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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 23/02/2011 : 17:01:55
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| maria ha scritto:
Turri Certo che puoi citarmi e parlo anche per Jana87 MA CHI E QUESTA BENEDETTA RAGAZZA SE RAGAZZA è Si lo so nn si scrive in maiuscolo ma quando ci vo ci vo Mi sa che il troll si e introdotto anche qui
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Questo è puro razzismo o fascismo... non cambia granchè !
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 23/02/2011 : 19:37:55
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Ciao Nostalgia, figurati. Confrontarsi in modo civile è un dovere ma il rischio di prendersi qualche rimprovero va tenuto in conto, soprattutto quando si toccano argomenti molto delicati o che stanno a cuore a tanti. Vedi, in Sardegna c’è un gruppo di persone che crede nell’indipendenza della Nazione Sarda: ci crede perché ritiene che tutti i popoli, qualora ne sentano l’esigenza, abbiano diritto all’autodeterminazione. Del resto, abbiamo una lingua, una storia e una cultura che mostrano la nostra specificità e la nostra unicità (nel senso migliore del termine naturalmente). Altri Sardi, pur riconoscendo tutto questo, ritengono che sia una scelta troppo drastica: sono favorevoli ad un uso maggiore dell’autonomia ma pensano che non si possa fare a meno dell’appartenenza allo Stato italiano. Altri, tanti, credono che l’indipendenza sia una cosa irrealizzabile, soprattutto per ragioni economiche. Sono posizioni legittime, più o meno condivisibili, senz’altro tutte rispettabili. E non è detto, a mio parere, che la prima abbia un carattere più arretrato delle altre. Oggi, moltissimi sono orgogliosi di essere Sardi (credo la stragrande maggioranza) ma non tutti conoscono in maniera seria la storia e la cultura della della loro terra. La storia spiega tante cose e non è così tanto lontana dalla realtà del 2011: gli strascichi di ciò che accadde nel 1800, nel 1600, nel 1200 o nel 100 d. C. possono farsi sentire ancora oggi, e questo non vale solo per la Sardegna ma per tutto il mondo naturalmente. Perciò è fondamentale conoscere la storia o almeno, mettere le persone nella condizione di conoscerla, cosicché possano fare liberamente e consapevolmente le loro scelte. Questo oggi, da noi, non avviene perché, nonostante l’autonomia, un sardo può percorrere benissimo tutta una carriera scolastica ignorando il suo passato: del resto i programmi ministeriali lo consentono, la buona volontà di qualche insegnante spesso non basta e quei “progettini” che proliferano nelle scuole sono molte volte più legati al folklore che ad una seria conoscenza della realtà sarda. A questo punto mi chiedo come si possa scegliere liberamente se non si è messi nella condizione di sapere e di capire. A me sembra un’ingiustizia, tu cosa ne pensi?
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santobevitore
Utente Medio
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Inserito il - 23/02/2011 : 19:43:19
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| Nostalgia ha scritto:
Un altra domanda (non rivolta direttamente a te... non mi permetterei mai perchè non ti conosco) rivolta in generale al popolo sardo: non pensi che alcuni rari sporadici sardi soffrono di un marcato vittimismo ???
Tu parli di vittimismo dei Sardi. Personalmente, grazie a Dio, penso di non averne in corpo neanche una goccia e non credo che parlare o chiedere conto delle ingiustizie subite nel corso dei secoli lo sia. Molti ignorano il passato e la maggior parte dei Sardi oggi è orgogliosa d’esserlo, per non parlare del successo che riscuotiamo oltremare... Non c’è dubbio che invece, un tempo, alcuni lo sentivano come uno svantaggio. Quando ero piccolo (non troppo tempo fa!), leggevo un giornalino per bambini in cui, con i fumetti, si pubblicavano anche le lettere dei inviate al giornalino; una bambina, le cui lettere precedenti evidentemente non erano state pubblicate, ad un certo punto scrisse: voi non pubblicate mai le mie lettere perché sono sarda. É chiaro che doveva aver sentito da altri questa cosa. Sempre per restare in tema, mi ricordo anche discorsi del tipo: i Sardi non vengono mai scelti per andare in televisione, non riescono a prendere la linea per i giochi televisivi o, persino, ai Sardi non fanno mai vincere la lotteria (come se ci fosse un complotto nei nostri confronti!). Tutto questo oggi non lo si sente quasi più sennò in bocca a qualche persona, spesso di una certa età, che ha vissuto epoche diverse in cui essere sardo poteva non essere un valore aggiunto. Evidentemente, nel corso del tempo, qualcuno deve aver instillato l’idea che, sotto sotto, essere sardo non era proprio come essere toscano, lombardo o piemontese. Allora, bisognerebbe chiedersi il perché di questo ed il perché sia potuto esistere, in un certo numero di Sardi (non in tutti!), questo vittimismo. Forse si spiegherebbero le ragioni per cui, ad un certo punto, molti genitori hanno smesso di rivolgersi in sardo ai figli, perché si è creduto che tutto ciò che veniva da fuori (abitudini, cose o persone) fosse migliore delle cose locali o perché, se dici una frase in sardo, pure la più normale, ogni tanto qualcuno ridacchia prendendola per battuta (il sardo è buffo evidentemente). Ma per avere una risposta in merito bisogna interrogare la storia. E allora come la mettiamo? Vedi che non partiamo tutti dalla stessa distanza? Io penso che, prima qualsiasi altra cosa, dovremmo essere messi tutti nella stessa condizione di sapere e di capire: solo allora saremo liberi di scegliere consapevolmente. Come vedi, io non mi sento svilito. Semmai, qualcuno ha cercato di svilire le mie radici, che poi sono anche le tue se non sbaglio. Ma forse non c'è riuscito, se ancora siamo qui a parlarne. Mi scuso per la lunghezza ma l’argomento mi sta molto a cuore! Saluti
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/02/2011 : 20:57:04
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| Nostalgia ha scritto:
| maria ha scritto:
Turri Certo che puoi citarmi e parlo anche per Jana87 MA CHI E QUESTA BENEDETTA RAGAZZA SE RAGAZZA è Si lo so nn si scrive in maiuscolo ma quando ci vo ci vo Mi sa che il troll si e introdotto anche qui
