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Acab
Utente Normale
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Inserito il - 31/05/2009 : 23:03:54
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Caro Pier Paolo Saba Gigi Sanna è tra i principali difensori dell'autenticità dei cocci di Orani (non so di preciso se la ciotola a cui tu ti riferisci sia lo stesso documento), dove è riportato parte del testo della stele di Nora; la datazione delle tavolette di Glozel di cui sono a conoscenza le attribuisce ad un periodo compreso fra l'800 e il 200 a.C. ....
Per tornare all'argomento Fenici, e in particolare Fenici d'occidente, non posso fare a meno di prendere in considerazione le fonti documentali e confrontare le notizie a noi pervenute sulle colonizzazioni fenicie d'occidente e le ricostruzioni effettuate dall'archeologia e tutt'ora in continua evoluzione. Quello che viene chiamato generalmente Tofet è un santuario particolare. Il nome gli è stato appioppato dagli studiosi ed è stato tratto da due (?) passi della Bibbia, dove però il tofet è un altare dei sacrifici e non il sepolcreto! Geremia 7,29: «Hanno costruito l'altare di Tofet nella valle di Ben-Innom per bruciare nel fuoco i figli e le figlie» .... il riferimento è agli Ebrei e la regione è posta a sud-ovest di Gerusalemme, vicino cioè alla Filistea e non alla fenicia (in altri luoghi si parla di pratiche sacrificali introdotte in Israele attraverso i Moabiti, popolo cananeo). Si parla della stessa località in un altro passo, nel secondo libro dei Re, 23,10 «Giosia dichiarò immondo il Tofet, che si trovava nella valle di Ben-Innom, perchè nessuno vi facesse passare ancora il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloch». L'uso degli altari sacrificali era diffuso in tutto il medio oriente e con le pratiche ad essi associate hanno dovuto combattere ininterrottamente i profeti ebraici. Questi altari erano normalmente posti nelle alture e dovevano essere edificati con pietre grezze (vedi ad es. Maccabei 4,47), non lavorate e non profanate da mano d'uomo. Detto questo e sottolineato il fatto che il Tofet delle colonie fenicie d'occidente dovremmo chiamarlo in altro modo per evitare associazioni tutt'altro che scontate, ci sono altri problemi oltre a quello dell'inesistenza dello stesso santuario in terra fenicia. Se il santuario delle urne si trovava nei pressi dell'altare sacrificale, dobbiamo notare la discordanza del loro posizionamento rispetto a quanto accadeva in oriente e cioè non in altura ma normalmente in luoghi bassi! Non regge neanche la giustificazione (suggerita ad es. da D.Harden) secondo la quale i fenici d'occidente disponevano di territori limitati e quindi non potevano andarsi a scegliere le alture! Per quanto riguarda il Tofet di Tharros poi, c'è da risolvere un altro problema: parte del santuario sorge all'interno del villaggio nuragico abbandonato, i cui resti erano probabilmente visibili all'atto della deposizione delle urne ... il luogo non era "incontaminato"! I fenici portatori di civilta in occidente? Fra le altre cose li si considera maestri nel campo minerario: avrebbero portato in occidente abili prospettori da Cipro e dalla Siria settentrionale e avrebbero insegnato ai locali nuove tecniche di fusione! Per non parlar d'altro, ad esempio del fatto che le tecniche metallurgiche in occidente sono note almeno dal V millennio a.C. (rame), e che era Tartesso a fornire alle terre del Levante argento, bronzo, piombo, ferro ecc. e non sono stati i fenici ad insegnare agli etruschi le tecniche metallurgiche, soffermiamoci un attimo sulla posizione delle principali e più celebri colonie Fenicie in occidente, e cioè Cartagine, Utica, Lixus, Gadir (quale Gadir?), Mozia e Mainake .... quale di queste è città mineraria o almeno posizionata in modo tale da intercettare i traffici dei metalli? Non lo è neppure Cadice, come dimostrato dagli studi archeologici più recenti in terra Iberica, tanto che si cercano (e si trovano, a sentire i ricercatori) possibili stazioni fenicie più a nord ..... Il termine fenici, lo ricordo, era usato dai greci per indicare delle genti che non usavano chiamarsi così ... il discorso vale anche per i punici; un sospetto viene, soprattutto a leggere certe testimonianze degli antichi, circa il fatto che i greci