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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 30/09/2008 : 11:03:48
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le traduzioni ,disse qualcuno, sono come le donne più sono belle più sono infedeli.. . a parte la battuta.. si: è difficile rendere il senso e l'emozione dell'originale... che nasce anche dal "suono"...ma penso che di debba fare,, avvertendo il lettore del fatto... credo che questo non faccia un brutto servizio alla nostra lingua sarda... anzi le chiusure penso che la danneggiano... il lettore non sardo, tuttavia dovrebbe fare qualche sforzo
io scrivo quasi sempre in sardo..ma non so perchè, perquesta discussione scelgo istintivamente "cose " in italiano...
AUTUNNO
"Vendemmia scarsa quest'anno "
hai detto, come proferendo un vaticinio.
Lo sapevo.
Ho preso atto anch'io
della buccia spessa e vuota dei pochi grappoli ,al tocco della mano.
Come in un rituale o un maleficio,
poi, abbiamo bevuto due dita di vino,
complici, vino vecchio, leggermente acetato.
" Scarso anche questo", hai sentenziato ed avevi un tono ironico e triste .
Mi sono sorpreso , allora,
a contare le foglie che cadevano
sul davanzale della finestra e
che facevano una bella tavolozza
con le molette di plastica rossa.
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 01/10/2008 : 15:29:19
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S'est pesadu su entu saligheresu Si alzato il vento algherese
e, comente e semper, at battidu abba. e, come sempre, ha portato pioggia. Tando, comente e pibiende, Allora, come pigolando,
as nadu: "Ierru primadiu occannu". hai detto: " Inverno precoce quest'anno".
E l'as nadu pius a tie chi no a mie. E l'hai detto più per te stessa che per me.
Ca ischis chi deo timo s'istiu Perchè sai che io temo l'estate e chi m'attediat su caldu luinu. E che mi stanca il caldo eccessivo.
Tando appo pensadu a cantas boltas Allora ho pensato a quante volte t'appo idu, in ierru ,assaccarrada ti ho viata , in inverno, infagottata
sicca addaianti a sa ziminea rigida davanti al camino o sezzida isfrigazzendeti sos pes o seduta massaggiandoti i piedi
e a su parallumene chi t'appo dadu: ed al soprannome che ti ho dato:
"Sa Mamedda 'e su Frittu " . "La Piccola Mamma del Freddo". E si m'est frimmadu in bula: "Ja fit ora !". E mi si è fermato in gola: " Era ora!"
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 01/10/2008 : 15:30:42
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ho cercato di impaginare bene sardo e traduzione.. ma poi. non so perchè è uscito il miscuglio che vedete sopra,, fate uno sforzo per separare!!!
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 02/10/2008 : 16:18:11
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Ho dimenticato ancora una volta l'ombrello a casa tua. Sono sventato, ne sono consapevole, e distratto, ma così è troppo! Allora mi hai telefonato, : " Chi non ha testa abbia gambe" e ridevi. Ed io mi sono un po' adombrato "Sei permaloso " hai detto una volta. Ho concluso che parli spesso per sentenze, ostenti eccessiva sicurezza. Ma la tua casa piace al mio ombrello. E forse la padrona di casa al suo proprietario.
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 02/10/2008 : 19:23:42
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Babborcu, per quello che può contare il mio parere -scrivo qualche poesia in sardo pure io (ma non grandi cose, mi sa!)-ho appena letto le tue poesie, mi piacciono molto. Con un linguaggio semplice, ricorrendo ad immagini quotidiane ma non banali, hai saputo rendere con delicatezza sentimenti profondi e importanti. Bravo davvero. Saluti
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UtBlocc
Utente Bloccato
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Inserito il - 02/10/2008 : 20:48:42
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Braviiiiiiiiiiiiii
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babborcu
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 03/10/2008 : 10:12:22
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La mia voce è rimasta quella dei vent'anni.
Anni ormai lontani, ma non dimenticati.
E' la sola cosa bella che ho, ne sono conscio.
E la uso, sfacciatamente la uso,
tentando di ammaliarti. Così mi sono impegnato a raccontarti
della mia infanzia di raccoglitrici d'olive,
tesori, folletti.
E ci ho messo tanto impegno
da fascinare anche me stesso!
