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sguaraus
Utente Normale
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Inserito il - 27/11/2010 : 22:23:04
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in questo thread si può parlare di personaggi storici, politici, artisti famosi di origine sarda, ma non nati in Sardegna
inizio con uno dei più famosi in assoluto:
Jean-Paul Marat
uno dei protagonisti della Rivoluzione Francese, suo padre era di Cagliari
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Google Sardegna
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Nuragica
Moderatore
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Inserito il - 28/11/2010 : 15:39:21
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Molto interessante Sguaraus, hai altre notizie in merito??? Delle origini sarde di Marat ne avevmo parlato anche in questo thread http://www.gentedisardegna.it/topic...OPIC_ID=2315
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Chiesa San Mauro - Monte Corona
Gesico (Ca)
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna |
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 30/11/2010 : 17:07:04
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Goffedro Mameli
Uno dei protagonisti del risorgimento italiano.
http://it.wikipedia.org/wiki/Goffredo_Mameli
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Monte Ortobene - Nuoro...
...e, sullo sfondo, Monte Corrasi - Oliena...
...due altri meravigliosi angoli di Sardegna |
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sguaraus
Utente Normale
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Inserito il - 01/12/2010 : 23:26:44
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chissà quante volte avrete visto questo attore americano in TV
Christopher Meloni (il padre è sardo)
anche un altro attore americano come Alessandro Nivola è di origine sarda, è il nipote del grande scultore Costantino Nivola:
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sguaraus
Utente Normale
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Inserito il - 01/12/2010 : 23:30:06
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Lo scrittore Italo Calvino (la madre Dorotea Evelina Mameli era di Sassari)
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furfuraju
Salottino
Utente Senior
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Inserito il - 08/12/2010 : 07:45:28
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Ci sarebbe anche Giuseppe Saragat, quinto Presidente della Repubblica Italiana.
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Modificato da - furfuraju in data 08/12/2010 07:45:54 |
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Monte Ortobene - Nuoro...
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 26/02/2011 : 08:27:23
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Ugo Mulas
Ugo Mulas era nato a Pozzolengo il 28 agosto 1928 da madre trentina, Carmela Bresciani, e padre sardo, Pasquale maresciallo dei carabinieri. Dopo gli studi superiori a Desenzano, Ugo Mulas studia Giurisprudenza all’Università di Pavia, ma lascia l’ateneo ad un passo dalla laurea per dedicarsi all’arte della fotografia, frequentando a Milano il famoso Bar Giamaica. L’ amico Franco Piavoli, regista, gli sconsigliò la fotografia, perchè «arte minore». Ma Ugo Mulas porterà quell’arte al massimo splendore. Lavora alla Biennale di Venezia; va negli Stati Uniti con gli artisti della Pop- Art. Nel 1995 a Parigi si apre una Mostra di cinque maggiori artisti della fotografia mondiale: uno dei cinque è Ugo Mulas. Colpito da un male incurabile, Ugo Mulas muore a 45 anni.
Un poeta della luce che nella sua arte cercava una verita' del nostro esistere, così descrive Marco Belpoliti l’artista che ha saputo ritrarre immagini diventate indelebili per una memoria collettiva.