attribuissero ai fenici una unità etnica e circa la grande diffusione di quelle genti in occidente; porto alcuni esempi: Tucidide (la guerra del Peloponnesso, VI), a proposito della popolazione della Sicilia dice:<<Anche i Fenici abitarono qua e là per tutta la Sicilia, dopo avere occupato i promontori sul mare e le isolette vicine alle coste, perché fossero più facili rapporti commerciali con i Siculi. Quando poi vennero d'oltremare in gran numero i Greci, essi sgombrarono la maggior parte del paese e si concentrarono a Mozia nei pressi di Marsala, a Solunto e Palermo, dove abitarono vicino agli Elimi, rassicurati dall'alleanza degli Elimi stessi e dal fatto che quel punto della Sicilia distava pochissimo da Cartagine! E' un passo molto problematico che confonde gli studiosi, proprio perchè non ci sono tracce di fenici negli scavi archeologici della parte orientale dell'isola .... e poi questa convivenza con gli elimi: quanto si deve agli uni o agli altri ciò che si ritiene fenicio? Strabone nella descrizione della Sicilia della sua Geografia (Libro VI,2) si dilunga nella descrizione delle città elleniche mentre non conosce città fenicie! Quando lo stesso Strabone parla della Sardegna (Libro V,7), nel passo molto discusso in cui ricorda l'arrivo di Iolao nell'isola e il fatto che i barbari indigeni fosserro tirreni, non conosce una presenza fenicia precedente a quella Cartaginese! Ancora Strabone, quando parla delle Baleari nel libro III,5,1 sa della loro occupazione da parte dei fenici (l'archeologia non conferma!) e del fatto che questi ultimi avessero introdotto l'uso di indossare chitoni con falde larghe! Si riferisce chiaramente alle attuali Maiorca e Minorca (oltre che a Ebuso)! Quando parla della Turdetania, regione Iberica, dice che la maggior parte delle città della regione e di quelle limitrofe erano ai suoi tempi abitate dai fenici! Di quali fenici parla Strabone? In Turdetania a quei tempi non si parlava certo fenicio! Non si scriveva in fenicio! Chi erano questi "fenici" di Strabone? Altre stranezze in strabone le troviamo anche nella descrizione di Gadeira. Mi pare non sia corretto da parte nostra interpretare queste testimonianze alla lettera solo quando ci fa comodo. A leggere bene gli antichi sembra che il significato che loro attribuivano al termine "fenicio" non fosse del tutto coincidente col nostro! Ciao
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 01/06/2009 : 16:47:49
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| Pier Paolo Saba ha scritto:
DedaloNur,
...alla pag. 3 di codesto forum, dove hai inserito il seguente riferimento, http://dbs.unica.it/congressoaai/ht...rdegna.html, (Il pc risponde: Impossibile trovare collegamento all’elemento richiesto al sito internet.. http//1.0 404 …..) :già citato da Acab. Essendo particolarmente interessato al tema trattato ed avendo interesse a raccogliere dati precisi… Sai, al seguito del mio libro nel quale tratto l’argomento, avrei piacere di approfondire …. pertanto, se vorrai essere così gentile da volermi aggiornare… Ringraziando anticipatamente, passerei al capitolo inerente il problema(?)
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caro pierpaolo, non ricordo a quale sito si riferiva il link....
| e Tofet è un santuario particolare. Il nome gli è stato appioppato dagli studiosi ed è stato tratto da due (?) passi della Bibbia, dove però il tofet è un altare dei sacrifici e non il sepolcreto |
visto che da un po di tempo manca Alfonso, provo a fare l'avvocato del diavolo (pur essendo d'accordo con te Acab). Alla obiezione di sopra immagino che un feniciologo ti risponderebbe che: l'altare sacrificale è presente entro il sepolcreto.
| Per quanto riguarda il Tofet di Tharros poi, c'è da risolvere un altro problema: parte del santuario sorge all'interno del villaggio nuragico abbandonato, i cui resti erano probabilmente visibili all'atto della deposizione delle urne |
credo che qui ti risponderebbero che, non era affatto visibile essendo stato abbandonato dal 1200 a.C, mentre il tofet è del 900 a.C:
| I fenici portatori di civilta in occidente? Fra le altre cose li si considera maestri nel campo minerario: avrebbero portato in occidente abili prospettori da Cipro e dalla Siria settentrionale e avrebbero insegnato ai locali nuove tecniche di fusione!
