Autore |
Discussione |
Ammutadori
Salottino
Utente Senior
|
|
cruculeu
Nuovo Utente
|
Inserito il - 14/12/2007 : 18:53:36
|
Piccolo contributo Uno dei problemi più noti e meno chiaro dell storia delle tradizioni popolari di Sardega:l'esistenza o no delle accabadoras,di donne cioèalle quali si sarebbe ricorso nei casi di una troppo lunga agonia, di un trapasso inevitabile, per porre fine alle sofferenze ormai inutili del moribondo. La crudeltà e l'inconcepibilità dell'usanza per una mentalità moderna,forse più che un'indagine sistematica, hanno fatto escludere a priori la cosa. William Henry Smyth,scrittore documentarista, nel 1828 riferisce che :"Nella Barbagia vi era la straordinaria usanza di strozzare una persona morente nei casi disperati: quest'atto era compiuto da una salariata chiamata << accabadora>> o finitrice, ma il costume fu abolito sessanta o settanta anni fa dal Padre Vassallo che visitò quei distretti come missionario". cruculeu
|
|
|
Regione Lombardia ~
Prov.: Milano ~
Messaggi: 35 ~
Membro dal: 16/04/2007 ~
Ultima visita: 28/10/2011
|
|
|
Muddy Waters
Nuovo Utente
|
Inserito il - 15/12/2007 : 21:16:46
|
La famiglia al completo aveva deciso che così non si poteva andare avanti, che ormai l'unica soluzione era quella estrema: il ricorso a s'accabadora. L'accabadora, appena consultata, volle per prima cosa assicurare la propria coscienza che l'ammalato fosse grave e che non ci fossero speranze, poi assunse le fattezze di una sacerdotessa e impose con forza di accettare l'inevitabile, di arrendersi alla fatalità e aiutare il trapasso "difficile" dell'ammalato. «La morte è un po' come la nascita... - disse s'accabadora - certe volte ci vuole il taglio cesareo e certe volte il parto è spontaneo... Così a volte si muore al volo ed altre volte si rimane inutilmente attaccati ad una vita che non c'è più...”. L'intera famiglia rimase assai colpita dall'esposizione de s'accabadora e dolorosamente acconsentì che si andasse avanti nella contrattazione. S'accabadora non voleva quattrini, dare la morte non ha prezzo, ma esigeva gratitudine e apprezzamento per la sacralità del suo mestiere. Così si decise che l'indomani l'ammalato avrebbe finito le sue sofferenze terrene. Il problema era che l'ammalato non aveva nessuna intenzione di porre fine alla sua esistenza e dichiarava che le sofferenze erano sì, gravi, ma non insopportabili. La moglie fu irremovibile: «La notte ti lamenti sempre che quel mal di denti ti fa impazzire e che preferiresti morire piuttosto che sopportarlo ancora un minuto!». «Ma sono cose che si dicono così... tanto per dire...» replicò confuso l'ammalato. «Un vero uomo non si rimangia la sua parola...» ribatté acida la moglie. «Ma cara... - piagnuccolò l'ammalato - ti giuro che mi curerò, andrò dal dentista e mi farò curare questa brutta carie... ma non voglio morire per questo dolore isopportabile!». «Troppo tardi... - disse la moglie guardando fuori della finestra - ormai s'accabadora ha ricevuto la consegna di operare... e soltanto il l'arcivescovo o il papa in persona la può revocare...». L'ammalato non fece in tempo a protestare oltre... neanche riuscì a capire che quella che spariva era la sua vita... che quel cuscino che stringeva sulla guancia a lenire il gonfiore della guancia sempre più si schiacciava e lo soffocava... S'accabadora tenne schiacciato il cuscino sul volto dell'ammalato per una decina di minuti, voleva essere sicura che quello non si riprendesse. Le era capitato altre volte, sembravano morti e andati e invece dopo un po' riprendevano a tossire, respiravano con fatica e chiedevano dell'acqua... E allora, pur con estremo dolore, bisognava rimettere in atto l'esecuzione andata male e questa volta premere bene il cuscino sul volto dell'ammalato e lasciarlo asfissiare per almeno un quarto d'ora, anche 20 minuti, la sicurezza non è mai troppa, senza stancarsi di premere bene. Non sono consentiti altri metodi di soppressione dell'ammalato perché sarebbe un omicidio bello e buono.