All’inizio, la cosa più eccitante era il laboratorio; intravvedevo la possibilità di salvare una fotografia mal riuscita con un’operazione di camera oscura, cioè usando una particolare carta, un certo taglio. Poi mi sono reso conto che il laboratorio è fondamentale, , perché l’immagine che realizzi con l’apparecchio non è completa se non è stampata da te, o secondo le tue indicazioni molto precise, ma che il laboratorio non può essere una panacea per i mali della ripresa, non è fatto per salvare dei negativi sbagliati ma soltanto per rendere un buon negativo in tutto il suo valore. [Ugo Mulas, La Fotografia]
Verso il 1958 un libro ha contato molto per me: Gli americani, di Robert Frank. In quegli anni mi interessava un’altra letteratura fotografica: i grandi fotografi mi sembravano quelli più vicini al gioco del potere. Nel libro di Frank, vedevo invece per la prima volta un fotografo che non utilizzava nessun trucco, che faceva delle fotografie che sembravano di un dilettante, tanto erano semplici tecnicamente. Ci ho messo alcuni anni per capirlo […] Mi pare che non ci sia mai stato prima un fotografo così consapevole di quello che un’operazione fotografica coinvolge, di come lo stesso fotografo è dentro, nella macchina o nell’operazione, anche fisicamente, e come questo carichi la foto di tutte le ambiguità che accompagnano i discorsi in prima persona. Tra il fotografo e l’oggetto la macchina si anima, è un baluardo, ma non è più il comodo baluardo alla neutralità del fotografo, né è un ostacolo al suo desiderio di intervenire. Ciò che mi prese allora fu proprio la constatazione di come il fotografo si lasci portare dalla macchina, e viceversa, di come la macchina porta il fotografo, con una scioltezza veramente insolita. [Ugo Mulas, La Fotografia]
Ma quale era per Ugo Mulas il senso del fotografare?
Così, a un certo punto, ho cominciato delle operazioni sganciate dagli altri, sganciate dalla mia volontà di essere testimoni e di raccogliere l’esperienza altrui, per vedere che cos’è questo sentirsi soli di fronte al fare, che cos’è non cercare più dei puntelli, non cercare più negli altri la verità, ma trovarla soltanto in sé stessi, e capire che cos’è questo mestiere, analizzarne le singole operazioni, smontarlo come si fa con una macchina, per conoscerla. [Ugo Mulas, La Fotografia]
Fonte
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ziama
Salottino
Utente Maestro
AmBASCIUatrice in USA
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Inserito il - 26/02/2011 : 13:16:36
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correzione (siamo fidanzati!!)
Christopher Meloni ha il nonno sardo (il padre Robert era un ginecologo a Washington DC)
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Santa Mariedda - Senorbi
..un altro meraviglioso angolo di Sardegna
Siamo sardi Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi. Grazia Deledda. |
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Marialuisa
Utente Master
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Inserito il - 01/03/2011 : 17:20:46
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Giovanni Lussu
Quando me lo portarono, mi parve che tutte le primavere del mondo rifiorissero insieme. Com’era bello!
Così scriveva Joyce Lussu del suo bambino appena nato, Giovanni. Giovanni Lussu nasce a Roma nell’estate del 1944 da Emilio, uno dei padri della Patria e Joyce Salvadori. In autunno Emilio porta la sua famiglia ad Armungia. Giovanni Lussu ha speso gran parte della sua vita nel mestiere di grafico, ma anche a insegnare e a inseguire un'utopia tipografica che ha avuto notevole influenza sulle giovani generazioni dei graphic designer italiani. La sua summa è un libro, “La lettera che uccide”, del 1999. in cui sostiene che oggi è emerso un superalfabeto in cui la scrittura è trattata come una matrice di caratteri, «nel quale le forme più diverse possono essere richiamate dalla semplice pressione del tasto. Vocali e consonanti sono messe sullo stesso piano con numeri, virgole e dollari». Giovanni Lussu, da anni riflette e scrive di questi temi. È un grafico; il suo studio si chiama Jumblies, ma insegna anche alla Facoltà di Disegno industriale di Milano, e a Bologna nella scuola dell'editoria creata da Umberto Eco. È fellow dell'International Society of Typographic Designer; dirige poi una collana di libri editi da Stampa Alternativa, “Scritture”, il cui titolo più famoso, “Farsi un libro, manuale di grafica editoriale”, è uscito più di dieci anni fa e ha raggiunto le 20.000 copie.