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per la spagna pare importarono una tecnica di affinazione e estrazione dell'argento tartessico. Per la Sardegna non si capisce in effetti quale fu l'innovazione tecnologica apportata. | Quando lo stesso Strabone parla della Sardegna (Libro V,7), nel passo molto discusso in cui ricorda l'arrivo di Iolao nell'isola e il fatto che i barbari indigeni fosserro tirreni, non conosce una presenza fenicia precedente a quella Cartaginese! |
il passo di strabone merita senz'altro riiflessioni
anzitutto definendo gli abitanti della sardegna Tirreni, credo che non intendda accomunarli agli etruschi. Quindi li 2 termini etruschi-tirreni non devono essere confusi come troppo spesso si fa. Credo che al termine "tirreno" occorra dare lo stesso valore che si da al termine pelasgo in grecia. Cioè sta a significar gli abitatori originari quelli di cui si è persa da epoca remota memoria del loro arrivo in un dato luogo.
nPurtroppo alcune fonti classiche confonodono le acque e asseriscono che i terrini giunsero in italia dalla lidia. In realtà sarebbe credo più corretto affermare che gli etruschi o rasenna provenendo da oriente divennero Tirreni una volta stabilitisi in campania e toscana e lazio
Infine, ti do pienamente ragione: come mai nessuna fonte classica parla di città fenice in Sardegna? è una domanda da porsi. non è che per caso, quanto sin'ora abbiamo attribuito a presunte città fenice si riferiscano al risultato di commerci tra SARDEGNA E ORIENTE, o addirittura a città sarde?
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 04/06/2009 : 11:06:49
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| gina ha scritto:
Caro P.P.Saba su quale Timeo O Crizia hai letto dei Fenici per poter affermare che erano di stirpe atlantidea? Inoltre dove hai letto che gli egizi erano parenti degli Atlantidei? Nel Timeo c'è scritto che erano gli ateniesi imparentati con gli abitanti di Sais, perchè Atena aveva fondato le due città; per la precisione Atene sarebbe stata fondata 1000 anni prima di Sais. Terzo: Atlantide dominava sulla Libia fino all'Egitto e sull'Europa fino alla Tirrenia, ma non facevano fisicamente parte di Atlantide, e meno che mai l'Asia di allora. Il Timeo dice che Atlantide era più grande (o più potente) della Libia e dell'Asia insieme. Il Timeo parla di "pelagous Atlantikon"e non di Okeanos Atlantikon"; quindi "mare Atlantico " e non "oceano Atlantico". Gina
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Gentilissima Gina, …. anche se in ritardo rispondo alle sue domande sopra quotate, …..dunque: Si è soffermata attentamente sulle parole di Sokis (il sacerdote di Sais) che illustrando a Solone i documenti piuttosto numerosi, conservati nel tempio di cui era custode, allorché ricorda al suo ospite il fatto che Atene era una neonata, rispetto alla plurimillenaria esistenza di Atene? Ebbene.. non le pare una conferma abbastanza sostanziosa? Troppo spesso si fa l’errore di prendere in considerazione solo ed esclusivamente Platone…. Infatti, in Dialoghi, quando parla Timeo noterà che l’affermazione che Atene sarebbe nata 1000 anni prima di Sais… è semplicemente anacronistica e spudoratamente falsa. Non si dimentichi la politica sostenuta in quel periodo dagli antagonisti al pensiero Platonico…. per costoro. sapiamo bene, che porre Atene in particolare evidenza “In Primis” rispetto al mondo di allora, era di vitale importanza….. pertanto…..
