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laier
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 03/11/2007 : 17:02:43
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I continuo a sperare che le persone intelligenti rispondano in modo sensato
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murta
Salottino
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Inserito il - 03/11/2007 : 18:43:59
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| sarrabus72 ha scritto:
Non lo trovo per niente costruttivo inserire delle risposte "prese per il c..o" e tanto meno aiutano a venire a capo di questa storia .... pensavo che certe persone qui fossero un pó piú colte e che non scendessero a certe bassezze.
Peccato che un post interessante e passato al solito luogo comune, mi sa tanto che quelli che restano nel proprio brodo sono quelli che prendono in giro e si pensano superiori o nella ragione !
Se dovette continuare a scrivere cosi ..... a non si liggi !
Ciao
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ma dai un pò per sdramattizzare e che è,non si può neanche scherzare ora,non mi sembra di aver mancato di rispetto a nessuno,solo ho scherzato un pò dai,si stava facendo troppo seria è pesante la discussione . oggia te domani a....................................te con questa non parteciperò più,perchè se non si capisce dove inizia lo scherzo.............. chiedo scusa se vi siete offesi voi ..............noi no vero
sa murta
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 03/11/2007 : 22:46:07
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Io direi di chiudere qui questa discussione, con un riferimento storico piuttosto conosciuto. All'imperatore Carlo V, che chiedeva lumi sui sardi, fu dato un giudizio tagliente: "“Pocos, locos y mal unidos”. Correva il 1500. Ora siamo nel 2000: meditiamo gente, meditiamo.
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arceo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 04/11/2007 : 09:28:07
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.......... Di sicuro si sa che Masainas, fin da 1200 ospito monaci benedettini che predicarono nell’intera zona e costruirono dei monasteri (guventus) a cui si riferisce ancora oggi una località del territorio comunale. E’ certo che, in base ad una concessione di Pietro IV d’Aragona ( 1336 – 1387), il comune di Iglesias vantava nei confronti dei centri di Masainas, Piscinas, Giba, cioè dei Salti del Sulcis la riscossione di alcuni tributi in natura (grano, orzo, fave e formaggio) o in danaro per il diritto d’uso (coltivare, pascolare e far legna) .
Nel 1355 Pietro d’Aragona, per la ricostruzione e ripopolamento di Iglesias, incendiata e distrutta nella guerra contro Mariano d’Arborea, concede alla città alcuni privilegi, tra i quali: nelle ville del Sulcis e Cixerri non si possono vendere le merci, devono essere portate in Iglesias dove era obbligatorio pagare un tributo; inoltre tutte le persone delle Curatorie del Sulcis e del Cixerri sono obbligate a portare ogni anno, nel mese di settembre, il grano e l’orzo prodotto, presentarlo al Capitano (rappresentante del re) sotto perdita di tutto il prodotto, trattenendo soltanto il necessario per il vitto e la semina (da notificare al Capitano); i predetti prodotti possono essere venduti al minuto.
Nel 1684 tra le ville spopolate del Sulcis è elencata Bidda Erriu e Culbissa.
Un altro documento del 1822, tratto dall’archivio di Stato di Cagliari, nel quadro generale dei centri abitati segnala che “Masainas appartiene alla giurisdizione di Iglesias quale città di proprietà regia come anche i centri di Giba, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Pesus e Villarios; è Cappellania della cattedrale di Iglesias; esiste un cappellano ed anche il cimitero mentre in Villarios non esiste la chiesa, né il cimitero, né il cappellano” . Lo studioso Natale Sanna scrive che “Masainas fece parte del Giudicato di Cagliari, nella Curatoria di Sulcis o Sols unitamente alla capitale S. Antioco (già Solci) e alle ville di Barbusi, Flumentepido, Giba, Malfatano, Matzaccara, Narcao, Nuxis, Palmas, Paringianu, Pesus, Perdaxius, Piscinas, Santadi, Serbariu, Sirai, Suergiu, Teulada, Tratalias, Villaperuccio, Villarios....
….Nei secoli XIX e XX prosegue ininterrottamente quel processo di colonizzazione spontanea e individuale iniziata nel sec. XVII. Gli stazzi della Gallura, i cuili della Nurra, i baccili del Sarrabus, i medaus e i furriadroxius del Sulcis-Iglesiente si trasformavano spesso in nuclei più o meno grandi, in piccoli centri e talvolta, in paesi di una certa consistenza. Data la gradualità dello sviluppo, non si può fissare l’anno della loro nascita. Ricorderemo, fra i tanti, Viddalba e Codaruina in Gallura, Nuxis, Piscinas, Villaperuccio, Masainas, S. Anna Arresi, Matzacara, ecc. nel Sulcis”.
