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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/08/2009 : 20:11:35
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| .machiavelli. ha scritto:
Attenzione Gina...una cosa è disporre di qualche indizio, ben altra è affermare che sia realmente esistita...per non parlare delle incongruenze sull'equazione Sardegna=Atlantide. Una semplice affermazione esclude la nostra isola: c'erano gli elefanti!
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Attenzione ... gli elefanti non c'erano in nessuno dei luoghi accreditati ad essere la mitica Atlantide. D'altro canto, molto tempo dopo chissà come, ce li aveva anche Pirro, re dell'Epiro, che li ha usati contro i Romani. Li aveva anche Annibale che li usati, anche lui, contro i Romani. Gli elefanti erano in Africa. Dunque: perché non potevano averli anche in Sardegna, che sin dai tempi più antichi, aveva solidi legami commerciali e culturali con l'Africa Settentrionale? Turritano
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 05/08/2009 : 21:05:01
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Alfonso ha raggiunto il suo scopo...: nomini Atlantide e tutti vengono irrimediabilmente coinvolti dal fascino del mistero. Personalmente credo che Platone raccontasse luoghi e miti di una civiltà realmente esistita, condita di tutto ciò che un grande letterato era capace di scrivere per...dar lustro ai suoi capi (tutti hanno un capo...anche Platone), dimostrare la sua grande sapienza, creare una leggenda molto vicina alla realtà dei tempi, dar da fare a noi poveri studiosi che cercano di interpretare ogni sua parola. Atlantide non può essere un'invenzione di sana pianta! Fu scritto ciò che per quei tempi era plausibile: lo è per noi, figurarsi per i 4 gatti che sapevano leggere a quei tempi! Gli elefanti di Platone non erano fossili...vivevano in quelle terre nordafricane che componevano la striscia che congiunge l'Egitto con le terre d'occidente. Se Atlantide esistette doveva necessariamente essere in nord Africa. Non c'è traccia di tsunami, dobbiamo accontentarci del sollevamento dei mari di pochi metri nell'arco degli ultimi 4000 anni. Le popolazioni evolute delle coste si videro costrette ad abbandonare le fertili pianure e si riversarono proprio in Egitto muovendosi per mare e per terra. La civiltà d'occidente si fuse con quella d'oriente creando i presupposti per la rivoluzione urbana che troviamo scritta su tutti i libri di storia. Atlantide è padre delle civiltà mesopotamiche, madre delle popolazioni nomadi nordafricane e asiatiche...mito di tutti i popoli evoluti che si succedettero dal neolitico ai romani. Tutto era scritto ad Alessandria...ma poco è arrivato fino a noi.
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 05/08/2009 : 22:49:17
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Leggende e miti, miti e leggende … dove finisce il mito e dove comincia la realtà? E questo il problema di fondo, il problema di sempre. Atlantide non fa eccezione. Si sa molto poco e quel poco è confuso nella nebbia del tempo, della sua fonte e dei suoi passaggi di bocca in bocca, prima di arrivare a noi. Si sa che ogni passaggio da una persona all’altra (per non parlare di generazioni) modifica sempre la storia, aggiungendo e togliendo sempre qualcosa. Alla fine quella storia è irriconoscibile da quello che è successo in realtà. Allora dove la realtà? Le torri? In Sardegna ce n’era in abbondanza? Un popolo molto avanzato nella civiltà? Il popoli della Sardegna di allora potevano avere una civiltà avanzata per quei tempi, seppure mitizzata dalla lontananza, Le “Colonne d’Ercole”? i popoli dell’antico oriente Mediterraneo non conoscevano i limiti occidentali del loro mare: tutto era avvolto nel mistero e circolavano strane leggende. Qui mi sento di dare ragione a Frau (anche se lui non è un vero archeologo”): nei tempi antichi le “Colonne d’Ercole” non potevano che dividere il mare da loro conosciuto da quello sconosciuto (il Mediterraneo Occidentale)
Gli Elefanti? Come già detto, se c’erano in Nord Africa (e c’erano) potevano benissimo esseri anche in Sardegna, per via dei fitto intreccio di rapporti della Sardegna col Nord Africa.
