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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 27/07/2011 : 08:50:13
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Leggo spesso le definizioni in oggetto e pur comprendendo che gli studiosi tendono ad inserire in precise classificazioni tutto ciò che li circonda, a volte utilizzano termini che si prestano a equivoci. La storia non è segmentata e ogni periodo ha una zona di confine con il successivo. Quasi mai questi confini sono precisi e dettagliati, perché il fluire del tempo crea situazioni di mescolamento fra un periodo che finisce e uno che inizia. Non esiste un "capodanno" per i periodi storici, ma lente e progressive influenze che determinano variazioni che appaiono nette. L’isola, fino a una decina di anni fa, era vista come una terra di conquista e colonizzazione da parte di genti straniere che arrivavano, invadevano le coste e occupavano il territorio portando la loro cultura. Oggi esiste una tendenza marcata a studiare la regione come interessata da una rete di scambi lungo tutto il Mediterraneo, e come incontro di culture con scambi reciproci, senza prevaricazioni. Due culture che vengono a contatto danno vita a una terza, frutto delle contaminazioni fra le precedenti. Ogni cultura si presenta con novità che vengono recepite, elaborate e assorbite con un processo di adattamento alla propria cultura. La ceramica dal 750 al 700 a.C. è locale, prevalentemente da cucina, con rari manufatti destinati al commercio. Intorno al 700 a.C. aumenta la ceramica fenicia fino a raggiungere, intorno al 650 a.C., una quantità che supera quella indigena. Parrebbe che i fenici arrivano intorno al 720 a.C., iniziano a collaborare con gli indigeni e creano propri insediamenti in luoghi dove c’era una forte presenza di nuragici. L’integrazione è pacifica e la costa costituisce un punto d’appoggio per i navigli che stagionalmente giungevano per commerciare. Nasce una comunità mista e non si rileva più se è fenicia o indigena. Dal 650 a.C. in poi si nota in Sardegna un incremento di fenici, forse spinti dagli Assiri ad abbandonare le coste orientali, vessati da tributi insostenibili. La costa sarda presenta ormai una popolazione con fenici già integrati ed è verosimile che i nuovi arrivati si mescolino proprio nelle zone dove gli antenati erano più numerosi. La componente fenicia aumenta, ma nel giro di qualche generazione (750-650 a.C.), nella costa in esame, sardi e fenici divennero un popolo unico.
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Montearcosu
Utente Normale
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Inserito il - 27/07/2011 : 12:38:25
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condivido. (non capisco il titolo del post) un esempio di questa pacifica convivenza è il villaggio nuragico-fenicio intorno alla nuraghe sirai, con capanne nuragiche circolari e altre rettangolari addossate con all'interno ceramiche di epoca fenicia... una vera commistione
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 27/07/2011 : 12:57:18
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Hai ragione, effettivamente il titolo è inappropriato, avrei dovuto scrivere: interazioni fra nuragici e fenici...ma volevo fare una provocazione diretta a coloro che mettono paletti insormontabili all'epoca nuragica.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 27/07/2011 : 13:56:08
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Collana della nuova Sardegna. "I Tesori dell'archeologia" volume 8 (Sorgono-Villaperuccio) Pagine finali. "La Sardegna e il mondo antico, cronologia a confronto" (di Paolo Melis)
da pag 184 in poi. 750. a.C. fenici/post Nuragico (un bronzetto come immagine)
510. a.C. fenici/post nuragico (una statua di Monte Prama come immagine)
WTF???? (What The Fu*k?)
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Modificato da - Lessa in data 27/07/2011 13:56:50 |
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 27/07/2011 : 14:15:03
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SNAFU, of course...
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nuragicum
Utente Medio
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Inserito il - 28/07/2011 : 08:31:19
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| Lessa ha scritto:
Collana della nuova Sardegna. "I Tesori dell'archeologia" volume 8 (Sorgono-Villaperuccio) Pagine finali. "La Sardegna e il mondo antico, cronologia a confronto" (di Paolo Melis)
da pag 184 in poi. 750. a.C. fenici/post Nuragico (un bronzetto come immagine)
510. a.C. fenici/post nuragico (una statua di Monte Prama come immagine)
WTF???? (What The Fu*k?)
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Non ho visto il volume, ma nella versione pieghevole il bronzetto era al 900 e la statua di Monti Prama al 750. Per curiosità, nella versione del volume cosa mette al 900, al posto del bronzetto?
[/URL]
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 28/07/2011 : 12:47:37
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| L’isola, fino a una decina di anni fa, era vista come una terra di conquista e colonizzazione da parte di genti straniere che arrivavano, invadevano le coste e occupavano il territorio portando la loro cultura |
Per tutte le isole c'è questa visione. A lungo furonoviste come un ambiente chiuso, una sorta di laboratorio per esperimenti bio-antropopologici, nel quale l'elemento predominante era l'effetto barriera costituito dal mare. Esistono degli studi però che confutano questa prospettiva.
