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sarrabus72
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 11/11/2007 : 20:31:31
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| mekieddu ha scritto:
il tappeto di sarule è chiamato "sa burra"
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"Sa burra" non é quello che mettono sul letto ? Non ricordo se coperta o copriletto ?
Ciao
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 11/11/2007 : 20:34:22
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Sa burra è una coperta di lana sarda coloratissima e si mette come copriletto a copertura delle altre coperta negli inverni rigidi...
_________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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Ela
Moderatore
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Inserito il - 11/11/2007 : 22:20:53
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a casa mia c'è ancora...anzi ce ne sono due. Mi ricordo che mia madre ne aveva anche una piccolina per coprire il pane che si faceva settimanalmente. Il pane appena sfornato si metteva in "sa corbula" e si copriva con un panno bianco e sopra " sa burrixedda".
Mezus terra senza pane, que terra senza justitia
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meurreddu
Salottino
Utente Mentor
Gonnesino Doc
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Inserito il - 12/11/2007 : 19:47:49
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la tradizione che mi ricordo io a gonnesa era quella di fare i cestini in giunco ... io ho cesti di mia bisnonna che hanno più di cento anni ... anche mia nonna li sapeva fare infatti per un periodo ha anche insegnato a fare questi cesti nelle scuole ad iglesias ... quando sarò a casa posterò le foto dei cesti ...
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 27/02/2012 : 19:57:55
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| Nuragica ha scritto:
Aspettando integrazione da Pamy e Agresti....
Tappetti di Mogoro e Samugheo
Lavorazione del tappeto: Questo tipo di attività, sin dai tempi più remoti, era riservata alle donne e realizzata all’interno delle mura domestiche per poi essere tramandata di generazione in generazione. Sin da piccole, le donne, venivano educate a filare e tessere finalizzando il loro lavoro al confezionamento della biancheria domestica. I manufatti realizzati in prevalenza con il lino di produzione locale e la lana, venivano colorati con cortecce, radici, foglie e piante. L’artigianato tessile samughese, in particolare la lavorazione dei tappeti, che da qui trae le proprie origini, ha innegabili influenze orientali almeno per quanto riguarda i modelli che giunsero in Europa dalla Persia. La specializzazione nella produzione di tappeti si fa risalire a un periodo successivo e al fatto che l’isolamento geografico del paese ha preservato le tradizioni da innovazioni accolte in altri centri della Sardegna. L’uso a cui erano destinati i tappeti in origine era quello di tele da muro, o copricasse, larghi e a strisce lunghe, che venivano posti sul cassone nuziale. A Samugheo e a Mogoro, altro centro importante nella lavorazione dei tappeti, la maggior parte degli abitanti si dedica a questo tipo di attività utilizzando il telaio orizzontale. Il tessuto utilizzato può essere il cotone, la lana, il lino, la ginestra o la canapa con diverse tonalità. Le tecniche di tessitura maggiormente adottate sono il punto a pibbionis (a riccioli o a grano), a lizzos, a punto, a un’indente. Ricca anche la tipologia ornamentale: geometrica, floreale, vegetale, faunistica e simbolico-magica. I prodotti di questa attività tradizionale rimangono ancora oggi fra i più validi e rinomati dell’intero bacino del Mediterraneo.
____________________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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... bellissimi manufatti Bea
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“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry “Osare è la forza più grande …” Selene
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 11/03/2012 : 06:16:16
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Altre testimonianze di questa splendida arte …
Memorie in lingua sarda da Sardegna DigitalLibrary; intervista alla signora Mariantonia Bonu, esperta tessitrice di Ortueri, … nella prima parte importante la descrizione che la signora Bonu fa della “filiera” del lino …
http://www.sardegnadigitallibrary.i...26&id=186913
Memorie in lingua sarda da Sardegna DigitalLibrary; intervista alla signora Speranza Ladu tutt'ora in attività, la signora Ladu porta avanti le sue capacità di abile tessitrice, raccontando tecniche e specificità della tradizione tessile a Sarule ... http://www.sardegnadigitallibrary.i...60&id=186664
Bellissime interviste
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 14/03/2012 : 11:49:00
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Alla scoperta del telaio sardo … interessante articolo di Luciano Ghersi … Una caratteristica curiosa dei telai tradizionali sardi, che lo differenzia da quelli rurali del continente, è che quando monta 4 licci non ci sono carrucole o bilanceri che colleghino assieme i 4 licci. Questi sono sprovvisti di un sistema unitario che alzando un liccio, abbassa gli altri tre. Ad eccezione di Sant’Antioco dove sono presenti dei telai a sistema di licci “continentale” come rilevo Paul Scheuermeier (in: Paul Scheuermeier, "Il lavoro dei contadini, cultura materiale e artigianato rurale in Italia...", ed. Longanesi), nel resto dell’isola i licci formano due coppie indipendenti, ciascuna delle quali risponde a una sua rispettiva coppia di pedali ...