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Nessun razzismo: Jana87 è una ragazza splendida, italianissima (milanese) che ama la Sardegna quanto te, forse anche di più e non è mai entrata nel forum per dirci i nostri difetti o sindacare sulle nostre cose. Tutt'altro Fascismo: il fascismo era un regime imperialista che ha cercato di annientare le peculiarità della Nazione Sarda Turritano
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Turritano
Utente Virtuoso
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Inserito il - 23/02/2011 : 20:59:56
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| Nostalgia ha scritto:
Non ho detto che la storia e la lingua della Sardegna non devono essere studiate... Come in ogni regione è giusto studiare la propria specifica lingua dialettale, cultura, tradizione e storia. Si approfondiscono temi particolarmente cruciali e interessanti per la propria regione. Ma questo è differente da ripudiare una condizione di unione nazionale non volendo riconoscere come prima lingua ufficiale quella italiana, la storia italiana come argomento principale (secondaria ma non principale quella di propria regione), la geografia nazionale italiana (secondaria ma non principale quella della propria regione). Un conto è informarsi e studiare.... ed è fondamentale per ogni popolo e cultura conoscere il passato regionale, la lingua dialettale... un altro è enfatizzare determinati accadimenti e periodi storici (1800) come fondamentali per un non so che di riscatto da pretendere dall'attuale stato italiano.
Chi cerca riscatto per un evento accaduto nel 1800 dimostra ardente desiderio di difendere una mentalità arcaica da far esistere e perdurare nel 2011 e prossimi venturi ! Garibaldi è morto da un pezzo... così Vittorio Emanuele II... e tutti gli altri che hanno partecipato all'unione dei vari regni e stati come unica nazione ! Quella italiana ! .............................. Non solo la regione Sardegna ha subito ingiustizie ! Ma non per questo si deve rinnegare un unione nazionale italiana. ........... In tutte le cose c'è un equilibrio e delle priorità da stabilire e rispettare: la nazione italiana viene al primo posto, tutto il resto non deve essere annientato, anzi !!... ma deve rispettare un secondo posto. Un altra domanda ...... non pensi che alcuni rari sporadici sardi soffrono di un marcato vittimismo ??? Se le cose come vanno non piacciono, invece di lamentarsi e insultare e criticare i continentali, ci si rimbocca le maniche per migliorare la situazione della propria regione nel concreto... con sicuramente molta fatica e sacrifici ( che possono essere alleviati unendosi a livello regionale ! ). ........
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Gentile donzella Vedo che hai corretto il tiro , ma continui a sbagliare mira in un guazzabuglio incredibile fatto di contraddizioni e di non sensi. Un’ accozzaglia di concetti contorti. Il cerchio si stringe: non sai più come uscirci e allora neghi, o cerchi di rigirare clò che tu stessa hai detto precedentemente. Chiunque può controllare "Garibaldi è morto da un pezzo... così Vittorio Emanuele II... e tutti gli altri che hanno partecipato all'unione dei vari regni e stati come unica nazione ! Quella italiana" Mi sai dire cosa c'entra Garibaldi o Vitt. Em. II con l'ingresso della Sardegna nello Stato italiano? Mi sai dire, di grazia, cosa c’entrano le altre regioni italiane? questa è la Sardegna, e di Sardegna dobbiamo parlare Il tuo post è pieno di luoghi comuni e, come al solito, di confusione. Non si può negare che la Sardegna non è assimilabile a nessuna delle regioni italiane. E’ tanto diversa che gli spagnoli non la hanno mai definita una regione d’Italia (eppure in Italia erano di casa), ma la chiamavano Nazione Sardesca. E’ tanto diversa che qualcuno (l’italianissimo conte di Vesme) all’inizio della dominazione piemontese (leggi “italiana”) in un suo rapporto scriveva; “non v’è in Sardegna ciò che vi è in Italia, non v’è in Italia ciò che v’è in Sardegna") È tanto diversa che è una Regione Autonoma a Statuto speciale (sta scritto nella Costituzione Italiana), e questo vorrà pur dire qualcosa, o no? Perché il Sardo è considerato, sempre dalla Costituzione Italiana, “Lingua minoritaria” Capisci la differenza tra lingua e dialetto? Lingua minoritaria non è il piemontese, né il napoletano, né il siciliano: quelli sono tutti gruppi di dialetti appartenenti alla lingua italiana. Così come il logudorese, il campidanese e i sassarese/gallurese fanno capo alla Lingua Sarda. “Ma questo è differente da ripudiare una condizione di unione nazionale non volendo riconoscere come prima lingua ufficiale quella italiana, la storia italiana come argomento principale (secondaria ma non principale quella di propria regione), la geografia nazionale italiana (secondaria ma non principale quella della propria regione). “
Mi sai dire dove e quando qualcuno ha detto di “non voler riconoscere come prima lingua ufficiale quella italiana, la storia italiana come argomento principale, e la geografia nazionale italiana"? Eppure mi ricordo che persino nelle scuole del Madagascar francese, si studiava la Storia,e la Geografia francese e gli alunni non sapevano niente riguardo alla loro terra. Storia e vittimismo: ma perché vuoi obbligare qualcuno (forse Turritano) a voler “enfatizzare” episodi storici dell’800? Allora obblighi questo qualcuno a dirti che ricordare avvenimenti storici accaduti nell’900, nel ‘800 o in qualsivoglia altro secolo non è enfatizzare, ma tenere in memoria. Cosa doverosa per ogni popolo. Semmai il verbo enfatizzare si addice meglio alla ricorrenza della unità d’Italia. Fatto che mi lascia del tutto indifferente “Chi cerca riscatto per un evento accaduto nel 1800 dimostra ardente desiderio di difendere una mentalità arcaica da far esistere e perdurare nel 2011 e prossimi venturi!” Prima di tutto, mi spieghi com’ è che ricordare nel 2011 una cosa accaduta nell’’800 in la Sardegna, lo consideri deprecabile e “arcaico”, mentre un’altra accaduta in Italia nello stesso periodo è cosa buona, giusta moderna? Tipica mentalità colonialista, anzi direi imperialista. Ma tranquilla , quei tempi sono finiti. La storia cammina e prepara sempre delle sorprese.