Cosa rimane? Che Atlantide era una “grande isola” Ciò esclude che fosse “in Africa”.
La sua fine: terremoto?, maremoto o tzunami? oppure semplice tracollo di una civiltà avvenuto per chissà quali motivi? Nessuno lo sa. Mistero!
Turritano
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alfonso
Utente Medio
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Inserito il - 06/08/2009 : 16:16:26
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Mi fa piacere che il semplice annuncio del titolo di una mia conferenza abbia stimolato un dibattito, anche se mi sembra che, come di consueto, Atlantide sia un tema di fede più che di scienza. Atlantide esiste perché Platone ha detto che bisogna crederci e, soprattutto, non si può scientificamente (men che meno archeologicamente) dimostrarne la non esistenza un po’ come per Dio. Eppure l’archeologia è una scienza, non una fede caro .machiavelli, perché usa un metodo e un pensiero scientifico, utilizza dati e fonti raccolti e analizzati criticamente e discussi da una comunità scientifica che risponde a chiare regole; in questo modo è dimostrabile (e dimostrato) scientificamente che i nuraghi appartengono al II e non al IV millennio, così come Atlantide non può essere la Sardegna. Platone racconta anche, e ci incoraggia a credere, che gli uomini erano originariamente delle sfere dotate di doppia testa, doppi arti, doppi sessi, salvo poi essere divisi in due dalla divinità irritata della loro prepotenza, da allora abbiamo le fattezze attuali. Anche questo è vero? Perché lo dice Platone? La critica delle fonti è una delle basi del pensiero scientifico storico e, in base a questa attività, fatta con modalità scientifiche, ripercorribili da chiunque ne abbia la competenza, Vidal Naquet ha portato avanti, da storico, la sua ricerca su Atlantide e non solo questa, cara Gina. Quanto al sollevamento del livello del mare come causa dello spostamento delle popolazioni verso l’Egitto, come base per la storia di Atlantide, credo che anche in questo caso la fantasia tenda a prescindere dal dato scientifico: non abbiamo improvvisi innalzamenti del mare tali da provocare catastrofi ma una progressiva trasgressione marina, tuttora in corso, della quale nessuno si accorge a vista; strutture romane della Sardegna si trovano oggi (duemila anni dopo) a una profondità di poco meno di un metro (vedi la villa di Quartu) ma questo non ha provocato abbandoni improvvisi o catastrofici; tantomeno nell’età del Bronzo. Infine, le Colonne d’Ercole; è vero che, come dice Turritano, dividevano il conosciuto dallo sconosciuto, ma difficilmente il Mediterraneo occidentale o il Tirreno possiamo considerarli sconosciuti ai Greci, giacché nell’età del Bronzo vi sono navigazioni di micenei in questo mare (probabilmente sino in Andalusia) e, ancor di più, tra fine IX-VIII secolo ci sono fondazioni non solo fenicie (Cadice e Lixus) oltre Gibilterra, ma colonie greche nel Tirreno (Pithecusa e Cuma per citare le più note) e dal VI sec. (ben prima di Platone) fondazioni greche nel Mar Ligure (Marsiglia, Emporion, Rodi, Alalia ecc.). Il Mediterraneo occidentale era tutto fuorché sconosciuto ai Greci (e ai Fenici) e ampiamente navigato, sin oltre Gibilterra. Atlantide, se è esistita, è un luogo abitato da uomini e donne in carne e ossa e come tali mangiavano, producevano, vivevano in case, costruivano edifici comunitari, seppellivano in tombe; tutte azioni che lasciano tracce materiali e, conseguentemente, prove archeologiche. Ciò significa che anche Atlantide è materia di quegli scienziati che si occupano di storia, in sostanza il mestiere dell’archeologo. Alfonso
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alfonso alfonsostiglitz@libero.it |
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 06/08/2009 : 17:18:31
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| alfonso ha scritto:
. Atlantide esiste perché Platone ha detto che bisogna crederci e, soprattutto, non si può scientificamente (men che meno archeologicamente) dimostrarne la non esistenza un po’ come per Dio.
