Forum Sardegna - Sancta Maria di Mezo Gosto - Iglesias
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Nota Bene: Un immenso patrimonio culturale e tradizionale Sardo è il canto a poesia o gara poetica. La sua origine (non della gara ma dell'improvvisazione) si perde nella notte dei tempi. La gara vera e propria sul palco, pare sia nata a Ozieri nel settembre 1896 in occasione della festa in onore della Madonna del Rimedio. L'ideatore fu Antonio Cubeddu, famoso poeta locale nato a Ozieri nel 1863 e deceduto a Roma nel 1955 all'età di 92 anni. Fino ad allora la poesia era cantata o recitata nelle feste paesane, senza un palco, una giuria, un compenso economico e senza un invito ufficiale dagli organizzatori. In un ambiente prettamente maschile, cercarono fortuna, esibendosi sul palco anche due donne, Caterina Porcu di Ossi e Maria Farina di Osilo.



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 Sancta Maria di Mezo Gosto - Iglesias
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laier
Salottino
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Inserito il - 03/08/2009 : 19:59:42  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Festa di Sancta Maria di mezo gosto . Iglesias



14 Agosto - Vigilia della Solennità dell`Assunta


Veglia di preghiera dalle ore 21,30 alle ore 22,30 e offerta dei "simboli", secondo rito della chiesa bizantina

15 Agosto - Solennità dell`Assunta

Ore 18,15 Solenne "Discesa" dei candelieri dalla p.za Municipio per "piccarsi" in piazza Pichi.
Itinerario: Piazza Municipio, via Satta, via Don Minzoni, Via Repubblica, p.za Collegio, via Verdi, piazza Pichi.

Ore 18,30 Vespri Solenni.

Ore 19,00 Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Sua Ecc.za Mons. Tarciso Pilolla, Vescovo di Iglesias, con la partecipazione del Rev.mo Capitolo della Cattedrale del Clero cittadino, presenti le Autorità Civili e Militari.

Ore 20,30 Solenne Processione con il Venerato Simulacro della "Koimesis" (Santissima Vergine Dormiente), preceduta dai gonfaloni dell`associazione dei candelieri e quello della città, dal capitano di Villa con i paggi, l`araldo e il breviaiuolo, i candelieri della Municipalità, dei quattro quartieri storici e dei Gremi, e i suonatori di launeddas e il Clero.

Itinerario: Chiesa della Purissima, via Verdi, P.za Pichi, via Sarcidano, P.za lamarmora, via martini, via Azuni, via Sulis, via Pisani, via Gramsci, P.za sella, via Cagliari, via Mercato Vecchio, via Eleonora, p.za Fenza, via Cavallotti, via Manno, Piazza Collegio, via Repubblica, via Don Minzoni, via Satta, Piazza Municipio. Tutto Città

Il Simulacro preceduto dagli Stendardi, raggiungerà, dopo la solenne benedizione, la Chiesa della Purissima attraversando le vie duomo, P.za Pichi e via Verdi.










Modificato da - laier in Data 03/08/2009 20:00:07

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Tramonto a Porto Cauli - Masua

Iglesias (CI)

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laier
Salottino
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Inserito il - 10/08/2009 : 20:37:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
qualche immagine dei Candelieri







infine lo splendido simulacro dell'Assunta













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Tramonto a Porto Cauli - Masua

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BizioFolk

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Inserito il - 10/08/2009 : 21:30:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di BizioFolk Invia a BizioFolk un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La chiesa che si vede e quella che dovrebbe passare alle suore?










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laier
Salottino
Utente Virtuoso


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no,quella è la cattedrale di Santa Chiara
forse ti riferisci al Santuario della Madonna delle Grazie, dove dovrebbero arrivare delle Suore al posto dei Cappuccini (che continuano a stare pure a N.S. di Valverde)
altrimenti ti riferisci al santuario della Madonna de Buoncammino, dove c'è già un manastero di clausura delle Clarisse











Modificato da - laier in data 10/08/2009 21:35:08

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Tramonto a Porto Cauli - Masua

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BizioFolk

Utente Medio


Inserito il - 10/08/2009 : 21:39:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di BizioFolk Invia a BizioFolk un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ci sono stato alcuni anni or sono per una messa dei bersaglieri, vedendo la foto mi sembrava quella,
la notizia delle suore me l'anno raccontata










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laier
Salottino
Utente Virtuoso


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Inserito il - 10/08/2009 : 21:43:42  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
la Cattedrale è chiusa da 8 anni, forse a breve riapre con il museo diocesano nel sotterranei

la chiesa di cui parli è forse questa?