http://www.hypertextile.net/ghersi/...sardegna.htm
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coltellinaio
Nuovo Utente
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Inserito il - 09/04/2012 : 23:03:38
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vediamo di cambiare un po' argomento. nella tradizione sarda non possono non essere menzionati i coltelli. vi mostro una pattadese da me realizzata. la mia mail è: coltellinaio@tiscali.it
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Modificato da - coltellinaio in data 09/04/2012 23:14:22 |
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coltellinaio
Nuovo Utente
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Inserito il - 09/04/2012 : 23:41:17
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I coltelli sardi sono i più riprodotti anche all'estero, molto ricercati dai collezionisti e ormai diventati uno dei simboli della Sardegna nel continente, acquistato soprattutto dai turisti come ricordo. Le pattadesi (o resolza o arresoa come si dice dalle mie parti) in particolare sono coltelli pastorali molto difficili da realizzare per il fatto che posseggono un'anima interna unita alle placchette di corno da ribattini. sotto altri due esempi di pattadesi artigianali da me prodotti per dei turisti che me li avevano richiesti.
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Modificato da - coltellinaio in data 09/04/2012 23:44:17 |
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 14/04/2012 : 12:19:23
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coltellinaio hai ragione nella tradizione sarda non può mancare questo splendido manufatto … Complimenti sono molto belli (il secondo in modo particolare) … magari ti va di raccontarci come realizzi “sa arresoja o rasòia”.
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coltellinaio
Nuovo Utente
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Inserito il - 16/04/2012 : 22:19:24
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| sartinocchja ha scritto:
coltellinaio hai ragione nella tradizione sarda non può mancare questo splendido manufatto … Complimenti sono molto belli (il secondo in modo particolare) … magari ti va di raccontarci come realizzi “sa arresoja o rasòia”.
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Allora, iniziamo dai materiali usati. Nella tradizione dell'arresoja sarda i materiali usati in antichità sono l'acciaio al carbonio (in particolare il C70), il corno di montone o muflone (più raro), collarino e finimenti in ottone (io uso più di frequente l'alpacca perchè si ossida molto meno rispetto all'ottone). La prima cosa che faccio è ricavare due guancette sezionando la parte più spessa del corno (la parte frontale), riscaldandola a fuoco vivo e pressandola nella morsa per raddrizzarla. La lama va forgiata con martello incdine e carboni ardenti e poi rifinita per asportazione mediante lime e finitura con carta vetro con diverse grane. Molto importante la punzonatura e successiva tempra finale in olio a 60 gradi. Le guancette appositamente sagomate vanno unite mediante un archetto centrale e ribattini. Poi viene il bello!!! Il collarino del coltello. Qui serve esperienza, pazienza, ingegno ecc. Questa è la parte più difficile. A volte ci metto 2 ore a volte devo tribolare 5 ore per riuscire a sagomarlo a dovere. Ultimato il collarino si pareggia con la lima corno e metallo del collarino stesso e dopo si passa alle finiture con carta vetro e pasta abrasiva. Si piazza la lama mediante l'apposizione e ribattitura del perno di rotazione e solo da ultimo si procede con "sa pintadura" cioè le caratteristiche decorazioni del collarino del coltello. Tutto chiaro????
