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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 28/05/2012 : 15:52:54
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Salve a tutti, che cosa ne pensate dello scrivere le doppie scrivendo in Sardo ? Nel 1999 ho seguito un corso di Sardo Campidanese tenuto dal prof. Antonio Lepori che diceva che c'e' un solo modo di pronunciare le consonanti in Sardo e che quindi non e' necessario scriverle doppie un quanto, facendo un paragone con l'Italiano, il loro suono e' intermedio tra una semplice ed una doppia (a parte le consonanti d, l, n, r, s che possono essere scritte o semplici o doppie); cio' spiegherebbe perche' i Sardi, scrivendo in Italiano, molte volte sbagliano le doppie. Il prof. Pittau, nella sua grammatica sul Logudorese non la pensa come il prof. Lepori. Io personalmente scrivendo in Sardo scrivo le doppie, ma non sono sicuro che sia la cosa giusta. Mi piacerebbe sentire altri pareri.
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Agostino Zoroddu |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 28/05/2012 : 17:23:33
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Ciao Gonario, mi sa che ci siamo conosciuti da Lepori allora io la penso come te, non ci riesco a scrivere con una sola consonante; io la sento la differenza tra le consonanti semplici e quelle doppie checchè ne dica Lepori, anche se non sono un fonologo; e mi pare che la posizione di Lepori sia minoritaria: apu fatu vs appu fattu? noooooo
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 28/05/2012 : 21:25:07
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Ti ringrazio Robur.q della risposta, io non sono un laureato in lettere e quindi non ho dato certi esami di linguistica sarda, quindi se ho qualche dubbio mi fa piacere se qualcuno che ne sa piu' di me risponde alle mie domande. Io ho seguito il corso di Lepori nel 1999 e l'ho riseguito nel 2000 ed era organizzato dall'Arci e dal comune di Quartu; tu quando l'hai seguito ? Puo' darsi veramente che ci siamo conosciuti allora. Ti volevo chiedere che cosa ne pensi del vocabolario italiano - sardo campidanese del Casciu che sto pensando di comprarmi.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 29/05/2012 : 08:12:46
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Neanch'io sono laureato in lettere e ho delle lacune tecniche impoortanti. Sono laureato in scienze poitiche , ho fatto la specializzazione in studi sardi e due master universitari di linguistica sarda, ma alcune basi mi mancano o quantomeno sono carenti. Mi definirei piuttosto un socio-linguista. Dunque mi fa piacere discutere con altri che hanno altrettanti dubbi quanto me. Poi, detto tra noi, i linguisti si scannano per vocali, consonanti, accenti, prostesi, suffissi, forme verbali ecc.... Io mi adeguo generalmente alle arregulas della provincia di Cagliari, ma alcune cose non mi convincono, come le consonanti doppie; ma alla fine questa è solo questione di stile, non inficia la comprensione dello scritto. Il mio motto poi è : Melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi, è di Sant'Agostino, che di comunicazione se ne intendeva! Sono contrario quindi ad appesantimenti ortografici, come gli accenti sulle vocali chiuse o aperte, se non sono strettamente necessari alla comprensione del testo. Il campidanese e il logudorese hanno ormai raggiunto una stabilità ortografica che permette loro di essere utilizzati in ogni situazione senza tema di incomprensioni. Per il logudorese, che comunque non uso per scrivere, faccio riferimento alla grammatica di M. Pittau. Il problema è che in Sardegna ognuno pretende di scrivere esattamente la varietà che parla, e ciò è impossibile. Sarà grasso che cola se riusciremo ad ufficializzare il doppio standard! Riguardo al dizionario di Casciu, che peraltro puoi trovare on-line su: http://www.sardegnadigitallibrary.i...63&id=530465 non mi entusiasma: vi trovo molte lacune lessicali, forse legate al fatto che lui parte dalla sua varietà senza poi avere una conoscenza profonda delle altre. Per principio io comunque uso più dizionari quando scrivo: Puddu, Lepori, Wagner, Porru, Spano, .....ci infilo tutto
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Modificato da - robur.q in data 29/05/2012 08:21:34 |
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 29/05/2012 : 08:32:06
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oooops, tu chiedevi del italiano- sardo, che posseggo, ma il discorso è uguale
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 30/05/2012 : 20:40:37
