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cisto
Utente Senior
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Inserito il - 12/06/2007 : 21:00:00
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Sa dome s’ Orcu sorge nel settore settentrionale della giara di Siddi, ampio altopiano basaltico difesa da sistema di torri nuragiche dislocate lungo il ciglio. E’ una tomba di giganti, sepolcro collettivo nuragico composto da una camera funeraria e da un fronte arcuato Esedra in cui si apre l’ ingresso.
La camera è lunga 10 metri ha pianta rettangolare ed è costruita con grossi blocchi di basalto (roccia vulcanica locale) vi è lateralmente una nicchia che serviva per deporre offerte funerarie.
La coperture è forata da lastre posate di piatto di grandi dimensioni (impressionante) per una di esse si è calcolato un peso di 12 tonnellate, il pavimento era lastricato con piccoli ciottoli di fiume dove venivano poggiati i defunti.
La perfezione tecnica è presente nell’ abside, il tutto si presenta come una nave rovesciata.
All’ interno si sono trovati frammenti di recipienti ceramici datati all’ età del bronzo medio (XVI – XIV sec a.c.) pochi elementi dell’ età del rame, cultura di monte claro (metà III mill a.c.), sono residui, significa che l’ area era occupata in tempi ben più antichi.
Si dice che i Sardi usavano praticare l’ incubazione , il sonno terapeutico , presso le tombe dei parenti.
L’ ambiente circostante decisamente straordinario pieno di essenze mediterranee, il mirto la fa da padrona e nell’ area il suo profumo diventa inebriante.
Le notizie sono rilevate dal cartello all’ ingresso dell’ area.
all' arrivo
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l' esterno
Il Panorama
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 15/06/2007 : 17:59:37
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Interessantissimo questo sito Cisto, Molto diverso dalle tombe dei giganti che terminano con lastre di pietra disposte orizzontalmente. hai qualche nozione in piu' riguardo la pratica dell'incubazione e il sonno terapeutico , presso le tombe dei parenti ?
_________________________________________________ ... vegno del loco ove tornar disio
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ritacarla
Salottino
Utente Medio
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Inserito il - 15/06/2007 : 18:22:49
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anche a me piacerebbe sapere qualcosa in piu' suol sonno terapeutico praticato presso le tombe dei parenti...
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cedro del Libano
Salottino
Utente Mentor
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Inserito il - 15/06/2007 : 18:24:58
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Si molto interessante,faccio la stessa richiesta di Nuragica.
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cisto
Utente Senior
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Inserito il - 16/06/2007 : 23:50:33
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Anche io non ne sò molto, mi aggiungo alle vostre domande, girandole magari ad Alfonso, se ce ne vuole parlare, ma mi interesserebbe anche la versione di shardanaleo, o di quel signore che scrive sugli shardana "Leonardo malis" mi pare si chiami, ho visto un paio di suoi libri in libreria, mi pare si sia affacciato anche lui a questo forum.
