Forum Sardegna - Cucina sarda e dintorni (a cura di Mario Vacca)
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Nota Bene: A Orani (Nuoro) si tesseva una singolare stoffa con ordito di lino e canapa e trama di lana nera di pecora, mediante una tecnica ,diversa da quella dell'orbace, che dava una superficie lucida e quasi iridescente. Il tessuto era utilizzato per la gonna nuziale e festiva ed era detto ISCARRAMAGNU , con termine che deriva dal bizantino " scaramanion" riferito a preziosi abiti di corte. La medesima stoffa si ritrova in costumi popolari spagnoli.



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 Cucina sarda e dintorni (a cura di Mario Vacca)
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Nevathrad

Utente Maestro




Inserito il - 13/11/2008 : 23:46:53  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Ichnos ha scritto:

[center]La Cucina creativa (pillole)
La fantasia e la creatività di grandi cuochi e gente comune ha creato nel corso degli anni un numero enorme di gustosissime ricette di cucina che non appartengono a nessuna regione specifica.
........

La cucina al giorno d’oggi deve essere lo specchio dei tempi, rinnovarsi in alcuni procedimenti, abbinamenti, sperimentare nuove armonie di sapori e di odori. Sarebbe assurdo, o quanto meno difficile proporre una zuppa di fagioli (un esempio come un altro) come si faceva all’inizio secolo, vuoi per gli ingredienti vuoi per i grassi sproporzionati al tipo di vita che conduciamo oggi. Le varie branche o scuole o indirizzi che oggi troviamo nella cucina che vanno da una rivisitazione leggera e sobria come quella che tanti cuochi italiani propongono, ad una cucina più elaborata e cito a caso Cracco, Speck, Uliassi i primi che mi vengono in mente, Pomata o Petza per giocare in casa (che hanno grande rispetto per la regionalità), fino ad arrivare alla cucina molecolare di Adrian Ferrà. In un ventaglio così ampio di posizioni, di soluzioni e di risultati, cosa ne pensi, avendo la visione di un addetto ai lavori, soprattutto delle esperienze di Ferrà? La sua capacità di mutare i cibi dal punto di vista fisico e della consistenza, pensi avrà nel futuro una vera ricaduta nel nostro modo di considerare la professione e l’arte di un cuoco? O rimarrà tutto in una piccola isola per adepti?
Parlando con amici a proposito delle persone che stravedono per questa cucina sperimentale, ho posto loro questa domanda: quante di quelle persone, senza sapere il nome del piatto e dei suoi ingredienti, in un esperimento cieco, riuscirebbero a riconoscere gli ingredienti del piatto che stanno assaggiando? Certo, questo tipo di cucina così innovativo è uno stimolo sensoriale non indifferente, è ludico è colorato ed è modaiolo, componente questa da non dimenticare o sottovalutare.
È vero che senza studio e senza sperimentazione non si cresce in nessun ambiente, ma mi chiedo: è veramente giusto barattare l’individualità delle nostre cucine regionali a favore di qualcosa che non ci appartiene ma ci è totalmente distante nella forma e nella sostanza? Che ne sarà della nostra fregola con le arselle o delle melanzane alla parmigiana o della pasta alla Norma o dei tortelli di zucca o dei ravioli alla borragine? Ci si sta avviando ad una globalizzazione dell’alta cucina col “fascino” della cucina di Ferrà o, invece, possiamo dormire sonni tranquilli con le tre T, terra, territorio, tradizione pur adattandole ai tempi d’oggi? Riusciremo a trovare una terza via (ma che suppongo ancora lontana) che armonizzi tradizione e novità in modo che l’una esalti l’altra?







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 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 5815  ~  Membro dal: 13/10/2008  ~  Ultima visita: 05/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

Nevathrad

Utente Maestro




Inserito il - 13/11/2008 : 23:50:30  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Ichnos ha scritto:

[center]Cosciotto di Cinghiale in agrodolce


La scelta del vino bianco è dovuta a... ?






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 Regione Sardegna  ~  Messaggi: 5815  ~  Membro dal: 13/10/2008  ~  Ultima visita: 05/04/2011 Torna all'inizio della Pagina

Ichnos
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 14/11/2008 : 11:30:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ichnos Invia a Ichnos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Nevathrad ha scritto:

Ichnos ha scritto:

[center]La Cucina creativa (pillole)
La fantasia e la creatività di grandi cuochi e gente comune ha creato nel corso degli anni un numero enorme di gustosissime ricette di cucina che non appartengono a nessuna regione specifica.
........