Lussu, l’eleganza del carattere
La scrittura è immagine. Le lettere dell'alfabeto hanno sempre una propria forma, ma è davvero raro che ce ne accorgiamo; mentre leggiamo vediamo infatti qualcosa che c'è, la parola, e qualcosa che non c'è, l'immagine della cosa, pochissime volte la forma delle lettere. È solo nei vecchi tabelloni della scuola elementare, nei sillabari e nei sussidiari, che segni, lettere e cifre ci appaiono nella loro forma singolare, seppur sempre mediata da altre immagini: la A di albero, la B di bue, la C di cavallo.
La persona che è seduta davanti a me, Giovanni Lussu, da anni riflette e scrive di questi temi. È un grafico; il suo studio si chiama Jumblies, ma insegna anche alla Facoltà di Disegno industriale di Milano, e a Bologna nella scuola dell'editoria creata da Umberto Eco. È fellow dell'International Society of Typographic Designer; dirige poi una collana di libri editi da Stampa Alternativa, Scritture, il cui titolo più famoso, Farsi un libro, manuale di grafica editoriale, è uscito più di dieci anni fa e ha raggiunto le 20.000 copie. Giovanni Lussu ha sessant'anni ed è figlio di uno dei padri della patria, Emilio, i cui libri sono ancora vivi e vegeti, capolavori memorialistici eletterari.
Ha speso gran parte della sua vita nel mestiere di grafico, ma anche a insegnare e a inseguire un'utopia tipografica che ha avuto notevole influenza sulle giovani generazioni dei graphic designer italiani. La sua summa è un libro, La lettera che uccide, del 1999. Parte da un'idea: il computer ha sovvertito le tradizionali relazioni tra lingua, parola e scrittura, sgretolando in modo implacabile la distinzione tra verbale e non verbale, e ridefinendo la nostra nozione di unità di comunicazione. Vi sostiene che oggi è emerso un superalfabeto in cui la scrittura è trattata come una matrice di caratteri, «nel quale le forme più diverse possono essere richiamate dalla semplice pressione del tasto. Vocali e consonanti sono messe sullo stesso piano con numeri, virgole e dollari».
La macchina, mi spiega, non fa più alcuna distinzione tra loro: «È una grande livellatrice di segni». Non è una perdita, afferma, ma la rivelazione di ciò che prima era nascosto: «Ci permette di vedere più chiaramente ciò che la scrittura è sempre stata. In questo modo si è invertito il rapporto tra lingua parlata e lingua scritta: la lingua parlata è ora un semplice commento orale a ciò che la scrittura ha creato. E questo sarà la chiave della psicologia dell'educazione in questo nuovo secolo». Lo studio di Lussu, in una vecchia casa del quartiere Prati, è piena di scaffali, fitta di libri, un luogo molto ordinato. Dietro le sue spalle i dizionari; sul lungo tavolo di legno il computer, matite, penne, un metro avvolgibile; pochi ninnoli o soprammobili in giro. Gli oggetti sono tutti in una vetrinetta sul lato del tavolo. C'è una vecchia macchina fotografica.
Lussu che ha un'aria mite, indossa un paio di occhiali rotondi. Ha una barba professorale, bianca. È calvo, ma appena sorride emerge in lui qualcosa di fanciullesco: appare il ragazzo che è sotto l'aria seria e timida. Si accende una sigaretta dietro l'altra e parla con lentezza. Mi racconta la sua carriera di grafico, dai primi studi a Urbino, all'Isia nel 1965, dove insegnava Albe Steiner, uno dei padri della grafica italiana, l'autore della veste del Politecnico di Vittorini. Nel 1968 Lussu è tornato a Roma e con tre soci ha fondato lo studio «Fantastici quattro», ispirato agli eroi dei fumetti, una passione, accanto a quella per la fantascienza. Il suo lavoro fa parte della linea che è stata battezzata «grafica di pubblica utilità», la quale ha avuto per committenti enti locali, sindacati, biblioteche, cineclub. Marco Belpoliti, La Stampa
La lettera uccide
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 01/03/2011 : 18:02:06
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Luigi Pintor Nato a Roma il 18 settembre 1925, deceduto a Roma il 17 maggio 2003, giornalista.
