Forum Sardegna - Costume Sulcitano e Iglesiente
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Nota Bene: La più antica attestazione delle launeddas ( il tipico strumento a tre canne della Sardegna) risale ad età nuragica.
Il notissimo "Suonatore Itifallico" ritrovato a Ittiri , oggi esposto al Museo Archeologico di Cagliari, infatti, suona un flauto a tre canne.
Questo fa presumere che i nuragici possedessero un sistema musicale che prevedeva l'accordo di tre note. Si pensi che il sistema musicale dei greci antichi accordava soltanto due note!



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Bryluen
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 31/05/2008 : 02:32:26  Link diretto a questa discussione  Rispondi Quotando
Allora, siccome nell'altra discussione a forze di parlare di panneddu si divaga e il tema li non è quello... ho deciso di aprire questa discussione
Come molti di voi già sapranno, l'abbigliamento del sulcis iglesiente è praticamente identico in tutta l'area, ma le differenze anche se minime ci sono.
Sono gradite anche foto, sia foto d'epoca che recenti, capi originali e via dicendo






 Firma di Bryluen 
Ho detto forse niente draghi viola?? L'HO DETTO??!?!

 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Giba  ~  Messaggi: 281  ~  Membro dal: 02/05/2007  ~  Ultima visita: 09/06/2008

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Bryluen
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 31/05/2008 : 03:42:04  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Io chiaramente parto dal mio

Costume di Giba
La ricerca svolta ha permesso di ricostruire l'abbigliamento popolare in uso dalla prima metà dell'800 circa sino agli anni 30/40 del 900.
Mentre l'abito maschile è rimasto praticamente identico, (considerando che già ai primi del 900 molti uomini vestivano già con abiti "civili") l'abito femminile ha subito delle modifiche, soprattutto per quanto riguarda i copricapi.
La foggia dell'abito è sempre la stessa, per ricchi e poveri, le differenze riguardano le stoffe impiegate in generale, in particolare per l'abito femminile la presenza o meno di ricami e decorazioni varie, l'uso dei gioielli e i diversi copricapi che indicavano anche se la donna era sposata o nubile.

In generale possiamo dire che sia l'abito maschile che quello femminile era piuttosto semplice e rispecchiava l'economia del paese che si basava su pastorizia e agricoltura.

L'abito maschile si differenzia dagli altri costumi della Sardegna perchè presenta al posto del gonnellino dei pantaloni lunghi sino al ginocchio; gli elementi che compongono l'abito sono:
-Sa Camisa camicia bianca di lino o cotone, con maniche ampie, chiusa nei polsini e nel colletto da gemelli in oro o argento
-Su Cossu, gilet nero a doppio petto, chiuso da una fila di bottoni o monetine in argento
-Is Murandasa, mutandoni bianchi di lino o cotone
-Is Craccionisi, pantaloni di orbace nero lunghi sino al ginocchio
-Is Cracciasa, gambali di orbace nero
-Su Cintu, cinto di cuoio
-Sa Berritta, copricapo di orbace nero
-Sa Casacca, giacca di orbace nero, molto semplice, corta ai fianchi senza abbottonatura
-Sa Besti, di montone o capra, corta sino ai fianchi o anche lunga sino ai piedi, che poteva essere indossata sopra la giacca o direttamente sopra il gilet
-Su Sereniccu, cappotto di orbace nero munito di cappuccio, ben rifinito e decorato da intarsi di velluto nero e passamanerie, chiuso sul davanti da alamari (esisteva anche la versione più semplice, senza decorazioni ma comunque con cappuccio)

