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kigula
Moderatore
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Inserito il - 08/02/2008 : 12:53:00
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| fulca ha scritto:
Uluburun è un caso eclatante di nave "micenea" , comunque di un popolo avvezzo alla navigazione, non solo rame e stagno, ma ambra, avorio in zanne e lasciapassare autorizzati niente meno che dal faraone d'egitto. Queste non sono fantasie ma dati reali sul contenuto di questa nave. Ora stabilire chi fossero i marinai sta venendo difficile anche a chi ci lavora, comunque è un buon punto di partenza.
a presto
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come fai a dire che il relitto di Ulu Burun era una nave micenea? Difficile sapere l'origine di una imbarcazione protostorica che portava mercanzie di varie provenienze. C'è chi dice venisse da oriente, chi da Cipro, chi lo vede come nave Shardana, ma finora non è stato accertato niente(almeno a quel che so). Se sai com'è stata accertata la provenienza dell'imbarcazione ti prego di farmelo sapere perchè mi interessa. Dai materiali mi sembra proprio difficile perchè a bordo c'era di tutto.
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Modificato da - kigula in data 08/02/2008 12:53:30 |
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 08/02/2008 : 13:07:35
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In una discussione con foto e documenti riferite al RELITTO DI ULUBURUN è anche precisato che i lingotti, se pur eseguiti con rame cipriota, riportavano i TIMBRI DI FABRICHE SHARDANA, come altri ritrovati in sardinia. normale. siamo nel 1335 a.C. ... gli ERCLIDI (SHARDANA e AKAYASA) avevano conquistato cipro e creta da almeno un secolo prima. (Simonide di Ceo e Plutarco). shar
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Modificato da - Adelasia in data 08/02/2008 17:00:13 |
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"SOS SHARDANA RIBELLES KI NEMOS PODET BINKERE" (RAMESSU II) www.shardana.org
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 08/02/2008 : 13:10:48
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| Grodde ha scritto:
Le isole Cassiteridi dovrebbero essere le attuali Isole Scilly, isole molto ricche di giacimenti di stagno, è un arcipelago che si trova sulla punta della Cornovaglia, chiamate Ynysek Syllan nell'antica lingua celtica della Cornovaglia. Ne parla per la prima volta il navigatore greco Pytheas di Marsiglia, che esplorò i mari del nord Europa.
tratto da wikipedia :
Pitea non fu la prima persona a intraprendere una navigazione dei territori del Mare del Nord e intorno la Gran Bretagna. Verso il 550 a.C. lo aveva preceduto il cartaginese Imilcone. I commerci tra i Galli e la Gran Bretagna erano già molto fiorenti; pescatori e altri naviganti viaggiarono fino alle Orcadi, Norvegia o le Shetland. Il romano Avieno, che visse nel quarto secolo, menziona un precedente viaggio greco, stimandolo intorno al VI secolo a.C.
Una recente ricostruzione congetturale del viaggio di Pitea lo vede partire da Marsiglia e successivamente approdare a Bordeaux, Nantes, Gibilterra, Plymouth, le Isole Scilly (le mitiche "Cassiteridi" ricche in miniere di Stagno), Cape Pollurion ("Belerium" vicino al Lizard's End in Cornovaglia), ove fece tappa e visitò le miniere di stagno, l'Isola di Man, Ebridi, Orcadi, Islanda, la costa est della Gran Bretagna, il Kent, l'arcipelago dell'Helgoland, ed infine il ritorno a Marsiglia.
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Io più che "dovrebbero essere" direi "potrebbero essere", non è facile identificare oggi i toponimi dell'antichità. La geomorfologia dei luoghi poteva essere diversa e quindi quelle che vengono definite isole oggi potrebbero non esserlo, posso fare l'esempio della penisola su cui sorge la spagnola Cadice che nell'antichità era costituita da tre isole. Anche la percezione geografica poteva essere diversa diversa dalla nostra considerati i mezzi a disposizione. Isole Cassiteridi secondo alcuni potrebbe identificare tutte le isole britanniche.