N.S. delle Grazie, qui in passato c'erano le clarisse











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Tramonto a Porto Cauli - Masua

Iglesias (CI)

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McCurry
Salottino
Utente Master



Inserito il - 10/08/2009 : 22:22:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di McCurry Invia a McCurry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La Devozione dell’Assunta ad Iglesias

La morte di Maria

Nei primi secoli del Cristianesimo gli ultimi istanti della vita terrena di Maria non sono stati oggetto né di notizia né di raffigurazione. Non se ne parla nei Vangeli né negli Atti degli Apostoli. Solo nel IV secolo appaiono i primi manoscritti che raccontano la Dormitio (sonnolenza) che precede l’assunzione al cielo. Le fonti apocrife sono divise in tre gruppi. Il più antico è attribuito ai parenti di Maria, influenzati dagli eretici ebioniti, e risale al III secolo; il secondo, del IV – V secolo, detto dei Giovanniti; il terzo del V – VI secolo, è denominato Gerosolimitano. Altri racconti si aggiunsero a quelli appena ricordati, tutti aventi come denominatore comune quattro temi: 1) l’annuncio della morte da parte dell’Angelo che offre un ramo di palma a Maria; 2) la riunione attorno al letto della Madonna di tutti gli Apostoli, miracolosamente trasportati dalle varie parti del mondo dove si trovavano per predicare il Vangelo; 3) l’ostilità del popolo ebraico alla sepoltura del corpo di Maria e la punizione del sommo sacerdote Gefonia al quale l’Angelo, con la spada di fuoco, mozza le mani che tentavano di rovesciare il letto sul quale giaceva la Dormiente; 4) la descrizione del Transito tra canti e luminarie, con la circostanza dell’Apostolo Tommaso che, non essendo stato presente al momento della morte, diventa unico testimone dell’assunzione del corpo di Maria che dal cielo gli regala la cintura del suo vestito.

Sempre dagli apocrifi è tramandata la notizia del posto in cui fu sepolto il corpo di Maria. I testi più antichi indicano il Getsemani in Gerusalemme, da dove il corpo scomparve lasciando la tomba vuota come già era avvenuto per Gesù. I Giovanniti dell’Uliveto ritenevano che Maria fosse morta nella casa di Giovanni, nel Monte Uliveto, e poi sepolta nella tomba del Cedron. Per la chiesa di Gerusalemme, infine, la Madonna morì sul monte Sion e fu portata nella valle di Giosafat, dove il 15 di agosto era celebrata l’Assunzione. Nel 1972 il padre francescano Bellarmino Bagatti, nella valle di Cedron, dove sorge la chiesa dell’Assunzione, ha trovato un complesso sepolcrale del I secolo, formato da tre camere scavate nella roccia, a conferma della descrizione di un testo del III-IV secolo, dal titolo Transito di Maria, dove lo Spirito Santo avrebbe indicato agli Apostoli il luogo della sepoltura dicendo loro “andate fuori Gerusalemme verso il Monte degli Ulivi. Ci sono tre grotte: una larga esterna, poi un’altra dentro e una piccola camera interna con un banco di roccia rialzato nella parte orientale. Collocate la Benedetta su quel banco”.[1]

La rappresentazione della Dormitio

Radicandosi sempre di più il culto del sonno eterno di Maria, iniziarono anche a vedersi le raffigurazioni dell’evento, quasi sempre pittoriche, e che specie nell’arte bizantina, rappresentano la Madonna dormiente che giace sul letto di morte con le braccia incrociate sul petto, attorniata dagli Apostoli, e Gesù in piedi che accoglie l’anima della Madre, raffigurata come una bambina, e la porge a due Angeli. Secondo l’uso bizantino, la Dormiente in attesa dell’Assunzione, era venerata stesa su un letto riccamente preparato e coperta di gioielli. Dal XV secolo incominciarono a vedersi anche raffigurazioni scultoree in legno a tutto tondo, rivestite da abiti riccamente ricamati con fili d’oro e d’argento, con gioielli, corona e sandali d’argento finemente lavorato. L’imperatore bizantino Maurizio (539 – 602), emanò un editto che stabiliva il 15 agosto giorno della ricorrenza dell’Assunzione di Maria al cielo.

