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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 01/12/2012 : 00:14:32
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Adiacente alla Cattedrale di Santa Maria della Neve, a lato di una terrazza balaustrata che si affaccia su uno scorcio panoramico tra i più suggestivi di Nuoro, che ti fa trattenere il respiro e spalancare lo sguardo sul Monte Ortobene e sul Supramonte per poi posarlo sulla vallata solcata da una strada sinuosa che si infila, celandosi, tra mandorleti ed uliveti, c’è il Tribu-Spazio per le Arti.
Tribu sta per Tribunale: e questo è un atto dovuto, visto che l’edificio era la sede del vecchio Tribunale di Nuoro, ristrutturato e riconvertito a funzioni culturali; ma a me piace immaginare che Tribu stia anche per tributo: nel caso specifico al più grande sculture sardo, Francesco Ciusa.
Sebbene tardi infatti, precisamente nel 2010, la sua città natale, Nuoro, ha finalmente allestito nel Tribu il Museo Ciusa, composto dalla più completa esposizione permanente del grande scultore e affiancato da iniziative culturali temporanee: conclusa la mostra sul mondo magico di Eugenio Tavolara, il 31 ottobre è stata inaugurata “Raffaele Ciceri. Fotografie di Nuoro e della Sardegna nel primo novecento”, raccolta di immagini scattate da un originale farmacista nuorese gaudente che, con il nome di Boelle Zicheri , faceva parte di quell’ arcipelago umano ruotante intorno al Caffè Tettamanzi descritto magistralmente nel “Giorno del giudizio” da Salvatore Satta. La mostra resterà aperta fino al 28 febbraio 2013.
Ma Tribu, come dicevo, è soprattutto Francesco Ciusa. In ambienti nei quali le suggestioni di una sapiente collocazione e illuminazione incrementano, se possibile, la forte emozione della visione ravvicinata dei suoi straordinari gessi ( e non solo) comprendenti l’intero ciclo di “I Cainiti”,- ispirata e densa raffigurazione dell’aspro cuore della Sardegna-, ti accolgono infatti Salvatora, immortalata magnificamente nella Filatrice; l’impressionante Cainita, imponente eppure così piccolo di fronte al suo comunque tragico destino; la sinuosa Anfora sarda; l’intenso Bacio che suggella l' armonia e l’alchimia della fusione totale, spirituale e materiale, di un grande amore; l’infinito e inconsolabile dolore della notissima Madre dell’ucciso, racchiusa in una solitudine al di là del tempo e dello spazio, che appare rimarcata anche dalla collocazione appartata dell’opera con la quale l’appena 24enne Francesco Ciusa si aggiudicò il 1° premio alla Biennale di Venezia nel 1907; lo sguardo sfuggente e malinconico di quell’ oranese, Nomade camminante venditore di scarpe nuove e usate, che tanto colpì lo scultore e, di fronte, la straziante, Dolorante anima sarda.
L’opera, raffigurante una donna che rivolge il suo sguardo aspro, sbarrato, livido e senza lacrime non al suo bambino- che, con la testa china è stretto tra le sue ginocchia- ma al cielo, non ha più le braccia, palesemente rivolte anch’esse in alto, lassù. Si potrebbe pensare a un danneggiamento, ma in questo caso non è così: nelle “Pagine per un’autobiografia” ( da Francesco Ciusa di R. Bossaglia, Ilisso, Nuoro, 1990), è lo stesso Ciusa a raccontare il tragico ricordo di una giovane donna alla quale era stato ammazzato il marito e che, straziata, tra le nere prefiche piangenti “a un certo punto… più terribile ancora, solleva le braccia, incrociandole nei polsi, dopo averle girate dall’alto in basso, e disegnando un cerchio che le congiunge sul punto dove si genera la vita, facendo le fiche con ambo le mani, grida con voce rauca, quasi bestiale: "A tottu su mundu, chi si sicchete!" ( "A tutto il mondo, che inaridisca!"”).
Quella maledizione verso il cielo Ciusa la riprodusse fedelmente: ma poi, forse impressionato dalla potenza della sua opera e dell’imprecazione, scelse di non immortalare quel gesto, e troncò per sempre quelle braccia che egli stesso aveva plasmato.
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Modificato da - Adelasia in Data 01/12/2012 00:59:48
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 01/12/2012 : 00:20:09
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Il Tribu-Spazio per le Arti è gestito dalla Illisso Ed.
Apre tutti i giorni, tranne il canonico lunedì, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 20,30. Il costo del biglietto (nota non irrilevante, specie in questi tempi grami )è € 1,00; per i pargoli sotto i 6 anni è gratis.
Per ulteriori info:
www.tribunuoro.it/
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Adelasia
Moderatore
Penna d'oro
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Inserito il - 13/06/2013 : 22:25:48
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L'arte a Nuoro ha il cuore e i colori della Sardegna: domani 14 giugno alle 18:00 al TRIBU verrà inaugurata "ARTE SARDA. UN ITINERARIO DEL NOVECENTO DALLE COLLEZIONI PRIVATE", collezione che raccoglie 200 opere di 50 artisti quali Antonio Ballero,Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Carmelo Floris, Mario Delitala, Giovanni Ciusa Romagna, Brancaleone Cugusi, Carlo Contini, Melkiorre Melis (giusto per citare quelli che piacciono particolarmente a me). La mostra chiuderà i battenti il 27 ottobre.
Sempre domani, un'ora dopo, al MAN di Nuoro prenderà il via un altro attesissimo evento: "L INVENZIONE DELLA SARDEGNA- Pittura dalle collezioni del MAN e del MuS'A 1900-1950" che chiuderà il 1 settembre. Contestualmente il discorso identitario verrà approfondito nella mostra dedicata al paesaggio sardo "L’ORMEGGIO", allestita a Orosei in via Giuseppe Musio n. 22.
Eventi indubbiamente da non perdere per chi vuole trovare/ riconoscere / capire l'identità sarda attraverso l'anima, la sensibilità e la creatività dei suoi più grandi artisti del '900.
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Modificato da - Adelasia in data 13/06/2013 22:36:54 |
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