipiche di un gruppo etnico, certo che lombroso e compagnia ne facevano una questione di razza, e razza degenere, gente delinquente a partire dai geni.. oggi non si usa più il termine 'razza' e non si fanno più questi discorsi, eppure.. eppure i primi a essere razzisti verso i sardi sono i sardi. occorrerebbe più unione tra noi..
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Andros
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 05/10/2009 : 21:40:29
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Ciao Sardina...si in effetti mi è capitato di assistere a questi tristi discorsi fra sardi che irridevano altri sardi per la loro appartenenza geografica diversa dalla loro! A tal proposito ho già scritto qualcosa...sul post "lacanas" ma non li ripropongo, perchè rischierei di andare fuori tema! Comunque sia, non confonderei "razzismo" con "campanilismo" e "razzismo" con ignoranza"! I buoni e gli ignoranti si trovano ovunque nel mondo! Mi sembri "ferrata" sul Positivismo e la pseudo-scienza... aspetto altri tuoi interventi su questo argomento... Andrea
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Andrea L. |
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 05/10/2009 : 22:27:11
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| sardina ha scritto:
beh, le misurazioni craniali sono utili all'antropologia fisica per capire tante cose, anche quali malattie sono tipiche di un gruppo etnico, certo che lombroso e compagnia ne facevano una questione di razza, e razza degenere, gente delinquente a partire dai geni.. oggi non si usa più il termine 'razza' e non si fanno più questi discorsi, eppure.. eppure i primi a essere razzisti verso i sardi sono i sardi. occorrerebbe più unione tra noi..
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Scrive ANDROS:"Una certezza che ho trovato: Grazia Deledda dedicò uno dei suoi romanzi, "La via del male", «ad Alfredo Niceforo ed a Paolo Orano che amorosamente visitarono la Sardegna». Beriberis, che intendi con questa tua frase: La Deledda si riscatta bene dal suo abbaglio mettendo in scena (in Cenere, se non sbaglio) l'antropologo Ferri che a Roma fa lezioni di criminologia che la deledda giustamente mette in ridicolo. La Grazietta non era poi così ingenua. Andrea "
Ci stiamo avvicinando ad un giudizio (non esageriamo: un parere) più articolato , forse, più vicino al vero. Paolo Orano era personaggio complesso, intelligente, attivo ma propabilmente con la Sardegna non usò un metodo scientifico e, sempre probabilmente, si era avventurato in un campo che non era, come si dice, il suo forte. Il suo fu più un giro turistico che uno studio razionale, dal quale non poteva (non doveva) trarre conclusioni o valutazioni serie, scientifiche, fondamentali. Poteva limitarsi a un mediocre racconto di viaggio. Deledda se accorse troppo tardi e rimediò. Lo conferma (o confermerebbe) non solo la lettura del testo ma la stessa biografia dell'Orano che, pure, ebbe grandi (?) meriti in altri campi, come il giornalismo. La Sardegna è stracarica di servizi giornalistici umorali, interessati, superficiali, improvvisati, saccenti, supponenti, anche malevoli, ecc. ecc. A cominciare da Cicerone con la sua "sarda intemperie", cioè la Sardegna pestilente, per difendere un ladro come Scauro. Per fortuna abbiamo avuto anche studiosi seri, scienziati che ci fanno onore, scrittori di grande e indiscussa fama. Dopo tutto Grazia fece un atto di giustizia, anche se tardiva. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 05/10/2009 22:28:43 |
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Andros
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Inserito il - 05/10/2009 : 22:59:24
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Giuseppe, hai "riacciuffato" i fili e riportato nella giusta direzione il nesso della discussione... Con l'ultima frase poi, hai acceso lo spirito di condivisione e di "rivalsa" che nutrivo per certi autori (l'Orano in primis)...In altri post, si potrebbe magari continuare, con le "fole" raccolte da Sergio Atzeni e uscite dalle penne dei vari Balzac, Fuos, Jourdan, ecc. Illuminante! Ciao, Andrea
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Andrea L. |
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sardina
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Inserito il - 06/10/2009 : 17:47:03
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salve andros.. ti interessi in particolare di questi argomenti per studio/ lavoro o per piacere? mica fumetti, eh! non ho studiato in particolare orano, però è evidente, nel brano che hai inserito nel tuo primo post, che sono osservazioni fatte su pochi canti e pochi balli visti (solo oliena?). e dunque non corrette e probabilmente faziose. sono d'accordo con giuseppe. che si potrebbe dire di una 'dantza' cabesusesa? non c'è cosa più gioiosa e divertente, non si può certo dire sia il regno della fissità! e i trallallera? o i cantus' a cruba con motteggi licenziosi o divertenti per prendere in giro qualcuno? una delle cose non apprezzabili è il fare di varie espressioni di cultura un fascio. è certo che i sardi vanno da andros, sardina, giuseppe a babborcu, ampuriesu, loddorinu, etc. ma la cultura sarda, come i vari dialetti della sua lingua, si scinde in diverse in interpretazioni.. come il pane, sottile e croccante lì, gonfio e alto qui, morbido e spesso là.. no global! non si può dire che il pane è uguale in tutta la sardegna, ogni pane rappresenta una parte di sardegna.
se il positivismo era il regno della scienza, orano non vi tiene fede, mi pare esprima una sua visione, non una condivisa! inoltre il positivismo ha 'accompagnato' e giustificato "l'espatrio" europeo in massa.. armata, nei mondi cosiddetti 'terzi', già iniziata nei secoli precedenti, che come sappiamo era solo una colonizzazione a scopo commerciale e di appropriazione economica.. ecco perchè il sardo "vuole essere condotto", perchè "non pensa". così abbiamo giustificato la sua colonizzazione. a volte pare sia davvero così, ma dove lo mettete allora il sit-in di oggi contro l'eolico nel mare dell'oristanese?.. (scusa andros, il campanilismo non è razzismo? forse 'all'acqua di rose', ma lo è..)
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