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Nota Bene: In alcuni paesi dell'OGLIASTRA , in un passato non tanto lontano, si confezionava e mangiava un raro PANE DI GHIANDE.
Le ghiande, opportunamente tostate e macinate, erano mescolate con argille, che ne moderavano l'acidità ed il sapore allappante. Questo tipo di pane viene collegato da alcuni studiosi a riti magico-propiziatori che prevedevano la "geofagia", ovvero l'ingerimento di terra, ma e' stato probabilmente conservato anche per l'atavica penuria alimentare che affliggeva i poveri delle popolazioni dell'Interno.



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Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 20/12/2006 : 21:38:15  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando








(Informazione presa dal pannello esposto al Museo del Costume di Nuoro.)

Sos Thurpos


“Sos Thurpos” sono una schiera di venti-trenta uomoni adulti, robusti, forti e pronti, che animano una manifestazione folkloristica a carattere istituzionale ed ereditario.
Infatti sono sempre le stesse persone che ogni anno, per il carnevale, si producono in questa spettacolare e caratteristica processione
Gli elementi del gruppo, che mano a mano vengono a mancare, vengono sostituiti con i figli o con altri discendenti del clan, i nuovi membri imparano il passo e il rituale dagli anziani del gruppo.
Tutti vestono allo stesso modo, sotto il lungo e pasante cappotto col cappuccio di orbace nero “su gabbanu”, anticamente portavano il costume tradizionale, che più tardi fu sostituito dall’abito di velluto marron, con i pantaloni “a s’isporta”, i gambali e gli scarponi.
Tutti i “thurpos” hanno il viso annerito con fuliggine, ottenuta dal sughero bruciato, tanto da essere irriconoscibili.
Sopra “su gabbanu”, a tracolla, si portano delle grosse funi “su reinacru”,
o una cinta di pelle da cui pendono campanelle bronzee e campanacci,
“picarolos, brunzos, tintinnos, metallas e grillinos”.
Appesa alla cinta dei pantaloni, portano una zucca piena di vino e un bicchiere ricavato da un corno di bue.
La maschera iniziava il primo pomeriggio del 17 gennaio e terminava a notte inoltrata.
Ognuno dei componenti del gruppo ha un compito specifico.
Apre la sfilata una coppia di “boes” seguita da un bovaro
“su boinarzu”, armato di pungolo, i “boes” camminano a passo lento e pesante, affiancati, ciascuno con un braccio sulle spalle dell’altro “a coddu ‘ettadu”, oppure uniti tra loro da un giogo ligneo “su juale”.
Talvolta tirano l’aratro di legno (anticamente trainavano anche il carro).
Il loro atteggiamento è docile e sottomesso.
Quando però, puntano la vittima prescelta tra il pubblico, si fermano, emettono dei muggiti abbassando la testa, e si muovono con il passo caratteristico del bue che sta per caricare (il piede sinistro resta fermo, mentre il destro viene sfregato sul terreno con un movimento da davanti verso dietro, poi il piede viene sollevato e si ripete tutto).
Con uno scatto improvviso vanno verso la persona designata, cogliendola di sorpresa, essa viene bloccata dai “boes” con le funi e legata da “su boinarzu”.
Dietro i “thurpos” sta il contadino “su massaiu”, che sparge della crusca “bilinzone”, a mò di semina, attingendola un sacchetto appeso al collo.
Seguono altri due o tre “thurpos” “infocadores” dotati di fune, che aiutano i compagni nell’impresa.
Alla vittima i “thurpos” offrono del vino, ma questa non viene liberata se prima non ricambia l’invito.
L’ultimo giorno di carnevale la compagnia dei “thurpos” si reca nelle case degli amici, parenti, conoscenti.
Dopo essersi fatti riconoscere, eseguono in cerchio l’antica danza de “su passu torrau” e cantano:

