Forum Sardegna - Quando impari a allacciarti le scarpe
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Nota Bene: Nel territorio di Castelsardo sulla strada che collega Sassari con Santa Teresa Gallura a 1,5Km dalla galleria si trova LA ADDI DI L'INFERRU, (la valle dell'inferno); un bosco di lecci, quercie e olivastri secolari dove nel periodo della dominazione spagnola i domenicani tenevano i processi alle streghe documentati negli archivi diocesani della diocesi di Ampurias e da questi eventi prese il nome tutto il bosco!



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 Quando impari a allacciarti le scarpe
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Adelasia

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Penna d'oro


Inserito il - 03/02/2012 : 20:58:02  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Carlo Emilio Gadda la definiva cognizione del dolore: straordinaria definizione dell’esperienza della sofferenza.

Michela Capone è giunta alla sua personale cognizione del dolore dopo uno stralcio di vita senza nuvole: magistrato presso il tribunale per i minorenni di Cagliari, marito medico affermato, due magnifiche bambine, invidiabile intesa e complicità familiare, vita sociale ed economica decisamente solida.

Si sente ( e lo è) una privilegiata, magari è un po’ snob: difficile non esserlo quando scorrono giorni easy.

L’attesa di un altro figlio pare avviare la sua vita “verso la perfezione”, eppure si insinua, strisciante, un senso di inquietudine, quasi un atterraggio sulla pista di una vita che non fa sconti a nessuno, neppure a quelli che parrebbero figli di un dio maggiore.

La nascita di Marco, bellissimo bambino che si rileverà portatore di handicap gravissimo, stravolge la serena vita di Michela, la quale si ritrova in un certo senso dall’altra parte della barricata: difficile elaborazione dell’evento e conseguente accettazione, via crucis sanitarie e istituzionali, amici distratti che si rilevano meno di conoscenti e conoscenti forse fino ad allora snobbati che si rilevano veri amici; angosce notturne , figlie allontanate senza volerlo, sogni di quotidiana normalità, paura del “dopo di noi”, ricostruzione faticosa della tessere impazzite della propria vita e nuovi obiettivi e conseguenti nuove gioie.
Come quella che arriverà quando Marco imparerà, nell’ambito dei suoi faticosi e meravigliosi progressi, ad allacciarsi le scarpe.

Pubblicato da Carlo Delfino nel dicembre del 2009, lo straordinario libro è giunto alla terza ristampa e ha vinto il premio Alziator 2010.
I diritti d’autore saranno devoluti all’Associazione Peter Pan di Cagliari per la realizzazione della casa di Peter Pan, una farm community per adolescenti e adulti affetti da patologie neurologiche.

Ma non è per questo che lo consiglio: è perché è un coraggioso racconto di vita che scava e graffia nella sensibilità di ognuno di noi, che ci fa riflettere e commuovere, che ci richiama ai veri valori della vita in una società troppo spesso consumistica, distratta, plastificata e deformata, poco accogliente verso chi ha difficoltà; agli affetti più solidi e importanti, che poi sono quelli che contano, che sorreggono, e che danno un senso alla vita.

Per l’autrice scrivere il sorprendente libro è stato un percorso catartico? Non lo so.
Quello che è certo è che rileva una scrittrice doc, anzi DOC.

Le pagine scivolano con leggerezza, - eppure ciò che scrive leggero non è-, con una sintassi scorrevole e misurata, mai urlante.
Non c’è un aggettivo di troppo, né un barlume di commiserazione, ma una grande capacità di trascinare che è propria delle grandi penne, non di quelle che al contrario vengono trascinate per inerzia da un successo costruito troppo spesso su basi inconsistenti che, si spera, duri lo spazio di un mattino.

Al contrario di “ Quando impari a allacciarti le scarpe”, che mi auguro sia solo il primo di tanti altri libri di Michela Capone.










Modificato da - Adelasia in Data 04/02/2012 16:02:47

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Castello di Burgos

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Paradisola

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Inserito il - 04/02/2012 : 09:53:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Paradisola Invia a Paradisola un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Adelasia, appena faccio un salto in libreria sarà il primo acquisto









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Adelasia

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Penna d'oro


Inserito il - 04/02/2012 : 16:01:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
G. C., mi farai poi sapere??
Sono certa che l'apprezzerai...











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Castello di Burgos

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Tizi
Salottino
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Inserito il - 04/02/2012 : 19:53:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Tizi Invia a Tizi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adelasia ha scritto:
Ma non è per questo che lo consiglio: è perché è un coraggioso racconto di vita che scava e graffia nella sensibilità di ognuno di noi, che ci fa riflettere e commuovere, che ci richiama ai veri valori della vita in una società troppo spesso consumistica, distratta, plastificata e deformata, poco accogliente verso chi ha difficoltà; agli affetti più solidi e importanti, che poi sono quelli che contano, che sorreggono, e che danno un senso alla vita.


Come non essere d'accordo con te, è proprio così, e ti rendi conto, quando ti avvicini alle persone con difficoltà, che sono davvero speciali e quello che cerchi di dare a loro è niente in confronto a quello che loro regalano a te! Ti accorgi che la semplicità di un sorriso o di una carezza o delle semplici parole o il loro meravigliarsi nel guardare un fiore, o nel godersi una bellissima giornata di sole, ha un grande valore.....si, ti fanno riflettere e ti fanno fermare a pensare che la vita è fatta di momenti e se riesci a condividere anche un solo momento con chi ne ha bisogno, bhè allora si che la vita ha un senso!

Grazie Adelasia della segnalazione, sicuramente sarà uno dei prossimi libri che leggerò!











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Panorama

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Adelasia

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Penna d'oro


Inserito il - 04/02/2012 : 20:55:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tizi...Don Ettore Cannavera, che conclude il libro (la prefazione è affidata a Giorgio Todde) con "Quel dolore dentro di noi" sostiene che solo passando nel tunnel di un dolore si scopre "la sapienza più profonda come frutto di una purificazione del nostro narcisismo".









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Castello di Burgos

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Adelasia

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Penna d'oro


Inserito il - 04/02/2012 : 21:04:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mancano pochi mesi al compimento del 12 anno di età di Marco. Dopo anni di terapia…..

Mio figlio si è vestito da solo e io trabocco d’orgoglio. Ho il privilegio di godere una sensazione di appagamento speciale. Nella crescita di un bambino handicappato l’ovvio non esiste, tutto è un successo. Mi accorgo che ha indossato correttamente le scarpe ma, accidenti, sono slacciate.
Devo pazientare, aspetterò.
Marco, quando impari a allacciarti le scarpe morirò di gioia
."


La padronanza grammaticale dell’autrice pare vacillare, in quest'ultima frase. E' come se Michela si esprimesse in totale empatia con il figlio: non conta il presente o il futuro, ma solo la concretezza del gesto.










Modificato da - Adelasia in data 04/02/2012 21:06:23

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