Queste sono le notizie contenute in un prezioso studio di Lucia Siddi, Storica dell’arte della Sopraintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggio, e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropoligico per le Province di Cagliari e Oristano.[2]

Il culto della Dormiente ad Iglesias

Di antica data è la devozione degli abitanti di Iglesias verso la Vergine Assunta. Anche se il più antico documento d’archivio, il Breve di Villa di Chiesa, è datato al 1327, si deve tenere presente che quella data è riferita alla copia a noi pervenuta, e che nel testo dello stesso Breve, al capitolo LXII, si fa riferimento ad altre stesure del codice risalenti al 1303,[3] precedenti quindi a quella a noi pervenuta. Inoltre è da ricordare che il Breve ha sostituito un precedente Constituto della famiglia dei Donoratico, ed è da ritenere che già in quello fosse richiamata la festività dell’Assunta, che a questo punto risalirebbe alla seconda metà del XIII secolo in via documentale. Nel Breve, al capitolo XLVII[4], è regolamentata l’offerta degli otto ceri da farsi alla Madonna nella ricorrenza del 15 agosto, indicandone per ciascuno il peso, la forma e la composizione, nonché l’ordine di presentazione di ogni cero alla chiesa di Santa Chiara, alla quale i ceri dovevano essere portati senza incontrare intoppi durante il tragitto dovuti alla presenza di tictarelli o bordoni nelle rughe et chiasse[5] (piccoli porticati davanti alle case, strutture aggettanti formate con assi di legno e con travi; vie e vicoli)[6].

La documentazione d’archivio

Per ritrovare negli archivi altra documentazione sulla festività dell’Assunta, bisogna aspettare il 1631, quando il Clavario Angel Cani Margens registra la spesa di venti lire e tre soldi pagati all’apotecario (farmacista) Juan Pau Falcone per l’acquisto di 11 libre e mezzo pes de romana (peso di bilancia) di confitura da dividere fra le Señoras che il 14 di agosto del 1631, nella Casa della Città, hanno vestito e adornato la benedetta immagine di Nostra Signora. Il documento[7] è importante per tre motivi: primo perché documenta che ad Iglesias in quella data esisteva un simulacro della Vergine che doveva essere adornato e vestito; secondo che il simulacro era custodito nella Casa della Città, e quindi era di proprietà comunale; terzo che ad adornarlo e vestirlo erano delle Signore.

Il successivo anno 1632, la documentazione porta altre notizie. Il Clavario Antiogo Serra, Cavaliere, paga all’apotecario Falcone 27 lire per la solita confitura ma paga anche 15 lire al commerciante genovese Andria Mattarana per l’acquisto di tanto drappo di seta di Barcellona morat che serviva per fare la coperta alla cassa dentro la quale si conservava nella Casa della Città la benedetta immagine di Nostra Signora di Mezzo Agosto.

Il 1637 è l’anno in cui troviamo due notizie interessanti. Il 15 di agosto viene corso il Palio dell’Assunta, e il Clavario Luca Contini paga a titolo di regalia al Sergente Maggiore Gavino Tola la somma di 50 soldi per l’acquisto di tre drappi, uno di catalufa morat (damasco scuro), uno di xamalot vert (panno di lana verde) e uno di xamalot morat (panno di lana scuro) da dare ai tre proprietari dei cavalli che corrono e vincono il Palio[9]. Questo è l’unico documento dove si parla di palio ad Iglesias. Il 27 di settembre 1637, vengono pagate al Padre Maestro in Sacra Teologia Joan Baptista Cani dell’Ordine dei Minori di S. Francesco 10 lire per il lavoro fatto nel verniciare e riparare, nelle parti in cui era necessario, la Santa Immagine di Nostra Signora.[10] La necessità della riparazione porta a ritenere che il simulacro fosse nel 1637 già abbastanza antico.

