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francesco44
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 08/07/2007 : 19:52:50
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Mi sono preso, d'arbitrio, il ruolo di "correttore". Ci sono 4 punti da chiarire: 1) la coda rossiccia e sontuosa sembra avviare qualcosa, ma non la si trova più. azzardo qualcosa che altri potrebbero inserire. 2) chi è e che fine fà lo strano essere circondato dalle congas? 3) da dove viene il fagotto di coperte bianche? è da esso che esce il gemito? 4) le ultime righe di Cedro, (cavalli e voci) forse sono premature e la fine della frase mi sembra addirittura conclusiva di un capitolo. ecco lo scritto completo: C'era una volta un bosco, non era un bosco come tanti se ne trovano in giro. Questo bosco era nascosto in una lunga valle contornata da monti scoscesi, rocciosi ed inesplorati, era percorso da una rete di ruscelli dalle acque bisbiglianti che scorrevano venendo da chissà dove e andando chissà dove, tra grandi rocce verdi di muschio, schivavando enormi tronchi di lecci antichi. Anche i suoni non erano quelli di un bosco qualunque. Gli uccelli che facevano il nido tra i rami più alti non cinquettavano a tutta gola, quasi riverenti nella maestosità della natura severa. Gli animali da preda si aggiravano silenziosi e silenzioso era il grido di morte delle prede. Ogni tanto si sentiva il sordo grugnito di un cinghiale e il rumore dei cespugli che lui scansava prudente. I soli sentieri che attraversavano il bosco e sarebbe meglio dire la foresta, erano quelli tracciati dagli animali per raggiungere l'abbeverata in qualche ansa di ruscello. Quel giorno, appena all'alba, quando ancora i refoli di nebbia accarezzavano addormentati il sottobosco, tra le radici marcite e verdi di muschio umido di un albero abbattuto da un fulmine, spuntò il muso rossiccio di una volpe. Il suo naso nero era fremente alla ricerca di odori, odori di pericolo e odori di preda. Gli occhietti neri, brillanti percorrevano avanti e indietro lo spazio davanti a sè, irrequieti, pronti a cogliere il minimo movimento tra le ombre delle foglie cadute e dei ciuffi d'erba. Era titubante. Tra sè pensava se avanzare o aspettare ancora. La zampa anteriore era alzata, ferma in attesa della decisione.
C'era qualcosa di strano nell'aria, indecifrabile anche per un animale abituato a cogliere ogni minima sfumatura, qualcosa di terribilmente misterioso. La sua astuzia, gli imponeva circospezione, e per una volta la sua sicurezza si era trasformata in titubanza. Gli occhietti si muovevano sempre più frenetici alla ricerca di una risposta a quella strana sensazione, naso e orecchie li seguivano, cercando di supportarli nell'inusuale quanto arduo compito. Ma nonostante questo immane sforzo, la risposta non arrivava. E mentre il dubbio cominciava a tramutarsi in paura, le orecchie captarono un suono sconosciuto provenire da lontano.
Il suo acume trattenne la sua ansia, allungò le orecchie e ascoltò più attentamente. Sentì solo un lieve scrosciare d'acqua che proveniva dall'interno del bosco a vegetazione più rada. I tumulti allo stomaco le fecero ricordare di non aver mangiato e presa dai morsi della fame, pensò di andare in cerca della sorgente d'acqua che anche se non le avesse tolto quel languore allo stomaco le avrebbe almeno rinfrescato la gola secca. Fece per avviarsi quando esplose un terribile rumore rullante che la spinse a rintanarsi col pelo ritto nei cespugli più vicini. TRa le luci fioche dell'alba una ombra oscurò il cespuglio dove era nascosta e le fece saltare il cuore in gola. Chi era quel essere che non aveva mai visto e che le incuteva una sensazione mai provata prima? Si accucciò su se stessa e stette in attesa, fremente e con i denti scoperti in un silenzioso ringhio.
Il rumore rullante intanto si faceva sempre più forte e vicino; pur essendo terrorizzata, la volpe ebbe il coraggio di aprirsi un varco tra la vegetazione per poter osservare attentamente ciò che stava accadendo. Vide quel essere strano avvicinarsi verso di lei; era vestito di pelli e non portava calzature. Intorno a lui avanzavano danzando e cantando alcune piccole cogas vestite con fili di seta , che battendo i loro fusi facevano un gran frastuono. Lentamente lo accerchiarono in modo che lui non potesse più spostarsi in nessuna direzione. Ma ad un certo punto una coga cadde a terra e
il suo sguardò andò ad incontrare gli occhi della volpe, dimentica del tutto della sua fame. D'un tratto, il frastono dei fusi s'interruppe mentre le cogas iniziavano un canto dai suoni agghiaccianti. La cogas caduta s'era intanto rialzata e s'era unita alle altre cantando anch'essa come un'invasata, mentre con un occhio continuava ad osservare la volpe. Questa Senza mai distogliere lo sguardo,dalla scena vide tra le pelli che fasciavano il corpo tozzo dello strano essere, una coda rossiccia e sontuosa, che pendeva di lato. Con orrore riconobbe quella coda fulva. Era la coda di ....