Dadennos carchi cosa
o s’ovu o sa pudda,
non no che ‘ochedas chi nudda.
Ca semus in frearzu
Si nò sartizza, lardu.
Ca es carrasecare
Carchi cosa nos dade,
sia frisca o sicca,
o lardu o sartizza.
Dadennos su consolu
o casu o casizzolu .
Non pedimus arriccu /
casu vriscu o siccu




Dateci qualche cosa / o l’uovo o la gallina, / non mandateci via senza niente.
Poiché siamo in febbraio / se non salsiccia, lardo.
Poiché è carnevale / dateci qualcosa, / sia fresca o secca / o lardo o salsiccia.
Dateci il conforto, / o formaggio o caciocavallo.
Non chiediamo ricotta / formaggio fresco o secco.
_________________________________________________________











 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017

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Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 20/12/2006 : 21:41:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando





Eritaju

L’Eritaju, da “Eritu” riccio, è una delle maschere ancora presenti nella memoria degli abitanti di Orotelli (Nuoro), insieme a quelle dei “Thurpos, Tintinnajos e Burrajos”.
La denominazione deriva dal fatto che, in parte nascosto tra le pieghe di un saio bianco, la maschera porta un collare di cuoio, a cui sono applicati dei dischi di sughero ricoperti da pelle di riccio con tanto di aculei.
Nel corso del carnevale, usava abbracciare le donne per poterle pungere al seno con gli aculei del collare.

Citata da Salvatore Merche in uno scritto degli anni trenta del Novecento, questa maschera è stata oggetto delle ricerche di Lorenzo Pusceddu, che, attraverso un’indagine tra gli anziani di Orotelli, ne ha registrato la presenza nelle manifestazioni carnevalesche di questa comunità fino alla fine dell’Ottocento.

Sul significato simbolico attribuibile all’azione della maschera, particolarmente suggestibile appare la metafora della penetrazione e fecondazione, connessa con i rituali di propiziazione di una fruttuosa annata agraria.

A Lorenzo Pusceddu, si deve anche la prima ipotesi di ricostruzione dell’apparato del mascheramento, successivamente perfezionato dal settore musei dell’ ISRE.
L’intervento, tra l’altro ha comportato la realizzazione del saio in orbace bianco naturale, secondo le tecniche di confezionamento di fine Ottocento, e sulla base di un modello arcaico composto da due elementi:
una tunica lunga e una mantellina con cappuccio.



(Informazione presa dal pannello esposto al Museo del Costume di Nuoro)
______________________________________________________________________














 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017 Torna all'inizio della Pagina

meurreddu
Salottino
Utente Mentor


Gonnesino Doc



Inserito il - 21/12/2006 : 10:45:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di meurreddu Invia a meurreddu un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gli ho incontrati varie volte durante le uscite che facevo con il mio gruppo .. e devo dire che sono veramente fantastici .. delle volte fanno anche paura .. ahahah

su meureddu









 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Konesa  ~  Messaggi: 3160  ~  Membro dal: 02/11/2006  ~  Ultima visita: 09/04/2014 Torna all'inizio della Pagina

Paradisola

Amministratore




Inserito il - 21/12/2006 : 13:12:22  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Paradisola Invia a Paradisola un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
in occasione di Cortes Apertas ad Orotelli ho assistito anche alla preparazione della maschera dei Thurpos..









 Regione Sardegna  ~ Prov.: Cagliari  ~ Città: Cagliari  ~  Messaggi: 9778  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 30/11/2020 Torna all'inizio della Pagina

Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 21/12/2006 : 20:22:26  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

mi piace troppo l'impegno e l'entusiasmo che mettono le persone,
nel continuare queste tradizioni....

ma a Orotelli....la maschera dell'Eritaju si vede ancora,
oppure è solo un ricordo del passato???








 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017 Torna all'inizio della Pagina

Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 22/12/2006 : 22:59:15  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Argomento particolarmente intrigante, Barbaricina...