Per ultimo insisto sull’estensione del dominio atlantideo di cui parla Solone e, soprattutto, sui confini politici delle terre nordafricane, Libia, Marocco compreso; Egitto e Asia, Anatolia compresa…. terre che, date le dimensioni reali di queste, ovviamente, non potevano esser poste al centro del Mediterraneo denominandole ATLANTIDE, dal momento che, peraltro, la Tirrenide o Poseidonia così chiamata era già esistente e geograficamente definita.
** Per ACAB, che scrive: Caro Pier Paolo Saba Gigi Sanna è tra i principali difensori dell'autenticità dei cocci di Orani (non so di preciso se la ciotola a cui tu ti riferisci sia lo stesso documento), dove è riportato parte del testo della stele di Nora; la datazione delle tavolette di Glozel di cui sono a conoscenza le attribuisce ad un periodo compreso fra l'800 e il 200 a.C. ...
Caro ACAB. Sarei davvero felice ed onorato di poter avere un colloquio diretto col prof. Gigi Sanna alfine di chiarire le datazioni già attestate oltre i trentamila anni fa dei reperti di Glozel comparati col la famosissima ciottolina di Orani. Datazioni che, invece, dal tuo scritto, Lui, il prof., pone in un periodo compreso tra l’800 e il 200. a.C. Vuol forse dire che i Nuragici abbiano acquisito quella forma scritturale solo dopo tanti millenni. Considerando che i segni grafiti sono assolutamente identici e che la cultura Sarda è preesistente a tantissime altre, Glozel compresa, è ovvio che siano stati i (miei) SHRD (dal calco della placchetta argentea pubblicata sul mio libro) di origine Atlantidea, ad averla esportata in tutto il mondo di allora. Il Sanna, per quanto preparatissimo, insiste in una versione a senso unico. Infatti, nelle sue versioni di massima, assurdamente, pone Yhaweh come Dio unico adorato anche dai Sardi ancor prima che costui ”nascesse” ufficialmente sotto Mose Ptah =Mosè.
Ci sentiamo presto ancora….
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Modificato da - kigula in data 04/06/2009 20:00:27 |
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gina
Utente Medio
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Inserito il - 04/06/2009 : 13:08:44
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[quote]Pier Paolo Saba ha scritto:
[quote]gina ha scritto:
[quote]Pier Paolo Saba ha scritto:
DedaloNur,
Fenici e genoma… Sono mai esistiti?... Per quanto se ne dica, queste genti, essendo di origine Atlantidea, tesi, questa, che espongo nel mio testo, al seguito del racconto di Solone quando recatosi a Sais, capitale amministrativa dell’Egitto, dal sacerdote Sokys e dagli altri anfitrioni che accompagnavano costui, viene a conoscenza che, Loro, gli Egizi, erano appunto i lontani pronipoti della stirpe di Atlantide, quindi…..
Riprendendo il discorso dall’origine, per il semplice fatto che quel catino d’acqua che, in proporzione è il Mediterraneo, com’è possibile dal momento che la stessa terra che l’occupava allora, la detta Tirrenide o Poseidonia come la chiamavano i Greci, potesse contenere al suo interno (il Mar Mediterraneo), anche, o diversamente la tanto favoleggiata e mitica Atlantide? Com’è che non si è considerata l’immensità delle terre quali la Libia, e non si dimentichi che i confini di tali terre non erano certo quelli politici attuali, questa comprendeva anche l’attuale Marocco, inoltre Atlantide, era talmente grande che comprendeva anche l’Egitto e l’Asia di allora. Domanda: Il Mediterraneo, quel bacile d’acqua, in proporzione al Gran Mare Oceanico, poteva forse contenere una vastità di terra così grande?. Com’è possibile che non si sia mai considerato codesto dettaglio tanto determinante?
Pier Paolo Saba.