Nel Consiglio Generale del 22 luglio 1650, era deciso il piastrellamento della cappella (enrejolar la capella) della Casa della Città, dove era custodita l’immagine della Madonna di Mezzo Agosto facendo inoltre un cortinaggio de durant o cathaluffa perché “ tutto stia nella decenza dovuta a detta Immagine”.[11]

In un documento datato 25 luglio 1715[12] compare per la prima volta il nome di una Señora che era addetta alla vestizione del simulacro. Si tratta della Nobile Donna Francesca Pintus y Salazar, che è definita cameriera. Il termine è molto suggestivo, posto che per la vestizione di una Regina, e nientemeno della Regina del Cielo, occorreva la presenza di una persona di nobile lignaggio che fungesse appunto da cameriera.

Il 14 agosto 1715 furono spese 14 lire per la riparazione della letera[13] e per i supporti dei quattro Angeli.

Il 4 luglio 1721 il Giurato Secondo Don Hilario de Espinosa spende la somma di 15 scudi per l’acquisto di quindici once de plata,[14] (circa mezzo chilo d’argento) con le quali l’orefice iglesiente Maestro Antonio Depau provvede alla fusione della corona e diadema della Vergine Assunta.[15], ricevendo la paga di 10 scudi e mezzo per l’opera prestata.

Sotto la data dell’8 agosto 1756 compare un inventario[16] di quanto contenuto nella cassa grande di noce e consegnato alla Nobil Donna Josepha Usay y Despinosa nominata Cameriera dai Consiglieri. Da questo documento risulta quindi che la nomina a cameriera era di competenza del Consiglio, proprietario anche del simulacro e degli indumenti e oggetti preziosi della Vergine Assunta.

Il 6 agosto 1782 sono pagate 20 lire e quindici soldi di moneta sarda al falegname Nicolò Simula per aver provveduto alla fatura dela nuova letera della Beata Vergine dell’Assunzione.[17]

Il 18 agosto 1812 è la data che si legge in una ricevuta di scudi sardi 53.8.3, firmata Antonica Bua di Cagliari per le spese occorse per un abito ricamato in oro per la Vergine SS. dell’Assunta di Iglesias.

Il 18 ottobre 1825 i Consiglieri Avv. Emanuele Pasella Capo Giurato, Avv. Efisio Ravot, Notaio Salvatore Granella e Notaio Antioco Ignazio Manigas, scrivevano al Reverendo Teologo Collegiato Gaetano Catte, Presidente della Parrocchiale di Sant’Anna, incaricandolo di verificare lo stato dell’abito ricamato in oro per la Madonna Assunta che il Monastero di Santa Lucia intendeva cedere. Tanto per decidere se acquistarlo soprattutto in relazione alla lunghezza del vestito da adattare “al simulacro che si ha in questa Città non tanto piccolo.”[18] L’acquisto era probabilmente mirato ad avere un vestito di riserva rispetto a quello già fatto confezionare nel 1812, e non deve aver avuto seguito non essendo presente alcuna pezza giustificativa.

Seguono una serie d’inventari degli oggetti e vesti redatti nel passaggio di consegne fra una Cameriera e l’altra.

Di particolare interesse è una nota del 21 marzo 1839, dove sono elencati una serie di oggetti ceduti dal Consiglio Civico all’Arciconfraternita del Santo Monte di Pietà: “4 statue sovradorate rappresentanti quattro Angeli”, e l’annotazione che “l’antica cassa in cui si riponeva il simulacro della Vergine Assunta si disfece, e se ne formò una tavola ad uso del Consiglio Civico”. [19]

Il 31 luglio 1851 risulta effettuata la spesa di £ 40 per una parrucca fatta a Cagliari da certo Francesco Perfumo. Nell’agosto 1856 è registrata la vendita della vecchia lettiera, dalla quale si è ricavata la somma di Lire Nuove 48, mentre il 2 aprile 1857 risultano acquistati i nuovi fiori e il materasso.[20]

È datata 15 agosto 1872 la fattura del fabbro Giuseppe Melis che dichiara di ricevere la somma di £ 275 per la ringhiera di ferro per la Vergine Assunta.