L'abito femminile invece, al contrario di quello maschile è molto colorato in quanto non vi erano delle precise regole cromatiche e ogni donna era libera di scegliere secondo il gusto personale il colore dell'abito, mentre era ovviamente tassativo il nero totale per le vedove.
l'abito è composto da:
-Sa Camisa, camicia bianca di lino o cotone della quale si vedono solo i polsini, Is Pollaniasa, finemente lavorati all'uncinetto
-Su Gipponi, giacchino molto aderente, chiuso sul davanti da gancetti metallici, con maniche lunghe sino ai polsi chiuse da bottoni in oro o argento (generalmente tre) e decorate, nell'abito festivo con pizzi, merletti, passamanerie o lavorate con perline di vetro (Sa Cuncordia)
-Su Muncaroi De Ciugu, fazzoletto triangolare (o anche un quadrato indossato piegato a triangolo) che aveva la funzione di coprire l'ampia scollatura del giacchino; poteva essere di varie stoffe e colori, generalmente bianco e arricchito da ricami, pizzi e passamanerie con l'abito festivo e spesso dello stesso colore del giacchino con l'abito giornaliero, veniva sostituito dalle donne di ceto più alto con l'abito da gala da Sa Perr'E Sera, sciallino di pura seta con frange elaborate spesso dai colori vivaci e contrastanti tra di loro (es. viola e nero, viola e verde, giallo e verde)
-Sa Fardetta, la sottogonna, generalmente bianca di cotone
-Su Manteu, gonna lunga sino ai piedi, molto ampia, lavorata in vita a pieghe sciolte (Is Tavellasa) o arricciata (A Frungia), liscia sulla parte anteriore
-Su Fantalliccu, il grembiule di colore nero arricchito nell'abito festivo da pizzi, merletti, perline di vetro e paillettes, ricami in nero (o più recentemente con colori molto tenui), lavorato all'uncinetto o a intaglio ecc, oppure molto semplice e munito di una o due tasche con l'abito giornaliero

Per quanto riguarda i copricapi, i capelli venivano generalmente raccolti in una o due trecce poi "avvolte" intorno alla testa e fissate con delle fettucce, coperte da Sa Tocca, una sorta di bandana di cotone di varie stoffe e colori, generalmente di cotone, sopra la quale si indossava Su Muncaroi Mannu, un grande fazzoletto di cotone stampato nei toni del marrone-verde-bordaux, indossato semplicemente ripiegato a triangolo, o ripiegato sulla testa, o ancora avvolto intorno al viso e legato sulla sommità della testa. In inverno sopra al fazzoletto legato in questo modo si indossava Su Panneddu, un copricapo di orbace nero plissettato, lavorato in modo da risultare impermeabile, di lunghezza variabile in base all'altezza di chi lo indossava; la parte che poggiava sulla testa era rifinita con un bordo di velluto bordeaux, nero per le vedove.
Quando su muncaroi mannu veniva usato per andare a messa, o comunque per occasioni discretamente importanti si usava con Sa Scoffia, cuffia rossa legata mediante un lungo nastro di raso rosso fermato con un fiocco sulla sommità della testa o dietro la nuca. Solitamente se ne usava una vecchia, di dimensioni ridotte rispetto a quella per l'abito elegante, da indossare da sola in casa durante i lavori domestici.
Sa scoffia è usata sotto tutti gli altri copricapi:
Su Muncaroi Biancu, velo di tulle o organza ricamato a mano, usato dalle nubili di ceto alto con l'abito festivo o dalle spose; una volta sposata sopra il velo di tulle si indossava Su Pannicciu de Coroi, rettangolo di finissimo orbace tessuto a mano e tinto d'azzurro, usato in tutte le occasioni più importanti quali battesimi, matrimoni ecc ecc.

Verso la fine dell'800 vengono introdotti gli scialli, di tibet e di seta: le vedove più ricche sostituiscono su panneddu con lo scialle di tibet nero, che avvolge tutta la parte superiore del corpo, abito che viene ancora usato dalle anziane vedove in paese; le donne più ricche usano Su Sciallu De Sera, scialle di pura seta come abito festivo e da sposa, mentre le donne di età avanzata sostituiscono il velo bianco (se nubili) o su pannicciu de coroi con Su Sciallu a Matta, scialle di tibet marrone ricamato con motivi floreali (Sa Matta); lo scialle ricamato veniva usato spesso dalla madre della sposa il giorno delle nozze.