…. anche se in ritardo rispondo alle sue domande sopra quotate, …..dunque: Si è soffermata attentamente sulle parole di Sokis (il sacerdote di Sais) che illustrando a Solone i documenti piuttosto numerosi, conservati nel tempio di cui era custode, allorché ricorda al suo ospite il fatto che Atene era una neonata, rispetto alla plurimillenaria esistenza di Atene? Ebbene.. non le pare una conferma abbastanza sostanziosa? Troppo spesso si fa l’errore di prendere in considerazione solo ed esclusivamente Platone…. Infatti, in Dialoghi, quando parla Timeo noterà che l’affermazione che Atene sarebbe nata 1000 anni prima di Sais… è semplicemente anacronistica e spudoratamente falsa. Non si dimentichi la politica sostenuta in quel periodo dagli antagonisti al pensiero Platonico…. per costoro. sapiamo bene, che porre Atene in particolare evidenza “In Primis” rispetto al mondo di allora, era di vitale importanza….. pertanto…..
Per ultimo insisto sull’estensione del dominio atlantideo di cui parla Solone e, soprattutto, sui confini politici delle terre nordafricane, Libia, Marocco compreso; Egitto e Asia, Anatolia compresa…. terre che, date le dimensioni reali di queste, ovviamente, non potevano esser poste al centro del Mediterraneo denominandole ATLANTIDE, dal momento che, peraltro, la Tirrenide o Poseidonia così chiamata era già esistente e geograficamente definita.
Caro P.P.Saba Non ha risposto alle mie domande; le ho chiesto in quale documento antico è scritto che i fenici erano di origine Atlantidea. Secondo: secondo il sacerdote egizio erano gli abitanti di Sais imparentati con gli ateniesi e non con gli Atlantidei. Inoltre sono sue ipotesi che Platone si sia inventato che Atene era più antica di 1000 anni rispetto a Sais, solo per far primeggiare gli ateniesi (infatti poteva scrivere benissimo anche 100 o 10 anni e non sarebbe cambiato niente). Terzo: Atlantide era più potente della Libia e dell'Asia insieme e non più grande fisicamente; infatti il termine "mecon", che è comparativo di "megas", si può tradurre anche "potente o importante", ed è anche più ovvio. Gina
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 04/06/2009 : 20:03:07
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Signori non allontaniamoci troppo dal discorso, se attacchiamo con Atlantide non si sa dove si va a parare...
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Acab
Utente Normale
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Inserito il - 04/06/2009 : 23:21:54
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Dedalonur ha scritto: come mai nessuna fonte classica parla di città fenice in Sardegna? è una domanda da porsi. non è che per caso, quanto sin'ora abbiamo attribuito a presunte città fenice si riferiscano al risultato di commerci tra SARDEGNA E ORIENTE, o addirittura a città sarde?
Quest'ultima frase, sia che si tratti di affermazione, sia che si tratti di domanda è in ogni modo "impegnativa" da parte tua e condivido appieno affermazione e\o domada. Personalmente non escludo in toto l'esistenza di colonie fenicie in sardegna e ritengo possibile che quella che normalmente chiamiamo sulci-sulki-sulkì ecc. possa rientrare fra di esse ... forse unico caso, chissà ... trovo leggero da parte di tutti l'uso del termine città per indicare un'insieme di costruzioni delle quali non conosciamo la consistenza e l'importanza! parlo delle cosiddette colonie fenicie prepuniche .... si immagina fossero "città" perchè essendo fenicie non potevano che essere tali! Eppure nei pochi casi noti si scoprono strutture urbane che non sono molto distanti dai piccoli villaggi nuragici ancora in uso in quei tempi .... per non parlare dei grandi, dei quali ancora oggi si sa ben poco! Proviamo a raffrontare il villaggio nuragico di Serucci a Gonnesa con ... con cosa? Pani Loriga? avete da proporre un'altro caso di villaggio "fenicio" originario, abbandonato prima dell'età punica? Monte Sirai forse? E' chiaramente fenicio il villaggio che sorge attorno al nuraghe!