C'è anche chi afferma che per pensare correttamente le società isolane, occorra pensarla più come penisole che come isole, perchè nessuna società isolana fu mai veramente isolata.
| Oggi esiste una tendenza marcata a studiare la regione come interessata da una rete di scambi lungo tutto il Mediterraneo, e come incontro di culture con scambi reciproci, senza prevaricazioni |
è una prospettiva più corretta anche secondo me. Ma c'è anche un elmento di novità che fa guadagnare agli indigeni sardo-nuragici quello che era il ruolo dei fenici.
gli archeologi nfatti avvertono il problema Monte Prama come l'elemento che deporrebbe per un dominio indigeno sulla componente fenicia, i quali per molti secoli furono una componente numericamente esigua e sparpagliata.
Zucca dice ad esempio, che i fenici si guadagnarono la libertà dalla componente nuragica solo quando entrarono in possesso di armi in ferro, di cui i nuragici già disponevano. Questo dovrebbe essere avvenuto quando la componente fenicia fu numericamente rilevante...quindi verso il VII secolo...solo dopo questa lotta i fenici fondarono Tharros xome poleis vera e propria.
si riapre dunque il problema del dominio delle coste e della fondazione delle città. sentite quanto afferma Tronchetti:
http://www.facebook.com/video/video...638003077378
Secondo la teoria ancora corrente i fenici avrebbero colonizzato da prima le insenature e le aree portuali per in seguito espandersi, fondando altri centri nell'interno dell'Isola. Nora, Bithia, Tharros, Sulky, Karalis, Neapolis, solo per cittare le maggiori sarebbero quindi "città", emporii fenici nei quali, successivamente, si sarebbero insediati anche esponenti nuragici.
In realtà, afferma Tronchetti, di tutti questi centri soltanto Sulky è di sicura fondazione fenicia, anche se pure in questo insediamento e sin dal principio abitarono popolazioni di tradizione nuragica.
Tutte le altre, sarebbero un "evoluzione di centri nuragici presso i quali, con l'andare del tempo, furono sempre maggiori le presenze e le influenze i fenice (ma non si sa se fu una presenza "stagionale" o permanente), come dimostrano, la preesistenza, in tali siti, di insediamenti, monumenti, corredi funerari tipicamente nuragici.
Occorre dunque ripensare i rapporti sardo-fenici alla luce degli scavi - in particolare Tronchetti cita Sant'Imbenia -e chiarire il senso politico dei Giganti di Monte Prama che nell'insieme necropoli-statuaria, costituiscono un simbolo di protezione e accoglienza verso i mercanti levantini, di dominio dell'isola di un clan nuragico, oltre che essere un forte richiamo, tardo nuragico, alle originali tradizioni militari e religiose nuragiche (betili-nuraghe).
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Modificato da - DedaloNur in data 28/07/2011 12:53:56 |
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 28/07/2011 : 13:38:54
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Mi ricordo quel convegno, ero al tavolo dei relatori. Tronchetti è un archeologo che scava, da tenere molto più in considerazione di quelli che raccontano senza capire cosa sia un contesto stratigrafico, o almeno non sanno interpretarlo. Mi riferisco a quelli/e che arretrano i bronzetti e le navicelle all'XI a.C., i nomi li sapete, quindi è superfluo riproporli.
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Lessa
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 28/07/2011 : 13:40:36
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| nuragicum ha scritto:
| Lessa ha scritto:
Collana della nuova Sardegna. "I Tesori dell'archeologia" volume 8 (Sorgono-Villaperuccio) Pagine finali. "La Sardegna e il mondo antico, cronologia a confronto" (di Paolo Melis)
da pag 184 in poi. 750. a.C. fenici/post Nuragico (un bronzetto come immagine)
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Non ho visto il volume, ma nella versione pieghevole il bronzetto era al 900 e la statua di Monti Prama al 750. Per curiosità, nella versione del volume cosa mette al 900, al posto del bronzetto?
[/URL]
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Un urna cineraria Villanoviana. L'immagine che hai messo tu mi trova maggiormente concorde. Tranne per la statuaria, che personalmente è precedente alla bronzistica.
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DedaloNur
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 28/07/2011 : 13:57:35
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| .machiavelli. ha scritto: Mi riferisco a quelli/e che arretrano i bronzetti e le navicelle all'XI a.C., i nomi li sapete, quindi è superfluo riproporli.
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in realtà anche quelli scavano o hanno scavato.
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nuragicum
Utente Medio
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Inserito il - 28/07/2011 : 16:29:09
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Un'urna villanoviana? Ma non è che magari quello che nel pieghevole sta sotto (cioè il confronto fuori della Sardegna) nel libro lo hanno messo di fianco? E magari il 900 è l'inizio ed il 750 è la fine per entrambi (urna villanoviana e bronzetto nuragico)? Vado sempre a naso, perchè purtroppo il volume non l'ho acquistato.