Ma tu, furba, al solito, hai fatto lo gnorri. Distogliendo appena l'attenzione
dal caffe' che con lieve rumore saliva ,
hai spuntato la mia arma con quel: " dicevi??"
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 04/10/2008 : 11:19:20
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Chiedo scusa se la presente potrà essere letta da Voi, purtroppo, in ritardo a causa di problemi con la DSL che ho installato finalmente, ma solo di recente… …ho preso atto, cari amici, del fatto che la lingua sarda si debba leggerla integralmente (non perché non lo sapessi) per non perdere le sfumature che in essa racconta essenzialmente quelle sensazioni che l’italiana non può dare. Capisco anche quando lo scrivere istintivamente una poesia, un racconto, una semplice espressione in Sardo perché da essa si colga il vero “distillato sottile” sia necessario essere sardo… però…. Qualora la stessa venga colta o semplicemente intuita da uno”straniero” sia connazionale e, tanto peggio, se persona che vive ancora più lontano da noi non è in grado di leggerla e capire quanto stiamo dicendo… allora, il nostro parlato rimane fine a se stesso, dico infatti che, se non ci disponiamo affinché gli altri afferrino la nostra essenza, allora non dobbiamo lamentarci se veniamo considerati anacronisti e, tanto peggio “cristallizzati” dentro una formula atavica che non trova riscontro col mondo che ci circonda…
Non possiamo pretendere di aver rapporti cordiali con le persone che incontriamo … sia che vengano a trovarci, sia che incontriamo occasionalmente quando andiamo NOI a trovare queste persone, ad esempio quando ci rechiamo in qualsiasi località fuori dalla nostra terra. Sono retorico?... Ebbene si. Non mi pare giusto che mentre ci troviamo lontano da casa parliamo la lingua nazionale se vogliamo farci capire… perché imporsi ostinatamente, quindi, a parlare per forza il nostro idioma se gli altri non ci capiscono quando occasionalmente sono da noi?
IL dovere civile di ogni popolo che si rispetti e voglia porsi al pari del resto del mondo, impone di porsi nelle condizioni che gli altri comprendano il nostro linguaggio e ne capiscano il significato più profondo, anche se costerà loro un certo sacrificio … ma abbiamo notato che si dispongono ben volentieri all’apprendimento della nostra antica lingua così tanto affascinante che li induce a volerla apprendere nonostante le difficoltà che comporta. In definitiva se veramente amiamo essere conosciuti più approfonditamente è necessario che un piccolo sforzo lo facciamo noi alla base… aiutandoli con le debite traduzioni affinché possano meglio comprenderci, in modo che al rientro alle loro città d’origine, possano raccontare della reale e sincera disponibilità del VERO popolo SARDO.
Voglio ringraziare per l’attenzione e per la disponibilità di voi tutti a voler collaborare strettamente alla maggiore diffusione della nostra cultura…
Pier Paolo Saba … ammalato di Sardità
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Tzinnigas
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 04/10/2008 : 14:56:35
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SU FUSU DE MAMMA
De linna castanzina t’hana fattu, creschid’in sos trighinzos d’Ennargentu. Cantu sole as bidu, abba e bentu, ma s’edade non isco in modu esattu.
Solu de mamma bido su ritrattu, cun tue in manu sempere filende. A candu allirga e candu pianghende S’istile cunservende sempre intattu.
Sa lana bianca filu est diventada Pronta po s’usu in su telarz’antigu, in tela benit poi trasformada, bendid’in campidanu po su trigu.
Cantos giros has fattu, so penzende Intra sas manos de sa mama mia.
Cando est’istanca faghe su contrariu, sempre fedele a sa pregadoria lassat su fusu et pigat su rosariu.
Cunsumadu ti bido e foras d’usu… Tue ‘nche sese, e mamma non ch’est prusu.
(Salvatore Bittu, Sac.)
Libera traduzione:
Ti hanno fatto di legno di castagno, nato nelle asperità del Gennargentu, Quanto sole, acqua e vento hai visto… Ma non so esattamente la tua età. Vedo soltanto la fotografia di mia mamma Con te nelle mani, sempre che fila… A volte allegra, a volte piangente, ma filando sempre allo stesso modo. La lana bianca è diventata filo, pronta per l’uso nel telaio antico… Verrà poi trasformata in tela Per essere venduta in cambio del grano in Campidano. Sto pensando, quanti giri hai fatto Tra le mani di mia mamma! Quando era stanca di filare, sempre pregando, lasciava il fuso e prendeva il rosario. Ora ti vedo consumato e fuori uso… Ma tu ci sei e mamma non c’è più.