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 05/06/2009 : 10:18:43
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| trovo leggero da parte di tutti l'uso del termine città per indicare un'insieme di costruzioni delle quali non conosciamo la consistenza e l'importanza! |
mi pare giusto. Non esistono tracce di città fenice (cioè prepuniche) in Sardegna. Sappiamo che i feniciologhi parlano di tophet quale prova dell'esistenza di città fenice addirittura nell VIII sec. a.c. Si dice: Tophet=città. peccato che anche qui, non si abbia un riscontro in Libano, o in Spagna. ma solo a Cartagine.
del resto, che fine fecero i resti di Ogryle?
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Acab
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Inserito il - 05/06/2009 : 21:38:44
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Mi interessa molto proprio lo studio dei centri abitati della sardegna antica post-villaggi nuragici e in particolare i centri costieri dei quali abbiamo testimonianze più recenti nelle geografie e negli itinerari di epoca romana molti dei quali hanno origini antiche, nell'età cosiddetta fenicia. Uno di essi è il villaggio di tegula, nei pressi del promontorio di capo teulada, dove probabilmente le esercitazioni militari hanno totalmente sconvolto i resti archeologici per altro mai interessati da saggi di scavo .... un'altra Nora visitata dal Lamarmora e dall'Angius, ancora ben visibile pochi decenni fa ... oppure i pochi resti rinvenuti in località san Giorgio a Portoscuso, in realtà si trovano all'interno dell'area industriale di Portovesme .... un'archeologo di fama mi disse tempo fa che si trattava dei resti di sepolture fenicie, arcaiche almeno quanto i rinvenimenti più antichi rinvenuti a Sant'Antioco, ma pertinenti ad uno scalo minore, abbandonato nell'arco di poco tempo .... quale sicurezza! In effetti è già un miracolo che si siano salvati quei pochi resti e il villaggio nuragico posto, praticamente a mare, a poca distanza! Un amico di portoscuso mi ha mostrato gli scempi prodotti nell'area e i tanti resti ancora visibili, purtroppo ignorati dalle autorità scientifiche a cui son stati segnalati; e Tibula? Una delle principali città in epoca romana? Se riuscissimo ad individuarla probabilmente scopriremmo una città "fenicia" al nord e magari dovremmo ridisegnare carte, ridefinire teorie e scoprire che ad es. gli studi genetici portati avanti fin'ora sono stati mal impostati!
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gina
Utente Medio
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Inserito il - 06/06/2009 : 00:51:23
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| Pier Paolo Saba ha scritto:
[quote]gina ha scritto:
[/brown] Caro ACAB. Il Sanna, per quanto preparatissimo, insiste in una versione a senso unico. Infatti, nelle sue versioni di massima, assurdamente, pone Yhaweh come Dio unico adorato anche dai Sardi ancor prima che costui ”nascesse” ufficialmente sotto Mose Ptah =Mosè.
Ci sentiamo presto ancora….
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Caro P.P.Saba Yahvè è nato ufficialmente con Adamo ed Eva:"Nel giorno in cui Yahvè Dio fece la terra e il cielo...". Tratto dal Genesi 2. Gina
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.machiavelli.
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Inserito il - 06/06/2009 : 07:40:04
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| Acab ha scritto: ... oppure i pochi resti rinvenuti in località san Giorgio a Portoscuso, in realtà si trovano all'interno dell'area industriale di Portovesme .... un'archeologo di fama mi disse tempo fa che si trattava dei resti di sepolture fenicie, arcaiche almeno quanto i rinvenimenti più antichi rinvenuti a Sant'Antioco, ma pertinenti ad uno scalo minore, abbandonato nell'arco di poco tempo .... quale sicurezza!
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San Giorgio di Portoscuso presenta le più antiche tracce del passaggio dei Levantini in Sardegna. Precede Sulci di almeno 50 anni.
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 06/06/2009 : 08:20:44
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ciao Mack.... perchè più antica di 50 anni?
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.machiavelli.