Ho assistito molte volte alle sfilate delle maschere barbarcine, che ritengo le più autentiche espressioni del carnevale sardo, ma non ricordo "s'eritaju".
I "thurpos”, ossia "i ciechi" che trascinano l'aratro,li ho visti sempre un po' come i cenerentoli(mi si passi questo termine)della situazione, schiacciati dalla fama e dai passi cadenzati dei "mamuthones" di Mamoiada e da quelle magnifiche opere d'arte che sono le maschere dei "boes" di Ottana.
Queste considerazioni ovviamente non tolgono nulla all'importanza e al significato delle maschere di Orotelli, delle quali ha scritto, ovviamente, anche il loro grande compaesano, Salvatore Cambosu.

Molto belle le foto di Barbi, le chiedo se ne ha fatto anche all'edificio del delizioso museo etnografico nuorese (il già "Museo del costume"), che rende davvero giustizia a una larga fetta di tradizioni sarde.






 Regione Sardegna  ~ Città: nuoro  ~  Messaggi: 2881  ~  Membro dal: 23/05/2006  ~  Ultima visita: 07/09/2024 Torna all'inizio della Pagina

Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 22/12/2006 : 23:25:29  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

carissima, purtroppo il museo era in ampliamento,
perciò non si è potuto vedere molto dell'edificio, giusto il cortile, che mi è piaciuto tantissimo,
all'interno si potevano fare foto, rigorosamente senza flash, e ho potuto ammirare molti costumi femminili, davvero splendidi,
gioielli antichi, i tappeti....
purtroppo ripeto, poco, per via dei lavori.
ma quel poco era fantastico....
ho visto anche la maschera de "sa filadora", se non sbaglio...o qualcosa di simile....
comunque un giro da rifare!!!






 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017 Torna all'inizio della Pagina

Petru2007

Moderatore




Inserito il - 17/01/2007 : 21:58:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi è capitato di vedere s'eritaju solo una volta, in occasione della Cavalcata a Sassari; credo siano passati da allora una quindicina d'anni. Per il resto, con il passare degli anni, ho assistito a diverse manifestazioni carnevalesche, anche a Orotelli, ma dell'eritaju nemmeno l'ombra. Credo l'abbiano tolto definitivamente dalla circolazione ma ne ignoro il motivo.





 Regione Sardegna  ~ Città: Olbia-Tempio  ~  Messaggi: 3600  ~  Membro dal: 12/01/2007  ~  Ultima visita: 25/10/2024 Torna all'inizio della Pagina

Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 17/01/2007 : 22:59:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando


ciao Petru....
io ignoravo l'esistenza di questa maschera....(ma anche di tantissime altre).....
l'ho scoperta facendo una visita al Museo di Nuoro...per fortuna c'era anche la spiegazione, almeno ho conosciuto un altro pezzo di tradizione (anche se sparita).....






 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017 Torna all'inizio della Pagina

Petru2007

Moderatore




Inserito il - 18/01/2007 : 00:20:49  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In questi ultimi tempi ogni anno a carnevale si assiste al proliferare di nuove maschere tradizionali dei bei tempi andati.
Così come è stato fatto in tempi piu lontani per i costumi dei paesi.
Da diverso tempo ho il piacere ogni anno di assistere a diversi carnevali soprattutto nel circondario di Nuoro, per cui sono riuscito a documentarmi non solo sulla rinascita di queste maschere ma anche sulla loro evoluzione con il passare degli anni.
Riassumendo: i merdules di Ottana hanno ripreso a sfilare intorno al 1970, seguiti qualche anno dopo dai thurpos di Orotelli; i mamuthones di Mamoiada non hanno mai smesso, sono gli unici ad avere avuto una continuità; s'Urku di Fonni, su Bundu di Orani e sos Boes di Olzai sfilano da una decina d'anni; qualche anno in più per i Tumbarinos di Gavoi, i Mamutzones di Samugheo, su Lintholu di Ghilarza, s'urthu e sos bardianos di Ula Tirso, su Coli Coli di Tonara; più recenti su Gattu di Sarule, su Cuaddu di Neoneli, le maschere di Lodè, di Lodine e di Lula, delle quali in questo momento non mi ricordo i nomi. Spero di non averne dimenticata qualcuna.
Per la loro spontaneità e partecipazione popolare io però preferisco sos Intintos a Ovodda, il mercoledì delle Ceneri, e il martedì grasso a Bosa con s'Attittidu e Giolzi.







