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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 01/02/2007 : 15:36:46
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Ragazzi, io credo che a questo punto la discussione sia diventata davvero sterile e soprattutto luogo di "dispute" su chi riesca ad aiutarmi meglio! Non mi sembra il caso! Dal mio canto vi ringrazio tutti per i consigli datomi: li prenderò in considerazione in ogni caso. Grazie Ammutadori: mi hai dato una buona idea dicendomi di contattare le pro-loco; è una cosa a cui non avevo pensato.
Per favore, smettete di discutere su chi riesce ad aiutarmi o meno: se avete consigli, opinioni e quant'altro sarò ben contenta di riceverle, ma mi dispiacerebbe se dovesse nascere di nuovo una disacussione come sopra.
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Petru2007
Moderatore
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Inserito il - 01/02/2007 : 20:51:13
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Cara Annixedda, Non mi pare che la discussione sia poi così sterile; in effetti dagli interventi di Cedro del Libano e di Ammutadori traspare quella che è la realtà delle cose: l'accabadora era presente in tutte le realtà sociali della Sardegna sicuramente sino alla fine degli anni Sessanta, anche se dovunque si è sempre cercato di nasconderne l'esistenza, per non dire di peggio, è uno dei pochi argomenti assolutamente tabù, ma non certo per tutta quella serie di discorsi che recentemente i mass media ci hanno propinato sull'eutanasia. Il caso di Annixedda diventa poi ancora più complicato per il fatto che lei non risiede qui in Sardegna. Trovare i giusti appigli è' già difficilissimo per una persona inserita nell'ambiente sardo, figuriamoci per chi vive al di fuori di questa realtà. Ma d'altra parte questo è sempre stato il problema della ricerca antropologica. Per capirci meglio si dovrebbe vivere per qualche tempo inseriti nella realtà da studiare, come fece per esempio restando in ambito sardo il Le Lannou, francese, o il Wagner, tedesco che dovendo studiare la lingua sarda non trovò di meglio che impararla, o in tempi relativamente più recenti il il celebre antropologo Evans Pritchard, che dovendo studiare le abitudini sessuali degli indigeni delle Isole Trobriand, visse per circa quattro anni in un loro villaggio isolato, imparandone la lingua, assimilandone i costumi, in pratica diventando uno di loro. Ma lasciamo perdere questi discorsi e torniamo a noi; appena ho un po di tempo cercherò di sondare il terreno, e vedere se posso aiutarti in qualche modo, anche se, conoscendo la situazione, non posso garantirti nulla. Non ti do recapiti di persone che potrebbero aiutarti, senza prima aver sentito il loro parere, al fine anche di evitare situazioni spiacevoli e perdite di tempo, come quelle elencate nei post precedenti. Scherzi a parte ti sei scelta una bella gatta da pelare; comunque non ti arrendere, forza paris!
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 01/02/2007 : 22:47:22
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Grazie petru, sei davvero gentilissimo.. Purtroppo però mi sono già arresa . I tempi stringono e sarei potuta venire lì in Sardegna solo dal 14 febbraio per pochi giorni. Per ciò oggi ho deciso di arrendermi e di cambiare l'argomento di tesi, o meglio le modalità: non farò una tesi sperimentale con una ricerca dietro, ma una tesi bibliografica (purtroppo!!!)... L'accabadora ci sarà, ma sarà solo una piccola parte.
E' vero, i migliori antropologi sono stati per molto tempo nelle società che hanno studiato, hanno vissuto nelle stesse realtà che avevano intenzione di scoprire... ebbene, anche io spero che un giorno farò lo stesso, e sicuramente la Sardegna sarà una delle mie prime mete. Adoro la vostra terra e la mia prospettiva è quella di trascorrervi qualche anno della mia vita.
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Monteferru
Moderatore
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Inserito il - 01/02/2007 : 23:00:15
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Facci comunque sapere Annixedda!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 01/02/2007 : 23:07:58
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Certo Monteferru: vi terrò aggiornati. Poi, in ogni caso, ho intenzione di continuare la mia ricerca su s'accabadora, a prescindere dalla tesi... e sarei lieta se voi dareste il contributo che fino ad ora mi avete generosamente dato...