“non pensi che alcuni rari sporadici sardi soffrono di un marcato vittimismo ???" Se le cose come vanno non piacciono, invece di lamentarsi e insultare e criticare i continentali, ci si rimbocca le maniche per migliorare la situazione della propria regione nel concreto... "
Questa è una tua sfacciata interpretazione, una forzatura della logica. Mi spiego: chiunque subisca una truffa o un sopruso, si ritenga vittima e, di conseguenza, cerca un giusto “riscatto”. Che cosa c’è di male? E’ nella logica delle cose. Lo fanno tutti. Lo ha fatto anche l’Italia, perché non dovremmo farlo noi? E’ normale che i vincitori e i loro laché cerchino di mantenere lo “status quo”, ma la Storia è sempre in movimento. Per la Storia non esistono “status quo”: lei va avanti imperterrita. Sempre e comunque: quello che sembrava impossibile il giorno prima, succede improvvisamente il giorno dopo. I fatti che succedono in questi giorni, ancora una volta lo dimostrano. Ma scusa, tu perché continui a parlare dell’800? Episodi storici in Sardegna ce ne sono stati anche nel ‘700 e, guardando bene, anche nel ‘600, ‘500, ‘400 e ancora prima: insomma è la Storia Sarda che non va dimenticata, ma (enfasi o non enfasi) è doveroso ricordare. Se tutte le regioni d’Italia dovessero studiare la loro storia, ci si accorgerebbe che, queste regioni, sono strettamente legate fra di loro oltreché dal punto di vista culturale e linguistico, anche da quello storico: insomma, pur nelle debite differenze è un tutt’uno. Ci si renderebbe conto allora che la storia della Sardegna non è legata a quella italiana, se non per conquiste di tipo coloniale e soprusi di gente estranea venuta dal mare. Sempre peraltro contrastati anche energicamente dai sardi. Ricordare questi soprusi è tener conto della realtà, fatti accaduti che non si possono dimenticare, perché il passato è sempre la base del futuro. Volere il riscatto, non è vittimismo, ma proprio il contrario: chi non si rassegna, non è una vittima. La vittima è chi si rassegna. Concludendo, la Sardegna non è una semplice regione italiana, ma una Nazione inglobata per uno scherzo del destino nello stato italiano. No? Allora raccontaci tu com’è che la Sardegna è entrata a far parte di questo stato? Io sono tutt’orecchi! I sardi hanno il loro difetti, lo sappiamo anche noi, senza bisogno di venircelo a dire tu. Guarda piuttosto ai tuoi e vedrai che non avrai più la voglia maniacale di pensare ai nostri. “Se le cose come vanno non piacciono, invece di lamentarsi e insultare e criticare i continentali, ci si rimbocca le maniche per migliorare la situazione della propria regione nel concreto... “ Noi non insultiamo nessuno, di solito siamo insultati e, a volte, non porgiamo l’altra guancia. Vogliamo rimboccarci le maniche per riprenderci il nostro destino. Semplice, o no? Ma a qualcuno non piace E chi sei tu per sindacare quello che dobbiamo o non dobbiamo fare? Turritano
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Modificato da - Turritano in data 23/02/2011 21:20:08 |
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maria
Salottino
Utente Maestro
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Inserito il - 24/02/2011 : 07:53:19
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| Turritano ha scritto:
| Nostalgia ha scritto:
| maria ha scritto:
Turri Certo che puoi citarmi e parlo anche per Jana87 MA CHI E QUESTA BENEDETTA RAGAZZA SE RAGAZZA è Si lo so nn si scrive in maiuscolo ma quando ci vo ci vo Mi sa che il troll si e introdotto anche qui
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Redentore - Monte Ortobene
Nuoro
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 24/02/2011 : 14:55:23
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| santobevitore ha scritto:
A questo punto mi chiedo come si possa scegliere liberamente se non si è messi nella condizione di sapere e di capire. A me sembra un’ingiustizia, tu cosa ne pensi?
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Ciao SANTOBEVITORE.
Ho letto attentamente le tue risposte.