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 17/06/2007 : 13:00:07
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Caro Cisto... inoltreremo la tua richiesta a "l Melis!... intanto, sul SONO TERAPEUTICO: ne abbiamo notizia anche attravverso la storia greca. ma come avrai capito, non amo citare fonti straniere , visto che le abbiamo anche da noi e in quantità... hai presente i MURISTENES? in Campidano si chiamano anche KUMBESSIAS... bene, in alcuni paesi si ha la buona abitudine di CONTINUARE questo antico rito all'interno di questi complessi di piccole casette costruite intorno a un SANTUARIO, solitamente costruito sopra o presso un POZZO SACRO. E' consuetudine che gli abitanti del paese a cui tale MURISTENE apprtiene debbano DORMIRE almeno una notte. In passato, visto che vi si trasferiva anche per eventuali lavori agricoli (mietitura) i giorni erano di pù (almeno 9-Nove da cui i NOVENARI religiosi). La Deledda ne descrive uno in particolare dedicato a NOSTRA SIGNORA del Rimedio. L'ho visitato e, come in altri Muristenes, ho cercato il POZZO... è quasi del tutto dimenticato... ma è rimasta la fontanella... alcuni Muristenes importanti: montye gonare, s.salvatore (sinis), Santu mauru, santa cristina, santa barbara, s. lorenzo, il rimedio (oristano), N.S. del rimedio (orosei)... e altri che Noi tutti conosciamo bene! la ricetta è riamsta quella di millenni fa ai tempi dei nostri BABAIS SHARDANA: Si balla, si mangia, si beve ì(in onore alla Divinità), e... si dorme... almeno una notte... obbligatoriamente... per devozione. SHAR
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 17/06/2007 : 13:06:49
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Ora siccome i MURISTENES sorgevano esorgono presso o sopra POZZI SACRI, abbiamo da pensare che Le sepolture fossero prevalentemente in prossimità dei POZZI... ma questo mi pare che sia in linea generale assodato. naturlamente sulle TOMBE DEI GIGANTI ne saprebbe dire di più (riguardo il... TERAPEUTICO) l'amico MAURO ARESU... un vero esperto nel settore... SHAR
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 19/06/2007 : 11:57:29
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I riti dell'incubazione erano sonni rituali o terapeutici praticati in luoghi dal particolare valore sacro, diffusi nell'antichità in tutto il Mediterraneo. Si trattava di un sonno che metteva in contatto l'uomo con la divinità, o in altri casi con l'eroe o l'antenato defunto. Questi riti del sonno si praticavano presso tombe, luoghi sacri, o luoghi sotterranei (nel grembo della terra e più in contatto col mondo dei morti e del sacro). Aristotele diceva che gli antichi abitanti della Sardegna usassero dormire sulle tombe degli eroi venerati, per liberarsi da ossessioni, allucinazioni, possessioni da spiriti maligni. Pare che da questo sonno prolungato si traessero grandi benefici e guarigioni. Il dormire sopra la tomba di un eroe era anche un modo per "assorbire" le qualità dell'eroe stesso. Per quanto riguarda la Sardegna non si sa bene se si praticassero nei nuraghi, nelle tombe di giganti o nei pozzi sacri, ci son ipotesi diverse. Si praticavano in Grecia, rimangono testimonianze di sonni terapeutici nei santuari di Esculapio dove dopo digiuno, preghiera e sonno i sacerdoti interpretavano i sogni del paziente e in base ad essi gli prescrivevano una cura. Anche nell'antica Roma il rito dell'incubatio era abbastanza diffuso, sopratutto in relazione a culti di origine orientale come quello del dio Mitra. Alcuni studiosi interpretano le stanze sotterranee di alcune domus romane come luoghi usati per questo tipo di sonni terapeutici e rituali. Pare siano esistiti in quasi tutte le culture, anche attualmente e possibile vederli presso certe tribu africane (come quelle che dormono sul cranio dei propri avi a scopo rituale).
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Modificato da - kigula in data 20/06/2007 16:03:20 |
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EdoSardo
Utente Medio
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Inserito il - 19/06/2007 : 17:44:37
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Le fonti antiche sono sempre da prendere con le pinze e da verificare. Il problema è che Aristotele ma anche i suoi commentatori del II e III sec. d.C. (Tertulliano) e del VI sec d.C. (Simplicio e Filopono) quando parlano del rito dell' incubazione non nominano nessun tipo di struttura. Civile, sacra o funeraria che sia. Aristotele afferma che delle persone giacevano presso gli eroi, ma non dice dove. Se il rito dell' incubazione era praticato in Sardegna è molto probabile che si svolgesse presso delle sepolture - così parrebbe leggendo Simplicio, quando parla dei 9 figli di Eracle (i tespiadi) morti in Sardegna che non andavano incontro a putrefazione ma sembravano dormienti. Ma se l' incubazione veniva praticata presso le tombe degli eroi, di che tombe si trattava? più che a tombe dei giganti forse sarebbe più verosimile pensare ad una necropoli - area sacra come quella di Monti Pramma, dove sono state trovate le famose statue, anche perchè cronologicamente più vicine ad Aristotele. Le tombe di giganti non venivano più costruite da circa 700 anni quando lui scriveva dell' incubazione...