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credo che nessuno abbia adottato questa linea di pensiero. A meno che non mi sia perso qualche passaggio, più che altro si è detto (per lo meno l'ho detto io) che l'Archeologia sin'ora nonè riuscita a fornire alcuna prova positiva del fatto che Atlantide fosse una fola platonica.
la prova che atntide non è esistita di PVN è tutta speculativa come lo sono le prove che sia esistita. La speculazione è utile quando inaugura nuovi punti di vista, nuove prospettive di pensiero. non quando spaccia soluzioni definitive che di solido non han nulla.
ho anche affermato che tale prova (quella materiale e positiva,perchè archeologica) debba provenire dall'Egitto. E mi pare logico.
se poi mi si dice che gli archivi egiziani su atlantide non possano esistere perchè Atlantide è del 9000 a.C allora debbo pensare che si volgia credere alla parte del racconto platonico che fa più comodo per fare in modo che non si debba credere al resto.
per quale motivo dovrei credere che un racconto del genere, più volte passato di mano, non debba avere delle discrepanze e contraddizioni come d'altronde avviene anche per fatti della cui storicità a nessuno vien in mente di dubitare?
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Modificato da - DedaloNur in data 06/08/2009 17:24:58 |
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Freddie Mercury - In My Defence http://www.youtube.com/watch?v=4TgX...ture=related
"La parola è un'ala del silenzio"Neruda.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!” Dante Alighieri |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 06/08/2009 : 17:42:03
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| alfonso ha scritto: l’archeologia è una scienza, non una fede caro .machiavelli, perché usa un metodo e un pensiero scientifico, utilizza dati e fonti raccolti e analizzati criticamente e discussi da una comunità scientifica che risponde a chiare regole; in questo modo è dimostrabile (e dimostrato) scientificamente che i nuraghi appartengono al II e non al IV millennio, così come Atlantide non può essere la Sardegna.
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Non è proprio così caro Alfonso ma la mia idea è vicina alla tua: l'archeologia usa metodi e pensieri che vengono migliorati ogni giorno e gli studiosi, conseguentemente, arrivano a conclusioni sempre più precise ma a volte contrastanti con le precedenti (se fosse una scienza esatta questo non si verificherebbe). Essendo una disciplina giovanissima (a dispetto del nome) è in evoluzione rapidissima. Ogni teoria scientifica ha una sua struttura deduttiva, in quanto deduce da un insieme di proposizioni primitive che non sempre hanno fondamento empirico. Ogni teoria dovrebbe partire necessariamente da un certo numero di nozioni base e di premesse fondamentali che la ricerca stessa non può modificare nonostante la differenza di opinioni relative alla spiegazione della loro origine. Le premesse fondamentali dell'archeologia sono a volte le fonti letterarie ed è proprio in questo punto che la mia strada diverge dalla tua affermazione (che rispetto ma non condivido). A mio parere l'archeologia è una disciplina che studia le antichità attraverso il recupero di testimonianze materiali e i testi scritti (le fonti letterarie, i bassorilievi, le forme artistiche...) devono integrare gli scavi solo dopo attente verifiche filologiche, spesso (purtroppo) condizionate dal ricercatore che vuole portare avanti la sua personale verità! La nostra amata materia diverrà scienza quando, avvalendosi di altre discipline quali la geologia, la geografia, l'epigrafia (importantissima quando è in mano a professionisti esperti ma non furbetti), la chimica e tutte quelle materie che consentono di avere date certe e composizioni certe quando si procede all'analisi dei reperti ritrovati. (penso ad esempio ai carotaggi). Con simpatia Pierluigi. Buon convegno domani...io purtroppo sono bloccato da una sciatalgia e non potrò partecipare.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 06/08/2009 : 17:57:45