Capisco il tuo o vostro punto di vista ma... lo sai che nemmeno io conosco la storia della regione in qui sono nata... il Piemonte ?? Ma non ne faccio un dramma !! semplicemente se l'argomento mi sta veramente a cuore compro dei libri specifici ( cosa che ho fatto! ) che trattano in maniera seria l'argomento o consulto delle biblioteche.
Mi sembra strano e mi spiace di sapere che nelle scuole sarde non facciano approfondimenti sulla storia sarda... ma ti assicuro che non lo fanno neanche qui in Piemonte.
Nessuno però si fa vittima di questo soppruso chiedendo addiritttura di separarsi dall'Italia.
L'ignoranza è assolutamente da abolire. Come ti ho detto è giusto conoscere la storia del proprio territorio ma non sostituirla a quella italiana.
In linea di massima non mi piacciono gli estremisti. C'è modo e modo di confrontarsi, difendere le proprie convinzioni come stiamo facendo noi due. Basterebbe in maniera civile fare delle rimostranze al direttore della scuola del proprio figlio con un numero cospiquo di genitori per chiedere approfondimenti sulla storia, lingua e cultura prettamente sarda.
Se si vuole intervenire in maniera più globale... raccogliere firme nell'intero territorio per chiedere e ottenere da parte della Regione questo, in tutte le scuole sarde ! Ovvio che ci deve essere un numero elevato di sardi che chiedono questo per i propri figli.
Le minoranze in democrazia hanno il giusto spazio e considerazione ma devono rispettare la maggioranza. Perchè la minoranza diventi maggioranza bisogna lavorare in maniera civile per ottenere questo risultato e spiegare civilmente ( come hai fatto tu ) le proprie ragioni e convinzioni. Solo così i propri conregionali possono appoggiare e sostenere la minoranza diventando col tempo maggioranza... civilmente !!!!!
Detto questo però non condivido che ci si fossilizzi sul criminalizzare episodi del passato troppo lontani dai giorni nostri. Un esempio per tutti che ho già riportato in altre discussioni è il periodo fascista vissuto in Piemonte. Nessuno oggi può ne deve portare rancore e chiedere rivendicazioni al popolo tedesco per crimini e ingiustize che nel 1940 ha effettuato Hitler e seguaci ( tra cui Mussolini ). Infatti non sentirai mai i piemontesi di oggi parlare male, insultare o disprezzare i tedeschi di oggi !
E' doveroso sapere la storia ma anche rapportarsi alla realtà odierna in maniera civile ed equilibrata.
P.S. Certo che nessuno ci farà perdere il nostro orgoglio di essere sardi...................................................................................................................se non alcuni rari sporadici sardi................. capisciaameh !
E' stato un piacere parlare con te Spero di vedere presto altri tuoi interventi.
A presto
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Modificato da - Nostalgia in data 24/02/2011 14:58:18 |
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Tzinnigas
Salottino
Moderatore
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Inserito il - 24/02/2011 : 15:08:04
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...Ma tutto quanto è stato scritto nelle ultime due pagine del topic, con Petrolio: lotta per salvare Platamona.... Cosa ci azzecca?
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Modificato da - Tzinnigas in data 24/02/2011 15:14:36 |
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... Este de moros custa bandera ki furat su coro...(Cordas & Cannas)
"Ci sono due cose durature che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali” (Hodding Carter)
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 24/02/2011 : 15:19:13
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| Turritano ha scritto:
Noi non insultiamo nessuno.......................... E chi sei tu per sindacare quello che dobbiamo o non dobbiamo fare? Turritano
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"voi" non insultate nessuno ??????????????????????????????????????????? http://www.gentedisardegna.it/topic...PIC_ID=16769 Questa discussione è piena di insulti diretti o indiretti verso di me !! E da parte di più persone.
Io ho la libertà e il diritto di dire la mia opinione quanto te su qualsiasi argomento o tematica !
In maniera civile e rispettosa!!!!
Non sta scritto da nessuna parte che "voi" potete insultare, giudicare e sentenziare che io sono nel giusto o sbagliato !!!
DALL'ALTO DI CHE ?? DI COSA ?? Dio è sceso in terra tanto e tanto tempo fa... o abbiamo un nuovo Gesù???? ( """ In verità, in verità vi dico............... "" !!!!!!!!!!!!!!!! )
Ti ho SPESSO detto: "io rispetto la tua opinione se tu rispetti la mia" !
Non mi sembra un concetto molto difficile da afferrare !!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 24/02/2011 : 15:21:52
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| Tzinnigas ha scritto:
...Ma tutto quanto è stato scritto nelle ultime due pagine del topic, con Petrolio: lotta per salvare Platamona.... Cosa ci azzecca?
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Scusaci... hai pienamente ragione. Ci siamo fatti prendere la mano. Ora rientriamo in tema.
Scusa ancora
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 24/02/2011 : 15:38:24
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Leggete questo articolo... parlando di un futuro migliore !