Il 23 agosto 1859 è eseguita una sorta di perizia sulla corona della Vergine consegnata all’orefice Giuseppe Pintus Luxi per fonderla e farne una corona imperiale. Ad eseguire l’opera non fu il Pintus Luxi, bensì l’orefice cagliaritano Vincenzo Peluffo che forma una corona d’argento del peso di 24 once (680 grammi) a Lire Nuove 6 l’oncia per un totale di Lire Nuove 144, più 10 Lire per la doratura e 100 lire per la manifattura, come risulta dalla ricevuta datata 6 settembre 1860.[21]

Le Consorelle o Predilette

Come già detto più sopra, alla vestizione del simulacro dell’Assunta era preposta una donna di nobili origini alla quale era assegnato il titolo di Cameriera, e che era assistita da altre donne della nobiltà. Il primo nome che abbiamo trovato è quello della Nobil Donna Francesca Pintus y Salazar, Cameriera nel 1715, seguito da quello della Nobil Donna Josepha Usay y Despinosa, che era Cameriera nel 1756. Il nome successivo lo troviamo solo nel 1817 in una lettera che il Consiglio indirizza al Viceré per segnalare l’abuso da parte delle Nobil Donne della famiglia Corria.[22] Deceduta Donna Michela Corria nata Crobu, regolarmente nominata Cameriera dal Consiglio Civico, le subentrarono le figlie Donna Giuseppa e Donna Vincenza Corria, che avevano depositato vestiti ed arredi presso il loro genitore Don Giuseppe Corria. Poiché nel frattempo era deceduta Donna Vincenza, ed essendo Donna Giuseppa sposata e residente a Cagliari, avvenne che il 14 agosto 1816 Don Giuseppe Corria spedì a vestire il simulacro della Vergine la serva, facendo inorridire le Nobili Consorelle che irritate tornarono alle loro case. Poiché il Nobile Corria padre nicchiava nel rendere gli oggetti dell’Assunta, e non era mai stata nominata Cameriera la figlia Donna Giuseppa, il Consiglio chiedeva l’intervento del Viceré per ottenere la restituzione.

Il comportamento della famiglia Corria induceva il Consiglio Generale a prendere una drastica decisione. Il 1° maggio 1847 fu deliberato che l’incarico di Cameriera dell’Assunta dovesse avere durata annuale. Pertanto fu esautorata dall’incarico la Nobil Donna Maria Antioca Corria e demandata al Consiglio Particolare l’incombenza della nomina annuale della nuova Cameriera.[23]

Il 3 dicembre 1847 i Consiglieri scrivevano al Vescovo Giovanni Battista Montixi rendendolo edotto della situazione e sollecitando un suo intervento per redigere l’elenco delle Dame e delle Signore degne di aspirare al rango di Cameriera e di assistenti alla vestizione della Vergine Assunta.[24]

Rispondeva il Vescovo il 6 dicembre dello stesso anno comunicando di aver stabilito una Congregazione di Predilette, incaricando il Canonico Penitenziere Teologo Emanuele Melis di redigere, d’accordo con il Consiglio Civico, un elenco di Dame e Signore che aspirassero a far parte della Congregazione.[25] Le aspiranti furono divise in due classi (Dame e Signore); dovevano ogni anno versare una quota non minore di un quarto di scudo; il 13 agosto e la mattina successiva, la Conservatrice doveva recarsi nella sala predisposta dal Consiglio per vestire nel modo migliore il simulacro della Vergine; il 22 agosto, passata la festa, alla presenza del Deputato Ecclesiastico e del Consiglio Civico, dovevano essere estratte a sorte due nuove Conservatrici, una per ogni rango, con pari dignità, con esclusione di quelle non in regola col pagamento della quota fissata. Il Vescovo il 21 agosto 1848, predisponeva un regolamento composto di 15 articoli riportante le su indicate prescrizioni. L’ultimo articolo aboliva le questue in Città e fuori fino ad allora effettuate dal braccio maschile degli Operai dell’Assunta i quali provvedevano alla raccolta del grano.