La traduzione è mplto, molto libera...
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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)
"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)
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giannimura
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Inserito il - 04/10/2008 : 17:06:18
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PASCA MANNA
Pasca manna pò mei esti una festa de felicidari e de pasci una di speciali pultroppu pasca no è po tottusu una di bella c’estichini e fendi sa guerra chini esti sunfrendi in z’ipidali e chini esti morendi de famini poita pasca no è po tottusu una di speciali deu speru e pregu a Gesusu chi po custa pasca manna donghidi a tottusu felicidadi pasci e pani a chini no di tenidi
pasqua pasqua per me e una festa di felicita e pace una giornata speciale però pasqua non per tutti e una bella giornata ce chi fa la guerra chi soffre in ospedale echi muore di fame perché pasqua non e per tutti speciale io spero e prego a Gesu che per questa pasqua dia a tutti felicita pace e pane a chi no ne a
GIANNI MURA
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giannimura
Nuovo Utente
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Inserito il - 04/10/2008 : 17:28:13
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Tradurre il nostro scritto per me e dare un'altro significato quindi molte volte facciamo capire quello che non è possono intuire collegando le frasi ma sarebbe lo stesso leggendo il sardo poi sicuramente noi sardi ci capiamo tutti eppure parliamo un linguaggio diverso ma con la volontà a voler capire ci riusciamo tradurre no caso mai inserire un riassunto del significato
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 05/10/2008 : 11:19:13
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QUANDO LE STAGIONI..... -Comparazioni col tempo che fu-
L’estate afosa, umida e appiccicaticcia, è passata finalmente. Repentinamente è sopraggiunto un autunno che pare già inverno.. invece. L’aria si è fatta fredda ed istintivamente il mio pensiero corre velocemente a ritroso, come a volersi rifugiare nelle tiepide primavere della mia infanzia.
Allora era diverso… i campi verdi smeraldo costellati di fulgidi e sgargianti colori riempivano l’aria di un profumo inebriante…. Ah!... allora sì, era diverso..quando le stagioni erano tali. Ognuna aveva il suo periodo e si alternavano scandendo a nostra esistenza in maniera naturale. Il cielo terso di un azzurro cangiante dove il sole si stagliava gagliardo e dolcissimo faceva presagire al futuro raccolto dopo la semina dei campi. Il grano cresceva alto e rigoglioso con le sue spighe dorate che ondeggiavano trasportate da una leggera brezza.
L’uva moscatella, la prima che maturava era così dolce e gustosa.. inebriante…. ..mentre si alternavano i mesi ed il tempo correva veloce … irraggiungibile, nella speranza di poterlo afferrare e trattenerlo stretto perché non scappasse….
D’un colpo rientro indietro dai miei ricordi, … oggi è diverso…. Il cielo è stranamente solcato di scie, … nuvole innaturali che, sebbene a tratti lo ricamino in modo fantasmagorico lasciando stupefatti, non è più lo stesso.. dello stesso colore e così terso com’era allora….. Il cielo con le sue scie fa impressione… “cosa sono?” mi domando… mentre la risposta giunge inaspettata….. “E veleno!” e rimango stupefatto da quanto sento bisbigliare… Il mondo sta cambiando insieme al nostro cielo, ….. Come mai? Perché’ La follia di certa gente sgomenta ed incute terrore al pensiero che si stia operando per creare un ecatombe umana, cancellando la bellezza dei nostri ricordi.. ... quelli di quando eravamo dei bimbi innocenti, quando nonostante la miseria di quei giorni, era sminuita dal tepore delicato del sole e mitigata dall’incoscienza della fanciullezza….
Allora si… Era diverso. Cosa mi rimane dei miei cari ricordi? .delle scie foriere di sventura… brutta e nera da far paura.
Mentre l’estate afosa, umida e appiccicaticcia è passata… ..Così.. come la mia età.