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kigula
Moderatore
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Inserito il - 04/08/2011 : 21:07:29
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Discorso interessantissimo, però il titolo non rende l'idea. Concordo con Mac sulla storia non segmentata ma in continuo fluire, con fasi intermedie miste anche piuttosto lunghe. E concordo sulla splendida realtà di interazione tra Nuragici e esterni nell'età del Ferro, che anch'io penso pacifica, sebbene tenga in considerazione anche il parere di chi pensa che ci furono eccezioni. Magari su qualche punto anticiperei un po' le date, già nel IX le testimonianze di interazione sono evidenti (vedi S. Imbenia).
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Montearcosu
Utente Normale
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Inserito il - 05/08/2011 : 00:52:12
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| .machiavelli. ha scritto:
Mi riferisco a quelli/e che arretrano i bronzetti e le navicelle all'XI a.C., i nomi li sapete, quindi è superfluo riproporli.
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perche i bronzetti non apparterrebbero all'XI sec a.C.? cioè all'età del bronzo? cioè all'età nuragica? anche la datazione dei giganti al 750 si basa su elementi fortemente discubili, dico bene?
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 05/08/2011 : 09:00:58
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No Montearcosu, nessun bronzetto, fra quelli conosciuti, è mai stato trovato in contesti più antichi del Ferro, ossia IX a.C. Non si può escludere che la raffinatezza sia il risultato finale di un processo iniziato un po' prima...o che in futuro gli scavi portino alla luce bronzetti (o navicelle) più antichi, ma al momento tutte le datazione dei contesti stratigrafici sono posteriori al 900 a.C.
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.machiavelli.
Utente Senior
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Inserito il - 05/08/2011 : 09:08:39
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Per quanto riguarda la tua seconda osservazione...siamo in piena età nuragica. Le fasi nuragiche sono inquadrabili in 4 periodi e 12 facies culturali. I bronzetti appartengono alla terza fase. Per i lettori che non conoscono questi periodi, in sintesi, possiamo parlare di: 1) protonuraghe, o nuraghe a corridoio 1650 - 1350 a.C. 2) nuraghe a tholos con camere a pianta circolare 1350 - 950 a.C. 3) capanne delle riunioni, bronzistica e statuaria 950 - 650 a.C. 4) fase di integrazione con i fenici e, a seguire, periodo cartaginese e romano
La datazione delle statue di Monte Prama ha poco di discutibile. Tutti gli archeologi convergono sul periodo a cavallo dell'VIII a.C. La mia proposta è 780 - 720 a.C., mentre la distruzione dovrebbe essere avvenuta intorno al 600 a.C.
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maurizio feo
Salottino
Utente Master
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Inserito il - 05/08/2011 : 09:34:11
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| kigula ha scritto:
Discorso interessantissimo, però il titolo non rende l'idea. Concordo con Mac sulla storia non segmentata ma in continuo fluire, con fasi intermedie miste anche piuttosto lunghe. E concordo sulla splendida realtà di interazione tra Nuragici e esterni nell'età del Ferro, che anch'io penso pacifica, sebbene tenga in considerazione anche il parere di chi pensa che ci furono eccezioni. Magari su qualche punto anticiperei un po' le date, già nel IX le testimonianze di interazione sono evidenti (vedi S. Imbenia).
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Le interazioni con l'esterno ci sono sempre state. Ed il fluire continuo è un'ovvia considerazione storica, valida per tutta la Storia. Chi pensa che vi siano sostenitori del contrario semplicemente non ha ben capito che cosa essi intendono nel sostenere le prorie teorie, perché le interpreta in modo rigido ed intransigente, (talvolta anche per poterle meglio negare, forse?).
L'isolamento genetico della Sardegna - a solo titolo d'esempio - è un dato scientifico e provato oltre ogni ragionevole dubbio. Eppure si sente ancora qualcuno che sostiene che la Sardegna "era allora meno isolata di oggi"... La Sardegna era, invece, sicuramente isolata - e ben di più di oggi. Ma i possibili contatti con l'esterno (sia culturali, sia fisici: sia occasionali, sia su una base discretamente "regolare" e intenzionale) non sono negati affatto dall'isolamento genetico reale ed effettivo (che è la certezza) di una popolazione residente sull'isola. Non si negano i commerci per via marinara e quindi non si nega la navigazione (certamente, da una certa data in poi! E solo per comunicare ed esemplificare meglio queste fasi sarebbe molto utile "segmentare" nomenclatura e definizioni, noncerto il fluire della Storia).
Tutto sta nel capirsi e nel volersi intendere.
Ma - si sa - non c'è peggior sardo di chi non vuol capire ed utilizza recinti verbali e definizioni deteriori per chiunque non la pensi come lui: l'atteggiamento è oscurantista e anticulturale... (oltre che molto poco garbato).
Queste mie considerazioni possono certamente essere considerate almeno parzialmente tendenti all'OT. Me ne scuso e me ne asterrò in futuro.
Trovo invece indubbiamente sempre molto interessante la visione "trasversale globale" della Storia, che prende in considerazione i vari singoli fatti ed avvenimenti contemporanei in diverse latitudini: è sempre un esercizio affascinante ed istruttivo...
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Modificato da - maurizio feo in data 05/08/2011 09:53:07 |
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