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Ti ringrazio per avermi dato l'indirizzo internet del vocabolario sardo - italiano del Casciu, me lo sono subito scaricato sulla pendrive come ho letto il tuo messaggio. Per quanto riguarda quale sardo per tutti a cui tu accenni, io qualche anno fa ho comprato la grammatica e il vocabolario del sardo di Tonara di Pier Luigi La Croce che sto studiando e sono arrivato quasi alla metà. A me piace molto la proposta della limba de mesania di cui il dialetto di Tonara fa parte, come proposta per mettere d'accordo tutti. Io, anche se parlo sia nuorese che campidanese, preferisco molto di più il primo, ma sono miei gusti personali.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 31/05/2012 : 13:54:48
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temo che l'idea della mesania si può considerare ormai archiviata. Il timore è che, con essa, sia archiviata tutta la lingua sarda in qualsiasi variante. Purtroppo la questione linguistica è stata sempre portata avanti con una vena nazionalistica che, oltre ad essere ormai fuori dalla storia, assume spesso aspetti perfino razzisti francamente antipatici, per andarci leggero. La questione linguistica per me è una questione di patrimonio culturale: voglio io che il nuraghe di Barumini diventi una cava di materiale da costruzione? voglio io che San Pietro di Sorres sia abbandonato all'incuria del tempo fino a crollare? voglio io che cha a Cala Luna ci si arrivi con un bel ponte autostradale con autogrill? NO! il sardo (e tutte le varietà popolari sarde) sono parte del patrimonio culturale della comunità sarda: lasciarlo morire ci impoverisce tanto quanto la perdita di patrimoni architettonici o naturali. A me, come alla stragrande maggioranza dei sardi, della Repubblica di Mal di Ventre non importa niente di niente!!!
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 01/06/2012 : 00:39:20
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Quanto mi dici sulla proposta della limba de mesania non lo sapevo, a me è sembrata una proposta ragionevole che potesse accontentare tutti, anche perché altre possibilità non ne vedo. Non so se per il Sardo sia possibile una soluzione come il Nynorsk (detto anche Landsmal)(per i forumisti che non siano a conscenza dell'argomento, in Norvegia si parlano due lingue, la prima è una forma di Danese norvegesizzato detta Riksmol, la seconda è stata creata nel 1850 da un glottologo autodidatta, Ivar Aasen, intorno al 1850, che ha pubblicato una proposta di creazione di una nuova lingua fondata sui dialetti parlati in Norvegia, fornendo anche una grammatica, un vocabolario ed una antologia di testi), forse il campidanese ed il logudorese cominciano ad essere troppo divergenti perché una tale soluzione sia possibile. Non penso che la LSU e la Limba Sarda Comuna siano delle soluzioni che possano essere accettate da chi parla campidanese, mi sembrano troppo sbilanciate verso il logudorese. Forse, a questo punto, ci si deve accontentare di avere due standard, camidanese e logudorese come anche si ha nella lingua catalana (uno standard occidentale ed uno orientale) con tutti i suoi limiti secondo me.
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Rita Niffoi
Utente Medio
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Inserito il - 29/06/2012 : 19:10:33
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Io penso che una "Limba di mesanìa" non esista e sono contraria alla creazione a tavolino di una lingua che non esiste nella realtà. Che esistano delle macrovarianti ed in queste delle varianti, e all'interno di esse ancora tanti dialetti è pacifico: forse è utopia, ma credo che sia necessario salvarli tutti, ciòe studiarli, metterli per iscritto e soprattutto parlarli.
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Rita Niffoi |
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Gonariu
Utente Medio
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Inserito il - 30/06/2012 : 10:03:10
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Chiaramente logudorese e campidanese sfumano l'uno nell'altro attraverso una serie di dialetti intermedi (che costituiscono la cosidetta "mesania"); le classificazioni sono per nostra comodita', ma poi e' chiaro che le cose variano in maniera continua. Siccome in Sardo non c'e'un'opera di un tale prestigio letterario scritto in uno qualsiasi dei dialetti sardi che possa far accettare da tutti tale dialetto (come la Divina commedia di Dante per il fiorentino o la traduzione nel tedesco della cancelleria di Sassonia del XVI secolo eseguita da Lutero); percio' prendere un dialetto intermedio fra logudorese e campidanese della cosidetta "mesania" con alcune correzioni "artificiali" per renderlo piu' equidistante fra logudorese e campidanese, non credo che sia una soluzione da disprezzare. Sono d'accordo con lei che bisogna salvare, mettere per iscritto e parlare tutti i dialetti sardi (ho comprato e letto il suo vocabolario sul sardo di Orani ed e' molto bello e ben fatto), ma penso che un sardo ufficiale abbia i suoi innegabili vantaggi (giornali, televisione, lingua della Chiesa, dell'insegnamento a scuola ecc.); altrimenti la lingua italiana sara' usata dai Sardi sempre di piu' fino a far sparire la lingua sarda.