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 20/04/2012 : 08:15:03
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| coltellinaio ha scritto:
| sartinocchja ha scritto:
coltellinaio hai ragione nella tradizione sarda non può mancare questo splendido manufatto … Complimenti sono molto belli (il secondo in modo particolare) … magari ti va di raccontarci come realizzi “sa arresoja o rasòia”.
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Allora, iniziamo dai materiali usati. Nella tradizione dell'arresoja sarda i materiali usati in antichità sono l'acciaio al carbonio (in particolare il C70), il corno di montone o muflone (più raro), collarino e finimenti in ottone (io uso più di frequente l'alpacca perchè si ossida molto meno rispetto all'ottone). La prima cosa che faccio è ricavare due guancette sezionando la parte più spessa del corno (la parte frontale), riscaldandola a fuoco vivo e pressandola nella morsa per raddrizzarla. La lama va forgiata con martello incdine e carboni ardenti e poi rifinita per asportazione mediante lime e finitura con carta vetro con diverse grane. Molto importante la punzonatura e successiva tempra finale in olio a 60 gradi. Le guancette appositamente sagomate vanno unite mediante un archetto centrale e ribattini. Poi viene il bello!!! Il collarino del coltello. Qui serve esperienza, pazienza, ingegno ecc. Questa è la parte più difficile. A volte ci metto 2 ore a volte devo tribolare 5 ore per riuscire a sagomarlo a dovere. Ultimato il collarino si pareggia con la lima corno e metallo del collarino stesso e dopo si passa alle finiture con carta vetro e pasta abrasiva. Si piazza la lama mediante l'apposizione e ribattitura del perno di rotazione e solo da ultimo si procede con "sa pintadura" cioè le caratteristiche decorazioni del collarino del coltello. Tutto chiaro????
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Tutto chiaro … ora tu pretendi troppo coltellinaio diciamo a grandi linee. Qualche immagine forse aiuterebbe ???!! ... chiedo troppo??!. M’incuriosisce il collarino del coltello … Bella la tua passione per quest’arte.
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 08/01/2013 : 14:55:58
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51° Fiera del tappeto Mogoro
bellissima poesia di Francesco Masala …
Manzanile de sa Tessidora Antelucana della Tessitrice
Cantano i galli, come cardinali a mattutino, col cappello rosso, mentre il telaio batte contro il cuore.
Dalle dita fioriscono garofani di sangue, asfodeli di neve, grappoli di corallo, le corolle di rosa, le spighe d'oro, la madre del sole, i cavalli della luna, l'arcangelo dei morti, la madre dei dolori con la spina nel cuore.
Il mio destino è quello della mora: bianca di desiderio da fanciulla, rossa per il sudore da sposata, e nera per il lutto da vedova.
Tre trame per i sogni, tre trame per la sorte: la bianca per la vita, la rosa per l'amore, la nera per la morte.
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 16/01/2013 : 09:02:42
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Bella iniziativa ...
AnnodarTe 2013 nuovi disegni per il tappeto samughese
Il Comune di Samugheo, nell'ambito del progetto di valorizzazione dell'artigianato locale, promuove un concorso aperto a creativi senza limiti d'età e di formazione, al fine di proporre un rilancio dell'artigianato tessile Samughese attraverso nuovi prodotti.
Il concorso è volto a facilitare il contatto tra creatività e saper fare: il Comune è intenzionato a favorire la partenership tra artigiani locali e designer, con l'obbiettivo di realizzare una nuova linea di tappeti, in cui la tecnica tradizionale incontri il design innovativo e la ricerca nell'ambito delle forme e dei materiali. Il termine per la presentazione degli elaborati è l'8 febbraio 2013. Tutta la documentazione è disponibile sul sito: http://www.tessutodisamugheo.it/
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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 07/03/2013 : 16:00:45
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... Sito interessantissimo L'Archivio dei Saperi Artigianali del Mediterraneo
L'Archivio dei Saperi Artigianali propone i risultati di una lunga e accurata ricerca sul campo condotta in Sardegna, Marocco e Egitto. Fotografie, video, schede, puntuali approfondimenti sulle tecniche e le materie prime, sui luoghi di realizzazione e sugli artigiani. http://www.mediterraneancraftsarchive.it/it/home
http://www.mediterraneancraftsarchi...centro%3A167
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