 Regione Sardegna  ~ Città: Olbia-Tempio  ~  Messaggi: 3600  ~  Membro dal: 12/01/2007  ~  Ultima visita: 25/10/2024 Torna all'inizio della Pagina

Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 18/01/2007 : 23:21:07  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Petru2007 ha scritto:

Riassumendo: i merdules di Ottana hanno ripreso a sfilare intorno al 1970.....


Sui "merdules" non ti hanno informato correttamente. A parte il fatto che non dovrebbero proprio sfilare (quando lo fanno è solo per finalità turistiche) in quanto le loro esibizioni, ovviamente insieme ai "boes", sono caratterizzate da azioni di pantomima che vengono “ingabbiate” nelle sfilate (come si può notare quando le fanno), ma aggirarsi nella spontaneità più totale per le vie del paese, posso assicurarti la continuità di queste maschere anche in anni bui, quando certo non c’era il rigore delle vesti e magari non venivano utilizzate le pelli bianche, ma le maschere lignee non sono davvero mai mancate.
Se c’è un paese che tramanda con il proprio dna le tradizioni del suo carnevale e delle sue maschere ebbene, quello è Ottana, che tra l’altro purtroppo non mi risulta - se non ci sono novità recenti - avere una pro loco che possa tutelare il suo preziosissimo patrimonio, spesso confuso con quello mamoiadino dagli stessi sardi.

Per fortuna almeno Vinicio Capossela, che nei suoi ultimi concerti si esibisce con la maschera del “boe”, come si è visto anche durante la festa del 1 maggio a Roma, ha le idee chiare e specifica sempre che utilizza una maschera di Ottana. Chissà quanti sardi l’hanno riconosciuta!

Tra i pochi, ma preziosi studi sui “boes e merdules” risalenti agli anni ’50 del secolo scorso mi piace segnalare quelli di Giuseppe Della Maria e di Francesco Alziator, rispettivamente con “Maschere antichissime del carnevale di Ottana” e “Brucani e mimi ottanesi”.
In anni più recenti c’è solo l’imbarazzo della scelta e delle teorie più disparate.






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Petru2007

Moderatore




Inserito il - 21/01/2007 : 15:26:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adelasia scrive:
"sui "merdules" non ti hanno informato correttamente. A parte il fatto che non dovrebbero proprio sfilare (quando lo fanno è solo per finalità turistiche) in quanto le loro esibizioni, ovviamente insieme ai "boes", sono caratterizzate da azioni di pantomima che vengono “ingabbiate” nelle sfilate (come si può notare quando le fanno), ma aggirarsi nella spontaneità più totale per le vie del paese, posso assicurarti la continuità di queste maschere anche in anni bui, quando certo non c’era il rigore delle vesti e magari non venivano utilizzate le pelli bianche, ma le maschere lignee non sono davvero mai mancate".