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robur.q
Utente Senior
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Inserito il - 30/06/2012 : 12:01:33
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Temo in qualche modo di dovervi contraddire entrambi. La "mesania" esiste ed è costituita da quella stretta fascia di dialetti parlati nei paesi appena a nord di Oristano fino ad appena nord di Tortolì che oggettivamente non possono essere ascritti nè all'una nè all'altra delle due macrovarietà avendo caratteristiche miste. Sono pochi piccoli paesi ma esistono. E devo contraddire anche Gonario in qualche modo: è vero che in sardo non sono state composte meraviglie letterarie , ma è stato composto un codice legislativo, la famosa Carta de Logu di Arborea, che è rimasto in vigore nell'isola per più di cinque secoli. Ed è stato composto, secondo me anche con un certo artifizio, proprio nella varietà della mesania (almeno nelle edizioni più antiche, il manoscritto e l'incunabolo, poichè le edizioni posteriori furono "logudoresizzate" dal giurista Gerolamo Olives). Le più importanti lingue neolatine hanno avuto due origini: come lingue di corte e come lingue letterarie, quasi sempre coincidenti (ma non in italiano per esempio). E' altamente probabile che l'arborense, la mesania insomma, fosse la lingua della piccola corte dei giudici di Arborea. Non è necessaria una grande tradizione letteraria per una lingua moderna (anche il catalano non ha questa grande tradizione), possono essere usate altre fonti, ed un testo tecnico come la Carta de Logu avrebbe ben potuto essere di ispirazione ai creatori della LSC per essere la lingua amministrativa della Regione!!! Così purtroppo non è stato, forse anche perchè i linguisti, che sono laureati in lettere, non provano grande fascino per un testo giuridico: interessa loro solo dal punto di vista strettamente linguistico, non ne percepiscono il valore civile, il prestigio sociale!!! Io invece adoro i codici, da Giustiniano a Napoleone , e la loro enorme influenza, anche linguistica nelle società antiche e moderne: che cos'è il latino in fondo, se non, innanzitutto, la lingua delle XII tavole? Per rispondere ancora a Rita: la Sardegna è una società moderna, checchè se ne pensi, e in una società moderna, anche nei paeselli, la lingua si trasmette principalmente nelle istituzioni scolastiche. E le scuole hanno bisogno di strumenti: abecedari, grammatiche, dizionari e vocabolari: è impensabile un abecedario per ogni paese, che contenga segni per rappresentare chessò il colpo di glottide, le vocali nasali di alcuni dialetti campidanesi o le laterali sibilanti di alcuni dialetti logudoresi. Non solo sarebbe un'operazione estremamente costosa, ma non raggiungerebbe certo l'obiettivo di far parlare i sardi in sardo tra loro. Mi immagino le maestre che si dovrebbero barcamenare tra un dialetto e l'altro in ciascun paese dove son trasferite. La tua, perdonami, è una posizione malinconicamente e nostalgicamente conservativa ma che fallirebbe proprio il suo obbiettivo: la conservazione e la trasmissione alle future generazioni del sardo per impossibilità manifesta!! Quanto al tavolino, ma scusa, che credi abbia fatto il Signor Dante Alighieri? o Cervantes? o Camões? Vabbè, loro erano geni letterari, i membri della commissione linguistica sarda non sono geni in ogni senso
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Modificato da - robur.q in data 30/06/2012 12:13:43 |
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Rita Niffoi
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Inserito il - 30/06/2012 : 16:36:41
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Certo, devo ammettere che sono un poco nostalgica, come forse avrà capito Gonariu scorrendo il mio libro, che è una sorta di viaggio nella memoria, ma credo che tutti, proprio tutti i dialetti debbano essere valorizzati e che la trasmissione avvenga principalmente nel quotidiano, soprattutto in paesi come il mio: io, per esempio, lo uso in ogni situazione, anche nel lavoro. Poichè mi capita quotidianamente di incontrare persone di altri paesi, è interessante anche confrontarci sul dialetto, visto che talvolta esistono termini diversi in paesi distanti anche solo pochi chilometri. Certo Robur hai ragione tu, non è pensabile poter riportare esattamente la pronuncia, ma almeno i vocaboli e i modi di dire si, perchè costituiscono un patrimonio che va perdendosi giorno dopo giorno, e se io l'ho fatto per il mio paese lo possono fare anche altri con il loro dialetto. Grazie Gonariu sono contenta che il mio lavoro ti sia piaciuto, dimmi per curiosità cosa pensi della piccola parte dedicata alle preghiere.