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Il punto fondamentale della questione non consiste affatto nel dovere dimostrare la non esistenza di Atlantide (o di Never -Never Island, o di Lilliput, o della Terra di Mezzo, come pure di qualsiasi altra più o meno abile e credibile creazione della fantasia). Bensì consiste nel non poterne affatto dimostrare l'esistenza, in quanto creazione letteraria e di fantasia. Io ho scelto un punto a caso, che è il riferimento temporale, in quanto però mi sembra discretamente significativo. L'ambientamento temporale, che Platone sceglie in un tempo così tanto precedente a quello dei suoi contemporanei, infatti, è funzionale tanto al mio dimostrare in modo semplice e rapido la creazione unicamente e fantasiosamente letteraria (quella che J R Tolkien definiva una creazione secondaria), almeno quanto lo è stato a Platone per poter non essere in alcun modo contraddetto da alcun contemporaneo circa quanto andava esponendo (filosoficamente e politicamente, ciò che era il suo scopo primario) sugli effetti ultimi egualmente deleteri di due metodi di governo apparentemente opposti. Ciò che rende Atlantide più dignitosa di una favola da caminetto, non è affatto la sua possibile esistenza, bensì il fine alto ed importante che il suo autore si riproponeva. E conoscendo il cervello umano, ha voluto dare una veste favolistica, mitica ed attraente alla sua esposizione. Pochi lo avrebbero ascoltato o letto, se si fosse trattato soltanto di un arido e barboso testo di critica teorica politica ed etica. Ed infatti, ancora oggi - badate bene - non parliamo di governo democratico o di tirannia di un impero (o dei pericoli che si nascondono dietro ad ambedue) bensì parliamo proprio ed unicamente della favola, che ci affascina e ci conforta mille volte di più. Atlantide, in questo senso è esistita ed esiste ancora, eccome! Esiste, Atlantide, ella nostra fantasia di bambini, nel nostro cuore, nei nostri desideri più romantici. Non ha mai dato ombra sotto il sole nella realtà, né adesso, né mai prima, in tutta la storia e la preistoria dell'uomo: come l'età dell'oro, oppure l'età degli eroi. E' una creazione abile, suadente, quasi poetica in certi casi, ma non appartiene in alcun modo al reale. E non è questo che necessita di prova. L'onere delle prove, semmai, grava sulle schiene e sulle coscienze di chi vi crede (e specialmente di chi oggi lucra su tale credenza): e non esiste alcuna scienza (si scelga pure tra le tante) che potrà mai dimostrarne l'esistenza in alcun modo. Esiste solo, alla fine, la possibilità vaga e fumosa che nelle dicerie, nei passaparola, nei miti, in questa pertinace ed antica favola metropolitana possa mai essere esistito qualche seppure piccolo elemento di verità. No! Non ve n'é mai stato. Provate voi il contrario: io non sento il bisogno di dimostrare che i draghi sputa-fuoco non sono mai esistiti. E francamente, mi sentirei un po' ridicolo, se mai dovessi farlo. MF
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Modificato da - maurizio feo in data 06/08/2009 18:07:58 |
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gallosu
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Inserito il - 07/08/2009 : 15:22:57
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| alfonso ha scritto:
Platone racconta anche, e ci incoraggia a credere, che gli uomini erano originariamente delle sfere dotate di doppia testa, doppi arti, doppi sessi, salvo poi essere divisi in due dalla divinità irritata della loro prepotenza, da allora abbiamo le fattezze attuali. Anche questo è vero? Perché lo dice Platone?