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shardanaleo
Utente Attivo
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Inserito il - 19/06/2007 : 20:29:20
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scrive Edo: <leggendo Simplicio, quando parla dei 9 figli di Eracle (i tespiadi) morti in Sardegna che non andavano incontro a putrefazione ma sembravano dormienti. Ma se l' incubazione veniva praticata presso le tombe degli eroi, di che tombe si trattava? più che a tombe dei giganti forse sarebbe più verosimile pensare ad una necropoli > Si è vero, anche altri commentatori dicono la stessa cosa... sembrerebbe si trattasse di CORPI MUMMUFICATI ed esposti in SANTUARI. Certo, come anche tu affermi, questo esclude le TOMBE DI GIGANTI, ormai considerate da tutti SEPOLTURE COMUNI. Non esclude i nuraghes (magari RIUTILIZZATI ALL'UOPO), e naturlamente sono probabili i POZZI SACRI... SHAR
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alfonso
Utente Medio
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Inserito il - 20/06/2007 : 09:48:44
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L’incubazione in Sardegna è citata per la prima volta da Aristotele nel IV sec. a.C., il quale racconta di uomini addormentati presso gli eroi; la riferisce come una leggenda, quindi non più in essere ai suoi tempi. L’indicazione “presso gli eroi” fa presupporre che la leggenda si svolga presso le tombe; non è chiaro se si riferisca alle tombe dei giganti, vecchie, ai suoi tempi, già di mille anni, ma in molti casi ancora visibili o se si riferisca alle tombe più recenti dell’età del Ferro, tipo quelle di M. Pramma. Peraltro si parla di una pratica in onore degli eroi (un culto funerario) e non di una terapia medica. Quello che sembra chiaro è che non si riferisce a rituali in corso, ma a una leggenda antica. D’altra parte nessuno degli autori che pure hanno una più precisa conoscenza della Sardegna come Polibio, Tito Livio, Strabone, Pausania, cita queste usanze a conferma che, probabilmente, in quei tempi non si usassero più. Altra cosa è l’uso del sonno con modalità terapeutica, una pratica completamente diversa e attestata nel culto di Asclepio, la divinità greca della medicina, i cui santuari erano dei veri e propri ospedali dove venivano curati i pazienti; tra le terapie era previsto, appunto, il sonno. Il culto di Asclepio è presente anche nel mondo punico (Eshmoun) e in quello romano (Esculapio). In Sardegna sono presenti vari templi dedicati a questa divinità come quello di San Nicolò Gerrei, da cui viene una dedica trilingue in greco, punico e latino e soprattutto nel santuario di Sa Punta ‘e su coloru di Nora, il tempio di Eshmoun appunto. Da questo santuario vengono, a conferma di ciò, delle statue in ceramica di dormienti avvolti nelle spire di serpenti, esposte al museo. È La prova che in quel santuario si esercitava questa terapia. Io credo che da questa pratica derivino le cumbessias dei santuari sardi. Non escludo che in queste pratiche sanitarie possa essere anche confluito il ricordo del culto degli eroi, ma l’alta diversità fra le due cose (culto in ambito funerario tra i nuragici) e pratiche sanitaria in ambito cultuale, la terapia del sonno, indichino due fenomeni completamente diversi nel significato e nei tempi. alfonso alfonsostiglitz@libero.it.
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 20/06/2007 : 16:02:01
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in effetti anch'io penso che si tratti di due cose distinte, sebbene spesso definite con lo stesso termine "incubazione".