Pier Paolo Saba
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Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 05/10/2008 : 11:24:17
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| giannimura ha scritto:
Tradurre il nostro scritto per me e dare un'altro significato quindi molte volte facciamo capire quello che non è possono intuire collegando le frasi ma sarebbe lo stesso leggendo il sardo poi sicuramente noi sardi ci capiamo tutti eppure parliamo un linguaggio diverso ma con la volontà a voler capire ci riusciamo tradurre no caso mai inserire un riassunto del significato
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Quoto solo parzialmente la tua versione, caro giannimura, perché credo che un piccolo sforzo possa permetterci di far leggere il nostro scritto nella versione più vicina all’originale. Tuttavia una versione riassuntiva in italiano renderebbe il senso della composizione ma, non è la stessa identica cosa. Se vogliamo che la gente …. ma anche questo è stato detto anche nell’ultimo post.
Mi complimento invece con tutto coloro che hanno colto al balzo l’invito e stanno traducendo regolarmente… Bravi e grazie per la sensibilità e partecipazione… Sostengo “babborcu” quando dice: .. <si: è difficile rendere il senso e l'emozione dell'originale... che nasce anche dal "suono"...ma penso che di debba fare,, avvertendo il lettore del fatto... credo che questo non faccia un brutto servizio alla nostra lingua sarda... anzi le chiusure penso che la danneggiano...>
Bravissimo!!
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angiuleddu
Salottino
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Inserito il - 05/10/2008 : 12:26:40
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scusate! dopo aver letto questi post (secondo me) avete ragione un pò tutti io credo che.... se l'autore della poesia o del racconto pensa che il suo racconto la sua poesia possa essere compresa sia in sardo che in italiano ben venga ...se invece uno pensa che l'italiano non renda come il sardo e decide di non tradurla va bene lo stesso (secondo me) ma tutti possiamo cambiare opinione....a meno che non siamo come l'uomo di questo sonetto di fedele lai
S’ omini trottu Cosas trottas si podid’arrangiai De bonu senzu cund’unu pagheddu E cund’unu temperau iscraffeddu Si podidi su marmu traballai.
Si podidi su ferru aderezzai Battiu callenti a marteddu Ma s’omuni trottu ind’unu fueddu Non è possibili a dd’assettiai.
Peridi una cosa troppu strana Chi s’agatidi ancora individus Oguali a cuddu cont’antigu.
Chi ghettau nci dd’hant’a funtana E fadiada sa mossa cun is didus Chi a ferru si mèssada su trigu. 2 Su palu bonu faid’atturai Una pranta deretta in su terrenu E si podit cund’unu bonu frenu Cali si siat cuaddu domai.
A’argini bonu podit guidai Finas a mari un’arriu prenu Su binariu bonu a su trenu In linea ddu fait camminai. Cosas nd’eus bistu e connottu Tottu bellas beni sistemadas Mentras non c’è rimediu nienti.
Po fai derettu a s’omini trottu Esti a ddu pistai po dabbadas Ca dd’aderèzzat sa fossa solamenti.
fedele lai questa si può anche tradurre.. scusate di nuovo!
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Tuerredda
Teulada (Ca)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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esmina
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Inserito il - 05/10/2008 : 15:55:36
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visto che qui tutti posson scrivere, io ne scrivo 1 per i s.s.=cdz. e specialmente x te michele
namida yori mo yasashi uta o kanashimi yori sono nakumorio sekai wa sonnanimo
una canzone e' piu' gentile delle lacrime trasmette calore piu' che tristezza il mondo e' cosi' ma non pensavo cambiasse cosi' facilmente sciogli silenziosamente l ' oscurita' camminando camminando diventera' vero anche se piano piano ,posso avvicinarmi il frammento di un sogno,la persona che amo la forma dell'amoredipinta nel mio cuore continuero ' a cercarla sempre quante cose posso fare x te forse non ti ho amato ma anche se fosse cosi' voglio starti vicino quel calore piu' della tristezza ... girae gira la terra cambia il tempo alla fine del mondo per diffondere gioia e amore un sogno
ai piu' queste parole sembreranno senza senso , ma io e molti altri siamo legati ........ michele e stefano voi 2 sapete a cosa mi riferisco stefano grazie per i S.S michele ,tu e gli altri avete fatto 1 ottimo lavoro ed e' stato l'amore x i S.S a guidarvi ,continuate cosi'.
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esmina |
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