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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 13/11/2008 : 23:46:53
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| Ichnos ha scritto:
[center]La Cucina creativa (pillole) La fantasia e la creatività di grandi cuochi e gente comune ha creato nel corso degli anni un numero enorme di gustosissime ricette di cucina che non appartengono a nessuna regione specifica. ........
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La cucina al giorno d’oggi deve essere lo specchio dei tempi, rinnovarsi in alcuni procedimenti, abbinamenti, sperimentare nuove armonie di sapori e di odori. Sarebbe assurdo, o quanto meno difficile proporre una zuppa di fagioli (un esempio come un altro) come si faceva all’inizio secolo, vuoi per gli ingredienti vuoi per i grassi sproporzionati al tipo di vita che conduciamo oggi. Le varie branche o scuole o indirizzi che oggi troviamo nella cucina che vanno da una rivisitazione leggera e sobria come quella che tanti cuochi italiani propongono, ad una cucina più elaborata e cito a caso Cracco, Speck, Uliassi i primi che mi vengono in mente, Pomata o Petza per giocare in casa (che hanno grande rispetto per la regionalità), fino ad arrivare alla cucina molecolare di Adrian Ferrà. In un ventaglio così ampio di posizioni, di soluzioni e di risultati, cosa ne pensi, avendo la visione di un addetto ai lavori, soprattutto delle esperienze di Ferrà? La sua capacità di mutare i cibi dal punto di vista fisico e della consistenza, pensi avrà nel futuro una vera ricaduta nel nostro modo di considerare la professione e l’arte di un cuoco? O rimarrà tutto in una piccola isola per adepti? Parlando con amici a proposito delle persone che stravedono per questa cucina sperimentale, ho posto loro questa domanda: quante di quelle persone, senza sapere il nome del piatto e dei suoi ingredienti, in un esperimento cieco, riuscirebbero a riconoscere gli ingredienti del piatto che stanno assaggiando? Certo, questo tipo di cucina così innovativo è uno stimolo sensoriale non indifferente, è ludico è colorato ed è modaiolo, componente questa da non dimenticare o sottovalutare. È vero che senza studio e senza sperimentazione non si cresce in nessun ambiente, ma mi chiedo: è veramente giusto barattare l’individualità delle nostre cucine regionali a favore di qualcosa che non ci appartiene ma ci è totalmente distante nella forma e nella sostanza? Che ne sarà della nostra fregola con le arselle o delle melanzane alla parmigiana o della pasta alla Norma o dei tortelli di zucca o dei ravioli alla borragine? Ci si sta avviando ad una globalizzazione dell’alta cucina col “fascino” della cucina di Ferrà o, invece, possiamo dormire sonni tranquilli con le tre T, terra, territorio, tradizione pur adattandole ai tempi d’oggi? Riusciremo a trovare una terza via (ma che suppongo ancora lontana) che armonizzi tradizione e novità in modo che l’una esalti l’altra?
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Regione Sardegna ~
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Nevathrad
Utente Maestro
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Inserito il - 13/11/2008 : 23:50:30
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| Ichnos ha scritto:
[center]Cosciotto di Cinghiale in agrodolce
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La scelta del vino bianco è dovuta a... ?
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Ichnos
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 14/11/2008 : 11:30:24
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| Nevathrad ha scritto:
| Ichnos ha scritto:
[center]La Cucina creativa (pillole) La fantasia e la creatività di grandi cuochi e gente comune ha creato nel corso degli anni un numero enorme di gustosissime ricette di cucina che non appartengono a nessuna regione specifica. ........