Un brivido scosse la volpe acquattata, che disse tra sé: "Coraggio, pensa! Pensa in fretta... Sei o no una volpe?" La cogas nel frattempo, senza interrompere il canto selvaggio mostrò i denti alla volpe, in un ringhio terrificante, sfidandola e perforando gli occhi dell'animale che inaspettatamente parve addolcire i suoi fin quasi a sorridere; ma,
il sorriso le si smorzò sul nascere alla vista delle unghie della congas, lunghe come coltelli, non fatte per carezzare, ma solo per ferire chi si fosse trovato nella loro traiettoria. L'odore nauseabondo di quegli esseri immondi le ricordò il fetore delle carcasse morte. La luna,ormai impallidiva alla luce crescente del sole che stava per superare le cime delle montagne, dando calore allo spirito atterrito della volpe da ciò questa vedeva ed udiva. Nel chiarore dell’alba tra le grida di quegli esseri indemoniati la volpe percepì un lieve gemito, che man mano diventava più intenso e distinguibile dai canti. Cosa era quel fagotto di coperta bianche, che sembrava fremere come un cucciolo agitato nei suoi sogni di luna piena? Pensò ai suoi cuccioli soli nella tana in attesa del cibo che avrebbe dovuto portare al loro risveglio. Con un balzo in avanti, dimentica del pericolo, afferrò con la sua bocca fremente il grave fagotto e via, in una partenza precipitosa e silenziosa, corse e corse fino a che sbucò in uno spazio ampio con un sottobosco basso e alcuni olivastri dal tronco secolare che pose fine alla sua affannosa fuga. Si rifugiò in un incavo dell'albero più vicino; posò il fagotto e si accucciò ansante, scaldandolo col suo corpo. Rimase in guardia fino a che il suo respiro, man mano meno affannoso, portava sollievo ai tumulti del suo cuore. ........
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 08/07/2007 : 20:14:01
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se ti va, Francesco,puoi fare le modifiche necessarie con qualcosa di tuo o cancellare il supperfluo.
Per scrivere bene occorre il tempo per rifflettere,quando si scrive di getto molte sottigliezze ti sfuggono.
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francesco44
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 08/07/2007 : 21:44:26
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E' un tuo pezzo, non lasciarti sfuggire l'accasione e completalo, per favore!
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 09/07/2007 : 07:56:42
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io,a parte qualche piccola imperfezione lo lascerei cosi'. L'ho scritto con disegno ben preciso,in quanto la scena é ambientata nel piazzale della chiesa del santo protettore dalle cogas.in un tipico paese sardo e di un preciso momento storico.
Naturalmente essendo scritta a piu' mani é impossibile che la cosa evolva cosi',quindi o si cancella completamente il pezzo o lo si lascia cosi'
La capacita' del successivoscrittore,consiste proprio prendere spunto dalle parole antecenti.
se non sbaglio era stato deciso di lasciare tutto al caso,alla fantasia di ogni partecipante.
In caso cotrario era stato meglio ,come proposto, fare lo schema indicativo con compresa trama e argomento da trattare.
Credo,comunque che la cosa ad un certo punto si blocchi,perché il modo di procedere ha gia' bloccato la fantasia e la cosa non é piu' naturale.
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 09/07/2007 : 08:29:21
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| cedro del Libano ha scritto:
Credo,comunque che la cosa ad un certo punto si blocchi,perché il modo di procedere ha gia' bloccato la fantasia e la cosa non é piu' naturale.
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Perchè dici cosi' Cedro?? Perchè si dovrebbe bloccare?? Tu stessa hai scritto tra le regole.. non si accettano permalosita'.. Mi pare che stia andando molto bene.. Io non ho niente in contrario se chi sa veramente scrive corregge i miei "orrori".. Francesco pare abbia molta dimestichezza con la lingua italiana scritta. Ci vogliamo solo divertire , mica dobbiamo essere esaminati da una giuria!!
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 09/07/2007 : 09:19:42
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questa non é permalosita'.ma solo una richiesta. E impossibile correggere un testo scritto con un certo schema,almeno a me é impossibile. Ho chiesto appunto per questo a chi ne ha la capacita'di corregerlo.se ha intravisto errori di forma o di altra natura.