Porto Torres, 12 Feb. 2011 - Disastro ambientale nel Golfo dell’Asinara: superare l’emergenza. Legambiente: “Tolleranza zero sugli sversamenti di idrocarburi nel Mediterraneo. Il governo deve attivare immediatamente una task force di pronto intervento” Notizie dalla Sardegna - Provincia di Sassari
Come superare rapidamente l’emergenza petrolio sul litorale nord della Sardegna e nel golfo dell’Asinara provocata dallo sversamento di olio combustibile nel Golfo dell’Asinara del 15 gennaio scorso e come scongiurare una volta per tutte, con l’adozione di misure urgenti e rigorose, i rischi di marea nera legati alle attività industriali presenti sull’isola ed in tutto il territorio nazionale. Sono questi i due punti-chiave della conferenza promossa oggi a Porto Torres da Legambiente e dal Comune, con la partecipazione di tecnici, rappresentanti delle istituzioni, delle aree protette, associazioni e comitati locali. Operazioni di bonifica, risarcimenti, innovazione tecnologica e ripristino del paesaggio sono state le principali questioni affrontate al fine di elaborare un programma che consenta di evitare nuove contaminazioni da idrocarburi e di ovviare nella maniera più rapida e più efficace al grave danno ambientale causato dalla fuoriuscita di 50 mila litri di olio combustibile dalla tubazione di olio combustibile dalla centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo. Nonostante la responsabilità accertata della società E.On. si sono comunque registrati ritardi inaccettabili e solo due giorni fa è stato formato un organismo di coordinamento per gli interventi in corso. Un incidente che secondo il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana “è emblematico della situazione di arretratezza di tutto il sistema industriale presente sull’isola: industrie prevalentemente inquinanti e in continua emergenza, che rappresentano una grave minaccia per l’ambiente e per tutta l’economia turistica della Regione. Ecco perché – ha proseguito Tiana – oltre a portare avanti il recupero dei siti inquinanti, è urgente rivedere lo sviluppo dell’isola con un po’ di lungimiranza, assegnando la priorità alla tutela del territorio ed alla riqualificazione del sistema industriale promuovendo lo sviluppo di industrie ecocompatibili”. La notizia della prossima e possibile conclusione positiva della lunga vertenza Vinyls con il riavvio degli impianti è un segnale importante nella direzione della sostenibilità ambientale.
L’incidente di gennaio è soltanto l’ultimo di una serie di sversamenti accidentali a danno delle coste. Le tonnellate d’idrocarburi finite nei nostri mari dal 1985 a oggi sono circa 162.600, più della metà di tutto il petrolio finito nel Mediterraneo nello stesso periodo ( di cui 134.000 tonnellate a causa del catastrofico incidente del 1991 della petroliera Haven nelle acque antistanti Genova). In Sardegna transitano, complessivamente, circa 41 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno. Nel porto di Cagliari-Sarroch passano 26 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno (il 10% del totale in Italia) e sono 39 i depositi lungo la costa sarda dove vengono stoccati 321 m3 di prodotti come benzine, gasolio e olio combustibile. Ma praticamente nessuna Regione costiera italiana è risparmiata dalle rotte che le petroliere effettuano nel Mediterraneo. Con 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, il nostro paese movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi. L’Italia è al centro di ben 10 rotte nel bacino del Mediterraneo e ogni anno verso le nostre coste viaggiano ben 178 milioni di tonnellate di petrolio, quasi la metà di tutto il greggio che arriva in direzione dei porti del Mediterraneo, crocevia delle petroliere di tutto il mondo. Con circa 123 milioni di tonnellate di prodotti movimentati, la regione più interessata dai transiti di prodotti petroliferi è la Sicilia. Seguono la Liguria con quasi 65 milioni di tonnellate di petrolio e affini, il Friuli Venezia Giulia (45), la Sardegna (41), il Veneto (31) e poi Puglia (11), Lazio (9), Toscana (9), Marche (8) e il resto tra Abruzzo e Molise.
La conferenza di Porto Torres è così stata l’occasione per condividere le proposte di Legambiente per fermare l’inquinamento da petrolio: Stop allo scarico delle acque di sentina in mare E’ fondamentale avviare una politica sia su scala internazionale che a livello di bacino, attraverso la modifica o l’implementazione della normativa internazionale esistente (convenzione MARPOL 73/78 e Convenzione di Barcellona - Protocollo Prevenzione e lotta all’inquinamento marino da idrocarburi) per combattere gli inquinamenti operazionali, iniziando dallo stop allo scarico in mare delle acque di sentina, che l’attuale normativa internazionale rende possibile persino in un bacino come quello mediterraneo, che gode dello status di area speciale. Fermiamo i pirati ambientali Una grossa percentuale del petrolio che inquina il mediterraneo e insozza le nostre spiagge è dovuto ad inquinamenti volontari illegali. E’ necessario che venga intrapresa una vera politica mediterranea per una efficace repressione degli inquinamenti volontari, dando piena attuazione al nuovo Protocollo Emergency della Convenzione di Barcellona attraverso misure serie per l’armonizzazione e l ’applicazione di sanzioni efficaci contro gli inquinatori ed una azione integrata dell’attività dei Port state control del Mediterraneo. Ma è anche necessario un impegno per l’adozione delle “reception facilities”, ovvero di misure che consentano, da una parte, di rendere economicamente conveniente lo scarico delle acque delle cisterne presso i depositi costieri e, dall’altra, più rischioso e svantaggioso il lavaggio a mare. Basta con gli “equipaggi babele ”e privi di capacità professionale E’ necessario intervenire sempre più sulla formazione degli