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Inserito il - 06/06/2009 : 09:53:35
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San Giorgio di Portoscuso:
uno scavo degli anni Novanta della soprintendenza di Cagliari ha documentato una necropoli di dieci tombe e un insediamento databile al 800 a.C.. È forse il più antico fondaco levantino della Sardegna. Lo scavo è stato determinato dalla costruzione del depuratore e un mezzo meccanico aveva distrutto parte del sito. Il tipo di sepoltura è a cista litica con incinerazione e deposizione secondaria. Il corredo era di materiali ceramici e ci sono armi in ferro. Fuori contesto ci sono delle anse di vasi nuragici e si è ipotizzato facessero parte del corredo ma non è documentata la presenza di insediamenti nuragici nelle vicinanze. Bartoloni ha proposto che si trattasse di un fondaco fenicio pre-coloniale. Io invece credo che i fondaci fenici non esistano (infatti non sono mai stati individuati con certezza) e ritengo si tratti di un insediamento utilizzato dai levantini e dai nuragici (che pacificamente collaboravano) come approdo ligneo per le navi, dotato di qualche infrastruttura per i servizi portuali e di un villaggio di appoggio nel quale minerali e merci varie venivano depositate (le numerose sepolture testimoniano strutture abitative stabili). Nei manufatti funerari abbiamo una brocca arcaica con orlo cilindrico a fungo, corpo sferico e non ovoide, rivestimento a red slip che si associa sempre ad una brocca bi-conica. La coppia di brocche serviva per versare un liquido e un fluido profumato per la preparazione del cadavere. Le sepolture seguono quasi sempre di circa un secolo gli insediamenti perché, logicamente, prima di seppellire i propri cari in un luogo è presumibile che la famiglia si sia stabilita in quel territorio...infatti se le radici sono altrove la sepoltura preferibilmente avviene nel luogo di origine. E' un'ovvia generalizzazione, diciamo che un secolo è sufficiente ad un clan per ritenersi appartenente a quel luogo.
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.machiavelli.
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Inserito il - 06/06/2009 : 09:57:53
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Scusa, mi sono dimenticato l'ipotesi fondamentale: essendo le sepolture risalenti al 800 a.C., l'insediamento di Portoscuso è almeno del 900 a.C. e precede le datazioni date a Sulci (VIII a.C.). Tieni conto che le tracce murarie, trovate sotto una duna, sono veramente poche...un paio di muretti allineati!
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DedaloNur
Salottino
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Inserito il - 06/06/2009 : 11:15:58
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grazie mille mack... sempre preziose le tue info.
quali armi in ferro?
la ceramica quindi è di tipo fenicio? se ricordo bene le red slip sono tipiche di cartagine. Oppure sbaglio?
| Il tipo di sepoltura è a cista litica con incinerazione e deposizione secondaria |
ovvero... li incenerivano, poi deponevano le ceneri nei vasi (red slip...?) ed infine andava tutto nella tomba in pietra... giusto? ....
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 06/06/2009 : 13:03:57
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Le sepolture ad inumazione le conosci già, quindi è superfluo dettagliarle. Le incinerazioni sono di due tipi: primaria e secondaria. La primaria consiste nello scavare una fossa abbastanza grande nel terreno, preparare la pira funeraria, preparare il cadavere e sistemarlo sopra. Dopo la combustione i resti sono automaticamente nella fossa (per caduta). Nella incinerazione secondaria esiste un luogo (ustrinum) dove il cadavere viene bruciato. I resti sono poi deposti in un urna che viene sistemata nella tomba. Ustrinum e tomba sono distanti (da pochi metri fino a qualche chilometro). Le varie sepolture (i riti) sono indizi del periodo perché si alternavano nel tempo e nei luoghi. I punici preferivano l'incinerazione secondaria (ecco spiegate le varie ceramiche tipiche). I sardi preferivano l'inumazione e, in seguito, l'incinerazione primaria. I tophet sono tombe ad incinerazione secondaria. Ovviamente ho generalizzato...non tutte le sepolture dei popoli seguono uno schema preciso al 100% ma gli indizi che si ricavano dalle sepolture sono illuminanti: in Nord Africa si utilizzano tombe a camera particolari che poi ritroviamo a Tuvixeddu, a Tharros e in qualche altro sito levantino (mi viene in mente Olbia). Ma si tratta di tombe diverse da quelle cartaginesi. E' come se gruppi di africani arrivarono in tempi punici per popolare l'isola.
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