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 09/07/2007 : 09:29:23
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ho dimenticato di dire che la fantasia puo' essere bloccata perché l'argomento trattato non é noto a tutti. Se noti molti di quelli che hanno scritto non sanno cosa sono le cogas. Lo dimostra anche lo scritto di Guevina che fa sorgere simpatia tra la volpe e la coga. Pare possibile?
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 09/07/2007 : 09:34:09
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| cedro del Libano ha scritto:
ho dimenticato di dire che la fantasia puo' essere bloccata perché l'argomento trattato non é noto a tutti. Se noti molti di quelli che hanno scritto non sanno cosa sono le cogas. Lo dimostra anche lo scritto di Guevina che fa sorgere simpatia tra la volpe e la coga. Pare possibile?
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Prima che Guevina andasse avanti ho specificato chi fossero le cogas.. Chissa'.. forse la coga è stata talmente astutta da trasmettere simpatia alla volpe!! Nelle favole tutto è possibile!
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francesco44
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 09/07/2007 : 12:05:24
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quello che dice Cedro, in sè non è sbagliato. Ognuno forse ha in sè un certo schema. Il problema, e forse la vera difficoltà di una prova come questa, è quello di dover fare i conti con gli altri co-autori, dei quali qualcuno ha uno schema e qualcuno senza schemi, gioca di fantasia su ciò che è scritto dagli altri. se qualcuno nota qualcosa che viene accennato ma poi tralasciato, credo, dovrebbe inserire una propria aggiunta.
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 09/07/2007 : 14:57:18
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si é proprio cosi'.
se é un lavoro di cooperazione si possono scrivere anche dei tratti insieme,l'idea di uno puo' completare quella dell'altro.
Essendo un lavoro scritto sul momento non rifflettuto é facile che sfuggano delle sottigliezze.
D'altronde anche i veri scrittori impiegano del tempo ed effettuano molte correzioni prima della pubblicazione,senza considerare le informazioni e documentazioni raccolte anzitempo la stesura del lavoro.
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ziama
Salottino
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Inserito il - 09/07/2007 : 15:11:42
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Io ne sono rimasta fuori perche sinceramente non conosco assolutamente nulla di Cogas e Janas ...mi limito a leggere cio' che scrivete voi.
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Guevina
Nuovo Utente
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Inserito il - 09/07/2007 : 15:45:14
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| Nuragica ha scritto:
| cedro del Libano ha scritto:
Lo dimostra anche lo scritto di Guevina che fa sorgere simpatia tra la volpe e la coga. Pare possibile?
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Prima che Guevina andasse avanti ho specificato chi fossero le cogas.. Chissa'.. forse la coga è stata talmente astutta da trasmettere simpatia alla volpe!! Nelle favole tutto è possibile!
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Veramente io ho scritto semplicemente che la volpe (furba per antonomasia) ha addolcito il suo sguardo, fin quasi a sorridere Tra l'altro, tenendo in considerazione il fatto che le cogas cambiano sembianze...
Per quanto riguarda le correzioni apportate da Francesco, le accetto dal momento che è disposto a correggere, anche se, per esempio, la coda che pendeva dalle vesti per la mia fantasia aveva un significato che si è perso dopo la sua correzione. Ma pazienza... è un gioco. :-) R.
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 09/07/2007 : 17:36:58
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| Guevina ha scritto:
Per quanto riguarda le correzioni apportate da Francesco, le accetto dal momento che è disposto a correggere, anche se, per esempio, la coda che pendeva dalle vesti per la mia fantasia aveva un significato che si è perso dopo la sua correzione. Ma pazienza... è un gioco. :-) R.
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la coda che pendeva dalle vesti mi ha fatto pensare subito a peisi de arroda ( il diavolo) ma si sa che cambiando mano cambia la fantasia.. e come si dice da noi Centu concas centu berritas ( cento teste cento berretti diversi)
P.S. Francesco mi ha chiesto di cancellare l'ultima parte da lui inserita.. Ho eliminato tutta la parte con le aggiunte.. direi di continuare senza stravolgere il pensiero degli altri.. che ne dite??
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Modificato da - Nuragica in data 09/07/2007 17:49:45 |
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Guevina
Nuovo Utente
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Inserito il - 11/07/2007 : 15:15:21
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E se dentro il fagotto ci fosse una piccola coga già in grado di trasformarsi, e quindi sotto le mentite spoglie di "volpetta"? E se poi la piccola coga/volpe per tanto amore ricevuto decidesse di crescere come volpe? ...
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francesco44
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 11/07/2007 : 21:44:44
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Ottima idea Guevina. Dacci sotto!
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