equipaggi e dei comandanti. Chiediamo un controllo continuo sulla composizione e sulla professionalità degli equipaggi delle navi, in particolare di quelli che trasportano merci pericolose. Troppo spesso le petroliere vengono condotte da equipaggi, non solo poco formati, ma che parlano lingue diverse. Stop al rischio tempesta Chiediamo venga imposto il divieto di navigazione alle navi che trasportano sostanze pericolose e inquinanti in condizioni meteo marine particolarmente avverse, situazioni in cui cresce a dismisura il rischio di incidente e conseguente versamento. Anche il bunker uccide il mare Chiediamo un impegno concreto a ratificare e rendere operativa al più presto la convenzione Bunker, firmata dall’Italia nel 2001, che estende anche al bunker (combustibile di bordo) trasportato dalle navi, la copertura assicurativa in caso di incidenti. Navi che devono essere adeguate anche a livello costruttivo per ridurre i rischi legati agli incidenti. Troppo spesso, infatti, le cisterne che contengono il bunker non sono adeguatamente protette. Chi inquina deve pagare Chiediamo l’allargamento della responsabilità in solido per tutti i soggetti coinvolti nel trasporto delle sostanze pericolose e nel viaggio della nave, dall’armatore, al noleggiatore, al trasportatore e così via. Chiediamo la piena applicazione del principio “chi inquina paga ”, perché il mare non sia più l’unico soggetto costretto a pagare il conto. Stop al traffico nelle Bocche di Bonifacio Chiediamo un impegno italiano ed europeo, per la dichiarazione di Particularly Sensitive Sea Area delle Bocche di Bonifacio in sede IMO, allo scopo di giungere alla regolamentazione internazionale del traffico dalle Bocche di Bonifacio, adottando misure che rendano talmente svantaggioso in termini di costi e tempo (pilotaggio obbligatorio, convogliazione obbligatoria con rimorchiatore, appoggio in condizioni meteo marine avverse, chiusura al traffico sopra determinate condizioni meteo marine) da scoraggiarne l’attraversamento da parte delle navi con carico inquinante e pericoloso.
Attivare sistemi di monitoraggio con le nuove tecnologie È oggi possibile utilizzare le più moderne tecnologie per il monitoraggio e la prevenzione delle zone sensibili o dove sim possono verificare incidenti rilevanti. È possibile in primo luogo stabilire convenzioni con agenzie satellitari (il ministero dell’ambiente lo ha in corso seppure limitatamente) per “fotografare” con varie modalità le zone industriali costiere, gli stretti (Bocche di Bonifacio e Messina) o in prossimità di parchi e zone protette. L’allerta sarebbe anticipata di ore (vedi il caso E.On di Porto Torres). In seconda istanza si possono collocare boe rilevatrici di inquinanti sempre nelle zone sensibili.
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Modificato da - Nostalgia in data 24/02/2011 15:43:50 |
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Turritano
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Inserito il - 24/02/2011 : 16:38:26
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| Nostalgia ha scritto: "voi" non insultate nessuno ??????????????????????????????????????????? http://www.gentedisardegna.it/topic...PIC_ID=16769 Questa discussione è piena di insulti diretti o indiretti verso di me !! E da parte di più persone. Io ho la libertà e il diritto di dire la mia opinione quanto te su qualsiasi argomento o tematica ! In maniera civile e rispettosa!!!! Non sta scritto da nessuna parte che "voi" potete insultare, giudicare e sentenziare che io sono nel giusto o sbagliato !!! .............
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O Santa Teresa del Bambin Gesù! E proprio quella discussione, dovevi citare? Dove traspare chiaramente la tua arroganza, la tua insensibilità e la tua presunzione, e tutte quelle persone ti hanno detto il fatto tuo: te le vai a cercare col lanternino e poi fai la vittima …. Nessuno ti impedisce di dire la tua, ma delle castronerie che spari, della confusione dei tuoi argomenti, devi imparare ad assumertene la responsabilità. Ma no, continui imperterrita cercando punti deboli su cui far breccia. Rispettare le opinioni altrui non significa sorvolare sugli errori, le invenzioni, le forzature e i travisamenti dei termini. Certe cose bisogna evidenziarle e sottolinearle, in rosso! Nel forum il confronto fra opinioni e normale. Un’opinione può anche essere criticata. Questo non è offendere, ma sarebbe un chiaro dibattito democratico. Poi dipende dall’interlocutore, dimostrare che la critica è infondata. Ma tu non dimostri nulla: trinci giudizi e pretendi di aver ragione. Perché invece non cerchi di rispondere alle domande e alle obiezioni che ti vengono fatte, in un confronto serio è sereno? Ma no, non puoi farlo, altrimenti salterebbe fuori con più evidenza il vuoto di quanto affermi. Preferisci chiosare, ignorare le critiche e lamentarti di mancanza di rispetto. Troppo comodo Lascia stare Dio o Gesù Cristo, che non c’entra nulla. Ma tu chi sei per dirci quello che dobbiamo o non dobbiamo fare? Turritano
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Modificato da - Turritano in data 24/02/2011 16:40:11 |
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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agip
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Inserito il - 24/02/2011 : 19:24:07
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Salvatore le Sarde
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Nostalgia
Utente bloccato
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Inserito il - 24/02/2011 : 19:25:26
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Se non si era capito....... non sono io che ho iniziato e continuo ad andare fuori tema !!
| Nostalgia ha scritto:
Leggete questo articolo... parlando di un futuro migliore !