|
|
|
Regione Sardegna ~
Messaggi: 45 ~
Membro dal: 13/12/2007 ~
Ultima visita: 08/01/2008
|
|
|
Casteddaia
Salottino
Utente Senior
|
Inserito il - 15/12/2007 : 21:43:17
|
Ma questa è una barzelletta? lella
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Cagliari ~
Città: cagliari ~
Messaggi: 1405 ~
Membro dal: 13/04/2006 ~
Ultima visita: 25/04/2011
|
|
|
Anurai
Nuovo Utente
|
Inserito il - 15/12/2007 : 22:04:55
|
Ti ringrazio per aver postato questo racconto. In effetti conoscevo il nome s'accabadora, ma non avevo ben capito quale funzione avesse. Mi ha fatto venire in mente i raccnti che si fanno sugli anziani del popolo degli inuit, eschimesi (o groenlandesi), quandos entivano fosse giunta la loro ora, per non essere di peso alla comunità, si allontanavano fra i ghiacci. E che dire delle usanze che ci hanno raccontato i libri di storia sull'antica Sparta o sull'usanza che ancora oggi pare ci sia in Cina di abbandonare a un sicuro destino di morte le nenonate femmine? Io non trovo così raggelante questo racconto. Racconta di un mondo in cui bisognava essere pratici in cui non esisteva la mutua e in cui i moribondi soffrivano più di oggi perchè non esistevano gli anestetizzanti odierni. Io non la vedo come un'assassina Ma come una donna che aveva il coraggio di una pietà difficile da mettere in pratica.
Lunedi mi metto a dieta
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Oristano ~
Città: Oristano ~
Messaggi: 33 ~
Membro dal: 14/09/2007 ~
Ultima visita: 22/03/2008
|
|
|
Muddy Waters
Nuovo Utente
|
Inserito il - 15/12/2007 : 23:10:26
|
| Casteddaia ha scritto:
Ma questa è una barzelletta? lella
|
La realtà supera l'immaginazione. La fantasia umana è limitata, per quanto vi sforziate di pensare cose improbabili e assurde ecco che arriva la realtà a superarvi!
|
|
|
Regione Sardegna ~
Messaggi: 45 ~
Membro dal: 13/12/2007 ~
Ultima visita: 08/01/2008
|
|
|
Ela
Moderatore
|
Inserito il - 15/12/2007 : 23:22:45
|
Ma, non mi risultache s'accabadora entrasse in ballo per un mal di denti!!!!E ci credo che il malato non volesse morire!!!!!!!Questa storia mi sembra un paradosso....che io sappia si chiamava "s'accabadora" quando il malato era in fin di vita e non c'era niente da fare!!!!!
------------------------------------------------------------------------------------------------
da casa mia Ela
|
|
|
Regione Marche ~
Prov.: Cagliari ~
Messaggi: 6439 ~
Membro dal: 11/04/2006 ~
Ultima visita: 03/07/2020
|
|
|
Casteddaia
Salottino
Utente Senior
|
Inserito il - 16/12/2007 : 22:33:46
|
hai ragione Ela,sembra una storia non vera mah! lella
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Cagliari ~
Città: cagliari ~
Messaggi: 1405 ~
Membro dal: 13/04/2006 ~
Ultima visita: 25/04/2011
|
|
|
Muddy Waters
Nuovo Utente
|
Inserito il - 17/12/2007 : 00:26:27
|
Purtroppo si tratta di storia verissima, anche se i testimoni dell'evento sono tutti passati "a miglior vita" (agevolati nel difficile passaggio dalla buona accabadora). Infatti non sempre il morituro era una persona di età assai avanzata e dall'agonia interminabile che si voleva abbreviare per pietà umana, no, spesso veniva candidato alla morte anche chi, nel fiore degli anni, in piena salute e amante della vita, risultava scomodo per la famiglia. Un parente antipatico, uno zio che non vuol decidersi a lasciare l'eredita, un nonno che occupa la stanza più bella della casa... e così via. Insomma chi, in coscienza, può affermare di non avere almeno un parente di cui si voglia liberare? Ma solitamente per viltà, per timore dei rigori della legge, o per scrupoli morali, non si pone in atto l'azione omicida e si lascia in vita lo scomodo parente. Ebbene s'accabadora, che dalla sua infinita saggezza comprende le miserie umane, ben si prestava a liberare l'incomodo di parenti attaccati pervicacemente alla vita... e spesso giungeva a liberare dalla vita anche vicini di casa, amici e nemici. Sempre, s'intende, perseguendo l'altissimo ideale dell'eutanasia, mai dando la morte se non per assolvere ad un sentimento di pietà.