Guarda che le mie informazioni nascono, per la quasi totalità, da esperienze dirette vissute in loco, anche se conosco le ricerche degli autori da te citati, che io considero molto esaurienti. Comunque al fine di chiarire al meglio la questione ti posso assicurare che intorno al 1970 a Ottana di maschere in legno ne circolavano ben poche; il carnevale era entrato in una crisi irreversibile. L’inversione di rotta la si ebbe quando la costruzione degli stabilimenti nella zona industriale diede la possibilità a molti ottanesi emigrati altrove di ritornare al luogo natìo. Costoro memori delle antiche tradizioni che non avevano mai dimenticato durante l’emigrazione, ripresero con rinnovato vigore le manifestazioni della loro gioventù. Fu grazie agli emigrati di ritorno se è stato recuperato quel grosso patrimonio di tradizioni carnevalesche. Se dai uno sguardo alle immagini di quel periodo vedrai che i boes e merdules sotto le pelli indossano tute da operaio piuttosto che indumenti da pastore. Capisco che il termine “sfilata” sia una aberrazione linguistica, però è quella che attualmente è più adatta per descrivere tutte le azioni e la particolare pantomima attuata dai “figuranti”. Tra l’altro anche la pantomima ha subito una sua evoluzione; non dico che ciò sia avvenuto ad uso e consumo turistico, però qualche dubbio ce l’ho. Infine per quanto riguarda la mancanza di una pro loco che valorizzi queste manifestazioni, non credo che ciò sia necessario in quanto l’associazione “Boes e merdules bezzos” adempie egregiamente allo scopo.






 Regione Sardegna  ~ Città: Olbia-Tempio  ~  Messaggi: 3600  ~  Membro dal: 12/01/2007  ~  Ultima visita: 25/10/2024 Torna all'inizio della Pagina

Adelasia

Moderatore

Penna d'oro


Inserito il - 21/01/2007 : 22:06:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Adelasia Invia a Adelasia un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ah Petru, mi sa che chiederò a Barbaricina di modificare il titolo del post aggiungendovi anche la voce " boes e merdules", visto che stiamo scrivendo abbastanza di loro...il fatto che ognuna delle maschere che hai elencato meriterebbe un post proprio, in considerazione dell'argomento intrigante, e so che mi sto ripetendo.

Vorrei specificare alcune cose. A me premeva precisare alcuni punti di ciò che avevi scritto perché, a mio parere, così come l’avevi riportato si poteva avere la sensazione che i "boes e i merdules" fossero morti e sepolti fino agli anni 70 e poi riesumati, quasi alla stregua di quelle altre maschere ( e costumi come dici giustamente tu) che spuntano fuori da tutte le parti in questi ultimi anni e che personalmente, se credo abbiano indiscusso e fondamentale valore di ricerca storica e di studio (e ben vengano! Non sono mai abbastanza..), trovo poco interessanti quando vengono utilizzati per mera esibizione. In un certo senso non mi trasmettono nulla, è come se avessero perso l’anima, sepolta dalla polvere degli anni. Ecco perché parlavo di dna degli ottanesi...Le ultime maschere rispolverate ad Austis, come avevo riferito in un altro post, pare vengano fuori direttamente dal 1700 o dal 1800, non ricordo: si sarà perso qualcosa?

Per quanto riguarda Ottana, io stessa ti ho parlato di anni bui e di scarso rigore nelle vesti, e mentre lo scrivevo pensavo proprio alle tute Anic…ma ribadisco il mio concetto, seppure in crisi (la stessa Sartiglia ne ha attraversate diverse, come tutte le manifestazioni e tradizioni popolari del resto, che dire dei tenore ecc.ecc..), nessun ottanese è stato in grado di citarmi anche un solo anno nel quale i merdules, seppure pocos, locos y mal unidos e “scalcinados” (aggiungo io) non abbiano fatto la loro apparizione…In questo senso intendo continuità, ossia che ci sono sempre stati, eccome, seppure con fisiologici alti e bassi. In fase successive, intendo a partire dagli anni ‘70, c’è stata certamente una maggiore attenzione e rivalutazione, non solo dei boes e merdules ma di gran parte delle nostro patrimonio culturale, legata in generale anche al risveglio delle nostre coscienze e della nostra identità di sardi e ad altri fattori.