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 14/03/2007 : 15:35:45
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Ciao amici di paradisola... sono tornata tra di voi dopo lunga assenza... e torno con buone notizie per la mia tesi! Sono stata in Sardegna una settimana fa per 10 giorni e ho trovato delle persone che mi hanno parlato dell'accabadora... poche, ma vanno bene lo stesso! Solo adesso mi manca la vostra splendida terra...
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Monteferru
Moderatore
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Inserito il - 14/03/2007 : 15:44:24
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Hai trovato racconti diversi dai nostri ????
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 14/03/2007 : 15:54:58
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no, in linea generale dicono tutti la stessa cosa. differiscono però le modalità di accabadura e l'identità della donna. c'è chi dice che si faceva con su mazzolu, altri con il giogo, altri ancora con erbe velenose.. poi la donna dicono fosse una donna normalmente sposata, altri dicono che era vedova, alcuni invece sostengono fosse destinata a questo ruolo e quindi non fatta sposare.. insomma si dicono tante cose
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 15/03/2007 : 09:04:38
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in realtà s'accabadora era un alieno di alfacentauri.
Saludi e Trigu http://www.contusu.it
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 15/03/2007 : 11:50:57
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un alieno??
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Annixedda
Utente Medio
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Inserito il - 15/03/2007 : 23:38:06
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Qualcuno di voi sa l'anno di nascita di Dolores Turchi?
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Ammutadori
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 27/03/2007 : 15:26:48
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Ehhhhhh mi piacerebbe tanto conoscerla.... ho tutti i suoi libri. sò che ha una casa editrice ad Oliena ma in rete non ho trovato nulla.... Dopo una settimana di vacanza nell'isola di Smeraldo..... posto un articolo trovato su Il Foglio del GIOVEDÌ 15 MARZO 2007. Alcune cose non le avevo ancora sentite ed alcune non le condivido.. aspetto il vostro parere... saluti alla Guinness a tutti.
L'accabadora E' la donna che nella tradizione sarda abbraccia per ultima il moribondo (e lo uccide)
Leggete e abbiate un pò di pazienza, tra qualche riga chiarisco tutto: "La donna si accovacciava dietro al capezzale e stringeva la testa del morente tra le sue gambe. Lo accarezzava e cominciava a cullarlo come fosse un bambino. Gli cantava la stessa ninna nanna che lui si sarà sentito cantare dalla propria madre" Oppure: "La porta si apre e il moribondo dal suo letto d'agonia vede entrare la femmina accabadora. E' vestita di nero e una delle sue gonne è sollevata a coprirle il viso. E' arrivata l'ora. Lui da quel momento sa che l'abbraccio che avrà da quella donna sarà l'ultimo della sua vita. In un altro referto documentario, al posto della accabadora troviamo la attittadora, l'allattatrice. Costei porge le -titte-, ma non ai pargoli, anche lei -allatta- un morente. Di cosa stiamo parlando? Chi è l'accabadora? Cosa stanno facendo, le donne che si accovacciano dietro il capezzale del morente, lo accarezzano, lo abbracciano, l'allattano?. Come spuntano queste misteriose figure femminili? Diciamo subito che sono figure esistenti o comunque esistite, ben note al folklore della Sardegna: alla sua preistoria, cioè, ma una preistoria che si insinua fino alla metà del secolo scorso. Potrebbero essere, più o meno, nostre nonne. E perché è interessante rievocarne il ricordo? In un'epoca come la nostra, ansiosa di certezze e di radici in cui trovare la forza con cui opporsi alla dilagante, eversiva modernità prona ai miti e riti della tecnica devastatrice, è ben più che una tentazione affidarsi alla linfa che sale su dall'humus delle rassicuranti tradizioni: Tornare alle radici!.