|
|
|
Regione Sardegna ~
Messaggi: 45 ~
Membro dal: 13/12/2007 ~
Ultima visita: 08/01/2008
|
|
|
Ammutadori
Salottino
Utente Senior
|
Inserito il - 17/12/2007 : 11:10:37
|
Mi sembra veramente una cavolata..... Se nn lo è citi le fonti per cortesia?
ora ecco:
"Accabbadoras, testimonianza di un emigrato"
ImageVagando per la rete, abbiamo trovato un interessante articolo pubblicato sul "MEssaggero Sardo". Si tratta di una testimonianza diretta di un emigrato Sardo, il signor Giovanni Arcai, il quale afferma afferma di essere stato testimone da bambino «di almeno due interventi della accabbadora, in quel di Cuglieri».
Ne ho lasciato traccia – scrive il sig. Arcai – nelle mie memorie «in attesa della bella signora», non ancora ultimate (dato che ancora l’aspetto) e che lascerò in eredità ai miei nipoti,
Un particolare rispetto era tributato a su murone – il muflone – re della montagna e oggetto di molti racconti fantasiosi. Era un vanto del padre portarsi il figlio in montagna per fargli conoscere il Signor Muflone, attento e immobile come un dominatore sullo strapiombo. I bambini che avevano avuto questa fortuna la raccontavano con orgoglio ai compagni. Ho il ricordo in parte confuso, in parte lucido, della morte di un vecchio muflone, del quale si raccontavano storie ai bambini. Era stato trovato, vecchio e morente, in un bosco impervio Si diceva che il muflone ha la vista acutissima, come le aquile. Invecchiando la perde, tanto da non poter più calcolare la distanza fra un dirupo e un altro. Questo muflone vecchio, ma ancora ardimentoso, aveva sbagliato il salto, finendo dentro un crepaccio profondo con le gambe fratturate.
Era condannato a morire lentamente di dolori e di fame, mentre uccelli e altri animali predatori e milioni di insetti schifosi cominciavano a mangiarselo ancor vivo. Si riunì una sorta di commissione di paesani che possedevano il fucile, “sos accabbadores”, quelli che mettono fine pietosa a una vita. Nella catena di Monteferro, la cui punta supera i mille metri, accadeva tal volta che un cavallo amatissimo si fratturasse una gamba, in un sito donde non era possibile rimuoverlo per curarlo: a parte il fatto che a una gamba rotta di cavallo non si poteva rimediare in alcun modo. Verso sera la commissione si era trovata nella nostra stanza a piano terra, sei o sette persone, compreso Aristeo, presieduta da thiu Zizzu Murtas, che non era un cacciatore, ma gli era riconosciuto rispetto e autorità. Ricordo che erano della partita thiu Bibbia Idda, thiu Antoni Oro ed altri.
Cinque fucili furono messi alla rinfusa sul tavolo e coperti con un telone. Thiu Zizzu Murtas mi ordinò di togliere una cartuccia dalla sua tasca, colma di cartucce, poi trasse a caso un fucile da sotto il telone e lo consegnò a colui che lo riconobbe suo.
Gli fece aprire la culatta e di sua mano vi infilò la cartuccia; nessun altro poteva toccarla, perché non si capisse il peso. con lo stesso rito furono caricati gli altri fucili. Poi tutti uscirono verso il tramonto, a dare morte pietosa al muflone, con una sola pallottola caricata in uno dei cinque fucili.
Così tutti e cinque avrebbero sparato insieme, ma una sola pallottola avrebbe ucciso l’amico onorato: ucciso da tutti e da nessuno. Mentre essi uscivano comparve Cicita, mi trattenne con sè e si fece il segno della Croce, chissà se per il muflone o per colui che non sapeva di avere il fucile caricato con l’unica palla di piombo.
Più avanti negli anni appresi che questo sistema lo avevano acquisito anche i reduci della Brigata Sassari. Gli era stato insegnato dai reales – i soliti carabinieri – quando sul campo di battaglia occorreva fucilare una spia, o un traditore, o chi abbandonava i compagni durante un assalto. Ma anche su queste cose terribili c’erano molti misteri, che venivano nascosti ai bambini.