.... Riassumendo il discorso sul territorio, si è accertato che i terreni di Masainas e dei sopraccitati centri del Sulcis (come altri del Cixerri) appartenevano alla città di Iglesias che li dava in concessione ai privati, prevalentemente cittadini dello stesso comune, per coltivarli o adibirli a pascolo, dietro il pagamento di un contributo in natura o in danaro. La riscossione dei contributi era data dal comune di Iglesias in appalto triennale, mediante asta pubblica. Non sempre gli appaltatori agivano onestamente, applicando persino ai montoni e ai caproni il tributo sul formaggio che i pastori, giustamente, si rifiutavano di pagare “in quanto i predetti animali non avendo latte non producono formaggio”. Un montone e un caprone all’anno era dovuto, però, per ogni diverso segno di detto bestiame. Per opporsi a tali soprusi i contribuenti dei salti del Sulcis nel 1834 fecero causa all’appaltatore, il notaio Francesco Murgia. Il 23 dicembre del 1847 la Reale Udienza (Tribunale) sentenziò che “il grano seminato a picco non era soggetto al pagamento di alcun tributo”. I diritti dovuti erano: “tre starelli di grano o uno starello e mezzo di orzo per ogni aratro di terreno che si semina; mezza libbra di formaggio secco per ogni capra o pecora che pascola in detto salto” . Con l’abolizione delle prestazioni feudali (legge 15 aprile 1851) nacque una lite tra il Comune di Iglesias ed alcuni possessori di terre aratorie nei salti del Sulcis e del Cixerri, di pertinenza dello stesso Municipio. I possessori chiedevano se dovessero continuare a pagare le prestazioni finora dovute al comune in base anche agli antichi diritti approvati dal re di Sardegna il 2 dicembre 1815. Il Tribunale provinciale di Cagliari in data 30 aprile 1859 dichiarava che i possessori delle terre non erano più tenuti al pagamento delle prestazioni e condannava il comune di Iglesias alla restituzione di quanto indebitamente esatto dal 1853 al 1859. Il Comune di Iglesias ricorse in appello nel gennaio del 1861 portando ragioni e documentazione a suo favore per dimostrare che le prestazioni non erano diritti feudali e perciò non ricadenti sotto la legge del 1851 . I possessori di Masainas contro i quali il Municipio di Iglesias fece ricorso in appello erano: “marchese Serra, Francesco Pilloni, deceduto e per esso i figli Sisinio, Giovanni, Maria e marito Salvatore Atzori Barosu, Giuliana col marito Antioco Mey, Chiara e marito Francesco Mey, tutti maggiori d’età, ed il ........
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 04/11/2007 : 09:48:47
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L' interessante intervento di Arceo mi fa sperare che la discussione possa essere riaperta e riprendere in questo modo, analizzando la storia senza scivolare in pesanti insulti reciproci. Qualora si cada in tentazioni diverse, sarà purtoppo chiusa definitivamente. Grazie!
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arceo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 04/11/2007 : 09:53:59
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Caro laier sicuramente gli attuali cittadini di Iglesias non hanno nessuna colpa di quello che è successo in quel periodo ma, ancora oggi il comune di Iglesias, per via dei privilegi del passato, riscuote il famigerato “livello”, in alcuni comuni del sulcis, per i terreni che vengono venduti o anche facenti parte di una eredità. La monarchia non esiste più ma Iglesias vanta ancora un Tributo “REALE”.
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Bryluen
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 05/11/2007 : 15:43:07
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Aiuto, chiedo umilmente perdono per la mia prima risposta ma non uccidetevi!!!! Scherzo dai
| jennifer402 ha scritto:
Bryluen, sai quante volte quando sfilavo con il grupp di iglesias mi si chiedeva se fossi di sant'antioco, gonnesa villamassrgia? un'infinità....ma di certo non mi son arrabbiata per questo, le persone ovviamente possono ricordare vagamente i costumi ed assocciarli alla prima cosa che gli passa in mente...pensa che una volta sul giornale una vedova di iglesias è stata descritta come una donna di tempio... per quanto rigurda la storia di giba, di iglesias, e di tutto il sulcis io non ti posso aiutare...credo comunque (posso sbagliare) che una volta che l'abitante di iglesias si trasferisce a Giba, diventa abitante di giba ma rimane comunque Iglesiente, non rinnega le sue origini....l'abitante di giba effettivo sarà il figlio dell'iglesiente che nasce a giba....(e credo che manco lui debba rinnegare le sue origini)
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jennifer io non intendo la gente, intendo quello che si viene detto da persone che in tv o manifestazioni importanti, che è diverso Se la gente scambia i nostri gruppi per altri perchè il costume è molto simile è normale, e se dal pubblico una persona mi chiede se io sono di Iglesias, o Santadi o qualsiasi altro posto io non mi offendo mica, preciso che sono di Giba e vado avanti: Però, se una persona deve descrivere a un pubblico più o meno vasto un determinato abito o paese dice che il gruppo di pinco pallino ha il costume di Iglesias, senza magari precisare un eventuale motivo (che in questo caso dovrebbe essere il ripopolamento famoso) chiunque ascolta questa persona capisce che pinco pallino ha copiato, non che "gli iglesienti hanno ripopolato il Sulcis e quindi noi abbiamo ereditato il costume". e qua chiudo il discorso sul costume
