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sartinocchja
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 26/01/2011 : 09:24:28
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Credo che quello della “medicina popolare o tradizionale” (a prescindere che sia della Sardegna o di qualsiasi altra parte del mondo) sia un argomento complesso, interessante e non si possa esaurire con questi interventi, compreso il mio, (forse perché ogni abitante della terra ha una sua opinione in merito). Oggi tutti noi ci rivolgiamo al medico, e subito dopo corriamo in famaccia per “stare meglio”, in somma alla medicina convenzionale. Nel passato, che poi tanto passato non è, visto che parliamo di 100 anni fa (ma cosa sono 100 anni nell’evoluzione mentale dell’uomo) in presenza di uno squilibrio ci si rivolgeva a questo tipo di medicina, per questioni di ordine economico, culturale e geografico visto che il tipo di società era prevalentemente agropastorale. Con l’affermasi del modello industriale la gestione della malattia ha assunto, ovviamente, un'organizzazione completamente diversa (Sistema Sanitario Nazionale). Che cosa fare allora della medicina dell’occhio, della medica dello spavento, della terapia delle ustioni, insomma della medicina tradizionale? Ciò che prima era prassi comune/normale è ora divenuta una pratica “fuori legge” o motivo di stupore o che certi sintomi siano frutto di molta fantasia e/o troppa superstizione. Possibile che i nostri avi fossero tutti dei creduloni e/o superstiziosi? Allo stesso tempo come far passare il messaggio che qualcosa in cui si crede non esiste? (ops! qui siamo anche sul campo della fede …) È un’ardua battaglia. Come se credere in qualcosa di "soprannaturale" o “forza misteriosa” che domina gli eventi possa proteggere dalla paura dell'ignoto, o rende più facile tenere a bada l'ansia e tutte le angosce legate alle “preoccupazioni”. Come se affrontare questo “ignoto”, queste “preoccupazioni” non fosse possibile solo con le proprie forze, interrogando se stessi, stimolando la capacità di conoscersi.
Oggi come allora di che cosa ha bisogno l’essere umano? ….
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“(…) Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” Antoine De Saint-Exupéry “Osare è la forza più grande …” Selene
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/01/2011 : 15:08:22
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L'essere umano ha un bisogno che si protrae da secoli cioè "qualcosa in cui credere"! I nostri avi non credo siano tutti superstiziosi o creduloni, ci sono alcune cose che funzionano per via della conoscenza che hanno avuto e l'esperienza maturata in stato di necessità e tramandata. la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie e altri metodi di cura basati solo su quello che si potevano procurare in natura. Il soprannaturale e l'esoterico meglio lasciarlo a chi ha bisogno in qualche modo per emergere dalla folla, farsi notare per uscira da un anonimato che trova pesante. Poi può anche essere che ci sia della verità in qualche manifestazione "strana" ma per ora prove certe non ce ne sono, a parte per chi ci crede.
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E' sempre meglio sembrare stupidi tacendo invece di darne la conferma parlando!! |
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 26/01/2011 : 16:39:44
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| Tharros ha scritto:
L'essere umano ha un bisogno che si protrae da secoli cioè "qualcosa in cui credere"! I nostri avi non credo siano tutti superstiziosi o creduloni, ci sono alcune cose che funzionano per via della conoscenza che hanno avuto e l'esperienza maturata in stato di necessità e tramandata. la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie e altri metodi di cura basati solo su quello che si potevano procurare in natura. Il soprannaturale e l'esoterico meglio lasciarlo a chi ha bisogno in qualche modo per emergere dalla folla, farsi notare per uscira da un anonimato che trova pesante. Poi può anche essere che ci sia della verità in qualche manifestazione "strana" ma per ora prove certe non ce ne sono, a parte per chi ci crede.
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Mi permetto di ripetere una segnalazione bibliografica che ritengo fondamentale per la conoscenza di questo come di altri fenomeni simili: i due libri pubblicati dal Nando Cossu ("Medicina popolare in Sardegna" e "A luna calante"). Sono, anche, di piacevole lettura e contengono una straordinaria quantità (e qualità) di nozioni in gran parte raccolte ed elaborate "sul campo". In altri termini, due lavori di autentico valore scientifico, che devono essere conosciuti da chi affronta questa materia, che appartiene alla medicina e all'antropologia. Sullo stesso argomento sono interessanti (e utili) gli studi e le pubblicazioni di Giulio Angioni. Non è difficile trovare tutte le altre indicazioni bibliografiche e consultare i libri nelle biblioteche pubbliche. In tutta questa quantità di studi (e ve ne sono, ovviamente, anche tantissimi altri) come si colloca, come si considera la "medicina dell'occhio", "de s'ogu pigau", "ogu liau", "il malocchio", il risultato dell'invidia, della malevolenza? Che senso e che valore hanno le "terapie" praticate? A questo punto, come è noto, si dividono le diverse scuole di pensiero e non è questa la sede per enumerarle e descriverle. Del resto lo fanno ampiamente (e autorevolmente) gli autori citati o reperibili nella bibliografia. A me pare che sia, in ogni caso, importante, anzi fondamentale, non scartare pregiudizialmente (cioè aprioristicamente) le opinioni e le ipotesi altrui, considerando che esse provengono sempre da strati e tempi culturali diversi (non sempre coincidenti con i nostri) e come tali devono essere considerate e studiate. Giuseppe
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 26/01/2011 : 18:19:32
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E io che ho detto???