Però fin da presto i bambini più furbi, e più curiosi di scoprire i segreti dei grandi, imparavano in fretta che c’erano anche le accabbadoras. Erano vecchie donne misteriose che andavano a dare gli ultimi conforti ai malati condannati dalla mala sorte a morte lenta e dolorosa, oppure a stare per tempi lunghi sul letto di morte, immobili e privi di conoscenza, pieni di piaghe e già puzzolenti di escrementi e di pus. A buio fatto l’accabadora entrava nella casa – trovava la porta aperta – si sedeva accanto al capezzale, carezzava la testa del tardo a morire, gli cantilenava il rosario, poi una delle tante nenie per addormentare i bambini. Infine una botta secca sul cranio, con un suo attrezzo avvolto nell’orbace spesso e nero. A seconda dei casi l’accabadora chiudeva la bocca col palmo della mano, stringendo delicatamente le narici con due dita. Ottenuto l’effetto, interrompeva la nenia con uno stacco sincopato, come un singulto, si copriva il capo e il volto col fazzoletto nero e lasciava la casa senza incontrare nessuno, senza ricevere né ricompensa né grazie, né scambiare saluti. Poco dopo un qualche familiare scopriva e annunziava la morte con alte grida di dolore, e venivano accesi i ceri attorno al letto.
Più tardi, al liceo, compresi che le Parche erano le accabadoras di tutti gli uomini, ma meno pietose, irresponsabili, inesorabili, perché toglievano la vita anche ai bambini, senza dolore proprio. Questi misteri venivano, in quei tempi, capiti per istinto, senza meraviglia né paura della morte. E si conservava il segreto. Di sicuro non veniva rivelato né ai reales, né a su zuighe, tanto meno agli estranei, ma neppure al confessore: forse perché sapeva, forse perché si era convinti che non si commetteva alcun peccato né reato, ma una dolorosa azione necessaria.
Più avanti negli anni, sempre al Liceo, appresi che forse obbedivano alla “necessitas” di cui parlò il filosofo Carneade, due secoli avanti Cristo, lasciando ai cristiani questo messaggio: “La terra deve essere restituita alla terra, quando la nostra vita verrà recisa come uno stelo di frumento. Lo comanda la Necessità”. Il termine latino “necessitas” indica la fatalità, il destino uguale per tutti, che detta regole uguali per tutti, che detta regole dall’interno di noi stessi. E si obbedisce, anche senza sapere chi mai fosse Carneade.
Saludi e Trigu http://www.contusu.it http://www.3stops.com http://www.flickr.com/photos/amuttau http://www.myspace.com/contus_antigus
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Cagliari ~
Città: Monserrato ~
Messaggi: 1285 ~
Membro dal: 15/11/2006 ~
Ultima visita: 11/08/2015
|
|
|
Muddy Waters
Nuovo Utente
|
Inserito il - 17/12/2007 : 11:52:12
|
Non solo, ma di recente diversi enti di formazione professionale, l'Enaip, l'Enap e tanti altri, hanno inserito nei loro corsi la qualifica di "Accabadora professionale". Gli studi non sono gravosi e le materie da studiare sono poche ma approfondite: pochi cenni di medicina generale, alcune nozioni sui punti letali da colpire con un colpo secco ben assestato, qualche breve studio di psicologia per meglio comprendere e assistere nel trapasso il moribondo e confortare i familiari. Al termine del corso si sostiene un esame regionale di qualifica professionale (una breve parte teorica ed un'esercitazione pratica effettuata su un vecchio prelevato da ospedali o case di cura) e si ottiene il sospirato diploma di "Accabadora professionale". Con tale titolo si ha diritto di esercitare l'eutanasia (ma anche di dare morte precoce agli elementi di disturbo al pacifico convivere della comunità); esiste un preciso ordine professionale e le iscritte all'albo devono prestare giuramento che toglieranno la vita solo se il morituro la cerca o se la merita. Per maggiori informazioni si invita a contattare i maggiori enti di formazione professionale.
|
|
|
Regione Sardegna ~
Messaggi: 45 ~
Membro dal: 13/12/2007 ~
Ultima visita: 08/01/2008
|
|
|
Ammutadori
Salottino
Utente Senior
|
|
Muddy Waters
Nuovo Utente
|
Inserito il - 17/12/2007 : 13:38:18
|
No, il sacro mestiere de "S'Accabadora" non ha niente da spartire con gli assassini prezzolati, i sicari da strada e così via. È vero che a volte può sembrare che i suoi compiti siano uguali, ma soltanto s'Accabadora agisce con tutti i crismi della legalità, approvata dalla Legge dello stato e invocata dai familiari dei morituri. Per questo tante giovani sarde in cerca di occupazione ben volentieri si dedicano al difficile percorso di studi che le porterà al diploma di Accabadora professionale. In ultimo alcuni ordini religiosi cattolici e diversi ortodossi propongono una speciale investitura sacrale per s'accabadora, che verrebbe ad essere una via di mezzo tra il diaconato ed il sacerdozio, può amministrare l'estrema unzione e raccogliere l'ultima confessione del morituro, ma non può battezzare né dire messa.
|
|
|
Regione Sardegna ~
Messaggi: 45 ~
Membro dal: 13/12/2007 ~
Ultima visita: 08/01/2008
|
|
|
Ammutadori
Salottino
Utente Senior
|
|
Pier Paolo Saba
Salottino
Utente Attivo
|
Inserito il - 22/12/2007 : 17:01:03
|
A "Muddy Waters" in primis, ed a tutti gli amici interessati a questa Storia de S'Accabadora: Secondo la mia versione....