In quanto all'argomento proloco, non mi riferivo a un discorso di valorizzazione ma semplicemente di difesa del proprio patrimonio. Ribadisco, c’è molta confusione tra boes, merdules e mamuthones. Qualche anno fa su canale 5 si era parlato dei mamuthones: sullo sfondo campeggiava l’ immagine di una maschera ottanese, che veniva identificata con il carnevale mamoiadino. Non lo trovo corretto, né nei confronto dei mamuthones che non ne hanno certo bisogno, nè tantomeno nei confronti dei boes e merdules .
So che ha telefonato a mediaset un rappresentante di un’associazione dei merdules per chiedere lumi e gli hanno risposto che tale foto era stata inviata dalla Sardegna, e che erano convinti fosse corretta e pertinente, perché questo avevano chiesto.
Forse (dico forse) una proloco avrebbe avuto più tempo, più risorse finanziarie e autorità per fare chiarezza.
Infine, di associazioni a Ottana ce ne sono due, ma tu simpaticamente le hai citate entrambe in una, quindi hai rispettato la par condicio…Una è “Sos merdules bezzos de Otzana”, l’altra “Boes e merdules”. Condivido con te la passione per le maschere barbaricine e relative ricerche.

E visto che siamo in tema e in calendario, e che ti piace particolarmente il carnevale bosano, anche se barbaricino non è (e ormai neanche nuorese), se hai tempo e voglia ti invito ad aprire un post su di esso, che è esilarante e che conosco un po’ meno, magari se ci raccontassi delle “attitadoras”….







 Regione Sardegna  ~ Città: nuoro  ~  Messaggi: 2881  ~  Membro dal: 23/05/2006  ~  Ultima visita: 07/09/2024 Torna all'inizio della Pagina

Barbaricina

Moderatore


Jana Ojos-de-Luche



Inserito il - 21/01/2007 : 22:21:55  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Barbaricina Invia a Barbaricina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Ciao Adelasia ......
ho appena finito di ridurre foto dei Merdules e Boes.....
apro un nuovo post....con le info che ho trovato....
così mi dite tu e Petru se sono giuste....
io prendo per buono tutto ciò che leggo non conoscendo niente delle usanze!!!!






Modificato da - Barbaricina in data 21/01/2007 22:22:18

 Regione Piemonte  ~ Città: Domodossola  ~  Messaggi: 9893  ~  Membro dal: 11/04/2006  ~  Ultima visita: 15/04/2017 Torna all'inizio della Pagina

