Nota Bene: Il copricapo del costume femminile di gala di Sennori ( Sassari) è costituito da ben quattro elementi sapientemente accostati e modellati. Il primo elemento e "su tucchè ", che stringe le chiome nascondendole quasi del tutto; il secondo e' un fazzoletto di seta, detto" mucaloru de sa luisina ";il terzo e' un sottogola di pizzo (" su elu"); l'ultimo e più visibile e' "su biccu", un telo di cotone o lino ricamato a sfilato e a traforo, inamidato e piegato in maniera particolare con il ferro da stiro. Alcuni studiosi ritengono la caratteristica acconciatura di derivazione monacale.
...poesie..preghiere..pensieri....del nostro cammino spirituale nella fede...qualsiasi essa sia.
Come la primavera rinnova la natura con nuove gemme, così la Resurrezione di Cristo ci ridona la rinascita nello Spirito: il Suo estremo Amore continua a risvegliare in noi il desiderio di camminare con Lui, di rinnovare quotidianamente la fede sorretti dal Suo abbraccio che ci conforta nelle prove. Sia quindi la luce della Resurrezione di Cristo il faro costante della nostra vita.
Modificato da - Baballotto in Data 31/03/2009 09:26:08
"Dammi il supremo coraggio dell'amore,questa è la mia preghiera,coraggio di parlare,di agire,di soffrire,di lasciare tutte le cose o di essre lasciato solo.temperami con incarichi rischiosi,onorami con il dolore,e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.Dammi la suprema certezza nell'amore,questa è la mia preghiera,la certezza che appartiene alla vita nella morte,alla vittoria nella sconfitta,alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,a quella dignità nel dolore,che accetta l'offesa,ma disdegna di ripagarla con l'offesa. Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo."
Signore,insegnami la strada, l'attenzione alle piccole cose, al passo di chi cammina con me per non fare più lungo il mio, alla parola ascoltata perchè il dono non cada nel vuoto, agli occhi di chi mi sta vicino per indovinare la gioia e dividerla, per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi, per cercare insieme la nuova gioia. Signore,insegnami la strada, la strada su cui si cammina insieme, nella semplicità di essere quello che si è, nella gioia di avere ricevuto tutto da Te nel Tuo amore. Signore,insegnami la strada. Tu, che sei la strada e la gioia.
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Che bello spazio! E' pane per i miei denti! Un amico mi ha segnalato questa canzone di Renato Zero. So che non è una preghiera, nè una poesia. Ma ne siamo proprio sicuri? Ecco le parole di "Amico assoluto"
"Non meritiamo la felicità, insoddisfatti sempre la vita se c'è è una stagione qualunque. Riposa sogno, non svelarti più non puoi bruciarti anche tu La rabbia oramai ha chiuso gli occhi e la mente. Com'eri importante.
Qui finisce il mondo, la nostra complicità l'amore si arrende Vincere senza più regole senza onestà, ti offende.
Resti lì indeciso, sospeso sopra di noi nè ali nè vento Ecco il grande sogno schiacciato dalla realtà Un po' di pietà...
Addio poeti, artisti e navigatori, umanità a colori Almeno voi abbiate giorni migliori.
Qualcuno dica no, qualcuno si impegni che è poi la verità a nutrire i sogni Più fantasia così non ti spegni. Qualcuno lo insegni.
Io non ti ho venduto, io non ti tradirei mai amico assoluto Vieni da lontano che Cristo ti dedicò il suo accorato saluto.
E per tutti i figli che non ti accendono più la nostra preghiera Che la fatica possa stanarci e portarci da te... ancora! Vola... Vola... Nè orgoglio nè paura..
Torna prepotente intrigante, armi ne hai Sei nato vincente Sfidaci a combattere il buio dentro di noi a uscire dal niente
Scalda questi venti di pace e sincerità di musica nuova Per raccontarci un sogno sospeso, lasciato a metà Un uomo lo sa che esiste un disegno
"prendi, Signore, il poco che ti offro, il nulla che sono e dammi il tanto che spero, il tutto che sei." Cilla.
ti ricorda niente Pia?....
Sì Callas, mi ricorda gli anni dell'Università e una bella, all'ora, compagnia. Mi ricorda anche una ragazza astigiana morta molto giovane con il cuore di una santa. Fu per noi di esempio. Grazie per non avermela fatta dimenticare. Ogni tanto bisogna fare memoria.
Quando sei venuto giù Questo mondo non capì ti coprirono di spine In un lontano venerdì Molti risero di te E di chi ti accompagnò Ma il potere di ogni Re La tua parola cancellò Tra l’amore e la pietà Questa certa verità È rimasta dentro l’anima con noi Ora guardaci se puoi E ricordati di noi Dove sei stanotte tu Se la gente adesso va In un mare non più blu Per elemosine in città Dove sei adesso tu Se nel buio di una via C’è chi vende e c’è chi compra Il niente che ti porta via Devi dirci dove sei Perché vivere vorrei Quanto male si è fermato adesso qui Dove sei finito? Mentre qui combattono Mentre tutti scappano Mentre qui calpestano La dignità degli uomini Tu dicci come vivere Dove sei stanotte che queste lunghe malattie han lasciato cicatrici grandi come quelle tue dove sei ritorna qui perché il debole non sia una vittima lasciata sola al freddo per la via devi dirci dove sei perché dirtelo vorrei che la vita non è facile per noi come siamo soli Mentre qui combattono Mentre tutti scappano Mentre qui calpestano La dignità degli uomini Tu dicci cosa scegliere Dove sei stanotte io ti cercherò (dove sei) dove sei se non ci sei io non ci sto dove sei adesso tu dove sei stanotte tu dove sei che questa luce adesso non ritorna più devi dirci dove sei perché vivere vorrei e la vita non è facile per noi siamo tutti soli mentre qui combattono mentre tutti scappano mentre qui calpestano la dignità degli uomini dove sei adesso tu dove sei stanotte tu dove sei che questa luce deve accendere e non spegnere mai più dove sei adesso tu (dove sei)
Questa è una poesia di Clemente Rebora (1885-1957). Il poeta si è convertito tardi all'età di 43 anni ed è diventato sacerdote.
Dall'immagine tesa vigilo l'istante con imminenza di attesa - e non aspetto nessuno: nell'ombra accesa spio il campanello che impercettibile spande un polline di suono - e non aspetto nessuno: fra quattro mura stupefatte di spazio più che un deserto non aspetto nessuno: ma deve venire; verrà, se resisto, a sbocciare non visto, verrà d'improvviso, quando meno l'avverto: verrà quasi perdono di quanto fa morire, verrà a farmi certo del suo e mio tesoro, verrà come ristoro delle mie e sue pene, verrà, forse già viene il suo bisbiglio.
Per tutti coloro che aspettano. E sanno cogliere il suo bisbiglio.
..Pia..ora è il mio turno di fare memoria... questa poesia ...ci avevo fatto un tema alle superiori...con ottimo risultato...e l'avevo trascritta in un mio diario...! grazie...per il ricordo che si riaccende...e ci accomuna anche in queste cose...!!!
..Pia..ora è il mio turno di fare memoria... questa poesia ...ci avevo fatto un tema alle superiori...con ottimo risultato...e l'avevo trascritta in un mio diario...! grazie...per il ricordo che si riaccende...e ci accomuna anche in queste cose...!!!
...non avevo dubbi...non è difficile leggere in certi cuori....