Ultima arrivata in ordine di tempo la Mantiglia, introdotta ai primi del 900 usata inizialmente solo dalle donne di ceto più alto il giorno del matrimonio e in seguito in tutte le occasioni più importanti, e conservata per la sepoltura. La mantiglia si diffonde al punto da sostituire definitivamente su pannicciu de coroi, ed'è tutt'oggi indossata dalle donne per matrimoni e feste religiose e conservata per la sepoltura (alcune addirittura non la usano mai e la comprano solo ed esclusivamente per questo). Era ed’é considerata un capo di grande eleganza.

Per quanto riguarda le calzature solitamente le donne andavano scalze, soprattutto in casa, oppure usavano Is Cappusu a Manneggia, zoccoli di legno con tomaia a fascia di vari tessuti e colori, e in inverno Is Cappusu Serrausu, ovvero chiusi sul davanti. Le scarpe erano generalmente nere, di cuoio, con tacco basso o inesistente molto semplici senza fibbie, coccarde ecc ecc, generalmente con l'abito festivo venivano indossate con calze di cotone bianco.

Essendo una zona piuttosto povera non si faceva sfoggio di troppi gioielli, a parte alcune, poche persone ricche che amavano ostentare la loro ricchezza ma generalmente i gioielli indossati erano pochi:
Is Arraccarasa, gli orecchini, Sa Gioia, pendente per il collo legato a un nastro di velluto nero, molto lungo, fissato al collo con un fioco a un lato o dietro lasciando cadere i nastri sul petto; Sa Broscia o S'Agulla de Oru, spilla usata per tenere chiuso il fazzoletto sul petto; Is Buttonisi, bottoni per le maniche del giubbetto. Le donne più facoltose usavano Su Gettau, collana in oro e rubini molto lunga che si avvolgeva varie volte intorno al collo. A questi potevano aggiungersi una serie di spille, collane, anelli e amuleti. L'uomo a parte i gemelli per la camicia e per il gilet, spesso sostituiti da monetine in argento, non usava nessun tipo di gioiello.


più avanti descriverò i costumi nello specifico e cerco di mettere qualche foto







  Firma di Bryluen 
Ho detto forse niente draghi viola?? L'HO DETTO??!?!

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Pigiamino

Utente Medio


Inserito il - 31/05/2008 : 11:27:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Pigiamino Invia a Pigiamino un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
per farci capire a tutti noi, l'abito descritto potete postare foto così capiamo meglio e la cosa diventa più comprensibile e interessante!!!!!





 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 282  ~  Membro dal: 09/05/2008  ~  Ultima visita: 13/02/2015 Torna all'inizio della Pagina

Bryluen
Salottino
Utente Medio



Inserito il - 01/06/2008 : 01:12:37  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
certo poi inserisco anche un pò di foto







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Ho detto forse niente draghi viola?? L'HO DETTO??!?!

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Salomè

Nuovo Utente


Inserito il - 02/06/2008 : 01:03:44  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Salomè Invia a Salomè un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
da una mia personale ricerca storico-anagrafica e' risultato che masainas tra il '600 e il '700 ha avuto un incremento della popolazione,trasformando le case sparse dei medaus in un piccolo centro urbano.agevolata dalle condizioni climatiche e dalla scomparsa di alcune malattie epidemiche come la peste,l'agricoltura riceve nuovi impulsi e attrae nelle campagne molti cittadini provenienti sopratutto da iglesias,in minor misura anche da centri barbaricini,come poi risulta dagli atti di nascita di molti masainesi di quel periodo.qualcuno fece anche fortuna,diventando grande possidente e creando veri e propri latifondi.certo si trattava si una societa' agropastorale,dove pertanto per ovvie ragioni era del tutto assente una vera e propria classe borghese.al massimo qualche possidente..per il resto servitori e serve,vaccari,pastori e servi pastori...
non credo che masainas fosse un eccezione a questo "ripopolamento".il vestiario e' tradizionalmente quello di iglesias,poi nel piccolo qualcosina puo' anche essere cambiato..piu' nei nomi che nella realta' dei fatti(ad esempio,alcune persone anziane di villarios chiamavano carenàcciu su sereniccu).iglesias aveva un costume maschile piu' elegante ma nello stesso tempo simile a quello piu' povero dei piccoli centri,tra cui le stesse decadute palmas e tratalias.il costume credo fosse quello dei miliziani,che in realta',correggettemi se sbaglio,era gente comune ma un po' benestante tanto da permettersi un cavallo e qualche arma da battaglia...arruolati a difesa della citta' e di altri paesi da attacchi pirateschi dei saraceni e non solo..