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La cucina al giorno d’oggi deve essere lo specchio dei tempi, rinnovarsi in alcuni procedimenti, abbinamenti, sperimentare nuove armonie di sapori e di odori. Sarebbe assurdo, o quanto meno difficile proporre una zuppa di fagioli (un esempio come un altro) come si faceva all’inizio secolo, vuoi per gli ingredienti vuoi per i grassi sproporzionati al tipo di vita che conduciamo oggi. Le varie branche o scuole o indirizzi che oggi troviamo nella cucina che vanno da una rivisitazione leggera e sobria come quella che tanti cuochi italiani propongono, ad una cucina più elaborata e cito a caso Cracco, Speck, Uliassi i primi che mi vengono in mente, Pomata o Petza per giocare in casa (che hanno grande rispetto per la regionalità), fino ad arrivare alla cucina molecolare di Adrian Ferrà. In un ventaglio così ampio di posizioni, di soluzioni e di risultati, cosa ne pensi, avendo la visione di un addetto ai lavori, soprattutto delle esperienze di Ferrà? La sua capacità di mutare i cibi dal punto di vista fisico e della consistenza, pensi avrà nel futuro una vera ricaduta nel nostro modo di considerare la professione e l’arte di un cuoco? O rimarrà tutto in una piccola isola per adepti? Parlando con amici a proposito delle persone che stravedono per questa cucina sperimentale, ho posto loro questa domanda: quante di quelle persone, senza sapere il nome del piatto e dei suoi ingredienti, in un esperimento cieco, riuscirebbero a riconoscere gli ingredienti del piatto che stanno assaggiando? Certo, questo tipo di cucina così innovativo è uno stimolo sensoriale non indifferente, è ludico è colorato ed è modaiolo, componente questa da non dimenticare o sottovalutare. È vero che senza studio e senza sperimentazione non si cresce in nessun ambiente, ma mi chiedo: è veramente giusto barattare l’individualità delle nostre cucine regionali a favore di qualcosa che non ci appartiene ma ci è totalmente distante nella forma e nella sostanza? Che ne sarà della nostra fregola con le arselle o delle melanzane alla parmigiana o della pasta alla Norma o dei tortelli di zucca o dei ravioli alla borragine? Ci si sta avviando ad una globalizzazione dell’alta cucina col “fascino” della cucina di Ferrà o, invece, possiamo dormire sonni tranquilli con le tre T, terra, territorio, tradizione pur adattandole ai tempi d’oggi? Riusciremo a trovare una terza via (ma che suppongo ancora lontana) che armonizzi tradizione e novità in modo che l’una esalti l’altra?
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Forse è vero,forse non sono riuscito a spiegarmi abbastanza, x innovazione non intendo scombinare i prodotti ma assemblarli intelligentemente dando loro armonia di gusto e visivo riguardo il farrà trattasi di cucina molecolare,quindi di una scienza che permette la scissione degli elementi trasformandoli in schiume mousse etc senza comunque alterarne i gusti (a volte migliorarglielo) io infatti prima parlavo di professionalità,parlavo di cuochi che davvero conoscono il loro mestiere usando l intelligenza nell affrontare le varianti
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icnos
Nuovo Utente
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Inserito il - 25/05/2009 : 06:07:40
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Ichnos
Salottino
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Inserito il - 27/05/2009 : 09:13:58
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IS MACCARRONES DE BUSA CON LA SALSA CORALLINA Ingredienti: 600 gr. di macarrones de busa, 100 gr. di uova di aragosta o astaco, 25-30 ricci di mare (se non trovate le uova di aragosta raddoppiate la quantita’ di ricci), 2 spicchi di aglio, olio, sale, pepe bianco macinato, un mazzetto di prezzemolo. Aprite i ricci in due con un paio di forbici o con un coltello e raccogliete con delicatezza le loro uova in una terrina, aggiundendovi anche le uova di aragosta. Soffriggete in olio abbondante l’aglio a pezzetti ed appena dorato, togliete il padellino dal fuoco, lasciando raffreddare l’olio. Lessate la pasta, scolatela bene al dente e conditela nella zuppiera con l’olio soffritto, pepe abbondante, le uova dei ricci e delle aragoste ed una manciata di prezzemolo tritato
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