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fulca
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Inserito il - 08/02/2008 : 14:25:50
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se ci ho messo le virgolette un motivo ci sarà, è un mistero a quale popolo la nave sia appertenuta ma quello che mi interesserebbe sapere appunto sono le analisi del rame ritrovato nell'imbarcazione, dalle analisi si può risalire con ragionevole dubbio alla zona di estrazione, le pelli di bue cosidette non ne ho mai viste di bronzo pronte all'uso, sempre di rame puro, di panelle a forma di coccoi in bronzo di quelle ne ho viste. Comunque che usasessero l'olio d'oliva come combustibile mi è nuova, addirittura prima ancora che per uso alimentare, incredibile.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 08/02/2008 : 19:03:45
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| fulca ha scritto:
Dove posso reperire codeste analisi di 123 bronzi? io conosco solo il lavoro fatto sulle navicelle davvero ben fatto della dottoressa Anna De Palmas, dove sono riportate fedelmente le analisi del bronzo. Ah a proposito consiglio tutti di leggerlo così ci si fà un'idea della maestria usata per l'assemblaggio delle varie parti delle "lucerne" a forma di nave. Io non ho detto che le torri appartengano a quel periodo, sarebbe troppa grazia San Gennà, d'altronde mi sà che le datazioni a riguardo siano difficili, la pietra non ha il processo di decadimento del carbonio e i suoi isotopi.
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Nel Journal of Archaeology n° 39 (ISSN 1063-4304, supplemento a ISBN 1-887829-970), oppure chiedendo all'autore Robert Tykot il lavoro. Io ho fatto una ricerca sull'internet, ma non ricordo più l'indirizzo del lavoro (è un autore piuttosto prolifico, anche se è giovane); purtroppo poi, i lavori sono tutti in Inglese. In realtà i bronzetti erano 129, ma 6 sono stati considerati atipici per le elevate percentuali di argento (come è quello di Teti, descritto da Virdis e coll. e conservato al Museo di Cagliari), oppure di zinco (cosa che in un primo momento aveva fatto pensare a falsi). Ricordo che una ventina di bronzetti sono al British Museum, Uno al Sackler Art Museum dell'Università di Harvard, uno al Museo di Boston, uno al Paul Getty Museum ed uno nella collezione artistica della Tuft University di Medford. Non ricordo gli altri. Un'ottantina sono stati in mostra nel 1980 a Karlsruhe. Se ritrovo l'indirizzo dell'articolo (di cui dispongo) te lo faccio avere. MF
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Modificato da - maurizio feo in data 08/02/2008 19:18:13 |
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fulca
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Inserito il - 08/02/2008 : 20:15:53
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Si ora provo a fare una ricerca, per l'inglese non ho problemi, mi interessano le analisi e la provenienza dei bronzi. Quello che vorrei avere come risposta e se si sà come operavano le officine fusorie, su commessa, per libero mercato, e se da zona a zona emergono differenze evidenti negli elementi compositivi delle leghe. Il mio accanimento nasce dal'esigenza di avere delle basi concrete sulle quali studiare. Capire l'interscambio fra il rame cipriota e il rame nostrano, perchè se lo scambiavano. Come riuscivano ad arrichire il rame senza conoscere un sistema di flottazione, se usavano un frazionamento dalla ganga originale fino ad arrivare a percentuali di rame puro pari al 90% parlo del rame sardo che è estratto dai solfuri e quindi assolutamente non puro. Una tecnica potrebbe essere unfrazionamento ottenuto per diversi livelli di combustione, attenti parliamo di tecniche assai raffinate e nello specifico con conoscenza di metodi per arrivare a temperature specifiche e mantenerle per determinati tempi di esposizione al calore. Tutte domande che potrebbero portarci a capire molto di più sui nostri avi.
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fulca
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maurizio feo
Salottino
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Inserito il - 08/02/2008 : 20:28:33
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| fulca ha scritto:
Come riuscivano ad arrichire il rame senza conoscere un sistema di flottazione, se usavano un frazionamento dalla ganga originale fino ad arrivare a percentuali di rame puro pari al 90% parlo del rame sardo che è estratto dai solfuri e quindi assolutamente non puro. Una tecnica potrebbe essere unfrazionamento Tutte domande che potrebbero portarci a capire molto di più sui nostri avi.
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Sembra che tu debba dare inizio ad una nuova impresa industriale! Scherzo, ma ho trovato il sito: ci vorrà molta pazienza però. Cerca "Tykot" su Google; la prima voce che ti comparirà nell'elenco è la home page; in giallo, in piccolo, clicca su "publications". Ne troverai molte sull'ossidiana ed altre interessanti che riguardano la Sardegna. Prima o poi (non chiedermi dove), c'è anche l'articolo che citavo. Buon lavoro...
Ah, ma sei bravissimo: mentre io scrivevo tu già l'avevi trovato... MF
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Modificato da - maurizio feo in data 08/02/2008 20:29:53 |
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fulca
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Inserito il - 08/02/2008 : 20:37:52
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bè i motori di ricerca so' come funzionano, scherzo ho visto che ha lavorato molto in sardegna il Sig. Tikot. bene bene rispolveriamo l'idioma britannico và.
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fulca
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Inserito il - 08/02/2008 : 20:44:30
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http://www.iipp.it/?p=445
la conoscenza ha un suo costo.
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