I Simulacri della Vergine Dormiente ad Iglesias

Purtroppo non possediamo documenti certi per datare il simulacro dell’Assunta che una volta era nella Casa Comunale e ora è custodito nella Chiesa Cattedrale. Rifacendoci alla data del primo documento trovato dovremmo pensare che si tratti di un simulacro della fine del Millecinquecento.

Iglesias, oltre a quello, possiede altri due simulacri: uno nella Chiesa della Purissima e un altro, piccolo, nella Chiesa di San Francesco.

Di quello della Purissima, che al contrario degli altri due ha la caratteristica di mostrare il volto della Vergine con gli occhi socchiusi, abbiamo un documento dal quale risulta l’acquisto fatto a Napoli, nel 1738, dal Gesuita Padre Rettore Domingo Piras, con la spesa di 37 lire e mezzo de “la cara, manos y pies”.[26] (faccia, mani e piedi).

Il più piccolo è quello custodito nella chiesa di S. Francesco, di provenienza ignota. Si sa che fino a non molti anni fa era in possesso della famiglia Osana, che l'ha regalato ai Padri Conventuali. Non conosciamo la data della sua manifattura, ma da una scritta nei sandali d’argento è possibile ipotizzare sia la primitiva proprietà sia il secolo di costruzione. In entrambi i sandali si legge inciso: “M.R.P. Antiogo de Iglesias hizo hazer” (il Molto Reverendo Padre Antioco da Iglesias fece fare). Ora, è noto che solo i Padri Cappuccini rinunciavano al nome proprio e al patronimico, per cui dobbiamo ritenere che Padre Antioco fosse un Cappuccino, e che il simulacro appartenesse a quell’Ordine. Inoltre, la lingua usata, il catalano, ci riporta al 1700, e anche se non abbiamo una data precisa, l’abbiamo almeno indicativa. Peraltro, dai documenti, risulta che un Padre Antiogo da Iglesias sia stato Provinciale dell’Ordine nel 1747, e che fosse presente come ex nel Convento di Iglesias nel 1766.[27]

I Candelieri

Nel 1993, in un ripostiglio della Cattedrale di Iglesias, è stato rinvenuto un pezzo di legno lavorato a colonna alto m. 2,20 che è stato definito antico candeliere processionale. Più esattamente si tratta del vecchio porta cero pasquale mandato in pensione dal Vescovo Pirastru che lo ha sostituito con uno di metallo nel cui piede è riportato il suo stemma e motto In Cruce victoria. A seguito del rinvenimento del reperto, ha avuto inizio la costruzione di otto pesanti candelieri che il giorno dell’Assunta sfilano portati faticosamente in processione da volontari. Essendo ormai in uso da 15 anni, la sfilata dei Candelieri è diventata un richiamo per i turisti che affollano la città, il che compensa il falso storico sul candeliere mentre ricorda giustamente l’offerta dei ceri che già in antico la città tributava alla Vergine Assunta.

http://notedarchivio.myblog.it/ Il blog su Iglesias di Francesco Cherchi











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Gli specchi farebbero bene a riflettere prima di rimandarci la nostra immagine.
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laier
Salottino
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mamma mia mc...
hai preso l'articolo della persona più nemica e meno informata sui candelieri....ahahahahah











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Tramonto a Porto Cauli - Masua

Iglesias (CI)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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McCurry
Salottino
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Inserito il - 11/08/2009 : 15:42:48  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di McCurry Invia a McCurry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non prendertela Laier, capisco che non ti faccia piacere leggere che ......

Nel 1993, in un ripostiglio della Cattedrale di Iglesias, è stato rinvenuto un pezzo di legno lavorato a colonna alto m. 2,20 che è stato definito antico candeliere processionale. Più esattamente si tratta del vecchio porta cero pasquale mandato in pensione dal Vescovo Pirastru che lo ha sostituito con uno di metallo nel cui piede è riportato il suo stemma e motto In Cruce victoria. A seguito del rinvenimento del reperto, ha avuto inizio la costruzione di otto pesanti candelieri che il giorno dell’Assunta sfilano portati faticosamente in processione da volontari. Essendo ormai in uso da 15 anni, la sfilata dei Candelieri è diventata un richiamo per i turisti che affollano la città, il che compensa il falso storico sul candeliere mentre ricorda giustamente l’offerta dei ceri che già in antico la città tributava alla Vergine Assunta.

