Nota Bene: Un immenso patrimonio culturale e tradizionale Sardo è il canto a poesia o gara poetica. La sua origine (non della gara ma dell'improvvisazione) si perde nella notte dei tempi. La gara vera e propria sul palco, pare sia nata a Ozieri nel settembre 1896 in occasione della festa in onore della Madonna del Rimedio. L'ideatore fu Antonio Cubeddu, famoso poeta locale nato a Ozieri nel 1863 e deceduto a Roma nel 1955 all'età di 92 anni. Fino ad allora la poesia era cantata o recitata nelle feste paesane, senza un palco, una giuria, un compenso economico e senza un invito ufficiale dagli organizzatori. In un ambiente prettamente maschile, cercarono fortuna, esibendosi sul palco anche due donne, Caterina Porcu di Ossi e Maria Farina di Osilo.
..saggio come sempre..ok fai quello che ritieni giusto...personalmente credo di essermi difesa senza offesa...ma hai ragione: il tutto stona con questo angolo dedicato alla preghiera...
Non oso darti un nome e non oso chiamarti. Ho paura di svegliare la tua collera per le mie debolezze ed i miei molti errori. Mi ha profondamente segnato, forse, quell'oscuro terrore che di te aveva mia nonna durante i temporali. Ed ho paura di chiederti troppo per nulla, distogliendo il tuo sguardo da più immani dolori . Ma una sicurezza mi conforta: tu certamente riconosci l'amore e sei più buono che giusto.
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Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: "Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?" E lui mi ha risposto: "Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c'è soltanto un'orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio".
(Margaret Fishback Powers)
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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)
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Sono l'eresiarca di tutte le chiese Ti antepongo a tutto ciò per cui vale la pena di morire Ti porto l'incenso dei luoghi santi e la canzone del foro Guarda le mie ginocchia che sanguinano per il tanto pregare davanti a te I miei occhi ciechi per tutto ciò che non è fiamma Sono sordo a ogni pianto che non venga dalla tua bocca Non capisco i milioni di morti se non guardo sei tu che gemi È per i tuoi piedi che provo dolore a ogni sasso dei viottoli Per le tue braccia lacerate da tutti i cespugli di rovo Tutti i fardelli che si portano straziano le tue spalle Tutti i dolori del mondo sono racchiusi in una tua lacrima Non avevo mai sofferto prima di te Si può forse dire che soffra La bestia che ferita lancia un grido Come potete paragonare al male animale Questa vetrata in mille pezzi dove si compie una crocifissione de giorno Tu m'hai insegnato l'alfabeto del dolore Io adesso so leggere i singhiozzi Sono fatti tutti de tuo nome De tuo nome soltanto il tuo nome spezzato il tuo nome di rosa sfogliata Il tuo nome giardino di Passione Il tuo nome che andrò a scrivere ne fuoco dell'inferno alla faccia del mondo Come quelle lettere misteriose sulla croce de Cristo Il tuo nome grido della mia carne e strazio della mia anima Il tuo nome per il quale brucerò tutti i libri il tuo nome onnisciente in fondo allu'umano deserto Il tuo nome che è per me la storia de secoli Il cantico dei cantici Il bicchier d'acqua della catena de forzati E tutti i vocaboli non sono che un campo di cocci di bottiglia alle porte di una cità maledetta Quando il tuo nome canta sulle mie labbra spaccate Il tuo nome soltanto e mi taglino pure la lingua Il tuo nome tutta musica nell'istante della morte
Vergine Madre, figlia del tuo figlio, Umile e alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu sei colei che l'umana natura Nobilitasti sì che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore Per lo cui caldo nell'eterna pace Così è germinato questo fiore. Qui sei a noi meridiana face Di caritade, e giuso in fra i mortali, Sei di speranza fontana vivace. Donna, sei tanto grande e tanto vali, Che qual vuol grazia ed a te non ricorre, Sua disianza vuol volar senz'ali. La tua benignità non può soccorre A chi domanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietade, In te magnificenza, in te s'aduna Quantunque in creatura è di bontade.
Le frasi sottolineate mi richiamano Fra Bonaventura Licheri: "De grathias ses sa vena, e-y sa currente" e " Ses Mama, Fiza 'e Isposa de su Segnore"
Ora, Dio che mi parli, coi tuoi piedi cammino, con le tue membra mi muovo, intorno a me è il tuo corpo che porto. In me è il tuo pensiero che pensa,per me è la tua voce che parla. Bellezza sta avanti e dietro a me, circonda me giovane. Da vecchio,percorrerò fino a valle il Sentiero Perfetto, in silenzio
( Navajo) non importa come si chiami..l'importante è che sia una preghiera a Dio.
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