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Allora questo deve essere stato immortalato nel periodo di transizione, mezzo sfera e mezzo uomo.
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Dai scherzo e solo per sdramattizzare.
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gallosu
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Inserito il - 07/08/2009 : 15:44:05
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Maurizio, anche io credo che Atlantide non sia mai esistita (almeno sino a prova contraria) e sono pronto a ricredermi se si fanno nuove scoperte che ne dimostrino l'esistenza. Di tanto in tanto qualcuno ritiene di aver fatto nuove scoperte leggendo le fonti e riadattandole alle diverse situazioni geografiche. Ecco che così viene localizzata di volta in volta in Sardegna, a Santorini, Grande Sirte, Piccola Sirte, Sahara, Canarie, Irlanda, Caraibi, Coste del Guatemala ecc .
Quello che non riesco a concepire, però e qui mi rivolgo ad Alfonso, (che potrà sempre dirmi come è tuo diritto di farmi i fatti miei) è perchè solo qua in Sardegna il dibattito si è fatto così acceso e con toni fortemente polemici da parte di studiosi tanto da dover fare raccolte di firme, conferenze e dibattiti per affermare che Atlantide non è in Sardegna (o in nessun altro posto).
D'altronde Frau, aldilà di alcuni scivoloni quali maremoti e altro, ha avuto comunque il pregio di fare una rilettura critica di alcuni testi antichi mettendo in evidenza diverse incongruenze di interpretazione che varrebbe la pena di approfondire.
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Modificato da - gallosu in data 07/08/2009 15:46:31 |
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MirkoZaru
Utente Senior
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Inserito il - 08/08/2009 : 11:16:00
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| gallosu ha scritto:
Maurizio, anche io credo che Atlantide non sia mai esistita (almeno sino a prova contraria) e sono pronto a ricredermi se si fanno nuove scoperte che ne dimostrino l'esistenza. Di tanto in tanto qualcuno ritiene di aver fatto nuove scoperte leggendo le fonti e riadattandole alle diverse situazioni geografiche. Ecco che così viene localizzata di volta in volta in Sardegna, a Santorini, Grande Sirte, Piccola Sirte, Sahara, Canarie, Irlanda, Caraibi, Coste del Guatemala ecc .
Quello che non riesco a concepire, però e qui mi rivolgo ad Alfonso, (che potrà sempre dirmi come è tuo diritto di farmi i fatti miei) è perchè solo qua in Sardegna il dibattito si è fatto così acceso e con toni fortemente polemici da parte di studiosi tanto da dover fare raccolte di firme, conferenze e dibattiti per affermare che Atlantide non è in Sardegna (o in nessun altro posto).
D'altronde Frau, aldilà di alcuni scivoloni quali maremoti e altro, ha avuto comunque il pregio di fare una rilettura critica di alcuni testi antichi mettendo in evidenza diverse incongruenze di interpretazione che varrebbe la pena di approfondire.
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Purtroppo si è dovuti intervenire! Frau stava cercando fondi per effettuare carotaggi nei nuraghi del Sinis! Come dire che io domani mi alzo e vado a fare carotaggi sui nuraghi...ma siamo pazzi?
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Nulla è più pericoloso di un uomo con un idea, se è l'unica che riesce a concepire. |
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Trambuccone
Salottino
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Inserito il - 08/08/2009 : 15:17:16
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E allora? Chi ci fa un riassuntino della conferenza di Alfonso? T.
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum......et tertia non datum. |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 08/08/2009 : 17:43:58
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Sì...attendo anche io, pazientemente srdaiato sul letto a causa di una sciatalgia che pare si stia attenuando.