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 27/01/2011 : 08:26:02
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"Tuttavia, pur essendo la medicina ufficiale quella dominante, all'interno del sistema di cura della Sardegna operano, in misura più o meno sensibile, anche altre medicine. Considerato che un sistema di cura è costituito dall'insieme delle risorse terapeutiche a cui il malato può fare riferimento, attualmente nel nostro sistema di cura possiamo distinguere tre diversi settori a cui indirizzare la ricerca della cura: il settore convenzionale, altamente professionalizzato, con percorsi di formazione istituzionalizzati e col sostegno dello Stato; il settore popolare, cioè quello della medicina tradizionale, non professionalizzato, con percorsi di formazione "sui generis" (fuori dalle istituzioni convenzionali), comprendente credenze e pratiche sia empiriche sia magiche, come patrimonio non gestito dalle istituzioni; il settore non convenzionale e non tradizionale, comprendente conoscenze e pratiche che non rientrano nei due settori precedenti: riflessologia, yoga, musicoterapica, danzaterapia, shiatsu, pranoterapia, agopuntura ecc. Questo fenomeno del pluralismo dei sistemi di cura è presente in qualche misura in tutti i paesi occidentali, ma in Sardegna sembra che assuma ancora caratteristiche particolari per via della diffusione della medicina tradizionale, che raggiunge dimensioni al di sopra di ogni previsione." Da una recente ricerca condotta in tutti i paesi della Sardegna, risulta che i guaritori tradizionali ancora in attività sono sicuramente oltre il migliaio; che accanto alle terapie empiriche sono ancora molto diffusi i riti magico-terapeutici; che su alcune patologie l'intervento di carattere empirico produce esiti di guarigione di notevole interesse; che le persone che ancora oggi fanno ricorso a questo sistema di cura sono oltre centomila. " Per altre notizie, si veda il sito "Sardegna Cultura", alla voce "Medicina popolare" Sono particolarmente interessanti (oltre quelle già citate) e utili le pubblicazioni di Gallini e di Atzori e Satta. Tutte dotate di una ricca bibliografia. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 27/01/2011 08:27:44 |
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Tharros
Salottino
Utente Virtuoso
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Inserito il - 27/01/2011 : 09:05:06
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Qui si parlava di malocchio, almeno il titolo della discussione era questo. La medicina nella cultura popolare è altra cosa..
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Giuseppe
Utente Attivo
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Inserito il - 27/01/2011 : 11:22:02
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| Tharros ha scritto:
Qui si parlava di malocchio, almeno il titolo della discussione era questo. La medicina nella cultura popolare è altra cosa..
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Giustissimo. Ho allargato il discorso anche perché il "malocchio" (come risulta dal testo che ho riportato) rientra tra le "pratiche magiche"[/i] della medicina popolare, ma alcuni ricercatori preferiscono escluderle, forse per comodità espositiva o classificativa. Anche perché gli operatori, all'interno della pratica terapeutica popolare, sono generalmente ben distinti, direi "specializzati". Se ne distinguono, infatti, anche coloro che usano solo le erbe (fitoterapisti popolari) e non le manipolazioni; così pure coloro che pronunciano brebus e invocano formule religiose o adoperano oggetti sacri (ad esempio candele della settimana santa, reliquie vere o presunte, ecc.). Il malocchio, comunque, e qui convengo con THARROS, ha una collocazione tutta sua particolare e, ovviamente, un meccanismo d'azione che non si riscontra in altre pratiche di terapia popolare. E' identico, tuttavia, il rapporto fiduciario verso il guaritore ed è identica la necessità di una iniziazione anche a carattere ereditario. Mi pare doveroso ricordare che la medicina ufficiale (o scientifica) ha attinto (selettivamente) dal bagaglio (spesso misconosciuto) della medicina popolare. Qualcuno, arditamente, mi ha detto (senza insistere troppo) che ha attinto, o potrebbe attingere, anche dalle diverse pratiche terapeutiche del malocchio. In questo stesso forum qualcuno ha anche detto quali potrebbero essere gli elementi recuperabili dalla ricerca scientifica. Un quadro di raccordo più generale (nel corso dei secoli) lo si può trovare nella "Storia della medicina e della sanità pubblica in Sardegna" pubblicato dall' editrice AIPSA (Cagliari) nel 1999. La discussione, comunque, è ancora aperta. Giuseppe
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Modificato da - Giuseppe in data 27/01/2011 11:28:31 |
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sartinocchja
Salottino
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Inserito il - 27/01/2011 : 12:31:04
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Già “qualcosa in cui credere” (secondo me questo bisogno è insito nella natura umana) … e chi sono io per dire che è giusto credere in una cosa piuttosto che un'altra?