Ma se, come hai detto tu ... Il Breve fa storia .....

Nel Breve, al capitolo XLVII, è regolamentata l’offerta degli otto ceri da farsi alla Madonna nella ricorrenza del 15 agosto, indicandone per ciascuno il peso, la forma e la composizione, nonché l’ordine di presentazione di ogni cero alla chiesa di Santa Chiara, alla quale i ceri dovevano essere portati senza incontrare intoppi durante il tragitto dovuti alla presenza di tictarelli o bordoni nelle rughe et chiasse (piccoli porticati davanti alle case, strutture aggettanti formate con assi di legno e con travi; vie e vicoli.

Come vedi si parla di ceri ... come quello di Dolianova, Siurgus Donigala ecc. ... i candelieri sono ben'altra cosa.

Ma se preferisci qualcos'altro sul Breve .....


Trascritto dal Conte Carlo Baudi di Vesme, il Breve venne pubblicato postumo nel 1877 dalla Regia Deputazione di Storia Patria unitamente al Codice Diplomatico Ecclesiense, e la prima edizione anastatica fu riproposta nella ricorrenza del centenario dalla Edizioni 3T di Cagliari nel 1977.

A distanza di 130 anni, la Dottoressa Sara Ravani, toscana, conseguendo il Dottorato in Studi Italianistici presso l’Università degli Studi di Pisa nell’anno accademico 2007, ne ha curato la rilettura, rilevando le numerose sviste del Baudi di Vesme e predisponendo un interessantissimo studio linguistico ed un glossario che rendono più comprensibile la lettura del Breve.

Capisco che rischio di diventare antipatico agli Iglesientesi, ma solo la ricerca aiuta a capire, e io qualche volta lo faccio! Scusami











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meurreddu
Salottino
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Gonnesino Doc



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penso che l'offerta dei ceri all'assunta si facesse in ogni paese o quasi della Sardegna .. anche da noi .. è presente una statua del 1700 della Vergine Assunta .. e si offrivano anche qui i ceri in tale ricorrenza ..










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Torre spagnola a Porto Paglia

Gonnesa (CI)

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McCurry
Salottino
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Il gemellaggio di Iglesias con la città di Pisa (e la sua Università) sicuramente contribuiranno a fare un pò più di chiarezza sul testo del "Breve"










Modificato da - McCurry in data 11/08/2009 17:12:45

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Gli specchi farebbero bene a riflettere prima di rimandarci la nostra immagine.
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laier
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mc, se vuoi fare ricerca troverai il Candeliere degli argentieri del 1600
troverai che i candili hanno avuto un'evoluzione e che venivano posti in busti di legno
e che l'antico candeliere ritrovato non può essere un candellabro di 2m per il cero pasquale...
la ricerca si fa con UMILTA',parola dal significato sconoscito a troppi, te compreso











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McCurry
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laier ha scritto:

mc, se vuoi fare ricerca troverai il Candeliere degli argentieri del 1600
troverai che i candili hanno avuto un'evoluzione e che venivano posti in busti di legno
e che l'antico candeliere ritrovato non può essere un candellabro di 2m per il cero pasquale...
la ricerca si fa con UMILTA',parola dal significato sconoscito a troppi, te compreso


Diciamo (in tutta umiltà) che io non ho aggiunto nulla, solo notizie prese da Internet!
Per quanto riguarda i "candelabri" impossibili da 2 metri ..... mi dispiace ma sei poco informato, ce ne sono molto più di quanti tu possa immaginare...
Per l'umiltà .... hai ragione ... a te non fa certo difetto!
Come dire: o siete d'accordo con me o non capite niente! Bravo!











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Inserito il - 11/08/2009 : 18:38:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
hai preso notizie sul breve senza leggerlo..lo trovi gratiutamente su sardegna digital library
non conosci le altre notizie storiche
e quindi ti dico cosa penso
troppo facile parlare per sentito dire senza aver mai letto nulla











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Inserito il - 11/08/2009 : 19:14:13  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
inseriamo il testo "sacro" come dice un personaggio di poco conto (non mc)




















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se voleto posto pure dove si parla del legname...










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