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gina
Utente Medio
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Inserito il - 08/08/2009 : 20:21:00
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| alfonso ha scritto: questo è vero? Perché lo dice Platone? La critica delle fonti è una delle basi del pensiero scientifico storico e, in base a questa attività, fatta con modalità scientifiche, ripercorribili da chiunque ne abbia la competenza, Vidal Naquet ha portato avanti, da storico, la sua ricerca su Atlantide e non solo questa, cara Gina. Infine, le Colonne d’Ercole; è vero che, come dice Turritano, dividevano il conosciuto dallo sconosciuto, ma difficilmente il Mediterraneo occidentale o il Tirreno possiamo considerarli sconosciuti ai Greci, giacché nell’età del Bronzo vi sono navigazioni di micenei in questo mare (probabilmente sino in Andalusia) e, ancor di più, tra fine IX-VIII secolo ci sono fondazioni non solo fenicie (Cadice e Lixus) oltre Gibilterra, ma colonie greche nel Tirreno (Pithecusa e Cuma per citare le più note) e dal VI sec. (ben prima di Platone) fondazioni greche nel Mar Ligure (Marsiglia, Emporion, Rodi, Alalia ecc.). Il Mediterraneo occidentale era tutto fuorché sconosciuto ai Greci (e ai Fenici) e ampiamente navigato, sin oltre Gibilterra. Ciò significa che anche Atlantide è materia di quegli scienziati che si occupano di storia, in sostanza il mestiere dell’archeologo. Alfonso
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Circa 2500 anni fa Platone scriveva il Timeo e il Crizia e da subito è iniziata la disputa tra chi credeva e chi non credeva in quel racconto; ma a nessuno, tra quegli antichi che non credeva, è balenato nel cervello di dire che Platone voleva rappresentare lo stato ideale. E tra questi c'era Aristotele, allievo di Platone, cioè uno che conosceva bene il suo maestro; ma anche lui si è limitato a dire che Atlantide era una fantasia di Platone. Ma 2500 anni dopo l'enigma è stato risolto. Persone che, finalmente, "conoscono" e hanno capito il pensiero di Platone, quel pensiero che quegli idioti che lo hanno conosciuto di persona non hanno capito. Addiritura i moderni sono arrivati "a capire" che Platone non ha terminato il Crizia perchè doveva scrivere "Le Leggi". Mentre Platone, come scrive Antonio Usai in un suo scritto sul filosofo, non ha terminato il Crizia semplicemente perchè è morto, e questo lo afferma Plutarco in "Vite parallele": Platone, avendo cominciato tardi a scrivere, terminò prima la vita che l'opera". Ma per i nostri emeriti studiosi Plutarco, sicuramente, non è da prendere in considerazione, perchè a quanto pare, solo loro hanno l'esclusiva della realtà dei fatti. E questo a casa mia si chiama idiozia. Hai ragione, caro Alfonso, quando dici che i greci conoscevano il tirreno, ma non conoscevano tutto il mare occidentale. Lo fa capire anche Aristotele in Meteorologia perchè quando parla dei mari che sembrerebbero di tutto il mediterraneo, cita solo(del mare occidentale) il Tirreno e il mare di Sardegna. E gli altri mari? I greci classici non conoscevano la parte dello stretto di Gibilterra e lo dici tu stesso quando affermi che Cadice e Lixus sono colonie fenicie; le colonie greche (all'infuori di Marsiglia) erano nel tirreno. Le colonne d'Ercole, fino ad Aristotele compreso, erano, come dice Antonio Usai, nelle Kerkenna; e da lì fino a Marsiglia (quasi in linea retta) era il mondo conosciuto dai greci : l'ecumene. Gina
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 08/08/2009 : 21:48:29
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"C'è chi crede che il fulmine nasca perché due nuvole s'incontrano, c'è chi crede che due nuvole s'incontrino perché deve nascere un fulmine". Noi oggi ne sappiamo molto di più: e di quello che è stato scritto con grande profondità e creduto con diffusa fede 2500 anni fa possiamo - qualche volta - sorridere... Maurizio
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Beni: ti naru unu contu... |