 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 25  ~  Membro dal: 29/05/2008  ~  Ultima visita: 30/01/2009 Torna all'inizio della Pagina

laier
Salottino
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Inserito il - 02/06/2008 : 16:13:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IGLESIAS

Is Nostradas (borghesia- nobiltà)

DESCRIZIONE: gonna ampia a piegoni (tavellas)di seta, di broccato, di velluto, di taffetà, di stoffe damascate, denominata "su Manteu". Corpetto (su gipponi)di color amaranto o di raso rosso con ricami o applicazioni colorate, molto eleganti, sul quale viene incrociata "sa Perra", delicato fazzoletto di seta, triangolare con frangia elaborata; nelle maniche del corpetto bottoni d'oro o d'argento, a forma di melagrana o di mammella. Sul capo una bellissima cuffia di raso rossa, una mantiglia bianca (o fazzoletto) "su Munkadori Bianku" di tulle o di mussola, finemente ricamato, annodato sul seno e simbolo dell'indissolubilità del matrimonio, con sopra la celebre "Mantilla" (copricapo di antica origine iglesiente) di raso azzurro e bianco (nero e bianco per le vedove). Grembiule (su panneddu o deventali) nero o di altro color scuro, di broccato o di seta o di pizzo, lungo (nelle signorine è corto). Una caratteristica camicia, con ampie maniche con "is Polanias", e una elegante sottogonna completano il corredo. Sono elementi particolari:un ventaglio e un fazzolettino ricamato, bianco.









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Tramonto a Porto Cauli - Masua

Iglesias (CI)

..un altro meraviglioso angolo di Sardegna

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laier
Salottino
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Inserito il - 02/06/2008 : 16:15:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IGLESIAS

“Is Massajas antigas” (ricche contadine o proprietarie terriere - abito di gala)

DESCRIZIONE: gonna di orbace o di lana pettinata, rossa o verde scuro, interamente plissettata a mano, con una tipica bordatura, più in basso della vita; gonna bellissima e ampia, denominata “Sa Mesu Grana”, di probabile origine greco – bizantino,come il copricapo. Corpetto di stoffa pregiato di color rosso scuro (“Su Pannu Gottu”) con maniche di broccato antico o dorato, impreziosito da numerosi bottoni d’oro. Fazzoletto triangolare di seta per fasciare il seno. Sul capo una caratteristica cuffia di raso azzurro (a differenza de Sa Nostrada che la portava rossa), un fazzoletto di tulle ricamato annodato sul seno ,simbolo dell'indissolubilità del matrimonio, e sopra un ampia mantelletta di orbace fino o di panno (di color bianco o celestino) denominato “Su Pannicciu de Korò”, grembiule nero o a disegni dai colori tenui, scarpette nere o di broccato.









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Tramonto a Porto Cauli - Masua

Iglesias (CI)

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laier
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Inserito il - 03/06/2008 : 17:55:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
vedova di Iglesias

A differenza de Sa Nostrada sposata, ha la cuffia nera, come pure la mantiglia e tutto l'abito, solo Sa Perra e il fazzoletto di tulle sono di colore bianco.
i gioielli sono d'argento



ps: foto tratta dal sito http://flickr.com/







Modificato da - laier in data 03/06/2008 17:58:30

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Tramonto a Porto Cauli - Masua

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drFolk
Salottino
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Inserito il - 03/06/2008 : 18:26:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di drFolk Invia a drFolk un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il costume de is massajas antigas mi garba umbè. si può vedere qualche foto del corpetto in pannu cottu e lampasso?