Cari Amici, con tanto interesse e fervore siete intervenuti lasciando traccia dei Vostri pensieri intorno al personaggio in tema, personaggio che, nella mia versione, ha scatenato una ridda di commenti pro e contro questa figura (S'Accabadora), la quale, spesso per convinzione morale, si assumeva l'onere ed il "dovere" di "aiutare" il malato terminale nel trapasso. C'è forse qualcuno di voi disposto a condannare l'operato di questa figura? Credo proprio di no dal momento che costei, o costui in rarissimi casi, si assumeva l'onere di liberare la famiglia dal gravoso compito dell'Eutanasia. Qualcuno doveva assumersi questo compito, per forza, perché il male ed il dolore fisico e morale, più spesso raggiungeva limiti indicibili, per gli uni e per gli altri. Ovviamente, un famigliare difficilmente riusciva di abbracciare tanto coraggio da poter procurare la morte di un congiunto... così nasce la figura de S'Accabadora. A questa figura, non fosse altro che gli obblighi imposti da una falsa morale dettata dalla Religione e dalla Legge, che si schiera al suo fianco, due false formule morali che vivono in stretto connubio, le quali impongono con vero e crudo sadismo la continuità, fino all'estremo, della sofferenza umana, bisognerebbe farle un monumento. Non nego che il metodo/i usato/i da S'Accabadora fossero spesso barbari ed incivili, ma di quale civiltà si può parlare considerando che lo stesso era applicato tanto tempo addietro, quando cioè non esistevano i metodi moderni. L'odierna Medicina, oggi, con una semplice iniezione può "liberare il sofferente (malato terminale) dalla continuità di una vita (continuità vegetativaper essere più precisi) senza ricorrere a metodi barbari come si è già detto... Ma tutto questo non è legale ed è condannato e disconosciuto dalla stessa Chiesa che continua ad ingerire nelle faccende di uno stato laico come il nostro,,, Chiesa che, con la memoria storica, si è sempre bagnata di sangue e di crimini abominevoli, Chiesa che ha sempre usato l'uomo come oggetto, legandolo a crismi e dogmi che pur contraddicendosi hanno la prerogativa di essere modificati a piacimento ed opportunamente ogni qual volta, Loro, gli alti Prelati, lo ritengano opportuno. Chiesa che ha sempre coltivato l'ignoranza dei propri fedeli apponendo loro i paraocchi e calcando profondamente nelle loro orecchie dei grosso tappi affinché non udissero le lamentele e le esortazioni altrui, di coloro cioè, che, consci della forma di schiavitù che Essa procura, ha sempre evitato di bere il distillato velenoso che è stato instillato nei "poveri di spirito".. quelli che ancora ammantati di falsi moralismi difendono, a spada tratta, metodi di sadismo, cruento ed altrettanto barbaro, convinti che lasciare sul letto di morte un paziente sia cosa santa e divina.... si.. Divina... perché solo al DI - VINO è concesso di dare e togliere la vita..... Ma.. se la mia convinzione avesse preferito la DI - BIRRA?
Insomma, caro Muddy Waters, perché raccontare storielle ammantate di frottole e renderle delle vere barzellette? Non ti pare che la vita per certi aspetti lo sia già? Ma oltre questi aspetti, ci sono, come vedi, dei casi tristi ed inconsolabili che non si possono e non si debbono deridere così come li hai raccontati. Sappi che il sottoscritto è profondamente indignato per la tua presentazione.... è lo sono davvero considerando che il male che mi ha minato già oggi mi fa soffrire atrocemente.... non si scherza sul dolore altrui.
A tutti ... con doveroso rispetto....
Pier Paolo Saba
SHRD.
|
|
|
Regione Sardegna ~
Prov.: Sassari ~
Città: Olbia ~
Messaggi: 518 ~
Membro dal: 17/09/2007 ~
Ultima visita: 05/11/2010
|
|
|
Discussione |
|
|
|