Porto Torres, 12 Feb. 2011 - Disastro ambientale nel Golfo dell’Asinara: superare l’emergenza. Legambiente: “Tolleranza zero sugli sversamenti di idrocarburi nel Mediterraneo. Il governo deve attivare immediatamente una task force di pronto intervento” Notizie dalla Sardegna - Provincia di Sassari
Come superare rapidamente l’emergenza petrolio sul litorale nord della Sardegna e nel golfo dell’Asinara provocata dallo sversamento di olio combustibile nel Golfo dell’Asinara del 15 gennaio scorso e come scongiurare una volta per tutte, con l’adozione di misure urgenti e rigorose, i rischi di marea nera legati alle attività industriali presenti sull’isola ed in tutto il territorio nazionale. Sono questi i due punti-chiave della conferenza promossa oggi a Porto Torres da Legambiente e dal Comune, con la partecipazione di tecnici, rappresentanti delle istituzioni, delle aree protette, associazioni e comitati locali. Operazioni di bonifica, risarcimenti, innovazione tecnologica e ripristino del paesaggio sono state le principali questioni affrontate al fine di elaborare un programma che consenta di evitare nuove contaminazioni da idrocarburi e di ovviare nella maniera più rapida e più efficace al grave danno ambientale causato dalla fuoriuscita di 50 mila litri di olio combustibile dalla tubazione di olio combustibile dalla centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo. Nonostante la responsabilità accertata della società E.On. si sono comunque registrati ritardi inaccettabili e solo due giorni fa è stato formato un organismo di coordinamento per gli interventi in corso. Un incidente che secondo il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana “è emblematico della situazione di arretratezza di tutto il sistema industriale presente sull’isola: industrie prevalentemente inquinanti e in continua emergenza, che rappresentano una grave minaccia per l’ambiente e per tutta l’economia turistica della Regione. Ecco perché – ha proseguito Tiana – oltre a portare avanti il recupero dei siti inquinanti, è urgente rivedere lo sviluppo dell’isola con un po’ di lungimiranza, assegnando la priorità alla tutela del territorio ed alla riqualificazione del sistema industriale promuovendo lo sviluppo di industrie ecocompatibili”. La notizia della prossima e possibile conclusione positiva della lunga vertenza Vinyls con il riavvio degli impianti è un segnale importante nella direzione della sostenibilità ambientale.
L’incidente di gennaio è soltanto l’ultimo di una serie di sversamenti accidentali a danno delle coste. Le tonnellate d’idrocarburi finite nei nostri mari dal 1985 a oggi sono circa 162.600, più della metà di tutto il petrolio finito nel Mediterraneo nello stesso periodo ( di cui 134.000 tonnellate a causa del catastrofico incidente del 1991 della petroliera Haven nelle acque antistanti Genova). In Sardegna transitano, complessivamente, circa 41 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno. Nel porto di Cagliari-Sarroch passano 26 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno (il 10% del totale in Italia) e sono 39 i depositi lungo la costa sarda dove vengono stoccati 321 m3 di prodotti come benzine, gasolio e olio combustibile. Ma praticamente nessuna Regione costiera italiana è risparmiata dalle rotte che le petroliere effettuano nel Mediterraneo. Con 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, il nostro paese movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi. L’Italia è al centro di ben 10 rotte nel bacino del Mediterraneo e ogni anno verso le nostre coste viaggiano ben 178 milioni di tonnellate di petrolio, quasi la metà di tutto il greggio che arriva in direzione dei porti del Mediterraneo, crocevia delle petroliere di tutto il mondo. Con circa 123 milioni di tonnellate di prodotti movimentati, la regione più interessata dai transiti di prodotti petroliferi è la Sicilia. Seguono la Liguria con quasi 65 milioni di tonnellate di petrolio e affini, il Friuli Venezia Giulia (45), la Sardegna (41), il Veneto (31) e poi Puglia (11), Lazio (9), Toscana (9), Marche (8) e il resto tra Abruzzo e Molise.
La conferenza di Porto Torres è così stata l’occasione per condividere le proposte di Legambiente per fermare l’inquinamento da petrolio: Stop allo scarico delle acque di sentina in mare E’ fondamentale avviare una politica sia su scala internazionale che a livello di bacino, attraverso la modifica o l’implementazione della normativa internazionale esistente (convenzione MARPOL 73/78 e Convenzione di Barcellona - Protocollo Prevenzione e lotta all’inquinamento marino da idrocarburi) per combattere gli inquinamenti operazionali, iniziando dallo stop allo scarico in mare delle acque di sentina, che l’attuale normativa internazionale rende possibile persino in un bacino come quello mediterraneo, che gode dello status di area speciale. Fermiamo i pirati ambientali Una grossa percentuale del petrolio che inquina il mediterraneo e insozza le nostre spiagge è dovuto ad inquinamenti volontari illegali. E’ necessario che venga intrapresa una vera politica mediterranea per una efficace repressione degli inquinamenti volontari, dando piena attuazione al nuovo Protocollo Emergency della Convenzione di Barcellona attraverso misure serie per l’armonizzazione e l ’applicazione di sanzioni efficaci contro gli inquinatori ed una azione integrata dell’attività dei Port state control del Mediterraneo. Ma è anche necessario un impegno per l’adozione delle “reception facilities”, ovvero di misure che consentano, da una parte, di rendere economicamente conveniente lo scarico delle acque delle cisterne presso i depositi costieri e, dall’altra, più rischioso e svantaggioso il lavaggio a mare. Basta con gli “equipaggi babele ”e privi di capacità professionale E’ necessario intervenire sempre più sulla formazione