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Rita Niffoi |
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robur.q
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Inserito il - 30/06/2012 : 21:51:34
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Cara Rita, un dizionario di un'eventuale lingua sarda comune dovrà contenere tutti, ma tutti i vocaboli di tutti i dialetti della lingua sarda, tuttalpiù adattati foneticamente e graficamente. Su questo non si discute: non conosco il tuo lavoro, ma se raccoglie i vocaboli in uso nel tuo paese è sempre altamente meritorio; i paesi della Barbagia conservano parole talvolta esistenti in uno solo di essi e non altrove. E ciò è importante sia dal punto di vista scientifico che di cultura popolare per tutti i sardoparlanti. Ben vengano questi lavori, non sono affatto in contraddizione nè con l'ipotesi dello standard unico nè col doppio standard. Il sardo poi, dal punto di vista lessicale, è molto compatto: ciò che diverge fortemente è la fonetica , la cui reductio ad unum è molto difficoltosa. Ma la storia ci ha fatto un dono, la Carta de Logu, che la ha realizzata. Perchè rinunciarvi?
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Rita Niffoi
Utente Medio
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Inserito il - 30/06/2012 : 22:22:52
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Si è vero, valorizzare i singoli dialetti non è in contrasto con la stesura di una lingua unica, diciamo amministrativa. Non ci avevo mai pensato, ma è proprio vero che la Carta de logu ha caratteristiche tali da essere usata a questo scopo. Io non pretendo certo che in Regione si scriva in oranese, ma mi piacerebbe che i verbali del consiglio comunale, che vengono già pubblicati in italiano e in sardo, fossero invece espressi nella variante locale. Un problema che mi intriga molto è quello dell'ortografia, per esempio quello delle doppie che ha dato il titolo a questa discussione: so quale è l'orientamento della Limba sarda comuna ma la mia scelta è mettere le doppie dove le pronuncio. Altra questione quella della lettera d cacuminale che non viene più scritta in modo specifico, io continuo a scrivere dh (stile Ottocento), perchè voglio rendere il significato: insomma, o est seda o est seddha! (Mi scuso per i messaggi fiume, questione di carattere!)
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aquila
Nuovo Utente
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Inserito il - 01/07/2012 : 06:53:49
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Ma proite deves iscrier seddha pro lu distingher dae seda? No bastat iscrier sedda? A ite appesantire s'iscrittura cun sinnos de aggiunta sena sensu?Cando eo fia pizzinnu tota sa zente faeddaiat in sardu onzunu in sa variante de sa bidda sua e nos cumprendimis benissimu sena bisonzu de perunu azudu. Ma una limba uffiziale comuna est nezessaria pro sos attos de sa publica amministrascione, pro una grammatiga e unu vocabolariu unitariu.E poi, comente mai bois litterados, cando faeddades de sos problemas de sa limba sarda usades sa limba italiana? No sezis capatzos de impittare su sardu cando faeddades de cosas sardas? E proite totu sos pretziosos iscrittos bostros chi podian dare valore sientificu a sa limba sarda si los aerezis fattos in sardu los faghides in italianu? Bois istudiosos cominzade a pensare e a iscrier in sardu e gai contribuides a dare forza a sa limba nostra chi s'est perdinde in milli trainos de polemicas inutiles.
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robur.q
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Inserito il - 01/07/2012 : 06:55:41
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A chi vieni a dire messagi fiume? Credo che nessuno impedisca, anche oggi, di scrivere gli atti del consiglio comunale in Oranese. Non conosco tale varietà, bisognerebbe codificarla (sperando che non abbia suoni "strani"), basta prendere una grammatica di logudorese e nuorese e adeguarla. E' un'operazione relativamente facile, forse si avrebbe qualche problema con le liason tra parole. Perchè non lo fai tu? Se ritieni, posso darti una mano. Per quel che riguarda le doppie, io le scrivo se le "sento" e il "dh" non mi piace molto a dire il vero, ma è un problema minore. Aquila, no siasta aicci bettiosu, ca innoi non si podit scriri in sardu! Acci mi parit at nau s'armentargiu de su giassu, e poi dognunu scrit comenti ddi parit e praxit, chi deu bollu scriri in sardu scriu in sardu, chi du bollu fai in italianu ddu fatzu in italianu. No siasta "totalitarista"!! Sa lingua mia de bratzolu est s'italianu e aicci 'e tottu sa de babbu e mamma e su sardu dd'appu imparau a mannu. Mi benit prus fatzili a scriri in italianu. Però mi praxit tradusi in sardu, litteradura e saggistica.
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Modificato da - robur.q in data 01/07/2012 07:12:48 |
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