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Lollove

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laier
Salottino
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Inserito il - 03/06/2008 : 18:34:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ma vuoi vedere una foto solo del corpetto?perchè è tutto rosso tranne il manicotto






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drFolk
Salottino
Utente Senior



Inserito il - 03/06/2008 : 18:42:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di drFolk Invia a drFolk un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sì, e magari anche de sa mesu grana, e poi de sa camisa... Sai com'è, tutto cperto da panniccius e perras varias... voglio farmi un'idea dell'insieme. Se puoi, ti ringrazio molto.






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Lollove

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Salomè

Nuovo Utente


Inserito il - 03/06/2008 : 18:44:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Salomè Invia a Salomè un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Laier potresti descrivere anche l'abito maschile, il corpetto per esempio ad Iglesias lo usate in panno blu e/o anche nero di orbace? E le bordure di che colore le usate?





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laier
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Inserito il - 03/06/2008 : 18:49:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
dr folk ha scritto:

Sì, e magari anche de sa mesu grana, e poi de sa camisa... Sai com'è, tutto cperto da panniccius e perras varias... voglio farmi un'idea dell'insieme. Se puoi, ti ringrazio molto.


appena posso faccio le foto e le posto







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laier
Salottino
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Inserito il - 03/06/2008 : 19:01:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
“Is Meurreddus” Di Iglesias

Gli uomini (“is meurreddus” per il colore nero dell’abito) usano un costume, differente da quello degli altri sardi: le brache (“is ragas”) a campana, lunghe di orbace, fin sotto le ginocchia su calzoni bianchi di lino o di tela. Coprono le scarpe e le gambe con “is craccias o crazzas” (calzettoni di panno o di orbace).
La cintura è di cuoio lavorato artisticamente o una fascia di seta su cui stava la daga o uno spadino dalle linee eleganti.
Indossano un corpetto di panno nero (vedovo), nero con bordi rossi (messajedus-contadini) o blu notte con bordi blu oppure azzurro (ricchi proprietari) con bottoni d’oro o d’argento (nell’ abito dei vedovi) di due tipi: “is tundus”, simili a quelli femminili, più piccoli, e “is larus”, di forma piatta con un fiore o una spiga al centro.
Sul capo “Sa Berritta” di panno nero con una bandana arabescata rossa che si può usare anche sulla cintura. Anticamente era usato, dai ricchi proprietari, in occasione delle nozze o delle ricorrenze solenni, pure “Su Sombreri”, capello di feltro nero o grigio a larghe falde, con una retina di seta nera. Altri elementi del corredo maschile: “Su Serenikku”, bello ed elegante, tipo di giaccone con cappuccio; “Su Gabbanu”, cappotto con cappuccio; “s’’esti o besti de peddi”;
la camicia bianca è tipicamente iberica, come l’abito, con ampio colletto e maniche abbastanza larghe,inamidate





foto gentilmente concesse dal mitico meurreddu


foto tratta dal sito www.portalinos.it







Modificato da - laier in data 03/06/2008 19:06:44

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jennifer402

Utente Medio


Inserito il - 03/06/2008 : 19:10:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo Invia a jennifer402 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Laier visto che tutti ti chiedono qualcosa, un giorno mi faresti indossare l'abito de sa massaja antiga???? però voglio pure le scarpe rosse....





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laier
Salottino
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Inserito il - 03/06/2008 : 19:14:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di laier Invia a laier un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ti piace quel costume?chi lo indossa dice che è bellissimo ma è faticoso da portare...ti farò certamente sapere
scarpe rosse non ne abbiamo...siamo sempre più poveri







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