Forse posso esprimere quello in cui “credo o non credo” io (capirlo è già complicato, affermarlo con certezza poi). Forse posso dire che ci sono persone che per tutta una serie di motivi credono in qualcosa di "soprannaturale" o “forza misteriosa” perché gli aiuta di fronte alle paure, o rende più facile tenere a bada l'ansia e tutte le angosce legate alle “preoccupazioni”. Mentre ci sono altre persone che fronteggiano quante paure o preoccupazioni solo con le proprie forze, interrogando se stessi, stimolando la capacità di conoscersi ecc. Esistono queste e forse altre tipologie di persone, ma qui mi fermo.
Sposto l’accento sull’importanza che queste pratiche hanno avuto per i nostri avi e per noi oggi. Io non sottovaluterei cosa sta alla base di “quest’esperienza tramandata (o metodo di cura- medicina tradizionale in cui, mi pare di capire, rientri anche il malocchio) e maturata in stato di necessità”. Non sono solo la camomilla per gli occhi l'olio caldo per le orecchie, o le pratiche magiche, o le medicine che possiamo assumere oggi quando stiamo male, credo. È qualcosa di più, non vorrei spingermi tropo là, ma ha che fare con il nostro DNA. È qualcosa che passa attraverso il latte materno, attraverso il pane che mangiamo ogni giorno e che è stato prodotto dalla nostra terra, ma soprattutto ha che fare con il singolo individuo … Tutto è più sterile se non consideriamo anche quest’aspetto. Naturalmente questo è solo il mio parere.
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lorena24
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Inserito il - 17/09/2011 : 12:07:33
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Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta..
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Samuele
Nuovo Utente
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Inserito il - 05/05/2012 : 17:47:55
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| lorena24 ha scritto:
Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta..
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Ciao Lorena, perdonami ma leggo solo ora questa tua risposta. Comunque sì, le pratiche per il malocchio possono essere fatte anche a distanza, così come quelle per i nervi o muscoli infiammati o doloranti, per gli spaventi, i colpi d'aria, ecc. Per quanto riguarda lo spavento, qualcuno quì ha detto che i preti non fanno questo rito... non so da voi, ma a Napoli invece sono molti i preti che lo praticano per i bambini che ne hanno bisogno.
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ademel
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Inserito il - 18/09/2012 : 18:39:06
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| meurreddu ha scritto:
una mia zia mi deve insegnare sa meixina e'sogu ... quella con il grano e le preghiere .. ma a gonnesa c'èrano tante signore che facevano tante medicine .. molte le fanno ancora .. tipo s'affumingiu .. tipo sa meixina de is porrusu ..ecc .. solo che per gelosia nn le insegnaNO ..
su meureddu
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Ciao , Quando ero piccolo una signora del mio paese che era anche una zia, mi ha fatto s'affuminzu perchè mi ero spaventato, volevo sapere se da voi la pratica era la stessa, anche da voi si usava una tegola con delle erbe che poi si bruciavano?
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Spesso le persone che ci amano non sono le stesse che noi amiamo.. |
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ademel
Nuovo Utente
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Inserito il - 18/09/2012 : 18:41:16
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| Samuele ha scritto:
| lorena24 ha scritto:
Ciao samuele volevo sapere se era possibile effettuare la medicina del malocchio a distanza??? se fa lo potresti fare x me???grazie aspetto risposta..
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Ciao Lorena, perdonami ma leggo solo ora questa tua risposta. Comunque sì, le pratiche per il malocchio possono essere fatte anche a distanza, così come quelle per i nervi o muscoli infiammati o doloranti, per gli spaventi, i colpi d'aria, ecc. Per quanto riguarda lo spavento, qualcuno quì ha detto che i preti non fanno questo rito... non so da voi, ma a Napoli invece sono molti i preti che lo praticano per i bambini che ne hanno bisogno.
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Ciao Samuele, non so se leggerai questo messaggio a breve, cercavo una persona che potesse fare la medicina per togliere il malocchio, è per una persona cara, mi puoi aiutare?
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Ammutadori
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Inserito il - 09/04/2013 : 17:09:28
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Mi sa che ho aperto questo post nel 2009 :-) Ampuriesu ti hanno contattato in molti?
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Saludi e Trigu http://www.contusu.it |
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