Come nelle tribù degli indiani
Consentite dunque anche a me di evocare una antica, mitica tradizione sarda. Il nome accabadora viene probabilmente dallo spagnolo -acabar-, terminare; una ascendenza può rinviare al sardo -accabaddare-, che significa -incrociare le mani al morto-, o ancora -mettere a cavallo-, e quindi -far partire-. Ora, sicuramente, avrete capito di cosa stiamo parlando. Sì, l'accabadora era la donna che, su commissione della famiglia, uccideva il morente, il malato irrecuperabile, forse anche il vecchio divenuto un peso per la povera casa (un pò come presso certe tribù di indiani del Nordamerica, che usavano abbandonare fuori dell'accampamento, esponendolo così a morte sicura, il vecchio incapace di provvedere a se stesso). In sostanza, era colei che pietosamente esercitava la pratica dell'eutanasia nella civiltà patriarcale, familiare, di Sardegna. Le tecniche usate dall'accabadora erano varie, tutte eseguite con molta perizia, perché quelle donne erano -praticas-, conoscevano perfettamente l'anatomia, non sbagliavano, sia soffocando, sia strangolando il destinato, sia anche spaccandogli il cranio o l'osso del collo. Per quest'ultimo metodo poteva essere usato un giogo di buoi, un -giuale- fatto passare lentamente sul corpo disteso fino ad arrivare sul collo o sulla testa, dove veniva
premuto così da provocare la morte immediata. In altre zone dell'isola si usava uno speciale mazzuolo (su mazzolu). Quello - forse l'unico rimasto- conservato nel museo etnografico di Luras, venne rintracciato nel 1981 in casa di una superstite -accabadora-. Oggi è esposto in un diorama che rappresenta una tipica casa gallurese. E' riprodotto in un ciondolo d'argento, richiestissimo dalle visitatrici del museo, che lo appendono sul seno quale scherzoso ammonimento contro i tradimenti dei loro uomini. A Desulo vive ancora un proverbio: -Canno lompia est s'ora, benit s'accabadora-: quando il tempo è compiuto, viene l'accabadora. Parleremo ancora delle tradizioni del tempo antico come di familiari certezze, di una solida barriera contro le tecnologie del nostro mondo dissacrato, laicizzato? Ma suvvia, dirà qualcuno, anche la tradizione va selezionata, radice per radice. Ahimè, nel momento in cui la selezioni, la tradizione non è più tale, con la sua aura, la sua sacralità rassicurante. Si è anch'essa laicizzata.
Angiolo Bandinelli P. S. Questa colonnina ha fatto tesoro - segnalo doverosamente - di un reportage di Gianluca Nicoletti apparso sulla Stampa- del primo maggio 2005 e riportato sul topic -Eutanasia-, realizzato e moderato da Piergiorgio Welby nel sito dei Radicali italiani.
Saludi e Trigu http://www.contusu.it
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Modificato da - Ammutadori in data 27/03/2007 16:42:16 |
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zigarru de ottu
Salottino
Utente Attivo
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Inserito il - 27/03/2007 : 15:55:57
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| Annixedda ha scritto:
no, in linea generale dicono tutti la stessa cosa. differiscono però le modalità di accabadura e l'identità della donna. c'è chi dice che si faceva con su mazzolu, altri con il giogo, altri ancora con erbe velenose.. poi la donna dicono fosse una donna normalmente sposata, altri dicono che era vedova, alcuni invece sostengono fosse destinata a questo ruolo e quindi non fatta sposare.. insomma si dicono tante cose
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annixedda, se ti può essere d'aiuto, pare che s'accabadora sia realmente esistita in sardegna fino alla metà degli anni 50, lo scrivono nel loro libro alessandro bucarelli e carlo lubrano" eutanasia ante litteram in sardegna" sa femina accabadora. usi, costumi e tradizioni attorno alla morte in sardegna
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zigarru de ottu
Salottino
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Inserito il - 27/03/2007 : 15:57:35
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scusa mi sono scordato l'editore che è scuola sarda
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Adelasia
Moderatore
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Inserito il - 27/03/2007 : 22:29:05
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| zigarru de ottu ha scritto: annixedda, se ti può essere d'aiuto.... libro alessandro bucarelli e carlo lubrano" eutanasia ante litteram in sardegna" sa femina accabadora.
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Ah, uomo di poca fede!!! Ce lo aveva già segnalato Paradisola!!! www.gentedisardegna.it/topic.asp?TOPIC_ID=883
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