degli equipaggi e dei comandanti. Chiediamo un controllo continuo sulla composizione e sulla professionalità degli equipaggi delle navi, in particolare di quelli che trasportano merci pericolose. Troppo spesso le petroliere vengono condotte da equipaggi, non solo poco formati, ma che parlano lingue diverse. Stop al rischio tempesta Chiediamo venga imposto il divieto di navigazione alle navi che trasportano sostanze pericolose e inquinanti in condizioni meteo marine particolarmente avverse, situazioni in cui cresce a dismisura il rischio di incidente e conseguente versamento. Anche il bunker uccide il mare Chiediamo un impegno concreto a ratificare e rendere operativa al più presto la convenzione Bunker, firmata dall’Italia nel 2001, che estende anche al bunker (combustibile di bordo) trasportato dalle navi, la copertura assicurativa in caso di incidenti. Navi che devono essere adeguate anche a livello costruttivo per ridurre i rischi legati agli incidenti. Troppo spesso, infatti, le cisterne che contengono il bunker non sono adeguatamente protette. Chi inquina deve pagare Chiediamo l’allargamento della responsabilità in solido per tutti i soggetti coinvolti nel trasporto delle sostanze pericolose e nel viaggio della nave, dall’armatore, al noleggiatore, al trasportatore e così via. Chiediamo la piena applicazione del principio “chi inquina paga ”, perché il mare non sia più l’unico soggetto costretto a pagare il conto. Stop al traffico nelle Bocche di Bonifacio Chiediamo un impegno italiano ed europeo, per la dichiarazione di Particularly Sensitive Sea Area delle Bocche di Bonifacio in sede IMO, allo scopo di giungere alla regolamentazione internazionale del traffico dalle Bocche di Bonifacio, adottando misure che rendano talmente svantaggioso in termini di costi e tempo (pilotaggio obbligatorio, convogliazione obbligatoria con rimorchiatore, appoggio in condizioni meteo marine avverse, chiusura al traffico sopra determinate condizioni meteo marine) da scoraggiarne l’attraversamento da parte delle navi con carico inquinante e pericoloso.
Attivare sistemi di monitoraggio con le nuove tecnologie È oggi possibile utilizzare le più moderne tecnologie per il monitoraggio e la prevenzione delle zone sensibili o dove sim possono verificare incidenti rilevanti. È possibile in primo luogo stabilire convenzioni con agenzie satellitari (il ministero dell’ambiente lo ha in corso seppure limitatamente) per “fotografare” con varie modalità le zone industriali costiere, gli stretti (Bocche di Bonifacio e Messina) o in prossimità di parchi e zone protette. L’allerta sarebbe anticipata di ore (vedi il caso E.On di Porto Torres). In seconda istanza si possono collocare boe rilevatrici di inquinanti sempre nelle zone sensibili.
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Turritano
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Inserito il - 24/02/2011 : 19:25:54
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| Nostalgia ha scritto:
........ Capisco il tuo o vostro punto di vista ma... lo sai che nemmeno io conosco la storia della regione in qui sono nata... il Piemonte ?? Ma non ne faccio un dramma !! semplicemente se l'argomento mi sta veramente a cuore compro dei libri specifici ( cosa che ho fatto! ) che trattano in maniera seria l'argomento o consulto delle biblioteche. .....................
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"Capisco il tuo o vostro punto di vista ma... lo sai che nemmeno io conosco la storia della regione in qui sono nata... il Piemonte ?? Ma non ne faccio un dramma !! semplicemente se l'argomento mi sta veramente a cuore compro dei libri specifici ( cosa che ho fatto! ) che trattano in maniera seria l'argomento o consulto delle biblioteche"
Curioso Non sai nemmeno la storia del tuo Piemonte????! E vuoi insegnare a noi la nostra Storia? Be allora te lo dico io: la storia del Piemonte, quando non coincide esattamente con la storia d’Italia, ne è strettamente connessa, quella della Sardegna è una Storia a parte. Informati Nostalgia, informati! Comprali i libri specifici, comprali, ma ricordati di leggerli
"Se si vuole intervenire in maniera più globale... raccogliere firme nell'intero territorio per chiedere e ottenere da parte della Regione questo, in tutte le scuole sarde ! Ovvio che ci deve essere un numero elevato di sardi che chiedono questo per i propri figli"
Ci risiamo. Non sai proprio resistere alla tentazione di dirci quello che dobbiamo o non dobbiamo fare … è proprio una mania! Apprezzo il tuo consiglio … ma lo trovo inattuabile. E sai perché? perché è qui che il serpente si morde la coda: la gente non ha la sensibilità per chiedere certe cose: non c’e l’ha perché ne ignora anche l’esistenza. Questo lo dovrebbero fare i politici. Tocca a loro mettere in movimento il motore, ma per adesso hanno altro per la testa. Te capì?
“…… non condivido che ci si fossilizzi sul criminalizzare episodi del passato troppo lontani dai giorni nostri" Un Popolo non muore finché ricorda il suo passato.
"Un esempio per tutti che ho già riportato in altre discussioni è il periodo fascista vissuto in Piemonte. Nessuno oggi può ne deve portare rancore e chiedere rivendicazioni al popolo tedesco per crimini e ingiustize che nel 1940 ha effettuato Hitler e seguaci ( tra cui Mussolini ). Infatti non sentirai mai i piemontesi di oggi parlare male, insultare o disprezzare i tedeschi di oggi!”
Ma non è poi così strano Se rifletti un pochino ti renderai conto che i fascisti oggi non ci sono più e i tedeschi di oggi non passano le Alpi per occupare l’Italia e imporre la loro lingua e la loro cultura … Nosty! Sei fantastica, a volte superi te stessa! Turritano
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Le dominazioni passano ... i Sardi restano! |
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