Di famiglia sarda antifascista, aveva partecipato giovanissimo alla Guerra di Liberazione. Era entrato nella Resistenza dopo aver ricevuto, da Napoli, una "lettera testamento" del fratello maggiore, datata 28 novembre 1943. Due giorni dopo Giaime, il fratello appunto, sarebbe saltato su una mina, mentre tentava di raggiungere, d'accordo con il Comando inglese, gruppi partigiani nel Lazio. Luigi Pintor aveva combattuto con i GAP romani sino al 14 maggio 1944. Quel giorno, tradito da Guglielmo Blasi (un gappista che aveva partecipato all'attentato di via Rasella e che poi, arrestato per furto, era finito per entrare nel reparto speciale di polizia fascista denominato "banda Koch"), Pintor fu arrestato con Carlo Salinari, Franco Calamandrei e Silvio Serra. Con Serra, Pintor è portato alla pensione Iaccarino, base della "banda Koch" e interrogato e torturato per otto giorni; poi viene rinchiuso a Regina Coeli insieme a Serra, nell'attesa della condanna a morte. Quando la sentenza sta per essere eseguita e Pintor è riportato, con Serra ed altri quattro antifascisti, alla pensione Iaccarino, un intervento del Vaticano determina un rinvio e un nuovo trasferimento a Regina Coeli dei condannati. Per loro l'arrivo degli americani a Roma rappresenta la salvezza (anche se Serra sarebbe caduto l'anno dopo combattendo nel Ravennate). Nel dopoguerra Luigi Pintor è stato redattore e poi condirettore dell'Unità, e membro del Comitato centrale del PCI. Deputato nel 1968 e nel 1987, Pintor fu radiato dal PCI nel 1969 con il gruppo del "Manifesto". A più riprese è stato direttore dell'omonimo giornale, sul quale ha continuato a scrivere (l'ultimo suo articolo è del 24 aprile 2003) pezzi di grande lucidità, e spesso di encomiabile brevità, tra gli appuntamenti più attesi dai suoi lettori. Luigi Pintor ha scritto anche numerosi libri: Parole al vento (1990), Servabo: memoria di fine secolo (1991), La signora Kirchgessner (1998), Il nespolo (2001), Politicamente scorretto (2001). Proprio nei giorni della sua morte è uscito, presso Bollati Boringhieri, I luoghi del delitto. Nel maggio del 2007, a Roma, un viale di Villa Ada è stato intitolato a Luigi Pintor.
fonte: ANPI Biografia Luigi Pintor
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Panorama
Villa Sant' Antonio (Or)
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drFolk
Salottino
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Inserito il - 01/03/2011 : 19:14:36
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E perchè non ricordare le due sorelle attrici: AnnaMaria e Marisa Pierangeli?
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Lollove
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Marialuisa
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Inserito il - 01/03/2011 : 19:34:52
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| Udiyaki ha scritto:
E perchè non ricordare le due sorelle attrici: AnnaMaria e Marisa Pierangeli?
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Solo perchè nate a Cagliari :))
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drFolk
Salottino
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Inserito il - 01/03/2011 : 20:33:11
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Eh, se poco ti pare!
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Lollove
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 10/03/2011 : 12:33:31
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Ma qui si parla di personaggi famosi di origini Sarde, non nati in Sardegna.
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Panorama
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Tizi
Salottino
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Inserito il - 10/03/2011 : 12:42:59
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Giovanni Floris è nato a Roma, 27 dicembre 1967 ma d’origine nuorese da parte della famiglia paterna, è un giornalista e scrittore italiano. È noto al grande pubblico per la conduzione del talk-show d'attualità politica, economica e sociale Ballarò.
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maria
Salottino
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Inserito il - 10/03/2011 : 12:48:09
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| sguaraus ha scritto:
chissà quante volte avrete visto questo attore americano in TV
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Humm e per quello allora che ne vado matta Troppu bellu
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Redentore - Monte Ortobene
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