Nota Bene:La prima ferrovia della Sardegna - Congiungeva la miniera di San Leone al pontile della maddalena (Capoterra) dove il minerale era imbarcato su appositi velieri con destinazione Marsiglia e Corsica. La ferrovia che aveva una lunghezza totale di 15 chilometri e 400 metri fu inaugurata il 20 novembre 1862 dal principe Umberto di Savoia.
Carinissimo Rebeccu e bravissime Miss e Asinella, siete state egregiamente complementari nel descrivere cosi' accuratamente questo borgo. Ottima collaborazione.. Siete prenotabili come accompagnatrici per un tour primaverile??? Sarebbe meraviglioso.
A pochi chilometri da Rebeccu nella strada che ci conduce al nuraghe di Santu Antine a Torralba è possibile osservare il vulcano di Monte Cujaru, che vedete sotto nella foto, che a causa della sua recentissima età,conserva la sua forma non ancora alterata dagli agenti erosivi......
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Questo è il panorama che si vede dalla terrazza di Rebeccu....
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UtBlocc
Utente Bloccato
Inserito il - 29/01/2008 : 08:23:35
Asinella, complimenti per il video, complimenti anche a Bachis. Monte Cuyaru e proprio quì che nel 1946, col secondo governo De Gasperi e Antonio Segni ministro dell'agricoltura, fu emanato un complesso di leggi per realizzare il progetto di riforma agraria. La riforma venne attuata in Sardegna quindi anche a Monte Cujaru grazie a uno stralcio dal disegno generale e, nel maggio del 51, nasceva l'Etfas, Ente per la trasformazione fondiaria e agraria in Sardegna.Il progetto prese forma con l'esproprio delle terre incolte, l'esecuzione di vasti e organici piani di colonizzazione e di trasformazione, la creazione di importanti infrastrutture. Ebbero luogo colossali lavori di bonifica. Zone paludose impraticabili furono liberate dagli acquitrini. La realizzazione di dighe, canali, acquedotti e strade diede alle campagne un volto nuovo.
Seguirono lavori di spietramento, (a Monte Cujaru si camminava sulla "pedra fumiga") furono impiantate fasce frangivento e iniziò la messa a coltura delle terre. Una vasta superficie fu impiantata con vigneti, oliveti, agrumeti, frutteti e boschi, i muri a secco ancora oggi visibili, furono tirati su con la pietra vulcanica ( pedra fumiga). I pascoli furono migliorati e si realizzarono seminativi asciutti e irrigui. Oltre 500 ettari di terreno erano pronti per essere consegnati ai contadini. Le case costruite erano trenta, gli abitanti un centinaio circa, Un'altra importante serie di opere era costituita dalla rete di infrastrutture essenziali non soltanto alla coltivazione della terra ma anche alla stessa vita dei contadini che vi avrebbero abitato. Naque un paese, dotato dei servizi indispensabili per la vita civile degli assegnatari, con scuole, strade, acquedotti .Gli assegnatari si insediarono nelle campagne dando vita ad un tessuto sociale rurale fino ad allora poco presente. Ogni assegnatario aveva l'obbligo di coltivare il fondo e doveva dimostrare di essere in grado di produrre quantità minime tali da garantire un reddito per il sostentamento familiare. In ogni caso doveva conseguire rapidamente ogni possibile conoscenza in materia tecnica, di gestione aziendale e di adattamento ad una nuova vita comunitaria.
La riforma non era conclusa. Numerosi interventi furono effettuati per organizzare nel modo più idoneo la vita aziendale, familiare e collettiva dei nuovi agricoltori. Numerose iniziative, rivolte agli assegnatari e alle loro famiglie, elevarono il livello culturale generale nelle campagne e diedero impulso all'attività produttiva del settore.
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Dopo aver lasciato il bivio per Monte Cujaru, di cui miss ha raccontato la storia nel dopoguerra e di cui sembra proprio affezionatissima, procediamo lungo la strada che da Santa Lucia, ci porta verso la 131, quindi verso Sassari, incontriamo sulla sinistra il nuraghe di Santu Antine, risalente all’età del bronzo. Si tratta di un edificio preistorico, che rappresenta una delle testimonianza più significative dell’età nuragica in Sardegna. Ci troviamo nel comune di Torralba, paese con meno di 400 abitanti in cui è possibile visitare un ricchissimo museo e delle vasce in cui le donne si recavano a lavare.
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Ops.. avevo dimenticato di farvi vedere un particolare delle case di Rebeccu, vicino alle case cera " sas piccasa", che erano state fatte nella roccia per bere le galline che gironzolavano nel paese, ecco qui la foto....
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