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Acab
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Inserito il - 09/08/2009 : 23:52:24
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La penso come te Gallosu e vado anche oltre: Frau, se abbiamo letto criticamente il suo lavoro (Le colonne d'Ercole ...), almeno la prima metà del libro, non dice nulla di che, fa parlare i testimoni antichi; mi stupisce che su questi documenti (Dicearco, Pseudo Aristotele, Avieno, pseudo Scilace, pseudo Scimno, Erodoto ...) , che come dice bene Macchiavelli sono materia di studio spesso fondamentale degli archeologi, alcuni archeologi nostrani continuino a seguire l'interpretazione tradizionale, fuorviante proprio perchè interpretazione, piuttosto che effettuare una normale lettura del testo! Sarà anche vero che i greci e i fenici già dall'VIII sec. a.C. avevano la perfetta conoscenza del terzo bacino del mediterraneo ma non c'è traccia di tutta questa conoscenza nelle opere geografiche che forniscono su esso, fino a tutto il V sec. a.C. scarse e contraddittorie notizie! Circa l'esistenza di Atlantide Maurizio posso solo rilevare che la fantasia platonica presenta numerosi agganci con la realtà: descrive e localizza dei territori non sulla luna o su un mondo sconosciuto, ma proprio in quell'occidente del quale i greci avevano allora, a sentire tanti, una chiara conoscenza; sarebbe stato possibile dare un nome a quei territori: la posizione dell'isola coincide con la Sardegna, e non lo dice Frau, lo dicono fior fiore di studiosi e archeologi che hanno riletto con attenzione quei documenti senza farsi confondere le idee dalle solite interpretazioni! E' proprio questo il punto: anche i due dialoghi di Platone che parlano di Atlantide sono una dimostrazione di quanto poco sull'occidente conoscessero gli intellettuali greci della madrepatria o della Magna Grecia ... e con ciò non sto affermando la concretezza dell'Atlantide platonica, dico solo che almeno sulla posizione geografica è possibile individuare un luogo reale che coincide con quella (certo maurizio, obbietti che non tornano le dimensioni ed hai ragione!) ... Tutto questo può essere solo frutto di coincidenza: Platone che decide di inventarsi un'isola ubicata là dove nessuno sa niente! però ... qualcun'altro, dopo Platone (Diodoro ad es.) ha riparlato di atlantidei con riferimento a luoghi reali, ancora occidentali e non coincidenti con l'isola platonica ... perchè? E Atlante (come ci racconta Servio) che viene in Sardegna a sconfiggere Forco? e le regine e i re di atlantide che (come riferisce Claudio Eliano) "portavano intorno al capo bende fatte della pelle di "arieti marini" (foche monache?) che svernavano nelle vicinanze dello stretto che separa la Corsica dalla Sardegna"? Sono testimonianze non dipendenti l'una dall'altra ma aventi forse un'unica origine! Perchè Platone avrebbe usato quel nome per la sua isola mito se già esisteva una tradizione che legava quel nome a luoghi reali? E' anche per questo che non mi riesce a cuor leggero di dire che l'Atlantide platonica è semplicemente un luogo frutto della fantasia del filosofo, anzi la conclusione è che la Sardegna è proprio Atlantide, forse per caso, ma è messa proprio lì dove la immaginava Platone che avrebbe sicuramente sorriso nel vedere quante delle cose inventate su quella terra erano realmente coincidenti a cose esistite su questa. Lo tzunami è una delle interpretazioni di Frau e, in quanto interpretazione, figlia dell'interprete piuttosto che pensiero dell'autore del racconto! E allora usare l'argomento tzunami per provare in modo definitivo l'impossibilità della proposta equivalenza Atlantide-Sardegna è molto poco scientifico! Dire che in Sardegna, intorno al XIII-XII sec. a.C. non ci siano stati tzunami equivale a dire che la causa della conclusione dell'età nuragica proposta da Frau è errata e null'altro! ciao, Mario
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