La cucina al giorno d’oggi deve essere lo specchio dei tempi, rinnovarsi in alcuni procedimenti, abbinamenti, sperimentare nuove armonie di sapori e di odori. Sarebbe assurdo, o quanto meno difficile proporre una zuppa di fagioli (un esempio come un altro) come si faceva all’inizio secolo, vuoi per gli ingredienti vuoi per i grassi sproporzionati al tipo di vita che conduciamo oggi. Le varie branche o scuole o indirizzi che oggi troviamo nella cucina che vanno da una rivisitazione leggera e sobria come quella che tanti cuochi italiani propongono, ad una cucina più elaborata e cito a caso Cracco, Speck, Uliassi i primi che mi vengono in mente, Pomata o Petza per giocare in casa (che hanno grande rispetto per la regionalità), fino ad arrivare alla cucina molecolare di Adrian Ferrà. In un ventaglio così ampio di posizioni, di soluzioni e di risultati, cosa ne pensi, avendo la visione di un addetto ai lavori, soprattutto delle esperienze di Ferrà? La sua capacità di mutare i cibi dal punto di vista fisico e della consistenza, pensi avrà nel futuro una vera ricaduta nel nostro modo di considerare la professione e l’arte di un cuoco? O rimarrà tutto in una piccola isola per adepti?
Parlando con amici a proposito delle persone che stravedono per questa cucina sperimentale, ho posto loro questa domanda: quante di quelle persone, senza sapere il nome del piatto e dei suoi ingredienti, in un esperimento cieco, riuscirebbero a riconoscere gli ingredienti del piatto che stanno assaggiando? Certo, questo tipo di cucina così innovativo è uno stimolo sensoriale non indifferente, è ludico è colorato ed è modaiolo, componente questa da non dimenticare o sottovalutare.
È vero che senza studio e senza sperimentazione non si cresce in nessun ambiente, ma mi chiedo: è veramente giusto barattare l’individualità delle nostre cucine regionali a favore di qualcosa che non ci appartiene ma ci è totalmente distante nella forma e nella sostanza? Che ne sarà della nostra fregola con le arselle o delle melanzane alla parmigiana o della pasta alla Norma o dei tortelli di zucca o dei ravioli alla borragine? Ci si sta avviando ad una globalizzazione dell’alta cucina col “fascino” della cucina di Ferrà o, invece, possiamo dormire sonni tranquilli con le tre T, terra, territorio, tradizione pur adattandole ai tempi d’oggi? Riusciremo a trovare una terza via (ma che suppongo ancora lontana) che armonizzi tradizione e novità in modo che l’una esalti l’altra?




Forse è vero,forse non sono riuscito a spiegarmi abbastanza, x innovazione non intendo scombinare i prodotti ma assemblarli intelligentemente dando loro armonia di gusto e visivo
riguardo il farrà trattasi di cucina molecolare,quindi di una scienza che permette la scissione degli elementi trasformandoli in schiume mousse etc senza comunque alterarne i gusti (a volte migliorarglielo) io infatti prima parlavo di professionalità,parlavo di cuochi che davvero conoscono il loro mestiere usando l intelligenza nell affrontare le varianti







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Si fidi a modu de ti ke furare komente Paride a s ermosa Elena

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icnos

Nuovo Utente



Inserito il - 25/05/2009 : 06:07:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di icnos Invia a icnos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando






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Ichnos
Salottino
Utente Attivo



Inserito il - 27/05/2009 : 09:13:58  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ichnos Invia a Ichnos un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
IS MACCARRONES DE BUSA CON LA SALSA CORALLINA
Ingredienti: 600 gr. di macarrones de busa, 100 gr. di uova di aragosta o astaco, 25-30 ricci di mare (se non trovate le uova di aragosta raddoppiate la quantita’ di ricci), 2 spicchi di aglio, olio, sale, pepe bianco macinato, un mazzetto di prezzemolo.
Aprite i ricci in due con un paio di forbici o con un coltello e raccogliete con delicatezza le loro uova in una terrina, aggiundendovi anche le uova di aragosta. Soffriggete in olio abbondante l’aglio a pezzetti ed appena dorato, togliete il padellino dal fuoco, lasciando raffreddare l’olio. Lessate la pasta, scolatela bene al dente e conditela nella zuppiera con l’olio soffritto, pepe abbondante, le uova dei ricci e delle aragoste ed una manciata di prezzemolo tritato







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