Per quanto riguarda il resto (sicuramente sto ripetendo quello che ho già scritto) io non ho detto che bisogna rinnegare le proprie origini, però resta comunque il fatto che quelle persone sono abitanti effettivi di Giba, per cui da quel momento credo sia giusto parlare di storia di Giba, non più di Iglesias. Poi, io continuo a trovare difficile che il Sulcis intero sia stato ripopolato solo ed esclusivamente da Iglesienti, ecco il motivo per cui io chiedevo se esiste un documento certo, come appunto esiste per Gonnesa; tra l'altro, anche per Gonnesa se anche la maggiorparte delle persone erano di Iglesias, c'erano anche persone di altri paesi, che si, in confronto al numero più alto di iglesienti possono non aver influito su usi costumi ecc, ma comunque sia resta il fatto che non erano solo ed esclusivamente iglesienti. Quindi, in mancanza di questi documenti, non può essere che sia vero che nelle campagne intorno ai paesi vi fossero piccoli gruppi di persone, che magari non venivano censiti in quanto non abitavano nel paese? Potrà anche sembrare una stupidaggine, però a me non sembra così assurdo. Quindi, per quanto mi riguarda, potrei anche pensare che solo alcuni iglesienti si sono "trasferiti" qua. Il fatto che questi ricchi iglesienti avessero dei contadini alle loro dipendenze, per me potrebbe anche voler dire che erano contadini di Giba, o Masainas, ecc ecc. A me sembra un pò assurdo il discorso che tutto sia partito da voi, non perché ce l’ho contro di voi ma perché mi sembra esagerato dire che il Sulcis intero sia stato ripopolato solo ed esclusivamente da persone provenienti da un unico posto.
Comunque, laier, se ho capito bene qual'è il libro che dici tu c'è una camicia proveniente da Tratalias
Ho detto forse niente draghi viola?? L'HO DETTO??!?! Deng ham opp! Deng ham opp!
oh oh... mi è semblato di vedele un gatto!
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laier
Salottino
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Inserito il - 07/11/2007 : 19:18:44
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Ringraziamo arceo per essere intervenuto in maniera corretta e intelligente anche se alcune citazioni non ci trovano completamente d'accordo. Per quanto riguarda i "livelli" sappiamo che già l'amministrazione comunale di Iglesias, precedente, si stava interessando per risolvere degnamente la questione. E ci troviamo in pieno accordo con te. Quindi niente che possa accusare Iglesias di aristocrazia o arroganza. Detto questo, in altra nota abbiamo voluto far capire a chi non riesce ancora a farlo che il ripopolamento del Sulcis è stato compiuto per la stragrande maggioranza dagli iglesienti e di persone venute da altri luoghi della Sardegna.
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meurredinu
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Inserito il - 07/11/2007 : 19:46:38
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quando descrivo il costume che indossiamo nelle manifestazioni evidenzio che : il costume di gonnesa è quello tipico del sulcis- iglesiente. .....da vecchie fotografie e da qualche libro,lo abbiamo ricostruito fedelmente. sapiamo dagli archivi di gonnesa che non esiste un costume vero e proprio.
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laier
Salottino
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Inserito il - 07/11/2007 : 19:59:03
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questa non è una discussione sui costumi, se vuoi puoi aprirne una nella categoria "tradizioni popolari", noi saremo felici di dare tutto il nostro contributo
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arceo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 08/11/2007 : 00:25:04
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laier tu sai che la storia la scrivono gli uomini, in particolare, in quel periodo quelli che sapevano scrivere. Ma hai assolutamente ragione tu: "che il ripopolamento del Sulcis è stato compiuto per la stragrande maggioranza dagli iglesienti e di persone venute da altri luoghi della Sardegna". Ma non nè da escludere che nei salti fossero presenti indigeni non censiti dalle autorità iglesienti e dai cappellani.
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meurredinu
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Inserito il - 08/11/2007 : 15:03:10
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forse mi sono spiegato male........ facendo esempio del nostro costume, evidenzio il fatto che è tipico del sulcis iglesiente....quindi confermo che quest'area ,compresa gonnesa dal 1774 è stata ripopolata in maggioranza dagli iglesienti, aggiungo che ,don gavino amat asquer ha fatto bene a far ripopolare gonnesa mettendo un po d'ordine nelle sue terre occupate abusivamente dagli iglesienti e sappiamo benissimo cosa è costato alle famiglie che lavoravano queste e terre assegnate....
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virdis
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Inserito il - 08/11/2007 : 15:04:06
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boh
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pardula
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Inserito il - 08/11/2007 : 15:36:29
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pardulina
la vita è come un racconto;importa non tanto la lunghezza,quanto il suo valore.
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meurredinu
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Inserito il - 08/11/2007 : 15:42:40
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hai ragione......
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