Petru2007

Moderatore




Inserito il - 21/01/2007 : 23:10:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Petru2007 Invia a Petru2007 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Adelasia, scusa se ho mescolato le due associazioni ottanesi, è stato un lapsus involontario.
Hai perfettamente ragione nel condannare le esibizioni delle "maschere nere" al di fuori del loro contesto. Significa snaturarne completamente la storia e fargli perdere ogni significato intrinseco. Vedere ad esempio i mamuthones a Mamoiada a carnevale e vederli d'estate in una località alla moda lungo la costa non è la stessa cosa e non trasmette agli spettatori le stesse sensazioni.
Per il resto non ho molta fiducia nelle pro loco come salvatori delle tradizioni popolari. A tal riguardo mi viene in mente una storia di qualche anno fa quando gli issohadores del gruppo pro loco di Mamoiada, alla Cavalcata di Sassari, parteciparono per la prima volta indossando la maschera bianca, giustificando la cosa con il fatto che da recenti studi era emerso che in antico anche lo issohadore era provvisto di maschera. La cosa non fu recepita dal gruppo dall'associazione Peppino Beccoi, i cui issohadores continuarono a presentarsi a volto scoperto. L'anno dopo, non ricordo bene, forse era il 1996 o '97, all'inizio di gennaio ci fu un raduno a Nuoro al quale parteciparono i gruppi della Barbagia, con ovviamente i mamuthones e gli issohadores dalla maschera bianca. Qualche giorno dopo alla tradizionale sfilata di San'Antonio i mamoiadini, ebbero la sorpresa di vedere anche loro per la prima volta gli issohadores mascherati. Inutile dire che ci fu una notevole dose di sconcerto fra i mamoiadini, almeno a sentire i loro discorsi. Parlando poi con gente anziana che avevano fatto in gioventù le loro belle scorribande mascherate si aveva un'idea più chiara della situazione. Nessuno delle persone da me contattate aveva mai sentito parlare di maschere per gli issohadores. Quella che per me da ormai un anno era diventata una cosa familiare, dato che seguivo spesso le esibizioni dei mamuthones un po' dovunque, per i mamoiadini era un qualcosa di assolutamente nuovo e impensabile. In definitiva entrambi rimanemmo sconcertati: loro nel vederli per la prima volta, io nel vedere le loro facce meravigliate e sentirne i commenti. Senza entrare nel merito della storia locale, tale operazione potrebbe essere stata una operazione di marketing, un restyling per rispondere ad una precisa richiesta del mercato. Il dubbio mi rimane ancora.
Ma forse sto divagando un poco dal nostro tema; torniamo ai thurpos e ai boes di Orotelli. Anche loro credo che seguano un po il mercato del settore stando bene attenti alla legge della domanda e dell'offerta che fa lievitare i prezzi. Non si spiegherebbe altrimenti un fatto che ho notato pochi anni quando in tutti i carnevali vi erano gruppi numerosi di thurpos e boes, mentre quell'anno al Raduno Regionale, ad OROTELLI, quindi in casa loro, erano solo un paio di gioghi.
Per concludere, se apri un bel post sul carnevale bosinku, la cosa non può farmi che piacere, se mi dici come debbo fare, io sono nuovo nel sito, ti mando anche qualche foto di bamboline e allegre vedovelle che attittano a tutta birra, anzi... a tutto vino...









 Regione Sardegna  ~ Città: Olbia-Tempio  ~  Messaggi: 3600  ~  Membro dal: 12/01/2007  ~  Ultima visita: 25/10/2024 Torna all'inizio della Pagina

vriggìa

Utente Medio

Nota: 

Inserito il - 24/01/2007 : 11:11:16  Link diretto a questa risposta  Rispondi Quotando
Ciao a tutti sono una neo iscritta.
Ho letto per caso alcuni post e non mi pare corretto giudicare il valore e il significato delle maschere che per fortuna stanno riemergendo in molti paesi del nuorese, anche perchè tutte le maschere della Barbagia sono state rivalorizzate nel corso del 900. Poichè si è fatta menzione della maschera de Sos Colonganos di Austis volevo precisare che fu bandita nel XIX secolo in seguito ad un omicidio e si perse negli anni, ma non per questo il carnevale fu meno sentito dalla comunità austese. Sicuramente ci siamo persi qualcosa, compreso l'ingentilimento a cui sono state sottoposte molte maschere tradizionali, tant'è che la maschera de Sos Colonganos è l'unica ad aver conservato le ossa al posto dei campanacci. Credo che la passione per le maschere vada oltre i soliti campanilismi, anzi sarebbe bello se il carnevale rianimasse le piazze e le strade di tutti i nostri paesi per il vero significato intrinseco che lo contraddistingue e che ahimè negli ultimi anni è andato scemando. Il carnevale e tutte le espressioni delle maschere barbaricine sono la mia passione, non mi sento di criticare gratuitamente niente e nessuno. Ogni maschera e ogni rito, seppur nelle sue evoluzioni, è testimonianza della tradizione della cultura e degli usi del proprio paese e in quanto tale meritevole di esistere.








 Messaggi: 179  ~  Membro dal: 24/01/2007  ~  Ultima visita: 07/02/2007 Torna all'inizio della Pagina
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