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Modificato da - kigula in data 20/06/2007 16:05:30 |
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 21/06/2007 : 16:19:41
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Argomento intrigante anche questo, "s'orcu" fa discutere.... Io trovo molto interessante l’esame della questione "incubazione" anche da un'altra angolazione. Chi infatti non pare avere avuto dubbi in merito è stato Raffaele Pettazzoni, il grandissimo storico italiano delle religioni che, su “La religione primitiva in Sardegna”, sostiene che il mito degli eroi addormentati è uno dei pochissimi che si rintraccerebbero presso gli antichi sardi, tant’è che sarebbero stati vani i tentativi di Erwin Rohde di dimostrarne un’ importazione fenicia. Citando tra i tanti Tertulliano, che si richiama a sua volta al già menzionato Aristotele, rimarca in particolare il culto di un eroe della Sardegna in grado di liberare “dalle visioni coloro che dormivano presso il suo santuario” (fanum, che mi pare possa essere inteso anche come recinto sacro). L’incubazione, secondo Pettazzoni - che per avvalorare la sua tesi si aggancia alla mentalità dell’uomo primitivo nel quale il sonno, il sogno e la morte sono strettamente connessi e che si avvale inoltre di riscontri etnografici presso diversi popoli- rientra in una pratica ben definita dell’animismo. Per quanto riguarda la Sardegna, egli colloca nell’emiciclo delle tombe di giganti, sepolcro di famiglia e quindi tomba di avi e di eroi, “dimora sacra degli spiriti aleggianti come demoni tutelari presso la tribù”, il luogo dove avvenivano varie cerimonie di culto quali appunto quello dell’incubazione. Ipotizza inoltre che lo stesso uso del canto funebre risalga a quei tempi.
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alfonso
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Inserito il - 22/06/2007 : 16:23:50
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Petazzoni era un grande ma scriveva in altri tempi, quando le conoscenze sulla civiltà nuragica erano poco evolute. Dubito che la religione nuragica fosse ancora di tipo animistico, cioè di tipo primitivo; la civiltà dei nuraghi ci mostra una società ben più complessa e la sua rapida evoluzione che porta ai grandi santuari del Bronzo finale (XII-X sec. a.C.), ma forse con inizi un po' precedenti, ci indirizza a forme di religiosità decisamente più complicate. D'altra parte Tertulliano, più interessato all'apologetica cristiana, travisa Aristotele parlando di templi. Che le tombe degli eroi possano essere quelle dei giganti è possibile, vista la loro maestosità monumentale che avrà colpito di certo i nuragici dell'Età del Ferro (I millennio a.C.), che ormai la pensavano certamente in modo diverso dai loro antenati. Sul canto funebre francamente non abbiamo alcun tipo di prova, anche se forme di lamentazione funebre dovevano esistere. Resto comunque dell'idea che queste forme di culto funerario eroico fossero già perdute all'epoca di Aristotele e che l'incubazione come la intendiamo oggi sia cosa completamente diversa, legata più alla diffusione di pratiche mediche. Petazzoni resta un grande ma non aveva a disposione i dati e le cronologie che abbiamo oggi. alfonso alfonsostiglitz@libero.it
alfonso
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la keta
Utente Normale
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Inserito il - 10/11/2007 : 22:13:02
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anche i Celti usavano l'incubazione per curare, loro dicevano "covare i sogni", le persone venivano preparate e fatte dormire all'interno di grotte o buche speciali dove in sogno ricevevano la visita di uno degli dei della guarigione e ricevevano un messaggio che poi veniva interpretato dallo sciamano per tradurlo in soluzione alla malattia...
anche loro usavano dormire sulle o nelle tombe degli eroi o degli avi per incontrarne gli spiriti...
C'è un'altra pratica degli sciamani celtici che si chiama "imbas forosna" (illuminazione) che implica il rinchiudersi in un luogo buio in prossimità dell'acqua (fonte o fiume). Lo scopo era divinatorio: si trattava di restare al buio completo per un certo periodo di tempo concentrandosi sulla domanda per la quale si cercava una risposta urgente. Gli sciamani celtici avevano ben compreso l'effetto che poteva suscitare il restare per molto tempo al buio e poi esposti di colpo alla luce solare, nel momento del passaggio dall'oscurità alla luce abbagliante ricevavano la risposta. Una cosa importante era che questa meditazione al buio doveva essere fatta all'interno di un cerchio (il cerchio è uno strumento essenziale nella pratica sciamanica celtica)... quello che penso è che un nuraghe si sarebbe prestato benissimo a tale pratica!
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falkittu
Utente Normale
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Inserito il - 10/06/2008 : 12:15:06
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Splendida tomba a filari contrapposti. Ricorda molto quella di Quartucciu Is Concias.
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